Spathian

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  1. Acièl93
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    Approdo anche io qui col bg del pianeta menzionato nella saga di dany.


    Spathian

    Tipo di pianeta e tratti morfologici: Civilizzato feudale, fortemente meccanizzato; ci sono 4 ampi formicai. E’ quasi del tutto pianeggiante ed erboso. Le demarcazioni tra le varie regioni sono segnate da 4 enormi fiumi che si intersecano perpendicolarmente (quasi) dividendo il pianeta in 4 enormi pianure (irrigate da corsi d’ acqua minori) più o meno uguali per estensione, al centro del pianeta è presente un lago, alimentato dalle acque dei 4 fiumi e un grosso isolotto (denominato Thule). Ci sono solo quattro grandi masse rocciose (una per ciascun macrocontinenti in cui il pianeta è diviso) ove nascono i 4 fiumi. Sono ricchi di santuari molto antichi e registrano, stranamente data l’ area di galassia, un’ elevata attività Warp, di norma la gente se ne tiene ben lontana.
    Ha una sola luna chiamata:
    Hold, non ha insediamenti umani degni di questo nome, è un centro di estrazione minerario quasi totalmente meccanizzato, i pochi umani presenti stanno su una base detta Tervuhold; la totalità della presenza umana sul satellite quindi non supera le 4000 unità (per lo più tecnici e ingegneri)

    Dimensioni: Grande

    Popolazione: 7.000.000.000

    Capitale: Non ha una città capitale

    Città principali: sono 4 formicai, corrispondenti ai 4 macrocontinenti del pianeta; Magyar, Tylis, Hun e Slavia

    Tipo di governo: Oligarchia ultraristretta (4 famiglie nobiliari e clan affiliati, chiamate come i continenti che governano)
    Ogni famiglia ha piena libertà di movimento nei propri confini ma una volta all’ anno i tetrarchi e i rispettivi feudatari maggiori si incontrano a Thule, dove discutono di questioni che coinvolgeranno tutti.
    Negli ultimi anni la famiglia Magyar ha guadagnato così tanta influenza che in pratica è divenuta l’ unica dominatrice del pianeta e prende da lei le decisioni.
    I consigli hanno quindi mera funzione rappresentativa.


    Le Famiglie
    Sono 4 e dominano i rispettivi continenti.
    - Magyar: dominano il continente settentrionale, sono la famiglia più ricca e influente. Controlla il commercio planetario e l’estrazione dei minerali su Hold oltre ad avere sotto completo monopolio l’ allevamento dei pochi destrieri da guerra.
    - Hun: comandano nel continente orientale. Addestrano le forze armate e fabbricano armamenti.
    - Tylis: la famiglia più povera, domina il continente occidentale. Ha diverse fabbriche e impianti estrattivi continentali ma è la più arretrata in quanto a popolazione e presenza di esperti lavoratori.
    - Slavia: domina il continente meridionale, è dove la popolazione sta crescendo in maggior modo, controlla il comparto agricolo.

    Locazione pianeta: Segmentum Obscurus, vicino alle stelle Halo, il warp in questa parte della galassia è molto debole, di fatto l’ ultima parte del viaggio deve essere attuata via propulsori.
    Essendo una porzione di spazio poco popolata i cartografi imperiali non hanno ritenuto necessario l’ inserimento del pianeta in un subsector.
    Spathian fa da crocevia fondamentale per tutti i Rogue Traders che desiderano avventurarsi tra le oscure stelle Halo.
    Centinai di spedizioni sono passate da qui ma ben poche han fatto ritorno, i pochi pianeti dei sistemi vicini (che distano in media almeno 5 anni di navigazione) che si sono dimostrati colonizzabili contano solo poche centinai di migliaia di coloni. Le comunicazioni con queste colonie sono molto scarse. La fondazione di questi nuovi insediamenti, rigorosamente fondati da cittadini spathiani, sono stati fortemente voluti dal Tetrarcato che ha messo il Munitorium di fonte al fatto ormai compiuto, la motivazione fu quella di voler creare avamposti difensivi e che la comunicazione al Munitorium riguardante questa decisione doveva essere andata perduta vista la scarsa ricezione Warp .

    Economia: Spathian ha un’economia basata sul monopolio del commercio tra se e le sue colonie.
    L’ industria e l’ agricoltura è stata negli ultimi tempi fortemente meccanizzata e l’ eccedenza demografica è stato inviato o su navi colonia, o per maggior popolamento delle colonie lontane oppure come Guardie Imperiali.
    L’ industria estrattiva su Hold fornisce ai Manufactorum dei formicaio i minerali che più servono.
    Sebbene non manchino importazioni di materiali e cibo (sottoforma di tributi o da accordi commerciali) da sistemi clientelari e coloniali.
    Esporta inoltre ottimi cavalli da guerra splendidamente addestrati e potenziati.

