Al cattivo piace essere bello

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  1. Luce.
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    Fanfiction sui personaggi della serie animata Atlas Ufo Robot
    One shot
    Genere: umoristico


    AL CATTIVO PIACE ESSERE BELLO


    Su Vega, quando i sudditi del sovrano non erano troppo impegnati a spremersi le meningi per inventare strategie vincenti contro i terrestri, benchè questo possa sembrare impossibile, anche loro avevano i problemi, le manie, i desideri e le frustrazioni di tutti i comuni mortali.
    Di tanto in tanto, sulle loro scrivanie e seminascosti in mezzo ai fogli scarabocchiati, facevano la loro comparsa alcune riviste di alta moda con annesso qualche consiglio di bellezza.

    In un pomeriggio particolarmente deludente dal punto di vista strategico, Zuril, Gandal e signora, vicini nello stesso grande tavolo, dove più che altro erano intenti a sbadigliare e fingere di studiare, come per tacito accordo, avevano tirato fuori dai cassetti alcuni fogli pieni di fotografie che ritraevano uomini e donne ben vestiti, truccati e pettinati all’ultima moda.
    Sfogliando con avidità tutte le pagine, videro che erano reclamizzate creme molto costose, profumi, shampoo, cosmetici.
    Dappertutto comparivano scritte di questo tipo: chi vuol esser bello sia… sono bello e me ne vanto… la bellezza è un dovere… basta con le scuse, da oggi mi rimetto in forma…
    I tre comandanti erano abbastanza perplessi. Cosa significava la parola bellezza, ovunque ripetuta in quelle pagine come un mantra? Un dovere? In che senso?
    Zuril aveva già le idee più chiare degli altri, essendo portato d’istinto a cercare sempre il meglio nel reparto femminile, ma anche in altri ambiti, specie da quando le sue incursioni terrestri avevano preso una piega non soltanto bellica, ma anche canora in senso artistico.
    Gandal e consorte, cercando su internet cosa si intendeva esattamente per bellezza, trovarono:

    “Va distinto il concetto di bellezza oggettiva da quello di bellezza soggettiva.
    La bellezza è l'insieme delle qualità percepite tramite i cinque sensi, che suscitano sensazioni piacevoli che attribuiamo a concetti, oggetti, animali o persone nell'universo osservato, che si sente istantaneamente durante l'esperienza, che si sviluppa spontaneamente e tende a collegarsi a un contenuto emozionale positivo, in seguito a un rapido paragone effettuato consciamente o inconsciamente, con un canone di riferimento interiore che può essere innato oppure acquisito per istruzione o per consuetudine sociale.
    Nel suo senso più profondo, la bellezza genera un senso di riflessione benevola sul significato della propria esistenza dentro il mondo naturale.
    La definizione di concetti non oggettivi porta, infatti, all'influenza su di essi del gusto personale. Risulta così impossibile discutere obbiettivamente su di un argomento, senza essere influenzati dal proprio senso e gusto. Si può però definire bellezza soggettiva quella dipendente dal proprio senso estetico. Quella oggettiva è funzione del tempo e alla propria cultura, poiché tali canoni cambiano nel tempo ma restano validi per il periodo indicato. La bellezza comporta la cognizione degli oggetti come aventi una certa armonia intrinseca oppure estrinseca, con la natura, che suscita nell'osservatore un senso ed esperienza di attrazione, affezione, piacere, salute. Oggettiva invece, è la bellezza definita come un insieme di qualità rispondenti a dei canoni.
    Il contrario di bellezza è bruttezza, intesa come la percezione di una mancanza di bellezza o accumulo di imperfezioni, che suscita indifferenza o dispiacere e genera una percezione negativa dell'oggetto”.

    Rimasero attoniti. Che paroloni! Fu l’ultima frase a lasciarli oltremodo perplessi.
    Bruttezza. Mah! E io come sono? si chiedevano senza osare pronunciare la frase.

