CAPITOLO II

»Milù Sunshine», Tammar, Sunny Solkeville, Felix White

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  1. Felix White
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    Scusate se ci ho messo tanto, ma la situazione in questa parte della storia era come dire... disastrosa. Il pezzo di Tammar è stato come riscriverlo daccapo, tanti erano gli errori di ogni qualsivoglia genere. In più, ho aggiunto sia per sfizio sia per necessità una piccola parte in più. A voi, cari curatori di questo progetto, la parola [e l'occhio].


    "Non andartene, aspetta!" gridò Jared. La ragazza però era già scomparsa. "Dove sei?" urlò ancora. Iniziò a guardarsi intorno, in cerca dell’unica persona che lo avrebbe potuto aiutare a tornare nel suo mondo ormai lontano come il sole all’orizzonte, ma non vide nessuno.#
    Cominciò a correre. Un tortuoso sentiero si allungava davanti a lui inoltrandosi nella foresta, perdendosi tra le fitte chiome di alberi mai visti prima; Jared decise di avanzare.
    La prima sensazione fu quella di trovarsi in una specie di giungla: c’erano piante pioniere che sembravano infinitamente alte, un fitto intreccio di liane e giovani alberi, echi profondi che si smarrivano come languidi sussurri… Gli incuteva una certa paura, quel luogo.
    “Reika!” chiamava, “Reika!” ma nessuna voce che rispondeva. Jared si sentiva come l’ultimo uomo sulla faccia del pianeta.
    Poi, all’improvviso, uno stridio che sembrava provenire dagli oscuri meandri della foresta lo fece trasalire, e un brivido gli percorse la schiena. La paura prese il sopravvento, lui si voltò di scatto per tornare indietro ma si accorse che il sentiero era completamente ostruito da un impenetrabile intreccio di rovi spinati cresciuti dal nulla.
    Il suo richiamo divenne un grido di soccorso, alla disperata ricerca d’aiuto. Urlò a squarciagola con la speranza che qualcuno lo udisse al più presto, imprigionato in quella che era una gabbia senza alcuna via di fuga. Urlava, urlava, incrollabile, fino a quando la sua voce si strozzò in preda al panico: avvertì qualcosa strisciargli intorno ai piedi e guardando in basso si accorse che una liana gli aveva appena avvolto la caviglia, e in un attimo si ritrovò coi piedi per aria trascinato da una forza sovrumana.
    Non riusciva a credere a quello che stava succedendo; si sforzava con tutto se stesso per farsi sentire da qualcuno mentre si dimenava per cercare di liberarsi da quella morsa demoniaca, ma a stento riusciva a controllare i suoi movimenti. Come una marionetta, il ragazzo era dominato dalle liane che lo muovevano all’interno della foresta, trascinandolo al suolo. Jared pensava che fosse giunta la sua fine, che non sarebbe mai riuscito a tornare a casa, che se avesse acconsentito ad aiutare quello stupido popolo niente di tutto questo sarebbe mai successo; ma proprio quando pensò di stare per esalare l’ultimo respiro, d'un tratto si ritrovò immobile.
