Luce in frantumi

Drammatico

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  1. °°Claudia°°
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    Vicecapitano, I like! :D ( la prima cosa in inglese che scrivo, credo di sapere solo questa in realtà... ahahhaha) XD
     
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  2. •GABRIEL•
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    CITAZIONE (°°Claudia°° @ 15/1/2013, 12:03) 
    Vicecapitano, I like! :D ( la prima cosa in inglese che scrivo, credo di sapere solo questa in realtà... ahahhaha) XD

    ^_^
     
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    CITAZIONE (°°Claudia°° @ 15/1/2013, 12:03) 
    Vicecapitano, I like! :D ( la prima cosa in inglese che scrivo, credo di sapere solo questa in realtà... ahahhaha) XD

    Devo iniziare le lezioni di inglese! :D
     
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  4. •GABRIEL•
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    Allora, l'ho scritto di getto se ci sono eorrori fatemeli notare.

    Capitolo 2 parte 2

    Chiusi gli occhi nel tentativo di dimenticare, ma il trillo della campanella si insinuò prepotente nella mia mente, seguito dagli schiamazzi dei miei compagni che entravano in classe.
    Tutti presero posto, io rimasi immobile a guardare fuori dalla finestra, più solo che mai.

    L’insegnante doveva ancora entrare e nel frattempo i miei compagni parlottavano delle vacanze appena trascorse, non che mi andasse di sentire le loro chiacchiere, ma mi fece davvero male ripensare a lei e a come mi aveva trattato. D’altronde dovevo immaginarmelo, ma il mio cuore ci sperava troppo e ne rimase profondamente deluso. Si era rotto, e non c’era niente che poteva ripararlo.

    La mattinata trascorse come sempre. Ero stato interrogato ma non sapendo niente mi ero beccato un due che di certo non avrebbe facilitato i rapporti con mio padre; durante la ricreazione i miei compagni trovarono divertente prendermi per i capelli, sputarmi addosso e gridandomi che ero un finocchio, un parassita, un coglione, un fallito, un perdente, un frocio di merda.
    Se avrebbero saputo la verità forse non la l’avrebbero pensata così. O forse era soltanto vero. In ogni caso, non importava, il dolore fisico non era assolutamente paragonabile al dolore che provavo dentro... ero davvero a pezzi, aggiustarmi, rimettere tutto a posto, non sarebbe servito. Il nodo che avevo alla gola si faceva sempre più pungente, e più cercavo di mandarlo giù, più era atroce.

    Quando tornai a casa ero solo. Mio padre e mia madre erano fuori, mio fratello era andato in palestra. Appoggiai lo zaino vicino l’appendiabiti, quindi cominciai, a malincuore, a fare ciò che mi aveva detto mia madre prima di uscire.
    Quando finii di pulire, andai a fare la spesa e mi dissi che era una buona scusa per passare da zio Jason.
    Zio Jason non era esattamente un mio parente, era un amico che avevo conosciuto quando ero bambino, in un’occasione alquanto triste, e che quando potevo passavo a trovare. Credo che fosse l’unico amico che avevo.

    “Zio Jason, ci sei? Sono io!” dissi ad alta voce entrando dalla porta d’ingresso socchiusa.
    Aveva l’abitudine di tenerla così quando era in casa. Diceva che era comodo perché almeno se fossero entrati i ladri almeno non gli avrebbero distrutto la porta. Però la chiudeva normalmente quando usciva. Effettivamente era un tipo abbastanza strano e bizzarro, forse per questo non era mai stato sposato, nonostante avesse i suoi trentaquattro anni suonati. La sua storia più lunga era durata due settimane scarse, con una ragazza di cui non ricordo il nome. Era però simpatico, aveva una strana somiglianza con James Dean, e ne andava fiero, ovviamente. Aveva successo con le ragazze, e questo gli bastava. Inoltre era lo scapolo d’oro della città, perché possedeva le azioni della casa automobilistica in cui lavorava.
    Era ricco e bello. Cosa potevano volere di più le donne?

