Sono un sognatore

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    [Visto che in passato ci sono stati fraintendimenti quando ho scritto racconti in prima persona, specifico che questo racconto non è autobiografico e che nessuno dei personaggi presenti è ispirato a me.]


    Ho scelto proprio lei per due ragioni: la prima che rientra a pieno nei miei standard in fatto di estetica, la seconda che l'ho vista sbadigliare e non ho potuto fare a meno di chiedermene il motivo. Sono arrivato a una conclusione facile: probabile che per lei non fosse un giorno di riposo, oggi, ma che abbia lavorato, magari fino a tardi. Mi sono detto "è perfetta per me", anch'io, come lei, non ho intenzione di fare le ore piccole, stasera.
    Quando mi sono avvicinato stava tenendo d'occhio l'orologio e si guardava intorno con aria impaziente. Ora che sto parlando con lei, ho già intuito il motivo, ma è meglio fingere di non avere fatto congetture.
    "Sei qui da sola?" le chiedo, ad alta voce, per farmi sentire.
    "No" risponde. "Sono con delle amiche."
    Fingo di non avere sentito.
    "Come hai detto?"
    Sorride.
    "Hai ragione, la musica è troppo alta." Scandisce meglio le parole, come se ce ne fosse bisogno. "Sono con delle amiche." Porta di nuovo lo sguardo verso il polso. "Non so dove siano andate a finire. Mi avevano detto che a quest'ora saremmo andate a casa."
    Più la fisso e più mi sembra la mia donna ideale, vorrei tanto chiederle se posso darle un passaggio, ma è ancora troppo presto.
    "Io sono solo" la informo, "E stavo per andare a casa, ma dato che devi aspettare le tue amiche, posso farti un po' di compagnia. Ti va di bere qualcosa?"
    Scuote la testa.
    "Sono astemia."
    "Se ti può consolare, non bevo mai alcolici quando devo guidare" la informo, con aria da secchione. Non che stia mentendo, non adesso, almeno: non sono l'uomo perfetto che mi dipingo, ma ci tengo abbastanza sia alla mia patente sia alla mia vita. "Possiamo prendere una bibita, oppure un caffè."
    Sorride di nuovo.
    "Vada per il caffè."
    Mi fanno impazzire le ragazze che sorridono e con lei passerei tutta la notte, se solo potessi.

    Andiamo verso il bar, ordiniamo i caffè e, nell'attesa, osservo: "Sono proprio un maleducato. Non mi sono ancora presentato."
    Rimediamo subito.
    Ci presentiamo.
    Si chiama Vanessa e ha trentasei anni, due in più di me.
    "Ti porti molto bene gli anni che hai."
    Mi strizza un occhio.
    "Vuoi dire che in realtà sono vecchia?"
    Rido di gusto.
    "No, figurati. Poi mi sento un po' vecchio anch'io. Non sarei mai dovuto venire in questo posto. Non sono un tipo da vita notturna. O meglio, in un'altra vita avrei anche potuto esserlo, ma la mattina inizio a lavorare presto e il weekend non è tanto diverso."
    Vanessa annuisce.
    "Ti capisco."
    Ci comprendiamo a pieno e mi bastano dieci minuti per valutare le sue intenzioni. Sono esattamente come le mie, quindi è arrivato il momento di passare oltre. Quello che succede dopo è un copione già scritto: Vanessa scrive un messaggio alle amiche, informandole di avere trovato un accompagnatore disposto a scarrozzarla fino a casa. Non le ho ancora chiesto dove abita... spero non troppo lontano, perché - me lo ripeto, perché a volte mentire a sé stessi illude che tutto sia reale - domani mattina devo alzarmi presto per andare a lavorare.
    Ne parleremo strada facendo, dopotutto bisogna essere disposti a prendersi qualche rischio, quando avviene per una giusta causa. Vanessa legge i messaggi di risposta delle amiche, che sembrano felici di potere prolungare la loro nottata.