    Zuril si schiarì un attimo la voce, si alzò dal tavolo e guardando fuori, si espresse in modo solenne e con tono professionale:
    “Tutti i nostri mostri bellici sono per forza brutti, anzi, devono essere brutti, perché prima di attaccare l’avversario con armi offensive, lo devono spaventare psicologicamente al primo impatto visivo, così perde colpi e ha meno forza per passare al contrattacco. Devo però riconoscere che, per quanto poco attraenti in senso estetico, mancano totalmente di espressività, quella che invece era molto marcata nel King Goli, infatti non era semplicemente un mostro meccanico, bensì proveniva da un animale vero e proprio. Infatti, era sprovvisto di pilota”.
    Tacquero imbarazzati, perché si ricordarono subito che, quel gioiello di orribile bestia, avrebbe avuto tutti i numeri per sbriciolare Goldrake, ma questa occasione d’oro se l’erano giocata per motivi che non era opportuno tradurre in parole. I muri a volte hanno molte paia d’occhi e altrettante orecchie.

    Lady Gandal era tutta assorta nelle pagine che parlavano di acconciature: stava leggendo un articolo molto esaustivo sulle permanenti. Decise che la voleva a tutti i costi e subito anche! Quei piatti e insulsi riccioli rossi appiccicati ai lati del viso non li sopportava più.
    “Voglio subito una testa piena di ricci! Zuril, prepara tu la formula chimica. E’ primavera e voglio rinnovarmi completamente”. Disse indicando con l’unghia lunga e arcuata dipinta di rosso magenta, una fotografia che ritraeva una modella che esibiva con noncuranza una nuvola di capelli ricci, soffici e vaporosi.
    “Con piacere, faccio in un momento”.
    Tornò una decina di minuti dopo con una ciotola piena di una sostanza giallastra, viscida e maleodorante.
    La donna si stava arrotolando le chiome dentro a dei piccolissimi bigodini. Lo scienziato cospargeva i rotolini con quella strana roba che puzzava di acido, usando un apposito pennello.
    “Che puzza! Apro la finestra, che qui si soffoca!” Disse Gandal, tenendosi premuto il naso dentro un fazzoletto.
    “Quanto tempo devono stare in posa?” chiese la donna cinguettando, mentre era tutta intenta a tagliarsi le pellicine ai bordi delle unghie.
    “Mezz’ora esatta”. Le rispose Zuril.
    Corse intanto nella sua camera per farsi un peeling di nascosto: voleva una pelle di velluto e pensava che il suo verde naturale sembrava spento, andava rinverdito come l’erba dopo la pioggia.
    “Quando Rubina mi sfiorerà per errore e sentirà questa seta, non potrà più resistere… e non soltanto lei… questa primavera farò stragi di cuori! Sì, sìììììì, evviva!
    Intanto… ecco, la mezz’ora è passata, vado a vedere il mio capolavoro a che punto è. Mi risciacquerò più tardi”.

    Nella sala, la signora leggeva il giornale masticando gommose di gelatina.
    “Eccoci qua, riccioli a volontà! Possiamo togliere i bigodini e passare allo shampoo”.
    “Non vedo l’ora, sarò uno schianto!” disse lei al colmo della gioia.
    Con abili gesti da esperto parrucchiere, Zuril le sciolse i capelli.
    Ma… ahimè! Insieme ai bigodini, rotolarono via anche le chiome che si posarono sul tavolo, sotto gli occhi disperati e increduli della donna. Forse aveva sbagliato le quantità? L’acido era troppo?
    “Ahhh!!! Noo!!! Non ci credo! Non è vero, non può essere vero! Quelli sono i miei capelli! Infame, delinquente! Come hai potuto farmi questo! Adesso me li riattacchi tutti come prima, chiaro? Se non lo fai subito ti ammazzo con queste mie mani, ti riduco in brandelli, razza di incompetente che non sei altro, ti odio!”
    Lady Gandal aveva preso un bastone e rincorreva Zuril per tutta la stanza: lo inseguì lungo il corridoio, finchè lui raggiunse il bagno e si chiuse dentro a tripla mandata. Doveva lavare via quella roba che si era messo, gli bruciava così tanto! Sotto la doccia, ebbe la dolorosa sorpresa che insieme al gel, si staccava anche buona parte dell’epidermide. Accidenti, ma di cosa erano fatti quei prodotti?

