Sento il bisogno di rompervi le scatole

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  1. Ler.
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    Vi chiedo di soccorrermi ancora una volta con le vostre parole. Ho bisogno di consigli, sebbene sappia già che farò di testa mai - ed è giusto così. Però magari voi potreste farmi scorgere lati della questione - che ora vi spiegherò - ai quali non ho badato.
    Io ho un problema. Tutti gli sventurati che, come me, hanno scelto di studiare spagnolo nella mia stessa università, hanno un problema. Il punto è molto semplice e non mi dilungherò più di tanto nell'esporvelo: la lingua spagnola non esiste. Per meglio dire, non esistono i professori che la insegnino, perciò chi ha scelto di studiarla, non sa, di preciso, che cosa studiare. La lingua spagnola, vista da uno studente di Bèri, è l'ignoto orale tradotto in ignoto scritto. Nulla di più, nulla di meno. Questo perché sono stati - chi? boh! - capaci di radunare tutti gli incompetenti più incompetenti del cosmo in un unico dipartimento. Non ce n'è uno, e dico uno, che sia in grado, anche solo per scherzo, di spiegare una piccola e insignificate regola grammaticale. Va be', sto esagerando. In realtà ce ne sono due: una finisce di lavorare ad aprile - emigra e non posso biasimarla -, l'altro è di letteratura - quindi ha un'importanza relativa. Il resto è feccia. Il resto è un problema al quale si è pensato di ovviare eliminando la lingua spagnola dal corso di studi degli studenti che hanno scelto di immatricolarsi quest'anno. Gli sfigati che si sono immatricolati prima, però, si devono sorbire questi professori imbecilli, che corregono i compiti per metà e con un metro di giudizio molto fantasioso e originale, fino alla laurea, se ci arrivano. E questo è il punto: la laurea. Come arrivarci? Con l'ulcera ma puntuali - forse -, o tranquillamente ma con un anno di ritardo? Mi spiego meglio. Io faccio spagnolo, cerco di fare spagnolo. Ma ho avuto il peggiore degli incompetendi sopracitati, che al posto di spiegare parlava della sua interessantissima vita, di Belen - sì, di Belen - e degli stambecchi (lasciamo stare). Il che significa che io non ho fatto nulla durante tutto l'anno, ho cercato di imparare la lingua in estate (rovinandomela), ma non è servito a niente, poiché gli argomenti erano troppi per essere assimilati tutti in soli due mesi. A questo bisogna aggiungere che io e i professori che sono professori soltanto di titolo, non andiamo per niente d'accordo. Tra me e loro scorre un'idiosincrasia difficilmente superabile. Il mio, oltretutto, è anche un imbecille al quale non interessa ciò che dovrebbe insegnare. Ricordo una cosa che ci disse, quando si presentò in aula per la prima volta - con la bellezza di tre quarti d'ora di ritardo -: A me non importa che voi sappiate le regole, a me importa soltanto che voi sappiate parlare. Che detto in una facoltà di lingue, dove la passione filologica, linguistica e semantica dovrebbe infuocare gli animi di tutti coloro che la frequentano, è alquanto anomalo.
    Insomma, ogni volta che penso a spagnolo penso a lui e alle condizioni disastrose dell'intero dipartimento. E mi viene una rabbia che non potete capire. Ho scelto spagnolo perché mi piaceva, perché consideravo la Spagna, ma soprattutto il Sud-Centro America, paesi estremamente interessanti. Ora come ora, però, non riesco più a sentire una canzone in lingua, né tanto meno a guardarmi un film che sia solamente ambientato in luoghi in cui si parla a quel modo o di registi che appartengono a quei posti.
    Vorrei tanto farmi passare quest'avversione, ma non ci riesco. Non vi spiego il perché, sarebbe troppo lungo (forse chi ha studiato Didattica potrà intuirlo da sé). Però una parte di me sente che superare questo blocco è necessario, perché le vie sono soltanto due: o continuare a studiare spagnolo, cercando di abbattere la barriera che si è innalzata tra me e la lingua, oppure cambiare con dell'altro (serbo, polacco, romeno, anche albanese) ma finire automaticamente fuori corso. Cosa che io non voglio, non mi posso permettere. Quindi la decisione più saggia sarebbe quella di continuare, pur non essendo affatto sicuro che, tenendomi spagnolo, io riesca comunque a laurearmi in tre anni senza sforare. Aggiungo anche che cambiando con qualcosa di più serio eviterei nevrosi, stress e mal di fegato. Ma il punto è che dovrei rimanere un anno in più, pagando il doppio di quello che pago (perché il fuori corso è stupidamente tassato). Non riesco a capire se la tranquillità possa valere questo prezzo.
    Voi che fareste al posto mio?
     
