Lonely Souls

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  1. Aaron O'Neal
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    CITAZIONE (Winter Were @ 4/3/2015, 17:24) 
    La narrazione è valida, però, oltre ai punti già segnalati, vorrei aggiungere che:
    1) Se mi dovessi trovare nel corpo di una ragazza così senza preavviso, non lo accetterei di buon grado, o perlomeno non subito
    2) Per l'ultima parte: scusa, ma io vedo una visione un po' maschilista del fatto che siccome è una femmina può piangere. Dopotutto anche i maschi piangono e inoltre non c'è nessuno in giro, quindi non ne andrebbe nemmeno dell'orgoglio.
    3) Perché una strega dovrebbe spiattellare così su due piedi ad una persona la sua identità? Okay che la ha salvata, ma non è troppo imprudente? Tanto vale posizionarsi su un palazzo di notte con un'insegna luminosa che recita "Streghe qui!"

    Poi, i miei interrogativi: "Perché quelli come lei si sarebbero dovute estinguere?È una strega? E che tipo?" XD

    Buona la parte dei combattimenti e il tutto devo dire che, difetti a parte, mi è parso molto scorrevole

    1) Meglio vivo nel corpo di una donna piuttosto che morto e basta. E poi il personaggio di per se è per la maggior parte delle volte uno che calcola i pro e i contro prima di agire.
    2) Si è vero, ma io non piangerei mai se avessi ucciso una persona che voleva farmi letteralmente a pezzi, sinceramente sarei nel panico più totale ma non piangerei. Il personaggio ora è una ragazza e come tale ha anche gli stessi scombussolamenti ormonali in tale situazione, quindi piange.
    3) Molti l'hanno detto ed è vero si fidano subito l'una dell'altra ma fa parte del racconto e c'è un perché.

    Per i tuoi dubbi posso dirti solo che ci sono moltissimi tipi di strega. Per il resto lascio che il racconto parli per me. :P

    CITAZIONE (Milù Sunshine and her Evil Twin @ 4/3/2015, 16:14) 
    Prego. ^^

    1. Allora credo che sia meglio specificare "Crane della serie Sleepy Hollow", perché sicuramente il nome della serie è più conosciuta rispetto al suo personaggio;
    2. a maggior ragione 7/8 gradi di notte e 12/16 di giorno è tutt'altro che freddo...

    1) Si forse hai ragione :P

    2) Sinceramente io a quelle temperature ho freddo, ed è più o meno la stessa temperatura che c'è adesso in italia. Mica vai in giro con le maiche corte in questi giorni, vero? Vero? XD
     
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    2) Sinceramente io a quelle temperature ho freddo, ed è più o meno la stessa temperatura che c'è adesso in italia. Mica vai in giro con le maiche corte in questi giorni, vero? Vero? XD

    Io ho freddo con qualunque temperatura inferiore ai 25 gradi. :D
    Però la percezione del freddo dipende da quello a cui sei abituato. Se la nostra protagonista era abituata a vivere in un luogo più freddo, come mi era parso di capire, probabilmente non lo considererà vero e proprio freddo. ^^
     
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  3. Aaron O'Neal
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    CITAZIONE (Milù Sunshine and her Evil Twin @ 5/3/2015, 16:09) 
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    2) Sinceramente io a quelle temperature ho freddo, ed è più o meno la stessa temperatura che c'è adesso in italia. Mica vai in giro con le maiche corte in questi giorni, vero? Vero? XD

    Io ho freddo con qualunque temperatura inferiore ai 25 gradi. :D
    Però la percezione del freddo dipende da quello a cui sei abituato. Se la nostra protagonista era abituata a vivere in un luogo più freddo, come mi era parso di capire, probabilmente non lo considererà vero e proprio freddo. ^^

    Si lui viene da New York, ma il corpo della ragazza no, quindi calcolando la memoria muscolare e sensoriale, che non ha nulla a che vedere col cervello cosciente, dovrebbe avere freddo e non sentire fresco.
     
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    Questo potrebbe spiegarlo, ma forse se lo inserisci in qualche modo nel testo...
     