    Gandal non sapeva come aiutare la consorte, la quale intanto si era chiusa nel suo boudoir disperatissima. Si guardò di sfuggita nello specchio e… orrore! I capelli ricci di lei, si erano incollati chissà come, sopra la sua testa. Aiuto! Provò a tirarli via senza riuscirci, anzi, facendosi un gran male.

    In meno di dieci minuti, tutta la base era invasa dalle urla di quei tre, che sembravano impazziti dal dolore, dalla rabbia e dalla disperazione. Correvano da un punto all’altro, se incrociavano uno specchio, venivano subito presi da crisi isteriche e convulsioni, si incolpavano l’uno con l’altro per come si erano ridotti, erano sull’orlo della pazzia.

    Il segnale rosso lampeggiante che indicava una chiamata, balenò davanti ai loro occhi iniettati di sangue. Meccanicamente, Zuril accese la comunicazione. Sullo schermo era apparsa la principessa Rubina. Il loro umore scivolò ancora più in basso.
    Capelli lisci e composti, nessun trucco, né creme o maschere di alcun tipo… aspetto quasi trasandato, totalmente acqua e sapone: era semplicemente divina! Rammentarono tutto quello avevano letto poco prima nell’articolo sul concetto di bellezza… oggettiva, soggettiva… beh, lei era tutto questo e anche di più… mentre loro… oohhh, che disperazione!
    Era tanto bella che faceva male…

    “Ma che vuoi?” Le chiese con voce aggressiva e odio mal dissimulato la moglie del comandante.
    La ragazza aveva dipinta sul viso un’espressione molto vicina alla paura, e i grandi occhi celesti dilatati per lo stupore. Vedeva lady Gandal completamente calva, sopra la testa delle bolle rosse, gli occhi da pazza, il rossetto sbavato, i pugni stretti. Dietro di lei il consorte che esibiva una chioma più rossa della sua, tutta riccia e cotonata. Forse aveva preso una forte scossa elettrica… però… non ricordava fosse così pieno di capelli.

    “N… niente… d… devo solo avvertire che nei prossimi giorni sarò via e forse non sempre reperibile… se avete bisogno di qualcosa ditelo adesso”. Balbettò a fatica con voce bassa.
    “Sicuro che abbiamo bisogno di qualcosa. SPARISCI!!!”
    Con un pugno ben assestato ruppe lo schermo, mentre Gandal e Zuril staccarono subito la corrente.

    Le riviste di moda, bellezza e affini invece, finirono carbonizzati nel forno a 300 gradi.



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    Non conosco i personaggi, ma ho trovato questo racconto piuttosto divertente. Quando invece che un semplice arricciacapelli è stato optato per quella roba maleodorante, ho iniziato seriamente a preoccuparmi per la chioma della signora. L'effetto è stato addirittura peggiore di quello che credevo!
     
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    Molto simpatico XD la lettura è scorrevole e le scene molto chiare nonostante non si sappia il contesto nel quale sia ambientata la storia o i personaggi.

    Sarei curiosa di sapere se Lady Gandal riuscirà a riavere la propria folta chioma come prima!
     
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  4. Luce.
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    Vi ringrazio.
    Il contesto della storia è alla base lunare Skarmoon, dove i veghiani sono andati a stare dopo che il pianeta Vega è esploso causa inquinamento vegatron. Nella serie animata, questa è la storia.

    Il Comandante Gandal e la sua metà sono due in un corpo solo.
    Credo che dopo alcuni mesi, la signora tornerà ai suoi soliti capelli.
     
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    Grazie mille per spiegazioni.
     
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