Too Cool for School

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    Quello che state per leggere non è da considerarsi un mio ritorno alla scrittura, capitolo che considero ormai concluso, quanto piuttosto un'idea che mi è venuta just for fun avendo letto in tempi recenti un po' di young adult pieni di cliché.
    "TOO COOL FOR SCHOOL" vuole essere una parodia degli young adult scolastici, delle fan fiction di Wattpad ispirate agli young adult scolastici e delle protagoniste che si chiamano Hope per ridere un po' dei cliché da teen drama e degli young adult... o per meglio dire, visto quello che voglio propinarvi, dei not-so-young adult!

    ******

    Hopeless

    La sveglia iniziò a suonare: DRIIIIIN. Mi sentii sollevata: con la sveglia poteva iniziare la mia storia.
    Iniziò nel peggiore dei modi, mentre ero divisa tra due fuochi. Il primo fuoco era rappresentato dalla sveglia, che squillava per ricordarmi che a quell'ora dovevo mettere il collirio con il quale stavo curando la congiuntivite, mentre il secondo era rappresentato dal registratore di cassa, sul quale stavo facendo scorrere la spesa dell'ennesima cliente.
    Decisi di resistere alla tentazione del collirio e mi sbarazzai della signora che mi scrutava con attenzione.
    Pagò con il bancomat, il che mi fu d'aiuto, perché non fui costretta a contare le monete del resto, poi si allontanò.
    Infine si girò e, all'improvviso, tornò indietro.
    «Hope!» esclamò.
    Non avevo la più pallida idea di chi fosse, ma non mi lasciai intimidire.
    «Veramente al giorno d'oggi mi chiamano tutti Hopeless e credo che questo soprannome rispecchi molto di più l'essenza della mia stessa esistenza.»
    La signora annuì.
    «Hai proprio ragione, Hopeless. Eri senza speranza da ragazzina e lo sei tuttora. A proposito, ti ricordi di me?»
    «Mhm... no.»
    «Sono la madre di Valentin e, dato che prima o poi lo scoprirai, ti annuncio che mio figlio è tornato in città.»
    «Azz, la madre di Valentin?!» esclamai. «È invecchiata malissimo, signora, non l'avrei mai riconosciuta se non mi avesse detto che era proprio lei! Comunque mi fa piacere per Valentin.»
    «A lui, invece, non fa molto piacere. Ha perso il lavoro e, siccome non poteva più pagare l'affitto, ha deciso di trasferirsi a casa mia, nella sua vecchia stanza. In più, siccome si ritirò da scuola dopo la seconda superiore, ha deciso di prendere il diploma iscrivendosi alle scuole serali.»
    Spalancai gli occhi.
    «Vuole dire che io e Valentin saremo compagni di scuola, come ai vecchi tempi?»
    «Sì.»
    Non riuscivo a crederci: avevo trascorso tutta l'infanzia con il mio amico Valentin, giocando con lui alla Playstation ogni singolo giorno dela mia esistenza, almeno finché non eravamo passati a giochi più per adulti.
    La nostra amicizia era stata indelebile, almeno finché tra di noi qualcosa non si era irreparabilmente spezzato. Si trattava del preservativo che Valentin aveva indossato durante uno dei nostri giochi da adulti, quando avevamo sedici anni.
    A quel punto avevo abbandonato la scuola e non gli avevo più dato mie notizie. Valentin non aveva mai saputo che ero rimasta incinta e che, all'età di diciassette anni, avevo partorito una bambina alla quale avevo dato il nome di Destiny (volevo chiamarla Hope, ma già io stessa portavo quel nome, quindi ne avevo scelto uno che fosse in linea con le esigenze di trama).
    Poco dopo il parto avevo saputo che Valentin era scappato di casa, stanco della scuola, per arruolarsi nella legione straniera. C'era anche chi raccontava che invece avesse fatto il senzatetto per alcuni anni, prima di ravvedersi e di trovare un'occupazione, ma non credevo a tutte queste teorie.
    Io e la madre di Valentin ci salutammo e mi misi a fantasticare su quello che sarebbe stato il mio primo incontro con il mio amico d'infanzia, dopo così tanti anni...
    ...
    ...
    ...
    ...e così facendo dimenticai di mettere il collirio e me ne accorsi soltanto quando, mentre mi dirigevo verso la scuola serale con il mio fuoristrada scassato comprato da un mio prozio subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, gli occhi iniziarono a bruciarmi dietro alle lenti degli occhiali.
    Dato che non avevo ancora descritto il mio aspetto, nonostante fossi in ritardo rimasi per cinque minuti a contemplarmi nel retrovisore, non appena ebbi parcheggiato.
    Il giorno precedente avevo marinato la scuola serale per andare da una mia amica parrucchiera che mi aveva riempito di colpi di luce biondi i miei capelli castani tagliati a caschetto, portavo occhiali dalla sottile montatura nera e avevo gli occhi castani con qualche pagliuzza dorata.
    Avevo le labbra piene ma non troppo e un po' di lentiggini sulle guance. Alle orecchie portavo un paio di orecchini comprati in un negozio di bigiotteria, intonati con la collanina che portavo al collo.
    Non si vedeva nel retrovisore, ma quel giorno portavo una camicia bianca con un paio di jeans attillati e ai piedi indossavo un paio di decolleté nere. Anzi, no, indossavo ancora il camice del minimarket, quindi dovevo correre immediatamente in bagno a cambiarmi, prima dell'inizio dell'ora di economia aziendale.
    Più rapida di una velocista mi precipitai verso la scuola ed entrai in bagno, dove si stava svolgendo un comizio.
    Non avevo idea del perché le mie compagne della scuola serale dovessero tenere un comizio davanti allo specchio: alcune di loro erano delle racchie da paura, in più i loro discorsi non erano per niente interessanti, si limitavano a parlare delle loro giornate di lavoro e, dato che nessuna aveva un diploma, facevano tutte lavori abbastanza banali.
    In più il bagno era stato pulito soltanto alla mattina, ovvero molte ore prima, e c'era un tanfo insopportabile di piscio stantio, dato che in alcuni dei water non funzionava bene lo sciacquone, perché era una scuola da poveri.
    Mi cambiai lì dov'ero, davanti alle altre donne, alcune delle quali iniziarono a borbottare che ero bionda, magra e portavo i tacchi, quindi dovevo essere una stronza come tutte le cheerleader piene di soldi che frequentavano le scuole superiori...
    ...
    ...
    ...
    ...eh, mi sarebbe piaciuto tantissimo essere una di quelle cheerleader stronze e piene di soldi, ma purtroppo non avevo soldi e quei pochi che avevo li investivo tutti nell'educazione di mia figlia Destiny, inculcandole qualche sano concetto in testa, tipo quello di suggerire al suo eventuale fidanzato di non tenere i preservativi sul cruscotto della macchina quando c'erano quaranta gradi, se non voleva ritrovarsi come me incinta durante le scuole superiori a causa di un preservativo rotto.
    Avevamo litigato a quel proposito anche quella stessa mattina e Destiny mi aveva rinfacciato che ero acida e che non facevo altro che sbatterle in faccia che concepirla era stato il più grave errore della mia vita.
    Smisi di pensare a Destiny e uscii dal bagno, quasi scontrandomi con un mio compagno di classe che stava smanettando sullo smartphone nel corridoio in attesa dell'inizio della prima ora di lezione.
    Si chiamava Seraphin e come la metà dei miei compagni di scuola aveva un nome di m*rda, ma non importava, perché era un gran fustacchione biondo con gli occhi azzurri, non era né fidanzato né sposato e quella sera non si era allacciato i primi due bottoni della camicia, quindi mi sentivo già tutta bagnata.
    Purtroppo Seraphin non mi degnò di uno sguardo e allungò il cellulare al suo compagno di banco. Li sentii ridere per via di alcune meme che stavano guardando e mi sentii esclusa. Non che da parte mia avessi mai rivolto la parola a nessuno dei due, ma mi sentii indignata per non essere presa in considerazione.
    Indignata, mi diressi verso l'aula.
    I miei tacchi risuonavano nel corridoio facendo risvegliare anche i cadaveri: non avevo la camminata molto leggera.
    In aula Faith, la mia best friend forever, mi aspettava sfogliando una copia di "Cioè" risalente al 1998 che aveva trovato in soffitta.
    La mia best friend forever leggeva sempre quella copia di "Cioè" risalente alla sua infanzia fin da quando anche lei era rimasta incinta a sedici anni quando avevamo frequentato quella scuola per la prima volta.
    Suo figlio era diventato il best friend forever di Destiny e avevo sperato per anni che un giorno si potessero fidanzare, poi però ci aveva rivelato di essere gay e avevamo dovuto rinunciare a combinare un matrimonio tra i nostri eredi che, di conseguenza, erano ancora entrambi single.
    «Ho incontrato Seraphin» confidai a Faith.
    «OMG, davvero?!» esclamò Faith.
    «Sì, che cosa strana...»
    «Appunto. A parte il fatto che lo incontriamo ogni sera a scuola, non capisco come sia potuto succedere. Non...»
    Rimase senza parole: Seraphin era entrato in classe insieme al suo compagno di banco Konstantin, perché tutti dovevano avere nomi interminabili che terminavano in -IN a quanto pareva, e tutte li stavano fissando con la bava alla bocca, comprese le racchie dei pettegolezzi in bagno. Non si vergognavano? Alcune di loro avevano quarant'anni e ne dimostravano almeno cinquantacinque ed erano sposate con dei cinquantenni squattrinati che passavano le loro serate a ingozzarsi di birra al bar litigando per i risultati della Champions League.
    «Al mondo non c'è più religione» borbottai.
    «Invece sì» replicò Faith che, dopo essersi identificata come atea fin dalla nascita si era recentemente convertita al buddhismo.
    Poi entrò in classe la signora Prudence, la nostra professoressa di economia aziendale. Aveva ventotto anni, aveva appena preso l'abilitazione per insegnare ed era una strafi*a da paura, ragione per cui Seraphin nella sua materia era sempre stato il primo della classe.
    Non era chiaro se la signora Prudence ricambiava i suoi sentimenti, quello che era certo era che nella sua materia prendevamo tutte dei tre e dei quattro, quindi probabilmente era gelosa del fatto che, in qualità di studentesse, avessimo più possibilità con l'alunno più sexy della classe.
    "Oppure" realizzai, "siamo noi che non studiamo abbastanza".
    Questa era l'alternativa più probabile, dato che lavoravamo tutte otto ore al giorno e avevamo quasi tutte una famiglia di cui occuparci. In più, personalmente, durante le lezioni non prestavo la benché minima attenzione, quel giorno soprattutto, dato che attendevo con ansia l'arrivo di Valentin.
    Valentin non arrivò. Pensai che fosse una serata sprecata, ma la realtà dei fatti era che la mia vita era destinata a cambiare per sempre.
     
