Revisione Libro della Notte

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    Allora Felix aveva già editato un pezzo del libro!

    Noi cominciamo da dove lui aveva lasciato, cioè da questo pezzo:

    La notte fu calma e rischiarata dalle altre stelle, che espressero tutto il loro bagliore.
    <<merda... merda, merda! Jared!>>
    Jared mormorò un lamento. Scosse la testa e si coprì il volto con una mano. Era già mattina?
    <<jared!>> ripeté la voce, con una nota di panico.
    Jared, ancora assonnato guardò nella direzione della voce.
    Rejka era lì... inginocchiata dinanzi a un laghetto dall'acqua purissima, che si stava specchiando.
    <<che ti prende?>> chiese il ragazzo, ma non ebbe alcuna risposta. Così scese dalla sua postazione, si avvicinò lentamente all'amica e le porse una mano sulla spalla.
    <<rejka... stai bene?>>
    <<no. Guarda il mio volto!>> e lentamente si girò verso di lui. Il suo viso, il suo corpo... era piena di strane macchie viola.
    <<che ti è successo?>>
    <<ricordi quell'insetto viola di ieri sera? Bhè si trattava di una Venoscia! E' molto velenoso e mi ha punto con uno dei suoi aculei!>> le mani della ragazza tremavano.
    <<ma allora che aspetti? Torniamo indietro! Uras ti saprà curare!>>
    <<no... non c'è abbastanza tempo. Sono quasi paralizzata, e in meno di due, forse tre ore sarò morta!>>
    Ci furono attimi di silenzio. Fu Jared a spezzarlo.
    <<non... non puoi morire! Deve esserci qualcosa che ti possa salvare!>>
    <<c'è un fiore bianco con dei riflessi glicine. Cresce in questa foresta, si chiama "Irenia"; mangiando i suoi petali si hanno ottime possibilità di sopravvivere, ma purtroppo non ne vedo qui in giro... >> nel suo volto era dipinto un sorriso amaro per non essere riuscita nella sua missione.
    Jared si alzò in piedi, si voltò e disse:
    <<non temere. La troverò io!>>
    <<non ci riuscirai mai... mentre tu dormivi l'ho cercata, ma niente. Sono stata colpita come una novellina... volevo trovare quel fiore da sola, senza rivelarti niente... ma ho fallito.>>
    <<io ci riuscirò invece! Troverò quel fiore, e ti salverò. Non dimenticare: mi devi accompagnare da quel vecchio sul monte... >> voltò leggermente il capo per guardare Rejka, <<non vorrai abbandonarmi proprio ora?>> e iniziò a correre disperatamente verso la foresta.
    <<no! Jared, è pericoloso! Non riuscirai a trovarli... Jared!>> urlò, ma il ragazzo non la degnò di alcuna attenzione.
    Non c'era molto tempo: solo poche ore e Rejka sarebbe morta. Doveva trovare quel fiore, costi quel che costi... ma dove?
    Cercò ovunque, ma non trovò nulla che assomigliasse all'Irenia. Ormai in preda allo sconforto, poggiò la testa contro un albero: era sul punto di piangere, in preda al panico, quando sentì un ronzio, lo stesso che sentì il giorno prima.
    Si trattava di una Venoscia.
    <<merda!>>, iniziò a correre alla cieca, ma l'insetto ormai lo aveva puntato, e non intendeva lasciarlo scappare.
    Jared corse finché potè, poi inciampò e cadde. La Venoscia era lì, propio di fronte a lui, minacciosa e decisa ad ucciderlo.
    <<mi vuoi, vero?>>, disse il giovane, ancora con le gambe tremanti.
    Si alzò, prese un grosso ramo che era al suo fianco e minacciosamente lo porse tra lui e l'insetto.
    <<vieni a prendermi... non mi avrai così facilmente!>>
    Si lanciò verso l'insetto agitando la sua arma, ma con estrema facilità il nemico evitò il colpo, portandosi alle sue spalle, e non attese oltre: dalla bocca fece uscire una serie di sottilissimi aculei, ma Jared con un agile balzo verso destra evitò il colpo. Con estrema prontezza di riflessi colpì la Venoscia, che perse stabilità di volo.
    <<adesso non fai più tanto il gradasso, vero insetto schifoso?>>
    Le sue parole erano colme di rabbia, rabbia che usò per colpire ripetutamente l'insetto fino a spaccargli il cranio e a vederlo dissanguato sul terreno. Tirò un sospiro quasi liberatorio, ma fece pochi passi e una fitta gli colpì la gamba: era stato punto anche lui.
    <<questo non ci voleva, cazzo! Ora mi servono 2 Irenie! Spero solo che non sia troppo tardi per Rajka... >>
    Ricominciò la sua ricerca, quando dal cielo caddero improvvisamente 2 fiori bianchi, con dei riflessi glicine: erano proprio quelli che cercava.
    Alzò lo sguardo, ma niente, non c'era niente... chi era stato a darglieli?
    <<sbrigati, o per la tua amica sarà la fine. Sta morendo: le restano non più di trenta minuti.>>
    Era una voce maschile, forte, ma allo stesso tempo rassicurante.