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    Anche secondo me è meglio spiegarlo, anche con solo una breve osservazione.
     
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    Una frase ben inserita...
     
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  7. Aaron O'Neal
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    Metterò tutto nel prossimo capitolo, e anche una sorpresa....

    Si ficca! Si scopa! Si inzuppa il biscotto!!


    zRfvqez
     
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  8. johnes
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    CITAZIONE (Aaron O'Neal @ 6/3/2015, 17:50) 
    Metterò tutto nel prossimo capitolo, e anche una sorpresa....

    Si ficca! Si scopa! Si inzuppa il biscotto!!


    zRfvqez

    50 sfumature di grigio incoming :o:
     
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  9. Aaron O'Neal
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    CITAZIONE (johnes @ 6/3/2015, 20:03) 
    CITAZIONE (Aaron O'Neal @ 6/3/2015, 17:50) 
    Metterò tutto nel prossimo capitolo, e anche una sorpresa....

    Si ficca! Si scopa! Si inzuppa il biscotto!!


    zRfvqez

    50 sfumature di grigio incoming :o:

    No,
    semplicemente sesso normale tra due donne!!
     
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  10. johnes
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    CITAZIONE (Aaron O'Neal @ 6/3/2015, 20:16) 
    CITAZIONE (johnes @ 6/3/2015, 20:03) 
    50 sfumature di grigio incoming :o:

    No,
    semplicemente sesso normale tra due donne!!

    Ohh. :lol:
     
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  12. Aaron O'Neal
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    :trollface: Attenzione, scena di sesso! :trollface:

    Capitolo 2 - Sacrifici: parte 1



    Camminai per molto, la pioggia gelida mi bagnava sul viso, la felpa bianca era sporca di sangue, in giro non c'era nessuno, New Orleans era diventata una città fantasma. La pioggia era così fitta che si faceva fatica a vedere in lontananza, mi accorsi di essere arrivato alla riva del Mississipi quando riconobbi la stazione, lì il vento era anche più forte. Rimasi immobile a pensare a ciò che avevo fatto, avevo tolto la vita a una persona, uno psicopatico esaltato dalla religione ma comunque un essere umano, era omicidio.
    Guardai la felpa con un'enorme chiazza rossa, mi girò la testa, per poco non cadevo in acqua. Mi inginocchiai e vomitai, rimasi in ginocchio per qualche minuto per riprendermi. Mi levai la felpa, la arrotolai e la gettai in acqua. Tornai sulla Decatur e mi andai a sedere sulle altalene di un parco, notai che il sangue non aveva macchiato la camicia grigia che indossavo sotto la felpa, non sapevo se era un bene o un male, tutto quello che sapevo era che quel maniaco bastardo non avrebbe più ucciso innocenti. Ero sempre stato un ragazzo che valutava, ponderava, e calcolava ogni rischio in ogni situazione e per questo aveva sempre paura di buttarsi, ma da quando tutto questo iniziò non feci altro che buttarmi in ogni situazione senza pensare.
    Mi alzai dall'altalena e mi incamminai verso casa, la pioggia cominciava a calmarsi, cercai riparo sotto alle varie gallerie, ero stanco di sentire le gocce fredde sulla faccia.
    Arrivai al mio appartamento verso le tre della notte, aprii la porta entrai e la richiusi appoggiandomi di spalle. Accesi la luce e continuai a fissare la stanza, sul divano c'era Valentine che dormiva, sul petto aveva ancora il libro consunto che stava studiando il pomeriggio.
    - Evaline... - la sentivo distante, avevo altri pensieri per la testa - Evaline, che cos'hai? - .
    Mi ripresi e la guardai negli occhi - Chi sei? - .
    - Come sarebbe a dire chi sono? Sono Valentine, ricordi? - chiese confusa.
    - So come ti chiami e so cosa sei, ma non so chi sei. - risposi.
    - E allora? - ancora non capiva.
    - Allora come faccio a fidarmi di te fino a questo punto? - avevo perfino ucciso per lei.
    Valentine si guardò attorno e incrociò le braccia, sembrava scocciata - Vuoi... vuoi che me ne vada? Mi hai invitata tu a venire da te e adesso mi butti fuori? - era decisamente scocciata.
    - No, non lo farei mai, è proprio questo il problema. Di solito pondero e calcolo ogni mossa, ogni atteggiamento, calcolo perfino i luoghi in cui andare o con chi per rischiare di meno. Ma da quando ci sei tu mi butto a testa bassa, come se fosse normale. Perché? - spiegai, alzai anche la voce alla fine.
    Lei abbassò le braccia con la faccia di chi aveva capito, si avvicinò a piedi nudi e mi strinse le spalle - Forse hai un latente potenziale per diventare strega. È una prerogativa delle streghe avere questo tipo di empatia l'una nei confronti d'altra, è un meccanismo di difesa e di riconoscimento che risale a quasi centomila anni fa. Chi ha capacità fuori dal comune ha sempre dovuto guardarsi da tutti gli altri. - mi accarezzò i capelli bagnati sorridendomi, il caldo delle sue mani mi fece venire i brividi. Non ci feci caso fino ad allora ma il mio nuovo corpo reagiva diversamente dal mio cervello: ero abituato alle temperature gelide di New York eppure sentivo lo stesso freddo nonostante le alte temperature del Golfo.
    - Quindi sono anch'io una strega? È questo che stai dicendo? - chiesi, avevo un'altra volta quella sensazione di fiducia, ma cercai di non darlo a vedere.
    Lei rise - Non credo. Non sento in te quella scintilla che ti contraddistingue come tale. Hai solo la potenzialità, ma non basta per essere una strega. - mi diede un bacio sulla fronte - Ma, dopotutto, potrò avere una congrega qui a New Orleans. - continuò parlando tra se e se, era visibilmente sollevata.
