I Dialoghi

Lezione n°5

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  1. ´GABRIEL`
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    I Dialoghi

    In genere i dialoghi sono la cosa che, escluse un paio di scene qua e là, resta più impressa nelle menti degli spettatori. La cosa più importante, a prescindere dal tipo di film che state scrivendo, è che i dialoghi siano realistici. Ma anche ponendo che lo siano, questo non vuol dire che siano buoni. Anzi, spesso si finisce per scrivere scambi di battute incredibilmente ovvi e dialoghi quantomeno zoppicanti. Vediamo quali sono gli errori più comuni che si fanno in questa fase e come si può cercare di correggerli.

    - Il problema maggiore, e la cosa peggiore da fare, è il rischio di essere ridondanti. Cioè di far dire ad un personaggio qualcosa che si è già espresso con le immagini. Anche se in quella situazione una persona reale farebbe esattamente quel commento, in un film la cosa può non funzionare. Sarebbe semplicemente noioso vedere dei personaggi spiegare per filo e per segno una cosa che ci è già stata mostrata in maniera chiara con delle immagini. Bisogna cercare di dare allo spettatore solo la parte interessante della storia.
    - Nella vita reale capita che le persone, parlando, girino intorno ad un argomento prima di affrontarlo. Raramente si dice quello che si pensa veramente, si tende piuttosto a tastare il terreno, a danzare intorno all’argomento, in modo da non fare una sparata fuori luogo. In genere, più una cosa ci interessa più difficilmente ci butteremo a testa bassa sull’argomento. Dovrebbe capitare anche nei film.
    - In situazioni particolari si tende a nascondere i nostri veri sentimenti dicendo esattamente l’opposto di quello che pensiamo. Se tremiamo di paura, tenderemo generalmente a dire che non siamo assolutamente spaventati. Tenderemo a nascondere la verità agli altri, e a noi stessi. In un film i personaggi tendono troppo spesso a non rispecchiare questo aspetto.
    - Spesso, guardando un film, ci capita di sentire una frase che suona molto simile ad una che abbiamo già sentito in un altro film. Se, andando al cinema, vi dovesse capitare di sentire una frase simile ad una che avete scritto in una vostra sceneggiatura... cancellatela subito!
    - Il modo migliore di rendere un dialogo interessante è quello di renderlo più colorito. Non nel senso di riempirlo di parolacce, ma di usare degli esempi, dei paragoni. Questo renderà i vostri dialoghi più frizzanti, più personali.
    - È molto importante curare al massimo ogni singola battuta di dialogo, ogni singola parola. La cosa migliore da fare per rendere più interessanti i vostri dialoghi è quella di rileggerli tutti con attenzione e trovare il modo migliore per dire le stesse cose, il modo più intelligente, più brillante, più arguto, più spiritoso.
    - Ogni persona parla in un modo assolutamente personale. Ognuno ha il proprio vocabolario, le proprie espressioni preferite, il proprio intercalare. Fate in modo che questa varietà si possa ritrovare anche nei dialoghi che scrivete. Facendo finta di non conoscere a memoria la sceneggiatura, potreste coprire i nomi dei personaggi e capire chi sta parlando solamente dal modo in cui si esprime?
    - Se volete avere un dialogo molto ritmato, parlato abbastanza in fretta, non potete scrivere delle battute troppo lunghe. Più le battute sono lunghe più il ritmo della scena sarà lento. Tenete ben presente il numero di parole che usate in ogni battuta, perché ha un’importanza enorme, anche se non esiste un vero e proprio “limite massimo”. Se volete dare al dialogo un ritmo molto sostenuto dovete scrivere dei “botta e risposta”. Spesso conviene anche riprendere, nella risposta, parte della botta: “È un buon poliziotto” - “Adesso è un poliziotto morto”.
    - Un altro modo per controllare il ritmo delle scene di dialogo è quello di far fare qualcosa ai personaggi, mentre parlano. Nella sceneggiatura si darà un accenno all’azione che un personaggio sta compiendo quando si vuole “far prendere fiato” allo spettatore, quando ci vuole un momento di silenzio. I momenti di silenzio sono importanti quanto quelli di conversazione.
    - Date allo spettatore il tempo di capire cos’ha visto, o sentito. Non mettete mai, ad esempio, due battute divertenti una dietro l’altra, perché se il pubblico ride per la prima potrebbe non riuscire a sentire la seconda. Se poi volete dare maggior peso ad una frase fatela seguire da un istante di silenzio, nel quale, ad esempio, l’interlocutore guarda il personaggio con aria sorpresa. Questo darà allo spettatore il tempo per riflettere e la frase gli entrerà bene in testa.
    - Dialogo è sinonimo di conversazione, ma quante volte, in un film, capita di vedere un personaggio che inizia a parlare e per fargli chiudere la bocca bisogna piazzargli una pallottola in fronte? Troppe, decisamente troppe. Nella vita reale le persone fanno conversazione, non fanno discorsi, non tengono conferenze. E le conversazioni sono fatte di scambi di brevi battute. Ricordatevelo.

    Fonte: Alberto Cassani
     
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  2. Fabio Slemer
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    Ah la buona vecchia scuola italiana :D quanti errori che vengono insegnati riguardo le sceneggiature!

    Inizio con lo smontare questo Cassani (leggendo le lezioni che avete qui riportato ha davvero delle concezioni italianissime e poco funzionali).

    L'ultima cosa che deve fare uno sceneggiatore riguardo i dialoghi...è scrivere dialoghi reali!!!!
    Assolutamente evitate i dialoghi reali! Sono la cosa più noiosa e meno funzionale che possa esistere.
    Un dialogo deve invece essere verosimile, che è ben diverso.

    Il dialogo in un film deve adempire a due soli compiti:
    1) Portare avanti la storia (fornire nuove informazioni sulla vicenda)
    2) Approfondire il personaggio (fornire nuove informazioni sulla sua storia o la sua psicologia)

    Sapete perchè un dialogo reale porterà la vostra sceneggiatura verso la parte più bassa della mediocrità?
    Perchè non raggiunge nessuno dei due obbiettivi appena elencati.

    Se si scrive in maniera reale si metteranno un sacco di "ehm" "uhm" e ci si perderà in una marea di botta/risposta che servono solo ad allungare il brodo ma che non dicono niente. Chiaro sintomo di amatorialità.

    Anche il discorso di girare intorno ad un argomento ("Nella vita reale capita che le persone, parlando, girino intorno ad un argomento prima di affrontarlo. Raramente si dice quello che si pensa veramente, si tende piuttosto a tastare il terreno, a danzare intorno all’argomento, in modo da non fare una sparata fuori luogo. In genere, più una cosa ci interessa più difficilmente ci butteremo a testa bassa sull’argomento. Dovrebbe capitare anche nei film.") è assolutamente deleterio in un film!
    Qual'è lo scopo? Annoiare il pubblico o dargli continuamente imput ed informazioni su ciò che sta succedendo sullo schermo?

    Purtroppo la scuola Italiana è rimasta ferma al neorealismo della prima metà del '900. Invece a Hollywood hanno ben capito cosa è efficace oggigiorno e cosa no.

    Scusate ma sto combattendo una mia personale battaglia contro "l'italianità" nel cinema :D specialmente dopo aver studiato a Hollywood.
     
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1 replies since 13/12/2011, 11:59   113 views
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