Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Il titolo può darsi che l'abbiate già visto, e in effetti avevo già provato due volte a iniziare questo aspirante romanzo... Questa volta, però, dovrebbe essere quella definitiva! :D



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    INDICE
    Thread esterno: backstage
    Pagina 1: Prologo + Cap. 1-2
    Pagina 2: Cap. 3
    Pagina 3: Cap. 4-5
    Pagina 4: Cap. 6-7
    Pagina 5: Cap. 8
    Pagina 6: Cap. 9-10
    Pagina 7: Cap. 11-12
    Pagina 8: Cap. 13-14
    Pagina 9: Cap. 15-16
    Pagina 10: Cap. 17
    Pagina 11: Cap. 18-19
    Pagina 12: Cap. 20
    Pagina 13: Cap. 21-22
    Pagina 14: Cap. 23 + inizio del cap. 24
    Pagina 15: fine del cap. 24 + Cap. 25
    Pagina 16: Cap. 26-28
    Pagina 17: Cap. 29-30
    Pagina 18: Cap. 31-32
    Pagina 19: Cap. 33 + inizio del cap. 34
    Pagina 20: fine del cap. 34 + Cap. 35
    Pagina 21: Cap. 36-38
    Pagina 22: Cap. 39-40
    Pagina 23: Cap. 41
    Pagina 24: Cap. 42-44
    Pagina 25: Cap. 45-48
    Pagina 26: Cap. 49
    Pagina 27: Cap. 50-51
    Pagina 28: Cap. 52-53
    Pagina 29: Cap. 54-55
    Pagina 30: Cap. 56-57
    Pagina 31: Cap. 59
    Pagina 32: Cap. 60
    Pagina 33: Cap. 61
    Pagina 34: Cap. 62-64
    Pagina 35: Cap. 65-66
    Pagina 36: Cap. 67 + Epilogo