    Jared si voltò e vide la figura di un ragazzo alto e magro, con lunghi capelli bianchi sciolti. Aveva gli occhi verdi, e tre lunghi orecchini. Indossava una casacca dalle maniche strappe, nera, di pelle, così come i pantaloni e i guanti privi di ditali. Non sembrava del villaggio di Rejka, ma aveva qualcosa di tenebroso: non gli incuteva paura. Jared sentiva di potersi fidare di lui.
    <<chi sei?>>
    <<il mio nome è Kito.>> disse sorridendo. <<ma ora vai, non vorrai che la tua amica muoia, o sbaglio?>>
    Jared fece qualche passo indietro. Già, la sua priorità era Rejka, non poteva perdere tempo prezioso, nonostante la forte curiosità che provava nei confronti del ragazzo.
    <<non temere, avremo tempo per parlare. Muoviti!>, e scomparve nelle profondità della foresta.
    Jared non perse tempo, si guardò intorno per orientarsi e quando riconobbe la strada corse verso il lago, dove avevano passato la notte.
    Rejka era a terra. Ormai era totalmente viola, e respirava affannosamente.
    Il ragazzo si avvicinò, le alzò il capo e dissie <<vedi? Li ho trovati, ora mangia.>>, e porse i petali dell'Irenia alla bocca della ragazza, la quale li ingoiò silenziosamente. Subito si sentì meglio: il respiro si fece regolare... era salva!
    Jared la sollevò, mettendola in una posizione più comoda, e si allontanò di qualche passo. Mangiò anche lui i petali del fiore, poi si sedette al fianco dell'amica.
    <<jared... >>
    <<sì?>>
    <<sei uno scemo.>>, e appoggiò la sua testa sulla spalla del ragazzo.
    <<lo so!>> ribattè Jared sorridendo.
    <<il mio scemo preferito>>, e così dicendo, la ragazza si addormentò.
    Jared si svegliò poche ore dopo, quando ancora un bellissimo sole torreggiava indisturbato.
    Rejka invece dormiva, custodita fra le braccia del ragazzo. Rimase un attimo a guardarla, carezzandole con delicatezza quei capelli lunghi e lisci.
    Era perso nel suo affetto. Per la prima volta iniziava a guardare Rejka con occhi diversi, con i quali forse avrebbe potuto vedere in modo differente anche il mondo nel quale era costretto a vivere.
    Il cuore iniziò a farsi più svelto. Non sapeva perché, ma sentiva una forte emozione dentro di lui, come se il suo amore si stesse risvegliando dopo un lungo periodo di letargo.
    Poi, sentì un ronzio, leggero, quasi inesistente. Qualche secondo ed ecco che un piccolo parassita con le ali si mostrò ai suoi occhi. Era piccolissimo, poco più di una formica, e batteva talmente veloce le ali che non si riuscivano a scorgere; era di un rosso acceso, e continuava a librare in aria fisso davanti a Jared. Nessuno dei due esseri viventi voleva fare del male all’altro, e questo lo avevano capito.
    L’insetto dava una sensazione di benessere a Jared, anzi, sembrava proprio una sua emozione fatta in carne ed ossa, forse l’a...
    <<è una Vàlmora.>>
    Rejka si staccò dalla presa e si tirò in piedi.
    <<buongiorno.>> disse Jared.
    <<gli piaci.>> rispose Rejka indicando l’insetto. <<le Valmore sono davvero particolari. Si dice che, trasportate dal loro fiuto, riescano a percepire i buoni sentimenti, e... >> ma non finì la frase.
    Il suo viso stava diventando dello stesso colore della Valmora, colmo d’imbarazzo.
    Jared la incentivò: <<e... ?>>
    <<niente, lascia stare. Piuttosto, vogliamo raggiungere questo benedetto monte o preferisci rimanere qui? Abbiamo ancora tanta strada da fare. Su, alzati.>>
    Jared si mise in piedi, allontanando la Valmora che subito si perse di vista.
    <<come ti senti?>>
    <<mai stata meglio. L’Irenia ha un potere così grande... >> affermò mentre si stava vestendo di tutti gli armamenti che aveva lasciato a terra. Il ragazzo raccolse l’arco, e aspettò che Rejka avesse finito di sistemarsi prima di restituirglielo.
    <<perché tu sei piena di armi e io non posso tenere nemmeno un pugnale?>>
    <<perché con la tua goffaggine riusciresti a ferire qualcuno, e per qualcuno intendo io o te.>>
    <<ma andiamo... non sarà mica così difficile avere un coltello tra le mani!>>
    Rejka si arrestò. Lo fissò e disse:
    <<tu sei destinato a grandi cose. Lascia perdere i coltelli.>>
    <<che genere di... grandi cose?>> balbettò Jared, insicuro se voler sapere o no la risposta.
    Rejka all’inizio pareva non voler rispondere, ma quando finì del tutto di armarsi, disse:
    <<andiamo.>>
    Jared sapeva che forse non avrebbe risposto, e quindi la seguì senza discutere.
    Davanti ai loro occhi ergeva una piccola montagna, che sembrava impossibile da raggiungere per la distanza. Un mucchio di nuvole bianche circondavano la vetta, e veemente, il monte Hita era lì che attendeva.
     
