50 sfumature di grigio

Anastasia Steele è una studentessa universitaria di 21 anni iscritta alla Washington State University di Vancouver, stato di Washington (USA).

Anastasia è vicina alla laurea in Letteratura Inglese, quando la sua amica e coinquilina Kate, direttrice del giornale universitario, le chiede di sostituirla per un'intervista a Christian Grey, amministratore delegato della Grey Enterprises Holdings Inc. Anastasia accetta, nonostante debba studiare per gli imminenti esami.

Senza alcuna informazione sulla persona da intervistare, arriva alla Grey Enterprises, dove nota un ambiente ricercato ed elegante, e che le dipendenti sono tutte donne bionde di bella presenza. Entrando nell'ufficio di Grey, inciampa sulla porta di ingresso, cade ed è aiutata da un giovane uomo, elegante ed affascinante, con gli occhi di un grigio luminoso, di nome Christian Grey.

Anastasia conduce un'intervista che non si limita alle sole domande richieste dall'amica, incuriosendo così Christian, colpito dalla sua bellezza diafana.

I due cominciano a incontrarsi, ma Anastasia si rende conto che Christian è un uomo oscuro, il cui apparente splendore nasconde una persona piena di segreti.

Ad Anastasia viene proposto un contratto, in cui sono elencate le "regole" da seguire durante la relazione con Christian: il loro rapporto dovrebbe essere ricondotto al ruolo di Dominatore e Sottomessa. Christian è abituato a non avere nessun tipo di relazione affettiva con una donna, il contatto è limitato alla sola vita sessuale, in cui lui impartisce ordini e la donna deve compiacerlo o verrà punita. I comandi variano dal tipo di vita da seguire durante la giornata, agli atteggiamenti da avere durante i momenti di intimità: così il bello e affascinante Christian si rivela essere un uomo sadico e masochista, dalle tendenze sessuali fuori dalla norma.

A differenza di tutte le donne con cui è stato, Anastasia è difficile da gestire, ma soprattutto da interpretare. Lei, invece di rifiutare, si butta a capofitto in questa relazione, pensando di essere in grado di gestirla. Pian piano viene travolta da una realtà di erotismo e di pratiche BDSM mai immaginate prima, in cui dolore e piacere si uniscono in un connubio inscindibile.

Questo crescendo di emozioni porta Anastasia ad innamorarsi di Christian e a volerlo aiutare ad affrontare le proprie paure, in quanto il suo atteggiamento nasce da esperienze strazianti e innaturali vissute nei primi anni di vita: è stato adottato, all'età di quattro anni, da una famiglia benestante insieme ad altri due bambini, un maschio ed una femmina. Ma pur apparendo come un uomo perfetto ed ambizioso, dentro di sé serba il ricordo di essere stato un bambino abbandonato, maltrattato, figlio di una donna drogata e incapace di badare alle esigenze del figlio. Per questo Anastasia decide di continuare la relazione anche se la strada da percorrere è dolorosa e difficile.

Pensando di avvicinarsi di più all'uomo e cercando di capire il motivo per cui in alcune circostanze lui non è capace di accettare nessun tipo di contatto fisico, Anastasia chiede a Christian di conoscere qual è il limite massimo che può raggiungere il suo sadismo. Anastasia non si rende conto della pericolosità della richiesta e vive un'esperienza che le fa capire di essere innamorata di un uomo malato, i cui problemi psicologici non possono essere superati facilmente.

Anastasia abbandona Christian con la promessa di lasciarsi dietro gli orrori vissuti.

