Scrivere il soggetto

Lezione n°2

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  1. KHAEL
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    Scrivere il soggetto

    Diamo per scontato che alla fine, dopo indicibili sofferenze, siate riusciti ad avere un’idea interessante e avete l’impressione di poterne veramente fare un intero film, perché avete anche delle altre idee su come sorprendere il pubblico ed evitare che si addormenti dalla noia. Prima di mettersi a scrivere la sceneggiatura vera e propria è meglio scrivere la scaletta del film, il soggetto.
    In pratica si tratta di decidere che tipo di persone volete che i vostri personaggi siano, quali sono le loro caratteristiche principali, dove volete che l’azione si svolga e cosa questi personaggi dovranno fare, quali problemi si troveranno ad affrontare.

    Capita spesso di lavorare ad una sceneggiatura insieme ad altre persone.

    L’equazione per cui più teste pensano, più brillante sarà il risultato non è sempre vera, anzi è spesso vero il contrario: può capitare di trovarsi in disaccordo, di avere visioni opposte dello stesso problema, di interpretare in maniera diversa i personaggi. Questo succede soprattutto se non si ha molta familiarità con i propri compagni di lavoro, o se si è abituati a lavorare da soli, in piena libertà.
    Il pericolo maggiore, in questi casi, è quello di cercare di imporre sempre le proprie idee, perché a questo punto anche gli altri vorranno fare lo stesso ed il risultato finale sarà una sceneggiatura eterogenea e discontinua.

    Come lo si può evitare? Beh, innanzitutto bisogna entrare nell’ordine di idee che questa volta si fa parte di una squadra e che bisogna giocare con gli altri, insieme agli altri. Bisogna mettersi in testa che anche gli altri possono avere buone idee, e che anche noi possiamo averne di cattive. Potrà capitare che più di una persona pensi di avere l’idea giusta per sviluppare una scena, potrà capitare che entrambe le idee siano valide, ma potrà anche capitare che nessuna di queste lo sia veramente. Una cosa molo utile da fare quando si scrive in gruppo è porsi tutte le domande che una scena ci suggerisce, questo perché ognuno potrebbe avere dei dubbi diversi da quelli degli altri sull’effettiva efficacia di una scena. Portare all’attenzione degli altri questi dubbi aiuterà senz’altro a trovare la soluzione per i problemi che nascono mano a mano che si scrive. La regola fondamentale dello scrivere in gruppo ve l’ho già detta: bisogna essere un giocatore di squadra.

    Anche se la cosa appare contestabile il modo migliore per dare un buon ritmo alla storia è dividere lo sviluppo dell’azione in tre parti, in tre capitoli:

    - un’introduzione, in cui vengono presentati i personaggi principali, in cui si fa capire come e dove vivono e si inizia a presentare il problema che dovranno affrontare nel corso del film;
    - una parte centrale dell’intreccio, in cui questo problema si sviluppa, sconvolgendo la vita dei personaggi. In pratica è il momento di sviluppare la vostra “grande idea”;
    - un finale, in cui i personaggi risolvono (o forse no) la situazione in cui si erano venuti a trovare e si concludono anche le sottotrame, le idee secondarie che avevate inserito nel film.

    Soprattutto siate ben sicuri di avere qualche idea interessante per ognuno di questi capitoli e di avere un deciso cambio di situazione approssimativamente a metà film. Come ho detto questa tecnica appare molto contestabile, ma deriva direttamente dal teatro dell'antica Grecia e se praticamente tutti i film sono scritti seguendo questo procedimento, una sua efficacia dovrà pur averla. Non fatevi troppi problemi, comunque: siamo talmente abituati a vedere e leggere storie strutturate in questo modo che finirete per scrivere il vostro soggetto rispettando questa regola, anche se potreste persino non rendervene conto.

    Se state scrivendo una cosa in piena libertà, un “soggetto originale”, non fatevi problemi a dar libero sfogo alla vostra fantasia. Non chiedetevi se una scena è realizzabile, quando costerebbe o come bisognerebbe costruire il set in cui girarla, non sono problemi vostri. Chiedetevi piuttosto se la scena è plausibile, se è importante all’interno del film, e soprattutto se è interessante. Se avete l’impressione che serva solo per allungare il brodo, mettetela da parte e sperate di non averne bisogno. Non buttatela via, però, perché potreste averne bisogno: nello sviluppo della sceneggiatura, infatti, potreste decidere di cambiare un po’ la storia e finire per avere bisogno proprio di quel tipo di scena.

    Quello che avete in mano a questo punto è più o meno la trama del film. È molto importante che la storia possa realmente interessare chi legge, e che possa anche interessare lo spettatore tipo, deve succedere qualcosa che valga la pena di narrare in un film. Ora immaginate di parlare con dei vostri amici di ciò che avete appena scritto. Sarebbero interessati? Vorrebbero saperne di più? Vorrebbero leggere la sceneggiatura? Siate onesti con voi stessi, mentire a questo punto sarebbe come mentire scrivendo sul vostro diario.