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  2. Elros Tar-Minyatur
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    La notte fu calma e rischiarata dalle altre stelle, che espressero tutto il loro bagliore.
    <<merda... Merda, merda! Jared!>>
    Jared mormorò un lamento. Scosse la testa e si coprì il volto con una mano. Era già mattina?
    <<jared!>> ripeté la voce, con una nota di panico.
    Il ragazzo, ancora assonnato, guardò nella direzione della voce.
    Rejka era lì... inginocchiata innanzi a un laghetto dall'acqua purissima, che si stava specchiando.
    <<che ti prende?>> chiese il ragazzo, ma non ebbe alcuna risposta. Così scese dalla sua postazione, si avvicinò lentamente all'amica e le porse una mano sulla spalla.
    <<rejka... Stai bene?>>
    <<no. Guarda il mio volto!>> lentamente Rejka si girò verso di lui. Il suo viso, il suo corpo... Era piena di strane macchie viola.
    <<che ti è successo?>>
    <<ricordi quell'insetto viola di ieri sera? Bhè si trattava di una Venoscia! E' molto velenoso e mi ha punto con uno dei suoi aculei!>> le mani della ragazza tremavano.
    <<ma allora che aspetti? Torniamo indietro! Uras ti saprà curare!>>
    <<no... Non c'è abbastanza tempo. Sono quasi paralizzata, e in meno di due, forse tre ore sarò morta!>>
    Ci furono attimi di silenzio. Fu Jared a spezzarlo.
    <<non... Non puoi morire! Deve esserci qualcosa che ti possa salvare!>>
    <<c'è un fiore bianco con dei riflessi glicine. Cresce in questa foresta, si chiama "Irenia". Mangiando i suoi petali si hanno ottime possibilità di sopravvivere, ma purtroppo non ne vedo qui in giro... >> nel suo volto era dipinto un sorriso amaro per non essere riuscita nella sua missione.
    Jared si alzò in piedi, si voltò e disse:
    <<non temere. Lo troverò io!>>
    <<non ci riuscirai mai... Mentre tu dormivi l'ho cercata, ma niente. Sono stata colpita come una novellina... Volevo trovare quel fiore da sola, senza rivelarti niente... Ma ho fallito.>>
    <<io ci riuscirò invece! Troverò quel fiore, e ti salverò. Non dimenticare: mi devi accompagnare da quel vecchio sul monte... >> voltò leggermente il capo per guardare Rejka, <<non vorrai abbandonarmi proprio ora?>> chiese.
    Rapido iniziò a correre disperatamente verso la foresta.
    <<no! Jared, è pericoloso! Non riuscirai a trovarlo... Jared!>> urlò, ma il ragazzo non la degnò di alcuna attenzione.
    Non c'era molto tempo: solo poche ore e Rejka sarebbe morta. Doveva trovare quel fiore, costi quel che costi... Ma dove?
    Cercò ovunque, tuttavia non trovò nulla che assomigliasse all'Irenia. Ormai in preda allo sconforto, poggiò la testa contro un albero: era sul punto di piangere, in preda al panico, quando sentì un ronzio, lo stesso che sentì il giorno prima.
    Si trattava di una Venoscia.
    <<maledizione!>> iniziò a correre alla cieca, ma l'insetto ormai lo aveva puntato, e non intendeva lasciarlo scappare.
    Jared corse finché potè, poi inciampò e cadde. La Venoscia era lì, propio di fronte a lui, minacciosa e decisa ad ucciderlo.
