La Morte ed Io

Genere: non ne ho idea.

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    Questa mi é venuta in mente stamattina mentre correvo:

    Lei era dietro di me.
    "Devo correre più forte!"
    Sentivo i passi dei suoi piedi nudi per la strada; o, almeno, credetti che quelli fossero piedi.
    "Si sta avvicinando!"
    Avevo i polmoni che stavano per scoppiare, riuscivo a respirare, ma era come se farlo mi distruggesse dentro.
    Stavo provando terrore puro.
    Continuai a correre nonostante le fitte al petto, ero sul punto di cedere.
    "No!"
    Abbassai gli occhi per qualche istante, le mie gambe stavano continuando a muoversi.
    "Perché non riesco a sentirle?"
    La paura aveva bloccato la loro sensibilità, il mio cervello gli aveva ordinato di correre e basta.
    "Fa male!"
    Il cuore si era trasformato in un martello, ad ogni battito avevo timore di stare per svenire.
    "Non ce la faccio più."
    Caddi a terra pesantemente, le mani sull'asfalto, anch'esse senza sensibilità.
    "Perché non c'é nessuno?"
    Mi guardai attorno sperando nella salvezza, ma venni deluso.
    Sudavo freddo, avevo paura di voltarmi; lei era dietro di me.
    Rimasi fermo, seduto per terra e attesi.
    I suo passi riecheggiavano ancora, io tremai ad ogni secondo che passava.
    Poi, non sentì più nulla: lei era alle mie spalle.
    «Perché scappavi?» Mi disse con una voce priva di emozioni.
    Io rimasi zitto, le lacrime cominciarono a inumidirmi gli occhi.
    «Non capisco... eppure sei stato tu a desiderarmi così tanto.»
    Scoppiai a piangere, aveva ragione, ma allora perché ero così terrorizzato da lei?
    D'un tratto me la ritrovai davanti.
    «Cos'hai?» Mi chiese.
    Io non riuscivo a parlare, rimasi a testa bassa per la paura.
    «Cos'hai?» Ripeté lei.
    Non so come ci sia riuscito, ma, lentamente, fui in grado di alzare il volto verso di lei
    Era molto bella, ed io ne ero spaventato.
    La sua veste era nera, ed io ne ero spaventato.
    I suoi capelli erano neri, ed io ne ero spaventato.
    La sua pelle era bianca, ed io ne ero spaventato.
    I suoi occhi erano neri, ed io non riuscì a distaccarmi da loro.
    Lei mi guardava, sembrava incuriosita da me.
    Persi il conto del tempo in cui rimanemmo in quel modo.
    «Perché mi desideri così tanto?» Disse lei.
    Io continuavo a guardare quegli occhi, in silenzio.
    Sì, l'ho desiderata per molto tempo, e adesso era davanti a me.
    «Voglio saperlo.» Disse.
    Io non riuscivo a smettere di guardare quegli occhi.
    «Voglio sapere perché mi vuoi così tanto.» Disse.
    Si sedette anche lei per terra, mi osservava.
    Io rimasi immobile, ormai i suoi occhi mi avevano imprigionato.
    Lei mise le sue mani sul mio volto, erano fredde.
    Mi diede un bacio sulle labbra, senza chiudere gli occhi.
    Io ero alla sua mercede, il cuore cominciò a martellare sempre più forte.
    Credevo non avrebbe più tolto le sue labbra dalle mie.
    Lo credevo, ma dentro di me, lo volevo.
    Le lacrime scendevano dai miei occhi, così da bagnare le sue mani.
    Poi anche lei cominciò a piangere: una sola lacrima, solitaria, unica, le scendeva dall'occhio sinistro.
    "Perché?" Mi domandai.
    Quella lacrima sparì, lei si distaccò da me e si alzò in piedi.
    "Mi sento... vuoto."
    Lei continuava a guardarmi, la mia paura se n'era andata.
    Cominciò a divenire trasparente.
    «Aspetta!» Implorai. «Non te ne andare.»
    Non volevo che sparisse, non volevo che se ne andasse da me.
    La desideravo.
    «Aspetta!» La implorai di nuovo.
    «Mi desideri così ardentemente?»
    «Sì!»
    Lei sparì del tutto, lasciandomi da solo.
    «Allora...» Disse la sua voce. «... ci rivedremo presto.»


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    che ne pensate? é una cavolata? devo farmi ricoverare o vedere da qualche specialista?
     
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  2. Elia Dante
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    CITAZIONE
    che ne pensate? é una cavolata? devo farmi ricoverare o vedere da qualche specialista?

    Cavolata no di certo, l'idea è invece piuttosto interessante, infatti mi piacerebbe conoscere nello specifico i meccanismi che l'hanno innescata.

