The Clinic

Lucciolavagabonda

Posted on 23/12/2011, 15:08

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Titolo Originale: THE CLINIC
Regia: James Rabbitts
Interpreti: Tabrett Bethell, Freya Stafford, Andy Whitfield, Clare Bowen, Sophie Lowe, Adrienne Pickering, Boris Brkic
Durata: h 1.34
Nazionalità: Australia 2010
Genere: horror
Al cinema nel Dicembre 2010
Trama:
Australia, anni '70. Mentre si trova in viaggio nel mezzo del paese col suo fidanzato, Beth si risveglia in una clinica isolata e in preda al peggiore degli incubi che possa avere una madre: suo figlio è stato rapito. Intrappolata in quel luogo e minacciata da un nemico misterioso, Beth dovrà dovrà lottare per mettere insieme tutti i pezzi di quel grande puzzle che è la sua situazione e scoprire i segreti della clinica e come fuggire da quel luogo. Nel farlo scoprirà quanto oltre può spingersi una madre che desidera salvare il proprio figlio.

Recensione difficile per un film che desideravo vedere da molto tempo e si è rivelato per certi versi un po’ deludente.
Mostriamoci ottimisti e procediamo all’inverso:
- scelta perfetta per quanto riguarda l’Attore; :wub:

- il tema è interessante: scoprire qual'è lo scopo che sta alla base della sparizione dei neonati e al progressivo assassinio delle madri da parte di una di loro, costituisce un buon motivo per decidere di non piantare la visione a metà; questo consente allo spettatore di godersi il finale, amaro e tutt’altro che scontato;
- la location, forse volutamente povera, è adatta ad una vicenda totalmente concentrata sull’essenziale.
Procedere “per levare” può anche essere giusto, ma va ad incidere su aspetti importanti:
- i dialoghi sono abbastanza piatti (io li ho seguiti in originale con sottotitoli in spagnolo, ma a parte qualche espressione tradotta in modo un po’ meno forte, la sensazione è quella);
- la dinamica è lenta per la maggior parte del film, il che lo rende un po’ stancante;
- ci sono alcune situazioni decisamente poco credibili, facilmente migliorabili tramite una sceneggiatura più accurata.
Infine (lo ammetto, sono di parte), lo spazio riservato al protagonista maschile è davvero ridotto. :angry:

E questa non l’ho capita: esiste un secondo personaggio a disposizione che può rendere la storia più appetibile sotto tutti i punti di vista, quindi usiamolo. Tra l’altro, mentre lei è confinata in questa clinica degli orrori, lui è libero di muoversi come meglio crede ed è anche un tipo tosto: rappresentare entrambe le situazioni avrebbe consentito di anteporre a quella d’interno, rallentata e claustrofobica, il giusto contrasto d’azione e di solarità. Naturalmente ci sarebbe stato anche l’innegabile vantaggio di creare ulteriori prospettive di sviluppo alla trama.
Mi fermo qui perché non ritengo giusto entrare nei particolari: è sempre una violazione dell’altrui desiderio di farsi sorprendere, anche quando si utilizza a chiare lettere la scritta “Spoiler” (a volte la curiosità è troppo forte).

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The Clinic

(dedicato a Gabriel)