Scrittori della Notte: liberi di scrivere

Posts written by Paiton

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    Ha Ha! Utilizzo ancora il Verbatim! Le brutte abitudini non se ne vanno mai!
    Guarda... credo che in questo periodo ci siano più isolati che altro, mi dispiace aver perso quattro giorni in montagna già pagati ma, anche io sfrutterò il tempo per scrivere!
    Non so Milly, questa è un pochino più di una presentazione. Magari potrebbe presentarsi nella sezione giusta e lasciare questa produzione qui
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    Ottimo testo!
    Solo una precisazione: "passammo la notte dormendo abbracciati" forse sta meglio, vedi tu :flex:
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    GIORNO UNDICI

    Scroscia una bella pioggia mattutina
    l’acqua scende calda e limpida dal cielo
    e si raccoglie nelle conchette delle palme
    dove la guaina si attacca al tronco.
    Grosse gocce si raccolgono
    sulla punta delle foglie
    e volano in picchiata fino al suolo.
    Una raganella dagli occhi rossi
    scappa balzando lontano.

    Mentre cammino nel podere rischio di spiaccicare una rana che, per fortuna, salta via. Appena il cielo ha smesso di piangere è salita un’afa terribile; ho lavorato tutta la giornata raccogliendo avocado su alberi molto alti, arrampicandomi con in mano una lunga forbice da potatura. Li tagliavo e cadevano giù, a livello del terreno, dove Delroy lì prendeva al volo… beh, in realtà non li agguantava quasi mai… lui sosteneva che “rotti maturano prima”. Abbiamo riempito varie casse in questo modo, abbiamo caricato il fuoristrada e finalmente, verso le tre del pomeriggio, ho raggiunto la mia solita spiaggetta attraversando con la bici la foresta costiera. Lungo il sentiero ho raccolto tre o quattro noci di cocco dal terreno. Con l’esperienza ho imparato a scegliere quelle giuste evitando i parassiti microscopici che ti pizzicano peggio delle pulci. Bisogna raccogliere solo quelle intere che hanno acqua all’interno, si ascolta scuotendole a fianco dell’orecchio.
    Spesso turisti di passaggio utilizzavano la mia capanna… ovviamente lasciavo far loro quello che volevano. Tutti avevano sempre rispettato le mie fatiche, mai nessuno ha vandalizzato la creazione a cui tanto tenevo: la utilizzavano per ripararsi dal sole cocente del pomeriggio.
    Sono arrivato sulla spiaggia e due ragazzi stavano seduti sotto la costruzione. Senza dire nulla ho lasciato lo zaino molto vicino a loro, mi sono seduto su di un grosso tronco e ho iniziato con il machete a tagliare il rivestimento esterno di una noce di cocco.
    I due ragazzi non mi avevano sentito arrivare e si sono girati di scatto, il maschio è alzato in piedi, un bonaccione che indossa una maglietta fluorescente con cerchi coloratissimi.
    “Oh accidenti! Non sapevamo fosse la tua casa!” Si scusa un po’ impaurito, occhi attenti, parlando in inglese e cercando di capire se conosco la sua lingua.
    “Non preoccuparti, l’ho costruita ma non è mia, è della spiaggia. Potete restare dove siete, adesso apro questo cocco se ne volete” gli rispondo con tranquillità. Forse si erano spaventati ma sinceramente non era mia intenzione... semplicemente non volevo disturbarli e sapevo bene che impiego molto tempo per aprire il frutto, nonostante abbia appreso la tecnica servono mesi di perfezionamento.
    Quando ho visto che stavano cercando di scappare il più in fretta possibile ho piantato il machete nel tronco e mi sono avvicinato a loro lentamente e in maniera più inoffensiva possibile. Mi sono presentato, gli ho spiegato che non vivo lì dentro anche se mi piacerebbe molto ma ho un monolocale a duecento metri, dentro alla foresta, sono in affitto da Francis, quello che cucina ottimi gamberetti nel suo semplice ristorante; ho spiegato loro che provengo dal nord Italia ma durante il giorno imparo a coltivare frutta tropicale supervisionato da abitanti locali.
    La ragazza è molto timida ma capisce che non sono un pericolo. Entrambi conoscono Ferrara perché vengono dall’Austria! Sono molto giovani, hanno appena ventuno anni sulle spalle e ovviamente sono due studenti fidanzatini in vacanza nel tropico!
    Gli do qualche dritta su quali parti della nazione visitare perché decidono di giorno in giorno dove muoversi: Tortuguero, difficile da raggiungere ma bellissimo, Bahai Ballena molto interessante per il parco nazionale, Tamarindo, anche detto Tamagringo, è assolutamente da evitare perché troppo americanizzato anche se ottimo per il surf. Loro mi ascoltano incuriositi ma alla fine non rimangono a mangiare il cocco di spiaggia., ringraziano e scappano.
    Forse per loro è stato troppo impattante visivamente vedere la lama da sessanta centimetri del mio coltellino portatile in una spiaggia praticamente deserta. Effettivamente per un europeo fa paura ma qui tutti i lavoratori hanno il coltello affilato, serve per muoversi nel proprio campo coltivato. La natura è forte e dopo una settimana le foglie sono triplicate di volume, le liane hanno coperto i sentieri e sono addirittura nati nuovi alberi che crescono ad una velocità incredibile! È necessario farsi spazio tra le fronde per evitare che qualche ragno o serpente ti cammini in testa. Anche sugli autobus si possono portare le lame se vengono chiuse bene dentro alla fondina di cuoio.
    I due ragazzi pensavano che vivessi in pianta stabile su quella spiaggia, bella come idea, magari un giorno ci proverò! Di certo la prova mi incuriosisce.