    <<mi vuoi, vero?>> disse il giovane, ancora con le gambe tremanti.
    Si alzò, prese un grosso ramo che era al suo fianco e minacciosamente lo porse tra lui e l'insetto.
    <<vieni a prendermi, allora! Sappi però che non mi avrai così facilmente!>>
    Si lanciò verso l'insetto agitando la sua arma, ma con estrema facilità il nemico evitò il colpo, portandosi alle sue spalle, e non attese oltre: dalla bocca fece uscire una serie di sottilissimi aculei, ma Jared con un agile balzo verso destra evitò il colpo. Con estrema prontezza di riflessi colpì la Venoscia, che perse stabilità di volo.
    <<adesso non fai più tanto il gradasso, vero insetto schifoso?>>
    Le sue parole erano colme di rabbia, rabbia che usò per colpire ripetutamente l'insetto fino a spaccargli il cranio e a vederlo dissanguato sul terreno. Tirò un sospiro quasi liberatorio, ma fece pochi passi e una fitta gli colpì la gamba: era stato punto anche lui.
    <<questo non ci voleva, diavolo! Ora mi servono 2 Irenie! Spero solo che non sia troppo tardi per Rajka... >>
    Ricominciò la sua ricerca, quando dal cielo caddero improvvisamente 2 fiori bianchi, con dei riflessi glicine: erano proprio quelli che cercava!
    Alzò lo sguardo, ma niente, non c'era niente... Chi, o che cosa, era stato a darglieli?
    <<sbrigati, o per la tua amica sarà la fine. Sta morendo: non resta molto tempo, fa' veloce!>>
    Era una voce maschile, forte, ma allo stesso tempo rassicurante.
    Jared si voltò e vide la figura di un ragazzo alto e magro, con lunghi capelli bianchi sciolti. Aveva gli occhi verdi, e tre lunghi orecchini. Indossava una casacca dalle maniche logore, nera, di pelle, così come i pantaloni e i guanti privi di ditali. Non sembrava del villaggio di Rejka, ma aveva qualcosa di tenebroso: non gli incuteva paura. Jared sentiva di potersi fidare di lui.
    <<chi sei?>>
    <<il mio nome è Kito>> disse sorridendo <<ora però vai, non vorrai che la tua amica muoia, o sbaglio?>>
    Jared fece qualche passo indietro. Già, la sua priorità era Rejka, non poteva perdere tempo prezioso, nonostante la forte curiosità che provava nei confronti del ragazzo.
    <<non temere, avremo tempo per parlare. Muoviti>> quindi, scomparve nelle profondità della foresta.
    Jared non perse tempo, si guardò intorno per orientarsi e quando riconobbe la strada corse verso il lago, dove aveva passato la notte.
    Rejka era a terra. Ormai era totalmente viola, e respirava affannosamente.
    Il ragazzo si avvicinò, le alzò il capo e dissie <<vedi? Li ho trovati, ora mangia>> e porse i petali dell'Irenia alla bocca della ragazza, la quale li ingoiò silenziosamente. Subito si sentì meglio: il respiro si fece regolare... era salva!
    Jared la sollevò, mettendola in una posizione più comoda, e si allontanò di qualche passo. Mangiò anche lui i petali del fiore, poi si sedette al fianco dell'amica.
    <<jared... >>
    <<sì?>>
    <<sei uno scemo>> e appoggiò la sua testa sulla spalla del ragazzo.
    <<lo so>> ribattè Jared sorridendo.
    <<il mio scemo preferito.>>
