Scrittori della Notte: liberi di scrivere

Posts written by michelplatini

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    Ho scritto questo racconto insieme alla mia amica Erika Bissoli. Più precisamente, lei ha scritto la bozza di una storia e mi ha chiesto di svilupparla a modo mio allo scopo di confrontare le nostre versioni.

    Per sua gentile concessione, posto la mia versione.


    Una doccia. Una catartica e salvifica doccia. Che altro posso fare per rimettermi in sesto prima che lui torni?
    L’acqua però non sembra lenire il dolore. Anzi, mi soffoca.
    Sarebbe stato meglio non averla trovata quella lettera. Il coraggio di dirmi che mi lascia per lei non l’ha avuto ancora e almeno avrei vissuto quest’ultima settimana beata nell’ignoranza. E ogni giorno che passa è sempre peggio.
    Cazzo, come mi bolle la fronte!
    Ah, che sollievo! Vorrei che il mio cuore fosse solido e fresco come queste piastrelle. E ’ste gocce, sono acqua o lacrime? Che importa. Si mischino e scivolino via nel sifone, portandosi appresso pure la tristezza.
    Starà tornando. Come lo affronto? Non posso lasciargli intuire i miei reali sentimenti.
    Chissà se me lo dirà a voce o per lettera. Non ci credo che sparisca e basta. Forse una lettera dovrei scriverla io a lui.
    Dio, dammi la forza.
    Come ha potuto lasciare che quella stronza si mettesse tra noi.
    Sì, devo dirglielo che lo so, altrimenti sarò complice del suo inganno e non…
    “Ehilà!”
    Cazzo, come ho fatto a non sentirlo arrivare. E adesso?
    “Wow, sei così sexy in questa posizione!”
    Se mi giro adesso, capirà subito che lo so. Se mi giro vedrò i suoi occhi azzurri e la paura di perdere quel corpo virile e glabro mi torturerà di più.
    “Mi fai morire quando fai così!”
    “Non sto facendo niente.”
    Speriamo sia riuscita a mantenere un tono sereno.
    “Infatti! È proprio questo tuo far niente che mi fa ingrifare.”
    Mmmmm, ci siamo. Oddio! Quanto mi piace sentire i suoi muscoli sulla mia pelle, sentirmi abbracciare da dietro. Adoro le sue dita percorrermi i fianchi, come mi liscia il ventre, il tatuaggio tribale danzare sulle nervature in bassorilievo del suo braccio.
    No, non posso resistere oltre.
    “Sei splendida!” mi dice, paralizzandomi con quel meraviglioso azzurro che rende irresistibile il suo sguardo.
    L’acqua gli scorre sulle guance ruvide fino all’addome scolpito. E giù. È così vicino. È con me. Gambe, non venite meno proprio adesso! Vorrei dire qualcosa, ma appena muovo le labbra già so che mi zittirà con dolcezza, proprio come piace a me. Lento come non dovesse finire mai. Lo sa che mi piace.
    Ora provo… Ecco, lo sapevo.
    Come mai, nonostante tutto, adesso sono improvvisamente felice? Lo so, è il suo tocco, il modo in cui muove le mani sul mio corpo che ha neutralizzato la mia amarezza.
    Che fa ora? No, bagneremo per terra.
    “Chiudi almeno la doccia.”
    “Ma chi se ne frega della doccia!” esclama tutto eccitato, prendendomi in braccio.
    Leggera e spensierata. Che bello sarebbe potersi sentire sempre così, sollevata da quel deprimente senso d’impotenza. Passare così anche le porte della vita, come stessi fluttuando nel vento! Sì, è lui il mio angelo.
    Lo so dove mi sta portando. Del resto dove altro potrebbe depositare il mio corpo nudo e bagnato per rubarne forse l’ultimo piacere. Forse? Ma chi prendo in giro. Lo so che sarà l’ultimo. Quando mai ha parlato di ciò che mi ferisce. Ha sempre fatto così, perché ora dovrebbe cambiare?
    Mi desse almeno una ragione per oppormi, così potremmo iniziare a discutere e magari verrebbe fuori. Sì, verrei io incontro al suo “orgoglio”. Comincerei io. Il suo sorriso però è più forte di quel silenzio vigliacco. È come avesse cancellato ciò che era scritto su quella maledetta lettera.
    “Le lenzuola,” provo timidamente a innescare un dialogo fatto di parole, “le bagneremo tutte.”
    Avanti, parla! No, non ammiccare con quell’espressione da affettuoso satiro.
    Massì, dopotutto sta andando via. Sarà l’ultima volta. La sento la morsa di paura e presagio che mi stringe il cuore.
    Ma perché deve essere così? Perché? Perché?
    “Perché piangi?”
    Non è vero. Non sto piangendo. Non voglio piangere. Non devo.

