Scrittori della Notte: liberi di scrivere

Posts written by Paiton

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    Confermo tutti i complimenti che ti ha fatto Helyanwe, soprattutto sulla musicalità e sulla ritmica dei versi! Attendo la prossima poesia che scriverai
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    Bello il significato!
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    In che senso ? esprimiti pure. Questa è una campagna di D&D a cui stanno giocando i miei amici da sette mesi
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    Cerco di aprire le palpebre ma c'è buio profondo, mi fa male la testa, non capisco dove sono e non riesco proprio a vedere nulla. Mi sento davvero un gran dolore come se degli spilli si conficcassero continuamente dentro alle mie tempie... provo a muovermi... c'è qualcosa che mi blocca la gamba. Con la mano vado a toccare nel punto in cui sento la morsa: ferro o un altro metallo, un anellone attorno alla caviglia.
    "Chi c'è?" sento una voce nell'oscurità
    "Ehi... sono io..." un sussurro arriva da una decina di metri
    "Allora ci saranno anche gli altri due immagino!" Urla Paiton Hammer.
    "Parla piano... non sappiamo dove siamo e mi sono accorto di essere incatenato..." risponde Bran Latewind.
    La vista annebbiata lentamente sta tornando: la sagoma di un corvo dallo sguardo umano ci sta scrutando furtivo dall'unica finestrella della stanza. Stavo seduto sulla roccia pochi secondi fa, adesso sono in piedi e cerco di vedere quanta libertà di movimento mi hanno lasciato. Mi hanno tolto la spada e tutta l'attrezzatura. Provo ad avvicinarmi alla finestra e il corvo scappa gracchiando. Fuori dalle sbarre posso vedere i colori sfumati di rosso, rosa e azzurro tipici del tramonto, con qualche nuvola minacciosa in avvicinamento. Sono ormai una decina di minuti che sono sveglio e sento le forze tornare in me: con tutta l'energia che tengo in corpo provo a staccare la catena ancorata al muro. Il risultato finale è che adesso la caviglia mi fa molto male.
    Siamo in cinque nella stanza, anche Darean si sta svegliando, lo vedo chiaramente. E' attaccato per un polso a Thormec Frittun, che invece giace a terra come un salame.
    “Qual è l'ultimo ricordo che avete?”
    “Stavamo alla locanda, ho ordinato quattro birre da portarvi e abbiamo iniziato a bere! Afferma Bran con sicurezza.
    “Thormec non si è ancora ripreso, inizio a preoccuparmi, prova a vedere se è ancora vivo”
    “Sono legato per le braccia accidenti!” Impreca Darean “Ma sono collegato con lui!” e inizia a muovere il braccio destro in alto e in basso cosicché anche il braccio di Frittun si muove prima in basso e poi in alto.
    “Siamo tutti imprigionati qui dentro... ma perché ? Ricordate di aver fatto torto a qualcuno? Darean! Sveglia Frittun!”
    Tutti quelli con i sensi ancora addosso scuotono la testa mentre tentano di pensare.
    “Sarà stata colpa di quel ladro di Fireball” Urla Hammer per farlo svegliare.
    “Non urlare maledetto, non sappiamo nemmeno dove siamo” Sussurra Latewind
    “Siamo vicini al mare e il Sole sta tramontando” afferma beffardo e sicuro Hammer.
    Dopo qualche minuto di silenzio si sentono dei mugolii...
    “Ma che diavolo è successo alla mia testa, gira tutto” mugugna Draco Fireball
    “Sei legato ad una caviglia e sei dentro ad una prigione, ti ricordi di aver rubato qualcosa di grosso a qualcuno davvero ricco? Ma soprattutto ti ricordi cos'è successo alla locanda di Giuseppe ?”
    Il draconide cerca di capire da che parte arriva quella voce e aprendo gli occhi sottolinea: ”Mi sono bevuto solamente una pinta quando voi eravate già alla seconda, poi non ricordo più nulla, eravamo tutti insieme al Bar Collo Ma Non Mollo. Anche a voi gira la testa ?”
    “Si si tra poco ti passa tutto, l'unico è Frittun che non da ancora segni di vita... che cosa vedi da dove stai sdraiato? Scorgo una debolissima luce che proviene proprio dalla parete di fronte a te.”
    Si sporge per capire meglio
    “C'è una candela appoggiata su un tavolo e sembra che ci sia una sedia. Ho una gran fame e... cos'è questa puzza ?”
    Latewind inizia a grattugiare la parte usurata della catena che lo attanaglia mentre Darean tira dei colpetti all'infuori con il braccio per vedere se riesce almeno a staccare la listarella di metallo dal muro.
    Un corvo torna a posarsi indisturbato sulla finestrella in alto, appena sopra Latewind, si intrufola fra le sbarre forse in cerca di un luogo meno sferzato dal vento e gracchia una sola volta.
    “Ragazzi fermi, silenzio! Mi è sembrato di sentire dei passi!”
    Tutti smettono di provare a liberarsi e restano in ascolto.
    I passi si avvicinano alla loro stanza : “Vedo una persona bassa che si avvicina , ha una folta barba e dei lunghi capelli” sussurra Draco.
    “Forse è tua sorella” scherza Darean
    “Forse è tua madre” sbotta Draco
    “Hei! silenzio in cella! ” ordina una voce simpatica in termini di rimprovero
    “Cos'è tutto questo baccano!”
    “Come ti chiami Nano?” chiede Fireball
    “Sono Grullo, ufficiale del Nobile Garring, e tu ladro vuoi dirmi il tuo nemo?”
    “Ci avete messo in galera e non sapete nemmeno il nostro nome ?”
    “Non sei nalle posizione di... fare domande draghetto, soprattutto dopo aver rubato... la spada di Garring, diteme dove sta e l'andremo a cercare, se la... troveremo avrete salvo la vita” risponde minacciosamente Grullo il Nano, gli gira le spalle e va a sedersi sulla sedia di legno.
    “E adesso che facciamo? Sei stato tu Fireball a rubare quella spada? Voi avete mai visto un Nano con la spada poi? Io no.” Ragiona Latewind.
    “Smettila di darmi del ladro, pezzo di cretino! So quello che rubo e con le spade di certo non riesci a farti un capitale!” Urla Draco, poi fa un respiro profondo per farsi passare l'incazzatura e sottovoce “Quello li mi sembra tutto scemo, il Grullo dico, non mi sembra un chilo”
