Scrittori della Notte: liberi di scrivere

Posts written by The Aster

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    Se hai gli occhi infuocati, ti consiglio di non rimanertene in Silenzio ma di far volare le mani.
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    PRIMA DI POSTARE QUALCOSA È OBBLIGATORIO, COME DA REGOLAMENTO, COMMENTARE LO SCRITTO DI UN ALTRO UTENTE.
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    Benvenuto :D
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    CITAZIONE
    Voi di cosa avete bisogno per scrivere?

    Silenzio assoluto.

    CITAZIONE
    Qual è la vostra fonte di inspirazione?

    Qualsiasi cosa che mi faccia porre delle domande e creare percorsi immaginari.

    CITAZIONE
    Scrivete “meglio” se siete “felici” o “malinconici”?

    Uguale.
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    Notevole. Forse leggermente sdolcinata sul finale. :D
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    Molto carina, ma senza la spiegazione questi versi possono essere fraintesi. Hai fatto bene a precisare in spoiler. :D
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    Voglio essere amico del coniglio!!!
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    Il testo è interessante. Ci sono alcune parte da rivedere e correggere, ma è stato divertente leggerlo.
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    L'ho trovata interessante come lettura. Parte bene ed è evocativa. Brava :D
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    Non male :D
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    Benvenuta :D
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    Semplicemente fantastica, specie con Vasco Rossi in sottofondo.

    Un giorno di questi io e te ci andremo a prendere il caffè di Maciste :D
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    CITAZIONE
    Un commento sul suo linguaggio sgrammaticato: in certi punti secondo me non è tanto realistico... nel senso, non ho mai sentito nessuna persona italiana o che abbia dimestichezza con l'italiano lasciare i verbi all'infinito nelle frasi. Secondo me ci sarebbe da lavorare un po' su questo aspetto, magari coniugando i verbi all'infinito e coniugando all'infinito anche congiuntivi, condizionali, ecc... e magari lasciando al presente anche tempi che dovrebbero essere passati o futuri, oppure utilizzando maggiormente espressioni dialettali (anche se c'è il rischio di non essere compresi).

    Ti ringrazio del suggerimento. Lo terrò presente nelle future revisioni del capitolo. :D

    CITAZIONE
    Credo manchi un "nel" tra "tua" e "pomeriggio".

    Grazie per la segnalazione :D

    CITAZIONE
    Quella creaturina è adorabile! E non vedo l'ora di sapere cosa sia

    Lo scoprirai fra poco. :D
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    E come l'hai capito? O.o XD
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    Capitolo 21

    Una strana mattinata.

    Parte II

    Un addio ed un incontro ravvicinato del terzo tipo.



    Lasciati gli adulti a sbrigarsela tra loro, proseguo a passo svelto per la mia strada, destinazione scuola, interrogandomi su come cipicchia abbia fatto Sputa S. Willy ad accorgersi di me, Johnjack, ed Aurora la scorsa notte.

    O forse, era solo col mio Maestro che ce l'aveva?

    In fondo, io ed Aurora eravamo trasparenti...

    ...

    ...

    Ad ogni modo, mi sa che il destino vuole che oggi mi becchi una nota di ritardo.

    Già...

    Perché un altro suono, stridulo, fastidioso, e più forte delle urla di Sputa S. Willy, cattura la mia attenzione.

    Per colpa di Donato il Meccanico, che ha truccato il motore ed installato una marmitta assordante, la vespa di Ciccio il Ladruncolo si sente a centinaia di metri di distanza.

    Strano, però, che Ciccio sia in sella al suo catorcio a quest’ora, col rischio che il Maresciallo lo veda e glielo sequestri.

    Ma grazie a questo, ripenso all’astuto piano che non ho potuto mettere in atto, perché stregato da Aurora, e mi viene un’idea.

    «EHI!!!» grido, facendo segno a Ciccio di fermarsi.

    La vespa raschia l'aria mentre rallenta, mi fa accapponare la pelle.

    Poi si ferma di colpo, a pochi centimetri da me.

    Ci mancava tanto così che mi metteva sotto.

    «Lucio, bello vederti» esordisce lui. «Non ci avresti del formaggio? Non ho colazionato».

    ...

    ...

    Provo pietà per il suo stomaco!

    Noto che Ciccio è alquanto pallido in viso.

    Più del solito.

    Inoltre, sulla pedana della Vespa tiene un borsone sportivo senza manici.

    Mi domando se là dentro ci sia o meno la refurtiva del suo ultimo colpo...

    ...

    ...

    Ma credo sia meglio non saperlo.

    «Al momento, no» rispondo. «Però, alla Locanda ce n'è a non finire. Te ne darò un bel pezzo, in cambio di un passaggio a scuola. Che dici?»

    «E nonno Goffredo?» obietta Ciccio, indeciso. «Se lui sa, arrabbiarsi molto, lo so. Lui no è tanto gentile, come nonna Concetta e te. Voi sempre buoni con me».

    «Non dire così. Pure nonno ti apprezza, in fondo».

    Molto in fondo...

    «Per favore, non te lo chiederei, ma sono in ritardissimo!» insisto.

    «Ok... Per Lucio, lo faccio».

    La vespa riparte a tutta birra non appena monto in sella.

    In un batter d'occhio raggiungiamo la scuola.

    «Grazie dello strappo» dico a Ciccio scendendo dal mezzo. «Passerò da casa tua pomeriggio, col più grosso pezzo di formaggio che riuscirò a trovare in dispensa».

