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romanzo inedito in fase di revisione

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    opps capperi. Il primo capitolo nn era revisionato scusate.
     
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    Ecco lo riposto il primo cap. Scusate ma ho sbagliato file.


    Gli hyxyhii:cap 1

    Più di mille anni, erano trascorsi. Eppure, ad ogni Hyxyhii, venivano insegnate, quali essenza, di ciò che mai, avrebbe dovuto ripetersi, quelle che, nominarono :
    “Le origini della diaspora “
    Queste, furono le fondamenta del loro carattere. L'essenza, della civiltà che crearono. La forgia, in cui crebbero.
    L'ispirazione, attraverso cui, i padri dei padri, stilarono le leggi. Lo spirito che, li avrebbe resi quello, che sarebbero stati a venire. Quello stesso che, li aveva resi, primi tra i primi. Guidandoli, nel divenire gli Hyxyhii. Giganti incontrastati, nell'universo conosciuto e custodi, del sommo sapere.
    Ognuno di loro, conosceva Il nome di Yhaxii, quasi meglio, di quello del padre. Narvii, inventore delle naniti e Rayhii, che fu scopritore delle biocelle, quelle stesse in cui, le naniti divennero vive, erano nelle memorie, di ciascuno di loro. Tanto, quanto quelli, delle loro stesse madri.
    Queste figure, creando le naniti, lanciarono quella civiltà, oltre le vette del conosciuto. Portandola oltre, i bisogni materiali e permettendole, di assurgere al pieno compimento dell'essere ed alla. rigenerazione molecolare.
    Cedettero dunque, a tutti loro, il dono di esistere, come esseri di pura scienza. Affrancati, dalle necessità e quasi, dalla morte.

    Yhaxii invece, fu il padre, della loro stirpe. Colui che, disdegno la guerra e rese liberi gli Hyxyhii.
    La storia, narra che:
    Quando nei dodici regni, infurio la guerra; Yhaxii, anziché combattere, radunò le sue genti. Creò una flotta e portando il suo destino a compimento, lasciò i dodici regni per l'ignoto.




    Prima di quei giorni, Nella casa dei tutti, come veniva anche chiamato Argos, le genti coesistevano e tutto, era pace. Bellissimo, il pianeta natale di tutte le genti, affogava nei mari e si specchiava nei cieli. Quasi privo di terre emerse, Argos, fu a lungo la casa dei tutti. Le sue città sottomarine, si estendevano per miglia e miglia, carezzate docilmente dalle acque. Finché, le città non bastarono a contenere tutti e vennero edificate, le città del cielo.
    Enormi stazioni orbitanti, prodigio della scienza senza eguali, ospitavano acquari giganteschi. Questi, apparivano come enormi cilindri trasparenti, sospesi nel cielo.
    Eppure, le tecnologie che, ne determinavano il funzionamento, furono un avanzamento tecnologico, straordinario. Vi lavorarono quasi, un terzo degli abitanti di Argos. Per mezzo secolo, di generazione in generazione, vennero selezionati coloro, che vi avrebbero soggiornato. Per tutto il tempo, della loro progettazione e costruzione, l'intero Agros, fu chiamato a grandi sacrifici. Il costo di quel prodigio, fu alto. Eppure, in cuor suo, ognuno sapeva che quello avrebbe consentito la nascita libera, della propria prole. Quella che, per lunghi anni, vide negato il proprio diritto all'esistenza; ora, sarebbe stata libera, di esistere. Il divieto alla procreazione libera, era in vigore ormai, da novantasette anni. Solo alla morte, di uno dei componenti della famiglia, poteva succedersi lo schiudersi di una nuova vita. Le poche eccezioni, legate ai colonizzatori delle città del cielo, vennero poste in criostasi, nell'attesa del realizzarsi, delle nuove colonie orbitanti.
    Nel giorno del varo, i festeggiamenti, furono sontuosi. Nei pulpiti, riecheggiarono somme parole. Nel popolo, l'immensa gioia, non si interruppe che, dopo molti giorni.
    Di li a poco però, le dodici lune di Argos, ora ulteriore possibile meta di colonizzazione, divennero oggetto, degli appetiti del Consiglio. Che nella sua interezza, considero la loro colonizzazione, come il proseguimento naturale del lavoro svolto, per le città del cielo. Ponendole quindi al centro, di una diatriba che, avrebbe sconvolto ogni cosa a venire. Il consiglio, dove sedevano dodici consiglieri, per ogni casata, era l'organo legislativo e politico, degli Argoton.
    Le genti di Argos, erano divise in dodici casate. Vi era poi, la tredicesima casata, che, composta da un solo seggio, per ogni casata, rispondeva a se stessa soltanto. Questa, veniva chiamata in causa, solo qualora, non vi fosse una maggioranza. Era l'ago della bilancia, nel dirimere questioni insolute.
    Ogni casata, aveva il proprio modo di intendere le cose della vita.