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  2. Tulit-Fert-Feret
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    Secondo me, se a te piace lo spagnolo e ciò che te lo rovina è il professore, dovresti continuare: semplicemente, se è possibile, non frequentare il corso e studia a casa, poi dai l'esame da non frequentate e via.
    A me faceva incazzare da morire il prof di Filosofia del Diritto perché si prendeva un po' troppe libertà nel rivolgersi agli studenti, così l'ho dato da non frequentante ed è andato tutto liscio.
     
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  3. Ler.
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    CITAZIONE
    semplicemente, se è possibile, non frequentare il corso e studia a casa, poi dai l'esame da non frequentate e via.

    È esattamente quello che ho fatto quest'anno, ma non ho avuto buoni risultati. Non ne ho avuti proprio, a dir il vero ç_ç. E il bello è che avevo pure chi mi dava una mano... Sarà che non ce l'ho fatta perché ho provato a studiare tutta la grammatica (tutta, escluso niente: una mole di roba che non immagini neppure) in pochissimo tempo e m'è andato in tilt il cervello. Non so...
     
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  4. Tulit-Fert-Feret
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    Io non faccio lingue, ma se per dire io provassi a studiarmi in pochi giorni Diritto Fallimentare, anche io andrei in tilt (e probabilmente comincerei a mordere le persone gridando BRAAAAIIIINNNSSSS!).

    Non so come siano da te gli appelli, ma prima del prossimo avresti il tempo sufficiente a studiare spagnolo senza maratone di studio, ma in modo più tranquillo?
     
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  5. Ler.
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    Il prossimo è a gennaio, ma se decido di farlo non posso più cambiare lingua perché il termine ultimo per cambiare è a dicembre. Se lo faccio a gennaio e non lo passo, non potrei più cambiarla per davvero: finirei fuori corso di due anni, anziché uno. Insomma, se tento me la devo portare fino alla laurea, 'sta lingua, anche se fallisco miseramente.
     
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  6. Tulit-Fert-Feret
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    Da qui a Gennaio abbiamo: parte di Settembre, Ottobre, Novembre, Dicembre.
    3,2 mesi diciamo.
    Se pensi di riuscire a farcela, con calma, in questi 3,2 mesi secondo me dovresti tentare.
     
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  7. Ler.
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    Non li avevo ancora contati, i mesi. Per qualche strano motivo pensavo fossero di più.
    ... Credo di avere troppa poca autostima per credere di farcela. Ma forse tentare è l'unica. La condanna al quarto anno m'infastidisce un pochino.
     
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  8. Tulit-Fert-Feret
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    L'autostima è come il braccio di un lanciatore di pesi, va allenata puntanto sempre più lontana :saggezzadelgiorno:

    In bocca al lupo!

     
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  9. .wondering
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    Imo non ti conviene cambiare, rischi di perderti di casa come si suol dire, armati invece di pazienza, tanta buona volontà e supera l'ostacolo. Okay, parole a parte, dimentica il prof e supera l'avversione partendo dal vedere il tuo film preferito con l'audio e i sottotitoli in spagnolo, passa quattro mesi magari un pò tristi ma con il pensiero che il dopo sarà... meno triste!


    Suvvia, we believe in you! Ma ovviamente non lasciarti influenzare troppo da noi e decidi tu :)
     
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  10. Ler.
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    Grazie ad entrambi e crepi il lupo ;).
    Cercherò di superare l'avversione. E di non farmi venire un'ulcera, soprattutto -_- .
     
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9 replies since 20/9/2012, 14:33   87 views
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