    Così dicendo, la ragazza si addormentò.
    Jared si svegliò poche ore dopo, quando ancora un bellissimo sole torreggiava indisturbato.
    Rejka invece dormiva, custodita fra le braccia del ragazzo. Rimase un attimo a guardarla, carezzandole con delicatezza quei capelli lunghi e lisci.
    Era perso nel suo affetto. Per la prima volta iniziava a guardare Rejka con occhi diversi, con i quali forse avrebbe potuto vedere in modo differente anche il mondo nel quale era costretto a vivere.
    Il cuore iniziò a farsi più svelto. Non sapeva perché, ma sentiva una forte emozione dentro di lui, come se il suo amore si stesse risvegliando dopo un lungo periodo di letargo.
    Poi, sentì un ronzio, leggero, quasi inesistente. Qualche secondo ed ecco che un piccolo parassita con le ali si mostrò ai suoi occhi. Era piccolissimo, poco più di una formica, e batteva talmente veloce le ali che non si riuscivano a scorgere; era di un rosso acceso, e continuava a librare in aria fisso davanti a Jared. Nessuno dei due esseri viventi voleva fare del male all’altro, e questo lo avevano capito.
    L’insetto dava una sensazione di benessere a Jared, anzi, sembrava proprio una sua emozione fatta in carne ed ossa, forse l’a...
    <<e' una Vàlmora.>>
    Rejka si staccò dalla presa e si tirò in piedi.
    <<buongiorno.>> disse Jared.
    <<gli piaci.>> rispose Rejka indicando l’insetto. <<le Valmore sono davvero particolari. Si dice che, trasportate dal loro fiuto, riescano a percepire i buoni sentimenti, e... >> ma non finì la frase.
    Il suo viso stava diventando dello stesso colore della Valmora, colmo d’imbarazzo.
    Jared la incentivò: <<e... ?>>
    <<niente, lascia stare. Piuttosto, vogliamo raggiungere questo benedetto monte o preferisci rimanere qui? Abbiamo ancora tanta strada da fare. Su, alzati.>>
    Jared si mise in piedi, allontanando la Valmora che subito si perse di vista.
    <<come ti senti?>> la interrogò Jared.
    <<mai stata meglio. L’Irenia ha un potere così grande... >> Affermò mentre si stava vestendo di tutti gli armamenti che aveva lasciato a terra. Il ragazzo raccolse l’arco, e aspettò che Rejka avesse finito di sistemarsi prima di restituirglielo.
    <<perché tu sei piena di armi e io non posso tenere nemmeno un pugnale?>>
    <<perché con la tua goffaggine riusciresti a ferire qualcuno e per qualcuno intendo io o te.>>
    <<ma andiamo... Non sarà mica così difficile avere un coltello tra le mani!>>
    Rejka si arrestò. Lo fissò e disse:
    <<tu sei destinato a grandi cose. Lascia perdere i coltelli.>>
    <<che genere di... Grandi cose?>> balbettò Jared, insicuro se voler sapere o no la risposta.
    Rejka all’inizio pareva non voler rispondere, ma quando finì del tutto di armarsi, disse:
    <<andiamo.>>
    Jared sapeva che forse non avrebbe risposto, quindi la seguì senza discutere.
    Davanti ai loro occhi ergeva una piccola montagna, che sembrava impossibile da raggiungere per la distanza. Un mucchio di nuvole bianche circondavano la vetta.
    il monte Hita era lì che li attendeva.