    Storia antica:
    Il pianeta fu colonizzato intorno al 19 000 D.C. da coloni (pochissimi Uomini d’ Oro e molti Uomini di Pietra) provenienti direttamente dalla Sacra Terra da genti provenienti dall’ Europa Centrale.
    Arrivano sul pianeta dopo un viaggio in stadio criogenico vista la locazione isolata del pianeta.
    Il pianeta si dimostra da subito favorevole alla vita e la comunità prospera.
    Le specie aliene, per lo più animali, per la maggior parte ritenute ostili, presenti sul pianeta vengono completamente sterminate e vista l’ ampia quantità di terreno piano ed erboso i coloni spathiani vi introducono ottimi cavalli da guerra.
    Intorno al 22 000 D.C. gli spathiani hanno ormai piegato l’ intero pianeta al proprio volere. Città di cristallo vengono edificate dove prima non c’era che fango e escrementi di cavallo, immense fattorie ed allevamenti idroponici vengono costruiti e laboratori altamente specializzati garantiscono agli abitanti un livello di benessere impensabile e una vita lunghissima.
    La fame , la povertà e la criminalità sono scomparse. Hold viene colonizzata e vi viene stabilito un impianto minerario molto raffinato.
    Questo porta alcuni elementi degli uomini d’oro ad avere manie di grandezza, su loro commissione vengono costruiti i primi uomini di ferro. Nel 23 000 l’ intera società spathiana si basa sugli uomini di ferro tenuti come schiavi.
    Nel 26 000 inizia la grande ribellione degli uomini di ferro. Dopo quasi 3000 anni di guerra la società umana del pianeta è regredita allo stadio tecno barbarico, le città sono o in rovina o rase al suolo (la loro distruzione faceva parte del piano delle macchine per eliminare l’ umanità), la grande base lunare è ridotta quasi del tutto in macerie ma gli uomini di ferro sono battuti dalla costanza degli umani e da… altre e più oscure cause, le loro carcasse arrugginite seppellite nella steppa.
    Il pianeta è però massacrato, ¾ delle tecnologie sono perse, l’ umanità rimanente sotto la guida di 4 grandi capi Clan (che sono quelli dei tetrarchi attuali ed, a loro dire, tra gli ultimi Uomini d’ Oro) si arroccano nelle immense e autosufficienti città fortificate di Magyar, Tylis, Hun e Slavia poi denominate dalla normativa imperiale “formicai”
    I rapporti tra le città diminuiscono progressivamente, per secoli gli uomini delle città escono dagli enormi portoni delle loro cittadelle solo per eliminare gli ultimi Uomini di Ferro rimasti e per fare scorrerie contro i barbari della steppa (gruppi umani che dopo l’ arroccamento dei 4 clan maggiori hanno preferito vivere nella steppa e si sono involuti ancor più dei tecno barbari).
    Tra il 29 500 e il 31 000 i 4 clan entrano in una costante e logorante guerra tra loro e i barbari della steppa.
    Intorno al 31 000 i 4 Capi clan (Axièl VII di Magyar, Attilian II di Hun, Tracius I di Tylis e Scanderbergh IV di Slavia) dopo secoli di guerra improduttiva giungono all’accordo di unirsi in una Oligarchia planetaria. E’ il cosiddetto Grande Congresso di Thule.
    Nel frattempo il Tetrarcato (il nuovo nome del governo planetario) nella figura della famiglia Magyar riprendono il possesso degli impianti minerari di Hold.
    Insieme le forze del Tetrarcato spazzano via tutte le tribù di nomadi della steppa, nel farlo però eliminano anche gran parte dei cavalli presenti sul pianeta. La famiglia Magyar farà di tutto per riprendere il monopolio delle poche razze rimaste.
    Il pianeta viene riscoperto dalle forze imperiali soltanto alla fine del 32 000 millennio da una spedizione minore proprio allo scoppiare dell’ Eresia di Horus.
    La spedizione, lealista fanatica, rintraccia o pensa di rintracciare in alcuni culti planetari tracce di corruzione caotica, in particolare nel culto di Khor Ultor.
    La spedizione viene sterminata.
    Le autorità planetarie tengono poi un basso profilo fino al termine dell’ Eresia e all’ uccisione di Horus, a quel punto, usando come motivazione i ritardi e i continui guasti (probabilmente creati ad hoc) di comunicazione spacciano la spedizione come corrotta e deformano le liturgie dei culti incriminati per renderli il più conformi possibili al pensiero dell’ Ecclesiarchia.

    Excursus sulla successione al Tetrarcato e la Politica spathiana
    La carica non è ereditaria direttamente: la famiglia manterrà sempre il titolo di Tetrarca ma chi lo sarà sarà deciso da un complesso gioco di corruzione, omicidi, matrimoni ed elezioni.
    Di fatto, una volta morto o ritirato il precedente Tetrarca, tutti i componenti, maschi o femmine che siano, in età tra i 30 e i 60 anni, potranno essere eletti dalla famiglia Tetrarca.
    Di solito tutti coloro che non intendono candidarsi all’ elezione fanno formale rinuncia durante la veglia funeraria del Tetrarca predecessore. Questo è l’ UNICO giuramento che uno spathiano non potrà mai rimangiarsi pena l’ esclusione dell’intero ramo della famiglia dalla successione e, cosa più importante, il venire meno degli accordi presi durante il Concilio di Thule che daranno quindi possibilità alle altre tre grandi famiglie rivali di attaccare l’ area dominata dalla famiglia il cui componente è venuto meno al patto.
    Tutti coloro che invece parteciperanno alla successione dovranno convincere gli altri con qualsiasi metodo a votare per lui oppure essere l’unico pretendente rimasto in vita.
    I concorrenti possono ritirarsi a lotta per la successione iniziata e, a differenza di coloro che rinunciano immediatamente, possono partecipare alla votazione d’ elezione del Tetrarca.
    Dagli albori dei tempi si è poi radicata l’ usanza che solo gli elementi che hanno partecipato e vinto almeno una guerra possono essere eletti a Tetrarca. Ciò ha portato molti giovani nobili delle famiglia a lasciare il pianeta d’origine per cercare il conflitto che li renderà famosi., tale desiderio di potere è stato spesso fonte di imbarazzo visto che i nobili spathinani non si sono mai fatto problemi ad allearsi con forze Xeno o con entità separatiste di vario tipo.


