Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Ho deciso di non farvi attendere oltre e inserisco anche la parte conclusiva del capitolo. ^^



    Ronnie ricambiò lo sguardo, ma non capiva.
    Yuma fece un profondo respiro, preparandosi a spiegargli come stavano davvero le cose.
    Quando parlò, però, pronunciò soltanto quella che sembrava un’accozzaglia di frasi senza senso: «Io so cosa significano certe situazioni... Heaven non deve vedere nulla di tutto questo, non se lo merita. Presto sarà grande abbastanza per vedere il proprio mondo crollare. Voglio soltanto impedire che vada così anche per lei.»
    Ronnie le puntò gli occhi addosso.
    «Di che cosa stai parlando, Yuma?»
    Era chiaro che le avrebbe fatto una domanda del genere.
    «Non ha importanza» mormorò, pur sapendo che ne aveva eccome. Eppure come poteva parlarne con Ronnie? «Non...»
    «E allora cosa vuoi da me?» la interruppe Ronnie.
    Yuma notò il televisore acceso e glielo indicò.
    «Che ne dici se mia sorella resta qui a guardare la TV mentre noi andiamo a parlare sul balcone?»
    «Come vuoi.» Ronnie non le sembrava molto convinto. «Se credi sia meglio...»
    Heaven non era fanatica della televisione, ma si era già appropriata del telecomando. Mentre premeva il pulsante di accensione, Yuma si diressi verso la portafinestra e Ronnie non poté fare a meno di seguirmi.
    Uscirono sul balcone, sul quale era collocato un piccolo tavolino di plastica attorno al quale stavano delle sedie dello stesso materiale.
    Si sedette e invitò Ronnie a fare lo stesso.
    «Allora?» insisté lui. «Che cosa c’è di così tanto importante che tua sorella non deve sapere?»
    Yuma presi fuori il pacchetto di sigarette che in tasca, se ne accesi una, poi lo passò a Ronnie.
    «Ho deciso di andarmene» lo informò a quel punto.
    «Di... andartene?»
    Ronnie le lanciò un’occhiata perplessa, mentre prendeva a sua volta una sigaretta e l’accendeva.
    «Ecco, sono capitate delle cose che non dovevano capitare» si limitò a dire Yuma. «La presenza di mio padre nella vita di Heaven potrebbe essere dannosa per lei.»
    «E quindi stai pensando di portarti via tua sorella?»
    «Proprio così.»
    Le puntò addosso i suoi occhi stranamente gelidi.
    «Quindi hai intenzione di andartene con la ragazzina, magari senza dire nulla a tuo padre, e pretendi che io ti aiuti?»
    Yuma appoggiò la sigaretta nel posacenere di ceramica appoggiato al tavolino e si alzò in piedi.
    «Non voglio rapire mia sorella, se è questo che ti preoccupa.»
    «Di fatto è quello che stai facendo» insisté Ronnie. «Se te ne vuoi andare, perché non lo fai da sola?»
    «Allora proprio non capisci!» sbottò Yuma. «E meno male che Michel dice sempre che sei uno che ascolta prima di giudicare! Ti ho detto che il problema non riguarda me e mio padre, ma mio padre e mia sorella!»
    «Eppure sei tu a volertene andare» obiettò Ronnie. «Non mi dirai che è stata Heaven a chiederti di portarla via...»
    Prima che aggiungesse altro, Yuma si affrettò a interromperlo: «Heav non mi ha chiesto niente, ma tu non puoi sapere meglio di me che cosa sia bene e che cosa sia male per lei. Non permetterò a mio padre di rovinarla allo stesso modo in cui ha rovinato me. Non vuoi aiutarmi? Non è un problema, ce la farò da sola, come ho fatto finora.» Riprese la sigaretta dal posacenere e aspirò una boccata di fumo. «Potevi essermi utile, se fossi stato disposto a fornirmi il tuo aiuto, ma non pensare di essere indispensabile.»
    «Non pretendo di esserlo.» Ronnie le indicò la sedia. «Avanti, siediti e dimmi cosa posso fare per te.»
    Yuma accettò a malincuore, perché purtroppo, nonostante le sue parole, non aveva molte alternative: Ronnie avrebbe potuto davvero esserle indispensabile.
    «Purtroppo non ho modo di spostarmi» gli spiegò. «Devo raggiungere un posto, ma ho bisogno di qualcuno che possieda un’auto e che abbia la patente.»
    «In pratica mi stai chiedendo un passaggio» dedusse Ronnie.
    Yuma annuì.
    «Proprio così. Mi rendo conto che tu non hai alcun motivo logico per accettare, ma credimi, se non fossi stato la mia unica possibilità non mi sarei mai rivolta a te.»