    Meno di quindici minuti di strada, Vanessa abita in una bella palazzina di periferia. Accosto, aspettando che scenda dalla macchina.
    Non scende.
    Penso che il meglio debba ancora venire, ma una brutta notizia mi attende.
    "Ti farei salire in casa, per offrirti qualcosa da bere..."
    Sorrido.
    "Ma...?"
    "Ma non saremmo soli."
    Cerco di non sospirare troppo forte, per non apparire sgradevole.
    "Pazienza. Potremmo rimandare la 'bevuta' a un'altra volta"... un'altra volta che purtroppo non ci sarà.
    Mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto, perché Vanessa mi piace davvero, anche se non potrà esserci un futuro tra di noi. Inizia a piacermi ancora di più quando mi fa un'allettante proposta.
    "In casa mia c'è mia sorella che dorme, ma se hai sete ho qualcosa da offrirti in cantina."
    Sono certo che, se avessi uno specchio davanti, in questo momento potrei vedere i miei occhi brillare.
    Mi fanno impazzire le cantine. Non me lo faccio ripetere due volte: scendo dall'auto e le apro perfino la portiera.
    La seguo all'interno dello stabile, pronto a consumare la nostra 'bevuta' e penso che sono stato un uomo fortunato. Non capita tutti i giorni, o tutte le sere, di conoscere la donna giusta e sono sempre più sicuro che Vanessa lo sia. Consumiamo la nostra passione nella cantina, senza pensare al tempo che scorre, senza pensare che si stia facendo tardi, senza pensare a quello che verrà dopo.
    Poi, quando arriva il dopo, le lascio tra le mani un biglietto da visita. La faccio sorridere: si aspettava qualcosa di diverso, forse uno scambio di contatti sui social network.
    "Chiamami" le raccomando, prima di andarmene.
    "Certo" risponde Vanessa, "Ti chiamerò."
    La saluto con un sorriso.
    "È stata una bella serata. Peccato che mi tocchi scappare. Il lavoro mi aspetta, domani mattina."

    L'avventura notturna con Vanessa è un pensiero che mi accompagna mentre torno a casa, facendomi riflettere su quello che sono e su quello che avrei potuto essere. La vorrei davvero un'altra vita, un'esistenza libera da ogni costrizione, un'esistenza da passare accanto a una come Vanessa, oppure accanto a una Vanessa diversa ogni notte.
    Entro in cortile, lascio lì l'auto, è troppo tardi per perdere tempo a metterla nel garage: sono quasi le due di notte e ho ancora qualcosa di importante da fare.
    Prendo fuori il cellulare, fantasticando per un attimo di trovare un messaggio da parte di Vanessa, anche se so che non è possibile. Sul biglietto da visita che le ho lasciato c'era il falso nome con cui mi sono presentato accompagnato da un numero di telefono inesistente, quello che, nelle mie rare serata come questa, rifilo alle partner che mi intrigano al punto tale da sentirmi in colpa, se dovessi rivelare loro la verità. Non tutte potrebbero capire, quando nemmeno io riesco a comprendere me stesso.
    Cerco qualche articolo, ne leggo due o tre. Poi vado a cercare anche un video, la finale di Champions League in meno di cinque minuti. È stata una partita monotona, mi bastano gli highlight per sentirmi come se l'avessi vista davvero.
    È un pensiero che mi dà conforto mentre scendo finalmente dall'auto, pronto per entrare a casa. Apro la tasca della giacca, prendo fuori la fede e me la rimetto al dito, poi giro piano la chiave nella toppa, perché i bambini dormono. Spero che dorma anche mia moglie, perché so che mi crederebbe, se le riferissi che la ragione per cui sono rientrato così tardi è che ho perso la cognizione del tempo, quindi sono rimasto al bar fino a quest'ora con i miei amici nonostante la partita che abbiamo visto insieme fosse finita da un pezzo. Meglio che continui a dormire, del tutto ignara dell'ora del mio ritorno.
    Sono di nuovo fortunato, non mi sente nemmeno mentre mi infilo a letto accanto a lei, accennando ancora a lasciarmi andare alle fantasie su una vita nella quale non ho una famiglia, su una vita nella quale sono libero come vorrei. Domani mattina mi sveglierò, come le altre volte, senza sapere se sono un sognatore o se sono solo uno stronzo.
     
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    il Re dei ciarlatani

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    Ciao Milly. E' da un po' che manco, ma non per calo di passione verso la scrittura. Anch'io scrivo sempre in prima persona. Mi aiuta a calarmi meglio nella storia e nel personaggio. E poi, due dei i miei scrittori preferiti, scrivono in prima persona. Che dire del tuo racconto? Sei brava. Secondo me sei brava e in questo racconto si vede, da come porti la storia, quasi nella banalità, per poi spiazzare sul finale e dare un senso più alto a tutto l'insieme. Complimenti.
     
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    Sono contenta che tu abbia avuto un'impressione positiva nel leggere il mio racconto. Il mio obiettivo era proprio, nel finale, ribaltare un po' la situazione con un colpo di scena.
     
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    Sovrana di Bellezza

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    Vanessa è una ragazza facile, ma anche lui non scherza...
    Rappresentazione di un momento di lucida libertà dei sensi. Ciao!
     