    Excursus su Ecclesiarchia planetaria
    Dando prova di grande intraprendenza il Tetrarcato si auto crea un setta di ecclesiarchi (scelti dal tetrarcato) per salvare del tutto le apparenze.
    I missionari vengono poi scoraggiati a venire sul pianeta da rapporti che parlano di un’ assoluta e completa evangelizzazione conforme al Credo Imperiale.
    Eventuali preti extramondo vengono mantenuti nei ranghi più bassi della gerarchia planetaria oppure inviati il prima possibile in missione verso colonie lontane.

    Storia Recente:
    Dal 32 000 al 42 000 sul pianeta non avvengono incursioni Xeno degne di particolare nota.
    Non mancano costanti ribellioni della popolazione in costante aumento demografico che però vengono sempre rapidamente stroncate.
    Unico evento traumatizzante sono le Guerra di liberazione delle 16 viste di Elodia a cui Spathian partecipò con grande impiego di mezzi vedendo minacciato il suo impero coloniale personale.
    Lo stesso pianeta è coinvolto in una vasta ribellione popolare poi sfociata in una lotta contro il Chaos.
    La guerra si conclude con la vittoria imperiale.
    Intorno alla fine del 41 000 vi è la Grande Rivolta Generale guidata anche da alcuni membri cadetti delle famiglie nobiliari e dovuta alle misure fortemente accentratrici dei Magyar oltre alla meccanizzazione di buona parte degli impianti planetari che lascia senza lavoro e quindi condanna alla fame molta gente, segue una repressione più dura del solito.
    Alcuni reparti di Arbites vengono “premiati” con lo status di Guardie. La famiglia Magyar, fautrice della conversione e della repressione diventa la vera dominatrice del pianeta.
    Data la professionalità delle truppe spathiane nel combattimento urbano e nel sedare rivolte e la dimostrata fedeltà al proprio comandante, queste truppe vengono spesso richieste dai governatori dei sistemi vicini per sedare eventuali problemi.
    I Tetrarchi richiedono a promesse per questo genere di lavori una quota “volontaria” che può variare da un donativo in denaro, commerciali o invio di materiali.



    Forze terrestri:
    - I primi 12 reparti spathiani sono detti i Boia di Spathian, sono tutti ex-arbites convertiti dopo la Grande Rivolta Generale.
    Sono tra le truppe più letali nel loro lavoro di tutto il settore.
    Hanno le migliori armature e dotazioni possibili.
    - Molteplici reparti di cavalleria leggera detta Ulani.
    - Tutte quelle forze che invece non fanno parte dei primi 12 reparti sono soldati ben addestrati su modello cadiano.
    - Fanteria pesante polivalente detta Matiarii

    Infine ogni famiglia ha a sua disposizione 1000 elementi, scelti tra i componenti delle famiglie nobiliari più vicine al clan principale, che fanno da guardia personale.
    Sono detti tutti Strelitzij sebbene armamento e specialità variano a seconda della famiglia.


    Strategie

    i 12 "Boia di Spathian" operano principalmente come truppe antisommossa da combattimento urbano ravvicinato e si può dire siano i migliori nel loro campo.
    I 4 reparti di Strelitzij combattono solo su ordine del loro Tetrarca e hanno pecularietà differenti a seconda della famiglia.
    I contingenti esterni al gruppo dei 12 sono fanteria media simili cadiana privi di particolari abilità.

    Araldica:
    - Magyar: Un cranio d’oro spaccato su fondo rosso porpora
    - Hun: Una stella del mattino con duplice catena gialla su fondo blu.
    - Tylis: Una barbuta nera su fondo bianco
    - Slavia: Ascia bipenne con spighe di grano in oro su fondo verde.


    Le forze planetarie “comuni” hanno sugli spallacci i simboli della casata del formicaio in cui sono nati e di dove il corpo di cui fanno parte è stato formato.
    Pure le matricole dei soldati indicano l’ area in cui sono nati: 85 (…) per gli Hun, 86 (…) per i Tylis, 87 (…) per gli Slavia e 88 (…) per i Magyar.
    Alcuni reputano che tali numeri ricordino i numeri dei 4 uomini d’oro che hanno poi fondato le 4 famiglia nobiliari spathiane, tale informazione è negata con malcelato divertimento dalla maggior parte degli spathiani.


    Quest è la parte ideata più recentemente.
    Il resto lo aggiungerò man mano.