    GIORNO TREDICI

    Nel tempo libero dei giorni che non ho documentato (prima di adesso) mi sono comportato come gli altri turisti della zona. A volte mi piaceva andare sulla spiaggia di Cocles fino all’arrivo della notte, a cinque chilometri di distanza dalla mia camera da letto, per giocare a pallavolo con i volontari del centro di recupero animali selvatici, il Jaguar Rescue Center. Erano sempre una cinquantina al giorno gli aiutanti del centro, per lo più giovani americani ed europei; ho incontrato anche il signor Peterson che aveva regalato la vacanza-volontariato alla figlia.
    Non volevo utilizzare veicoli a motore e per le “lunghe” distanze viaggiavo in bicicletta. Aiutavo uno dei veterinari più esperti del Centro a montare la sua rete da pallavolo portatile. Giocavamo fino al tramonto e chi voleva fare pausa e tuffarsi nell’oceano a prendere grandi onde spumose veniva subito sostituito da altri volenterosi agonisti.
    Una sera siamo persino andati a ballare.
    Trovo davvero assurdo che ci sia la discoteca in una spiaggia tropicale: questo da veramente la cognizione di quanto il turista medio sia spiritualmente lontano dall’ambiente che lo circonda; per loro trovarsi a Puerto Vieho oppure in piazza Roma è la stessa cosa… le attività da svolgere sono le medesime.

    Per me, che ho uno stile di vita da italiano, è usuale entrare in discoteca… così era per gli altri europei, per gli americani, per i canadesi… quella sera era presente anche il figlio maggiore di Delroy, un surfista autentico: il mese scorso vidi due esperte di comunicazioni televisive fargli un’intervista da inserire in un documentario.
    Lui non ballava, se ne stava fermo ad osservare la situazione, con un paio di amici. Comprendevo benissimo la sua profonda perplessità tuttavia quei giovani festaioli che bevano liquidi colorati in bicchieri di plastica, ridendo e scherzando con leggerezza cercavano di staccarsi momentaneamente dalle loro abitudinaria vita in stile occidentale, un pochino alla volta, oppure erano capitati in quella zona per caso o per moda. Esiste una differenza fondamentale tra coloro che hanno assaporato il profumo sincero della vita e coloro che hanno sempre vissuto protetti sotto ad una campana di vetro, rimbalzando su morbidi, bianchi e confortevoli materassi. La nostra civiltà che viene definita “evoluta” (Levi Strauss la definirebbe "calda") ha per lo più lo scopo di proteggere la nostra esistenza dagli eventi naturali pericolosi, quali un temporale, un’inondazione, l’attacco di una bestia feroce… o per lo meno questo era il lato positivo agli albori della vita in società. A mio avviso la traiettoria iniziale è stata molto deviata e i più hanno totalmente perso il significato dell’esistenza. Tu vai in viaggio per vedere un mondo diverso da quello in cui vivi tutti i giorni e l’immagine, la rappresentazione ideale di quello che vedi, finisce per modificarti.
    Non posso più fare il turista.
    Da adesso in poi devo per forza vivere come gli abitanti del luogo, e se possibile, imparare direttamente dai nativi che mantengono tutt’oggi la connessione con la grande madre che ci sostiene e che permette alla vita stessa di autoregolarsi in una varietà incredibile di forme emotive e cognitive. L’esistenza della vita è fondata sulla vita stessa.