    - In che senso? Hai appena detto che non sono una strega. - chiusi gli occhi.
    - Si ma una congrega è come un branco, ci sono le sacerdotesse, le streghe normali e le apprendiste. Tu sei una strega apprendista, insomma. - appoggiò la sua fronte alla mia.
    - Capisco. - sussurrai, mi piaceva il fatto di starle così vicino.
    Eravamo fronte contro fronte e ci stavamo guardando negli occhi. Preso da un impulso, forse causato dallo shock, l'abbracciai alla vita e la tirai verso di me, sentii il calore del suo corpo, mi avvicinai lentamente col viso, lei fece lo stesso. Le labbra si toccarono dolcemente in un bacio, le lingue non tardarono a muoversi nelle nostre bocce. Eccitato la spinsi passo dopo passo verso il divano-letto levandomi le scarpe da ginnastica e le calze, lei invece cominciò a slacciarmi la camicia continuando a baciarmi affannata. Arrivate alla sponda del divano la spinsi per farla sdraiare, io invece mi misi a cavalcioni su di lei e mi tolsi la camicia fradicia, rimanendo in reggiseno. Valentine si tolse la magia, io la baciai in bocca per poi passare al collo e andare sul seno naturale e sodo. Mi scostai per togliermi i jeans zuppi d'acqua e tornai sopra di lei, le baciai la pancia e continuai a scendere fino alla vita, le tolsi i pantaloni e le mutande assieme, lei si slacciò il reggiseno, e io feci lo stesso con il mio intimo. Eravamo nudi entrambi, continuammo a baciarci e coccolarci, scoprii sulla mia pelle che i capezzoli di una donna erano decisamente sensibili ed eccitanti se leccati delicatamente. Quando cominciò a toccarmi il clitoride con le dita iniziai a gemere, feci lo stesso con lei. Continuammo ad alternare baci e gemiti di piacere sempre più forti e sempre più vicini fino all'orgasmo. Lei arrivò prima di me, aveva gli occhi lucidi ed era completamente sudata, cosa che mi fece eccitare ancora di più aiutandomi ad avere anch'io un orgasmo.
    “Fantastico!” era la prima volta per me, in entrambi i corpi.
    Mi sdraiai sul suo seno, ero esausto e contento, per un po' non avevo pensato a nulla di macabro.
    Lei mi toccò i capelli - Forse è meglio se ti fai una doccia... prima che ti venga un raffreddore! - mi disse col fiatone.
    La guardai - La facciamo assieme? - chiesi. Mi sorrise e annuì.
    Ci lavammo e ci asciugammo in silenzio, ogni tanto scappava un bacio lingua in bocca ma nulla di più. Una volta asciutte e vestite ci rimettemmo a letto, appoggiai di nuovo la testa sopra il suo seno, era morbido e materno, mi piaceva. Lei mi aveva abbracciato e mi coccolava con la guancia.
    - Posso farti una domanda? - chiesi.
    - Certo che puoi. - fece lei, dalla sua voce sembrava perplessa.
    - Quanti anni hai? - .
    Scoppiò a ridere - Ne ho ventisei! E tu? - .
    - Venti! - risposi, non era del tutto vero Erik Crane aveva ventotto anni mentre Evaline venti, era una mezza verità.
    Ci fu un attimo di silenzio poi dal nulla - Che cos'è successo stasera? - .
    Per un attimo andai nel panico, non sapevo che rispondere.
    - Niente, una mia collega ha fatto un discorso strano sulla fiducia tra due persone e mi sono fatta alcune domande, tutto qui! Adesso dormiamo sono distrutta. - mentii, non potevo certo dirle che avevo ucciso a sangue freddo il maniaco che le dava la caccia. Rimasi in silenzio aspettando che mi rispondesse.
    - Va bene, buonanotte! - mi diede un bacio sulla testa.
    - Notte! - la baciai in mezzo al seno.
    Mi addormentai ascoltando la pioggia battere sulle serrande, ero troppo stanco per pensare, e comunque avevo già pensato anche troppo.
    Il resto della notte e della mattina passarono tranquille, mi svegliai nel lato destro del letto, Valentine stava ancora dormendo.
    Mi alzai, presi in tutta fretta tutti i miei vestiti e li portai in bagno. Controllai se c'erano macchie di sangue sulle scarpe, c'erano gocce su tutta la parte superiore, erano da buttare.
    “Merda! Fortuna che mi sono comprato un paio di stivaletti qualche mese fa!” ragionai.