    Elenco truppe notabili:


    Matiaribalistarii



    Caratteristiche generali:

    Unità di fanteria polivalente da tiro medio-pesante del Tetrarcato di Spathian.
    Questi soldati sono ripartiti in Scaglioni da circa 10.000 uomini l’ uno, a loro volta suddivisi in 10 Squadre da 1.000 elementi ciascuna.
    Ulteriore divisione operativa consiste nella Syntagma, che conta precisamente 100 tiratori.
    Ciascuna delle Quattro Famiglie controlla più di un centinaio di questi Scaglioni.
    Nonostante Spathian sia universalmente famoso per le sue inarrestabili e devastanti cavallerie possono capitare situazioni strategiche per le quali un cavallo è del tutto inutile oppure direttamente dannoso.
    Da qui il Tetrarcato, nella figura del nonno dell’attuale Tetrarca dei Magyar Strahil Der Magyar, Basilius Tamerlano Der Magyar detto il Tauoctono, sul termine del nono secolo del quarantunesimo millennio creò siffatti corpi di fanteria d’elitè.
    Inutile dirlo, il titolo di "Tauoctono" fu attribuito al Tetrarca proprio grazie allo splendido operato compiuto da questi soldati.
    Dal loro inserimento nei quadri dell'organico militare, i Matiaribalistarii sono in tutto e per tutto la spina dorsale delle fanterie d’ elitè al servizio del Tetrarcato.
    Lo sbarramento censitario per accedere tra questi soldati è decisamente più basso rispetto a quello richiesto per i corpi di cavalleria, per cui tra le file del reparto si contano parecchi borghesi.
    Unità molto eterogenea, a differenza delle cavallerie spathiane, i Matiaribalistarii (abbreviati in Matiarii) sono reclutati non soltanto da spathiani purosangue, gli unici tenuti ad aver un certo censo, ma anche da extramondo di vario genere.
    Di fatto è molto incoraggiato il reclutamento di stranieri extramondo e coloniali. Costoro non sono tenuti a nessuna dichiarazione di censo e nemmeno a fornire il vero nome o la vera provenienza.
    A qualsiasi razza umana (Ogryn, Dvuarvùat, perfino gli Elendìili, etc etc) è consentito arruolarsi.
    Si tratta di soli volontari.
    Un Tetrarca non oserebbe mai indire una leva per rimpiazzare i caduti sofferti da questi soldati. Tale provvedimento, in ogni caso, non è necessario vista l’ampia affluenza di volontari.
    La ferma nell’ unità è di circa dieci anni al termine dei quali il Matiarius può decidere di rinnovare il contratto per altri cinque tutte le volte che così desidera.
    Coloro che forniscono un’ identità falsa (vi sono svariati controlli precedenti all’ ammissione, per lo più si tratta di una pura formalità ed usati come eventuale “leva” in caso di diserzione) sono tenuti a compiere una ferma più lunga (di circa quindici anni salvo eccezionali trionfi e congedi per ragioni d'onore e vittoria).
    Al termine della prima ferma (quindici anni) i volontari stranieri che prendono congedo onorevolmente sono premiati con la cittadinanza spathiana, una piccola proprietà autosufficiente in uno dei quattro formicai del pianeta e un’ indennità oltre a poter riottener la loro precedente identità.
    Coloro che sono già cittadini spathiani ottengono al momento del congedo, oltre a un’ indennità più consistente, la possibilità di ascriversi nei rami minori dei quattro grandi clan familiari.
    La paga è superiore a quella dei militari di fanteria del resto degli eserciti spathiani ma inferiore rispetto a quella di un qualsiasi cavallerizzo.

    Armamento offensivo:

    I matiarii sono dotati di fucile laser Nibaellhan-Werphaersther Pattern originario delle armerie spathiane con ampia collaborazione da parte del mechanicum e dei progettisti bellici della regione armageddoniana; di fatto si tratta di un fucile laser a nove canne di emissione poste in circolo, ognuna alimentata da una specifica cella energetica.
    La canna centrale consiste in un tubo di raffreddamento alimentato ad azoto liquido onde evitare spiacevoli disfunzioni dovute all’eccessivo calore sprigionato dal fuoco continuato ed alimentato dalle nove celle.
    Tale fucile è in grado di riversare un autentico fiume laser anche a lunghe distanze.
    In aggiunta all’ arma principale, squadroni di matiarii posseggono una piccola balestra d’ assalto a emissione binata quasi totalmente silenziata.
    E’ usata principalmente nelle missioni dove essere maggiormente discreti è fondamentale ed ha una gittata sensibilmente più lunga del fucile laser Nibaellhan-Werphaersther Pattern.
    La balestra lancia dardi estremamente resistenti e parecchio rapidi.
    I dardi di solito non sono più grossi della spanna di un uomo adulto.
    Tale arma, essendo tipica di questo corpo ed essendo parecchio difficile da usare e da tenere in efficienza, è chiamata con vari nomi, molti non ripetibili tra persone di buon gusto (nome molto usato dalla soldataglia ma anche tra molti ufficiali è “La difficile puttana”).
    Il vero nome è perduto.
    La varietà di dardi è elevata, da quelli esplosivi a quelli avvelenati con molteplici tossine fino ad arrivare a quelli sensibilmente più misteriosi e rarissimi costituite da scaglie di Wuurmn.

    Armamento difensivo:

    L’ unità è dotata di grandi scudi rettangolari di polimero antischegge, anti-balistico e las-deflettente.
    Questi scudi sono detti Pavesi, nome preso un po' a sfotto' da similari sistemi difensivi in uso presso alcuni reparti di ar-balastarsi del Sub-Sector Zevona.
    I matiarii di solito portano questi voluminosi scudi sulla schiena durante le marce, essendo parecchio pesanti sono usati prevalentemente in posizione difensiva stazionaria, anche in questo caso l’ originale nome di "scutum pavesii" è suscettibile a variazioni che dipendono, all'incirca al novanta percento dei casi, dall’ umore del suo possessore.
    L’armamento difensivo è completato da un’ armatura scomponibile in piastre di pseudo-dechtaceramite, polimero antischegge ed antibalistico e parzialmente las-deflettente.
    L’armatura può essere usata a pezzi per renderla più leggera a seconda delle situazioni contingenti.
    Inutile dirlo, completa è decisamente più efficace e resistente.
    La manovrabilità è garantita sia da potenziamenti biologici operati sui soldati sia da servomeccanismi interni all’ armatura.
    Come nel caso delle armature dei loro ben più nobili colleghi Strelizij l’armatura è imbottita per attutire eventuali urti dovuti ad armi da botta.
    L’ elmo, integrale e a guisa di teschio, è privo di visiera ma è dotato di visore con HUD integrato a telecamere esterne oltre ad essere dotato di filtri per la purificazione dell’aria.