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    Credimi, è sorprendentemente la parodia più accurata che abbia mai visto :D ed ho la tua opinione sui cliché negli young adult, a volte taccio perché mi pentirei di quello che potrei scrivere.


    Piccola nota a margine: sono molto rammaricato per questo tuo distacco dalla scrittura
     
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    Credimi, è sorprendentemente la parodia più accurata che abbia mai visto :D ed ho la tua opinione sui cliché negli young adult, a volte taccio perché mi pentirei di quello che potrei scrivere.

    Ahahahah, grazie per l'apprezzamento. *-* Cercherò di continuare in tempi brevi.

    CITAZIONE
    Piccola nota a margine: sono molto rammaricato per questo tuo distacco dalla scrittura

    Sono felice così, credimi.
     
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    L'ora di economia aziendale finì. Fummo tutti felici, a parte Seraphin e il suo amico Kostantin, di vedere la signora Prudence che se ne andava.
    Mi chiesi se quei due fossero mai stati a letto con lei e se facessero addirittura dei threesome. Dal momento che ogni tanto anche Kostantin teneva un bottone della camicia slacciato, anch'io avrei fatto un threesome con loro.
    Alla seconda ora c'era la partita di baseball. Affrontai un nuovo comizio in bagno, indossai l'uniforme da giocatrice di baseball e mi recai in palestra.
    Seraphin era il capitano della squadra degli scapoli, Kostantin quello della squadra degli ammogliati. La bisbetica cinquantenne che dava il via ai comizi in bagno, invece, era capo cheerleader e, mentre scendevamo in campo, si mise ad agitare i pon-pon urlando cose senza senso.
    Si sollevò un coro di applausi, mentre io mi mettevo in posizione: in un angolo del campo, mi appartai a leggere sullo smartphone le anticipazioni di "Febbre d'amore". Poi un mio compagno di squadra fece una mossa vincente e tentò di vincere la partita lanciando la mazza in testa a Kostantin.
    Kostantin schivò la mazza, che venne verso di me. Mi infilai il cellulare in tasca e schivai a mia volta la mazza con un triplo salto mortale. La capo-cheerleader si inchinò ai miei piedi e mi cedette i suoi pon-pon. Non riuscivo a crederci, al secondo mese di scuola ero già diventata una cheerleader.
    Mi misi a ballare e urlare cose senza senso lì dov'ero, ma c'era ancora qualcosa che mancava nel mio cuore.
    Dov'era Valentin?
    Perché aveva marinato la scuola quella sera?
    Non lo vedevo da una vita, ma mi sentivo annaspare in un mare di disperazione popolato da tonni a pinne gialle destinati a finire in scatola.
    Quando finì la partita di baseball, in parità sullo 0 a 0 dato che nessuno di noi aveva la più pallida idea di come si giocasse a baseball, tornai in bagno a cambiarmi.
    La capo-cheerleader alla quale avevo rubato il posto si presentò come Lina, mentre le altre pettegole si chiamavano Gina, Pina e Rina. Queste ultime tre non erano per niente soddisfatte del mio ruolo.
    «Non capisco perché Lina ti abbia messa al suo posto» osservò Gina. «È sempre stata la migliore cheerleader della nostra scuola, mentre tu sei palesemente inadatta al tuo ruolo.»
    Pina e Rina si misero semplicemente ad applaudire.
    Feci per replicare, ma non mi ascoltarono, perché si erano già messe a spettegolare a proposito del fatto che il tale dal quale Gina lavorava come domestica avesse ricevuto quella mattina una cartella esattoriale da Equitalia.
    Dato che vivevamo in un piccolo paesino chiamato New York, quella lettera era arrivata per sbaglio dall'altra parte dell'oceano e Gina si chiedeva come avrebbero potuto spedirla all'effettivo mittente.
    A quel punto tornammo in classe per la terza ora, quella di disegno.
    Feci un ritratto a Seraphin, avendo cura di dosare bene le ombre nella zona inguinale per far sì che il pacco sembrasse più grande.
    Faith mi fece i complimenti e mi disse che disegnavo meglio di Picasso.
    «Chi?» le domandai, mentre uscivamo dall'aula per dirigersi in mensa.
    Quel giorno il menù consisteva in bistecca di tacchino alla piastra con contorno di lattuga. Tutti iniziarono a lamentarsi del fatto che il cibo fosse disgustoso.
    Dopo cena andammo tutti a casa: nella nostra scuola si facevano soltanto tre ore ogni sera, per assenza di professori disposti a insegnare nelle nostre classi.
    Mi preparai per andare a dormire, poi rinfacciai ancora una volta a Destiny che mi aveva rovinato la vita, spuntando dal nulla da un preservativo bucato.
    Mi addormentai pensando che il giorno dopo sarebbe stato un giorno migliore...
    ...
    ...
    ...
    ...ma non lo fu. Mi svegliai dopo avere sognato di fare sesso con Valentin, ma non vidi Valentin, così come il giorno seguente e quello dopo ancora.
    Ero tentata di denunciare sua madre per truffa, per avermi fatto credere che avrebbe frequentato la mia stessa scuola, ma la settimana seguente fui costretta a desistere da quell'intento.
    Era lunedì, ero in ritardo a scuola per l'ennesima volta e indossavo un abito da sera rosso perché ero stata promossa a cheerleader e volevo sentirmi più figa.
    La congiuntivite era ormai passata e presto avrei potuto ricominciare a portare le lenti a contatto, quindi potevo sognare ancora un futuro insieme a Kostantin.
    Entrai in classe in ritardo di venti minuti e notai che il mio banco era occupato. Accanto a Faith stava seduto un uomo trasandato, con la pancia tipica dei bevitori di birra, che portava un maglione a righe simile a quelli di mio nonno e un berretto di lana. Aveva la barba poco curata e mi accolse salutandomi con un rutto, incurante dell'occhiataccia che gli lanciò la signora Prudence.
    Lo riconobbi da una cicatrice su un sopracciglio, che gli avevo lasciato quando a dieci anni gli avevo tirato un pugno senza prima togliermi la collezione di anelli che portavo.
    Quello era il mio amico d'infanzia Valentin e rabbrividii al pensiero di avere sognato di scoparmelo.
    Rina, l'unica delle cheerleader ultraquarantenni non sposata, gli aveva già messo gli occhi addosso, ma lui non la considerava, in quanto troppo impegnato a sfogliare il "Cioè" del 1998 insieme a Faith.
    Mi guardai intorno, chiedendomi dove avrei potuto sedermi.
    Per fortuna venne in mio soccorso Kostantin. Mi pregò di mettermi in braccio a lui.
    Fu un'esperienza bellissima, soprattutto sentii qualcosa di duro sotto di me e capii che aveva avuto un'erezione.
    Sperai che fosse sufficiente per far ingelosire Seraphin e convincerlo a invitarmi a cena quella sera, offrendomi i buoni pasto con cui pagare la mensa. Seraphin, tuttavia, non si preoccupò affatto di quello che stava accadendo accanto a lui. Però, al cambio d'ora, fece vedere anche a me alcune meme a tematica "parrucchino di Donald Trump" che aveva trovato su Facebook e mi sbellicai dalle risate insieme a lui e a Kostantin.
    Non riuscivo a crederci, ero diventata amica dei fighi.
    Anzi, di più: non riuscivo a crederci, ero diventata amica dei fighi!!!11!!!1!!1!!
    Ero realizzata come non mai: per fortuna nella mia vita stavano succedendo anche tante cose belle.
    Purtroppo fui costretta a un duro ritorno alla realtà quando tornai a casa e aprii la buchetta della posta: mi erano arrivate in un colpo solo sia la bolletta del gas sia quella della luce. Non mi restava che sperare in qualche altro colpo di scena che mi facesse tornare il sorriso.
     
