Battaglia contro l'Oscura Legione

In onore di Mutant Chronicles

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  1. Paiton
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    Il quartiere disabitato ?

    Xavier si picchietta la fronte, non riesce a capire se sta sognando, poi si massaggia le tempie con indice e medio.
    “Come ti senti ufficiale? Sei pronto per prendere in mano l’artiglieria pesante?” Chiede Winz con tono rassicurante.
    “E’ come se mi trovassi in un brutto sogno, e non riuscissi a svegliarmi del tutto. Sento un nodo alla gola e mi duole il cuore, come se avessi appena smesso di correre dopo molti chilometri percorsi”
    “Questo non è un buon segno.” Afferma Renè cercando di intercettare lo sguardo vacuo del soldato.
    “E’ importante che tu ci dica cos’hai visto, sembra proprio che un Nefarita abbia provato a collegarsi alla tua mente” Renè si accarezza la barba canuta con il pollice e l’indice, molte volte, attendendo la risposta.
    “Ho sentito un forte mal di testa, è stato come se uno spillo penetrasse il mio cranio… un dolore incredibile ha pervaso la mia mente e successivamente anche il mio corpo…”
    Il Soldato alza la testa e poi l’abbassa, lentamente, per più volte, chiudendo gli occhi.
    “E’ stata una sensazione breve, ma prima di svenire mi è sembrato che i pensieri si muovessero a destra e a sinistra. Come se una mano stesse rovistando tra i miei ricordi”
    “Sergente Winz, è un Nefarita; non sa quante volte ho sentito descrizioni esattamente uguali a questa” Renè, visibilmente preoccupato continua a guidare.
    “Un’altra cosa ho visto, forse era solamente un sogno ma sembrava parecchio reale”
    “Dicci soldato! Non esitare!”
    “Camminavo nella serra di Urilak, poi mi spostavo nell’entrata. Mi piazzavo davanti alla porta sulla sinistra e quella si apriva automaticamente, senza far rumore. Allora, in punta di piedi, entravo nella stanza completamente bianca, bianche le pareti, bianche le sedie, bianco il tavolo e bianche le carte da gioco. Tre uomini continuavano a sfidarsi. Sembrava che non esistesse il tempo in quello spazio luminoso e sapevo che loro non mi potevano percepire. Uno degli uomini aveva lunghi capelli bitorzoluti che uscivano da uno strano cappello di rotondeggiante forma colorato di rosso, giallo e verde; costui fumava e rideva in continuazione. Gli altri due erano seri invece, quello con i capelli bianchi e spettinati scrutava le mosse degli altri due e giocava le carte in maniera ponderata… a volte appoggiava la carta sul tavolo, coperta, facendo aspettare i suoi avversari a lungo. L’ultimo uomo aveva un’antica uniforme militare, occhi neri e penetranti, capelli neri e una buffa forma di baffi, presenti solo sotto il naso. Alla fine della partita l’uomo in uniforme si alzava in piedi impettito e urlava – Wer will, muss zu leben kampfen !... – ”
    “Va bene, va bene. Queste immagini sconnesse potrebbero essere solamente il frutto della tua fervida immaginazione. Il problema è il Nefarita, perché si trova in questa zona? ”
    Molti dubbi si accavallavano nella testa di Renè… è un comportamento ambiguo quello del Nefarita; loro non si allontanano mai dal quartier generale e stanno ben protetti dai loro sudditi. Che la guerra sia terminata? Impossibile, il capitano avrebbe dovuto contattarci. È possibile che gli eserciti di una delle altre corporazioni siano entrati nella Cittadella cosicché il signore dell’oscurità sia stato obbligato a lasciare la sua postazione? Difficile a dirsi, ma molto improbabile.
    “Sergente Winz, questa situazione è molto particolare, propongo di continuare la nostra missione e avvicinarci alla Cittadella”
    Renè continua a ponderare… tutte le truppe Imperiali si trovano a San Dorado per proteggere la sede del potere e la loro squadra dovrebbe essere l’unica in missione speciale, o almeno così credeva.
    “Lei è informato sul numero di squadre speciali presenti nella zone al di fuori del centro cittadino di San Dorado?”
    “Che io sappia siamo gli unici, Renè. Ma non si può mai sapere con esattezza, hai molta più esperienza di me per tutto ciò che riguarda la guerra, i segreti e i tradimenti.”
    Il Sergente risponde alla ricetrasmittente.
    “Ei sergente! Ci fermiamo per dormire? Io ho molto sonno e mi capita di mirare male ai bbb…bersagli quando non riposo abb..bastanza”
    “Prenditi una pillola eccitante Cammello… se ci fermiamo adesso, siamo perduti…”
    “Ci siamo persi Signore?”
    Il sergente tira un pugno sul parabrezza iracondo.
    “No deficiente! Sappiamo benissimo dove siamo!” E chiude la comunicazione.
    Giulia osserva con attenzione il panorama agghiacciante: mentre la squadra entra nella periferia della città i fanali dei mezzi corazzati mostrano piccole case, palazzi devastati e abbandonati. Le abitazioni che non sono crollate presentano una moltitudine di crepe e sono tempestate dai fori di proiettile. Lei inizia a mangiarsi le unghie mentre percepisce, con l'olfatto, l’aria appesantita dall’odore di morte e putrefazione.
    “Per fortuna che ci muoviamo silenziosi come una farfalla con questi camion di ultima generazione” Sussurra il Cammello “sarebbe molto facile cadere in trappola.”
    Giulia si ricorda benissimo il giorno in cui ha conosciuto il sergente, lei era solamente una recluta mentre lui era così sicuro di sé, un giovane così serio e determinato. Era l’istruttore delle esercitazioni di assalto e se n’era innamorata subito, ma lui aveva il cuore occupato: non le era stato facile entrare in contatto con lui nei primi tempi. Poi la sua metà era partita per una lunga missione di salvataggio, e allora Giulia si era fatta avanti. Oggi lui la teneva al sicuro, nel suo camion corazzato, e lei si sentiva protetta ma voleva andarsene il prima possibile. Aveva paura, era angosciata non solo per la sua incolumità ma anche per il destino di Winz. Secondo Giulia il destino di quella missione era già stato scritto, come ogni situazione umana. Tutto è già scritto e la volontà personale di ciascuno può giocare un ruolo quasi ininfluente sullo svolgimento della storia. Fra gli uomini e le donne, quelli che hanno maggior consapevolezza hanno solo l’onere di velocizzare il corso degli eventi, nulla di più. Tuttavia è un peccato che nessuno sapesse ancora leggere nel futuro.