    La campagna di Kaleidon e storia dell’ unità

    Spathian si trovava a quei tempi in piena guerra con una sfera d’espansione Tau situata ai margini del Segmentum Obscurus, più precisamente nel sistema di Kaleidon.
    Il conflitto iniziò quando le popolazioni umane (di sangue prossimo a quello spathiano) del sistema recentemente annesso dai Tau reclamarono l’aiuto del antico e quasi dimenticato pianeta madre.
    La risposta del Tetrarcato, come sempre, fu solerte e pronta.
    Messa ai voti la proposta d'intervenire o non intervenire in aiuto dei vicini purtroppo soggiogati dalla sanguinaria mano aliena, nel Concilio di Thule l’ intervento fu votato all’ unanimità e dunque l’esercito fu velocemente approntato.
    Circa due milioni e mezzo di soldati furono schierati per liberare i pianeti del Sistema Stellare di Kaleidon e riportarli tra le amorevoli braccia del genere umano (nella persona del Tetrarcato, ovviamente...).
    Il comando del corpo di spedizione fu affidato, dietro una seconda celere votazione, al comandante spathiano Bleda Der Tylis nonostante la ritrosia del Tetrarca dei Magyar, Basilius Tamerlano.
    Un numero di uomini simile fu giustificato dalla volontà, un volta conclusa la questione con gli infidi pesci che malauguratamente per loro in un tempo lontano avevano deciso di evolversi ed uscire dall’acqua, di portare aiuto ad Armageddon in quel momento in balia delle orde verdi di Thraka.
    Il Sistema Stellare di Kaleidon era infatti prossimo al cancello d'ingresso di una veneranda quanto ampia Rete Warp che avrebbe condotto il congiunto Corpo di Spedizione congiunto nei pressi del Dominio di Armageddon in poco tempo.
    Il corpo di spedizione era tra i più variegati e meglio costruiti sino ad allora: artiglierie garoniane, carri armati gladiani, esoscheletri da combattimento xioniani, paracadutisti di Elysia, fanteria di linea altavistiana e mordiana, fanteria d’arresto di Evoli, navi spaziali zevonesi e gladiane e infine fanti cadiani, oltre alle eternamente e giustamente famose cavalleria spathiane.
    Un simile ampio schieramento era stato possibile, pur essendo il tesoro del Tetrarcato leggendario, solo grazie agli ampi fondi concessi in prestito da Trikelia che, per la prima volta nella sua lunga carriera di banca planetaria, aveva concesso un grande finanziamento a tasso agevolato vista la gravità del momento.
    Nulla avrebbe potuto impedire a Kaleidon di tornare ad essere nuovamente un possesso imperiale.
    Giunti nei pressi del pianeta principale, Kaleidon Maior, alla spedizione fu subito chiaro che quei messaggeri recanti la richiesta d’ aiuto non erano stati così sinceri.
    La popolazione era infatti perfettamente integrata coi nuovi dominatori Tau e nessuna città-metropoli del continente principale consentì l’ apertura degli spazioporti alla flotta di liberazione.
    Inoltre, le truppe Tau di stanza nel sistema non erano così poche e di bassa qualità come avevano fatto intendere i messaggeri.
    Der Tylis non si fece scoraggiare da simili minuzie ed organizzò uno sbarco planetario titanico presso tre città-metropoli dotate di spazioporto grande a sufficienza ed il caso volle che fossero tutte a breve distanza l’ una dalle altre.
    Se da una parte ciò consentì di tenere d’ occhio al meglio i movimento delle truppe della coalizione dall’ altro consentì ai difensori di organizzare un cordone difensivo molto concentrato ed efficace.
    In due battaglie, note come Il Duplice Scontro della Themata di Nikephoron (per una più attenta trattazione consultare il volume: Epopea di Kaleidon, dalla gloria all’ infamia di Bleda Der Tylis; Archivio della Famiglia Magyar, Sez. TYS.221.), l’esercito umano riuscì a prevalere nonostante perdite rilevanti e dunque a spezzare il cordone difensivo delle tre città.
    I Tau si ritirarono in buon ordine verso le loro posizioni di seconda linea.
    Bleda invece di finire le truppe Tau in ritirata preferì però temporeggiare nella città conquistate più a lungo del necessario.
    Ciò risulterà fatale.
    Le truppe Tau diedero infatti prova di incrollabile disciplina e si riorganizzarono velocemente anche approfittando degli umani ormai caduti nella trappola del Bene Superiore.
    Bleda decise di dividere le forze in due tronconi, tenendo per se quello più consistente e dando il secondo al comando di Basilius.
    Tra il milione di militi sotto il comando di Basilius si contavano più di 100.000 Matiarii.
    Mentre Bleda dava la caccia ai rimasugli delle forze Tau (da lui considerate ormai spezzate e in disordine) sul pianeta principale, Basilius sarebbe dovuto passare sul secondo pianeta (Kaleidon Minor) del sistema e conquistarlo, da lì i due corpi di spedizioni si sarebbero riuniti sul terzo pianeta (Kaleidon Ultimus) e quindi completato la conquista di Kaleidon.
    I piani non andarono come previsto.
    Coadiuvati dalla popolazione civile, sempre più propensa a unirsi alla Causa Tau visto le eccessive violenze e ruberie condotte da Bleda (ma non da Basilius), la resistenza Tau fu particolarmente ostica da affrontare.