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    Non leggo le fanfiction su Wattpad, né ci tengo, visto il livello di scrittura e contenuti, ma in ogni caso l'ho trovato divertente. Forse non ho colto tutti i riferimenti, ma la maggior parte erano abbastanza intuibili.
    In ogni caso, nonostante il trash, che poi è voluto, l'ho trovato scritto bene, quindi buon lavoro ^_^
     
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    Qual è il sogno di una nave? Navigare o arrivare in porto?

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    Divertente, irriverente e con riferimenti più o meno espliciti a tutti i cliché dei vari young adult che hanno preso piede nel corso degli anni.
    Scritto benissimo. Lo trovo davvero fantastico.
     
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    CITAZIONE (Matthew 98 @ 6/9/2019, 03:37) 
    Non leggo le fanfiction su Wattpad, né ci tengo, visto il livello di scrittura e contenuti, ma in ogni caso l'ho trovato divertente. Forse non ho colto tutti i riferimenti, ma la maggior parte erano abbastanza intuibili.
    In ogni caso, nonostante il trash, che poi è voluto, l'ho trovato scritto bene, quindi buon lavoro ^_^

    Amo scrivere trash, ma le mie Hope e Destiny meritano di vedere narrare le proprie vicende in italiano corretto, nei limiti delle mie possibilità. :lol:

    CITAZIONE (Helyanwë. @ 8/9/2019, 10:43) 
    Divertente, irriverente e con riferimenti più o meno espliciti a tutti i cliché dei vari young adult che hanno preso piede nel corso degli anni.
    Scritto benissimo. Lo trovo davvero fantastico.

    Sono contenta che sia piaciuto e che vi siate divertiti leggendo, prima o poi andrò avanti. ;)
     
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    A volte ritornano e a distanza di due anni ho deciso di riprendere ad aggiornare questa storia parodia delle fan fiction adolescenziali. Eccoci di nuovo a seguire le vicissitudini di Hopeless, trentatré anni, di giorno cassiera in un supermercato, di sera studentessa alle scuole serali e cheerleader, alle prese con l'amico d'infanzia Valentin, la best friend forever Faith, nonché i figonihhhh Seraphin e Kostantin, uno single e l'altro sposato, ma ugualmente affascinanti ai suoi occhi.