    “Non sarà un chilo ma sta dall'altra parte delle sbarre, e l'ascia di Garring potrebbe avere un ottimo prezzo di scambio”
    “Ohi ohi ohi... la mia testa” si lamenta Frittun
    “E' vivo! Incredibile!” Darean inizia a muovere le braccia per farlo rinvenire più velocemente
    “Ahia! Adesso mi fanno male anche i polsi... ma cosa ci faccio qui appeso... ?non sono mica buono per fare i salami ..”
    “Frittun svelto, riprenditi, dicono che noi siamo colpevoli di aver rubato l'ascia del Nobile Garring, siamo finiti in un grossissimo guaio”
    Frittun sgrana gli occhi, ha un forte mal di testa e fatica a collegare le meningi, si guarda attorno prima a destra e poi a sinistra e vede tutti i suoi amici incatenati, ma una cosa lo fa impaurire e inorridire allo stesso tempo: “Chi è quello sdraiato a terra? E cos'è questa puzza?”
    “Noi tutti non vediamo praticamente niente, solo tu hai questa notevole capacità di vedere nell'oscurità come i gatti”
    “Nell'angolo c'è un cadavere direi, a sentir dall'odore che fa, sarà a due metri da Draco”
    “Che schifo!” Esclama Draco inorrididito “Ha dei vestiti addosso?”
    “Mi sembra proprio che li abbia”
    Draco individua il corpo in penombra, gattona qualche passo ma la catena lo trattiene. “Cazzo! Non ci arrivo...” Prova ad allungare la mano il più possibile e riesce a prendere una ciocca di capelli del malcapitato. Piano piano tenta di trascinarlo verso di se...
    “ Bravoo Dracoo, continua così” Sussurra Frittun
    Draco inizia a perquisirlo e dentro al taschino sul petto trova una pergamena... con calma la apre e la lancia a Frittun.
    Dopo aver accuratamente bestemmiato Frittun se la prende con Draco “Ma ti sei rincretinito? Come faccio a prenderla che ho entrambe le mani legate!?
    Con i piedi Frittun cerca di calciare il foglio per farlo arrivare sotto ai suoi piedi, le catene si muovono e fanno rumore.
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    Mi aspettavo un finale inaspettato, e vedo rappresentata tanta voglia di rivedere il mondo com'era prima, con il divertimento!
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    Indubbiamente il racconto è costruito molto bene. Conosco una persona che avuto una doppia vita effettivamente
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    Non so, io mi aspetto un comportamento del genere da una figura maschile, ma magari sono ingenuo. Interessante l'idea che anche la ragazza può creare un doppio colpo di scena
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    Non mi sarei mai aspettato il colpo di scena finale! Immagino che tu non ti travesta da uomo sposato mentre vai in giro di notte a racattare ragazze :D
    Però sembra quasi che la storia sia successa ad una persona che conosci per quanto è verosimile, scommetterei che nelle grandi città qualcuno potrebbe architettare una cosa del genere... mettendomi nella tua ottica o comunque in un ottica femminile questo racconto impaurisce non poco... credi che esista anche il rovescio della medaglia, cioè con i generi scambiati ?
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    Dallo scoglio più alto, quello su cui ci siamo annidati, riesco chiaramente a vedere la spuma del mare, bianca... candida... che corre verso di noi e si insinua come un serpente nei punti più bassi. Piove sempre più forte e continua ad entrare acqua da tutte le parti; cerco di coprire la Fabi come posso, usando anche i teli da mare, non c'è freddissimo ma così bagnati e sferzati dal vento è necessaria una protezione dai traumi muscolari.
    Adesso non siamo più in pericolo, finché restiamo sdraiati siamo al sicuro. Con questa tranquillità momentanea riesco a schiarirmi le idee in maniera fantastica: dalla collina del centro di recupero, poche ore prima, guardavamo il mare e avevamo visto chiaramente che la spiaggia a forma di coda di balena (della riserva naturale di Bahia Ballena) era quasi scomparsa. Questo significa che la marea ha iniziato a salire molto prima di mezzogiorno ed è impossibile che l'oceano salga ancora per molto tempo, sto iniziando a rilassarmi davvero...
    nella vita ci capita di puntare un obbiettivo sbagliato o troppo alto per le nostre possibilità e diventiamo frustrati... a volte abbiamo paura di essere tanto fragili e invece ecco l'opportunità che ci permette di alzare l'asticella della consapevolezza sui nostri limiti ma soprattutto capiamo cos'è davvero importante: la comodità di un letto matrimoniale o una scogliera scomoda con vista oceano? E' questione di gusti, a me piace seguire le passioni e sono finito qui. Ho sentito quanto amo la Fabi e che non voglio più metterla in pericolo, ho preso coscienza della forza del mare e del cielo che non avrei mai percepito stando comodamente seduto davanti al fuoco, su una sedia a dondolo. Ho capito quanto sono forti gli animali che vivono in questa scogliera e dentro alla foresta, loro continuano a sopravvivere nonostante tutti i predatori, le spine, il vento, l'umidità e l'essere umano. Gli altri animali sono molto più forti di noi accidenti!
    Adesso la mia vista si è abituata e dritto davanti a noi vedo onde alte almeno tre metri infrangersi fragorosamente sulla punta della scogliera.
    La spuma ci è appena arrivata a due centimetri dal telo quindi devo svegliare la ragazza:
    “Spostiamoci un paio di metri più in alto, ci è arrivata un'onda sotto ai piedi”
    Mentre spostiamo gli zaini, i teli e l'ombrello lei, ancora un po' intontita, nota una luce nel mare.
    “Non possiamo chiedere aiuto ?”
    “Quella sarà una barchetta dei pescatori che non ha fatto in tempo a rientrare; non si fermerà mai qui da noi, troppi scogli, non si può approdare qui”
    Lei prende la torcia, la punta verso il mare e la accende e spegne ad intermittenza.