    Bleda era sconvolto, quella che doveva essere una campagna facile e veloce si stava rivelando un vero e proprio calvario.
    In un complesso gioco di manovre, contromanovre, imboscate e attacchi alle linee logistiche i Tau esasperarono Bleda che si convinse di dover attaccare i Tau nel loro nuovo Quartier Generale, organizzato su di un’ imponete catena montuosa chiamata Bul’agar.
    Mai decisone fu più avventata.
    La guerriglia si fece più feroce ed efficace vista la vicinanza del QG ed il supporto navale umano, fino ad allora sempre vigile e efficace venne meno a causa dell’ attacco di una flotta Tau giunta in soccorso del pianeta.
    Con uno sforzo non indifferente l’ esercito della coalizione riuscì a conquistare posizione su posizione fino a giungere nei pressi del cuore del comando nemico.
    A quel punto scattò la trappola Tau.
    Un ampio sistema di mine sotterranee infatti deformò letteralmente il complesso montuoso ed infine Bleda si trovò bloccato, con tutti il milione di uomini che aveva con se, in un’ ampia sacca delimitata dalla nuova forma del massiccio che i Tau avevano precedentemente preparato perfettamente con bunker difensivi, trappole, trincee, nidi di mitragliatrici e quanto di simile l'infida mente aliena -biologicamente incapace d'accettare una qualche onesta battaglia in campo aperto e bisognosa delle più squallide tattiche di guerriglia comunque d'umana concezione- poteva progettare e costituire.
    Bleda andò nel panico e tentò uno sfondamento per tornare nella zona relativamente sicura della Themata Nikephoron.
    I Tau se l’aspettavano.
    Quello che seguì fu un massacro chiamato “Umiliazione del massiccio di Bul’Agar”.
    Testimonianze dei pochi sopravissuti all’ ecatombe parlano di interi crinali che crollano sulle truppe in marcia, slavine causate ad hoc, imboscate devastanti, attacchi notturni, carenza di rifornimenti alimentari e pallottole.
    Bleda per riscattarsi e per non cadere vivo in mano al nemico guidò un assaltò suicida che, fortunatamente per gli umani rimasti, riuscì ad sfondare la sacca e consentì ai pochi superstiti di ritirarsi verso la città-metropoli di Nikè, dove si trincerarono nella cittadella pronti a vender cara la pelle.
    Le forze Tau, che nel frattempo avevano ottenuto rinforzi grazie alla confusione dovuta allo scontro siderale tra le due flotte, si diressero per assediare la cittadella.
    Si narra che il comandante Tau (un umano rinnegato il cui nome è stato cancellato dalle cronache), in segno di disprezzo e per demoralizzare i difensori umani, portò il cadavere di Bleda fino presso le mura della città e, facendo in modo che i difensori vedessero, lo fece sbranare da un gruppo di Kroot.
    Intanto, su Kaleidon Minor, il condottiero dei Magyar aveva ragione delle deboli forze Tau rimaste sul pianeta velocemente e senza lasciare alcuno scampo.
    La popolazione civile di Kaleidon Minor, vista il diffuso tradimento fu per lo più schiavizzata e venduta sui mercati trikeliani per ripagare parte del debito della spedizione, i rimanenti furono posti sotto il giogo dei pochi lealisti elevati a signori feudali, qualunque fosse la loro condizione precedente.
    Le terre rimaste sgombre furono promesse ai veterani a fine ferma.
    Basilius già si preparava a passare sul Kaleidon Ultimum ed anticipare quindi il rivale dei Tylis quando gli arrivò la notizia della sconfitta di Bleda e della perdita di quasi ¾ dell’esercito di partenza.
    La sua reazione divenne famosa.
    Si narra infatti che per un’ intera settimana Der Magyar vagò per le sale del palazzo governativo di Kaleidon Minor ululando al cielo: “Bleda! Ridammi le mie divisioni! Bleda! Che Khor Ultor possa bruciarti l’ anima!”
    Ogni idea di portare un soccorso decisivo ad Armageddon era da eliminare e le stesse operazioni su Kaleidon erano in grave pericolo.
    Prima di tutto la sua preoccupazione fu sconfiggere definitivamente la flotta navale Tau che fino a quel momento era in una situazione di stallo con quella imperiale.
    Con controllata aggressività Basilius prese il comando della flotta della spedizione e attuò la tattica che lo renderà famoso per i millenni a venire: la finta ritirata.
    Lanciato un attacco generale sacrificando le navi più leggere della flotta lasciò che la flotta umana si scompaginasse ed arretrasse in una finta rotta.
    Molti comandanti Tau ruppero gli indugi inseguendo gli imperiali in fuga.
    Le navi pesanti imperiali però arrestarono presto l’ indietreggiamento e sfoderarono un micidiale fuoco di sbarramento sulle navi più veloci della flotta Tau, il tutto mentre le navi più rapide attuavano un veloce giro del sistema sfruttando in modo assai pericoloso le forze attrattive dei corpi astrali lì presenti per arrivare alle spalle del contingente Tau più lento.
    La sacca era chiusa e così il massacro ebbe inizio.