    Ovviamente quella sera ho ballato con loro bevendo superalcolici ma questo non mi dava più la libertà che avevo imparato a guadagnarmi giorno per giorno. L’industria dell’alcol, come l’industria della carne, dei cellulari e via dicendo... vive per vendere e per creare dipendenza: si sono create illusioni persistenti nel tempo che hanno intrappolato un grande numero di persone e queste coercizioni si autoalimentano. L’individuo ha bisogno di una grande volontà per sconfiggere queste illusioni e liberarsi da catene millenarie. Per questo continuo a sostenere che la società occidentale corrompe e chi ci vive dentro viene via via corrotto col passare del tempo.
    Qui a Puerto Vieho davvero si può vivere mangiando solo i frutti degli alberi: Delroy e Veronica sono vegani da oltre dieci anni.
    Quando a colazione mangiavo uova con loro e chiedevo: “ma come fate a non mangiarle?” la risposta di Delroy era sempre la stessa “Non ne sento il bisogno, adesso sto molto meglio a non ingerirle e mi sento anche più forte di prima.” Il giamaicano sessantenne ha fatto il pescatore per tanti anni ma spesso accusava mal di stomaco. Poi diceva che il mare non è più facile da leggere. Addentrarsi troppo nell’oceano è pericoloso ed è difficile prevedere l’arrivo dei temporali.

    Veronica mi ha spiegato che anche il cibo che mangi corrompe il pensiero.
    Proprio mentre sto pensando, seduto dentro alla capanna, vedo tre persone sulla riva che comunicano urlando, agitati, corrono a destra e a sinistra. Sembra che uno di loro abbia un filo invisibile in mano; Costui inizia a tirare, altri lo aiutano e alla fine riescono a sradicare dal mare un piccolo squaletto di mezzo metro.
    Questo è ciò che continuo a chiamare corruzione: L’allontanamento dello spirito umano dall’equilibrio naturale, dall'emotività. Ognuno di noi ha una responsabilità: mantenere la vita sul Pianeta in salute. Questo allontanamento ideale genera poi conseguenze sulle altre specie viventi. Visto che in Costa Rica la natura è florida credono di poter continuare a uccidere e distruggere gli animali che vivono in queste zone da sempre, pensano che queste specie esisteranno per sempre, nonostante il loro sfruttamento perpetuato nel tempo.
    Per fortuna in questa parte del mondo si stanno concentrando molte persone coscienziose e questo mi da fiducia.
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    "Non è la fede che ha cambiato la mia vita ma l'inchiostro
    Che guida le mie dita, la mia mano, il polso
    Ancora mi scrivo addosso amore corrisposto
    Scoppiato di colpo come quando corri Boston
    Non è la droga a darmi la pelle d'oca ma
    Pensare a Mozart in mano la penna d'oca là
    Sullo scrittoio a disegnare quella nota FA la storia
    Senza disco, né video, né social
    Valium e Prozac non mi calmano
    Datemi un calamo
    O qualche penna su cui stampano
    Il nome di un farmaco
    Solo l'inchiostro cavalca il mio stato d'animo
    Chiamalo ipotalamo
    Lo immagino magico, tipo Dynamo
    Altro che Freud
    Ho un foglio bianco
    Per volare alto lo macchio
    Come l'ala di un Albatro
    Per la città della China
    Mi metto in viaggio (da bravo)
    Pellegrinaggio
    Ma non a Santiago
    Vado a China Town
    Vago dagli Appennini alle Ande
    Nello zaino i miei pennini e le carte
    Dormo nella tenda come uno scout
    Scrivo appunti in un diario senza web layout
    (China Town)
    Il luogo non è molto distante
    L'inchiostro scorre al posto del sangue
    Basta una penna e rido come fa un clown
    A volte la felicità costa meno di un pound
    E' China Town
    Il mio Gange, la mia terra santa, la mia Mecca
    Il prodigio che da voce a chi non parla
    A chi balbetta
    Una landa lontana
    Come un'amico di penna
    Dove torniamo bambini
    Come in un libro di Pennac
    Lì si coltiva la pazienza degli amanuensi
    L'inchiostro sa quante frasi nascondono i silenzi
    D'un tratto esplode come un crepitio di mortaretti
    Come i martelletti
    Dell'Olivetti
    Di Montanelli
    Le canne a punta cariche di nero fumo
    Il vizio
    Di chi stende il papiro
    Come uno scriba egizio
    Questo pezzo lo scrivo ma parla chiaro
    Nell'inchiostro mi confondo
    Tipo caccia al calamaro
    Sono Colombo
    In pena
    Che se la rema
    Nell'attesa
    Di un attracco
    Nell'arena
    Salto la cena
    Scende la sera
    Penna a sfera
    Sulla pergamena
    Ma non vado per l'America
    Sono diretto a China Town
    Vago dagli Appennini alle Ande
    Nello zaino i miei pennini e le carte
    Dormo nella tenda come uno scout
    Scrivo appunti in un diario senza web layout
    Il luogo non è molto distante
    L'inchiostro scorre al posto del sangue
    Basta una penna e rido come fa un clown
    A volte la felicità costa meno di un pound
    È con l'inchiostro
    Che ho composto
    Ogni mio testo
    Ho dato un nuovo volto
    A questi capelli da Billy Preston
    Il prossimo concerto
    Spero che arrivi presto
    Entro sudato nel furgone
    Osservo il palco spento
    Lo lascio lì dov'è
    Dal finestrino il film è surreale
    Da Luis Buñuel
    Arrivo in hotel
    La stanza si accende
    E' quasi mattino
    C'è sempre una penna sul comodino
    China Town
    Il luogo non è molto distante
    L'inchiostro scorre al posto del sangue
    Basta una penna e rido come fa un clown
    A volte la felicità costa meno di un pound"
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    Hai ragione, ci sono diversi modi per chiamare. Pensa che non riesco a chiamare al telefono, mi sembra un mezzo troppo distante, mi sembra che ci sia troppo distacco. E' vero che le persone sono unite dai pensieri e dalle emozioni ma al telefono faccio proprio fatica a parlare di cose importanti, riesco a utilizzarlo solamente se non ho altro modo per chiamare o per accordarmi su un luogo reale d'incontro. Molto belle le ultime strofe
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    GIORNO TRE