    Per quanto riguarda la scheggia non ho notato errori rilevanti, magari solo
    CITAZIONE
    ad ogni battito avevo timore di stare per svenire.

    che cambierei con: "temevo di svenire/poter svenire, ma per il resto null'altro.
    Una cosa che non mi convince è, a mio avviso, forse la poca fluidità del testo, mi risulta troppo artefatto, e quindi non riesce a catturarmi appieno.
    L'idea tuttavia è buona, quindi magari con un po' di lavoro potresti tirare fuori qualcosa di davvero valido.
     
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    Secondo me è un racconto davvero ottimo! :woot:
    L'ho apprezzato in ogni sua parte.

    Alle proposte di Elia Dante, aggiungo la segnalazione di un errorino:
    CITAZIONE
    I suoi occhi erano neri, ed io non riuscì a distaccarmi da loro.

    riuscii
     
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    Grazie dei commenti e per avermi fatto notare quell'errore.

    Elia Dante per poterti spiegare le dinamiche che mi hanno portato a scrivere questo pezzo dovrei scrivere un'altra scheggia :D


    Comunque non credo che lo continuerò per adesso, visto che sono impegnato con un altro racconto.
     
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  5. mayaintheword
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    perchè una cavolata?
    io l'ho trovato ottimo e interessante.
    e poi un pò di follia è in ognuno di noi, mi correggo una sensibilità accentuata ci permette di mettere nero su bianco emozioni, fantasie, paure, desideri, ci permette di far volare la penna sulla pagina..
    scrivere per me è un modo meraviglioso di trovare me stessa, di mettermi a tu per tu con la mia stessa "follia" e ogni tanto rileggendo, anche io mi chiedo se telefonare ad uno specialista sia assolutamente la scelta giusta.. ahahah
    comunque tornando al racconto, io l'ho trovato davvero interessante, profondo, e strutturato abbastanza bene, escluso qualche errorino che ti hanno già fatto notare.. e scusa la digressione..
    mi permetto di consigliarti di lavorarci perchè l'idea di fondo a me è piaciuta e potrebbe diventare davvero qualcosa di valido.. complimenti..
     
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    CITAZIONE (mayaintheword @ 15/5/2013, 14:51) 
    perchè una cavolata?
    io l'ho trovato ottimo e interessante.
    e poi un pò di follia è in ognuno di noi, mi correggo una sensibilità accentuata ci permette di mettere nero su bianco emozioni, fantasie, paure, desideri, ci permette di far volare la penna sulla pagina..
    scrivere per me è un modo meraviglioso di trovare me stessa, di mettermi a tu per tu con la mia stessa "follia" e ogni tanto rileggendo, anche io mi chiedo se telefonare ad uno specialista sia assolutamente la scelta giusta.. ahahah
    comunque tornando al racconto, io l'ho trovato davvero interessante, profondo, e strutturato abbastanza bene, escluso qualche errorino che ti hanno già fatto notare.. e scusa la digressione..
    mi permetto di consigliarti di lavorarci perchè l'idea di fondo a me è piaciuta e potrebbe diventare davvero qualcosa di valido.. complimenti..

    Grazie :lol: non credevo proprio che potesse piacere... quasi quasi mi concentro anche su questo racconto.
     
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    Prego. ^^
     
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  8. Paolac
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    Questa scheggia mi è piaciuta molto. L'ho trovata ben scritta e mi ha coinvolto moltissimo, quindi non penso che sia una cavolata. Forse, a renderla così interessante è quel senso di "mistero" o meglio "inquietudine" che la avvolge. Anche io ti consiglio di continuare a scrivere, mi piacerebbe leggere un seguito :).
    Ps: Non ho notato errori "gravi", quindi concludo col dirti che sei stato davvero bravo!
     
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    Grazie :ombrell:
     
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    che bella scheggia :woot: ! è un susseguirsi di immagini, e di scene, ti trasporta dentro il racconto, davvero! complimenti.
    secondo me, ti sei svelato un po' sul titolo, perché durante la lettura rimane questo alone di mistero molto coinvolgente, e quindi dal momento che si sa già che quella creatura è la morte, la curiosità diminuisce... non so se hai capito quello che voglio dirti :huh:
    ma se lasci quello che c'è, va già bene così :D !
     
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    Sono contento che ti sia piaciuta :lol:

    CITAZIONE
    ti sei svelato un po' sul titolo

    Veramente quando l'ho scritta ero partito con l'idea di non continuarlo, per questo ho messo quel titolo, ma dato che sta piacendo così tanto...

    Domattina vada di nuovo a correre, chissà che non mi ritorni l'ispirazione.
     
