La Morte ed Io

Genere: non ne ho idea.

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  1. The Aster
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    rieccomi:


    La terra sotto di me tremava furiosamente.
    Lava incandescente fuoriusciva da essa diffondendosi in poco tempo in tutta la valle, distruggendo ogni cosa al suo passaggio. Il suo contatto doveva essere tremendo, un calore mai provato prima, un calore che si avvicinava alle fiamme dell'inferno.
    Eppure, io non sentivo nulla.
    Un getto di lava trasformò una nuvola solitaria in un grigio cumulonembo, esso si ingrandiva a vista d'occhio, prendendo inesorabilmente possesso del cielo, lanciando saette verso il basso: una battaglia era scoppiata, entrambe le fazioni cercavano di distruggersi a vicenda.
    Eppure, io non sentivo nulla.
    C'era qualcosa non molto distante da me, una roccia, un masso molto grande attirò la mia attenzione. Attraversai quell'inferno apocalittico che mi si stagliava davanti, la lava non mi bruciava, le saette non mi colpivano, ero come invisibile per loro, come un insetto a cui non dare importanza.
    Raggiunsi indisturbato la mia destinazione, mi sbagliavo, non era una roccia, era una piccola montagna, inoltre c'era qualcuno, un essere le cui sembianze conoscevo molto bene: La Bestia.
    Braccia e gambe incatenate da ferro incandescente, occhi completamente neri, perfino i bulbi, un buco attraversava il suo petto da parte a parte, lì dove, con tutte le mie forze, avevo affondato il coltello. Teneva la testa bassa, respirava affannosamente, non per stanchezza, non per il calore, dalla bava che gli sgorgava dalla bocca, capii che era affamato.
    «Che ci fai tu qui?» Chiese con voce rauca, simile al ruggito di un leone. «Non é posto per te questo.»
    Dovevo sapere. «Perché l'hai fatto?»
    «Vattene...» Fu la sua risposta.
    Io non mi arresi. «Perché hai trattato la mamma in quel modo?»
    «Vattene...»
    Strinsi i pugni. «Perché? Non capisci che l'hai spinta ad uccidersi?»
    «Vattene...»
    Le lacrime mi cominciarono a sgorgare per la rabbia. «Papà é morto!»
    «Vattene...»
    Mi morsi le labbra, una sete di sangue cominciò ad accendersi dentro di me. «Se ti fossi comportato diversamente ora saremmo tutti felici e-»
    «VATTENEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!»
    Il suo ruggito divenne un vento violento che spazzò via tutto, la lava, la terra, il cielo, le nubi oscure, tutta quella falsa realtà scomparì come travolta da un tifone.
    Sentii qualcosa di freddo alle labbra, il vuoto si stava riappropriando del mio corpo, capii che lei mi stava salvando ancora. Cominciai ad alzare lentamente le palpebre, così da incrociare il suo sguardo e perdermi nei suoi occhi.
    Provai terrore.
    I suoi occhi, i suoi occhi erano quelli della Bestia, neri, completamente neri, le pupille, le iridi, il bulbo, tutto nero.
    Cominciai a tremare, volevo discostarmi da lei, dalla Bestia, ma non ne fui in grado, mi bloccava i movimenti col suo corpo, divenuto stranamente pesante, e continuava a baciarmi.
    Non capivo che stava accadendo.
    Poi, a poco a poco, l'oscurità presente nei suoi occhi sembrò affievolirsi, anche il suo peso cominciò a diminuire. Mi calmai rivedendo quegli occhi che mi catturavano sempre e mi persi fra loro.
    «Che cosa é successo?» Le domandai quando staccò le labbra dalle mie.
    «Hai visto cose che non dovevi vedere.»
    "Allora non era un sogno." Pensai.
    «No, non lo era.» Disse leggendomi la mente.
    «Quello... era l'inferno?»
    «Non posso dirtelo.»
    «Ma li c'era...»
    «Non posso dirtelo.» Ripeté.
    «Perché avevi i suoi occhi?»
    «...»
    «Non puoi dirmelo, vero?»
    Non rispose.
    Mi strinsi a lei. «Quella nuvola che ho visto lottare... eri tu?»
    «...»
    «Neanche questo puoi dirmi?»
    Non rispose.
    «Se quello che hai detto é vero, allora é lì che andrò io?»
    «Non posso dirtelo.»
    «Ho ucciso mio fratello, sono una persona cattiva.»
    Lei non rispose neanche a questo, si limitò ad appoggiare la mano sul mio volto, era così bella, eppure, in qualche modo, la trovavo... diversa.
    «Qualcosa non va?» Le chiesi.
    «Se io ti portassi via, tu saresti felice?»
    Quella domanda mi colse di sorpresa. «Sì.»
    «Nonostante quello che hai visto?»
    «Sì, se é lì che merito di andare, allora ci andrò.»
    «...»
    «Perché mi domandi questo?»
    Non rispose,, mi strinse solo forte a sé.
    «Ti amo.» Dissi.
    «Anch'io.»
    Caddi addormentato fra le sue braccia, non capivo il motivo del suo bizzarro comportamento, ma, in fondo, non me ne importava. Avevo perso tutto, la mia famiglia, la mia innocenza, il mio futuro. Se era destino che sprofondassi negli inferi assieme alla Bestia, così sia. Almeno, potevo bearmi della presenza di lei, così bella, così fredda, sempre pronta a salvarmi e tranquillizzarmi.
    Quando riaprì gli occhi il giorno dopo, lei era sparita.
     
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