    Passeggiando sulla spiaggia
    odore di purezza,
    i primi raggi iniziano a schiarire la brezza del crepuscolo.

    La sensazione di freschezza si può respirare solamente in questo singolare momento della giornata. Non si vedono i corrotti mestieri delle persone, i loro passatempi noiosi, dettati più dal loro adeguamento allo stile di vita del cittadino medio che ad una vera voglia di vivere, di sperimentare;
    Adesso tutto sprizza di curiosità, di Allegria! Le prime onde del mattino si risvegliano piano piano ed iniziano ad accarezzare il bagnasciuga, i piccoli mammiferi si rincorrono sugli alberi in cerca dell’uva e delle mandorle, vedo anche il mio animale preferito mentre sta aprendo una noce di cocco con le zampe superiori: il coati, che gli abitanti della zona chiamano Pizote, un animaletto carino con un lungo naso, molto intelligente e con una forza spaventosa; neppure i cani randagi della zona lo avvicinano.
    Mentre avanzo lentamente tolgo le ciabatte infradito per aumentare il contatto con l’ambiente che mi circonda e per entrare in sintonia con esso.
    Passo davanti ad una ragazza, che a quanto pare si è svegliata prima di me, ha gli occhi chiusi ed è sistemata in una posizione rilassata e diretta verso l’oceano, suppongo che stia facendo Yoga. L’espressione del suo viso è chiara, è felice.
    Vedo i ruderi di una capanna costruita con bastoni di bambù legati assieme da pezzetti di corda, pare abbandonata da tempo e mezza distrutta dall’ultima mareggiata. È proprio quello che cercavo! Prendo tutto ciò che può essermi utile: trovo tre bastoni resistenti, ben diritti e foglie di palma appartenenti al banano selvatico e ad un'altra pianta locale di cui non so il nome; controllo bene che non ci siano parassiti e metto le stecche di bambù sotto il braccio sinistro mentre col destro trascino il restante materiale recuperato. Transito di nuovo davanti alla ragazza cercando di fare meno rumore possibile ma lei apre gli occhi. Mi fermo e ci fissiamo nelle pupille, entrambe le nostre iridi sono azzurre.
    Dopo due secondi mi sorride e io faccio lo stesso riprendendo il passo.
    Per fortuna non era la sua capanna che stavo razziando.
    Arrivato davanti alla mia “abitazione” con vista mare, situata a circa un chilometro di distanza, deposito il bottino.
    Ho impiegato molto tempo per trovare nuovi sostegni alla mia dimora e i primi turisti del mattino stanno iniziando a sistemarsi sulla sabbia; cerco di nascondere tutto quello che posso sotto alle palme e disegno il simbolo di un teschio sulla sabbia per disincentivare i bambini a distruggere la mia costruzione come per fargli capire che aleggia una maledizione, poi pianto due bastoni in maniera che si incrocino a formare una X.


