Sognare.... e poi scrivere?

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    Sognare... e poi scrivere?



    Cari Scrinotti, so che è passato tanto tempo dall'ultima volta in cui è stata aggiornata La Nostra Avventura Letteraria e in effetti dovrei andare a nascondere la testa sotto la sabbia come uno struzzo. Dal momento però che la piega nei capelli è ancora a posto, preferisco tenerli lontani dalla sabbia e piuttosto concentrarmi su un nuovo tema, anche se stavolta non sono le due di notte e non sto facendo nel frattempo cose indicibili in pubblico (ah... comunque, quella volta non era niente di sconcio! ^^), per cui la mia mente dovrebbe essere più propensa alla serietà.

    Veniamo subito al punto: dal titolo, lo ammetto, non si capisce più di tanto (o forse sì, sono io che sottovaluto le vostre capacità di stare dietro ai miei titoli, che tavolta possono essere perfino più sibillini di quelli del mio moderatore preferito XD... beh, no, ai livelli dei titoli di Felix non ci arrivano! ^^), per cui chiudete gli occhi e provate a immaginare quale sia il tema. ù.ù
    No, dai, facciamo sul serio. Avete mai scritto qualcosa che deriva da un vostro sogno? Per intenderci, vi è mai capitato uno di questi due casi:
    > Avete sognato qualcosa e l'avete messo su carta (semmai su Word o su Open Office XD) così come l'avete sognato?
    > Avete preso spunto da un sogno, prendendo qualcosa e infilandolo in qualcosa che stavate scrivendo o che progettavate di scrivere?

    A voi la parola, Scrinotti cari! ^^
     
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  2. Joy883
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    Haha capita a proposito questa discussione :D
    Qualche tempo fa ho fatto un sogno molto strano che mi ha scosso parecchio. Visto che mi ha anche incuriosito l'ho trascritto su carta ( Word ).
    Solo che il sogno è finito a metà quindi non ho la fine e non trovo il tempo di finirlo.
    Invece te? Ti è mai capitata una cosa del genere?
     
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    Personalmente la risposta è sì/no. Ho fatto sogni che mi hanno ispirata, questo è vero. Ho provato a scrivere qualcosa che si ricollegasse a ciò che avevo sognato ma... mai una volta, in casi del genere, sono riuscita a portare a termine l'opera, sempre prontamente cestinata! ^^
     
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  4. Ecate la strega
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    Ame è capitato di fare un sogno, in cui ero in una sala operatoria e i medici mi dicevano di stare tranquilla e - il giorno prima avevo visto un filmato del gioco F.E.A.R 2, dove c'erano diversi ambulatori ecc, gioco molto inquietante- io rispondevo di no, che volevo sapere che cos'era successo e loro mi dicevano che avevo uno spirito nella testa ( e da lì ho preso per creare nefele).
    Da questo sogno ho preso spunto per la storia di A.P.E, dove la protagonista si sveglia, senza ricordare cose le è successo prima, dentro una specie di sala operatoria.
     
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  5. Donnie-Darko
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    Io non trascrivo mai sogni interi, ma spesso mi capiti di inserire alcuni dettagli, o alcune sensazioni nei miei libri :)
     
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  6. cristina67
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    Io vorrei essere fortunata come Stephanie Meyer che in un'intervista ha detto così:

    D: Come le è venuta in mente l'idea di scegliere dei vampiri per una storia d'amore?
    R: Una volta ho sognato un vampiro e fu un sogno così bello che non volerlo dimenticare mi sedetti e scrissi il capitolo 13 di Twilight. E da allora non ho ancora smesso di scrivere sui vampiri.