    I Dagrorn, furono invincibili guerrieri. Difesero gli Aggroton tutti, da nemici esterni ed interni, per lunghi anni.

    I Precorn, erano una casata ascetica. Essi, svilupparono poteri che nessuno, scoprì mai a fondo. Temuti e chiusi, nei loro circoli e nelle loro pratiche, vivevano solitari e misteriosi.

    I Sarucorn, erano la casata dominante. Detenevano, il potere economico. Abili faccendieri, erano pero, infidi ed avidi.

    I Corcoron, erano la casata dei lavoratori. Erano loro, ad erigere città, ponti e strade. Loro, a farle pulsare. Industriosi ed instancabili, erano legati, a doppio filo, con i Sarucorn.

    I Miositorn; erano loro, la casata degli scienziati. A loro, il compito, di oltrepassare le leggi della fisica e di donare alla casa dei tutti, nuove e strabilianti scoperte.

    I Broseron, erano la casata religiosa, custodi delle anime e dei propositi. Erano del tutto, a carico delle altre casate.

    I Marmaron, erano i minatori di Argos. Loro, si insinuavano nelle profondità marine, scavando ed estraendo, quei materiali che, consentivano a tutte le casate, di esistere.


    I Bularon, casata dei letterati, erano custodi del sapere e divulgatori dello stesso.

    Gli Zartaron, casata rivale dei Dagroron, avevano sviluppato, l'arte della guerra, rimanendo vincolati, alle antiche tradizioni. Surclassati dai Dagroron, con l'avvento della tecnologia, avevano però finito, per incarnare i principi etici del guerriero. Ne avevano sviluppate le arti, assurgendo a livelli di abilità, quasi mistiche ed a poteri marziali impensabili. Nessuno, avrebbe mai pensato, di sfidarne uno, a mani nude.

    Gli Ihajoron, erano la casata degli ingenieri. Loro, progettavano. Studiando le scoperte dei Miositorn e traducendole, in nuovi straordinari strumenti.

    I Bulzaron, erano la casata dei costruttori, legata a quella degli Ihajoron, quasi in simbiosi. Essi realizzavano, opere specialistiche, di enorme difficoltà.

    Proron, era la casata che, riuniva tutte le altre sotto case.
    Ma era sterminata ed importantissima. Rappresentava prioritariamente, l'agricoltura marina e le culture, dei microorganismi viventi, delle acque.

    Con il progetto di colonizzazione delle 12 lune, si avviò una spirale, di prevaricazione degli uni sugli altri. Tesa, ad innalzare le proprie istanze al di sopra, di quelle degli altri. Ogni casata dunque, pretese di poter colonizzare una delle lune, ai propri fini.
    Pretendendo dapprima, che gli insediamenti, ponessero un limite, ai non appartenenti alla propria casata.
    Determinando poi in fine, che quella, sarebbe stata di proprio, assoluto ed inappellabile dominio.

    Le casate, si diedero guerra all'interno del consiglio, per ottenere chi, la luna più grande chi, quella più ricca o più facilmente abitabile.

    Alla fine, furono raggiunti degli accordi. Di cui nessuno, fu veramente soddisfatto e che presto, resero tesi i rapporti, tra le diverse casate. Col fervere, delle contrattazioni che, si svilupparono spesso sotto banco, la situazione si aggravò e tra le casate, si instauro un clima più che mai pieno, di rancori e sfiducia.