    Quella mattina avevamo camminato, in cerca di alloggio, proprio nella spiaggetta verso cui ci stiamo dirigendo... davanti a noi c'era una piccola isola con qualche albero! Magari qualcuno è rimasto bloccato come noi oppure i pescatori utilizzano quell'isoletta come deposito per reti ed altre attrezzature!
    “C'è un isoletta nel mare davanti a noi, ti ricordi ? In ogni caso nessuno si sposterà verso la costa fino a domani mattina”
    Inizio a maledire quei pescatori infami che non ci hanno detto di tornare indietro quando eravamo ancora in tempo per farlo. Poi ho iniziato a capire che ci è stata donata un opportunità: solamente in questo remoto spazio lontano dal mondo degli uomini è possibile sentire e vedere le forze che muovono il nostro Pianeta, solamente qui è possibile ascoltare lo spirito del mare e degli animali che lo abitano, solamente qui, nel luogo in cui le città dell'essere umano sono silenti. L'istinto di sopravvivenza, per molti, sono solo due articoli e due parole, noi stavamo afferrando in concetto. Qui il pensiero diventa più acuto e con esso anche il sentimento. Quella voce che parla piano sta entrando in me proprio questa sera, senza un tetto sopra la testa mi sento comunque tranquillo, mi sento realizzato davvero, un tutt'uno con la natura che mi circonda.
    Sembra che qualcuno stia inviando dei segnali luminosi dall'isola…
    La Fabi si è appena riaddormentata e non la voglio disturbare, potrebbe sempre essere la mia immaginazione…
    Un'Onda gigantesca sferzata dal vento da tutti i lati prende forma e si lancia con il suo sguardo intenso e profondo contro di noi: il mare, le rocce, tutto ciò che è vivo è governato da quello spirito che ci ha fatto arrivare apposta fin qui. Prendo la torcia che tenevo gelosamente al sicuro nelle mutande. Illumino attorno a noi e vedo che il mare si è calmato, la marea ha smesso di salire e solo qualche goccia scende dal cielo, c'è un gran freddo. Non capisco quanto tempo sia passato, se ho fatto un sogno o se è tutto vero.... sveglio la Fabi e inizio a fare delle flessioni per tenere costante la temperatura corporea.
    " Che ore sono ?" Chiede lei con gli occhi ancora socchiusi.
    " Millenovecentododici - Millenovecentotredici ... E' mezzanotte ... Millenovecentoquattordici "
    " Fa un bel freddo, forse ci conviene continuare a camminare, così dormiamo almeno un paio d'ore comodi "
    " Millenovecentosedici - Millenovecentodiciasette ... forse hai ragione, io sto facendo temperatura corporea... Millenovecentodiciotto - Millenovecentodiciannove" E mi fermo con i piedi puntati al terreno e le braccia tese, tricipiti in tensione, la guardo.
    " Venti ! Adesso sono caldo, possiamo ripartire!"