    Le gambe gli tremavano, ogni muscolo formicolava e la testa era un caos di sofferenza; per un attimo credette persino di aver sentito qualcuno ridere, un ghigno tetro da far accapponare la pelle. Poi, d’un tratto, le liane ripresero a dominarlo e lo sollevarono, issandolo a testa in giù, e quando finalmente ritrovò la forza per aprire gli occhi vide dinanzi a sé una creatura tanto maestosa quanto infernale che lo squadrava come fosse nient’altro che cibo in scatola.
    "Non... non può essere..."
    Il mostro era immenso, sembrava un fiore abnorme geneticamente modificato dal quale spuntava un numero indefinito di liane che si dimenavano come in possesso di vita propria. Era di tantissimi colori diversi, dal rosa al blu, dal vermiglio all’argento; i versi terrificanti che emetteva contrastavano totalmente con quell’inebriante profumo che obnubilava la mente di ogni presente. Ma la cosa in assoluto più spaventosa e raccapricciante era quella specie di cranio umano spellato che emergeva dalla colonna, intriso di sangue e melma verdastra, con due pietre di onice come occhi che spiccavano sopra delle stranissime ma perfette labbra da cui colava un’inarrestabile fiume di bava.
    Jared stava per svenire. Sentiva la mente allontanarsi sempre di più dal suo controllo, ma quegli occhi atroci che lo fissavano lo mantenevano in qualche modo sveglio. Sapeva che era il fiore la causa di tutto quello scompiglio, sapeva che era lui che lo stava avvicinando sempre di più trasportandolo con le liane.
    Senza quasi rendersene conto, Jared si ritrovò faccia a faccia con il mostro e in quel momento il cranio si ricoprì di una foltissima peluria rosa che doveva essere i capelli. L’aroma s’intensificò, gli occhi divennero più grandi e dalle labbra sembrarono uscire parole che a stento Jared riconobbe:
    “Avvicinati, Jared. Vieni... vieni...»
    Jared era totalmente ipnotizzato. Ormai non tentava neanche più di scappare dalla presa del mostro.
    “Vieni...”
    Pochissimi centimetri separavano il volto deforme del mostro da quello del povero ragazzo. Il gigantesco fiore stava per divorarlo, stava per ucciderlo con un bacio mortale.
    La testa di Jared si era consumata, all’interno. Si era trasformata in un involucro vuoto, un’urna svuotata della sua materia prima da quelle pozzanghere di occhi crogiolati nello sporco del male.
    La creatura diabolica era a un secondo dal trangugiare Jared come uno spuntino: le sorti sembravano decise, la speranza era fuggita a gambe levate nel momento esatto in cui aveva visto il mostro.
    Tuttavia, anziché essere divorato, Jared fu ricoperto da un vomito di sangue e le sue orecchie furono certe di aver udito il canto della morte quando il mostro emise il suo ultimo rantolo: proprio davanti agli occhi del ragazzo, la punta di una freccia spiccava satura del sangue della creatura. Successivamente tutto avvenne con gran velocità: le liane liberarono Jared dalla morsa e il ragazzo ripiombò violentemente a terra; la creatura infernale finì il suo strazio percossa da un’altra freccia che si insinuò in mezzo agli occhi e cadde al suolo, morta, risucchiata dalla voragine dalla quale era uscita.
    L’incubo era finalmente finito, ma Jared era a terra in fin di vita, madido di sangue e bile di mostro. Reika si accostò a lui, lentamente, e tutto ciò che disse fu:
    “Perfetto! Ora dovrò portarlo sulle spalle.”#