    GIORNO CINQUE

    Il buio sta per coprire l’azzurro del cielo, nuvole rosse stanno ferme sopra di me, sembrano pecorelle che scappano dal tramonto saltellando. Mi rimane solo mezz’ora di visibilità così inizio a cercare ansiosamente fra le palme i due bastoni di bambù per raddrizzare il tetto della capanna. Non so per quale motivo ho iniziato a costruirla, mi si era accesa la lampadina e senza pensarci due volte ho iniziato a costruirla, come se quel giorno avessi deciso, per la prima volta in vita mia: “Voglio vivere qui. Finalmente ho trovato un luogo che mi piace, in cui mi sento realizzato. Un luogo in cui non devo pagare le tasse, in cui non ho un vicino insolente, in cui non ho agi e mi va bene così”. Un muratore, un elettricista un idraulico… tutte persone di cui non ho bisogno davvero. È il nostro modo di vivere, la storia e la tradizione della nostra nazione che ci spingono ad avere bisogno di queste persone.
    Oggi tutti rincarano i prezzi. Il denaro è la nostra merce di scambio e chi dice che il loro lavoro è migliore del lavoro che faccio io?! Forse l’idraulico merita trenta euro all’ora? Più di me che sono insegnante e ho studiato anni? Più una mente è semplice più soldi ti chiederà, non di certo per onestà.
    Questo è ciò che ho imparato fino ad oggi. E' difficile discernere tra una persona onesta ed un ladro, solo col passare del tempo riusciamo a schiarire la fumosa realtà. Molti tentano di fregarti su ciò che non puoi conoscere. Perché gli esseri umani non possono essere onesti a prescindere?
    E’ così semplice essere onesti… e porta anche buoni frutti! I disonesti non ti fanno solo arrabbiare ma mettono in cattiva luce loro stessi… non solo dal punto di vista economico, anche nelle relazioni sociali.
    Fatto sta che dopo aver smontato e rimontato la casa gratuita con vista mare sono molto soddisfatto, rallegrato da una sensazione profonda di ottimismo e consapevolezza: basta la vera volontà per avere successo. Seduto su di un tronco pesante, che avevo trasportato qualche giorno prima, sto sotto ad un tetto di palme a guardare un semicerchio rosso infuocato che entra nel mare.


