La Morte ed Io

Genere: non ne ho idea.

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  1. The Aster
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    La corsa ha dato i suoi frutti:

    Restai lì, fermo, guardando le mie lacrime cadere al suolo.
    "Non lasciarmi." Implorai.
    Ma quella preghiera andò a vuoto.
    A poco a poco, sentii sussurri intorno a me.
    Ma non me ne importava.
    Le persone che prima avevo sperato di incontrare, quelle che consideravo la mia salvezza, comparvero proprio quando non me ne importava più nulla
    Ignorai le loro parole, le loro domande, evitai di alzare la testa per non dover incrociare i loro occhi.
    Desideravo solo i suoi.
    "Dove sei?" Domandai all'asfalto.
    Degli uomini vestiti di bianco mi portarono a forza su un mezzo di trasporto, io mi lasciai trascinare come un cadavere.
    Tutto il mio essere era solo per lei.
    "Dove sei?"
    Non saprei dirvi quanto tempo viaggiai su quel veicolo in compagnia di quegli uomini bianchi, tuttavia ero ben conscio di dove mi stavano portando.
    "Dove sei?"
    Capii che arrivammo a destinazione dalla brusca frenata del mezzo, gli uomini bianchi mi presero per le braccia e mi portarono dentro quell'edificio.
    "Ti prego, non abbandonarmi."
    Mi misero davanti ad un altro uomo bianco, vedendomi in quelle condizioni scosse la testa e diede l'ordine di riportarmi nella mia stanza, o, come la chiamavo io, nel mio mondo grigio.
    Dopo che fui chiuso lì dentro, sentii gli uomini che mi avevano condotto sfogliare dei fogli e sussurrare qualcosa.
    Non ebbi bisogno di mettermi a origliare, sapevo benissimo quello che stavano dicendo.
    «È lui?»
    «Sì, é l'assassino.»
    «Ma sulla scheda...»
    «Sì, lo so quanti anni ha.»
    «Quindi...»
    «Sì, l'ha proprio fatto.»
    «Perché é qui allora?»
    «Beh... é un caso particolare.»
    «E quei segni sul braccio?»
    «Ha tentato di togliersi la vita molte volte.»
    I battiti del mio cuore erano lenti, ognuno di essi mi dava i brividi, sentivo freddo.
    Il mondo grigio era esattamente come l'avevo lasciato, vuoto, se non per un giaciglio di legno.
    Mi ci sedetti sopra, avevo i brividi lungo la schiena.
    "Dove sei?"
    Portai le gambe al petto e ricominciai a piangere silenziosamente, anche se, dentro di me, mi sentivo vuoto a causa di quel bacio.
    "Dove sei?" Dissi singhiozzando.
    La paura cominciava a ricrearsi dal profondo del mio essere, affamata della mia sofferenza metteva radici nella mia anima così da potermi distruggere.
    Mi stava divorando da dentro, avevo freddo, tanto freddo.
    "Dove sei?"
    Sentii un peso dietro di me, un peso freddo, costante, un peso che io stesso avevo desiderato.
    «Sono qui.» Disse lei.
    La paura svanì all'istante.

    Edited by The Aster - 17/5/2013, 23:01
     
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