    Se la vostra storia ha la possibilità di interessare qualcun altro al di fuori di voi e di vostra mamma potete iniziare seriamente a dar vita ai vostri personaggi. A questo punto del lavoro dovete occuparvi solo del vostro protagonista, ed eventualmente di un personaggio non protagonista che è comunque molto importante nell’economia del film, in genere il “cattivo” di turno. Gli altri li “disegnerete” man mano che faranno la loro apparizione nella storia. Iniziate col fare una lista di tutto ciò che il pubblico ha bisogno di sapere sul vostro protagonista, sottolineate le cose che il pubblico deve sapere subito, ed infine fate una lista di quello che non volete dire al pubblico, ma che comunque condizionerà la psicologia, e quindi le azioni, del vostro protagonista. Fate in modo di avere bene in mente le sue abitudini, i posti dove gli piace andare, il suo modo di parlare, il tipo di persone che gli piace frequentare. Quando avete messo su carta tutte queste cose e siete sempre convinti di quello che volete far fare ai personaggi, siete pronti per iniziare a scrivere la sceneggiatura.


    Fonte: Alberto Cassani
     
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    Questo mi ricorda un problema di cui ho già parlato nel forum. La cosa più difficile per me è presentare in maniera adeguata e giusta il protagonista nella parte iniziale. Ho sempre questo cruccio. Ma magari sono io che mi faccio queste problematiche mentali XD

    Domanda: dove le trovi queste "lezioni" di Cassani?
     
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  3. KHAEL
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    Beh, mi è stato dato un file da un amico, quando stavo scrivendo la mia di sceneggiatura, e quindi ho pensato bene di riportare punto per punto, e quindi discuterlo.
     
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    Beh, la mia (in)esperienza non mi permette di dare giudizi su ciò che scrive questo tipo. Posso dire, comunque, che in linea generale mi trova d'accordo. Tutto sta nel suscitare interesse. Per questo, dico, bisogna fare attenzione alla parte iniziale, non bisogna nè eccedere con le presentazioni nè rischiare di mostrare troppo poco. E' la mia ossessione XD
     
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  5. Deitra
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    Grazie mille Khael anche per questo nuovo capitolo.
    Heat la parte iniziale anche secondo me è la più difficile, è quella che mi ha fatto perdere più tempo.
    Per la presentazione del protagonista... non mi piacciono le presentazioni dei personaggi create a mo di "lista della spesa". Non le sopporto. Sarà un problema mioXD
     
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    CITAZIONE (Deitra @ 1/6/2011, 16:18) 
    Grazie mille Khael anche per questo nuovo capitolo.
    Heat la parte iniziale anche secondo me è la più difficile, è quella che mi ha fatto perdere più tempo.
    Per la presentazione del protagonista... non mi piacciono le presentazioni dei personaggi create a mo di "lista della spesa". Non le sopporto. Sarà un problema mioXD

    No, vedi. Non è quello il problema. Nella sceneggiatura a volte ci vuole la lista della spesa per le descrizioni, proprio perchè andranno ad essere rappresentate sotto forma di immagine, che immagino sarà compito del regista.
    Io mi riferisco più che altro al ruolo del protagonista (alla sua personalità), che deve essere chiaro fin da subito allo spettatore. La prima apparizione conta moltissimo. Non voglio che si crei nel pubblico un'aspettativa sbagliata, che ovviamente sarà delusa nel corso della storia, creando confusione in chi guarda. Per questo è un'operazione molto delicata.

    Edited by Heat_90 - 2/6/2011, 11:44
     
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    Quel che ha scritto Cassani a riguardo delle fasi è estremamente preciso. Ma è stato frettoloso, non ha sottolineato gli aspetti più importanti di un soggetto, ovvero ciò che deve, minuziosamente, contenere:
    - Esplicitazione del luogo (se reale, occorre documentarsi ultra-minuziosamente, su tutto)
    - epoca (se si tratta di fatti storici: vedi sopra)
    - genere (storico, politico, giallo, noir, rosa, poliziesco, fantasy, sociale, fantapolitico, fantascientifico, esoterico, trascendentale, religioso, criminalità organizzata, comico, commedia, guerra, catastrofico, spionaggio, drammatico, avventura, biografico, medicina...)
    - descrizione degli eventi, ma non nei dettagli (quelli vanno nella sceneggiatura).
    - nessuna narrazione: esposizione filata dei fatti, niente tratti romanzati e, men che meno "giudizi personali", né commenti di parte o quant'altro esuli dal mostrare le immagini in modo diretto e del tutto neutro. Pensare per immagini, per mostrare, non per narrare né per per descrivere.
    - Tempo verbale: presente, indicativo, in terza singolare (si scrive come se i fatti stessero accadendo in quel momento)
    - Modalità della scrittura: pulita, filante, leggera, senza fronzoli né dilungamenti.
    - Lunghezza del testo: in base al punto precedente, un soggetto non dovrebbe superare le 20 cartelle editoriali.
    - Cronologia: la scrittura dovrà risultare minuziosamente consequenziale, senza "note" né rimandi. Men che meno con "balzi temporali" tra prima e dopo.
    Entrata dei personaggi: assolutamente consequenziale (le schede servono a noi, per promemoria, non per il soggetto che scriviamo).
    - Intestazione (in alto a sinistra).

