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O bianco continente! O prestigioso litorale e glaciale vastità, arido tuono e incolto, un sedizioso stromento a me regala con beltà tua proveniente dalle più beate bravure della Terra! Irrobustisci il mio spirto randagio e fra i tuoi venti così massicci progredisci, o vate all'uomo inospitale, e gli insistenti stravolgimenti in parto definisci!
Spandi il tuo canto da raggianti sedi, lunge, tagliente e incantevole quanto periglioso, pervadi e non procedi per artifizi ma solo per schianto, qualcosa che dimora incontrollata, in un profumo che sboccia da forti vulcani ed eccellenti e ricoperte montagne. Rigorosa e blasonata veduta di bellezza, mi converte il tuo soffio e convoglia a contrafforti!
Eppure, la tua fauna e la tua flora sono fertili fusti di un coraggio estremo. Muschi, licheni e talora angiosperme elargite di selvaggio sapore, foche, megattere, snelli àlbatri e krill: fiorisci e sempre insegni e mai muori, neppure nell'oscuro inverno dove i pinguini, in lisci velli, si proteggono al fianco malsicuro degli altri, ma altrettanto veri e pregni.
Se ricavare potessi un denaro magnifico, sarebbe la tua forma sinüosa al mio guardo, nel riparo violento del tuo fiato che la torma adatta alloggia. Qui, molti misteri mi attanagliano, accese superfici verso grappoli intinti di verzura nei loro cieli di grati saperi. Potrò solcare una fulgida altura che un dominio dispensi di cornici?
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