    Ronnie sorrise.
    «Puoi sempre fare da sola, no?»
    «Beh, sì...» mormorò Yuma.
    «Che c’è? Ora non sembri più tanto convinta.»
    «Non ho speranze» fu costretta ad ammettere.
    La verità era che le serviva la complicità di qualcuno che suo padre non potesse rintracciare facilmente e, dal momento che non sapeva nemmeno dell’esistenza di Ronnie, sperava che le cose potessero andare bene e che non riuscisse a trovarla prima che lei e Heaven potessimo lasciare la città.
    Guardò l’orologio. Probabilmente sarebbe rincasato di lì a un paio d’ore, notando l’assenza sua e di sua sorella.
    La voce di Ronnie la fece sobbalzare.
    «Non hai speranze, eh? Guarda caso, un po’ me lo aspettavo.»
    «Ora voglio sapere una cosa» tagliò corto Yuma, infastidita dal suo sorriso divertito. «Sei disposto a fare qualcosa per me oppure no?»
    «Non lo capisci da sola?» ribatté Ronnie. «Il fatto che io ti abbia fatta entrare in casa e ti stia ancora ascoltando non è significativo?»
    «Può darsi, ma non mi sembri poi così tanto affidabile» rispose Yuma, non senza tono critico. «Non riesco a capire se posso contare su di te oppure no.»
    «È ovvio che puoi contare su di me, ma non devo fare l’errore di pensare che ti sia dovuto. In fondo chi sei tu? Sei soltanto una sconosciuta che ha suonato alla mia porta, nulla di più, io e te ci conosciamo a malapena.»
    Yuma annuì.
    «So perfettamente che io e te ci conosciamo a malapena, e soprattutto non ho mai pensato che qualcosa mi fosse dovuto.»
    «Bene, è già un passo avanti notevole.»
    Yuma lo fulminò con lo sguardo, mentre schiacciava la sigaretta sul posacenere, ma i suoi occhi si addolcirono quasi all’istante. Dopotutto era normale che le parlasse con quel tono: era arrivata all’improvviso e pretendeva che risolvesse i miei problemi, senza preoccuparsi minimamente di che cosa ne pensasse lui in proposito.
    «Ronnie, non te ne pentirai» lo rassicurò. «Non te ne pentirai e ti sarò grata per sempre di quello che potresti fare per me.»
    «Lo spero proprio, di non dovermene pentire. Non voglio essere invischiato in storie che non mi riguardano.»
    «Non accadrà.»
    «Mi fido... ma il fatto che tu voglia rapire tua sorella non mi lascia tranquillo.»
    «Non voglio rapire mia sorella» puntualizzò Yuma per l’ennesima volta. «Semplicemente voglio accompagnarla a casa di mia zia che, quando le avrò spiegato come stanno le cose, farà sicuramente il possibile per aiutarla.»
    Ronnie la guardò, dubbioso.
    «E se non fosse così?»
    «Che intendi dire?»
    «Insomma, dai per scontato che tua zia sia disposta a...»
    Yuma lo interruppe, in tono seccato: «Mia zia farebbe qualunque cosa per onorare la memoria di mia madre.»
    «Ehi, non importa che ti scaldi tanto. Ti credo.»
    «Perfetto. L’unica cosa che devi fare è accompagnarmi da lei. Lo so che ora non mi dirai mai che mi avresti accompagnata perfino in capo al mondo, lo so che non mi dirai mai che era il tuo sogno... ma purtroppo non sempre possiamo realizzare i nostri sogni.»
    Ronnie abbassò lo sguardo.
    «Finalmente qualcuno che la pensa come me.»
    Le sue parole ebbero il potere di sorprendere Yuma.
    «E quali tuoi sogni potrebbero mai essersi infranti?» replicò. «Stando a quanto dice Michel, non c’è niente di oscuro nella tua vita.»
    Ronnie si fece cupo.
    «Ci sono tante cose che Michel non sa.»
    Yuma lo scrutò fino a scoprire una strana ombra sul suo volto.
    «Vuoi dire che...»
    Ronnie la interruppe: «Non c’è niente che voglio dire, se non che ciò che agli altri può apparire perfetto non sempre lo è.»
    Yuma non poté fare a meno di concordare con lui. Era strano, ma per la prima volta nella sua vita le sembrava di avere davanti qualcuno che avrebbe potuto addirittura provare a capirla, se gli avesse parlato di sé. Forse correva il rischio di sbagliarsi, ma esisteva la concreta possibilità che bussare alla porta di Ronnie fosse stata l’azione più sensata che avesse mai compiuto in diciotto anni di vita.

    Edited by »Milù Sunshine» - 24/5/2013, 15:53
     
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