    Si muove. Sarà mattina. Non lo voglio veder andar via.
    Che starà facendo ora? Si starà vestendo. Sarà già pronto per uscire?
    Cacchio, perché si è riseduto sul letto?
    “Ehi.”
    Devo fingere! Era meglio non me l’avesse detto. Non voglio vederlo uscire dalla mia vita.
    “So che sei sveglia.”
    Coraggio, vattene. Ti prego, non farmi piangere un’altra volta.
    Un bacio. Un arrivederci.
    È andato.

    Quant’è oggi? Domani finisce gennaio… Già sette mesi che è partito.
    Ancora un po’ e la vasca sarà piena. Forse dovrei tirarmi un po’ su, altrimenti l’acqua mi arriverà alla bocca. Ma poi, anche mi entrasse nelle narici? Ormai non sento più niente. Lacrime, urla, sorrisi: ricordi evirati da tempo. Le mie emozioni si sono spente del tutto da quando non c’è più.
    Quella notte. La mia ultima notte con lui. La doccia. Già, la doccia! E ora la vasca.
    Oh, l’acqua si è già tinta di rosso. Chissà quanto durerà ancora. Non pensavo ci volesse tanto.
    Sempre lei, il messaggero più infausto e crudele. La televisione.
    “Ucciso in un attentato in Afghanistan il Caporal Maggiore Luca Vicente…”
    Il resto si è perso. Quelle poche parole seguitano a ripetersi all’infinito.
    Sono così stanca.
    Almeno sua madre ha potuto piangerlo. Dove sono finite le mie lacrime? Le avrò versate tutte quando mi confessò che avevano accettato la sua domanda.
    Dio, come mi manca naufragare nel mare dei suoi occhi. Voglio ancora i suoi baci, ma quella stronza guerra me l’ha portato via. Ancora non ci credo che la trovava più affascinante di me.
    Fammi vedere. Dai, e sollevalo ’sto braccio! Il sangue ha quasi smesso di uscire.
    Sento qualcosa. Sì, la sento. È lei, Felicità.
    Finalmente sorrido.
    Amore, sto arrivando.


    Di seguito aggiungo la bozza originale di Erika da cui ho tratto la mia versione.

    NOTIZIE DAL FRONTE

    L’acqua della doccia non sembra lenire il mio dolore, e non mi riscalda. Ho trovato quel biglietto nella tasca dei suoi pantaloni.
    Mi lascerà. Lo so. Lo sento.
    Appoggio la fronte alle mattonelle del bagno.
    Sono a pezzi.
    E lui sta tornando.
    Non posso fargli capire i miei sentimenti.
    Non posso lasciare che lui comprenda.
    Lei è sempre tra noi.
    Lei non lo lascia mai.
    Sento la porta del bagno aprirsi, lui non parla. Credo che abbia già capito. Ho lasciato il biglietto sul letto.
    Si spoglia e apre la porta della doccia, ed entra anche lui.
    Non posso lasciare che mi tocchi: quando lui lo fa, tutto il mondo si ferma, e io perdo ogni parte di lucidità.
    Abbasso lo sguardo per non incontrare i suoi occhi azzurri, che sono azzurri come il cielo della primavera.
    Un nuovo errore.
    Il suo torace muscoloso e virile mi sfiora e io non so già più se riuscirò a controllarmi.
    Lascio vagare lo sguardo sulla sua spalla sinistra, dove il tatuaggio tribale parte per perdersi nell’incavo del gomito.
    Altro errore.
    Il suo respiro mi solletica le labbra. Non mi sono nemmeno resa conto che si è chinato.
    Apro la bocca per dire qualcosa e lui mi posa un dito sulla bocca, zittendomi.
    E poi mi bacia.
    È dolce e gentile, proprio come sa che mi piace.
    Lento come se non dovesse finire mai.
    Le mani leggere non esitano, mi toccano, mi fanno dimenticare perché sono così.
    Disperata.
    Siamo bagnati fradici ma lui mi porta nel nostro letto, e riprende ad accarezzarmi.
    Bagnamo le lenzuola.
    E a chi importa.
    Lui sta andando via.
    Mi sento come se fosse l’ultima volta. Perché credo che sia l’ultima volta. Lo so. Lo sento dentro il mio cuore, stretto in una morsa.
    - Non piangere.
    La sua voce è bassa, carica di sentimento.
    Io non sto piangendo. Non voglio piangere. Non voglio.
    È l’alba quando lo sento muoversi, vestirsi, prepararsi per uscire.
    Si è accorto che sono sveglia e torna verso di me, mi siede accanto e mi sorride.
    - Torno presto.
    Poi un altro bacio. Un ultimo arrivederci, e poi lui sparisce.