    ***



    “Ti ho già detto scusa, vero?”
    Jared faticava a reggere il passo di Reika. La ragazza era riuscita a trasportarlo lontano, in una zona più sicura, non poteva permettersi un altro incontro del genere; quando finalmente aveva raggiunto una spiazzo proprio accanto ad uno strano fiume che conosceva bene, dall’acqua che sembrava vellutata, si era arresa alla spossatezza e aveva deciso di fermarsi a riposare finché Jared non avesse ripreso i sensi. O almeno, questo era il suo piano iniziale: vedendo che quello scansafatiche non ne voleva sapere di svegliarsi, Reika lo aveva delicatamente gettato nel letto del fiume; allora Jared era riuscito a riprendersi subito, sconvolto. Reika, cercando di scherzare, aveva usato la scusa che in questo modo si sarebbe dato una ripulita ma il ragazzo aveva scagliato lo stesso i peggiori improperi verso di lei.
    Ecco perché, in quel momento, Jared si trovava a correre dietro a Reika fradicio dalla testa ai piedi.
    "Uffa, perché non rallenti? Mi dispiace, ti ho detto! Mi sentivo malissimo, non avevi il diritto di comportarti in quel modo! Avanti, fermati, scusa se sono stato troppo brusco ma anche tu non hai dato prova di tanta delicatezza! Mi hai fatto prendere un colpo, e di sicuro mi beccherò qualche brutta malattia. Accidenti, vuoi rallentare?”
    Reika, seria, continuava a camminare insistentemente, ignorandolo.
    “Se non fossi sicuro che mi abbandoneresti qui come un cane avrei anche smesso di seguirti da un pezzo. Reika, ti prego, non ce la faccio più, fermati!”
    Ma Reika sembrava non sentirlo nemmeno.
    “Maledizione, vuoi fermarti stupida pazza indigena!?”
    La stupida pazza indigena si fermò.
    Jared deglutì a secco.
    Reika si girò verso il ragazzo, che per poco non si stupì di rivedere dopo tanto tempo la sua faccia, poi mosse lentamente un piede avanti l’altro.
    “Non ti avevo gettato dentro quel fiume perché sono una pazza, ma perché così avresti potuto guarire più in fretta: quell’acqua deriva da una fonte magica, ha poteri curativi. Possibile che non ti sia accorto di stare improvvisamente meglio? A quest’ora saresti ancora senza forze, a terra, a delirare. Volevo solo scherzare un po’ dopo averti salvato la vita, e scusami tanto se pensavo che anche al tuo mondo piacesse sorridere, ogni tanto.”
    Jared era senza parole. Non immaginava una risposta del genere, non immaginava che fosse successo tutto ciò; effettivamente si sentiva meglio, doveva ammetterlo, solo che il fatto di aver dovuto rincorrere quella ragazza per non smarrirsi di nuovo aveva preso la precedenza e non ci aveva più fatto caso.
    Le parole non sembravano voler uscire, tanto era il suo turbamento.
    “I-io...”
    Jared si sentiva tremendamente in imbarazzo; avrebbe voluto chiederle scusa, avrebbe voluto spiegarle che si era trattato di un malinteso, ma non ci riusciva.
    Intanto l’espressione di Reika si era incupita.
    “Reika, io...”
    "Ssht!" sibilò lei, piantandosi l’indice sulle labbra.
    Jared non capiva. Aveva finalmente trovato quel minimo di coraggio per spiccicare due parole, e adesso lei voleva che lui stesse zitto. Stava per scusarsi, perché mai gli aveva appena fatto cenno di tacere?
    Poi capì.
    In quell'atmosfera quasi spettrale del crepuscolo, sembrava che le iridi verdi della ragazza si stessero restringendo in cerca di una minima percezione di pericolo: ecco spiegato il motivo.
    Jared fece per parlare ma Reika lo batté in velocità: "Un Cleeré!" disse con tono assai meravigliato mentre gli occhi le si illuminavano, indicando un insettino verde smeraldo che le ronzava intorno. “Nel nostro mondo, questi insetti sono messaggeri di speranza e buona ventura. Non ci rivelano se la buona sorte è più vicina al presente o al futuro, ma sono in grado di rincuorare gli animi diffondendo fiducia nell’etere. Non lo senti? Non è bellissimo?”
    L’insetto volava talmente veloce che a stento era possibile riconoscere quell’esile corpicino verde. Svolazzò un altro po’ prima di approcciarsi a Jared che, nel frattempo, era rimasto nuovamente a bocca aperta. Il Cleeré gli ronzò vicino, molto vicino; forse troppo vicino.
    “Ehi!” Jared schiaffeggiò l’aria.
    "Stupido!" Reika schiaffeggiò Jared.
    "Mi voleva pungere! Quella cimice mi voleva pungere!”
    "Che vai dicendo? Non è una cimice e non ti avrebbe mai punto, insensibile umano!"
    “Be’, almeno adesso siamo pari!”
    “Non usare questa scusa per regolare i conti, sia chiaro! Prima o poi me la pagherai per...” Reika non finì la frase, udendo un altro improvviso ronzio, apparentemente diverso.
    Anche Jared lo avvertì, e incerto mugolò:
    “Un’altra cimice?”
    No, non un’altra cimice: nel giro di poco, un insetto di un viola porpora grande quanto un pugno chiuso si stagliava minaccioso davanti alle loro facce.
    “Sono piuttosto sicuro che il messaggio della cimice era più per il futuro, che per il presente. Dico bene?”
    "Scappa!” fu la risposta di getto della ragazza, ormai già dileguata tra gli altissimi padroni della foresta.
    La disperata corsa di Jared ebbe inizio. #

    ***



    «Cadrai prigioniero nelle mani del male, e polvere sarà la tua anima fin quando non sentirai gridare il nome tuo nella bocca dell'eternità...»


