| Cammino sul sentiero fangoso all’interno della foresta accerchiato da molte eliconie di colore rosso acceso con la punta gialla; scosto con il palmo della mano una foglia pennata e sento il rumore di un rametto che cade alle mie spalle. Mi volto ma non c’è nessuno dietro di me. Allora guardo tra il fogliame degli alberi: ecco la scimmia Cappuccino che, veloce, con grande equilibrio e maestria si destreggia tra le fronde e si allontana imboscandosi. “Guarda Lassu!” Anche la ragazza dai bei capelli neri e ricci, sta guardando ora con i suoi occhi di smeraldo e cerca il simpatico animaletto. “Ce ne sono molte anche su questo albero!” E indica proprio la sommità delle palme. I nostri antenati stanno facendo gli acrobati sopra le nostre teste, e se non avessero fatto quel piccolo rumore, non ci saremmo accorti di nulla. Prestando una minuziosa attenzione a mettere i piedi nelle zone in cui l’acqua paludosa è più bassa, arriviamo in una spiaggia soleggiata: “Dove sarà la nostra casa ?” Una distesa di finissima sabbia viene accarezzata dalle onde che ripetutamente si infrangono schiumeggiando; non troppo lontano, un pellicano sta volando al di sopra dell’onda e ci si tuffa in mezzo per pescare il suo pranzo: alla fine si siede sull’acqua e si lascia trasportare dalla corrente, appagato. Molti tronchi giacciono ora sulla spiaggia dopo aver percorso un lungo tragitto in mare, le loro forme sono smussate, levigate, armoniose e rilassanti. Ne prendo uno in mano: è pesante e odora di mare. Ho scritto i nostri nomi sulla sabbia. “Questo non sarà il nostro letto ma mi sembra una comoda posizione per fare un pisolino” affermo. Estraggo il telo dallo zaino e lo stendo sulla rena, mi sdraio appoggiando la visiera del cappello sugli occhi. Anche lei, esausta, appoggia il viso sul mio petto e inizia a riposare. Le ore passano, il sole non è più alto nel cielo e nel dormiveglia percepisco qualcosa di strano. Mi stropiccio gli occhi, bevo un sorsetto d’acqua dalla bottiglietta e osservo bene il panorama fino all’orizzonte: “Mamma mia che bassa marea!” Penso in silenzio. Cerco di alzarmi senza farla svegliare e mi accorgo che c’è un particolare che non riesco a cogliere subito. “perchè non sento il fragoroso rumore delle onde dell'oceano ? E il mare dove si è ritirato?” Inizio a camminare verso l’orizzonte, la sabbia è ancora bagnata e mi rimane fastidiosamente appiccicata alle piante dei piedi, come al solito. E’ una goduria calpestare le forma ondulate del fondale marino, ho sempre sognato di esplorarlo e avevo in programma di iniziare un corso di subacquea a gennaio, ma così è fin troppo facile! Trovare un forziere dei pirati pieno di dobloni antichi, scovare navi affondate e aeroplani sommersi! Wow ! Mai avrei pensato che potesse succedere una cosa simile! “E dove si sarà cacciato il mare? Mica può prendersi una vacanza! Anche perché poi, quelli che vogliono andare in vacanza al mare come farebbero?” Potrei perfino diventare ricco se riuscissi a trovare un collier di una ricca borghese, perduto durante una crociera. I granchietti rossi e blu zampettano veloci appena mi vedono vicino a loro, alcuni hanno scavato dei profondi buchi in cui si riparano. Continuo a camminare e camminare senza vedere neppure una pozzanghera ma la sabbia ancora umida crea un effetto incredibile, uno specchio in cui non si distingue più il confine tra cielo e terra, un illusione infinita in cui avanzo. Qualche granchietto verde cerca di mimetizzarsi con le alghe e devo dire che sta facendo proprio un bel lavoro, ovvero, madre natura ha creato un eccellente metodo per farlo sopravvivere. Ha! Ecco il primo tesoro, una bella conchiglia arenata che il mare non è riuscito a trascinare con se. Effettivamente è proprio una bella creazione, il mare mi sorprendo spesso: senza bisogno di scultori e disegnatori, riesce a formare strutture tanto precise e ordinate, utili e animate ma allo stesso tempo creative e colorate; il tutto utilizzando solamente i pochi sali disciolti dentro di se. Il Mare le crea talmente belle e resistenti che i collezionisti fanno a gara per averle. Raccolgo il mio trofeo, sfumature violacee si perdono all’interno mentre un alternanza di color cappuccino e bianco crea un simpatico motivo su tutto l’esterno del gasteropode. Sento che la bella conchiglia mi sta chiamando, probabilmente è soltanto la mia immaginazione o forse il vento che spiffera nelle sue cavità, allora porto la sua apertura verso l’orecchio per ascoltare cos’ha da dirmi: Il fruscio del mare in lontananza. Concentrandomi riesco addirittura a udire le onde sul bagnasciuga. Ed ecco che si fanno più forti gli scrosci, e ancora più forti, tanto che mi sembra di sentire gli schizzi addosso! Guardo subito verso l’orizzonte ma nulla, una distesa si sabbia scura e umida all’infinito.