    Edited by Paiton - 25/11/2021, 10:41
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    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 30/12/2020, 16:01) 
    Ho letto tutti e tre gli aggiornamenti e sto trovando questo racconto piuttosto coinvolgente.
    Potrei sbagliarmi, ma il protagonista mi sembra un po' troppo tranquillo in certi momenti, come se sapesse qualcosa in più dei lettori e anche della sua stessa compagna.
    Per la prossima vacanza, comunque, suggerirei qualcosa di più tranquillo. ;)

    Ciao Milly! Ti rispondo alla fine del racconto, per adesso ti faccio solo gli auguri di buon anno!
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    Bellissima, davvero magica.
    L'accostamento ideale della libertà al volo dell'uccellino che si allontana e diventa e un puntino impalpabile è davvero bella
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    Commovente, c'è qualche ripetizione ma penso che tu l'abbia piazzata apposta. Mi piace molto l'invenzione dell'elettrovalvola e in generale dell'astronave che ha la possibilità di vagare per uno spazio infinito, o almeno ne ha l'illusione. Piano piano bisognerà costruirne un altra di astronave, complimenti
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    Ciao Stefy, io sono Edoardo e ho 31 anni sono in questo gruppo di scrittori anonimi da non so quanti anni e mi farà piacere leggere le tue produzioni, Benvenuta!
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    La marea continua ad avanzare, le prime nuvole iniziano a scaricare acqua, è buio pesto e siamo costretti ad usare la torcia elettrica d'emergenza che per fortuna tengo sempre nello zaino. Le insenature della scogliera non ci permettono di vedere a più di dieci metri in avanti ed effettivamente non sappiamo neppure se quella via è praticabile. In altre situazioni mi ero cacciato nei casini ma così dentro ai guai come questa volta Mai!
    Inizia a salirmi l'ansia poiché non solo sento di aver messo in serio pericolo la mia vita ma soprattutto perché ho messo in pericolo l'esistenza della ragazza che amo. Sento che la paura e la fatica iniziano a prendere il sopravvento su di lei, ormai la nostra giornata non è più sotto il nostro controllo.