    E potrei anche esserlo se riuscissi a ricordare i sogni un poco più a lungo appena svegliata. Apro gli occhi ed è tutto scomparso. :angry:
     
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  7. *Ambra*
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    allora avevo capito bene, si mi è successo questo:
    >Avete preso spunto da un sogno, prendendo qualcosa e infilandolo in qualcosa che stavate scrivendo o che progettavate di scrivere?


    lo faccio sempre, tutte le mie storie sono frutto di sogni o desideri, che cerco di rivivere scrivendo
     
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    Io vorrei essere fortunata come Stephanie Meyer che in un'intervista ha detto così:

    D: Come le è venuta in mente l'idea di scegliere dei vampiri per una storia d'amore?
    R: Una volta ho sognato un vampiro e fu un sogno così bello che non volerlo dimenticare mi sedetti e scrissi il capitolo 13 di Twilight. E da allora non ho ancora smesso di scrivere sui vampiri.

    Se mi è permessa una battuta, è un vero peccato che Stephanie Meyer ricordi i propri sogni... :P
     
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  9. cristina67
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    CITAZIONE (M i l ù @ 9/10/2011, 17:39) 
    ...
    Se mi è permessa una battuta, è un vero peccato che Stephanie Meyer ricordi i propri sogni... :P

    :lol: :lol:
     
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  10. Ilaria46
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    Io invidio profondamente chiunque riesca a fare sogni con un minimo di senso, che possano ispirare storie... I miei sogni di solito sono o incubi o scemenze ù_ù O magari sogno di mondi fantastici meravigliosi e al risveglio li dimentico, chissà...
    Dicono che scrivere dei sogni fatti subito, appena svegli, aiuti a ricordarli più facilmente nel tempo... Ma chi ci riesce a scrivere appena sveglio -_-
     
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  11. Miele`
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    Quando ero più piccola mi capitava spessissimo, tanto che alla mattina a scuola invece di prendere appunti mettevo nero su bianco i sogni che facevo!
    Adesso invece, sarà che sono più stanca quando finalmente vado a dormire o sarà che sono cresciuta... mi capita raramente. Magari sono io stessa che per addormentarmi mi metto a pensare a come andare avanti in una storia, e poi mi sveglio con l'idea giusta. Si dice che tante cose che non si risolvono di giorno si risolvono di notte, che questo ne sia la prova?

    :)
     
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    Sogno in modo vividissimo, a colori e con minuzie di dettagli. Come da manuale, i sogni che mi rimangono impressi sono gli incubi. Ma che male c'è? Possono servire per una storia dell'orrore, giusto?
    Mi si stampano nella memoria anche quelli bellissimi, ma ciò che resta è soltanto un pugno di sensazioni.

    A causa di un incubo, credo di sapere cosa si prova in guerra; quel sogno mi cambiò l'esistenza, e da allora vidi la realtà con altri occhi, e potei capire cosa voleva comunicarmi mio padre, quando avevo sei anni e lui edulcorava i racconti delle battaglie in Africa e la prigionia in Jugoslavia.

    Mi trovavo, di notte, al lato di una strada asfaltata, alla luce giallognola dei lampioni antinebbia e, d'improvviso, il mio amico Vanni mi strattonò giù, e mi ritrovai nel fosso adiacente, nell'erba alta.
    «Sta giù e... tieni !» Mi aveva dato un fucile mitragliatore, e in quell'attimo sentii la ragione di quel gesto: qualcuno, dall'altra parte della strada, stava sparando.
    Ma chi sono ?» domandai.
    «Dobbiamo coprirci a vicenda: sparerai tu, e poi io. Non dobbiamo dargli tempo !»
    Capii che non era il momento di fare altre domande e pensai: basterebbe anche un solo proiettile per restarci secco, ammazzato... È pazzesco quanto siamo fragili.
    Lui sparò una raffica sulle ombre che a malapena filtravano attraverso la nebbiolina, come spettri.
    Risposero: una scarica di colpi che sentii sfiorarmi le braccia, da destra e da sinistra. Non pensai affatto: "sono invulnerabile" e sparai anch'io, questa volta dritto in piedi, con l'erba che mi arrivava al mento. Vidi che la strada era sgombra, e non aveva nemmeno la striscia; realizzai che mi trovavo in aperta campagna.
    Gli spari cessarono, e Vanni mi disse che eravamo in guerra, che quelli erano soldati nazisti. Gli dissi: «Di nuovo? Siamo di nuovo in guerra coi tedeschi?» Lui scomparve ed io poi ero dietro la porta sfondata di una cascina, di giorno, nuvoloso. Sul legno restante c'erano fori e schegge penzolanti. Quel posto era deserto, ed io avevo soltanto quel fucile con chissà quanti colpi nel caricatore. Indietreggiai e guadagnai una stalla, deserta, anche quella. Mi arrampicai su una scala a pioli che dava su un palchetto, e trovai una coperta, forse un sacco di iuta, forse un tappeto colmo di polvere. Mi accucciai e tesi l'orecchio. Nulla, nemmeno un fruscio, silenzio assoluto. Pensai: se arrivano fin qui, sono morto.
    Ridiscesi, anzi, no, ero d’incanto ancora davanti alla porta di ingresso, quella sventrata.
    Di nuovo: spari multipli, di cui non sentivo i "bang" di provenienza, ma che impattavano contro tutto, come fossero sassi e ferraglia lanciati con forza.
    Il mio fucile era sparito, e mi rassegnai. Accetterò quel che viene, mi dissi.