    Unfaithful

    La mia vita continuò a proseguire nel più normale dei modi: grazie al mio stipendio del minimarket riuscii a pagare le bollette arretrate e comprai anche un salvadanaio per mettervi alcuni spiccioli con cui speravo un giorno di riuscire a comprare un abito per il Ballo di Autunno, attendendo freneticamente che Seraphin e il suo best friend forever Kostantin si sfidassero a duello per avermi come damigella. Non successe e Faith ne fu molto soddisfatta, perché puntava a fidanzarsi con quello che usciva perdente da questo scontro e non sarebbe stato possibile se fosse morto nel duello, ma eravamo destinate a rimanere single ancora a lungo, dato che quei due continuavano a smanettare sullo smartphone a ogni soffio di vento, o in alternativa a fare gli occhi dolci alla signora Prudence, mentre noi se avessimo voluto fare sesso, avremmo dovuto fare un threesome con Valentin.
    Il nostro amico bevitore di birra ce lo propose, ma rifiutammo gentilmente e, in segno della nostra amicizia (leggi: friendzone) decidemmo di arrivare con lui a un accordo. Se non ci avesse più fatto delle avance, gli avremmo offerto ogni sera una lattina di birra, facendo a turno.
    Fu in quel contesto che, una sera di fine settembre, io e Faith mettemmo fine alla nostra amicizia. Siccome io sono la protagonista e sono più figa di lei, fu ovviamente tutta colpa sua, perché era una str***a e pure una pu**ana schifosa e se non vi sta bene scrivetela voi la fyccinahhhh!!11!!11!!1!!1!!!
    A Faith non stava bene e chiaramente cercò di diventare lei l'autrice, spodestandomi dal mio ruolo.
    «Ieri ti ho prestato i soldi per comprare la birra a Valentin, perché ti eri dimenticata a casa il portafoglio» mi disse, a tradimento, mentre uscivamo dal bagno per poi andare in mensa. «Come pensi di fare, mi restituisci i soldi o gli paghi tu la birra per due giorni di fila?»
    Era tutto molto atroce. Le voltai le spalle e corsi immediatamente verso la mensa senza darle alcuna spiegazione. Non potevo sopportare quel terribile affronto, quindi mi avvicinai a Valentin. Siccome era un tipo trasandato e zozzone non si era lavato le mani dopo essere stato al cesso, quindi era già in mensa e si stava già abbuffando. Divorava un piatto di spaghetti al pomodoro, dimenticandosi la regola aurea degli studenti che consumano pasti nella mensa scolastica: non si stava lamentando del cibo e, anzi, stava osservando che quella pasta era perfino più buona di quella che mangiava alla mensa dei poveri durante la sua precedente carriera di senzatetto. In un altro momento mi sarei indignata per quel tradimento, ma il tradimento peggiore era quello di Faith e non potevo incavolarmi con due persone per volta, sarebbe stato troppo impegnativo.
    Strappai il piatto di spaghetti a Valentin, che si lamentò di non averli ancora finiti e che avrebbe anche voluto fare il bis e il tris mangiando i miei e quelli di Faith se non fossero stati di nostro gradimento, poi mi avvicinai alla mia ex amica che entrava nella mensa.
    Senza dire nulla le lanciai il piatto in faccia e una colata di sugo di pomodoro le inondò la camicetta bianca semitrasparente che si era messa per cercare di fare colpo su Seraphin e Kostantin. A quel punto accadde una cosa terribile: Valentin scattò verso di lei e si mise a ruggire come una belva. Poi le propose di avere un incontro erotico nel quale, durante l'intimità, avrebbe leccato le tracce di sugo sui suoi indumenti. Scossi la testa, pensando che Valentin avesse qualche rotella fuori posto.
    Quella tremenda str***a di Faith gli rispose, candidamente: «Non ricordi? Niente sesso, solo birra. Oggi tocca a Hope comprartela e ha anche detto che è disposta a farlo lei per un mese intero.»
    «Come osi?!» sbottai. «Pensavo che fossi la mia best friend forever invece sei tirchia, non sei disposta a spendere in nome della nostra amicizia e soprattutto hai la camicetta sporca di sugo di pomodoro e io che sono una cheerleader non posso stare in compagnia di una persona che non ha la benché minima cura della propria immagine.»
    Detto questo la afferrai per i capelli e la scaraventai sul tavolo al quale Seraphin e Kostantin, invece di cenare, si stavano passando un tablet per contemplare con gli occhi sgranati una pagina di meme su Facebook.
    L'intera classe decretò che ero uscita vincente dalla rissa con Faith, a parte Valentin che stava cercando di scroccare un piatto di spaghetti, e a parte i due miei futuri cavalieri, che continuavano a pensare alle loro cavolate.
    Andai a sedermi a un tavolo, acclamata da tutti, e rimasi lì per tutta la durata del pasto, che in realtà non consumai, dopo avere ceduto la mia porzione a Valentin. Non ero in vena di mangiare, non dopo la fine della mia amicizia con Faith. Ci tenevo a lei, quando eravamo ragazzine e non aveva i soldi della paghetta, mi capitava di condividere con lei i "Cioè" che non riusciva a comprarsi, non mi aspettavo che mi voltasse le spalle a quella maniera.
    Scoppiai a piangere, nella speranza di impietosire qualcuno che venisse a farmi compagnia, ma venne solo Valentin per dirmi che aveva sete e per chiedermi i soldi della birra. Esasperata, gli diedi tutti i contanti che avevo nel portafoglio, mi alzai di scatto e me ne andai.
    Corsi verso la macchina inciampando sui lacci delle Converse che facevano parte della mia divisa da cheerleader e che ero obbligata a indossare per questioni di immagine, al posto delle decolleté che indossavo un tempo, caddi a terra e attesi. Dov'era Seraphin che mi allungava una mano per permettermi di rialzarmi? E dov'era Kostantin che lo spingeva da parte per essere lui ad aiutarmi? Ma soprattutto, com'era possibile che fosse già settembre e nessuno mi avesse ancora invitata al ballo di autunno? Era una sensazione terribile, che svanì solo quando mi addormentai.
    "DRIIIIN" disse la sveglia del mio cellulare, che avevo puntato per sbaglio. Mi tirai su e mi accorsi che stavo dormendo nel parcheggio della scuola. Non c'erano più altre auto, quindi dovevano essersene già andati tutti a casa. Era quasi mezzanotte, quindi dovevo darmi una mossa. C'era il pericolo che Destiny andasse a letto senza prima avere finito i compiti o peggio ancora incontrando a mia insaputa qualche suo compagno di scuola che non conosceva il significato del termine "preservativo", rendendomi nonna. Era uno scenario agghiacciante: se fossi diventata nonna alla mia età, addio sogni di una love story con Seraphin o con Kostantin.
    Era uno scenario talmente devastante che invece di andare a casa, presa dalla disperazione, andai al pub a ubriacarmi. Speravo che arrivasse uno sconosciuto random e che tentasse di violentarmi davanti a tutti sul bancone del bar, così Seraphin sarebbe stato costretto a venire a salvarmi...
    ...
    ...
    ...
    ...e per una volta nella vita fui una donna molto fortunata. Arrivarono in quattro che, ululando come lupi in calore, si sbottonarono i pantaloni e mi vennero incontro brandendo i loro turgidi membri. Il barista, sconcertato da tutto quello che stava accadendo, prese fuori il cellulare e si mise a riprendere la scena, consapevole del fatto che, se l'avesse postata sui social, avrebbe avuto molti più like e condivisioni rispetto ai post con foto di cocktail che pubblicava sulla pagina del pub.
    Due dei loschi individui mi afferrarono per le braccia, uno mi sfilò l'uniforme da cheerleader e l'altro si distrasse un attimo grattandosi la testa sulla quale sfoggiava un piccolo codino unto.
    «Seraphin, dove ca**o sei?!» urlai. «Hai circa trenta secondi per venire a salvarmi picchiando questi tipi uno dopo l'altro.»
    Fui fortunata anche stavolta: arrivò una persona a salvarmi. In circa un minuto ridusse tutti i miei aggressori come colabrodi, poi mi fece un inchino e mi domandò: «Cosa ne pensa della mia performance, signorina Hopeless?»
    Rimasti spiazzata.
    «S-signora Prudence?!»
    «Già, sono io» rispose la professoressa di economia aziendale. «È delusa, signorina Hopeless?»
    «Un po' sì» ammisi. «Speravo fosse un uomo a salvarmi.»
    «E io speravo che lei fosse bisessuale, perché sento di avere una crush per lei, signorina Hopeless» mi confidò la signora Prudence. «Seraphin e Kostantin non contano niente per me, è un vero dispiacere che non le piacciano le donne.»
    Pensai di approfittare della sua attrazione nei miei confronti per offrirle sesso in cambio di voti alti, ma non ero il tipo di persona che fa queste cose. Piuttosto avrei approfittato della sua attrazione per me per spingerla a organizzare un foursome con Seraphin e Kostantin.
    La signora Prudence, però, mi disse che doveva tornare a casa per andare a badare a sua nonna e mi salutò dandomi un bacio su una guancia. Quando mi guardai allo specchio scoprii che portava rossetto scadente che sbavava. Però mi aveva lasciato sulla guancia l'impronta di un numero sei, quindi lo presi come un segnale di buon auspicio, convinta di essermi conquistata finalmente la sufficienza in economia aziendale.
    Ne approfittai per vantarmene con Destiny, quando arrivai finalmente a casa.
    «Non sono certo una capra ignorante come te» le dissi. «L'hai mai preso tu un sei in economia aziendale?»
    «Certo che no» ribatté Destiny. «È la mia materia preferita, prendo tutti otto e nove in economia aziendale, e senza neanche che la professoressa si sia innamorata di me. Chi è la capra ignorante?»
    Spalancai gli occhi.
    «Come fai a sapere che la signora Prudence è innamorata di me? Per caso mi stai spiando?»
    «No, è la dura legge delle fyccine» ribatté Destiny. «A volte, per questioni sceniche, i personaggi devono sapere cose di cui non hanno avuto modo di essere informati. Possibile che non lo sappia tu che sei la protagonista? A proposito, quello che hai fatto a Faith è davvero sgradevole, ti hanno mai detto che non si lanciano piatti di pasta addosso alle persone? Solo i bulli e le cheerleader possono farlo.»
    «Ma io adesso sono una cheerleader» replicai. «Posso fare quello che mi pare.»
    «Stai attenta, allora» replicò Destiny. «Hai pensato che potresti cadere in disgrazia, che Faith potrebbe diventare capo cheerleader a sua volta e romperti gli occhiali per vendetta?»
    Mi sentii triggerata quasi come quando mi arrivava la bolletta della luce, quindi decisi che era ora di mettere fine a quella traumatica serata. Mi preparai per andare a letto e mi addormentai pensando a quanto sarebbe stato bello ricevere un invito al Ballo di Autunno, al quale ormai mancavano appena due settimane. Avere un cavaliere per il ballo significava mettersi in mostra e poi andare a fare sesso in una meravigliosa stanza di hotel a cinque stelle a spese del cavaliere stesso, non avere un cavaliere invece significava restare a casa a guardare "C'è posta per te", non c'era dubbio su quale fosse l'alternativa migliore.
    La mattina seguente mi svegliai di soprassalto sentendo la voce di Maria De Filippi che mi chiedeva se volessi aprire la busta, ma realizzai che era stato solo un sogno. Nessuno aveva deciso di utilizzare quel mezzo per invitarmi al ballo, ero ancora forever alone e non avevo più l'affetto della mia best friend forever divenuta la mia nemica giurata. Il mondo faceva schifo e c'era da scommetterci che sarebbe stata un'altra giornata terribile, insomma, una di quelle in cui venivano a fare la spesa al minimarket solo uomini e donne di mezza età, invece che gente tipo Justin Bieber, Selena Gomez, gli One Direction e Miley Cyrus. Non restava altro da fare che attendere con ansia che arrivasse un'altra meravigliosa serata a scuola.
     