    Presi un sacchetto dalla cucina, la scatola degli stivaletti beige scamosciati, un paio di mutande e un reggiseno, il primo vestito che mi capitò tra le mani e tornai in bagno. Misi gli indumenti del giorno prima nella borsa, tolsi gli stivaletti dalla scatola e ci infilai le scarpe. Mi lavai, mi pettinai e mi vestii con l'abito che avevo preso, un vestito svasato nero con cintura rossa “Avevo un vestito del genere e non l'ho mai messo? Cavolo, le sta davvero bene!” pensai guardandomi allo specchio. Il vestito esaltava le curve di Evaline, era una ragazza piccola e con un corpo ben proporzionato: tette non troppo grandi, sedere non troppo grosso, testa di dimensioni normali, gambe e braccia snelle ma in carne ma di certo con felpa e jeans non dava spazio alla fantasia.
    Misi la scatola dentro la borsa, uscii dal bagno di corsa, presi la giacca in jeans grigia e feci per uscire.
    - Che stai facendo? - mi girai, era la voce di Valentine.
    - Eh? Ah... ehm, butto l'immondizia! - le mostrai il sacchetto.
    Lei guardò meglio il sacchetto - Sono i vestiti di ieri quelli? - chiese ancora rintronata.
    - Sì... sono rovinati, hanno preso troppa pioggia! - risposi, era la prima scusa che mi venne in mente, e non era tutto questo granché.
    - E vai a buttare l'immondizia... - mi guardò dall'alto in basso - ...vestita così? - finì la frase perplessa.
    - Era la prima cosa che ho trovato! Non volevo svegliarti. E poi come mi vesto sono cazzi miei. - risposi scocciato.
    - Scusa, non ti agitare così, ero solo curiosa. Sai, con quel vestito vorrei mangiarti tutta, ora. - rispose strofinandosi sul poggiolo del divano.
    - Non dirmi che ci ha preso gusto? Ti è piaciuto così tanto? - chiesi perplesso. Lei annui con un sorriso esplicito.
    Mi sarebbe davvero piaciuto restare lì, ma dovevo liberarmi del sacchetto il prima possibile “So già che me ne pentirò!” pensai scoraggiato.
    - Prima il dovere, poi il piacere! Scappo e torno! - dissi mostrando il sacchetto.
    Mi girai, aprii la porta ,corsi nel corridoio del palazzo e uscii “Me ne pentirò per il resto della vita!” imprecai tra me e me.
    Non ero sicuro di aver ingannato Valentine, e sinceramente non mi piaceva affatto ma non volevo sapesse che cosa avevo fatto, non volevo che mi vedesse come un assassino, o meglio assassina.
    Anche questa storia di avere una connessione della sincerità tra streghe sembrava assurda eppure da quando c'è lei non riesco a smettere di fidarmi di lei, il era contraddittorio.
    Camminai per un paio di isolati nonostante il freddo e gettai in un cassonetto il sacchetto con le prove del reato che avevo commesso.
    Quando chiusi il coperchio mi sentii sollevato, speravo sparisse tutto, anche il ricordo.
    Tornai indietro, Valentine si era alzata ed era in piedi davanti alla TV a guardare il telegiornale di mezzogiorno, era molto concentrata.
    - Che fai? - chiesi.
    - Controllo se ci sono riferimenti a casi di stregoneria! - rispose andando avanti e indietro per la sala.
    - E hai trovato qualcosa? - ero curioso.
    - Sì, due casi di stregoneria! Uno vicino a dove lavori tu, un uomo è stato trovato morto con la gola squarciata, i poliziotti pensano a una regolazione di conti... - provai un brivido gelido sulla schiena, aveva intuito qualcosa - Il secondo è uno strano caso di sparizione in una casa notoriamente infestata. Tre ghost hunter sono entrati nella casa ieri notte e sono usciti in due: a quanto pare un fantasma ha catturato una ragazza, il problema è che la polizia ha fatto tutti i sopralluoghi ma non ha trovato nulla. - spiegò agitando le mani.
    - Qui... quindi che vuoi fare? - sapevo già la risposta.
    - Andiamo a investigare da streghe, trapassiamo il fantasma, e salviamo la ragazza! - rispose con un sorriso.
    - Perché sei così contenta? - chiesi perplesso.
    Mi baciò sulla bocca - Perché forse la ragazza è una strega! - rispose euforica.