    Il ragazzo aprì gli occhi scattando in piedi. Non fu in grado di trattenere un grido di paura; Reika si svegliò subito.
    “Cosa c'è? Che è successo?”
    Erano abbarbicati sulla cima di un albero all'incontro di due robustissime fronde; sopra, una serie di enormi rami che parevano non finire mai.
    La notte regnava incontrastata. Si udivano strani gemiti provenire dai meandri della foresta, ululati, versi disumani, strepitii di foglie secche calpestate da chissà quale belva notturna.
    “Allora? Che ti è preso? Ti ha punto qualcosa?” continuava a domandare Reika, con fine ironia.
    Jared, ancora sconvolto, respirava affannosamente; tornato a sedere con la schiena contro il fusto dell’albero, cercava di riprendere fiato.
    “Niente, scusami. Era solo un incubo.”
    “Cos’hai sognato?”
    “Era...” quelle fatali parole risuonarono nella testa di Jared, e un brivido scivolò sulla sua schiena. “Lascia perdere.”
    “Come vuoi. Basta che urli piano, la prossima volta” concluse Reika mentre tornava a dormire supina.
    “Ma che...” Jared lasciò perdere, non finì la frase. Si riadagiò anche lui per bene prima di chiudere gli occhi.
    I due ragazzi erano riscaldati dal tepore di due coperte che Reika aveva conservato nello zaino da viaggio.
    Jared stava per svuotare di nuovo la mente, cercando di non pensare a quell’incubo, a quelle parole, quando una voce che non si aspettava più di udire lo riscosse.
    “Jared?”
    Lui pensò un attimo se rispondere o no, ma non fece in tempo a scegliere perché Reika continuò:
    “Non dare ascolto alle voci di questa foresta. Possono sgusciare nella tua mente di giorno, di notte, quando meno te l’aspetti. Solo... non ascoltarle. Ci fu un tempo in cui tra questi alberi viveva un uomo malvagio, che vendette la sua anima agli Inferi per commettere i più spietati omicidi. Ma quel tempo è passato, ormai, non c’è più nulla di cui preoccuparsi.
    Jared ascoltò quelle parole domandandosi chi fosse stato quell’uomo, poi però capì che non era un argomento molto piacevole per Reika dal suo tono cupo e amareggiato. Chissà se lei aveva perso qualche amico o famigliare per mano di quell’uomo...
    Jared non rispose. Quando Reika finì di parlare tornò disteso nella sua posizione, e chiuse gli occhi.
    Così, mentre i due ragazzi si addormentavano sprofondando nel regno di Morfeo, un’altra stella nel cielo di Orion stava lentamente scomparendo in un altro tipo di sonno... quello da cui forse non si sarebbe risvegliata più.

    Edited by Felix White - 3/2/2012, 11:11
     
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  2. Lizz*
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    Ok, preparatevi xD!!

    CITAZIONE
    "Non andartene, aspetta!" gridò Jared. La ragazza però era già scomparsa. "Dove sei?" urlò ancora. Iniziò a guardarsi intorno, in cerca dell’unica persona che lo avrebbe potuto aiutare a tornare nella sua realtà ormai lontana il sole all’orizzonte, ma non vide nessuno.#
    Cominciò a correre. Davanti a lui si allungava verso la foresta un sentiero tortuoso, che si perdeva tra le fitte chiome di alberi mai visti prima; decise di avanzare.

    Prima frase in corsivo: non ho proprio capito il senso D:
    Non si capisce il collegamento tra la realtà e il sole all'orizzonte :\

    Seconda frase: forse sarebbe più scorrevole così: " un tortuoso sentiero si allungava verso la foresta davanti a lui ", o " un tortuoso sentiero si allungava davanti a lui inoltrandosi nella foresta".


    CITAZIONE
    La paura prese il sopravvento, lui si voltò di scatto per tornare indietro ma si accorse che il sentiero era completamente ostruito da un impenetrabile intreccio di rovi spinati cresciuti dal nulla.
    Così il suo richiamo divenne un grido di soccorso

    Penso che senza il "Così", iniziando solo con "Il suo richiamo (ecc)" sarebbe ancora meglio :)!

    CITAZIONE
    Come una marionetta, il ragazzo era dominato dalle liane che lo muovevano all’interno della foresta, trascinandolo moribondo al suolo. Jared pensava che fosse giunta la sua fine, che non sarebbe mai riuscito a tornare a casa, che se avesse acconsentito ad aiutare quello stupido popolo niente di tutto questo sarebbe mai successo; ma proprio quando pensò di stare per esalare l’ultimo respiro, si arrestò brutalmente.

