Scrittori della Notte: liberi di scrivere

Posts written by Noroella

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    Su EFP, ho trovato spesso topic stucchevoli su IC, OOC, Mary Sue e Gary Stu.
    Ma sono questi i problemi oggettivi di una storia? O forse rappresentano solo gusti personali?
    Se ad uno piacciono queste cose, è un problema? Del resto, certi romanzi sono pieni di IC, OOC e personaggi Mary Sue e Gary Stu. Vedi Wilbur Smith e Clive Cusserl.
    Che cosa è oggettivo in una storia?
    Tre elementi rendono gradevole una storia: italiano, coerenza, temi seri.
    La lingua (sia essa italiano o qualsiasi altra) merita di essere rispettata. Una storia si compone di parole, perché sodomizzarle con un compressore?
    Per quanto io sia classicista, penso che la lingua sia il problema minore. Con valide letture e un buon testo di grammatica (assieme a vocabolari) si può imparare.
    La coerenza è il secondo problema di una storia.
    Cosa è la coerenza? E' l'attenzione all'universo creato, per mantenere relativamente stabile la sospensione dell'incredulità.
    Preciso: siamo umani, possiamo sbagliare (gli sfondoni ci sono in molti romanzi classici), ma un conto è sbagliare perché si è umani, un conto è sbagliare perché si mette sotto i piedi in nome dell'epicismo casuale.
    Un esempio di coerenza è "Ninja" di Eric Van Lustbader e qui si parla di una tematica seria quale lo stupro. Quest'autore poi è trash in altre cose, ma qui è apprezzabile la sua capacità.
    Il protagonista, Nicholas Linnear, è un esperto di arti marziali. Una sorta di duro stile "ispettore Callaghan", con l'aggiunta del ninjutsu.
    Eppure, subisce uno stupro dal cugino.
    Come si spiega?
    Ora, nell'universo di Lustbader, è estremizzato il concetto de "Il ninjutsu ti da' accesso a capacità sovraumane". Va benissimo.
    Il cugino di Nicholas, Saigo, che cosa fa? Prima ipnotizza Yukio, la ragazza amata da Nicholas, fa in modo che lei lo conduca in trappola, poi lo paralizza con dei veleni.
    Così, con Nicholas immobile, può scoparsi lei (e qui immagino lo sconvolgimento emotivo di Nicholas)e poi stuprarsi lui e lasciarlo in lacrime e devastato. (abbastanza disturbante la sua carezza finale)
    Ha senso. Ci sta. L'autore ha saputo sfruttare le possibilità del suo universo, senza slabbrare le regole da lui create.
    Con una simile coerenza, puoi anche fare violentare l'ispettore Callaghan.
    Evita però di farlo reagire come un uke rimbecillito. Quello, dopo un abuso, prende la sua 44 Magnum e spara. E sarebbe anche comprensibile.
    La coerenza è nel ricordarsi che non puoi fermare un Callaghan con gli stessi mezzi con cui fermi un ragazzino esile e non addestrato. Non è realistico, diamine.
    La coerenza si lega poi alle tematiche serie trattate male.
    Due esempi sono esemplificativi: tumori guariti con un paio di pillole e stupri trattati alla "viva il parroco" . Il caso più estremo nella seconda possibilità è l'innamoramento eterno e imperituro tra vittima e carnefice.
    Io mi chiedo, ma si pensa prima di scrivere? Cosa è più probabile in una vittima di violenza, indipendentemente dalla bellezza? L'innamoramento eterno e imperituro o la vendetta stile Charles Bronson?
    Fermo restando che molte vittime diventano apatiche.
    Con i tumori guariti con la forza dell'amore è la stessa cosa. Se tu mi parli di un miracolo, va bene. (le remissioni spontanee di malattie gravi ci sono)
    Se tu mi dici che nel tuo universo il tumore ha una cura o si può guarire col sesso, va bene.
    Ma se tu mi dici che, nel mondo reale, il tumore guarisce con la forza dell'amore, allora qualcosa non va e c'è bisogno di un corso accelerato di buonsenso.
    Che ne pensate? Secondo voi, ho trascurato qualche pecca?
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    Spiego meglio cosa mi sta succedendo.
    Fino a qualche giorno prima, recensivo con autentiche vagonate di parole fic scritte male, che si dimenticavano delle più elementari regole di lingua italiana e, in nome dello scoppiettamento più scemo, dimenticavano qualsiasi logica.
    Una di queste storie, scritta tempo fa, mi ha ucciso questo desiderio.
    Errori grammaticali? Ci sono, ad ogni lettura ne noto sempre di nuovi.
    Grammatica e sintassi rivedibili? Sì, ci sono.
    Nomi scritti male? Sì.