    Testo corretto, almeno spero :lol: :lol: :

    Camminai per molto, la pioggia gelida mi bagnava sul viso, la felpa bianca era sporca di sangue, in giro non c'era nessuno, New Orleans era diventata una città fantasma. La pioggia era così fitta che si faceva fatica a vedere in lontananza, mi accorsi di essere arrivato alla riva del Mississipi quando riconobbi la stazione, lì il vento era anche più forte. Rimasi immobile a pensare a ciò che avevo fatto, avevo tolto la vita a una persona, uno psicopatico esaltato dalla religione ma comunque un essere umano, era omicidio.
    Guardai la felpa con un'enorme chiazza rossa, mi girò la testa, per poco non cadevo in acqua. Mi inginocchiai e vomitai, rimasi in ginocchio per qualche minuto per riprendermi. Mi levai la felpa, la arrotolai e la gettai in acqua. Tornai sulla Decatur e mi andai a sedere sulle altalene di un parco, notai che il sangue non aveva macchiato la camicia grigia che indossavo sotto la felpa, non sapevo se era un bene o un male, tutto quello che sapevo era che quel maniaco bastardo non avrebbe più ucciso innocenti. Ero sempre stato un ragazzo che valutava, ponderava, e calcolava ogni rischio in ogni situazione e per questo aveva sempre paura di buttarsi, ma da quando tutto questo iniziò non feci altro che buttarmi in ogni situazione senza pensare.
    Mi alzai dall'altalena e mi incamminai verso casa, la pioggia cominciava a calmarsi, cercai riparo sotto alle varie gallerie, ero stanco di sentire le gocce fredde sulla faccia.
    Arrivai al mio appartamento verso le tre della notte, aprii la porta entrai e la richiusi appoggiandomi di spalle. Accesi la luce e continuai a fissare la stanza, sul divano c'era Valentine che dormiva, sul petto aveva ancora il libro consunto che stava studiando il pomeriggio.
    - Evaline... - la sentivo distante, avevo altri pensieri per la testa - Evaline, che cos'hai? - .
    Mi ripresi e la guardai negli occhi - Chi sei? - .
    - Come sarebbe a dire chi sono? Sono Valentine, ricordi? - chiese confusa.
    - So come ti chiami e so cosa sei, ma non so chi sei. - risposi.
    - E allora? - ancora non capiva.
    - Allora come faccio a fidarmi di te fino a questo punto? - avevo perfino ucciso per lei.
    Valentine si guardò attorno e incrociò le braccia, sembrava scocciata - Vuoi... vuoi che me ne vada? Mi hai invitata tu a venire da te e adesso mi butti fuori? - era decisamente scocciata.
    - No, non lo farei mai, è proprio questo il problema. Di solito pondero e calcolo ogni mossa, ogni atteggiamento, calcolo perfino i luoghi in cui andare o con chi per rischiare di meno. Ma da quando ci sei tu mi butto a testa bassa, come se fosse normale. Perché? - spiegai, alzai anche la voce alla fine.
    Lei abbassò le braccia con la faccia di chi aveva capito, si avvicinò a piedi nudi e mi strinse le spalle - Forse hai un latente potenziale per diventare strega. È una prerogativa delle streghe avere questo tipo di empatia l'una nei confronti d'altra, è un meccanismo di difesa e di riconoscimento che risale a quasi centomila anni fa. Chi ha capacità fuori dal comune ha sempre dovuto guardarsi da tutti gli altri. - mi accarezzò i capelli bagnati sorridendomi, il calore delle sue mani mi fece venire i brividi. Non ci feci caso fino ad allora ma il mio nuovo corpo reagiva diversamente dal mio cervello: ero abituato alle temperature gelide di New York eppure sentivo lo stesso freddo nonostante le alte temperature del Golfo.
    - Quindi sono anch'io una strega? È questo che stai dicendo? - chiesi, avevo un'altra volta quella sensazione di fiducia, ma cercai di non darlo a vedere.
    Lei rise - Non credo. Non sento in te quella scintilla che ti contraddistingue come tale. Hai solo la potenzialità, ma non basta per essere una strega. - mi diede un bacio sulla fronte - Ma, dopotutto, potrò avere una congrega qui a New Orleans. - continuò parlando tra se e se, era visibilmente sollevata.
    - In che senso? Hai appena detto che non sono una strega. - chiusi gli occhi.
    - Si ma una congrega è come un branco, ci sono le sacerdotesse, le streghe normali e le apprendiste. Tu sei una strega apprendista, insomma. - appoggiò la sua fronte alla mia.
    - Capisco. - sussurrai, mi piaceva il fatto di starle così vicino.
