STRUTTURA - L'esperienza e il finale

Il vero corpo del narrato

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    Carissimi,

    iniziamo con una ripassatina de:
    L'ATTACCO
    Altro non è che un evento imprevisto e/o imprevedibile che va a modificare "la vita di tutti i giorni” propria del protagonista (la routine). Pertanto l'attacco è detto anche:

    EVENTO SCATENANTE

    Può essere uno o più d’uno, anche simultanei. Dà il seguito all’attacco e possiamo paragonarlo, in maniera figurativa, alla perturbazione che scuote un omino (il protagonista) che, da un momento all'altro, si ritrova scaraventato dal giardino di casa tra i rami di un grosso albero, senza volerlo, sollevato dal vento. Egli prova difficoltà poiché la perturbazione atmosferica si somma al desiderio di scendere dall'albero (la situazione imprevista, inaspettata, non voluta). L’omino, scosso, vorrà riprendersi la vita quotidiana. Quest’ultima potrebbe essere ambientata anche in una zona di guerra; resta comunque la sua routine, cioè il tipo di vita quotidiana in quel dato momento.
    Il costrutto che lo scrittore architetta per creare la/le difficoltà, e per risolverla/le, ovvero tutti gli interrogativi e gli intrecci, compongono:

    L'ESPERIENZA

    È tutto ciò che capita al protagonista durante lo svolgimento delle soluzioni. Dovrà scoprire e comprendere ciò che egli “fa”, dove lo fa, quando, come, e perché lo fa. Anche gli altri (coprotagonisti, anonimi, figuranti ecc…) “fanno”, e dunque sono parte dell’esperienza.
    La scrittura, attraverso un apice narrativo (non obbligatorio poiché il racconto potrebbe svolgersi in una quiete scandita con ritmo costante), viaggia verso il:

    FINALE

    Il finale svela ogni mistero lasciato in sospeso. Ogni fatto dovrà collimare alla stregua dei fili di un tessuto (la trama), collegando ogni dettaglio e ogni sorta di incognita che lo scrittore avrà fin lì mantenuto. I finali sono di più tipi:
    1. Finale a lieto fine
    2. Finale drammatico (il male ha prevalso sul bene)
    3. Finale tragico (quando vi sono vittime "dell'ultima ora")
    4. Finale improprio (quando il racconto lascia in sospeso fatti irrisolti che lo scrittore riprenderà in altri racconti ambientati nel medesimo contesto).
    5. Finale comico
    6. Finale tragicomico (la comicità si amalgama perfettamente con il tragico)
    7. Finale paradossale (quando la presenza di un paradosso, o un’allusione, è lasciata alla libera interpretazione del lettore).

    All’atto pratico

    ESPERIENZA a parabola:
    si verifica quando i fatti “crescono” verso un apice emozionale, un culmine laddove la storia si fa “difficile” ed emozionante. La parabola, riferita al tracciato che disegna il sasso di una catapulta, dalla partenza all’arrivo, discende verso il finale con lo stesso ritmo del tratto ascendente.

    ESPERIENZA a sinusoide:
    quando il ritmo è alternato da alti e bassi, costanti o incostanti, tuttavia coerenti e ben collegati. Altra denominazione, meno matematica, è: “ad alti e bassi”.
    Ma cos’è il ritmo?
    È l'insieme delle modalità con cui lo scrittore alterna i collegamenti tra un fatto e l’altro; la velocità con cui li effettua, e la costanza “a blocchi” ben precisi e ben ordinati. Non è conveniente collegare un evento rimasto in sospeso fin dall’incipit se non lo si “ripesca”, di tanto in tanto, durante l’esperienza, ovvero: lo svolgimento dell’intera storia che conduce al finale.


    Fonte: me medesimo :D
     
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0 replies since 20/12/2011, 07:23   160 views
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