    Personaggi non fuori carattere, ma privi di qualsiasi logica elementare? Sì.
    Linguaggio sms? C'è.
    Commenti idioti e incapacità descrittiva? C'è.
    Temi seri trattati alla "viva il parroco"? Sì. In nome dello scoppiettamento, come ho detto, può mancare la solita violenza sessuale trattata con i piedi? No, non può mancare.
    L'amore sembra passi da un allegro stupro, che poi viene risolto perché "ma io lo/la amo".
    Se, in nome del tuo amore, stupri, cosa fai se la odi? Passi direttamente in modalità Ted Bundy?
    E questa continua per ventotto capitoli.
    Seriamente, non ce l'ho fatta più.
    Non so perché, ho visto l'inutilità delle mie recensioni. Mi è sembrato di sprecare tempo per gente che non si impegna in quello che fa, ma vuole solo essere ricoperta di commenti positivi.
    Ho deciso di cambiare modo di agire: per quanto possibile, recensirò e premierò chi si impegna. Recensirò chi, nei limiti delle sue possibilità, cerca di offrire al pubblico qualcosa di quantomeno leggibile e, pur con forma zoppicante, ha una certa coscienza di determinate tematiche.
    E lo sto facendo. Ne ho trovati.
    Rileggo poi recensioni negative scritte con lo stile delle "recensioni lenzuolo" e mi chiedo: ma io lo facevo per aiutare o per frustrazione, in quanto questi campioni hanno vagonate di recensioni entusiaste e io, a parte in una fanfic (e mi sorprende pure, data l'idea ardita), no?
    A chi dice "ma io lo non voglio recensioni così" dico che mente sapendo di mentire: a chi non fa piacere avere vagonate di recensioni entusiaste e motivate, che formulano ipotesi sulla tua storia?
    E, sinceramente, credo che la frustrazione per la preferenza verso storie pessime, scritte con i piedi, sia anche comprensibile. Ti insegnano che l'impegno premia e poi vedi riempiti di vagonate di commenti simili abomini?
    Torno al focus della questione.
    Nelle mie recensioni, c'è un tono cattedratico, quasi da professoressa. Certo, c'è del materiale criticabile a ragion veduta, ma non è che io, pur non ammettendolo a me stessa, avevo questa collera perché volevo dire a questi scribacchini "Guardate, brutti stupidi, c'è qualcuno che vede la vostra pochezza e ora vi smonta. Vedete che io so scrivere e imparate."
    Questo indisponeva chi mi leggeva e lo ha portato a farmi la fama di castigamatti.
    E io mi chiedo: non è che le mie recensioni erano dovute alla volontà di fare vedere il mio smagliante italiano?
    Questa riflessione mi è venuta leggendo anche le mie storie. Mi chiedo perché non hanno quasi mai recensioni.
    Leggendole, mi sembra di aver notato, da parte mia, un'eccessiva attenzione alla forma, che quasi sopravanzava quella al contenuto.
    Mi chiedo se non sia stato il mio narcisismo per l'italiano ad avere allontanato potenziali lettori.
    E voi? Come vi sentite?
    Chiedo se avete provato una simile esperienza, desidero discuterne.
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    Anche qui, ti faccio i miei complimenti.
    Sai scrivere bene.
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    Che cosa è? Una poesia?
    Davvero molto bella. Con lucidità, esprime la condizione degli innamorati.
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    Non male, ma ho trovato diversi errori. La virgola, per esempio, non separa soggetto e verbo come una ghigliottina.
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    Mi sono accorta che la mia mania dell'essere "grammar nazi" mi ha portato ad una risposta piccata da uno che ha definito alcune cose "un errore di battitura".
    Vi è mai capitato di avere questo schifo per gli errori, dovuto ad un contatto sempiterno con la grammatica pessima, l'italiano orrendo, che ti porta a sragionare?
    Io sono accorta che il contatto con scritti pessimi, privi di buonsenso, mi sta portando a perdere il senso della misura. E non è normale.
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    Inoltre, seriamente, c'è una critica ai personaggi perfetti, ma non a quelli visti come perfetti, che però non lo sono.
    Un personaggio perfetto può piacere o no (per esempio, di perfetti mi sono piaciuti sono Ni Tian e Zi Yu di Feng Shen Ji, almeno per ora), però, nelle realtà, chi non amerebbe una persona bella, buona, gentile e intelligente?
    Invece, chi amerebbe nella realtà una persona stronza?
    Io sono convinta che il danno non sia nella perfezione del PG, ma nel grado di realismo delle relazioni umane. Se uno si fa amare da molti per le sue qualità, perché non deve farsi amare e deve avere odio così a casaccio?