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    La corsa ha dato i suoi frutti:

    Restai lì, fermo, guardando le mie lacrime cadere al suolo.
    "Non lasciarmi." Implorai.
    Ma quella preghiera andò a vuoto.
    A poco a poco, sentii sussurri intorno a me.
    Ma non me ne importava.
    Le persone che prima avevo sperato di incontrare, quelle che consideravo la mia salvezza, comparvero proprio quando non me ne importava più nulla
    Ignorai le loro parole, le loro domande, evitai di alzare la testa per non dover incrociare i loro occhi.
    Desideravo solo i suoi.
    "Dove sei?" Domandai all'asfalto.
    Degli uomini vestiti di bianco mi portarono a forza su un mezzo di trasporto, io mi lasciai trascinare come un cadavere.
    Tutto il mio essere era solo per lei.
    "Dove sei?"
    Non saprei dirvi quanto tempo viaggiai su quel veicolo in compagnia di quegli uomini bianchi, tuttavia ero ben conscio di dove mi stavano portando.
    "Dove sei?"
    Capii che arrivammo a destinazione dalla brusca frenata del mezzo, gli uomini bianchi mi presero per le braccia e mi portarono dentro quell'edificio.
    "Ti prego, non abbandonarmi."
    Mi misero davanti ad un altro uomo bianco, vedendomi in quelle condizioni scosse la testa e diede l'ordine di riportarmi nella mia stanza, o, come la chiamavo io, nel mio mondo grigio.
    Dopo che fui chiuso lì dentro, sentii gli uomini che mi avevano condotto sfogliare dei fogli e sussurrare qualcosa.
    Non ebbi bisogno di mettermi a origliare, sapevo benissimo quello che stavano dicendo.
    «È lui?»
    «Sì, é l'assassino.»
    «Ma sulla scheda...»
    «Sì, lo so quanti anni ha.»
    «Quindi...»
    «Sì, l'ha proprio fatto.»
    «Perché é qui allora?»
    «Beh... é un caso particolare.»
    «E quei segni sul braccio?»
    «Ha tentato di togliersi la vita molte volte.»
    I battiti del mio cuore erano lenti, ognuno di essi mi dava i brividi, sentivo freddo.
    Il mondo grigio era esattamente come l'avevo lasciato, vuoto, se non per un giaciglio di legno.
    Mi ci sedetti sopra, avevo i brividi lungo la schiena.
    "Dove sei?"
    Portai le gambe al petto e ricominciai a piangere silenziosamente, anche se, dentro di me, mi sentivo vuoto a causa di quel bacio.
    "Dove sei?" Dissi singhiozzando.
    La paura cominciava a ricrearsi dal profondo del mio essere, affamata della mia sofferenza metteva radici nella mia anima così da potermi distruggere.
    Mi stava divorando da dentro, avevo freddo, tanto freddo.
    "Dove sei?"
    Sentii un peso dietro di me, un peso freddo, costante, un peso che io stesso avevo desiderato.
    «Sono qui.» Disse lei.
    La paura svanì all'istante.

    Edited by The Aster - 17/5/2013, 23:01
     
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    ciao, ho letto anche il secondo pezzo :D !
    è davvero molto bello :woot: !
    prima di tutto mi è piaciuta quella continua domanda "dove sei?" :D , non lo so ma la sua frequenza costante mi ha colpito *____*, fa un certo effetto :D !

    CITAZIONE
    «Sì, é l'assassino.»

    quindi ha ucciso qualcuno... :unsure:

    CITAZIONE
    «Ma sulla scheda...»
    «Sì, lo so quanti anni ha.»

    ma quanti anni ha il protagonista :huh: ? immagino che sia giovane, vista la sorpresa dei "uomini vestiti di bianco"

    CITAZIONE
    «Ha tentato di togliersi la vita molte volte.»

    questo spiega l'invocazione della morte, nella prima parte ;)

    spero che continuerai presto :)
     
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    Felice che ti sia piaciuta :lol:
     
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    altra corsa, altra ispirazione.

    Da sempre il mondo grigio mi era stato avverso.
    Però...
    Le pareti, il pavimento, il soffitto, il lucernario e il letto, questo componeva quel mondo.
    Però...
    Tutto era un unico colore, un tono triste, schiacciante, un incubo.
    Però...
    La luce non era ammessa nel mondo grigio.
    Però...
    Il dolce soffio del vento non era permesso nel mondo grigio.
    Però...
    I sogni non erano permessi nel mondo grigio.
    Però... con lei seduta sul letto e la mia testa supina sulle sua bianche gambe, io...
    "Mi sento... vuoto."
    Dal momento della sua comparsa, lei non proferì parola.
    "È qui con me."
    Mi accarezzava lentamente il volto, come quando lo si fa con un cane.
    "È qui con me."
    Non potei fare a mano di lei, le strinsi la vesta nera talmente forte che avevo timore di strappargliela.
    "È qui con me."
    Le sue carezze erano fredde, ma al contempo mi facevano avvampare dentro.
    "È qui con me."
    La mia anima era in estasi ad ogni suo tocco.
    Paura, terrore, sofferenza, non erano che ricordi arcaici.
    «Resterai con me per sempre?» Le domandai.
    «Non esiste l'eternità.» Rispose
    Pensai che quelle parole facessero ritornare i miei ricordi arcaici, ma mi sbagliavo.
    «Tuttavia...» Disse lei. «.... resterò con te tutto il tempo che vivrai.»

    Edited by The Aster - 20/5/2013, 22:12
     
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