SPLASHHH!
Un’onda potente mi colpisce la faccia e tutta l’acqua mi entra nell’orecchio bagnandomi anche la maglietta, sulla parte destra del corpo. Pochi secondi dopo la conchiglia diventa gradualmente più pesante, tanto che non riesco più a tenerla in mano, mi cade sulla sabbia e inizia ad uscire altra acqua dalla sua cavità, a ondate. Le onde mi bagnano i piedi ed ecco altre onde che arrivano, e allora mi sveglio dall’incantesimo fatato: la mia ragazza sta ancora dormendo ! Verrà travolta dalle onde! Inizio a correre e correre, più veloce che posso, con la corrente e la schiuma che mi trascinano verso la terraferma. Ormai il mare mi arriva ai fianchi. Eccola! E’ ancora appisolata! Inizio ad urlare: “Svegliati svegliati ! Il mare sta arrivando! Era stato mangiato da una conchiglia !” L’acqua ha ormai raggiunto i suoi piedi e le sue gambe, allora si sveglia di soprassalto. Io sono ormai trascinato da una corrente che non riesco a contrastare, posso solamente sperare di salvarmi. La vedo, in lontananza, lei riesce a salire su una dunetta di sabbia, e si arrampica sopra un albero mentre un onda mi travolge completamente e inizio a roteare su me stesso, capriola dopo capriola, prima in alto poi in basso in totale balia dell’oceano. Riesco a salire in superficie a fatica, prendo una boccata di aria. Vedo una grande onda, che si sta per infrangere, allora la anticipo, mi spingo sott’acqua e nuoto contro di lei per evitare di essere travolto. Risalgo subito in superficie. Ormai non vedo più la mia bella e non so nemmeno dove mi trovo, il mare si è spinto in tutte le direzioni ma la burrasca inizia gradualmente a calmarsi…
Sto facendo il morto adesso, e per poco non lo sono diventato per davvero. Devo risparmiare le energie e cerco di muovermi il meno possibile, respirando lentamente. Quando inspiro sento i polmoni pieni di aria pura che mi gonfiano il torace e galleggio come una boa; ma quando espiro l’aria se ne va, la densità del mio corpo aumenta e inizio ad affondare e subito devo inglobare altra aria. Inizio a pensare ai pesci e a meditare sui molluschi, chissà se quella conchiglia si è mangiata anche gli abitanti dell’oceano ? Ed ecco, vedo una grossa schiena incurvata con una piccola pinna e di fianco un’altra grossa sagoma che esce dagli abissi per respirare, un potente soffio esce dallo sfiatatoio. Bellissimo e incredibile; ma subito mi sale una tremenda preoccupazione, non tanto per i due giganteschi mammiferi che mi stanno passando a fianco ma per la consapevolezza che i piccoli balenotteri sono spesso presi di mira dagli squali e l’unica loro protezione è rappresentata dalla madre. Una piccola finestrella geometrica, in quel preciso momento, si apre dal cielo azzurrissimo, e una sottile corda di un resistente materiale bianchissimo e morbido viene calata verso di me. Faccio due bracciate potenti e arrivo ad agguantarla: le mie mani vi aderiscono come se fosse cosparsa di collante. In maniera delicata vengo trasportato verso l’alto passando per la finestrella che mi si chiude alle spalle. Piano piano la corda viene inglobata in un essere rotondeggiante di un bianco accecante. “Grazie mille per avermi salvato!” La nuvoletta rimane ferma. “Capisci la mia lingua?” La nuvoletta assume sembianze umane, con una testa e quattro arti, fa cenno di si con la testa. "Mm..." "Sei mio amico? Micheal?" Nessuna risposta. “La mia ragazza è in pericolo! Possiamo andare a salvarla?” Fa due cenni di no con la testa. “Ma tu che cosa sei?” - Io sono quello che tu vuoi che io sia. Per molto tempo sei stato sulla terraferma e ti devo ricordare che la tua essenza è immortale. ma Solo se segui le regole puoi essere immortale. Solamente il positivo