    “Toh ma guarda chi si vede? Era da tempo che non venivi a trovarmi!”disse lui facendo capolino dalla porta della cucina mentre mi veniva incontro. Poi mi abbracciò. Sorrisi.
    “Hai ragione... ma sai com’è, no?” e abbassai lo sguardo.
    Zio Jason era quella persona di cui mi fidavo ciecamente, gli raccontavo tutto, mi faceva sentire meno solo.
    Lui fece cenno di si con la testa e abbassò anche lui gli occhi.
    “Dai su, entra... prendiamoci un caffè!” disse pochi istanti dopo.

    Guardavo intensamente il liquido nero fumante dentro la tazza bianca che tenevo in entrambe le mani e che non mi andava di mandare giù.
    Mi guardai intorno. La stanza era straordinariamente immensa e molto alla moda. Zio Jason e le sue idee di arredamento strampalate. Aveva persino una fontana all’interno dell’abitazione e una televisione di cinquantacinque pollici in bagno.
    La sua casa era davvero enorme in uno stile moderno e futuristico allo stesso tempo ed era dotata di ogni confort possibile. La camera da letto possedeva un letto rotondo ad acqua. E inoltre ogni parete era arredata di strani marmi colorati e sicuramente molto costosi. Senza considerare i vari quadri e statue di valore che adornavano i muri. Era una casa stranamente estremista, ma nello stesso tempo unicamente perfetta. Avrei tanto voluto sorridere, ma proprio non ci riuscivo.
    “Sembra che le cose vadano peggio dall’ultima volta che ci siamo visti...” disse lui distogliendomi dai miei pensieri.
    Io risposi solo con un cenno del capo e tornai a guardare il mio caffè.
    “Si può sapere cosa stai facendo?” disse mentre mi guardava intensamente.
    “Le solite cose di sempre. Lo sai.”
    “Non intendevo questo. Cosa stai facendo della tua vita? Cavoli! Hai diciotto anni... si può sapere cosa stai aspettando?” mi freddò.
    “Non lo so.” Risposi mettendomi le mani in testa quasi a volermi proteggere.
    “Ascoltami... Non puoi più continuare così! Devi assolutamente reagire!” mi consigliò, poi aggiunse: “Anche con tuo padre... dovresti mandarlo al diavolo!”
    “Non posso” riuscii solamente a dire.
    “Che significa non puoi? Fossi in te sarei scappato da un pezzo da quella casa!” alzò di un tono la voce.
    “Per andare dove?” chiesi quasi esausto. “E poi è sempre la mia famiglia... in qualche modo voglio ancora bene a tutti.” Aggiunsi.
    “Ti capisco, ma non puoi vivere per sempre in queste condizioni. Ti rendi conto o no che ti stanno solo massacrando?” Era quasi arrabbiato, lo avvertivo.
    Per tutta risposta mi alzai e gridai: “Lo so, cosa credi? So cosa mi fanno! Lo vivo tutti i santi giorni nella mia pelle!” Poi con un gesto alzai la maglietta facendogli vedere le ultime cicatrici.
    Restammo immobili e in silenzio, fu lui a romperlo. Mi aiutò ad abbassare la maglia.
    Era la seconda volta che mi capitava di far vedere le mie ferite. Ma cosa volevo dimostrare?
    “Mi dispiace.” Disse affranto.
    Io dovetti combattere per ricacciare indietro le lacrime. Lui però lo capì e mi abbracciò forte.
    “Sai che ci sono sempre per te!”
    “Si, lo so.” Abbassai la testa.
    “E a scuola come va?” lui cercò di cambiare discorso, ma non sapeva che mi avrebbe fatto più male.
    “Ok! Ho capito, neanche te lo chiedo.” Lui capì e restò in silenzio. Stavolta fu io a romperlo.
    “Lei, Blaze... ora so che posso toglierla dalla mia mente... solo che non ci riesco.”
    “Le hai parlato?” mi chiese.
    “Parlato? No, non è esatto. Diciamo che mi ha solo detto che non devo incrociare mai il suo sguardo neanche per sbaglio. Gentile no?” cercai di essere sarcastico, ma dentro ci morivo.
    “E’ un passo avanti comunque. Ora sa che esisti!” disse lui cercando di strapparmi un sorriso.
    “Facciamo così... se riesci a conquistarla ti regalo la mia auto.”
    “Quale delle due?” chiesi per nulla interessato. Sapevo che si trattava dell’Honda Civic rossa.
    “Non è l’Honda Civic.”disse lui captando i miei pensieri.
    “Stai scherzando!” dissi confuso.
    “Per nulla... credo che ti serva un incentivo per conquistarla...”
    “Cioè mi stai dicendo che se faccio di lei la mia ragazza tu mi regali...” non riuscii a finire la frase.
    “La Lamborghini Gallardo!” la completò lui.
    Mi ci volle un po’ per riprendermi: “Tu me la stai proponendo solo perché sai che non la conquisterò mai!”
    “Scherzi? Io voglio solo incentivarti!” e un sorriso si impadronì di lui.
    Io sorrisi. Era riuscito a farmi sorridere. Ecco perché volevo bene a zio Jason.
    Guardai l’orologio e mi resi conto che si era fatto tardi.
    “Ora è meglio che vada, devo ancora preparare la cena a mio fratello.”
    “Ok! Ma chiamami se hai bisogno. Per qualunque cosa. Il mio numero ce l’hai. Usalo di tanto in tanto.” Sorrise.
    Andai verso la porta d’ingresso e lo guardai che era in piedi con la tazza di caffè ancora nelle mani appoggiato allo stipite della porta.
    “Mi raccomando ricordati della scommessa...” quasi lo urlò.
    “D’accordo... La lascio socchiusa?” chiesi riferendomi alla porta.
    “Si, grazie... allora ciao!” mi salutò.
    “Ciao.” Uscii e scossi la testa.
    Niente da fare, zio Jason era il migliore amico che tutti desiderano.