    Eravamo fronte contro fronte e ci stavamo guardando negli occhi. Preso da un impulso, forse causato dallo shock, l'abbracciai alla vita e la tirai verso di me, sentii il calore del suo corpo, mi avvicinai lentamente col viso, lei fece lo stesso. Le labbra si toccarono dolcemente in un bacio, le lingue non tardarono a muoversi nelle nostre bocce. Eccitato la spinsi passo dopo passo verso il divano-letto levandomi le scarpe da ginnastica e le calze, lei invece cominciò a slacciarmi la camicia continuando a baciarmi affannata. Arrivate alla sponda del divano la spinsi per farla sdraiare, io invece mi misi a cavalcioni su di lei e mi tolsi la camicia fradicia, rimanendo in reggiseno. Valentine si tolse la maglia, io la baciai in bocca per poi passare al collo e andare sul seno naturale e sodo. Mi scostai per togliermi i jeans zuppi d'acqua e tornai sopra di lei, le baciai la pancia e continuai a scendere fino alla vita, le tolsi i pantaloni e le mutande assieme, lei si slacciò il reggiseno, e io feci lo stesso con il mio intimo. Eravamo nudi entrambi, continuammo a baciarci e coccolarci, scoprii sulla mia pelle che i capezzoli di una donna erano decisamente sensibili ed eccitanti se leccati delicatamente. Quando cominciò a toccarmi il clitoride con le dita iniziai a gemere, feci lo stesso con lei. Continuammo ad alternare baci e gemiti di piacere sempre più forti e sempre più vicini fino all'orgasmo. Lei arrivò prima di me, aveva gli occhi lucidi ed era completamente sudata, cosa che mi fece eccitare ancora di più aiutandomi ad avere anch'io un orgasmo.
    “Fantastico!” era la prima volta per me, in entrambi i corpi.
    Mi sdraiai sul suo seno, ero esausto e contento, per un po' non avevo pensato a nulla di macabro.
    Lei mi toccò i capelli - Forse è meglio se ti fai una doccia... prima che ti venga un raffreddore! - mi disse col fiatone.
    La guardai - La facciamo assieme? - chiesi. Mi sorrise e annuì.
    Ci lavammo e ci asciugammo in silenzio, ogni tanto scappava un bacio lingua in bocca ma nulla di più. Una volta asciutte e vestite ci rimettemmo a letto, appoggiai di nuovo la testa sopra il suo seno, era morbido e materno, mi piaceva. Lei mi aveva abbracciato e mi coccolava con la guancia.
    - Posso farti una domanda? - chiesi.
    - Certo che puoi. - fece lei, dalla sua voce sembrava perplessa.
    - Quanti anni hai? - .
    Scoppiò a ridere - Ne ho ventisei! E tu? - .
    - Venti! - risposi, non era del tutto vero Erik Crane aveva ventotto anni mentre Evaline venti, era una mezza verità.
    Ci fu un attimo di silenzio, poi dal nulla - Che cos'è successo stasera? - .
    Per un attimo andai nel panico, non sapevo che rispondere.
    - Niente, una mia collega ha fatto un discorso strano sulla fiducia tra due persone e mi sono fatta alcune domande, tutto qui! Adesso dormiamo sono distrutta. - mentii, non potevo certo dirle che avevo ucciso a sangue freddo il maniaco che le dava la caccia. Rimasi in silenzio aspettando che mi rispondesse.
    - Va bene, buonanotte! - mi diede un bacio sulla testa.
    - Notte! - la baciai in mezzo al seno.
    Mi addormentai ascoltando la pioggia battere sulle serrande, ero troppo stanco per pensare, e comunque avevo già pensato anche troppo.
    Il resto della notte e della mattina passarono tranquille, mi svegliai nel lato destro del letto, Valentine stava ancora dormendo.
    Mi alzai, presi in tutta fretta tutti i miei vestiti e li portai in bagno. Controllai se c'erano macchie di sangue sulle scarpe, c'erano gocce su tutta la parte superiore, erano da buttare.
    “Merda! Fortuna che mi sono comprato un paio di stivaletti qualche mese fa!” ragionai.
    Presi un sacchetto dalla cucina, la scatola degli stivaletti beige scamosciati, un paio di mutande e un reggiseno, il primo vestito che mi capitò tra le mani e tornai in bagno. Misi gli indumenti del giorno prima nella borsa, tolsi gli stivaletti dalla scatola e ci infilai le scarpe. Mi lavai, mi pettinai e mi vestii con l'abito che avevo preso, un vestito svasato nero con cintura rossa “Avevo un vestito del genere e non l'ho mai messo? Cavolo, le sta davvero bene!” pensai guardandomi allo specchio. Il vestito esaltava le curve di Evaline, era una ragazza piccola e con un corpo ben proporzionato: tette non troppo grandi, sedere non troppo grosso, testa di dimensioni normali, gambe e braccia snelle ma in carne ma di certo con felpa e jeans non dava spazio alla fantasia.