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    Il Ballo d'Autunno si avvicinava e, siccome la vita di Hopeless al momento non era abbastanza interessante da giustificare l'avere la sua voce narrante in un altro capitolo, le rubai la scena perché dopotutto le fyccine con POV alternati sono più stylish, dato che le lettrici hanno come obiettivo scoprire cosa passi per la testa del figonehhhh bellissimohhhh di turno. Mi controllai quindi la camicia e decisi di aprire un ulteriore bottone per incrementare il mio fascino, poi mi infilai lo sgabuzzino dove la moglie di Kostantin mi stava aspettando. Facemmo sesso ininterrottamente per due ore, quarantacinque minuti e sette secondi netti, così che mi dimenticai tutte le cose sgradevoli che accadono nella vita, tipo il fatto di non avere ancora un diploma e di lavorare sottopagato per un'impresa di pulizie, grazie alla moglie di Kostantin che mi aveva raccomandato alla titolare dell'impresa stessa, una sua lontana parente.
    «Ti prego, resta ancora un po' con me qui nello sgabuzzino» mi supplicò la moglie di Kostantin, mentre mi tiravo su i pantaloni. «Mi sento sola quando non ci sei.»
    «Lo so che ti senti sola» replicai, «Ma devo assolutamente andare a scuola e sono già in ritardo.»
    «Mi raccomando, non invitare nessuna al Ballo d'Autunno.»
    Sospirai.
    «Certo che anche tu hai delle belle pretese, ci incontriamo dentro uno sgabuzzino e poi non vuoi che alla luce del sole io frequenti altre donne.»
    «Ti ricordo che sono sposata» puntualizzò la moglie di Kostantin. «Tu stesso hai sempre detto che è meglio che nessuno venga a scoprire della nostra relazione.»
    «Però non ho mai detto che dovevamo fare sesso in uno sgabuzzino pieno di polvere, mi pare. Se ci lavorassi io, qui, sarebbe tutta un'altra musica. Farei diventare questo stanzino lucente come una lampada.»
    «Come sei dolce, Seraphin» mi disse la moglie di Kostantin e fui costretto a trattenermi per non saltarle addosso.
    Non potevo fare tardi, mi aspettava un'impegnativa serata scolastica e tra le lezioni previste non c'era nemmeno economia aziendale, quindi sarei stato costretto a stare lontano dalla signora Prudence.
    Superando i limiti di velocità, arrivai addirittura in anticipo di cinque minuti e mi misi a guardarmi intorno per vedere se ci fosse qualche novità. Nel cortile della scuola Hopeless stava volteggiando agitando i pon-pon e il resto delle cheerleader era diviso in due schieramenti, quello delle sue fan e quello delle sue detrattrici.
    A quel punto entrai e mi diressi in classe, dove trovai quello straccione di Valentin seduto accanto a Faith. Dopo la rottura dell'amicizia tra lei e Hopeless si era schierato dalla parte di Faith perché gli aveva consigliato una nuova marca di birra che trovava più gradevole di quella di cui era stato un fedele consumatore nei dieci anni precedenti.
    Io mi sedetti accanto a Kostantin, che mi porse subito il cellulare per farmi vedere una foto che aveva scattato di nascosto a Hopeless.
    «Guarda qui che fi*a.»
    «Già» borbottai, indispettito.
    Come si permetteva Kostantin di mettere gli occhi addosso a Hopeless? Ero tentato di sfidarlo a duello, ma poi mi ricordai che fino a mezz'ora prima mi stavo s*opando sua moglie, quindi lasciai perdere.
    Credendo che il mio tono fosse dettato da disinteresse, andò su google e digitò "barzellette sui carabinieri". Poi me ne lesse una decina ed ero talmente assorto che mi persi l'ingresso trionfale di Hopeless in classe. Sentii solo la sua voce mentre insultava Valentin per essere diventato il nuovo compagno di banco di Faith e sostenne di volere fare causa a Faith per essersi impossessata del banco che loro due un tempo avevano condiviso. Quella battaglia legale avrebbe potuto essere interessante, ma non se ne fece più niente perché le cheerleader sue sostenitrici volevano tutte offrirle un banco nel quale sedersi. Hopeless, quindi, fece un saluto a Faith e Valentin agitando il dito medio al vento e andò ad accomodarsi.
    Non saprei dire quali fossero le lezioni di quella sera, dato che le barzellette che mi aveva letto Kostantin mi rimbombavano ancora in testa.
    Finite le tre ore di lezione, come da consuetudine mi recai in bagno seguito da Kostantin. Trovai Valentin che, per una volta, si stava lavando le mani dopo avere pisciato e stava controllando nello specchio se i suoi capelli non fossero fuori posto. Compresi subito che stava cercando di non sfigurare perché Faith era maggiormente alla sua portata rispetto a Hopeless e non voleva lasciarsela sfuggire. Quel comportamento mi fece inorridire, quindi lo afferrai per il colletto della camicia a quadri e lo sbattei contro al muro.
    «Come ti sei permesso di abbandonare Hopeless per schierarti con una traditrice? Tutto ciò è scandaloso.»
    Per tutta risposta, Valentin scrollò le spalle e fece un rutto. Fu un affronto terribile, mi buttai addosso a lui e scoppiò una rissa. Siccome ero biondo con gli occhi azzurri e avevo la camicia sbottonata, quindi ero un figo doc, uscii vincente dallo scontro nonostante Valentin pesasse tipo il doppio di me.
    Lo lasciai a terra in un lago di sangue, mentre Kostantin mi suggeriva di chiamare un'ambulanza in suo soccorso.
    «Ma no, figurati» replicai, con fermezza, «Siamo in una fyccina, si riprenderà in cinque secondi contati.»
    Uno.
    Due.
    Tre.
    Quattro.
    Cinque.
    Sei.
    Azz, le cose si stavano mettendo male, rischiavo di essere indagato per tentato omicidio.
    Set-...
    ...
    ...
    ...con un secondo e mezzo di ritardo, Valentin si riprese facendo un rutto micidiale, poi si alzò in piedi e chiese a Kostantin se sapesse che cosa ci fosse per cena quella sera in mensa.
    Kostantin si lamentò per cinque minuti di quanto fosse disgustoso il cibo, ma Valentin non lo ascoltò. Affermando che aveva fame, lasciò il bagno e si diresse verso la mensa. Per deformazione professionale riempii un secchio e mi misi a dare lo straccio per non lasciare il bagno imbrattato di sangue. Kostantin, che durante il giorno lavorava in una discarica, mi disse di non comprendere l'ossessione che avevo per la pulizia e si diresse a sua volta in mensa. Siccome il sangue a terra era brutto, decisi che non valeva la pena di rincorrerlo pregandolo di aspettarmi. Non c'era pericolo che si mettesse tra me e Hopeless, perché i miei capelli erano più biondi dei suoi, i miei occhi più azzurri, la mia camicia più sbottonata e soprattutto io avevo un POV nella fyccina mentre Kostantin se lo poteva solo sognare. E poi, stando a voci di sgabuzzino, il mio membro era anche più grosso del suo: #SeraphinWins.
    Arrivato in ritardo in mensa mi misi in pari con i lavori lamentandomi del fatto che il petto di pollo fosse scadente perché non aveva sapore di fiorentina con osso.
    «E poi» osservai, dopo una lunga pausa di riflessione, «Queste melanzane alla piastra non hanno per niente il sapore dei pomodori gratinati.»
    Ero il primo di tutta la classe ad essersene accorto e ad avere espresso un pensiero così profondo, quindi fui accolto da un coro di applausi. Mi sentii importante e pensai che, se avessi chiesto a Hopeless di venire al ballo scolastico insieme a me, mi avrebbe sicuramente detto di sì. Però era solo il primo capitolo in cui mi veniva assegnato un POV, non potevo rischiare che la fyccina si avviasse lentamente verso il termine proprio adesso che stavo raggiungendo un senso di appagamento. Decisi quindi che non sarei andato al Ballo d'Autunno, se non con una di queste partner: 1) Miley Cyrus, 2) Selena Gomez, 3) Demi Lovato, 4) Christina Aguilera perché mi piaceva anche il pop di fine anni '90, 5) la moglie di Kostantin perché era inevitabile, mi ero profondamente innamorato della moglie di Kostantin, anche se sapevo di non avere speranze di potere stare al suo fianco al di fuori di un luogo che fosse il polveroso sgabuzzino dove ci incontravamo di nascosto due volte alla settimana. Se mi fossi impegnato molto e mi fossi fatto qualche colpo di luce biondo platino ai capello, forse sarei riuscito al massimo a concordare un terzo appuntamento settimanale.
    Rinunciai ai miei intenti e mi misi ad ascoltare i pettegolezzi dei miei compagni di classe: le gang delle cheerleader detrattrici di Hopeless sosteneva che Hopeless avesse a cellulite, un netturbino che di solito si sedeva in ultima fila si lamentava che mentre faceva sesso con l'amante facendo credere alla moglie di essere andato a giocare a calcetto sua moglie gli aveva messo le corna andando a letto con l'intera squadra di calcetto, mentre Faith criticava il fatto che le nuove generazioni non avessero concetti sani nella testa, tipo pensare mettere da parte i soldi per comprarsi il numero speciale di "Cioè" con in allegato il poster gigante di Benji e Fede. Quella situazione di stallo terminò quando Kostantin mi mostrò delle meme e mi sentii un uomo realizzato.
    Andai a casa felice, chiedendomi se non fosse il caso di provarci con Faith la sera successiva tanto per allungare il brodo, decidendo che ci avrei pensato nel cuore della notte se non fossi riuscito a dormire. Poi, una volta a destinazione, aprii la buchetta della posta e scoprii che era arrivata da pagare la rata del condominio, quindi entrai imprecando. Invece di pensare al mio dubbio esistenziale mi stravaccai sul divano e mi misi a guardare una replica di "Chiambretti Night". Mi addormentai sul divano verso le tre di notte, senza avere risolto i miei dubbi esistenziali. Quando mi svegliai, andai a controllare sul calendario quanti giorni mancassero all'arrivo dello stipendio, con il quale avrei potuto pagare la rata del condominio.
    Mancava ancora una vita, quindi telefonai a mia zia e le chiesi se avesse bisogno di qualcuno che le facesse le pulizie di Pasqua in casa. Mia zia accettò, anche se non era Pasqua, perché sapeva che avevo bisogno di fare qualche lavoro extra per guadagnare qualche soldo.
    «Vieni a casa mia domani sera» mi disse, «Perché dopodomani devo andare a giocare a tombola e il giorno dopo a scuola di ballo. Infine il giorno dopo c'è una cena al centro anziani e...»
    La interruppi: «Va bene, ci vediamo domani sera.»
    «Dopo cena, mi raccomando. Alle 19.00 in punto.»
    Mi sarei perso la scuola e la lezione di economia aziendale della signora Prudence, ma mia nonna mi aveva promesso un compenso economico piuttosto soddisfacente e nella vita bisognava fare delle scelte, anche se dolorose, specie se portavano soldi o grandi soddisfazioni, come essere detentori del POV del capitolo in cui tali scelte avvenivano.
     