    GIORNO NOVE

    Ho appena piantato quaranta file di Ananas per Delroy. Lavoro per questo giamaicano gratuitamente, in cambio lui mi da una stanza per dormire oppure tre pasti al giorno.
    Questo è ciò che succede dal punto di vista materiale, devi ficcarti nella testa che la vita non è materiale… la realtà è che io sto imparando a coltivare le piante della zona, per questo il gioco vale la candela e ho accettato lo scambio.
    Ad oggi ho imparato a trapiantare i banani: ogni albero di banane dopo un anno (oppure due se arriva un clima poco arido nella stagione secca) produce un casco. Dopodiché l’albero non produrrà più frutti, mai più! Però dalla base di questo albero adulto, che ha fruttificato, nasceranno tanti altri piccoli alberini di banane produttivi. Tuttavia l’albero progenitore impedisce il loro sviluppo così non si recide solo il casco di banane bensì tutto l’albero, con un colpo di machete forte e deciso, sferrato più in alto possibile nel tronco acquoso. Successivamente il più grande dei figli viene lasciato dov’è mentre tutti gli altri, a volte cinque a volte sette, vengono trasportati e trapiantati in altre zone. L’albero progenitore, pieno di liquidi e sostanze nutritive viene usato per concimare gli altri alberelli.
    Io non ho bisogno della stanza che mi offrono ma mangio volentieri tutto ciò che prepara sua moglie Veronica, una discendente delle popolazioni indigene locali, i Brì Brì. La mamma e la nonna di Veronica erano “farmaciste”: conoscevano le erbe medicinali e hanno tramandato la saggezza a lei.
    Sono tornato dal loro podere in bici, schivando i buchi veloce, giù per la strada ghiaiosa della collinetta! Oggi ho finito di lavorare all’una e mezza. Tengo un grosso ananas organico nello zaino e voglio mangiarlo al più presto, peserà almeno due chili e profuma di floreale in una maniera che non puoi immaginare!
    Dopo una mareggiata ho trovato due assi di legno piatti: li ho lasciati due giorni ad asciugare e successivamente ho costruito i piedi del tavolo. Ho appoggiato sopra le assi e ho sistemato il tutto finché non traballasse.
    Adesso sto tagliando a fette l’ananas e lo sto gustando sempre in riva alla mia amata spiaggia con le braccia appoggiate sul tavolo, riparato dal sole cocente. Il gusto dei pomodorini ciliegini che mi coltivavo in Italia era totalmente diverso dal sapore di quelli che compravo al supermercato, i miei erano decisamente mille volte meglio. La stessa cosa succede per tutti gli altri frutti ed ortaggi. L’agricoltura industriale ha abbandonato quasi del tutto la ricerca di un cibo buono e sano ed ha sacrificato la naturalezza per dar spazio a vizi di forma, quali la grandezza del frutto e la sua perfezione esterna. In questa maniera la maggior parte degli occidentali mangiano vegetali che sembrano buoni ma che in realtà non hanno né il loro gusto naturale, né il grado corretto di maturazione né le sostanze nutritive che ci servono.
    Questo succede perché piano piano, nel corso dei secoli, le persone hanno iniziato a pensare più al denaro che a tutto il resto, il senso civico oggi esiste? In quale misura esiste? Se non ci prendiamo cura nemmeno di quello che mangiamo, possiamo avere rispetto e riguardo delle persone a cui vendiamo i prodotti del nostro lavoro?
    Adesso conosco il vero sapere dell’ananas e non riuscirò più a mangiare quella schifezza piena di pesticidi che vendono ai supermercati.
    Anche un paio di vespe la pensavano esattamente come me, loro non sono entrate al supermercato di Puerto Vieho per assaggiare il succo di ananas, infatti, ma hanno deciso di annusare l’odore della mia merenda da chilometri di distanza; dopo averle scacciate un paio di volte ho dovuto filarmela coraggiosamente a gambe levate e mi sono catapultato come un razzo dentro le grosse onde spumose del bagnasciuga per mostrar loro la mia superiorità ma soprattutto per evitare le punture dolorosissime. Accetto di buon grado questo prezzo da pagare per mangiare frutta vera.
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    Personaggi alquanto buffi, con nomi più che singolari!
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    CITAZIONE (Bastiano_M @ 19/12/2021, 14:29) 
    Bel racconto. Va limato qua e là se si hanno ambizioni letterarie ma va bene come resoconto di viaggio.

    Nessuna ambizione letteraria tranquillo! Ho sempre scritto per passatempo :sorry:
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    Molto carina l'idea del racconto!
    Ti consiglio di riguardare la forma, ho notato molte "e" e qualche ripetizione

    Per esempio qui ho provato a sistemare velocemente una parte verso metà racconto: "Mentre lui si metteva in una posa angelica allargando le braccia, Ivana cominciò a dipingere, ed era una nuova sensazione per lei, le sembrava di essere aiutata da una mano invisibile che rappresentava ciò che aveva davanti, in fondo non è da tutti pitturare il tuo angelo!"
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    Si certo, prendevo libri dalla sua libreria
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    Il tempo permette di discernere le amicizie, i falsi hanno mille maschere
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    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 30/12/2020, 16:01) 
    Ho letto tutti e tre gli aggiornamenti e sto trovando questo racconto piuttosto coinvolgente.
    Potrei sbagliarmi, ma il protagonista mi sembra un po' troppo tranquillo in certi momenti, come se sapesse qualcosa in più dei lettori e anche della sua stessa compagna.
    Per la prossima vacanza, comunque, suggerirei qualcosa di più tranquillo. ;)