    Al posto di "dominato" si potrebbe mettere "controllato"... non so perchè, ma dominato mi fa tanto di sado maso :ph34r: ..!

    Riguardo al "moribondo al suolo" c'è una piccola discrepanza col fatto che prima lo abbiate descritto appeso per aria :\

    E per il "si arrestò" non saprei esattamente cosa suggerirvi, ma qualcosa che lasci intendere che il suo movimento è controllato dalle liane, e non da lui... magari mettendo un "si trovò immobile", o "ebbe finalmente pace", o " le liane smisero di tormentarlo/di muoversi"...?

    CITAZIONE
    da quelle pozzanghere di occhi intrisi nello sporco del male.

    credo sia "intrisi di", piuttosto che "intrisi in" :huh: ...!

    CITAZIONE
    la punta di una freccia vigeva

    Penso che il verbo "vigere" sia usato solo in riferimento alle leggi... non so se ho capito il senso della frase, ma come sinonimo si potrebbe usare qualcosa tipo "spiccava, vibrava, spuntava..."

    CITAZIONE
    “Perfetto! Ora dovrò portarlo sulle spalle.”

    Conclusione grandiosa xD! Anche la descrizione dello stato d'animo di Jared dopo lo sballottamento e quella della pianta erano molto ben fatte! La pianta era particolarmente originale...!

    CITAZIONE
    quando finalmente aveva raggiunto una spiazzo proprio accanto ad un particolare fiume che conosceva bene

    Qui si può togliere "particolare", basta dire che lo conosceva bene :)!

    CITAZIONE
    a riposare finché Jared non avrebbe ripreso i sensi.

    Non vorrei sbagliarmi, ma credo sia "finchè non avesse ripreso i sensi"

    CITAZIONE
    ma il ragazzo aveva invocato lo stesso i peggiori improperi verso di lei.

    Le maledizioni si invocano, gli improperi si scagliano; qui sembra una fusione tra i due xD

    CITAZIONE
    "Un Cleeré!" disse con tono assai meravigliato mentre gli occhi le si illuminarono,

    temo sia "mentre gli occhi le si illuminavano" xD

    CITAZIONE
    un insetto grande quanto un pugno chiuso di un viola porpora si stagliava temibile davanti alle loro facce basite.

    E metterla tipo "un (temibile) insetto di un viola porpora grande quanto un pugno chiuso si stagliava minaccioso davanti alle loro facce"?

    Mi scuso se sono sembrata una perfettina insopportabile... spero solo di esser stata utile xD!
     
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  3. Felix White
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    Una perfettina insopportabile?
    Scherzi?!
    E' proprio questo il lavoro richiesto da ognuno di voi, cosicché possiamo rendere questo documento quanto migliore possibile! Grazie per tutte le segnalazioni, ho apportato ogni modifica!


     
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  4. Lizz*
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    Oh, per fortuna xD! Sono contenta di aver scampato il linciaggio *v*
     
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  5. Neothanos
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    Ok, letto tutto e mi sento magari di darti un consiglio...

    Il combattimento mi è piaciuto, ma forse si potrebbe un attimino migliorare la tempistica degli avvenimenti con degli spazi tra le righe?
    ok sarò io che adoro mettere spazi ovunque XD però magari per far capire di più la concitazione del momento, dell'adrenalina, potresti effettivamente dare delle pause di respiro.

    Termino il post aggiungendo che effettivamente non trovo strettamente necessario questo cambiamento, visto che parlo di gusti personali
     
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  6. Felix White
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    Ciao Neothanos!
    Anzitutto ricordati che il capitolo non l'ho scritto io, bensì i tre utenti che appaiono nel titolo del topic; questo perché mi sono sentito leggermente spaesato leggendo la tua risposta, ma non importa xD
    La questione degli spazi... la condivido, sì.
    Tuttavia mi reputo esente dal produrre un simile tentativo. Io ho già revisionato il testo, l'ho modellato e pulito quanto più ho potuto: il resto dell'operazione, ora, sarebbe nelle vostre mani. Di chi vuole, insomma :)

    Questo per dire che lo scopo del topic è: intervenire quanto più direttamente possibile per contribuire al miglioramento del Libro della Notte, a maggior ragione nella coscienza di chi partecipa al progetto. Ecco tutto.
     