    Inizialmente, le tensioni, vennero in parte sopite proprio, dalla corsa alla colonizzazione. Eppure questa, incrinò maggiormente i rapporti, appena una seconda spedizione, lanciata da una casata rivale, approcciava una luna. La distanza tra le casate, ormai arroccate nei propri domini lunari, crebbe.
    Con il succedersi delle generazioni, nate nel sospetto e spesso lontane dalla casa dei tutti, le cose, andarono via via peggiorando. Specie su Argon. Dove il convivere, già difficoltoso, veniva aggravato dai giovani. Questi, provenienti dalle dodici lune ed assai più suscettibili, erano incapaci di mitigarsi e pronti, allo scatto d'ira. Per di più tipico, della loro eta. In oltre, nati fuori da Argos dopo la liberalizzazione delle nascite o confinati in celle criogeniche fino alla colonizzazione, non l'ebbero vissuta mai, l'armonia della casa dei tutti. Crebbero invece, in un'era di rancore e sospetto.
    Dunque il loro comportamento, finì con l'infiammare anche gli animi, di coloro che ebbero vissuta, la casa dei tutti. Increduli. questi ultimi, di come quell'arroganza cieca, potesse esistere.
    Allarmati ed intimoriti dall'odio, che si riversava su di loro, finirono per reagire alle provocazioni, irrigidendosi anch'essi.

    Questo, rese il clima invivibile. Su Argos, di li a poco, si andarono formando società segrete, dai fini estremistici. L'una, contrapposta all'altra .Ormai, anche nel consiglio, non sedevano più, i vecchi figli della casa dei tutti. La loro nuova e nutrita prole, poco propensa a considerare le istanze altrui, ne aveva ormai, preso il posto. Scoppiarono le prime rivolte, invidia e rancore, si fecero sempre più dominanti.
    Finché, nel nome dei giusti, alcune casate si levarono, a difesa degli antichi valori. Dichiarandosi difensori, della casa dei tutti, giurarono al consiglio di agire affinché l'ordine, fosse ristabilito. Naturalmente, a proprio privilegio e con le armi. Premeditando vantaggi, suggellarono patti che avrebbero reso le altre casate inermi, di fronte al potere del loro aggregarsi. Eppure, ciò che ne consegui, fu oltre le loro previsioni, caotico, violento e straziante. La casate, finirono per armarsi. Nacquero eserciti privati e nuove, terribili armi.
    Poco conto, ebbero le parole del consiglio. Anch'esse infatti, furono pregne d'odio e di rancore, quando le casate, dichiararono la propria indipendenza. Quando, asserirono di esistere, come i dodici Regni. Distinte, l'una dall'altra e mai più, casate di un unico popolo. Ancora meno, quando queste, si pronunciarono detentrici del potere, su di una parte di Argos. Finché, si disse, che la casa dei tutti era decaduta.
    Che essa, avrebbe dovuto essere ripartita, nei dodici anelli. Ciascuno dei quali, appartenente ad una delle case, ora Regni.
    La coalizione, che si era decretata difensore, dei valori della casa dei tutti, rifiutò. Ne seguirono anni di guerra. Tra le casate della coalizione e le altre. Battaglie, vennero combattute. Per lo più, sulle lune e nello spazio.
    Attentati, deportazioni, lutto e disperazione, nella casa dei tutti. Mentre la guerra infuriava, poco oltre i suoi confini.
    Alla fine, la coalizione cedette e fu spartita, la casa dei tutti.
    Furono stilati, accordi di pace e fermata, la furia della guerra. Argos, fu diviso in dodici parti uguali, che dai poli, si estendevano per la longitudine del pianeta, formando una sorta di spicchio. Le cui barriere, separarono gli uni dagli altri. Tradendo per sempre lo spirito, che cullo per tempo immemore, le genti della casa dei tutti.
    Fu proprio Yhaxii, tra i più, a distinguersi nella faticosa trattativa che porto alla stipula dell'armistizio.
    Eppure, sotto la cenere, covavano ancora le braci di quella, che era stata una guerra fratricida, durata quasi, per cinquant'anni.