    Questa volta siamo sopravvissuti e va bene così, sarà saggezza acquisita per il prossimo viaggio... tutto quello che ho scritto è vero, non ho inventato nulla. Quando siamo ritornati a casa del nostro ospitante (Randine il giamaicano) e gli abbiamo spiegato la storia ci ha dato dei pazzi (e lui di sicuro non è uno che si fa tanti problemi a girare per la foresta di notte) e ci ha detto che davvero siamo stati fortunati. Bastava che arrivasse un temporale più potente oppure una mareggiata più forte e ci lasciavamo le penne; per fortuna abbiamo valutato bene i pericoli e abbiamo preso delle decisioni sensate
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    "Dove?" Sussurro, immobile come il mare.
    Voce esterna: "che diavolo di paragone è !? Il mare si muove!"
    Allora resto immobile come uno stoccafisso.
    Voce esterna: "Così va meglio."
    "Non vedo nulla" le confido con voce talmente bassa che faccio fatica a udirmi.
    - E’ di fianco a noi - afferma lei terrorizzata indicando uno scoglio alla nostra sinistra, verso l’oceano.
    “Guarda che ti stai sbagliando, per fortuna. La stanchezza ci sta facendo brutti scherzi” Oltre alla fatica fisica iniziava a farsi sentire anche la stanchezza mentale. Ad ogni metro dovevamo stare attenti a non danneggiarci ulteriormente l'apparato locomotore. Avanzare con un osso rotto era impossibile.
    Abbiamo tirato entrambi un sospiro di sollievo.

    Continuando a camminare verso la spiaggia ci siamo imbattuti in un cucciolo di pesce palla, che viveva in una piccola pozza sulla scogliera, o forse l’aveva lanciato lì dentro una grossa onda. In ogni caso l’abbiamo studiato a fondo, era rosa proprio come gli esemplari che vivono in questa zona. Magari le uova vengono depositate sulla scogliera, per evitare i predatori. Abbiamo deciso di lasciarlo dov’era in maniera unanime e inequivocabile. In questa zona del Pianeta, come in tutte le altre, è sempre meglio non interferire con il disegno di Madre Natura se non siamo profondamente coscienti delle conseguenze delle nostre azioni.

    Notiamo una porta oscura ritagliata fra le palme e i mandorli della foresta, potrebbe essere un buon sentiero ma resta il pericolo dei serpenti, delle tarantole e dell’altro ragno che chiamano l’Infermiera; sembra utilizzato spesso dalle persone, ha un ampio spazio di camminamento però siamo ancora lontani dalle abitazioni, decidiamo di continuare per la spiaggia perché finalmente abbiamo la sabbia sotto ai piedi. Che comodità senza paragoni, non avevo mai anelato così tanto sentire i granelli di sabbia fra le dita dei piedi. Le nuvole si erano via via spostate verso il continente a lasciavano un anfiteatro in cui recita la Luna: splende nel cielo così tanto che la nostra vista, oramai selvaggia, funziona benissimo anche senza aiuti tecnologici. Quel fievole irraggiamento si riflette anche sulla superficie del mare e gioca degli effetti di luce stupefacenti con gli spruzzi candidi delle onde e con le orme che ci lasciamo alle spalle.
    In lontananza vediamo una luce sulla spiaggia che punta nella nostra direzione e urla qualche parola, una voce femminile, si esprime in uno spagnolo veramente impreciso. La mattina del giorno prima avevamo scorto un umile villaggio di persone molto povere. Cosa ci facesse sveglia a quell’ora della notte proprio non lo so. In Costa Rica ho risvegliato un senso che mi permette di percepire gli esseri viventi attorno a me, come se avessi un radar animico con cui scorgere le loro anime, al di là delle foglie degli alberi, degli scogli, dei muri, degli strati d’acqua. Li percepisco e basta, non so come sia possibile ma sento un campanello muto che mi indica la loro precisa posizione. Forse anche i costaricani avevano quel sesto senso e la donna ci aveva scovati nonostante fossimo al buio in totale silenzio.
    Quando ci siamo avvicinati abbiamo notato le sue braccia magre e sbiascicava, come se si fosse drogata. A fatica abbiamo capito cosa diceva insistentemente: “Siete qui per il tour della pesca?”
    “No no, dobbiamo andare a dormire alla Parcela, abbiamo sbagliato strada e non siamo riusciti a raggiungere la nostra stanza dell’Hotel… sappiamo la via”
    Ha insistito nel volerci aiutare. Era molto sorpresa che noi fossimo riusciti a fare tutto il giro della scogliera di notte, gli e lo leggevo in faccia. Mi sembrava sincera così le ho confidato di avere un dolore ai piedi impressionante e le ho fatto vedere le spine piantate.
    “Ohi Ohi!” Ha esclamato lei. Poi mi ha fatto vedere la pianta del suo piede sinistro a aveva una macchia viola, grande come una prugna, che si espandeva sotto tutte le dita.
    “Manta Raya!” ha urlato guardandomi dritto negli occhi.
    Quando cammini nell’oceano e ci sono le Mante, bisogna trascinare i piedi sul fondale, altrimenti puoi calpestare qualche animale marino velenoso.
    Mi ha aggiustato la ciabatta con un laccio (che si è rotto nuovamente dopo pochi minuti).