    Come forse tutti sanno, gli incubi terminano perché nel cervello abbiamo un "sistema d'allarme" che veglia e scatta inesorabile quando il panico raggiunge il massimo sopportabile (verosimilmente quando i battiti cardiaci raggiungono una frequenza troppo alta).

    il sogno risale a molti anni orsono, ma non so dirvi quanti, e nemmeno com’era quel mio periodo dell’esistenza; forse era del tutto tranquillo. Magari avevo mangiato la classica, micidial-proverbiale peperonata.

    Quindi, la riposta al topic è: sì, un sogno può fornirmi materiale utile, almeno per raccontarvi un... sogno. :)

    Edited by Axum - 13/12/2011, 04:44
     
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    un sogno può fornirmi materiale utile, almeno per raccontarvi un... sogno.

    E' una buona interpretazione anche questa! ;)
     
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  14. Lucciolavagabonda
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    Anche i miei sogni sono molto vividi, a colori e, di norma, li ricordo bene.
    Siccome mi capita di svegliarmi anche una mezza dozzina di volte a notte, possono riferirsi a situazioni molto diverse.
    Di solito riguardano cose lette o viste, in genere il giorno prima e mai più di tre, il tempo che il mio cervello impiega a fare pulizia, archiviando ciò che serve e buttando via il resto.
    Solo in un paio di casi sono riuscita a riprendere il filo tra i due periodi di sonno, proseguendo nella vicenda come per capitoli. Mi è capitato invece che succedesse su distanze maggiori, a volte mesi.
    Con me non funziona assolutamente il sistema di pensare intensamente a quello che vorrei sognare per riuscire a farlo (magari fosse!)
    Ho sogni ricorrenti e, purtroppo, incubi frequenti. Questi ultimi costituiscono in assoluto il miglior materiale da cui traggo storie.
    Se qualcosa mi colpisce, al mattino lo annoto immediatamente: ho una bella lista, tutta di genere horror perché, come dice Axum, ciò che ci spaventa resta maggiormente impresso nella memoria.
    Gli accadimenti del sogno sono uno spunto che il più delle volte uso come corpo principale, ma non è detto: li elaboro molto, spesso al punto da renderli irriconoscibili. Non decido mai a priori quale sarà il finale: viene da sé.
    Da anni accarezzo l'idea di raccoglierli in un libro di racconti brevi , ma "Incubi e deliri" è già stato scritto dal "Re", quindi mi sa tanto che le vendite starebbero a zero. ^_^
     
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    Non decido mai a priori quale sarà il finale: viene da sé.

    Vedo che non sono l'unica a decidere il finale strada facendo! ;)
    Anche se non strettamente in relazione con i sogni. ^^
     
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22 replies since 17/7/2011, 14:31   280 views
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