    Ora un micro esempio dell'inizio, ovviamente il soggetto è incompleto:

    TITOLO: Annika Hansen
    DURATA: 120 minuti
    GENERE: Fantascienza
    AUTORE: Axum

    Anno 2368, Via Lattea, quadrante Delta, spazio profondo.
    Il borg: Axum è nella macchina di rigenerazione, immobile, in piedi. È incosciente, non dorme né sogna: i borg sono ex umani trasformati in ibridi macchina-uomo. Il ciclo di rigenerazione termina: Axum apre gli occhi, si scollega dalla macchina e avanza con andatura da automa lungo i corridoi del Cubo, la nave spaziale dell'equipaggo dei borg-droni. Si avvia verso l'alloggio della regina Borg, si arresta: un'esplosione a poppa richiama il drone attraverso la coscienza collettiva a cui è interconnesso: i droni borg comunicano tra loro come fanno i computer; ascoltano le voci di tutti gli altri borg contemporaneamente. Il messaggio corale lo richiama nella sezione di poppa in cui scopre, visionando il monitor di una console, che è in atto un attacco alieno. È allarme critico in tutta la nave. Axum impugna l'arma e la seleziona in modalità disintegrazione. Scorge un'ampia falla sullo scafo del Cubo; può vedere lo spazio profondo. Indossa il respiratore di emergenza e magnetizza gli stivali al suolo. È calamitato al metallo del pavimento ma la fuoriuscita violenta dell'aria lo attira con forza verso lo spazio. Il borg: Sette di Nove, il cui nome da umana è: Annika Hansen, lo afferra e lo riporta in posizione verticale.
    L'astronave nemica continua a fare fuoco, e...

    AxumFantascientificissimo :D
     
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  8. ShellyRhyme
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    Non so se posso intromettermi dato che si tratta di una lezione :) Comunque volevo specificare che nel soggetto è fondamentale inserire tutto il film, e per tutto intendo comprensivo di colpi di scena e finale.
    Ho avuto esperienza con molti giocavi sceneggiatori che, durante la presentazione della loro sceneggiatura, convinti di far cosa gradita e geniale, evitavano di descrivere minuziosamente tutte le sfaccettature del film riservandosi colpi di scena e finale con fare "furbo".
    Non funziona così: tu mi stai presentando un prodotto e di quel prodotto, io che analizzo ed eventualmente acquisto, devo sapere tutto.
    Quelle frasi da "Qui ci sarà un colpo di scena che non vi svelo" oppure "E il finale poi vederete che meraviglia" sono assurde e poco professionali.
    Terminato il soggetto, poi, si parte con il trattamento ovvero la stesura in prosa del soggetto stesso, rendendolo più articolato, completo, con tutte le scene in sequenza e finale.
    Il soggetto, d norma, non dovrebbe superare la pagina e mezza, massimo due, il trattamento, invece, almeno le sei pagine.
    Infine, prima di partire con la stesura effettiva della sceneggiatura, chi come me è della cosiddetta "Scuola Vogler" organizzerà uno schema della propria storia plasmato sul "Viaggio dell'eroe" in modo da avere a colpo d'occhio chiari e cristallini tutti gli step della propria storia.

    Solo dopo aver affrontato tutto questo è possibile cominciare con la vera e propria stesura :)
     
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  9. Fabio Slemer
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    Non so che tipo di file fosse quello dal quale arrivano queste lezioni di Cassani, se un capitolo di un corso o se appunti, però è parecchio incompleto.

    Si sofferma tanto sulle tre unità Aristoteliche, ed è giustissimo per carità, ma manca completamente la spiegazione dello scopo di un soggetto. Axum giustamente lo aveva fatto notare ed è intervenuto prontamente, anche se quello che ha riportato non è il soggetto del film (o della storia) ma il riassunto di una scena del film :)

    Giusto l'avvertimento a non "fare i furbi" ed a non omettere dettagli importanti di ShellyRhyme ;)

    La lunghezza del soggetto varia in base all'insegnante che te ne parla, ma a Hollywood lo chiedono tra le 3 e le 4 pagine, il trattamento 30.

    Per completare il discorso di ShellyRhyme la sequenza estesa dei passaggi per arrivare ad una sceneggiatura sarebbe:

    1. Idea
    2. Story Line
    3. Soggetto
    4. Scaletta per Punti
    5. Trattamento
    6. Scaletta per Scene
    7. Sceneggiatura
     
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8 replies since 1/6/2011, 13:49   291 views
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