    Si narra che i comandanti garoniani e gladiani presenti abbiano affermato di essersi divertiti a “sparare a degli stupidi pesci in un barile”.
    Eliminata la flotta astrale nemica non rimaneva che portare soccorso agli eroici difensori della cittadella di Nikè che nel frattanto si difendevano con la forza della disperazione dalla incalzante marea Tau.
    L’ operazione di sbarco fu tra le più sanguinose ed epiche della storia della campagna di Kaleidon.
    Molte gloriose gesta vennero compiute su quel campo.
    Si narra di un contingente di mech-xioniani dell’ avanguardia che, isolato dalla furia della battaglia insieme a soli pochi paracadutisti elysiani, si trovò circondato da preponderanti forze Tau.
    Alla richiesta di resa il comandante xioniano rispose con un laconico “uhm” e un dito medio alzato.
    Ignota è la sorte e il nome del comandate xioniano.
    Travolte finalmente le difese della forza d’ assedio Tau l’esercito umano potè dilagare su Kaleidon Maior.
    Nessuna pietà fu mostrata verso i civili che furono sottoposti a un autentica persecuzione e messa in schiavitù sistematica.
    Alle proteste degli spiriti più umanitari della spedizione Basilius rispose: “Già ci odiano, ora che ci temino più della stessa morte”.
    Eliminato alla radice il fattore principale della sua precedente resistenza il comandante Tau si trovò di nuovo costretto sulle alture di Bul’Agar, questa volta però senza più nessuno ad aiutarlo.
    Le difese montane erano via via superate, sbarramenti spazzati via dai cannoni navali, le perdite sempre più consistenti e il ricambio di effettivi reso impossibile.
    Il Tau, chiamato con disprezzo dagli umani “Il MezzoPesce”, chiese una resa onorevole in cambio della restituzione di alcuni prigionieri umani.
    Il Tetrarca acconsentì per risparmiare ai suoi uomini un combattimento montano contro un esercito disperato.
    Poi, scoperto che i prigionieri altri non erano che umani, ex alleati dei Tau, che ora cercavano di scappare al giusto castigo, e che i prigionieri all’ Umiliazione di Bul’Agar erano stati tutti seviziati e uccisi attuò la giusta vendetta sui traditori e sugli xeno.
    Fece porre tutti i prigionieri Tau ed umani in una colonna (più di 120.000 effettivi) e diede ordine di accecarne uno ogni 4.
    Al quarto sarebbe stato cavato un solo occhio per consentirgli di guidare poi i compagni.
    Il comandante Tau protestò per una simile efferatezza il Tetrarca rispose cavandogli di persona gli occhi mentre, dice la tradizione, pronunciava queste parole: “Tau, buoni solo a lucidarmi il ferro e come frittura”.
    Si racconta che il responsabile di quella sfera d’ espansione Tau, alla vista del suo esercito ora ridotto a una massa di ciechi ed orbi, sia morto di infarto.
    Da quel momento Basilius Tamerlan der Magyar si guadagnò l’ appellativo di "Tauoctono" e Kaleidon divenne un possedimento del Tetrarcato (Kaleidon Ultimum si era infatti arreso alla notizia della caduta di Kaleidon Maior).
    Gli uomini rimasti restavano però troppo pochi per portare aiuto consistente ad Armageddon e questo spiega il motivo perché il nome di Spathian è presso ascritto -con una certa dose d'ignoranza che oscura il coraggioso ma limitato contingente navale arrivato in tempo per la Battaglia della Catena Astrale, per la quale si rimanda alla lettura della Magna Opra Letteraria "Una U.A, ancora mezza U.A" di John W.,- dai rivali tra i grandi assenti alla Terza Guerra di Armageddon.
    Completata questa breve cronaca della campagna di Kaleidon, primo scenario bellico in cui i matiarii furono impiegati ecco una breve rassegna di operazioni militare (e non) che resero quest’ unità di fanteria la preferita di Basilius.
    La più famosa (e che valse al corpo un intero mausoleo loro dedicato su Spathian) battaglia combattuta dal reparto fu la battaglia di Camèria, avvenuta nelle fasi centrali della caccia contro il MezzoPesce sul massiccio di Bul’Agar.
    Venuto a sapere di un attacco in forze guidato dal comandante Tau in persona su una colonna di rifornimenti Basilius decise di trasferirsi in tutta fretta nelle retrovie per radunare una task force per rintuzzare immediatamente la sortita, eliminare la guida Tau e concludere velocemente la campagna punitiva sul Bul’Agar.
    Per muoversi il più velocemente possibile il Tetrarca prese con se solo tre Squadre di Matiarii ( molte sotto organico a causa dei recenti scontri, il numero riportato dalle fonti si aggira intorno ai 180 uomini, si trattava della XII, XVIII e XX Squadra) lasciando al campo principale la sua usuale scorta di Strelizij, che sui ripidi sentieri di montagna sarebbero risultati troppo goffi.
    Gli uomini, caricati con l’ equipaggiamento più leggero possibile si apprestarono a una marcia forzata fino alle pendici del massiccio dove Basilius avrebbe radunato ulteriori forze e poi organizzato una contro imboscata al distaccamento Tau.