    "Non ci conviene continuare a camminare per la scogliera, ormai abbiamo passato l'hotel che si troverà al massimo ad un centinaio di metri da noi... se ci fai caso, al nostro fianco abbiamo la foresta che è molto più facile da attraversare rispetto al muro verticale di pietruzze che volevamo scalare un'ora fa."

    Cerco di rassicurarla dicendole che siamo vicini anche se non ho la minima idea di come fare ad avvicinarmi, visto che la foresta brulica di ragni velenosi e serpenti, soprattutto di notte quando escono a cacciare le prede. Il terreno è pieno di pezzi di legna marcia, ed è proprio lì che si annidano le tarantole, una guida ce ne aveva mostrata una proprio qualche giorno prima.
    Lei mi crede e proviamo a salire per un sentiero che si vede a malapena, forse quello che indicavano i due pescatori... Ci eleviamo qualche metro sopra al livello del mare e tutto sembra funzionare fino a quando accuso un dolore lancinante al piede destro. Punto la torcia e vedo chiaramente una spina piantata in profondità; la tolgo e riconosco l'aculeo: appartiene ad una maledetta palma, le cui foglie si contornano di spine, questo significa che tutto attorno a noi è pieno di dolorose spine.

    "Ahia! Basta! Non ce la faccio più! Voglio andare all'hotel!"

    Anche Fabi ha beccato una spina sotto al piede, dobbiamo fermarci. Non possiamo arrivare all'hotel, adesso tutto mi è chiaro: ci siamo sforzati tanto per raggiungere in tempo la stanza ma la strada che abbiamo appena scelto, non è affrontabile. Abbiamo preso una serie di decisioni poco convenzionali che ci hanno fatto arrivare in questa situazione. Sto pensando nel modo sbagliato, stiamo rischiando grosso!

    "Prendiamo fuori gli impermeabili e fermiamoci sulla scogliera a dormire. Questa è in assoluto la cosa più sicura che possiamo fare"

    Con la torcia punto il terreno e con le mani sposto tutte le spine che vedo, poi dico a Fabi dove mettere i piedi. Le mani mi fanno un gran male, i piedi ancora di più, ma è colpa mia, devo tirarla fuori incolume da questa disavventura:

    "Miraccomando, non dire ai tuoi che siamo finiti in questa situazione altrimenti non ti faranno mai più uscire con me".

    "Avevo ragione io, dovevamo tornare indietro due ore fa" lei lo sapeva fin dall'inizio ma ha voluto fidarsi di me

    "Avevi ragione certo, ma hai seguito me e adesso ci tocca passare la notte qui in attesa della luce diurna"

    Non potevo dirle in quel momento che non siamo tornati indietro per un motivo ben preciso... quella zona isolata era il covo ideale che i narcotrafficanti avrebbero potuto utilizzare come punto di scambio.

    Adesso mi rendo conto del terribile pericolo che abbiamo affrontato entrando nella foresta. Ritornando verso l'oceano vedo un punto che potrebbe essere comodo per aspettare la luce delle quattro di mattina. Ci buttiamo addosso tutto quello che abbiamo, sta scendendo dal cielo un monsone, siamo bagnati fradici e tira un folle vento. La Fabi ha paura che la corrente ci trascini via ma io sto sveglio e lei riesce addirittura ad addormentarsi, è stremata poverina.

    Attendo e controllo.

    I miei occhi si sono abituati all'oscurità e intravedo grosse onde infrangersi sulla costa, molti scogli emergono dall'acqua, in tutte le direzioni e ci riparano dalla forza devastante del mare. Il rumore delle onde è continuo e intenso, e mi porta il diario di ciò che è successo nell'oceano aperto, i venti della tempesta.
    Inizio a meditare, calmo, calmissimo, mentre la abbraccio.

    Edited by Paiton - 25/11/2021, 10:27
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    In Costa Rica il Sole picchia forte anche se sta per tramontare, resta poco tempo per scendere poiché alle cinque fa buio; lei aveva due sandalini molto graziosi ai piedi, io un paio di infradito, non avevamo il migliore degli equipaggiamenti in commercio ma ci siamo impegnati per arrivare in fretta ai piedi della collina. Giunti sulla strada asfaltata che costeggia l'oceano Pacifico, abbiamo incontrato una signora e tento di ottenere informazioni utili:
    "A che ora arriva l'autobus per Dominical?" Lei guarda l'orologio al polso
    "Doveva essere qui un quarto d'ora fa" mi risponde seccata in spagnolo

