La Morte ed Io

Genere: non ne ho idea.

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  1. The Aster
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    questo pezzo é un po' particolare, deve essere letto attentamente riga per riga, frase per frase. Metto sotto spoiler la canzone che ho usato per il testo, tuttavia, per una migliore lettura, consiglio di leggera prima il testo così com'é e poi rileggerlo un altra volta dopo aver ascoltato la canzone sotto spoiler. Spero vi piaccia, perché tutta l'essenza del racconto, nonché la sua ispirazione, é nata mentre correvo e ascoltavo questa musica.




    Canta per me ne addio

    La sentivo, nonostante fosse lontana, riconobbi quella voce, era lei, e mi stava chiamando. Cominciai a colpire violentemente il portale del mondo grigio affinché mi aprissero, il dolore alle mani era forte ma non riuscivo a smettere di battere i pugni: il suo richiamo era irresistibile.

    quel dolce suono

    Sentii dall'altra parte qualcuno avvicinarsi, sperai che non fosse l'uomo vestito di bianco gentile, non volevo che mi vedesse in quello stato, e non riuscivo a spiegarmi il perché. Quando il portale venne aperto, vidi il volto di un uomo in bianco sconosciuto, scacciai un urlo dalla bocca, come fa un cane quando si mette in posizione d'attacco e spinsi forte l'uomo che, a causa dell'impeto con cui lo colpì, perse l'equilibrio e cadde a terra. Non badai a lui e mi misi a correre fuori dall'edificio, incurante di quelli come me che mi guardarono dalle finestrelle dei loro mondi.

    de' passati giorni

    Uscii all'aperto, il cielo era oscuro, nuvole minacciose si erano accumulate e si preparavano a scatenare la loro furia distruttiva, ma non me ne importava, continuai a correre nonostante le gocce che iniziavano a cadere e i boati dorati il cui suono ricordava la corsa malefica dei tori in Spagna.

    mi sempre rammenta

    Persi ogni controllo sul mio corpo: le mie gambe si muovevano ad un ritmo disumano; le braccia poi, non le sentivo proprio, nonostante le vedessi andare su e giù; percepivo i polmoni contrarsi come non l'avevano mai fatto, come se fossero sul punto di scoppiare; per quanto riguarda il cuore, batteva così forte e veloce che non riuscivo a distinguere più i suoi battiti.

    la vita dell'amore

    Non sapevo dove mi stavo dirigendo, ma sentivo dentro di me qualcosa, una forza invisibile che mi diceva dove andare. Percorsi un tratto di strada i cui ciottoli mi portarono alla mente il volto sorridente di mia madre, che mi guardava da lontano assieme alla Bestia mentre mio padre m'insegnava ad andare in bicicletta.

    dilette del cor mio

    Incontrai sul mio percorso alcune persone che, vedendomi correre in quel modo, tralasciarono quello che stavano facendo e fissarono i loro occhi su di me.
    "Fate pure." Dissi dentro a me stesso. " Non m'importa, lei mi sta chiamando."

    o felice, tu anima mia

    La pioggia cominciò ad intensificarsi, come se volesse impedirmi di raggiungerla. Da un vicolo saltò fuori un cane enorme, completamente zuppo e il fetore che emanava sapeva di fogna. L'animale cominciò a inseguirmi ringhiando ferocemente.

    canta

    Mi abbaiava da dietro, comincia a sentire la sua presenza farsi sempre più vicina, udivo la bava rabbiosa che gli colava dalla bocca, ma non me ne importava. Non mi sarei mai fermato, niente e nessuno poteva impedirmi di andare da lei.

    addagio...

    Un fulmine colpì in pieno l'animale, la sua energia si disperse per tutto il suo corpo tramite tutta l'acqua accumulata dal suo pelo. L'enorme cane cadde a terra carbonizzato, morì sul colpo.

    tempra la cetra e canta

    Seguendo il suo canto, mi ritrovai a correre in mezzo alla strada, senza badare ai veicoli che mi incitavano ad allontanarmi da lì. Le saette dorate colpirono l'asfalto spaventando chi era alla guida di quei mezzi di trasporto, costringendoli a fermarsi per la paura, o, forse, l'avevano fatto per impedire che ostacolassero la mia folle corsa.

    il inno di morte

    Riconobbi il luogo in cui mi stavo dirigendo: le case, il parco, la strada, i vecchi lampioni, il negozio dei dolci; quello era il luogo dove c'era il cimitero in cui avevano sepolto mio padre.
    "Come ho fatto ad arrivare fin qui?" Mi chiesi senza rallentare la mia corsa.

    a noi si schiude il ciel

    Mano a mano che mi avvicinavo al cimitero, il suo canto, il suo richiamo, si faceva sempre più forte. Non m'importava più di nulla, ogni cosa aveva perso la sua essenza per me, tutto quello che volevo era di poterla stringere ancora a me e sentire sulla pelle il suo glaciale calore.

    volano al raggio

    Non sentivo più il cuore tanto mi martellava nel petto, quel canto, quelle parole, quella melodia... lei lo stava facendo per me, lei mi stava chiamando, lei era ritornata per me.

    la vita dell'amore

    Raggiunsi finalmente il cimitero, sapevo che era quello il luogo in cui si trovava e da dove lei stava cantando. Il cancello era chiuso ma appena mi avvicinai si aprì cigolando, come se qualcuno l'avesse aperto per favorire il mio passaggio. Io ero consapevole che ad aprirmi era stata lei.

    dilette del cor mio

    Dopo aver attraversato alcune lapidi a me sconosciute, per la prima volta, da quando iniziai a correre, mi fermai.
    Lei era lì.
    La vidi davanti alla tomba di mio padre, mi voltava le spalle. Le gocce di pioggia non la sfioravano, non osavano avvicinarsi a lei. Si girò lentamente, ed io fui felice di poter rivedere il suo corpo, la sua pelle bianca, la sua veste nera fluttuante, i suo lunghi capelli neri e i suoi occhi, gli occhi nei quali mi perdevo sempre.
    La vidi alzare le braccia, voleva che andassi da lei, voleva che l'abbracciassi, mi stava chiamando a sé.

    o felice tu anima mia

    Le lacrime sgorgarono dai miei occhi senza controllo, al confronto un fiume in piena era nulla. Corsi verso di lei, le strinsi forte la veste, mi sembrava di sognare, l'avevo di nuovo con me. Il freddo che sentivo da lei mi rendeva così felice.
    «Finalmente ti ho ritrovata!»

    canta

    Avevo un sacco di cose da chiedergli, ma la gioia che provai in quel momento me le fece mettere da parte. Quel suo canto, aveva un che di celestiale, di ipnotico. Mi alzò il volto asciugandomi le lacrime con le fredde dite, capii che voleva baciarmi. La lasciai fare, desideravo anch'io che lo facesse, il freddo delle sue labbra mi rese così felice, così calmo, così vuoto. Lei era di nuovo al mio fianco, non mi avrebbe lasciato, non ero più solo, non ero più solo, non ero pi-

    addio...

    Edited by The Aster - 3/6/2013, 21:36
     
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