    Rivista e corretta.
     
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  3. •GABRIEL•
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    Che ne pensi così?

    La notte fu calma e rischiarata dalle altre stelle, che espressero tutto il loro bagliore.
    «Accidentaccio! Jared!»
    Jared mormorò un lamento. Scosse la testa e si coprì il volto con una mano. Era già mattina?
    «Jared!» ripeté la voce, con una nota di panico.
    Il ragazzo, ancora assonnato, guardò nella direzione della voce.
    Rejka era lì, inginocchiata innanzi a un laghetto dall'acqua purissima, che si stava specchiando.
    «Che ti prende?» chiese il ragazzo, ma non ebbe alcuna risposta. Così scese dalla sua postazione, si avvicinò lentamente all'amica e le porse una mano sulla spalla.
    «Rejka... stai bene?»
    «No. Guarda il mio volto!» lentamente Rejka si girò verso di lui. Il suo viso, il suo corpo... Era piena di strane macchie viola.
    «Che ti è successo?»
    «Ricordi quell'insetto viola di ieri sera? Beh, si trattava di una Venoscia! E' molto velenoso e mi ha punto con uno dei suoi aculei!» le mani della ragazza tremavano.
    «Ma allora che aspetti? Torniamo indietro! Uras ti saprà curare!»
    «No... non c'è abbastanza tempo. Sono quasi paralizzata, e in meno di due, forse tre ore sarò morta!»
    Ci furono attimi di silenzio. Fu Jared a spezzarlo.
    «Non... non puoi morire! Deve esserci qualcosa che ti possa salvare!»
    «C'è un fiore bianco con dei riflessi glicine. Cresce in questa foresta, si chiama "Irenia". Mangiando i suoi petali si hanno ottime possibilità di sopravvivere, ma purtroppo non ne vedo qui in giro...» nel suo volto era dipinto un sorriso amaro per non essere riuscita nella sua missione.
    Jared si alzò in piedi, si voltò e disse: «non temere. Lo troverò io!»
    «Non ci riuscirai mai... mentre tu dormivi l'ho cercata, ma niente. Sono stata colpita come una novellina... volevo trovare quel fiore da sola, senza rivelarti niente... ma ho fallito.»
    «Io ci riuscirò invece! Troverò quel fiore e ti salverò. Non dimenticare: mi devi accompagnare da quel vecchio sul monte...» voltò leggermente il capo per guardare Rejka: «non vorrai abbandonarmi proprio ora?» chiese.
    Rapido iniziò a correre disperatamente verso la foresta.
    «No! Jared, è pericoloso! Non riuscirai a trovarlo! Jared!>> urlò, ma il ragazzo non la degnò di alcuna attenzione.
    Non c'era molto tempo: solo poche ore e Rejka sarebbe morta. Doveva trovare quel fiore, costi quel che costi... ma dove?
    Cercò ovunque, tuttavia non trovò nulla che assomigliasse all'Irenia. Ormai in preda allo sconforto, poggiò la testa contro un albero: era sul punto di piangere, in preda al panico, quando sentì un ronzio, lo stesso che sentì il giorno prima.
    Si trattava di una Venoscia.
    «Maledizione!» iniziò a correre alla cieca, ma l'insetto ormai lo aveva puntato e non intendeva lasciarlo scappare.
    Jared corse finché poté, poi inciampò e cadde. La Venoscia era lì, proprio di fronte a lui, minacciosa e decisa ad ucciderlo.
    «Mi vuoi, vero?» disse il giovane, ancora con le gambe tremanti.
    Si alzò, prese un grosso ramo che era al suo fianco e minacciosamente lo porse tra lui e l'insetto.
    «Vieni a prendermi, allora! Sappi però che non mi avrai così facilmente!»
    Si lanciò verso l'insetto agitando la sua arma, ma con estrema facilità il nemico evitò il colpo, portandosi alle sue spalle, e non attese oltre: dalla bocca fece uscire una serie di sottilissimi aculei, ma Jared con un agile balzo verso destra evitò il colpo. Con estrema prontezza di riflessi colpì la Venoscia, che perse stabilità di volo.
    «Adesso non fai più tanto il gradasso, vero insetto schifoso?»
    Le sue parole erano colme di rabbia, rabbia che usò per colpire ripetutamente l'insetto fino a spaccargli il cranio e a vederlo dissanguato sul terreno. Tirò un sospiro quasi liberatorio, ma fece pochi passi e una fitta gli colpì la gamba: era stato punto anche lui.
    «Questo non ci voleva, diavolo! Ora mi servono due Irenie! Spero solo che non sia troppo tardi per Rejka...»
    Ricominciò la sua ricerca, quando dal cielo caddero improvvisamente due fiori bianchi, con dei riflessi glicine: erano proprio quelli che cercava!
    Alzò lo sguardo, ma niente, non c'era niente... chi, o che cosa, era stato a darglieli?
    «Sbrigati, o per la tua amica sarà la fine. Sta morendo: non resta molto tempo, fa’ veloce!»
    Era una voce maschile, forte, ma allo stesso tempo rassicurante.
