Scrittori della Notte: liberi di scrivere

Votes taken by Helyanwë.

  1. .
    Ringrazio entrambe per aver letto e per le vostre parole.

    CITAZIONE
    Trovo interessante la trasposizione in poesia di quello che sembra essere più un pensiero o una riflessione.

    Effettivamente ci hai preso in pieno Milly, è una riflessione scritta in versi. Non so per quale motivo, ma riesco a riappacificarmi di più con me stessa e a seguire meglio il filo dei mei pensieri se li scrivo come se fossero una poesia.
  2. .
    Un concetto davvero complesso, la libertà.
    Quand'è che ci si sente davvero liberi? E quand'è che il nostro pensiero è davvero libero?
    Io credo sia quando andiamo al di là dei pregiudizi, ampliamo le nostre vedute, non ci limitiamo a quello che conosciamo ma sappiamo accettare il diverso.
    Per citare qualcuno sicuramente più autorevole di me, la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri.
  3. .
    CITAZIONE
    credo che d'ora in poi ti chiamerò Hel, se ti piace, perché il nome completo continuerei a sbagliarlo🤣

    Ti capisco, spesso lo sbaglio anche io ^U^
    Hel va benissimo! ;)
  4. .
    CITAZIONE
    Sarà che io, da bravo fuscello nella corrente, mi rendevo conto da sùbito che certi "percorsi" non li avrei doi intraprendere, ma mi lasciavo dominare da pressioni esterne e continuavo per la via sbagliata. Colpa mia ad essere stato troppo debole.

    Anche io sono così, mi lascio trascinare dalla corrente per mille motivi. Sono facilmente influenzabile.
    Solo che adesso che mi sono resa conto di questo non so come uscirne.
  5. .
    Il tono cambia molto all'interno del brano: prima è più affettuoso, verso la fine diventa quasi tragico.
    Nel complesso, un buon lavoro, complimenti.
  6. .
    CITAZIONE
    Ok, mi sono spiegata malissimo. Volevo dire che anche l'immagine concreta, di per sé, è stata rappresentata molto bene. Mi sembrava di essere su quella strada, in quei passaggi, e di vederle davvero le auto e gli autobus.

    Grazie Milly.

    CITAZIONE
    La coscienza non paga ogni sabato, ma quando paga lo fa con gli interessi.
    Prima di fare una cosa o d'intraprendere un'azione bisogna sempre domandarsi preventivamente se poi ci si potrebbe pentire di quanto agito.

    Non è solo questo il punto. Più che altro è il fatto che alle volte ntraprendiamo un percorso o facciamo una scelta e poi andiamo avanti a testa bassa, con i paraocchi, evitando il più possibile tutti i dubbi che sorgono in noi o le domande a cui dovremmo dare una risposta, oppure mentiamo a noi stessi, ci raccontiamo che quei dubbi sono legittimi o "normali", che tutti li hanno, anche quando non è la verità. A volte non sappiamo cogliere i campanelli d'allarme che noi stessi, il nostro corpo, la nostra mente ci inviano per farci capire che quel qualcosa che avevamo scelto, quel percorso che avevamo intrapreso non fa per noi oppure non era il momento giusto per intraprenderlo. Ci ritroviamo infelici e non sappiamo bene perché.
    Ecco, il "risveglio dal sonnambulismo" di cui si parla nel brano è la presa di coscienza di tutto quello che si è cercato di ignorare, di mettere a tacere nel periodo precedente. La vera sfida poi è avere il coraggio di mettere tutto in discussione, di cambiare, di stravolgere la nostra vita se necessario.
  7. .

    Essere lo stelo ondeggiante
    di una pianta acquatica
    scossa dalla corrente,
    così sottile da avere lunghe
    gambe fini e aggraziate
    caviglie come piccoli ciottoli
    e le braccia di un salice piangente;
    sottile come un foglio di carta
    come un nastro di seta
    come i tuoi lunghi capelli bruni.
    Muoversi fluttuando, senza
    pesi, fluidamente,
    niente ossa né muscoli né giunture.
    Essere trasportata dal vento
    e planare di tanto in tanto,
    accarezzare come un fiato
    il biancospino in fiore
    la superficie del mare
    il tasto di un pianoforte
    la pelle di una persona amata.
    Lasciarsi cullare dalle nuvole,
    fare capriole nel cielo
    fugace come un sospiro
    sottile come la brezza al mattino.
    Tanto sottile, infine, da scomparire.
  8. .
    Breve e dritto al punto, un'estemporanea di quella che ormai è (sempre più spesso purtroppo) la vita di tutti i giorni.

    "Mi scriverà di sicuro.
    Perché non mi scrive?
    Sarà impegnato.
    Starà dormendo.
    Mangiando.
    Lavorando.
    Sarà uscito con i suoi amici.
    Starà preparando un esame importante.
    Scrivendo la tesi.
    Studiando la cura per l'invecchiamento.
    Risolvendo la fame nel mondo.
    Scoprendo un altro pianeta abitabile nell'universo."
    E così via... ;)
  9. .

    Vorrei che non fossi
    come gli altri ti vorrebbero:
    dovresti danzare a piedi scalzi
    rotolare nei prati in fiore
    sentire il profumo del temporale
    e l'acqua fredda sui capelli.