    Misi la scatola dentro la borsa, uscii dal bagno di corsa, presi la giacca in jeans grigia e feci per uscire.
    - Che stai facendo? - mi girai, era la voce di Valentine.
    - Eh? Ah... ehm, butto l'immondizia! - le mostrai la borsa.
    Lei guardò meglio il sacchetto - Sono i vestiti di ieri quelli? - chiese ancora rintronata.
    - Sì... sono rovinati, hanno preso troppa pioggia! - risposi, era la prima scusa che mi venne in mente, e non era tutto questo granché.
    - E vai a buttare l'immondizia... - mi guardò dall'alto in basso - ...vestita così? - finì la frase perplessa.
    - Era la prima cosa che ho trovato! Non volevo svegliarti. E poi come mi vesto sono cazzi miei. - risposi scocciato.
    - Scusa, non ti agitare così, ero solo curiosa. Sai, con quel vestito vorrei mangiarti tutta, ora. - rispose strofinandosi sul poggiolo del divano.
    - Non dirmi che ci ha preso gusto? Ti è piaciuto così tanto? - chiesi perplesso. Lei annui con un sorriso esplicito.
    Mi sarebbe davvero piaciuto restare lì, ma dovevo liberarmi di quel maledetto sacchetto il prima possibile “So già che me ne pentirò!” pensai scoraggiato.
    - Prima il dovere, poi il piacere! Scappo e torno! - dissi mostrando la borsa trasparente.
    Mi girai, aprii la porta, corsi nel corridoio del palazzo e uscii “Me ne pentirò per il resto della vita!” imprecai tra me e me.
    Non ero sicuro di aver ingannato Valentine, e sinceramente non mi piaceva affatto ma non volevo sapesse che cosa avevo fatto, non volevo che mi vedesse come un assassino, o meglio assassina.
    Anche questa storia di avere una connessione empatica tra streghe sembrava assurda eppure da quando c'è lei non riesco a smettere di fidarmi di lei, il che era contraddittorio.
    Camminai per un paio di isolati nonostante il freddo e gettai in un cassonetto il sacchetto con le prove del reato che avevo commesso.
    Quando chiusi il coperchio mi sentii sollevato, speravo sparisse tutto, anche il ricordo.
    Tornai indietro, Valentine si era alzata, vestita con un maglioncino rosa chiaro e pantaloni bianchi. Era in piedi davanti alla TV a guardare il telegiornale di mezzogiorno, era molto concentrata.
    - Che fai? - chiesi.
    - Controllo se ci sono riferimenti a casi di stregoneria! - rispose andando avanti e indietro per la sala.
    - E hai trovato qualcosa? - ero curioso.
    - Sì, due casi di stregoneria! Uno vicino a dove lavori tu, un uomo è stato trovato morto con la gola squarciata, i poliziotti pensano a una regolamento di conti... - provai un brivido gelido sulla schiena, aveva intuito qualcosa - Il secondo è uno strano caso di sparizione in una casa notoriamente infestata. Tre ghost hunter sono entrati nella casa ieri notte e sono usciti in due: a quanto pare un fantasma ha catturato una ragazza, il problema è che la polizia ha fatto tutti i sopralluoghi ma non ha trovato nulla. - spiegò agitando le mani.
    - Qui... quindi che vuoi fare? - sapevo già la risposta.
    - Andiamo a investigare da streghe, trapassiamo il fantasma, e salviamo la ragazza! - rispose con un sorriso.
    - Perché sei così contenta? - chiesi perplesso.
    Mi baciò sulla bocca - Perché forse la ragazza è una strega! - rispose euforica.


    Edited by Aaron O'Neal - 17/3/2015, 19:13
     
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    Non male questo aggiornamento. Però rileggilo che ci sono un paio di sviste, tipo magia al posto di maglia.
     
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    Questo capitolo mi è sembrato migliore del precedente, il testo è molto più scorrevole.

    CITAZIONE
    regolazione di conti

    Non dovrebbe essere regolamento?
     
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  15. Aaron O'Neal
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    Sì, correggerò al più presto. :P
    Grazie per le segnalazioni! ^_^
     
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363 replies since 28/2/2015, 21:25   1796 views
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