    Sono passati sette mesi quasi, dall’ultima volta che ci siamo visti, prima che lui partisse.
    Sono in bagno, immersa fino alla bocca nell’acqua calda. E’ inverno pieno.
    Non riesco a piangere, non riesco a ridere. Le mie emozioni si sono spente da quando lui non c’è più.
    La mia mente torna in continuazione a quella notte: l’ultima notte con lui.
    L’acqua della vasca è tinta di rosso.
    Non so quando durerà ancora.
    Il dolore è scomparso.
    Non sento più niente.
    L’ho saputo dalla televisione... “Ucciso in un attentato in Afganistan il Caporal Maggiore Luca Vicente...”.
    Il resto si è perso. Quelle poche parole continuavano a ripetersi all’infinito.
    Sono così stanca.
    La mamma di Luca è venuta subito, quella sera. Era distrutta. Piangeva.
    Io non riesco più a piangere.
    Voglio solo ritrovare Luca. Guardare i suoi occhi. Baciare la sua bocca.
    Ma lei me lo ha portato via.
    Sollevo la mano, mi guardo il polso. Le gocce di sangue escono lente e inesorabili dalle ferite.
    E finalmente sorrido, sentendo le forze abbandonarmi.
    Luca sto arrivando.
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    Marlon Brando

    Jack Nicholson

    Laurence Olivier

    Robert Deniro

    Katharine Hepburn

    Meryl Streep

    Ingrid Bergman
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    Io ho votato Twin Peaks.

    Magari i giovanissimi non lo conoscono, ma quando uscì tutti quanti si chiedevano chi ha ucciso Laura Palmer!

    Poi c'è il film che racconta l'antefatto, FUOCO CAMMINA CON ME.

    Secondo me uno dei più grandi eventi televisivi di tutti i tempi. Il concetto del Male che individua gli esseri deboli attraverso i quali agire fiutando le loro paure, è a dir poco eccezionale.
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    Secondo me la risposta ce l'hai già.

    Immedesimati nel personaggio e dici quello che tu diresti a tua madre - ovviamente tenendo conto della storia che stai scrivendo.

    Se ascolti i consigli degli altri, per quanto validi, non sapresti poi svilupparli in un dialogo credibile proprio perché magari quei concetti non ti appartengono.

    Per dire, Bruce Moore le farebbe un regalo. E' bellissimo, ma io non ci avrei mai pensato, non perché sia ingrato, ma perché avrei dipanato qualche incomprensione che non era stata chiarita in passato (non avendone più la possibilità, ora o mai più).
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    CITAZIONE (Heat_90 @ 5/8/2011, 21:16) 
    Per quanto riguarda Grygera, hai ragione. Il punto è che tra lui e Motta non sapevo che pesci pigliare! Beh, almeno Motta è giovane. Qualcosa da Conte può imparare!

    A questo punto, Sorensen è meglio di tutti e due. Certo, non è Gentile o Cafu, però senz'altro meglio. E se c'hai fatto caso, l'anno scorso Krasic rendeva molto meglio con Sorensen: infatti questo "si ciuncava" a difesa e Krasic non aveva da ripiegare come pretendeva (assurdamente) quel Del Neri.
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    Questa nuova versione è senz'altro migliore della precedente, ma - perdonami - non la ritengo sufficiente.

    L'idea di base è buona, come buona è la tua conoscenza della lingua e la tua capacità di creare immagini.

    Però tutti questi pregi si perdono in diversi difetti, tipo la ripetizione di tanti termini, l'uso di un... poetico stile che appesantisce l'appassionata lettura del baldo giovinotto che ci si dedica... (ti capisco, perché anche a me, all'inizio, affascinava questo modo di scrivere; ma poi mi sono reso conto che in prosa è un po' come cantare l'Ave Maria in discoteca).

    Certo, se scrivi per te stessa, allora segui l'istinto. Ma se intendi proporla agli altri (e gli altri sono abituati - come te, del resto - a leggere libri di autori affermati, e il confronto sarebbe fisiologico), non puoi non tener conto di queste obiezioni.
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    Uno, nessuno e centomila - radiografico (della mente)
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    Innanzitutto, gli ultimi due anni sono stati fallimentari per una semplice ragione: incapacità di gestire le partite.