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    La casa di mia zia risplendeva come la reggia di Versailles e non aspettavo altro che ricevere il compenso che la padrona di casa mi aveva promesso, ma rimasi un po' spiazzato nello scoprire che il mio POV era stato confermato per un ulteriore capitolo. Poi accadde qualcosa di meraviglioso. Iniziai a sentire a tutto volume "Andiamo a comandare" di Fabio Rovazzi, la suoneria speciale che avevo abbinato al numero della moglie di Kostantin. Questo significava probabilmente che intendeva programmare un incontro straordinario.
    Mi sfilai i guanti di lattice sporchi di polvere e corsi a prendere il telefono. Lo portai all'orecchio e risposi subito: «Amore mio, come stai?»
    Rovazzi continuò a cantare, segno evidente che non avevo premuto il pulsante per accettare la chiamata. Rimediai quindi al misfatto, quindi ripetei: «Amore mio, come stai?»
    «Aaaawwww» rispose dall'altro capo del telefono una voce che non era quella della moglie di Kostantin. «È la prima volta che mi chiami amore, da quando ci sono conosciuti.»
    Mi venne un dubbio: «Kostantin, sei tu?»
    «Sì, esatto, sono io.»
    «Perché mi chiami da questo numero?»
    «Perché mi sono dimenticato il cellulare in macchina e ho già messo la macchina in garage, non avevo tempo di andare a prenderlo, essendo estremamente impegnato, quindi ti ho chiamato dal telefono di mia moglie.»
    Siccome non mi ero ancora completamente rincretinito (in realtà un po' sì, ma tutti i personaggi di una fyccina hanno il dovere di essere un po' rincoglioniti) gli domandai: «Scusa, ma se sei così impegnato perché mi hai telefonato?»
    «Sono impegnato a ispezionare da cima a fondo il mio armadio alla ricerca degli indumenti da indossare per il Ballo d'Autunno» puntualizzò Kostantin. «Mi sono reso conto di non avere nemmeno una cravatta che possa andare bene per l'occasione, quindi volevo chiederti se questo sabato sei libero dalle 7.00 di mattina fino alle 22.00, minuto più, minuto meno.»
    «E cosa dovresti fare dalle 7.00 alle 22.00?»
    «Mi pare ovvio, girare tutti i negozi del nostro piccolo paesino chiamato New York alla ricerca di una cravatta da indossare per l'occasione. Penso che dovresti cercarne una anche tu.»
    «Naaaaaahhhhh, non intendo andare al Ballo d'Autunno.»
    «Tu sei pazzo! Come puoi mancare un simile appuntamento? Non permetterò che il mio best friend forever se ne stia a casa da solo mentre è in corso il Ballo d'Autunno.»
    «Veramente» obiettai, «Quella sera potrei anche riuscire ad andare a pulire la casa di qualcuno. Mia zia mi ha promesso di raccomandarmi alla gente che frequenta il suo stesso centro anziani. Sai, sono tutte persone avanti con gli anni che impiegano tutte le loro energie per ballare il rock'n'roll tutti i giovedì sera, al venerdì e al sabato sono troppo stanchi per dedicarsi alle consuete pulizie del fine settimana. Potrei guadagnare più soldi di quanti ne abbia avuti a disposizione negli ultimi dieci anni.»
    «Non scherzare» mi rimproverò Kostantin. «La sera del ballo scolastico è sacra, devi assolutamente partecipare. Devo ricordarti che sei il più figo della classe e che tutte le ragazze non vedono l'ora di vederti in smoking e cravatta?»
    «Veramente la maggior parte preferirebbero vedermi nudo.»
    «Esattamente, ma prima bisogna passare per lo stadio dello smoking e della cravatta. Si fa sesso solo rigorosamente dopo la fine del ballo scolastico. E in albergo, anche se la maggior parte di noi sono single e vivono da soli.»
    «Tu non sei single e non vivi da solo.»
    «Infatti porterò al ballo mia moglie come damigella e dopo la fine del ballo farò sesso con lei. In un albergo, ovviamente, perché l'autrice di questa fyccina si è accordata con la lobby degli albergatori che la pagano un tanto a capitolo.»
    Era tutto estremamente bello e romantico, ma il mio obiettivo era quello di essere io, alla fine del ballo, quello che avrebbe fatto sesso in un albergo insieme alla moglie di Kostantin. Sarebbe stato un notevole passo avanti, perché ero stanco dello sgabuzzino della palestra in cui due volte alla settimana la mia amante disertava le lezioni di pilates alle quali si era iscritta per potermi incontrare.
    Finii la telefonata promettendo a Kostantin che lo avrei aiutato ad andare a comprarsi una cravatta nuova, poi mi misi a riflettere sul senso della vita e delle fyccine. Non avevano alcun senso, queste ultime. Dovevo essere il protagonista maschile, quello che si innamorava della protagonista femminile, invece ero innamorato della moglie del mio compagno di banco che si era già diplomata vent'anni prima. Non ero preparato per tutto questo, forse avrei fatto meglio a cercare di diplomarmi quando avevo diciotto anni invece di iscrivermi alle scuole serali adesso che ne avevo trentaquattro.
    I miei pensieri furono interrotti da mia zia che si complimentò con me per le mie doti nella pulizia e mi raddoppiò addirittura il compenso che mi aveva promesso. Era fantastico, quindi mentre tornavo a casa decisi di andare a bermi una birra al pub.
    Non feci in tempo a bere la birra, perché arrivarono quattro loschi individui che mi scambiarono per la protagonista femminile e tentarono di stuprarmi sopra al bancone del bar. Furono letteralmente inceneriti dal salvifico intervento della signora Prudence.
    «Professoressa!» esclamai, «Che cosa ci fa qui?»
    «Puoi anche chiamarmi Prudence e darmi del tu» mi ricordò la signora Prudence, «Quando ci vediamo fuori da scuola.»
    «Sì, lo so, ma di solito quando ci vediamo fuori da scuola è per avere rapporti a tre insieme a Kostantin» puntualizzai. «Adesso siamo in un contesto meno intimo, quindi pensavo fosse opportuno essere più formale. Anzi, ti pregherei di darmi del lei e di chiamarmi per cognome, in questo contesto, ma non posso farlo, perché non ho un cognome.»
    «Non fa niente, nemmeno Hopeless ne ha uno. La legge del piccolo paesino di New York ha abolito i cognomi per ordinanza del nostro sindaco Bibiero De' Giustini. A parte lui, ci chiamiamo tutti Summer.»
    «Non sono d'accordo con le decisioni di politica estera del sindaco De' Giustini. Se fosse stata eletta Gomezia Dei Seleni sarebbe andata molto meglio. Invece di pensare alla summerizzazione dei nostri cognomi, avrebbe portato a termine il progetto di effettuare un gemellaggio con un piccolo paesino chiamato Los Angeles.»
    «Per favore, Seraphin, se vuoi parlare di politica vai al bar dei pensionati, io non ho tempo per le questioni amministrative. Veniamo alle cose serie: hai chiesto a Hopeless di fidanzarsi con te, in modo da poterla portare a un foursome con noi e Kostantin?»
    «No.»
    «Allora cosa aspetti?! Cosa credi, che abbia allacciato un rapporto a tre con te e Kostantin per voi? Sveglia, non siete né giocatori di football né attori del gruppo di teatro scolastico, né suonate nessuno strumento musicale. Hopeless invece è una cheerleader. Lo capisci, una cheerleader?»
    Mi sentii una nullità al confronto di quella terribile realtà, quindi decisi che dovevo dedicare il resto della serata a combattere per la parità dei sessi.
    «Penso che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nel mondo in cui viviamo. Voglio dire, se io che sono un uomo posso essere vittima di un tentato stupro al pub e Hopeless può essere oggetto d'amore della professoressa di economia aziendale, sconvolgendo radicalmente gli stereotipi da fyccina, perché gli uomini non possono fare le cheerleader mentre le donne giocano a football americano? Dobbiamo ribaltare la situazione, altrimenti il mondo andrà allo sfascio.»
    «Mi stai dicendo che vorresti vedere Hopeless come capitano della squadra di football della scuola?»
    «No, sto dicendo che voglio fare la cheerleader, delle giocatrici di football americano potrebbe fregarmene meno di zero, ma le ho citate tanto per dare profondità al mio discorso.»
    «Non c'è bisogno di dare profondità al discorso. Domani mattina vai subito a comprarti un paio di Converse con le stelline e i teschi, io da parte mia cercherò di farti entrare nella squadra delle cheerleader corrompendo Hopeless. Altro che sei in economia aziendale, le metterò addirittura sette.»
    Non riuscivo a crederci: era il giorno più bello della mia vita, potevo diventare un ragazzo pon-pon e indossare un'uniforme da cheerleader al posto della camicia sbottonata, anche se avrei chiesto una deroga per indossare l'uniforme soltanto mentre impegnato nella mia attività. Come primo ragazzo pon-pon della scuola sarei sicuramente riuscito a strappare un trattamento di favore, dopotutto ero biondo, con gli occhi azzurri e la camicia costantemente sbottonata e questo apriva ogni possibile strada.
    Mi ricordai anche del mio desiderio di invitare Faith al ballo scolastico, ma realizzai che non potevo mettermi contro Hopeless in un momento così solenne. La mia carriera di cheerleader non poteva essere messa a rischio per invitare al ballo una che non mi piaceva neanche. Piuttosto, realizzai, il dovere dipendere dalle volontà di Hopeless apriva un nuovo scenario: adesso sì che mi conveniva invitare lei al ballo, anche se rimanevo convinto che l'amore della mia vita fosse la moglie di Kostantin.
    Il giorno dopo, a scuola, gli raccontai dei fatti di quella sera.
    «In che senso stai per diventare una cheerleader?» Il mio best friend forever mi fissava con gli occhi strabuzzati. «Mi avevi giurato che non avresti mai cercato di entrare nella squadra senza portarmi con te! Tutto ciò è ridicolo!»
    «Come ridicolo?!» obiettai. «Ho realizzato il sogno della mia vita e non puoi essere proprio tu a mettermi i bastoni tra le ruote.»
    «Se non convinci Hopeless a farmi entrare nella squadra, allora non voglio più essere il tuo compagno di banco» sbottò Kostantin, allontanando il suo banco dal mio. «E ora, per cortesia, fammi il piacere di non parlarmi più di pagine di meme, perché io non parlo con i traditori della patria che abbandonano gli amici al proprio destino.»
    Lo ignorai. In quel momento non mi importava niente di preservare la nostra amicizia, perché diventare cheerleader era molto più importante, ma poi quella sera la moglie di Kostantin mi telefonò per lamentarsi che avevo trattato male suo marito e che, di conseguenza, per punirmi non me l'avrebbe più data. Mi commossi nel sentire quelle parole e l'indomani informai Kostantin che avevo cambiato idea e gli suggerii, il sabato successivo, di comprarsi anche un paio di Converse oltre che la cravatta.
    «Va bene» confermò Kostantin, «Però le cose si faranno più difficili. Propongo di incontrarci alle 6.00 invece che alle 7.00 e di prolungare la nostra giornata di shopping fino a mezzanotte. Ci stai?»
    «Certo che ci sto» confermai. «Finalmente stiamo girando sui binari giusti e per realizzare quello che deve essere l'obiettivo di una fyccina. Penso che tra pochi capitoli saremo pronti per sfidarci a duello per conquistare il cuore di Hopeless.»
     