    Jared si voltò e vide la figura di un ragazzo alto e magro, con lunghi capelli bianchi sciolti. Aveva gli occhi verdi e tre lunghi orecchini. Indossava una casacca dalle maniche logore, nera, di pelle, così come i pantaloni e i guanti privi di ditali. Non sembrava del villaggio di Rejka, ma aveva qualcosa di tenebroso: non gli incuteva paura. Jared sentiva di potersi fidare di lui.
    «Chi sei?»
    «Il mio nome è Kito» disse sorridendo «ora però vai, non vorrai che la tua amica muoia, o sbaglio?»
    Jared fece qualche passo indietro. Già, la sua priorità era Rejka, non poteva perdere tempo prezioso, nonostante la forte curiosità che provava nei confronti del ragazzo.
    «Non temere, avremo tempo per parlare. Muoviti!» quindi, scomparve nelle profondità della foresta.
    Jared non perse tempo, si guardò intorno per orientarsi e, quando riconobbe la strada, corse verso il lago, dove aveva passato la notte.
    Rejka era a terra. Ormai era totalmente viola e respirava affannosamente.
    Il ragazzo si avvicinò, le alzò il capo e disse: «vedi? Li ho trovati! Ora mangia!» e porse i petali dell'Irenia alla bocca della ragazza, la quale li ingoiò silenziosamente. Subito si sentì meglio: il respiro si fece regolare... era salva!
    Jared la sollevò, mettendola in una posizione più comoda e si allontanò di qualche passo. Mangiò anche lui i petali del fiore, poi si sedette al fianco dell'amica.
    «Jared...»
    «Sì?»
    «Sei uno scemo!» e appoggiò la sua testa sulla spalla del ragazzo.
    «Lo so!» ribatté Jared sorridendo.
    «Il mio scemo preferito.»
    Così dicendo, la ragazza si addormentò.
    Jared si svegliò poche ore dopo, quando ancora un bellissimo sole torreggiava indisturbato.
    Rejka invece dormiva, custodita fra le braccia del ragazzo. Rimase un attimo a guardarla, carezzandole con delicatezza quei capelli lunghi e lisci.
    Era perso nel suo affetto. Per la prima volta iniziava a guardare Rejka con occhi diversi, con i quali forse avrebbe potuto vedere in modo differente anche il mondo nel quale era costretto a vivere.
    Il cuore iniziò a farsi più svelto. Non sapeva perché, ma sentiva una forte emozione dentro di lui, come se il suo amore si stesse risvegliando dopo un lungo periodo di letargo.
    Poi, sentì un ronzio, leggero, quasi inesistente. Qualche secondo ed ecco che un piccolo parassita con le ali si mostrò ai suoi occhi. Era piccolissimo, poco più di una formica, e batteva talmente veloce le ali che non si riuscivano a scorgere; era di un rosso acceso, e continuava a librare in aria fisso davanti a Jared. Nessuno dei due esseri viventi voleva fare del male all’altro e questo lo avevano capito.
    L’insetto dava una sensazione di benessere a Jared, anzi, sembrava proprio una sua emozione fatta in carne ed ossa, forse l’a...
    «È una Valmora.»
    Rejka si staccò dalla presa e si tirò in piedi.
    «Buongiorno.» disse Jared.
    «Gli piaci.» rispose Rejka indicando l’insetto. «Le Valmore sono davvero particolari. Si dice che, trasportate dal loro fiuto, riescano a percepire i buoni sentimenti, e...» ma non finì la frase.
    Il suo viso stava diventando dello stesso colore della Valmora, colmo d’imbarazzo.
    Jared la incentivò: «e... ?»
    «Niente, lascia stare. Piuttosto, vogliamo raggiungere questo benedetto monte o preferisci rimanere qui? Abbiamo ancora tanta strada da fare. Su, alzati.»
    Jared si mise in piedi, allontanando la Valmora che subito si perse di vista.
    «Come ti senti?» la interrogò Jared.
    «Mai stata meglio. L’Irenia ha un potere così grande...» Affermò mentre si stava vestendo di tutti gli armamenti che aveva lasciato a terra. Il ragazzo raccolse l’arco, e aspettò che Rejka avesse finito di sistemarsi prima di restituirglielo.
    «Perché tu sei piena di armi e io non posso tenere nemmeno un pugnale?»
    «Perché con la tua goffaggine riusciresti a ferire qualcuno e per qualcuno intendo io o te.»
    «Ma andiamo... non sarà mica così difficile avere un coltello tra le mani!»
    Rejka si arrestò. Lo fissò e disse:
    «Tu sei destinato a grandi cose. Lascia perdere i coltelli.»
    «Che genere di... grandi cose?» balbettò Jared, insicuro se voler sapere o no la risposta.
    Rejka all’inizio pareva non voler rispondere, ma quando finì del tutto di armarsi, disse: «andiamo.»
    Jared sapeva che forse non avrebbe risposto, quindi la seguì senza discutere.
    Davanti ai loro occhi ergeva una piccola montagna, che sembrava impossibile da raggiungere per la distanza. Un mucchio di nuvole bianche circondavano la vetta.
    il monte Hita era lì che li attendeva.