    Edited by •GABRIEL• - 6/2/2013, 17:32
     
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    Toglierei questa virgola:
    CITAZIONE
    Zio Jason, non era esattamente un mio parente, era un amico che avevo conosciuto quando ero bambino, in un’occasione alquanto triste, e che quando potevo passavo a trovare.

    Qui ne aggiungerei una:
    CITAZIONE
    Niente da fare, zio Jason era il migliore amico che tutti desiderano.

    Comunque Jason è diventato immediatamente il mio idolo! *_______* In certi romanzi c'è un personaggio epico... e lui lo è indubbiamente! :D
    L'ho trovato veramente adorabile! *-* Spero ardentemente che comparirà spesso in futuro! :woot: :woot: :woot: Sono convinta che lui possa in qualche modo aiutare... ehm... :blink: Si chiama Lu il protagonista, giusto?
     
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    Quando finisco di studiare faccio un commento in generale sulle ultime parti che ho perso (penso due).
     
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  7. •GABRIEL•
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    Grazie per i consigli, quando scrivo di getto... ci sono sempre errori!

    Sapevo che Jason sarebbe piaciuto, piace tanto anche a me.
    Forse non dovrei spoilerare, ma si, Jason sarà presente anche in futuro.

    Lu in realtà è un diminuitivo, però il nome completo non voglio ancora rivelarlo.
     
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  8. Lucciolavagabonda
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    Stai continuando a mantenere un livello molto alto di scrittura e riesci a rendere benissimo la drammaticità della situazione, nonché la disperazione del protagonista.
    Intensità e passione sono i tuoi punti di forza e questo romanzo li contiene entrambi: avanti così! :wub:
     
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    Lu in realtà è un diminuitivo, però il nome completo non voglio ancora rivelarlo.

    Ho capito.^^
     
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  10. •GABRIEL•
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    CITAZIONE (Lucciolavagabonda @ 6/2/2013, 20:56) 
    Stai continuando a mantenere un livello molto alto di scrittura e riesci a rendere benissimo la drammaticità della situazione, nonché la disperazione del protagonista.
    Intensità e passione sono i tuoi punti di forza e questo romanzo li contiene entrambi: avanti così! :wub:

    Oddio non so cosa dire... grazie sembra così scontato. :wub:
    Davvero, non sai quanto mi faccia piacere sapere che sono migliorata almeno un po', e riuscire a regalare le emozioni che voglio trasmettere...
    Forse riesco a trasmettere così tanto perchè l'ho vissuto in prima persona... penso che questo centri molto.
     