corrisponde alla verità- “Sei qualcosa di divino o spirituale?” Il ragazzo non aveva udito alcun suono, eppure, quella cosa gli aveva appena risposto, in una maniera che non riusciva ad individuare. - Sono quello che tu vuoi che io sia. Sono un tuo bisogno, io sto bene in ogni forma. Per la persona sola sono l’amore e l’amicizia. Per il ricco sono il denaro… per la persona curiosa sono la creatività che si autorigenera, ma non posso essere materiale - “Ti ringrazio infinitamente, vorrei sapere come sta la mia fidanzata.” Il cuore gli sta battendo forte, rischia di uscirgli dalla cassa toracica ad ogni battito, l’adrenalina corre in tutto il suo corpo fremente, le sue mani tremano. "Perché hai salvato soltanto me ..?” L’essere multiforme inizia a trasformarsi, fino a diventare un laghetto limpido, nel quale si può facilmente vedere il riflesso di una luce proveniente da un altro luogo. - Più ti allontanerai dalla natura, più sarai lontano dalla verità; Solamente quando ti immergi in essa potrai respirare una piccola parte di un bene superiore... - Non era una voce eppure la percepivo - Solamente tu la puoi salvare. Più volte ritornerai - il laghetto inizia ad evaporare -maggiore sarà la tua possibilità di essere profo.. nda..men… - Tutto il laghetto è diventato vapore nebbioso, denso, e il ragazzo ne respira una piccola parte. Silenzio.
“Ti ho aspettato per mangiare, dov’eri finito?” “Ho fatto un giretto in bicicletta, ne avevo bisogno” La birra giaceva nella mano della ragazza, mezza piena. “Ho preparato un tortino di verdure e tonno con la pasta brisè!” “Wow! Buonissimo! … posso farti una domanda?” “Certamente, ti ascolto, un attimo che inforno …” La ragazza agguanta una presina e mette la padella colma di sfiziosità a cuocere. “Ma siamo sicuri di aver preso una casa che volevamo?” “Beh… per adesso sono felice qui, è la casa di cui abbiamo bisogno” “Hai ragione, scusami. Solo che qui è tutto così corrotto” “Cosa intendi dire?” “Ma niente lascia stare, poi fraintendi…” “Adesso hai iniziato a parlare e finisci il discorso!” “Qui è tutto così lontano da come dovrebbe essere. Qui le persone hanno imparato a legarsi a ciò che non è importante davvero, ed è solo così che riescono a vivere, continuando ad illudersi… a cibarsi di ciò che li attanaglia, che li inchioda. Hanno paura di essere liberi” “Capisco quello che dici, qui le persone non conoscono quello che vogliono veramente, ma molti sono contenti anche così, o fanno finta di esserlo” “Dobbiamo trovare qualcuno che ci aiuti a realizzare il nostro progetto, dobbiamo trovare le persone giuste da portare là con noi, per fargli capire come si può vivere davvero. Se partiamo da soli rischiamo di fallire, ed è difficile cavarsela da soli” “Tu avrai difficoltà! Io sopravvivo benissimo!” “Si, va bene, ma bisogna avere una certa sicurezza per avere successo. Dobbiamo trovare una strategia vincente. Non dico che sarà facile, non penso nemmeno che sarà una faccenda breve. Anno dopo anno ci porteremo amici e capiremo chi è veramente interessato, chi ha l’affinità, la curiosità, l’intraprendenza di aiutarci nel progetto”
I due ragazzi sono seduti al tavolo, e aspettano che la cena si cuocia ma sta succedendo qualcosa di inaspettato. Sto toccando il suo braccio, ma...
All'improvviso esso svanisce, lentamente si fa trasparente, il ragazzo impallidisce
Com'è potuto succedere? tanti progetti da costruire ora solitario devo procedere? nemmeno il tempo per capire
Un grande dolore m'hai procurato tu non mi ami perciò t'ho abbandonato
Resta da solo devi pensare con l'ondeggiar del pendolo il cuor si potrà riaggiustare
Edited by Paiton - 31/1/2018, 00:10 |
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