    ANIME DI METALLO



    PROLOGO

    Marzo 1997

    Suo padre sussultò nel sentirla arrivare alle sue spalle, evidentemente non si era accorto di lei se non quando gli era ormai vicina.
    «Esco un attimo» lo avvertì Yuma.
    Lui la fissò con i suoi occhi sempre troppo penetranti, anche se non sapeva più essere convincente come un tempo. O forse Yuma si era rassegnata... o magari, in fondo al cuore, sperava davvero che un giorno la situazione potesse cambiare.
    «Dove vai?»
    «Vado a comprare un po’ di frutta al negozio in fondo alla strada.»
    Suo padre annuì.
    Yuma si affrettò a infilarsi un vecchio giubbotto, controllò di avere delle monete con sé e, quando ne fu sicura, senza indugiare corse verso la porta e uscì. Se avesse fatto in fretta, non avrebbe destato sospetti.
    «C’era molta gente» avrebbe detto a suo padre, «E il fruttivendolo ha passato cinque minuti buoni a chiacchierare con un cliente, nonostante il negozio fosse pieno di gente che aspettava.»
    Lui le avrebbe creduto, non sapeva che lei e Naive erano in contatto.
    Di solito era sempre lei a contattare Naive, e sempre da telefoni pubblici, in genere di sera, quando suo padre usciva per andare a giocare a biliardo. Quel giorno, però, aveva ricevuto una chiamata e, per evitare che suo padre potesse udire qualcosa, aveva fatto capire a Naive che non poteva parlare, ma che si sarebbero sentite molto presto.
    Yuma camminò quindi fino al negozio nel quale avrebbe dovuto fermarsi in seguito, poi proseguì, diretta verso la cabina telefonica poco lontana.
    Entrò, inserì le monete e compose il numero di Naive, sperando che le rispondesse subito.
    Le sue aspettative non furono deluse.
    «Yuma, sei tu?» le chiese Naive. «Sapevo che mi avresti richiamata.»
    «Scusa se ci ho messo un po’ di tempo, ma dovevo inventarmi una scusa credibile. Come mai mi hai cercata? Ci saremmo sentite domani...»
    Naive la interruppe: «Non potevo aspettare domani sera! Non ora, almeno! Heaven ha scoperto certe cose che non avrebbe dovuto venire a sapere...»
    Yuma si sentì come se il mondo le fosse crollato addosso.
    «Vuoi dire che sa dell’accordo?»
    «No, non è questo il problema» rispose Naive. «Non sa come stiano le cose tra te e vostro padre, non della parte che coinvolge anche lei almeno, ma credo che...» Si fermò di colpo. «Senti, Yuma, non possiamo parlarne per telefono.»
    «Non penso che ci siano alternative» replicò Yuma. «Dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo.»
    «No» insisté Naive. «Dobbiamo vederci.»
    «Vederci?! Non è possibile! Heaven non può...»
    Naive la interruppe ancora una volta: «La situazione è più complicata di quanto tu possa pensare, dobbiamo trovare una soluzione... e dobbiamo trovarla prima che sia troppo tardi!»
    «Ma se io venissi da te, violerei l’accordo e Heaven potrebbe essere in pericolo. Lui potrebbe trovarla.»
    «No, non può farlo: Heaven se n’è andata, non so nemmeno io dove sia.»
    Per un attimo Yuma si sentì spiazzata.
    «Mi stai dicendo che è scomparsa? Che non hai idea di dove sia?»
    «Heaven non è scomparsa, è semplicemente andata via... e non credo che abbia tutti i torti!»
    «Ma è soltanto una ragazzina» ribatté Yuma. «Dobbiamo trovarla!»
    «È lei che sta cercando qualcosa» l’avvertì Naive. «C’entra tua madre.»
    Ancora una volta Yuma sentì il mondo crollarle addosso.
    «M-mia madre?» balbettò. «Com’è possibile?»
    «Ci sono cose che tu non hai mai saputo, Yuma. È per questo che dobbiamo vederci al più presto.»
    “È la fine.”
    Seguirono interminabili attimi di silenzio, finché Naive non si decise a parlare di nuovo: «Sei ancora in linea?»
    «Sì» mormorò Yuma. «Ci sono ancora.»
    «Devi trovare un modo per venire da me.»
    «Mio padre potrebbe trovarmi.»
    «Lui vuole te o Heaven» precisò Naive. «Finché non sappiamo dove si trova tua sorella, non potrà farle niente nemmeno lui. Per quanto sia assurdo, forse è più al sicuro lontana da me che con me.»
    Yuma sospirò.
    «Hai ragione» ammise. «È che quando mi hai detto che se n’è andata mi è sembrato tutto così complicato...»
    Si chiese se dovesse rivelare la verità a Naive.
    No, non poteva, non poteva correre il rischio che qualcuno venisse a sapere che avrebbe comunque dovuto andarsene. Stavolta la sua vita era davvero in pericolo, e si trovava nelle condizioni di non potere più prendere decisioni soltanto per se stessa.
    «Io e te, però, dovremmo vederci comunque.»
    La voce di Naive la fece tornare alla realtà.
    «Sì, forse.»
    «Potrei venire io a Black Hill» suggerì Naive.
    Quella era una soluzione, ma forse non era quella che Yuma cercava.
    «Quando?»
    «Non saprei. Il prima possibile. Per te va bene?»
    «Dipende da quand’è il prima possibile.»
    Quella risposta sembrò insospettire Naive.
    «C’è qualcosa che dovrei sapere, Yuma? Sembra che ti abbia trovata nel bel mezzo di una corsa contro il tempo.»
    Era proprio così. Certe cose non si potevano nascondere per sempre.
    «In effetti c’è un problema.»
    «Che genere di problema?»
    Si era aspettata una domanda e sapeva anche di non poter rispondere. Stavolta aveva un segreto di cui nemmeno Naive doveva essere messa a conoscenza.

    Edited by »Milù Sunshine» - 1/8/2013, 14:10
     
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