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    "DRIIIIIIIIN" disse la sveglia, così, di botto, alle 4.35 del mattino.
    Per spegnerla la scagliai fuori dalla finestra, sentendo un inequivocabile rumore inquietante. Mi alzai timidamente e andai ad affacciarmi: avevo colpito il parabrezza della macchina di Fallenangel Summer, la più importante giornalista sotto copertura di un piccolo giornale di paese chiamato New York Times. Per fortuna stava ancora dormendo, quindi sarebbero passate ore prima che se ne accorgesse...
    ...
    ...
    ...invece no. Fallenangel entrò con un vassoio sul quale stava in bilico una teiera enorme e mi disse: «Buongiorno tesoro.»
    «Tesoro un ca**o» replicai. «Ti ricordo che siamo entrambi in pericolo di perdere il posto e, se la nostra inchiesta va a buon fine, solo uno di noi conserverà il lavoro.»
    «Siamo in una fyccina» rispose Fallenangel, «Quindi ho il dovere di atteggiarmi a partner educata ed elegante.»
    «I partner educati ed eleganti nella realtà non appoggiano teiere sul letto.»
    «Forza, avventati sul tè come se fossero le 17.00 in punto e tu fossi un aristocratico inglese che muore di sete.»
    «Poi cosa devo fare, anche accendermi la pipa e chiamare il notaio per modificare il mio testamento? "Lascio tutti i miei averi alla mia collega Fallenangel Summer, che si finge mia moglie per esigenze lavorative".»
    «Dai, non fare il cretino, che oggi per te sarà una bella giornata di shopping» mi rimproverò la mia finta moglie, che si fingeva tale per calarsi meglio nell'indagine che stava svolgendo, studiando un soggetto critico come Seraphin per il nostro reportage "l'educazione scolastica negli adulti - gli stereotipi da teen drama nelle scuole serali". «Sono certo che proverai tante meravigliose cravatte, Kostantin.»
    Sentirmi chiamare per nome fu un'emozione. Fu solo in quel momento che realizzai mi era stato dedicato un POV. Non mi era mai capitata una simile fortuna nella vita, perfino il giorno in cui ero stato assunto come giornalista per il New York Times perdeva d'importanza.
    Mi avventai sul tè che, in assenza di una tazza, decisi di bere direttamente dalla teiera. Lo ribaltai accidentalmente sul letto, quindi siccome si stava facendo tardi chiesi a Fallenangel se potesse chiamare mia madre perché venisse a cambiare le lenzuola. Fallenangel mi ricordò che mia madre abitava dall'altra parte dell'oceano in un piccolo paesino chiamato Londra, quindi difficilmente avrebbe speso i soldi dell'autobus per venire a casa mia, ma la mandai a ca*are. Ero certo che avrebbe preso un autobus transoceanico a due piani per venire a sistemare la mia stanza.
    Andai in bagno a prepararmi e dopo un'ora, quando uscii, sentii mia madre che, in vivavoce al telefono con Fallenangel, urlava: «Sbrigati, Kostantin, che fai tardi al centro commerciale! E vestiti decentemente, o vuoi continuare a fare brutte figure e ad essere messo al secondo posto nella classifica dei ragazzi più belli facendoti battere da Seraphin?»
    Quelle parole furono illuminanti per me, ma sapevo di non avere speranze. I miei capelli erano castano chiaro anziché biondi e i miei occhi tendevano al grigio-azzurro invece di essere di un azzurro puro come quelli del mio best friend forever. Rimediai allacciando un bottone della camicia in meno, poi andai davanti allo specchio e mi riempii i capelli di gel.
    Mia madre, al telefono, commentò con aria di rimprovero: «Smettila di pettinarti con i capelli sparati in aria, quella pettinatura era di moda più o meno nei primi anni 2000 e dal momento che in questa fyccina ci sono gli smartphone e si possono fare chiamate internazionali senza dovere fare un mutuo, abbiamo sicuramente già passato abbondantemente quegli anni.»
    «No» replicai, «Oggi ho deciso che siamo nel 2000, quindi mi pettino come mi pare. E adesso smettila di rompere e vieni a cambiarmi il letto, che l'ho macchiato di tè. E dato che ne ho bevuti due litri, adesso sento il bisogno impellente di andare a pisciare, quindi ti affido alle cure di Fallenangel.»
    «A proposito, quando te la sposi sul serio? Hai già trentotto anni ormai, quando ti deciderai a metterti insieme a una brava ragazza e a mettere su famiglia? Non vuoi mettere al mondo una distesa di future Hope, Destiny e Summer?»
    «Era esattamente quello che avrei fatto vent'anni fa se tu non avessi insistito affinché utilizzassi il preservativo quando facevo sesso con la mia fidanzata delle scuole superiori, con la quale mi sono lasciato quando mi sono trasferito da un piccolo paesino chiamato Londra in un piccolo paesino chiamato New York dopo avere vinto una borsa di studio per chiamare giornalismo.»
    «Conosco la storia della tua vita, perché me la devi necessariamente raccontare?»
    «Perché è la prima volta che ho un POV e devo utilizzare un po' di infodump a caso per convincere le lettrici che sono più figo del mio best friend forever Seraphin e che quindi sono io quello che merita di fidanzarsi con la protagonista femminile, nonostante non abbia ancora maturato la decisione di farmi i colpi di luce biondo dorato. Quindi di dico anche che ho un fisico tale e quale a quello di un dio greco e che ho un pacco abbastanza consistente. Credo che se mostrassi a Hopeless le mie foto in mutande si metterebbe con me seduta stante.»
    «Ti consiglio un dio scandinavo» mi suggerì mia madre. «I nordici hanno capelli e occhi mediamente più chiari, quindi hanno maggiori possibilità di far sciogliere il cuore di Hopeless.»
    Nel frattempo si stava facendo tardissimo, quindi andai a pisciare, poi tornai a finire di prepararmi. Era un giorno importante, dovevo andare a comprare una cravatta e un paio di Converse in un arco temporale di circa diciotto ore.
    Quando Seraphin venne a suonare il campanello di casa mia, andò ad aprirgli la porta Fallenangel, che lui conosceva semplicemente con il nome di "moglie di Kostantin". La mia finta consorte era una ragazza molto semplice dall'aspetto estremamente sobrio e per nulla esagerato: indossava per l'occasione un abito da sera con un piccolo strascico lungo un metro e trentasette centimetri, scarpe con tacco dodici e si era raccolta i capelli in una treccia adornata di Svarowski. Seraphin la guardò con la bava alla bocca per venti minuti buoni, quindi gli feci un filmato da mostrare in futuro a Hopeless per mostrarle che non era un tipo affidabile quando si trattava di fidanzamenti con la protagonista femminile di una fyccina.