    Vorrei che non ti adattassi
    alle etichette che altri
    ti appiccicano addosso:
    dovresti vivere come ti va
    cercare la fine dell'arcobaleno
    raggiungere l'orizzonte
    o forse il centro della Terra.

    Vorrei che fossi
    come un uccello che
    nel suo instancabile volteggiare
    non si preoccupa di pensare
    a come può apparire
    a chi sta con i piedi per terra:
    se un inutile puntino nel cielo
    o un segno di libertà infinita.
  10. .
    Una bella scheggia, non c'è che dire.
    Mi ha ricordato molto, sia per il senso metaforico e il messaggio implicito sia per lo stile della narrazione, i racconti tramandati oralmente.
  11. .
    Stereotipi a parte, non la trovo granchè curata nella composizione: il ritmo è troppo altalenante, a tratti lento e dolce, a tratti veloce come una filastrocca; inoltre non c'è costanza nè nella struttura delle strofe e dei versi (questo non è necessariamente un male in poesia in generale, ma qui secondo me sì). Tutto questo crea un continuo sbilanciamento tra le parole, le cadenze e la musicalità, che invece di fluire morbida e costante è continuamente spezzata e zoppicante.
  12. .

    Vedo i tuoi fantasmi.
    Si specchiano
    in questa palude e
    tumultuosi come notti
    di temporale
    scivolano voraci
    nell'acqua bruna.
    Serpeggiando tra i canneti
    spaventano gli aironi
    e le placide rane
    li sentono predatori.
    Quando poi riemergono,
    ci sei tu in tutti loro:
    gli stessi capelli scuri
    e la pelle bianca.
    Ma gli occhi no.
    Pozzi senza fondo,
    pozze di oscurità.
    Ferini, mostruosi.
    Lentamente, escono dall'acqua
    e su di noi posano
    lo sguardo famelico,
    il ghigno atroce.
    E non c'è via di scampo.
  13. .
    Per i vasti e sinuosi sentieri
    della mia mente,
    all’ombra di alberi in fiore,
    passeggio scalza,
    i piedi nudi accarezzano l’erba
    e l’inquieta anima
    invidia la nostalgia di Ulisse
    mentre vaga tra abeti e ciliegi.
    I pensieri a volte sono petali,
    graziosi si posano sulla tua mano,
    altre sono spine
    che si conficcano nel cuore.
    Nel parco, non più frutti
    ma stelle argentee,
    impalpabili scintille
    che mi si parano davanti agli occhi
    e poi fuochi e temporali:
    invece tu,
    accanto a me,
    proprio non li vedi.
  14. .
    Mi hanno messo in mano
    le redini di un cavallo
    pazzo
    il bianco terrore dei suoi occhi
    spalancati
    era lo stesso dei miei
    avevo la missione di guidare
    la nave del mondo
    oltre la burrasca
    ma non sono mai stata
    l’ammirato capitano
    soltanto
    il silenzioso timoniere
  15. .
    Allora, l'idea non è male ma con qualche accorgimento in più potrebbe migliorare molto.

    Innanzitutto non ho ben capito il titolo. Inizialmente pensavo fosse un'ironia sul fatto che, nell'era dei social network, si è tutti degli zombie, ma poi, nella lettura, non mi quadra: i lembi di pelle morta, le unghie, i capelli e anche l'impossibilità a urinare mi spingono a pensare che sia davvero morto. Il che non è un male, ma comunque non fila con il titolo, perché non vi è menzione di alcun social network.
    Credo comunque di aver afferrato il messaggio che vuoi trasmettere...

    CITAZIONE
    Una sveglia impietosa suona nel buio e un braccio spunta pesante da sotto le coperte. Colpisce alla cieca. A vuoto per un paio di volte prima di zittire l'apparecchio infernale.

    La riscriverei così:
    Una sveglia impietosa suona nel buio e un braccio spunta pesante da sotto le coperte. Colpisce alla cieca e va a vuoto per un paio di volte prima di zittire l'apparecchio infernale.

    CITAZIONE
    Si alza dal letto lasciando sulle lenzuola lembi di pelle morta.

    Chi si alza? Messa così, sembra che il braccio si alzi dal letto.
    Potresti cambiarla con:
    Una figura si alza dal letto, lasciando sulle lenzuola lembi di pelle morta.

    CITAZIONE
    Come immaginava, non esce niente.

    CITAZIONE
    Un gesto quotidiano a cui nessuno peso.

    CITAZIONE
    Osserva il suo riflesso nel piccolo specchio sopra il lavandino, dove il calcare regna sovrano.

    CITAZIONE
    Si sciacqua accuratamente, strofinandosi per bene con il guanto di crine

    CITAZIONE
    con movimenti sicuri, quasi automatici.

    CITAZIONE
    Esce di casa con passo lento e cadenzato. Fuori L'aria fredda di novembre gli ricorda che una volta sarebbe rabbrividito.

    Il "fuori" è un refuso, hai già detto che è uscito di casa.

    Passando al contenuto: seppur breve, la narrazione ha abbastanza ritmo.
    Per curiosità, è a sé stante oppure fa parte di qualcosa di più ampio?
42 replies since 17/1/2012
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