    A causa di alcuni guasti agli apparati di comunicazione, alle mappe non aggiornate e alle indicazioni sbagliate a bella posta di una guida del posto (poi rivelatasi una spia Tau) il piccolo manipolo si trovò del tutto fuori strada e, tutto a un tratto, ingaggiato da forze nemiche grandemente superiori di numero.
    Basilius e la sua scorta di Matiarii alle prime ore del mattino del primo giorno di marcia si trovarono presto costretti a ripararsi in un complesso abitativo dotato di corte vicino alla strada che la storia ricorda come Camèria; del tutto circondati.
    Le milizie Tau, per lo più composte da ausiliari umani, non avevano fatto però conto con lo straordinario eroismo del capitano della scorta Taras Darinechkvo e i suoi 180 uomini.
    Il primo assalto delle forze ausiliarie Tau fu spezzato dal fuoco di fila dei Matiarii che inflissero pesanti perdite sfruttando delle improvvisate feritoie ricavate dal muro del complesso residenziale.
    Per altre 6 ore initerrotte le forze traditrici Tau , nel numero di circa 4500 uomini, stando ai rapporti, assaltarono le mura dell’ abitazione senza successo.
    Nel mentre Basilius e Taras combattevano valorosamente in prima linea urlando incitamenti ai propri soldati.
    Verso mezzo giorno le prime brecce iniziarono ad aprirsi nella corte della villa sopratutto a causa della scarsità di munizioni di cui il piccolo drappello spathiano iniziava a soffrire.
    E fu a questo punto, poco dopo passato l’ una, che Taras fu colpito a morte dai colpi dei seguaci del Bene Superiore, nonostante il dardo laser gli avesse quasi staccato un braccio il capitano trovò comunque la forze di gettarsi contro un manipolo di militi tau che era riuscito a irrompere all’ interno della corte e ucciderli tutti prima di stramazzare al suolo.
    Nel frattanto ondate su ondate di nemici si schiantavano contro la prode resistenza spathiana sempre più a corto di uomini e di munizioni.
    Verso mezzanotte tutto pareva perduto , i soldati Tau sciamavano all’ interno del abitato e lo scontro si era ridotto a uno scontro stanza per stanza di inaudita ferocia, ma gli spathiani erano sempre meno, lo stesso Basilius si preparava ad una morte gloriosa.
    Alle due di notte i Tau stavano avendo ragione delle ultime sacche di resistenza e non rimanevano che Basilius e una mezza dozzina di matiarii (per i nomi consultare il Libro degli Onorati, capitolo: i 6 Valorosi della Campagna di Kaleidon).
    Quando le forze Tau irruppero nella stanza dove Basilius e i 6 Valorosi si trovavano l’ ordine da parte spathiana fu uno solo: “Carica”
    Basilius e i suoi, presi da una furia berserk caricarono il nemico con tale furia e sprezzo del pericolo da intimorire gli assedianti, già col morale spezzato a causa delle elevate perdite subite in quella che doveva essere un’ imboscata sicura.
    A questa valorosa carica si aggiunse l’ attacco sul retro dello schieramento Tau da parte di una colonna di ricognizione umana inviata alla ricerca del Tetrarca dal campo centrale.
    Molti nemici furono uccisi, pochi riuscirono a scappare e ancora meno furono presi prigionieri.
    I pochi superstiti catturati, in pieno stato confusionale, raccontarono di essere stati caricati un gruppo di “giganti di ferro, sangue e fuoco”
    Licenziate queste voci come deliri post-tramatici i prigionieri vennero giustiziati.
    Sicuramente, dicono gli esperti, i ribelli erano in stato confusionale a seguito dell’ utilizzo da parte dei matiarii delle frecce con punta di osso di Wurmnn, dalle note proprietà psicotiche, oltre che sconvolti per le perdite subite.
    Rimane tutt’ora inspiegabile la presenza, su uno dei muri dell’ abitazione, di un dipinto fatto col sangue raffigurante un teschio ghignante con un elmo e una semi-cancellata iscrizione in una lingua sconosciuta al di sotto del disegno.
    Il braccio bionico del capitano Taras Darinechkvo (uno dei potenziamenti tipici di molti Matiarii) fu recuperato dal campo di battaglia e posto in una teca di cristallo nel Mausoleo dei Matiarii.
    Tale cimelio divenne presto il simbolo di tutti i Matiarii, tant’è che il giuramento di fedeltà al Tetrarcato viene pronunciato poggiando una mano sulla teca.
    Estratto da “Notitia Militum Spathianis”; Libro Ottavo; Anonimo; Archivio Unificato di Thule.
     
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    Accidenti quante informazioni. Devo dire che in questo universo narrativo c'è molta carne al fuoco. Di storie se ne possono immaginare a centinaia.
     
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    Si vede che sono una popolazione nata nell'Obscurus, e posso immaginare che il loro essere molto civilizzati (per quanto abbiano una società molto brutale nel reprimere movimento rivoluzionari dei ceti-medio bassi) li metta spesso in contrasto con le barbariche popolazioni dell'Oltre Bren.
    Solo che ho notato una lacuna nella loro cultura: voglio dire io la conosco un po' ma anche nel BG vecchio la si accennava poco in favore della descrizione dell'organizzazione militare, delle unità, vessilli ecc.
     
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