    Edited by •GABRIEL• - 12/11/2012, 22:54
     
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  4. Elros Tar-Minyatur
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    bella!
     
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  5. •GABRIEL•
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    CITAZIONE (Elros Tar-Minyatur @ 10/11/2012, 15:19) 
    bella!

    Grazie... ci trovi degli errori?
     
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  6. Elros Tar-Minyatur
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    Non mi sembra, non ne ho trovato nessuno... Direi che quindi questa parte va bene così :)
    Good Job, Mrs. GAB ;)
     
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  7. •GABRIEL•
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    CITAZIONE (Elros Tar-Minyatur @ 11/11/2012, 12:34) 
    Non mi sembra, non ne ho trovato nessuno... Direi che quindi questa parte va bene così :)
    Good Job, Mrs. GAB ;)

    Grazie mille... Mr. Elros!
     
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    Scusate se faccio la guastafeste, però mi sta sovvenendo un dubbio.
    La storia non è ambientata in epoca recente, giusto? Non ho seguito tanto il progetto, ma mi pare di capire che si tratti di un'ambientazione medievale o qualcosa di simile.
    Non sono così sicura che una ragazza dell'epoca si esprimesse in questi termini:
    CITAZIONE
    La notte fu calma e rischiarata dalle altre stelle, che espressero tutto il loro bagliore.
    «Merda... merda, merda! Jared!»
    Jared mormorò un lamento. Scosse la testa e si coprì il volto con una mano. Era già mattina?
    «Jared!» ripeté la voce, con una nota di panico.
    Il ragazzo, ancora assonnato, guardò nella direzione della voce.
    Rejka era lì, inginocchiata innanzi a un laghetto dall'acqua purissima, che si stava specchiando.

    Suggerirei eventualmente di sostituire quel "merda!" con un'esclamazione meno volgare.
     
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  9. •GABRIEL•
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 12/11/2012, 22:43) 
    Scusate se faccio la guastafeste, però mi sta sovvenendo un dubbio.
    La storia non è ambientata in epoca recente, giusto? Non ho seguito tanto il progetto, ma mi pare di capire che si tratti di un'ambientazione medievale o qualcosa di simile.
    Non sono così sicura che una ragazza dell'epoca si esprimesse in questi termini:
    CITAZIONE
    La notte fu calma e rischiarata dalle altre stelle, che espressero tutto il loro bagliore.
    «Merda... merda, merda! Jared!»
    Jared mormorò un lamento. Scosse la testa e si coprì il volto con una mano. Era già mattina?
    «Jared!» ripeté la voce, con una nota di panico.
    Il ragazzo, ancora assonnato, guardò nella direzione della voce.
    Rejka era lì, inginocchiata innanzi a un laghetto dall'acqua purissima, che si stava specchiando.

    Suggerirei eventualmente di sostituire quel "merda!" con un'esclamazione meno volgare.

    Si, c'avevo pensato... ma effettivamente il ragazzo viene dalla nostra epoca, diciamo che dove ci troviamo adesso è un mondo parallelo... però si, concordo con te sul fatto che sia un'espressione da cambiare... ^_^
     
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    Si, c'avevo pensato... ma effettivamente il ragazzo viene dalla nostra epoca, diciamo che dove ci troviamo adesso è un mondo parallelo... però si, concordo con te sul fatto che sia un'espressione da cambiare...

    Però appunto non è il ragazzo a parlare... Suggerirei "dannazione", o "accidenti", o qualcosa di simile. ^^
     
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  11. •GABRIEL•
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 12/11/2012, 22:48) 
    CITAZIONE
    Si, c'avevo pensato... ma effettivamente il ragazzo viene dalla nostra epoca, diciamo che dove ci troviamo adesso è un mondo parallelo... però si, concordo con te sul fatto che sia un'espressione da cambiare...

    Però appunto non è il ragazzo a parlare... Suggerirei "dannazione", o "accidenti", o qualcosa di simile. ^^

    Si, ci stavo pensando! ^_^ Penso che lo cambierò con "accidentaccio"!
     
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    Ottima idea!
     
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  13. •GABRIEL•
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    Per il resto... come ti sembra?
     
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    Per il resto mi sembra scritto molto bene. ^^
     
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  15. •GABRIEL•
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 12/11/2012, 23:42) 
    Per il resto mi sembra scritto molto bene. ^^

    Bene, domani provvederò a inserire un altro pezzo! ^_^
     
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18 replies since 8/11/2012, 20:38   80 views
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