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    Un altro esempio è nelle scene di stupro ai danni di personaggi ampiamente capaci di difendersi, che vengono aggrediti così, a random, e colti di sorpresa dal primo ubriaco che passa.
    Faccio un esempio: Erron Black di MK11.
    Questo individuo è un valido pistolero (lo stereotipo da film western), con una buona capacità di difesa corpo a corpo.
    Non è facile da cogliere di sorpresa e, al primo segno di pericolo, mette mano alla pistola.
    Quindi, una scena di stupro va adeguata al personaggio.
    Invece,c osa ci troviamo? Erron Black che si fa cogliere di sorpresa come un fesso e trema come una foglia, quando lui dice di sé "sono un amante del rischio".
    Che ne pensate?
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    Guarda, magari una fanfic fosse una fanfic. Purtroppo, molti mangaka ora vanno appresso ai gusti dei/delle fanwriter più sciocchi, che scrivono boiate.
    Ma, attenzione, se veodno che il tale scrittore è considerato più IC dell'autore stesso. (e purtroppo succede spesso)
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    Certo, non so come mi sia venuto ed è per questo che è così breve.
    Ma se capitasse lo farei di più.
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    Un ampio squarcio si aprì nel cielo, ingombro di nubi, e una lama di luce dorata saettò, posandosi sull'intera strada.
    Leonor alzò la testa, le braccia strette attorno al corpo morto di Andreas. La lotta tra il bene e il male si era conclusa.
    Andreas, reincarnazione di Lucifero, angelo caduto ai tempi della creazione, si era riscattato dal suo peccato millenario e aveva offerto la sua esistenza alla difesa degli uomini.
    Nulla era più dell'angelo, dorato di luce, che, in tempi remoti, aveva sfidato Dio.
    Lui, nella sua dura misericordia, gli aveva offerto la possibilità di reincarnarsi tra gli uomini, assieme agli altri angeli caduti, per combattere i demoni, che rinascevano dal cuore corrotto degli umani.
    E lui, in infiniti cicli vitali, lo aveva fatto.
    Aveva trovato il Sacro Graal, che era nascosto nelle profondità infernali, e, servendosi di quel potente smeraldo, era riuscito a distruggere le orde demoniache, comandate da Angra Manyu, che avevano messo in pericolo la terra.
    Leonor gli accarezzò il viso, bianco di morte. Lei, un tempo una semplice studentessa argentina, si era scoperta la Chiave, colei che era capace di trovare il Graal.
    E ci era riuscita.
    Era stata di grande aiuto per Andreas, che si era rivelato la reincarnazione di Lucifero.
    E tra loro era nato un forte sentimento d'amore, che, però, si era concluso in una tragedia.
    Andreas, o meglio Lucifero, era morto per proteggere lei, una semplice umana.
    L'amore gli aveva permesso di trascendere i suoi limiti e di distruggere il capo delle forze demoniache.
    Ma, dopo quello sforzo, era spirato tra le sue braccia, sotto gli occhi disperati dei suoi compagni.
    Lilith... Adam... Astarte... Dagon...
    Contemplavano disperati il corpo di Lucifero, stretto tra le sue esili braccia.
    I loro occhi piangevano la morte di un capo ombroso e malinconico, ma sempre pronto a tutto per le persone a lui care.
    L'apertura nel cielo si aprì, rivelando uno squarcio d'azzurro e una scala, ricoperta di polvere d'oro.
    Una figura maschile alta e snella, vestita d'una lunga tunica bianca, avanzava scendeva i gradini, sollevando piccoli vortici d'aureo pulviscolo.
    I lunghi capelli fulvi scendevano sulle spalle in elaborati riccioli e sul viso, dai lineamenti gentili, spiccavano gli occhi, d'un intenso ceruleo.
    - Un angelo? - mormorò Leonor, sorpresa.
    - Sì... Ed è Michele... - dichiarò Lilith, meravigliata. Cosa voleva il capo dell'esercito celeste?
    Perché era lì?
    L'angelo si avvicinò e, per alcuni istanti, i suoi occhi chiari indugiarono sull'ampia ferita che squarciava il petto di Andreas, fermo nella morte.
    - Ce l'hai fatta... Hai guadagnato il tuo diritto al riscatto... Voi tutti avete guadagnato il vostro diritto alla redenzione... - mormorò, sorpreso.
    - Cosa intendi? - chiese Dagon, cercando di curare il suo braccio ferito.
    Michele accennò ad un sorriso e il suo sguardo spaziò sui quattro angeli ribelli.
    - Voi avete mostrato che ciò che è ritenuto impossibile è possibile... Yahwé non credeva nella vostra redenzione e si è dovuto ricredere. Anche lui non è onniscente. - mormorò.