    Ha preso in mano la mia torcia e ci ha scortati verso il nostro amato Hotel. Inizio a sentire un clima rilassato, siamo sopravvissuti ad una notte sulla scogliera con monsone, alta marea, coccodrilli, scogli da arrampicare, palme spinose, narcotrafficanti e granchi giganti. Wow!
    “Scriverò anche questa storia un giorno!” Dicevo alla Fabi “Ma non ci crederanno… penseranno che ci siamo inventati tutto… penseranno che in realtà abbiamo passato la serata in camera d’hotel a scrivere tutte queste fantasiose avventure”
    -Chi è già andato per boschi, montagne e scogliere forse ci crederà, perché è tutto autentico - mi rassicurò lei.
    “In ogni caso questa è l’avventura più forte che abbia mai vissuto, e mi rimarrà sempre nel cuore”
    Arrivata davanti all’hotel la tizia si mette ad urlare. Sono rimasto indietro, avanzo lentissimo ma arrivo assieme al receptionist dell’Hotel.
    Accorre il ragazzo che ci ha venduto la stanza per la notte, noi due siamo abbastanza imbarazzati dal comportamento della tossicodipendente.
    Gli spieghiamo che siamo i ragazzi di ieri mattina e abbiamo una stanza prenotata.
    “Buen seram, que pasa ?” Ci domanda “Noi siamo aperti solo fino alle sei di sera, non abbiamo più camere” afferma in spagnolo “Sono le quattro di notte!”
    Iniziamo a credere che abbia dato via la nostra stanza perché non siamo arrivati in tempo…
    Gli spieghiamo che abbiamo sbagliato strada, ci siamo fatti tutto il giro della scogliera e siamo arrivati qui adesso. Abbiamo dormito sotto al temporale.
    Lui ha sgranato gli occhi, ha capito la situazione, ci ha riconosciuti e ha confermato la reazione di stupore della tossica.
    “Madre de Dios! Tutta la scogliera, di notte! Voi avete già una stanza allora, siete i ragazzi di questa mattina!”
    “Si esatto era quello che ti abbiamo detto” Chissà in quale fluente spagnolo...

    Dono diecimila Colones alla donna che ci ha aiutato, sperando che li usi per i suoi figli e non per farsi una pera; Il ragazzo ci porta finalmente alla nostra bellissima, comodissima e asciuttissima abitazione. I nostri vestiti sono completamente fradici, scarpe e zaino compresi.
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    Si si ovviamente mi piace la fantascienza, infatti anche il nostro gioco-libro finirà nel futuro!
    Comunque la "Guida" è veramente un capolavoro oltre ogni limite, dentro ci sono delle idee che sembrano apparentemente strampalate ma hanno tutti dei motivi scientifici dietro incredibili: il mio prof. di termodinamica statistica dell'università diceva che il numero più importante era -1,602176634×10−19, la carica dell'elettrone al che il mio compagno di banco alza la mano e fa "ma non era 42?" e il Prof risponde - i classici sono Omero, Catullo, Dante Alighieri e ovviamente Douglas Adams- al che ero d'accordissimo con entrambi.
    Se hai letto tutti i libri sai anche chi è il vaso di petunie, ha un ruolo fondamentale ^U^

    Mio padre mi ha donato anche la passione per la fantascienza per fortuna, comunque attendo che ripubblichi l'incipit

    Sul Fantasy ancora ci si può giocare, sulla fantascienza invece si complica tutto troppo
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    La solitudine è indispensabile in alcune parti della vita
    e stare con gli amici è bello
313 replies since 22/7/2013
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