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  11. Lucciolavagabonda
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    Certamente diamo il meglio di noi stessi quando scriviamo di qualcosa in cui siamo profondamente coinvolti: ricreiamo e trasmettiamo le emozioni, sollevando al tempo stesso la nostra anima dalla pena dei ricordi dolorosi
     
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  12. °°Claudia°°
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    Eccomi qua *-* non avevo notato l'aggiornamento *-*
    Qualche piccolo appunto:

    CITAZIONE
    Se avrebbero saputo la verità forse

    avessero ;)

    CITAZIONE
    almeno se fossero entrati i ladri almeno non gli avrebbero

    ripetizione ;) potresti toglierne uno ;)

    Questi sono gli unici che ho notato :D

    Mi piace molto questo ultimo pezzo, e mi piace anche lo zio! Una figura che finalmente sta dalla parte del protagonista! Ci voleva!
    L'unica cosa che mi è venuta da pensare è questa: questo zio sembra molto ricco e soprattutto sa delle violenze che subisce il protagonista, perché non fa nulla? Magari lo porta lontano?
    Forse è qualcosa da scoprire pian piano! Speriamo sia la sua ancora di salvezza comunque *____* attendo il seguito ;)
     
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  13. •GABRIEL•
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    CITAZIONE (°°Claudia°° @ 7/2/2013, 15:47) 
    Eccomi qua *-* non avevo notato l'aggiornamento *-*
    Qualche piccolo appunto:

    CITAZIONE
    Se avrebbero saputo la verità forse

    avessero ;)

    CITAZIONE
    almeno se fossero entrati i ladri almeno non gli avrebbero

    ripetizione ;) potresti toglierne uno ;)

    Questi sono gli unici che ho notato :D

    Mi piace molto questo ultimo pezzo, e mi piace anche lo zio! Una figura che finalmente sta dalla parte del protagonista! Ci voleva!
    L'unica cosa che mi è venuta da pensare è questa: questo zio sembra molto ricco e soprattutto sa delle violenze che subisce il protagonista, perché non fa nulla? Magari lo porta lontano?
    Forse è qualcosa da scoprire pian piano! Speriamo sia la sua ancora di salvezza comunque *____* attendo il seguito ;)

    Grazie per la segnalazione degli errori. ^_^

    Allora zio Jason è effettivamente molto ricco essendo azionista di una casa automobilistica. Sa anche delle violenze che subisce il nostro protagonista ma il motivo per cui non fa nulla per aiutarlo non posso dirlo, lo scoprirete piano piano leggendo.

    A proposito:

    Capitolo 2 terza parte

    Grazie a zio Jason ero di buon umore, anche se sapevo che sarebbe durato relativamente poco, perché quando sarei arrivato a casa, i problemi e i dolori si sarebbero impadroniti di me nuovamente. Quindi non mi restava che godermi quell’attimo.
    Passeggiai lungo il viale che mi avrebbe portato a casa, totalmente rapito dal pensiero della Lamborghini.
    Mi dissi che sarebbe stato bello vincerla, non tanto per il premio, ma perché sarei riuscito a conquistare lei, la donna dei miei sogni. Blaze.
    Ero nel pieno dei miei pensieri quando sentii una dolce melodia provenire da una finestra poco illuminata. Mi incuriosii e decisi di andare a vedere. Mi sporsi sul cornicione della finestra e non appena vidi l’interno della stanza, stavo quasi per cadere all’indietro, ma fortunatamente con grande sforzo, riuscii a trattenermi.
    Ero davvero stupito. Il suono era quello di un pianoforte e a suonarlo era Blaze.
    Stentavo a crederci. Non credevo che una ragazza così priva di scrupoli suonasse il pianoforte, uno strumento musicale così delicato.
    Stesi ad osservarla, ero completamente attratto da lei e da quel suono dolce e melodioso.
    Quando lei finì, scesi dal cornicione e, camminando all’indietro, mi resi conto che quella era una scuola di musica. Non c’avevo mai fatto caso prima di allora.
    Pensai che sarebbe stato davvero bello frequentarla, ma forse era meglio che tenevo per me certi pensieri. Scossi la testa, negandomi un sogno.
    Mi resi conto che si era fatto davvero tardi, cercai quindi di riprendere la mia strada, ma venni spinto in avanti e mi ci volle tutta la forza che avevo nel mio corpo per riuscire a tenermi in piedi.
    “Ehi!!!” urlai quasi a squarciagola ad una figura che correva a più non posso nella mia stessa direzione.
    Lei si girò un istante e mi rispose: “Scusa, vado di fretta!” e riprese a correre.
    Io rimasi impalato alla sua vista. Era Blaze.
    Cercai di raggiungerla correndo a più non posso, e, alla fine, ci riuscii.
    “So che avevi detto che non avrei dovuto incrociare il tuo sguardo, ma mi sei fiondata praticamente addosso.” dissi sarcastico.
    Si fermò di colpo e vidi il suo sguardo passare da tranquillo a felino in un solo attimo.
    “E allora? Cosa vuoi?” e riprese a camminare a passo veloce.
    Io la seguii. “Suoni il pianoforte?” chiesi anche se sapevo già la risposta.
    “Che fai? Mi spii? Sappi che non è carino. Potrei denunciarti per stalking.” sbottò.
    “Non ti stavo spiando. Sono passato per caso vicino la scuola e ti ho visto.” spiegai.
    Lei si fermò nuovamente e mi guardò fisso.
    “Se di chiedo un favore... me lo fai.” disse lei quasi irrequieta. Potevo quasi avvertire il suo piede tremolante.
    “Dipende dal favore.” risposi beffardo.
    Per tutta risposta mi arrivarono ripetuti colpi di borsa sulle spalle.
    “Ok, ok! Te lo faccio.” mi arresi e lei smise.
    “Bene.” disse compiaciuta.
    “Allora? Quale favore ti devo fare.” Chiesi.
    “Non devi mai dire a nessuno che suono il pianoforte. A nessuno mai. Promettilo.”
    Aveva gli occhi lucidi.
    Stesi per un minuto buono a fissarla intensamente.
    “Va bene, te lo prometto... ma ad una condizione.” presi la palla al balzo.
    “Cosa? E da quando in qua metti tu le regole?” Sembrava più un’affermazione che una domanda.
    “Esattamente da adesso. O altrimenti puoi dire addio al tuo segreto!”
    Non volevo essere scortese con lei. L’amavo più di me stesso. Ma dovevo giocarmi le mie carte per bene. Non potevo perdere un’occasione così.
    “E va bene... che condizione?” si arrese.
    “Niente di che. Ti chiedo solo di uscire con me per una sera.” conclusi speranzoso.
    “Solo questo?” chiese lei meravigliata.
    “Perché ti sembra poco?” sorrisi.
    Lei rise di gusto. “Altri, al tuo posto, mi avrebbero chiesto di peggio.”
    Sapevo a cosa alludeva e gli avrei chiesto di peggio fossi stato davvero in me. Ma per adesso mi sarei accontentato di una sera. Dovevo conquistarla, non portarmela a letto.
    “Ma io non sono gli altri.” le feci notare.
    “D’accordo... ti concedo solo una sera.” Sorrise e riprese a camminare. Io la seguii.
    Cavoli, era dannatamente bella. E io credevo di essere in un sogno. Speravo solo di non svegliarmi mai.
    “Perché non vuoi che nessuno sappia che suoni il pianoforte? Sei così brava.” le chiesi curioso.
    Lei si fermò un attimo, poi riprese a camminare.
    “Perché non capirebbe nessuno.” disse tristemente. “Ti è mai capitato di non essere compreso da nessuno qualunque sia la cosa che fai?” mi chiese.
    “Ogni volta.” fu la mia riposta.
    “E allora penso che puoi capirmi.” disse.
    “Penso proprio di sì. Anche se mi dispiace.” Abbassai lo sguardo.
    Restammo in silenzio camminando ancora un po’. Poi mi fermai.
    “Blaze...” la chiamai.
    “Sì.” Si voltò verso di me.
    “Ricordi la festa di Natale?” le chiesi sperando capisse.
    “Non volevo risponderti così aspramente o farti del male. Ma sai com’è, quando sono con i miei amici sono Blaze Jordan. Non posso permettermi errori.”
    “Certo, capisco.” Alzando gli occhi mi resi conto che ero arrivato a casa mia.
    Lei restò ferma.
    “Sono arrivato.” Dissi triste. Sapevo che già dall’ indomani sarebbe tornato tutto come era sempre stato.
    “Lo so.” Mi sorrise triste.
    “Senti, Blaze, se vuoi posso rinunciare alla mia condizione. Posso comunque non dire a nessuno che suoni il pianoforte.” le promisi.
    “E perché dovresti rinunciare? Usciremo insieme. E’ la mia promessa.” e mi regalò un altro sorriso.
    Non potevo crederci, quella che avevo di fronte non era la stessa Blaze della festa. Questa era decisamente migliore.
    “D’accordo. Ora è meglio che vada. A presto.” la salutai.
    “Ehi!” urlò e mi voltai. “Devi perdonarmi... ma non ho mai saputo il tuo nome.”
    I suoi occhi da cerbiatta sembravano davvero dispiaciuti.
    Io mi avvicinai a lei nuovamente e all’orecchio le sussurrai:
    “Luce. Il mio nome è Luce.”
     