    Si possono udire distintamente i colpi di una mitragliatrice.
    Il capitano apre la portiera del camion, esce all’esterno e vola in alto per capire da dove provengono gli spari. Renè ferma il mezzo e impugna i revolver carichi di proiettili. Anche il Cammello impugna il suo lanciamissili e sale sul tetto della cabina. L’atmosfera è satura di tensione.
    Cammello spara un missile e accusa un forte contraccolpo che lo fa ribaltare all’indietro.
    Pssssssss- BOOOMM!
    Il missile terra-aria si dirige verso la finestra situata al quarto piano di un palazzone e prende dritto sul petto un Razaid appostato nell’oscurità. Il sergente vede tutta la scena, e pensa che per fortuna l’ignorante soldato si è dimenticato di saldare bene i piedi per terra perché una raffica di colpi rimbalzano sul tettuccio del camion, proprio dov’erano accomodati i suoi piedi un attimo prima.
    Il sergente ha localizzato chiaramente la zona da cui sono partiti i proiettili e, come una catapulta, si fionda sul tetto dell’abitazione, dalla parte destra della strada: collidendo contro le gambe dell’avversario gli iperestende le ginocchia all’indietro.
    Il nemico urla di dolore e inizia a sparare all’impazzata, un calcio fa volare la mitragliatrice lontano dalle sue mani e un colpo sordo lo finisce. La Pistola fumante è tra le mani del sergente.
    Tutti sentono la chiamata alla ricetrasmittente “Abbiamo fatto una confusione pazzesca, controlliamo che non ce ne siano altri e piazziamo le due bombe in questa zona”.
    Renè nota un bidone di metallo, sul bordo della strada. Ha un cattivo presentimento, l’imboscata non è sicuramente organizzata da due soli legionari. Prende il bidone, lo sdraia a terra e ci sale sopra. Indossa il visore termico mantenendosi in equilibrio, mentre il bidone cilindrico inizia a muoversi in avanti, in direzione della discesa. Ed ecco che i primi colpi iniziano a partire, un bagliore al primo piano di un palazzo.
    PAM! Renè, mentre muove veloce le gambe per restare in equilibrio, l’ha colpito nuovamente al volto.
    PAM! PAM! PAM! PAM! E altri due legionari che cadono dalle finestre del secondo piano e arrivano sull’asfalto. Nel frattempo i due corpi, lanciati nell’oscurità prendono velocità, tanto che è impossibile fermare la discesa dell’eroe.
    Un gran trambusto nella notte. Ormai Renè non tiene più il conto delle sue vittime. Ma finisce i colpi di tutti i caricatori che si è portato appresso. Un Razaid imponente, con un lanciamissili in spalla è fermo in mezzo alla strada da dieci secondi ormai, ha preso bene la mira: spara una saetta nella sua direzione. Un’esplosione illumina la zona.

    Edited by Paiton - 14/12/2016, 07:00
     
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