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C'era qualcosa di insolito nel cervello di quel tizio. A scuola era perfetto, tutti lo amavano, sembrava fatto di plastica, aveva tutte le ragazze ai suoi piedi e aveva quel sorriso finto e fastidioso. Lo guardai, in disparte, all'ultimo banco. Chi cazzo si crede di essere? Pensai. Per il resto, in realtà, lo ignoravo. Mi stava già abbastanza sulle palle perché volessi anche solo parlarci. Quando mi passava vicino facevo finta di niente. Ma, quel giorno, durante la ricreazione, lo vidi avvicinarsi verso di me. -Ehi, tu! Si, proprio tu! - disse e si avvicinò. Cazzo, pensai, ecco che si avvicina. Lo vidi avvicinarsi e con una voce impostata mi fece questa domanda del cazzo. -Posso chiederti perché non ti piaccio? -Cosa? - dissi svagando. -Voglio dire, piaccio a tutti, ma tu mi ignori, io non ti piaccio, vero? - mi disse sorridendo. -No, non mi piaci - risposi onestamente. A quel punto lo vidi fermarsi un attimo. Prese con calma aria e respirò nei polmoni. -Va bene, ho capito, AMICO, ci vediamo - disse, e se ne andò meccanicamente. Cazzo. Lo odiavo. Ma almeno se n'era andato. Mi avrebbe risparmiato la sua presenza. Mi diressi un attimo verso il bagno per pisciare e smettere di pensarci. Quando entrai lo vidi. Era davanti allo specchio e si guardava. -Idiota - pensai, e nel mentre mi recai verso il gabinetto. Nel frattempo che orinavo lo sentii domandarmi se sapevo il suo segreto. -No, non lo so qual è il tuo cazzo di segreto, sentiamo! - dissi tirandomi su i pantaloni. Poi uscii e lo vidi. Sempre quella posa statica. -Sono una bambola - disse. -Ah, figo. Puoi levarti dal cazzo adesso? - risposi. -Tipo Ken. Lo conosci Ken? Di plastica, capito? -Ah, quindi non hai il cazzo? Lo vidi incazzarsi per la prima volta. Mi afferrò di colpo per il collo e mi sbatté contro il muro. Gli diedi una testata e poi una ginocchiata per farlo cadere. Cadde facendo un rumore leggero. Poi si rialzò. -Ascolta, adesso ascolta, tu sai il mio segreto, tu sei l'unico che non mi ama, e devi morire, ti devo eliminare, capito? Lo devi capire... come ti chiami, Mirko? Comunque, non voglio persone negative nella mia vita, nel mio mondo perfetto, tu non ci devi essere, ok? -Per sapere, ti hanno creato in una fabbrica di bambole o tuo padre si è scopato una barbie? -Adesso basta scherzare, abbiamo parlato abbastanza, io e te... lo vedi questo? - disse puntandomi contro un coltello. -Per caso è di plastica anche quello? - dissi. Lo vidi mentre lo avvicinava verso di me. Poi di colpo suonò la campanella. Lo sentii imprecare, poi disse una ultima frase: quando meno te lo aspetti. Se ne andò in silenzio composito e mi lasciò lì senza parole. Quando meno te lo aspetti. Cazzo. Perché, voi quando vi aspettate di morire? I giorni passarono, in effetti, e non fece proprio nulla. Poi mi alzai, un giorno, durante una lezione, e glielo domandai. -Ma insomma quando ti decidi ad uccidermi? - chiesi, e proprio in quel momento lo vidi tentare di accoltellarmi verso il cuore. Ma ero preparato. Gli afferrai il braccio, facendogli cadere il coltello e gli bruciai la faccia con un accendino con l'altra mano. Lo vidi sciogliersi e andare a picco. E fu così che il grande Ken umano decadde. Si sciolse con la stessa velocità, con cui venne a rompere i coglioni. Ecco. I vostri miti si rompono subito. Bambole usa e getta, spalmate sul mercato. Persone di plastica ovunque. I vostri Vip preferiti, si sciolgono in un mare di merda. La professoressa era scioccata. Poi disse: -Ehm, Mirko, pulisci tu per favore? -Ma certo, si può fare - dissi sorridendo. E da quel giorno il ragazzo di plastica divenni io, aspettando qualcuno a rimpiazzarmi.
Edited by Matthew 98 - 12/13/2018, 10:04 PM
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