    Abbassò lo sguardo sul corpo inerte di Lucifero e, con una mano, gli sfiorò i lunghi capelli neri, poi la fronte.
    - Tu vivrai ancora... Mi dispiace che voi non possiate ascendere ancora al Paradiso. - mormorò, dispiaciuto.
    Posò la mano sul petto di Andreas e, qualche istante dopo, dal suo palmo sgorgò una viva luce aurea.
    Leonor sbarrò gli occhi verdi . Davvero quello era il potere di un angelo?
    Lenta, la ferita di Andreas si rimarginava, il petto, prima fermo, riprendeva a sollevarsi e il rossore della vita soffondeva il suo volto, prima bianco.
    - Perché non possono andare in Paradiso? - chiese.
    - Le leggi di Yahwé sono inesorabili... La parola è un sigillo forgiato nel sangue. E lui ha imposto agli angeli caduti un esilio di infiniti eoni. Credetemi, ne è pentito. - mormorò.
    Gli altri, estenuati dalla fatica e colpiti dalla consapevolezza, si accasciarono sul terreno.
    - Non è servito a nulla... - ruggì Dagon.
    - Sbagliate. I sette sigilli del male, che la vostra ribellione aveva posto sui vostri cuori, col sacrificio di Lucifero stanno cominciando ad incrinarsi. Se la vostra strada continua così, non sarete soli. - li rassicurò Michele.
    I caduti guardarono il comandante delle forze celesti. Come era diverso dall'angelo, tronfio di superbia, che li aveva annientati e umiliati...
    Terminate le cure a Lucifero, Michele si alzò e, salutatili, salì la scala e si allontanò in un lampo di luce.
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    Sembra un classico fantasy Urania e non so come giudicarlo.
    Però perché alcune cose sono evidenziate?
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    Una buona narrazione, tra l'ironico e il crudele.
    Starei attenta un po' alla forma, come il "mi portai" che sembra tanto dialettale.
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    Correggerei un po' di punteggiatura, ma ho trovato molto bello il contrasto tra forma barocca e contenuto di follia (sembra la narrazione della mente malata di un feminicida)
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    Allora, questa è una questione che riguarda gli autori di fanfic.
    Secondo voi, è giusto rispettare un canon (cioè un universo) che, ad ogni rilettura, si sbrindella, perché pieno di insensatezze macroscopiche e WTF siderali?
    Tempo fa, sul forum di EFP, lessi un attacco a quelle fanfic nelle quali un OC faceva bashing su Saori Kido/ Lady Isabel di Thule aka Athena e tutti i saint la adoravano, perché "la parola di Athena è legge, così ce la dobbiamo tenere".
    Cosa? Io dovrei tenermi un personaggio come Saori Kido made in Kurumada?
    Dovrei rispettare un canon che presenta come "degno di rispetto" pg così stupido e arrogante?
    Facciamo un rewind: chi è Saori Kido?
    In teoria, è la reincarnazione di Athena, che, però, a 8 anni, si comporta come un misto tra Irma Greese e Ilse Koch, simpatiche signorine conosciute coi soprannomi di "iena di Auschwitz" e "Strega di Buchenvald".
    Certo, poi migliora, ma a cosa assistiamo? A continui rapimenti, alcuni di questi da teatro dell'assurdo, nei quali mostra di non sapere fare niente, malgrado sia una dea.
    In teoria, data la presenza dell'armatura, dovrebbe essere una dea guerriera, ma sembra un misto (assai) malfatto tra Gesù Cristo e Visnu. Perché dico malfatto?
    Perchè non funziona manco come divinità di supporto!!
    Il canon dei saint non concede a questi ragazzi il diritto di provare risentimento verso Saori, perché "lei è Athena, quindi tutto il resto è noia".
    Scusate, ma è un contesto serio questo?
    In un contesto serio, Saori sarebbe stata presa a schiaffi, picchiata e brutalizzata, per farle provare un decimo delle sofferenze patite da quei poveracci, perché trattamenti da lager nazista generano ansia o, in gente particolarmente fumantina, odio e desiderio di vendetta.
    Non passa tutto così in cavalleria.
    Come posso rispettare un canon così sbrindellato, che offende la mia intelligenza?
    Nessuno amerebbe una persona come Saori Kido e Kurumada ci impone che "lei è dalla parte del giusto... perché sì, anche se fa cose egoiste o contro qualsiasi buonsenso".
    Ben vengano, secondo me, fanfic che criticano Saori e fanno vedere i saint che si svegliano.
    L'unico problema è che le storie "per colpire Saori" sono fatte solo per solleticare le fantasie delle fan, senza alcuna volontà critica, e questo dispiace.
    Cosa ne pensate?
118 replies since 12/1/2011
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