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    Il nostro protagonista si chiama Luce? :o: Scelta originale!
    A proposito, come lo devo pronunciare? Gli altri nomi sono inglesi, non lo devo pronunciare all'italiana, no?

    Comunque devo ammettere che non mi aspettavo un protagonista così determinato! u.u
    E' interessante il modo in cui ha convinto Blaze a uscire con lui! :woot:

    Segnalazioni:
    CITAZIONE
    Stesi ad osservarla, ero completamente attratto da lei e da quel suono dolce e melodioso.

    Intendi "stetti"?

    Errore di battitura:
    CITAZIONE
    “Se di chiedo un favore... me lo fai.” disse lei quasi irrequieta. Potevo quasi avvertire il suo piede tremolante.

    Inoltre mi pare di capire che si tratti di una domanda, no? In tal caso non dovrebbe esserci un punto interrogativo? :blink:
    O è un'affermazione da parte di Blaze?

    CITAZIONE
    Sapevo a cosa alludeva e gli avrei chiesto di peggio fossi stato davvero in me.

    "le".
     
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  15. •GABRIEL•
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 7/2/2013, 23:29) 
    Il nostro protagonista si chiama Luce? :o: Scelta originale!
    A proposito, come lo devo pronunciare? Gli altri nomi sono inglesi, non lo devo pronunciare all'italiana, no?

    Esatto si chiama Luce e la pronuncia è italianissima.
    Il motivo per cui la pronuncia è in italiano lo spiegherò più avanti. ^_^

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 7/2/2013, 23:29) 
    Comunque devo ammettere che non mi aspettavo un protagonista così determinato! u.u
    E' interessante il modo in cui ha convinto Blaze a uscire con lui! :woot:

    Solo perchè è costretto a subire sempre non significa che è un rammollito!
    Ma presto ne succederanno di tutti i colori.

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 7/2/2013, 23:29) 
    Segnalazioni:

    Errore di battitura:
    CITAZIONE
    “Se di chiedo un favore... me lo fai.” disse lei quasi irrequieta. Potevo quasi avvertire il suo piede tremolante.

    Inoltre mi pare di capire che si tratti di una domanda, no? In tal caso non dovrebbe esserci un punto interrogativo? :blink:
    O è un'affermazione da parte di Blaze?

    Grazie per le segnalazioni. :D
    Effettivamente è una domanda. Ho inserito il punto interrogativo.
     
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183 replies since 19/12/2012, 15:39   1734 views
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