    Dopo quei venti minuti di silenzio imbarazzante, Fallenangel intrattenne Seraphin parlandogli di argomenti come la politica, le tasse, la riforma delle pensioni e il prezzo della benzina. Io mi misi a sbattere la testa contro al muro. Come le saltava in mente di parlare di quelle cose con uno studente delle scuole serali? Avrebbe potuto parlare piuttosto di football e di baseball, rigorosamente giocati da squadre scolastiche, o di concorsi di Mr e Miss Ballo d'Autunno. Seraphin non parve comunque molto disturbato, dato che continuò a fissarla con la bava alla bocca, finché non gli feci notare che era già tardi e che dovevamo andare ad appostarci davanti al centro commerciale, in modo da essere i primi a entrare quando avrebbero aperto circa tre ore più tardi alle 9.30.
    Salimmo sulla mia macchina, che tenevo disordinata ad arte perché ero un giornalista sotto copertura e dovevo interpretare la parte dello sciatto dipendente senza titoli di studio di una discarica, poi ci dirigemmo verso il centro commerciale, sgommando come in un film di "Fast and Furious". Ci mettemmo anche a fare una gara in pieno centro cittadino con una Vespa 50 special guidata da Valentin, che uscì perdente dallo scontro.
    «Ahahahah, grande Kostantin!» commentò Seraphin. «Sapevo che eri figo quasi quanto me, ma oggi ne ho avuto l'ennesima conferma.»
    Facendo qualche altra sgommata a caso mi fermai nel parcheggio del centro commerciale. A quel punto ci mettemmo in paziente attesa...
    ...
    ...
    ...o almeno era quello che speravo di fare, dato che alle 7.55 Seraphin ruppe quel silenzio per confidarmi: «Mi s*opo tua moglie due volte alla settimana.»
    Stava rischiando di far saltare la copertura mia e di Fallenangel, cosa che non potevo permettere. Avrebbero scoperto tutti che non ero un vero studente delle scuole serali, ma un giornalista d'inchiesta e mi avrebbero escluso dagli eventi mondani tipo i balli scolastici.
    Mi appigliai a tutto il mio buonsenso, protestando: «Seraphin, non sono nemmeno le otto di mattina e devo comprarmi una cravatta e un paio di Converse, per diventare Mr Ballo Scolastico e cheerleader.»
    «Hai ragione, scusa se ho tirato fuori un argomento così insidioso proprio in questo momento, invece di parlare di argomenti più leggeri. Credo che chiederò a Hopeless di accompagnarmi al ballo scolastico.»
    «No» replicai, «Sarò io a invitare Hopeless al ballo scolastico.»
    «Non ci pensare nemmeno» ribatté Seraphin. «Io sono il più figo della classe quindi ho diritto di priorità. E poi hai detto che dovevi portare tua moglie.»
    «Hai ragione, ma Fallenangel potrebbe non essere tanto interessata e...»
    «Davvero si chiama Fallenangel?»
    «Certo che anche tu potevi essere gentile e chiederle il suo nome, tra una s*opata e l'altra.»
    «Sbaglio o avevamo detto che non avremmo dovuto parlare del fatto che vado a letto con tua moglie?»
    «Hai ragione, ma con la storia di Hopeless mi hai fatto un po' distrarre. Ti rendi conto che abbiamo una cosa molto più seria da fare, ovvero comprare una cravatta e delle Converse, e che tutto questo mi scombussola la mente? Potrei addirittura fare l'acquisto sbagliato.»
    «Non preoccuparti, sarò qui con te a consigliarti» mi rassicurò Seraphin. «Ti fidi di me?»
    «Sì.»
    «Io invece non mi fido più di te.»
    «Come sarebbe a dire?!»
    «Tua moglie si chiama Fallenangel, è un nome troppo trash per essere vero. Non puoi esserti sposato una persona con un nome simile.»
    «Azz, mi hai scoperto.» Abbassai lo sguardo e lasciai cadere ogni precauzione. «Te lo confesso, io e Fallenangel facciamo solo finta di essere sposati. Non siamo nemmeno fidanzati. Non mi piace neanche. Ha sempre cercato di farmi fare brutte figure al lavoro.»
    «In discarica?»
    «Non proprio, ma non posso spiegarti adesso.»
    «Quindi» ipotizzò Seraphin, «Avevi paura che tutte le cheerleader ti saltassero addosso, quindi hai fatto finta di essere sposato.»
    Era una spiegazione plausibile, almeno nel nostro contesto, quindi glielo feci credere.
    «Sì, esatto.»
    «Mi dispiace che tu abbia dovuto fare qualcosa del genere, quando in realtà nessuna cheerleader sarebbe mai saltata addosso a te come prima scelta. Spero che con la nuova cravatta tu possa avvicinarti un po' ai miei livelli di fascino, ma dubito che ce la farai. Ti dovrai rassegnare: sarò io Mr Ballo d'Autunno e sarò io quello a cui le cheerleader salteranno addosso. Io, però, avrò occhi solo per Hopeless e tu dovrai accontentarti di una ruota di scorta. Queste sono le regole delle fyccine.»
    «Ma io sono un verohhhh ribellehhhh e cambierò le regole» decretai. «Sono stanco di questa storia che il best friend forever del protagonista maschile deve sempre stare un passo dietro di lui. Domani andrò dalla parrucchiera a farmi i colpi di luce e allora vedrai che il tuo primato verrà messo in discussione.»
     
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    Haha bellissimo! Non ho finito di leggerlo ma lo farò! Mi piace molto come scrivi. Lo stile e il tema "silly" mi ricordano un libro su un detective privato che ho cominciato a scrivere una vita fa, purtroppo non l'ho mai finito ma ora mi hai fatto venire voglia di riprenderlo!

    "Cioè"... Che bei ricordi, lo compravo a 12 anni con i soldi della merenda quando c'erano articoli sugli Europe, haha!
     
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    Ai miei tempi su "Cioè" c'erano articoli su Spice Girls e Backstreet Boys, che io ricordi da quelli che compravano le mie amiche dell'epoca (io personalmente non lo compravo, anche perché non seguivo molto i cantanti e gli attori della mia epoca), comunque le pagine con le lettere delle lettrici mi sono rimaste impresse. :lol:
    Sono contenta che la lettura ti stia prendendo, è una cosa poco impegnata dal punto di vista della scrittura, ma se strappa qualche sorriso ne sono moooolto felice. *-*
     
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    Sei decisamente più giovane di me!

    Se ho capito bene non scrivi più ultimamente? In quel caso é un peccato =)
     
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    Ho 33 anni. Diciamo che non scrivo molto, ultimamente. Ogni tanto scrivo, ma non molto.
     
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