Premetto che non ho letto il libro e nemmeno ne conosco la trama, se non a grandi linee, in base a quello che tutti - bene o male - hanno detto a riguardo. Vorrei quindi esprimere un'opinione relativa non tanto all'opera, ma al tuo commento.
Credo che libri come Cinquanta sfumature di grigio siano banali, forse persino privi di un reale impulso creativo. Magari invece l'impulso c'è, la scrittrice voleva realizzare l'opera per quello che è, e in tal caso non me la sento di giudicare. Ho aperto quel libro, una volta, e l'ho trovato scialbo nello stile e nei contenuti; ma ho imparato che a volte, purtroppo, essere "di cattivo gusto" può voler dire aver cercato di essere semplicemente spontanei, personali. Del resto c'è chi considera di cattivo gusto anche Tarantino, per dire.
Per il resto, tu dici che questo libro evidenzia un rapporto di "master" e "slave", quasi incoraggiandolo, il che danneggerebbe il giudizio dei possibili lettori. A tal proposito ti chiedo: quando leggi che il Conte di Montecristo passa anni della sua vita a vendicarsi, e che alla fine, pur imparando il prezzo della vendetta, tutto sommato è libero di iniziare una nuova vita, la tua morale subisce un danno?
Non sto facendo del sarcasmo, voglio solo condividere un mio ragionamento. Credo che uno dei motivi per cui si scrive, se non il principale, è proprio quello di esplorare possibilità e pulsioni che nella vita - giustamente - ci impediamo di assecondare. Oscar Wilde (per fare un altro esempio dotto) esplora l'assoluta perdizione assieme a Dorian Gray; altri autori raccontano amori disperati. In definitiva, dove un ragazzo viene lasciato dalla sua fidanzata e, dopo aver sofferto, riesce a reprimere quel sentimento per andare avanti, uno scrittore affonda nella passione per capire dove essa lo conduce. Finché essa resta su un pezzo di carta.
Perciò non credo che Cinquanta sfumature di grigio possa danneggiare il lettore, quanto al massimo rivelarci una fantasia dell'autrice, che per quanto ne so non ha mai picchiato suo marito. Oltretutto, diffidiamo dall'immagine che gli artisti tendono a dare di sé: spesso diventano anch'esse un'opera d'arte, con annessi pro e contro.

Siccome, poi, c'è sempre una parte di me che da ragione alle idee del "prossimo", aggiungo questo: un libro può effettivamente trovare chi scelga di interpretarlo come reale. In tal caso hai ragione tu, esso può diventare pericoloso. Ma allora la questione va molto oltre l'opera di cui sopra. Bisognerebbe considerare tutti quei lavori in cui la negatività di un personaggio poco raccomandabile non è direttamente esplicitata dall'autore. Il che metterebbe all'indice più o meno tutti, da Boccaccio a Goethe, da Tolstoj agli autori del noir... persino Topolino!
D'accordo, non vorrei essere diventato molto antipatico dopo questa dissertazione (ho usato questo termine arcaico per autopunirmi XD).
Se vogliamo parlarne ancora, ascolto volentieri anche critiche e velate minacce di morte.

Il mio parere (basandomi su quanto mi è stato riferito, dal momento che non ho letto tali romanzi e non ho intenzione di vedere il film) sta nel mezzo.
Da un lato penso che, nella propria intimità, le persone adulte e consenzienti possano fare quello che vogliono. Se una donna vuole essere legata e picchiata dal suo compagno, trovando che sia una cosa eccitante, sono assolutamente cavoli suoi.
Il punto è che, in questo romanzo, mi pare di capire che tutto ciò non rientri nella sfera di gradimento della protagonista che, anzi, era una ragazza fin troppo casta e puritana ma che, ritiene che sia suo dovere intrattenere quel tipo di rapporto con lui non perché lei lo desideri o lo trovi eccitante, ma perché lui è ricco e figo.

Il messaggio sbagliato, a mio parere, non è in questo caso che sia giusto che in un rapporto di coppia ci sia un soggetto dominante e un soggetto dominato, ma quanto che in un rapporto di coppia il soggetto dominato lo sia perché si sente costretto al punto tale da andare contro ai propri valori.
Per andarci più a fondo: non è il sesso ad essere sbagliato, ma il fatto che una delle due parti si senta costretta a fare ciò che non vuole, senza avere voce in capitolo.

Rimango comunque che ciascuno sia libero di leggere quello che vuole. L'unico problema è, casomai, l'età di chi legge. Leggere questo romanzo a 20 o 30 anni può avere un effetto. Leggerlo a 13 o 14 secondo me può influenzare eccome.

Libro di merda che vuole rendere romantica una relazione abusiva

Non è un libro, la storia fa cagare, è scritto male, non serve a niente se non a vomitare

Vabbé comunque è chiaro che il libro è rivolto a un certo tipo di target. Fa leva sull'insicurezza e i desideri più malati delle donne che lo leggono. Probabilmente casalinghe frustrate e represse che non fanno sesso da quindici anni e guardano tristemente il proprio marito che guarda la partita grattandosi i coglioni. L'autrice ha voluto stimolare la parte più malata e sottomessa di queste ultime per fare tanti bei soldini.
Che tristezza. E.L. James non ha amor proprio e interesse per la letteratura e la scrittura in generale. Come scrittrice non vale niente, ma forse tanto stupida non è.
Il successo che ha avuto rimane tuttavia un mistero per me. Alla fine sembra che lo odiano tutti sto libro, e invece è diventato bestseller e faranno anche i film.