    Continuiamo a piedi in direzione della nostra camera con vista scogliera ma grossi mezzi gommati ci sfrecciano a fianco. Dall'altro lato della strada c'è il guardrail, poi una striscia di foresta e più in basso la costa rocciosa: intravedo un sentiero che probabilmente porta diretto sulla spiaggia. Decidiamo di esplorare quella via per toglierci dalla strada pericolosa.
    Il paesaggio che ci troviamo di fronte è fenomenale, una distesa di rocce lisce intervallate da pozzanghere piene di granchietti e altri animaletti da scoglio; l'oceano vero e proprio dista un centinaio di metri e all'orizzonte il sole sta per scendere dentro al mare, alle nostre spalle sentiamo il richiamo della scimmia urlatrice. Secondo i nostri calcoli manca un chilometro e mezzo di cammino per arrivare giusti in tempo a cena, prima che il buio prevalga sulla luce.
    Gli scogli diventano via via più scivolosi e non incontriamo nessuno lungo il tragitto. La mia fidanzata inizia ad essere stanca, perdere l'equilibrio è facile e bisogna prestare molta attenzione.
    Il cielo diventa sempre più rosa finché l'orizzonte si dipinge di rosso: mi rendo conto che sulla destra ci sono delle catapecchie nella foresta (probabilmente di pescatori, ma inizio a preoccuparmi perché due giorni prima stavamo facendo l'autostop e un signore sulla cinquantina ci ha messo in guardia; diceva che in quelle zone è bene evitare di salire con sconosciuti, si rischia di essere presi di mira dai narcotrafficanti). Non dico nulla alla fidanzata e continuo a camminare verso la nostra comoda camera, vedo l'Hotel in lontananza.
    Arrivato di fronte alle nostre abitazioni mi rendo conto che non c'è nessun modo per salire sulla scogliera. La nostra comoda camera da letto è proprio lì davanti a noi, di fianco c'è il ristorante ma non esiste un sentierino per superare quei sette metri di scogliera verticale, sassosa e sdrucciolevole che ci separano da essi.
    "Da qui non si sale" affermo sicuro.
    So fare ad arrampicarmi sulle Alpi e so dove si riesce a salire e dove invece si rischiano le ossa.
    "Accidenti! E adesso come facciamo?!" urla lei esausta.
    "Provo a correre avanti, bisogna fare in fretta, tu avanza con il tuo passo e cerca di non farti male"
    Le nuvole che prima erano tinte di rosa adesso avanzano nel cielo minacciose nella nostra direzione, in lontananza si vedono fulmini che entrano nell'oceano. Tutti i giorni arriva un acquazzone nella stagione delle piogge e il maltempo marcia verso di noi.
    Inizio a muovermi veloce, rischiando di farmi male perché devo trovare una via di uscita da quella situazione, non per me ma perché sto mettendo in pericolo lei. Un piede mi scivola di lato e una ciabatta si rompe: le tolgo entrambe e continuo a zigzagare tra gli scogli che sono sempre più rivestiti di alghe. Vedo due pescatori in lontananza, sono due ore che non incontriamo anima viva; mi avvicino e chiedo loro in un italiano spagnolizzato : "Pura vida, ès possible salire a la Parcela da più avanti?"
    Loro mi squadrano e poi dicono che una strada ci sarebbe, ma è un po' pericolosa.
    Forse mi hanno sottovaluto per il mio aspetto da turista sconsiderato ma sono consapevolmente certo che non faremo mai in tempo a tornare sulla strada statale principale, calcolando che sta scendendo l'oscurità e si sta alzando la marea. Bisogna tentare quella via pericolosa, che è l'unica possibile. Torno indietro velocemente ad informare Fabi:
    "Probabilmente c'è un sentiero percorribile in fondo alla scogliera, dopo la punta rocciosa che da questa posizione non si vede, me l'hanno riferito quei due pescatori"
    "Tu mi hai abbandonata qui da sola! Non ce la faccio più con questi sandalini!" Mi urla addosso arrabbiata
    Inizio ad essere davvero preoccupato per lei, avanza molto lentamente e ormai è calata l'oscurità... prendiamo in mano i cellulari intelligenti per fare luce e la informo che le mie ciabatte sono da sistemare, sto avanzando scalzo.

    Edited by Paiton - 25/11/2021, 10:07
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