    «No, no, no. Tu no viene in mia baracca».

    «E perché mai?» domando dubbioso.

    Non è mica la prima volta che ci faccio un salto.

    Anche da solo.

    Il mese scorso, ad esempio, la nonna mi ci ha mandato per portare a Ciccio dei vecchi abiti che il nonno ha smesso di indossare.

    Troppo stretti.

    «Io no sarò là» risponde Ciccio sospirando. «No oggi, no domani, no mai. Me andare via da Passo della Cavalletta. Per sempre sempre».





    La marmitta emette una piccola esplosione e la Vespa si spegne.

    «Eh?»

    «Ciao mai più, Lucio. Grazie, cuore tanto tanto grazie, a te e a nonna Concetta. Ciccio andare, ma io no dimenticare».

    «Ma… Ma Ciccio, cosa…?»

    «No. Ciccio no potere stare qui più. Spiace tanto» da un deciso colpo di piede alla pedalina d’accensione della Vespa. «Tanta e bella fortuna, Lucio. Io pensa a te».

    Lo fisso allontanarsi, credendo fino all’ultimo istante che si tratti di uno scherzo, che in realtà stia andando a rubacchiare e s’imbarazza a confessarmelo.

    Ma lui si dirige verso quella lunga, tortuosa, ripida, discesa, che conduce alle pendici di Monte Cono, e realizzo che non ha mentito.

    Ma non me lo spiego.

    Non me lo spiego proprio.

    Se n’è andato.

    Ciccio se n'è andato via.

    Ma perché?

    ...

    ...

    Che si sia messo nei guai con qualche criminale?

    Di quelli veri?

    Di quelli pericolosi?

    Tipo la banda di rapinatori contro cui ci siamo scontrati io e Celeste a Città Vecchia, nel Caso in grigio?

    ...

    ...

    Sono queste le domande che mi ronzano in testa entrando a scuola.

    Ogni passo equivale ad una nuova teoria.

    Ma sono ipotesi che scarto rapidamente, ad una ad una.

    Perché improbabili.

    Perché ci son troppi alieni di mezzo...

    ...

    ...

    Ho una fervida immaginazione, lo so.

    Ora si che mi piacerebbe aver imparato la lettura del pensiero. Quasi rimpiango di aver detto di no a Johnjack…





    Uhm...

    Le conoscete le M&M’s?

    Ma sì che le conoscete.

    Quei buoni confetti di cioccolato, ricoperti di glassa colorata.

    Ne esistono molti tipi, ma la mia preferenza va a quelli a forma di ovetto e con dentro un’arachide, venduti in una bustina di plastica gialla.

    Quando ne assaggio una, non posso fare a meno di divorarmi tutto il pacchetto.

    Specie le marroni, che sono le più buone.

    Sono quasi peggio delle Nacatole di nonna, a mio parere.

    Celeste mi ha detto che sono onnipresenti nei distributori di merendine – lei però li chiama distributori di schifezze - in città.

    Purtroppo, qui da noi bisogna ordinarle apposta.

    Devo dire alla nonna di metterle nella lista dell'ordine dei rifornimenti...

    Ma tornando a noi, ho lasciato da parte la vicenda di Ciccio il Ladruncolo – che molto probabilmente riprenderò con Celeste, sicuro che la intrigherà parecchio – e mi sono messo a parlare di M&M’s per un valido motivo.

    Quale?

    Eccolo.

    In questo preciso istante, sul pavimento del corridoio della scuola, davanti a me, il musetto rotondo di una strana creatura sta tormentando una confezione delle suddette M&M’s.

    Provo a descriverlo.

    L’animale che più gli si avvicina, è il verme.

    O forse, il millepiedi...

    In entrambi i casi, le dimensioni del corpo sono fuori scala, rispetto a quei invertebrati.

    Ad occhio, direi che è grande come un cane di piccola taglia.

    Ha una dozzina di zampette, anch'esse rotonde; come pure un paio di zanne, che gli escono dalle mandibole, tipo quelle dei cinghiali.

    Cipicchia, non ho mai visto niente del genere!

    Non nella realtà, almeno...

    ...

    ...

    E se fosse pericolosa?

    Preso dall’istinto di filarmela, faccio un passo indietro, ma in risposta allo scricchiolio della scarpa, la creatura solleva la testa.

    Mi fissa...

    Mi fissa coi suoi profondi occhiacci neri.

    Nel suo sguardo c’è un’evidente punta di curiosità.

    «Kuich?» fa la creatura.

    Io ricambio il suo sguardo.

    Più che altro, non riesco a distoglierlo.

    Mi sento attratto da quegli occhi come lo è un pezzo di ferro a una calamita.

    Rimaniamo in questo modo per cinque - per me interminabili - secondi. Poi la creatura si alza su due zampette e si abbatte con un’accennata violenza contro il pacchetto vuoto di M&M’s, il quale si disintegra in migliaia di impalpabili stelline dorate.

    La creatura mi rivolge l’attenzione un’ultima volta, piegando la testa di lato come se tra i due fossi io la cosa più stramba.

    «Kuich! Kuich

    Infine si muove verso sinistra – la mia sinistra – diventando via via sempre più trasparente, fino a scomparire del tutto.

    ...

    ...

    ...

    ...

    ...

    ...

    Ma che cipicchia!?






    Come forse avrete notato, ho cambiato il modo di parlare di Ciccio il Ladruncolo per dargli un aspetto più da ingenuo ignorante disadattato
11526 replies since 5/6/2011
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