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  7. Neothanos
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    uuuups mea culpa.

    mi cospargo il capo di cenere, successivamente mi lavo con l'aceto e poi mi fustigo con il filo spinato. Per disinfettare, limone e sale. :D
     
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  8. Felix White
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    Non ti preoccupare, anzi: il tuo è comunque un valido consiglio che io sussurro benvolentieri al prossimo volontario di prendere sotto braccio!
     
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  9. Lizz*
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    Sono d'accordo anche io, a proposito di qualche spazio in più :)!
     
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  10. Felix White
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    Aspettando qualche anima impavida...
     
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  11. Felix White
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    Lizz, Neothanos e tutti gli altri, scusate per l'inconveniente ma ho realizzato solo adesso che era meglio concludere aggiungendo quel pezzo, che tra l'altro avevo scritto io ma che ho radicalmente modificato.
    Segnalate pure tutto quel che non vi garba! ^^
     
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  12. Lizz*
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    Figurati ;)
    Ecco qui:

    CITAZIONE
    Erano stanziati sulla cima di un albero all'incontro di due robustissime fronde; sopra, una serie di enormi rami che parevano non finire mai.

    Stanziati proprio non ci sta xD Le truppe sono stanziate dall'esercito... Per loro puoi dire che erano posizionati, abbarbicati, appollaiati, rifugiati... qualcosa del genere!


    CITAZIONE
    strepitii di foglie secche calpestate da chissà qualche belva notturna.

    qui sono sicurissimissima che si dica "chissà quale belva" :)

    CITAZIONE
    tornato a sedere con la schiena contro il busto dell’albero, cercava di riprendere fiato.

    qui forse ci sta meglio "fusto dell'albero", dato che il busto è più quello umano :3
    CITAZIONE
    Stava per svuotare di nuovo la sua mente, Jared, cercando di non pensare a quell’incubo, a quelle parole,

    Qui la postposizione (wooo, che parolone xD!) del verbo rende più difficoltosa la lettura, forse è meglio mettere "Jared" direttamente all'inizio: "Jared stava per svuotare di nuovo la mente, cercando di non pensare..."


    CITAZIONE
    Lui ci pensò su un attimo se rispondere o no, ma non fece nemmeno in tempo a scegliere perché Reika continuò:

    Il "ci pensò sù un attimo" è di troppo nella frase, prova " Lui pensò un attimo se rispondere o no", o "Lui ci pensò sù un attimo, chiedendosi se doveva rispondere o no"


    CITAZIONE
    Ma quel tempo è passato ormai, non c’è più nulla di cui preoccuparsi.

    Qui hai solo dimenticato una virgola :) "Ma quel tempo è passato, ormai"

    CITAZIONE
    Così, mentre i due ragazzi si addormentavano gettandosi verso il regno di Morfeo,

    Il "gettarsi" contrasta un po' con l'immagine dell'addormentarsi xD
    Forse è più adatto il verbo "sprofondare", o "si addormentavano cullati dalle braccia di Morfeo"
     
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  13. Felix White
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    Perfetto!
    Hai ragione, tra refusi ed errori concettuali c'è stato un bel po' di cose da risistemare.
    Grazie ancora una volta per il tuo aiuto!
     
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  14. Lizz*
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    figurati ;)
     
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  15. chiara211299
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    CITAZIONE
    delle stranissime ma perfette labbra da cui colava un’inarrestabile fiume di bava.

    Un inarrestabile non si scrive senza apostrofo?

    CITAZIONE
    Successivamente tutto avvenne con gran velocità: le liane liberarono Jared dalla morsa e il ragazzo ripiombò violentemente a terra;

    Io scriverei così: Le liane liberarono Jared dalla morsa e il ragazzo piombò a terra con gran velocità.

    CITAZIONE
    "Che vai dicendo? Non è una cimice e non ti avrebbe mai punto, insensibile umano!"

    Suona meglio "Che stai dicendo?"

    CITAZIONE
    «Cadrai prigioniero nelle mani del male, e polvere sarà la tua anima fin quando non sentirai gridare il nome tuo nella bocca dell'eternità...»

    é meglio dire il tuo nome, non il nome tuo
     
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14 replies since 21/1/2012, 14:37   186 views
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