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    La differenza sostanziale (per noi lettori, tra Vanessa e il protagonista) è che di lui sappiamo per certo che abbia famiglia, mentre di lei non sappiamo niente. Non sappiamo, effettivamente, quale sia la ragione per cui non l'abbia fatto salire in casa: può darsi abbia una doppia vita anche lei, in realtà. :D
     
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    Non mi sarei mai aspettato il colpo di scena finale! Immagino che tu non ti travesta da uomo sposato mentre vai in giro di notte a racattare ragazze :D
    Però sembra quasi che la storia sia successa ad una persona che conosci per quanto è verosimile, scommetterei che nelle grandi città qualcuno potrebbe architettare una cosa del genere... mettendomi nella tua ottica o comunque in un ottica femminile questo racconto impaurisce non poco... credi che esista anche il rovescio della medaglia, cioè con i generi scambiati ?
     
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    Piccola precisazione: il racconto non è ispirato né a una storia personale, né a un fatto accaduto a persone di mia conoscenza.
    L'unica ispirazione che ho tratto è stata da una conversazione avuta in passato con un conoscente, con il quale parlando delle conoscenze che si fanno (o per meglio dire, si facevano ai tempi di quella conversazione) a volte nei locali, osservai che con l'aumentare dell'età è più facile finire per incontrare qualcuno che ha già una relazione stabile.
    Penso che sia possibile una cosa del genere, specie appunto in grandi città dove magari nessuno ti conosce, e non volevo lasciare intendere che fosse limitato a uno specifico genere (di fatto non sappiamo se il personaggio femminile abbia qualcosa da nascondere a sua volta).
     
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    Non so, io mi aspetto un comportamento del genere da una figura maschile, ma magari sono ingenuo. Interessante l'idea che anche la ragazza può creare un doppio colpo di scena
     
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    Per come la vedo io, questa presunta differenza di comportamento tra generi (parlo a livello generale, non del mio racconto) potrebbe anche essere influenzata da ragioni culturali.
    Diciamo che una donna sposata con figli piccoli che esce da sola la sera lasciando i figli a casa con il marito sarebbe verosimilmente molto più malvista di un uomo sposato che fa la stessa cosa lasciando i figli a casa con la moglie.
     
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    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 5/2/2021, 01:14) 
    Per come la vedo io, questa presunta differenza di comportamento tra generi (parlo a livello generale, non del mio racconto) potrebbe anche essere influenzata da ragioni culturali.
    Diciamo che una donna sposata con figli piccoli che esce da sola la sera lasciando i figli a casa con il marito sarebbe verosimilmente molto più malvista di un uomo sposato che fa la stessa cosa lasciando i figli a casa con la moglie.

    I tempi cambiano... conosco sia padri che madri che principalmente nei mesi caldi si portano i figli appresso. È vero che per l'uomo farsi un'uscita per i fatti propri è decisamente più comune.
     
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    Assolutamente. In realtà in questo testo intendevo soffermarmi prevalentemente sull'aspetto della doppia vita, non sul fatto che necessariamente il protagonista di questo racconto sia un padre e un marito di m*rda. Su come sia come padre non lo sappiamo, mentre su come sia come marito... beh, di sicuro fedele non lo è. Per il resto, tuttavia, non ne sappiamo molto, solo che è diviso tra le due vite: da un lato c'è l'insoddisfazione, dall'altro c'è una sorta di "senso del dovere" da cui evadere.

    La questione dei ruoli di genere in parte credo che ci sia, in questo racconto, ma in modo velato. Diciamo che l'influenza è più di tipo culturale. Da un lato c'è la minore (o assente) stigmatizzazione sociale per un uomo con famiglia che fa vita notturna, dall'altro c'è la differente educazione sentimentale che riceviamo fin dalla giovane età. Il protagonista è implicitamente convinto che gli uomini cerchino sesso e le donne cerchino amore, come emerge dal fatto che per rimorchiare una donna (che si rivela verosimilmente altrettanto interessata a una semplice avventura di sesso) si finga single.

    Per ricollegarmi al discorso di prima, più ampio, sui tradimenti... secondo me ci sono sia uomini sposati con figli sia donne sposate con figli che tradiscono i/le rispettivi partner. Quando ho parlato di occasioni, mi riferivo al contesto che ho rappresentato (nello specifico, il personaggio finge di andare a vedere una partita al bar e invece va in un locale notturno - tipo di scusa che sarebbe abbastanza improbabile da parte di una donna) e al fatto che in un contesto come questo un uomo potrebbe avere più porte aperte. In altri contesti e in altre situazioni magari non è così.
     
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    Sì, vero.
     
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    Indubbiamente il racconto è costruito molto bene. Conosco una persona che avuto una doppia vita effettivamente
     
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12 replies since 30/12/2020, 16:09   121 views
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