    Tralasciando l'incompetenza della soscietà e parlando di aspetti puramente tattici, non esiste al mondo che stai vincendo una partita e becchi contropiedi a ripetizione. E da dove nascono i contropiedi? Dalla tattica suicida di dire ai terzini di continuare a spingere.

    Ma che vuoi spingere?
    Chill nun s'arrean allert!


    Vedi che se i terzini restavano al loro posto, al fianco dei due centrali, in molte partite non si sarebbero fatti raggiungere.

    Quanto a quest'anno, ti confesso che hai scritto una cosa che mi ha fatto cadere le braccia: GRYGERA.

    Già il fatto che sia ancora a Torino, è una sconfitta per la società. Io non attacco mai apertamente un giocatore, ma dopo quello che ha combinato in passato... cioè, una squadra che vuole lottare per lo scudetto non può avere un giocatore simile in rosa.

    La vecchia dirigenza, quella vero stile-juve, bocciò Rush per molto meno. E sono i due esempi più eclatanti.



    Sul secondo gol: maccarone è destro, è naturale che si accentra. Ma fallo andare a sinistra, perdinci! Che dici, meglio concedergli un tiro di destro o un cross di sinistro?

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    Infatti! La mia passione si sveglia col fischio d'inizio e si riassopisce al 90°.

    E personaggi del genere dimostrano che, come dici pure tu, ormai non resta altro.
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    CITAZIONE (Heat_90 @ 29/7/2011, 00:30) 
    CITAZIONE (ellemmeci @ 28/7/2011, 09:11) 
    Ho votato per il sondaggio, ma il mio voto non è stato considerato: infatti Inter O%. Eppure in basso mi esce la scritta "hai votato per questo sondaggio".
    La solita calciopoli????

    Ellemmeci, ora abbiamo la prova che sei interista: vedi complotti ovunque :D

    Beh, a parte gli scherzi, con i sondaggi a volte succede. Anche a me una volta non ha registrato il voto. Non so a cosa sia dovuto. Ci vorrebbe un esperto.

    Ma è chiaro! Il computer si rifiuta di votare Inter! :lol: :lol:

    Oppure è l'ira di de laurentis perché il napoli deve giocare con l'inter alla sesta giornata :lol: :lol: :lol:

    Perdonate le battute, ma non ho resistito. Ho già detto che per me il calcio è uno spettaolo e basta. ;)
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    Tifo per la Juve perché me l'ha detto mio zio quando avevo 4 anni... :lol:

    Sembra una sciocchezza, ma penso sia così per molti. La maglia che ti "mettono" parenti o amici quando sei piccolo, quando sei cemento fresco, ti rimane appiccicata addosso e diventa un tutt'uno con te - come appunto un'orma resta per sempre nel cemento quando s'indurisce.

    Non potrei proprio vedermi come simpatizzante un altra squadra. Sarebbe un po' come cambiare nome. Se mi hanno sempre chiamato Filippo, sarà dura girarsi quanto chiamano Claudio. :lol:

    Comunque ho imparato a seguire il calcio come gli americani seguono i loro sport. Nient'altro che uno show. Finita la partita, le chiacchiere non fanno più presa sulla mia sensibilità. E, tutto considerato, è molto meglio così.

    In fondo il calcio è intrattenimento,non una questione di vita, morte, patria o onore. ;)
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    Benvenuto
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    Beh, il mio è semplicemente l'omaggio a un calciatore che temperava classe sopraffina e inarrivabile intelligenza nel gioco del pallone.
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    Innanzi tutto mi ha sorpreso il finale: pensavo a una banalità collegata al titolo. Invece mi ha piacevolmente stupito.

    Sai creare delle belle immagini e sei bravo a trasmettere gli stati d'animo del protagonista.

    La narrazione è abbastanza realistica - che non c'entra niente col tema surreale.

    Le cose negative sono che ripeti troppo spesso non solo gli stessi termini, ma anche i concetti. Poi fai un uso non correttissimo della punteggiatura e qualche altra svista qua e là
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    CITAZIONE (†Invictus† @ 7/7/2011, 16:00) 
    Negli ultimi anni ho preso a seguire gli sport americani, come il basket, il baseball e il football. Diciamo però che è il basket la mia vera seconda passione sportiva :) :) Ci ho giocato a livello agonistico e ci gioco tutt'ora con gli amici :)

    Beato te! A me piacerebbe giocare a Basket! Fare una schiacciata alla Lebron, magari col canestro abbassato di un metro... :lol:

    Provai a creare un gruppetto di baseball, ma ho dovuto accotentarmi di giocarlo in playstation. :lol:
152 replies since 19/1/2008
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