    Mantenere la pace, fu quasi impossibile. Le scaramucce, si moltiplicarono ed Regni, tornarono ad armarsi. In quella, che prese poi il nome, di esoguerra. Una pace non pace, durante cui Yhaxii e la tredicesima casa, unica rimasta tale, nel nome e nello spirito, si adoperarono affinché, vi fosse la pace.

    Eppure, temendo che la guerra tornasse e questa volta, travolgesse tutto, essi tramarono. Vollero creare una grande flotta. Non per destinarla alla guerra ma per creare, una sorta di arca. Comprendendo la gravità e volendo sfuggire, alla furia cieca dalla guerra, immaginarono navi, in grado di solcare l'universo e percorrere enormi distanze. Capaci, di supportare la vita per generazioni, senza mai, doversi fermare. La loro speranza, era approdare in un nuovo mondo, dove vivere, di pace e di armonia. Il compito, fu arduo. Eppure, la strategia, eccelse. Portandoli ad intraprendere quella, che si sarebbe rivelata un'impresa titanica. La cui riuscita, fu resa possibile proprio grazie, a quella strabiliante strategia.
    La tredicesima casa, allora si erse. Affrontò il consiglio.
    Coloro che mai, ebbero voce, parlarono. Per la prima volta, esistettero. Accusarono il consiglio, di aver permesso, se non scatenato, la furia della guerra. Si dichiararono, unica casata rimasta. Unica forza concettuale, neutrale e trasversale. Assurgendo, a detentori dei valori ed a difensori, della casa dei tutti. Rivendicarono dunque, il diritto all'esistenza. Il diritto, ad ottenere i mezzi e gli spazi che, ne potessero supportare la vita. Delinearono, ipotetici confini. Ribadirono, il diritto ad ottenere uno spazio, ed al darsi, una dimora.
    Dunque, proclamarono il proprio intento. Trasformare le città del cielo, nella loro casa. In quella, di tutte le genti neutrali. Dove, i valori della casa dei tutti ormai estinta, potessero vivere ancora. Vi furono forti resistenze, eppure, la loro determinazione e l'euforia per la pace appena raggiunta, finirono col portare il Consiglio, a pronunciarsi favorevole a quella opzione. Dopo tutto, politicamente ed eticamente, il creare un soggetto terzo, e non belligerante, in cui conservare l'antico spirito che, permeava un tempo, la casa di tutti, parve ai piu, un'eccellente escamotage. Un mezzo, per ottenere una salvaguardia, maggiormente stabile, della pace appena raggiunta. Ad altri, balenò l'idea che questo, potesse risultare, un pratico modo, per facilitare gli scambi, sia commerciali che culturali. Alla fine, il Consiglio delibero quasi, a maggioranza. Permettendo, alla tredicesima casata, l'esistenza. Addirittura, si spinse oltre, decretando che, i Regni, avrebbero dovuto sostenere, economicamente e politicamente, il nuovo soggetto. Incarnando questo, lo spirito di pace che lo stesso Consiglio, si era appena votato a sostenere. La tredicesima casa dunque, nacque nel consenso. Crebbe, nella speranza. Ne consegui, un peregrinare di anime, verso le città dei cielo. In loro il sogno, di un domani migliore, la consapevolezza, di appartenere ad un movimento di armonia, che avrebbe riportato pace e prosperità.
    Eppure, trovare animi di tale foggia, non fu facile. Gli anni dell'odio, avevano lasciato ben poche speranze, ben pochi sogni, nel popolo. Tuttavia, la stanchezza per le atrocità della guerra, resero molti inclini, al considerare altre strade .

    Yhaxii e la tredicesima casata ebbero più fortuna, tra coloro che eccellevano, poiché in costoro, era più viva la consapevolezza, che non vi fosse altra via. Che comunque, andasse prevista anche, quella possibilità.
    La tredicesima casata, portò sulle città del cielo la propria gente sempre di più ed essa, proveniva da tutte le dodici casate. Ormai detti Regni, e rappresentò dunque, ogni razza. Fu una sterminata ed eterogenea migrazione, che comprendeva sicuramente anche spie ed agitatori. Eppure, riuscirono a far si che, nella struttura di comando, non vi fossero. I migranti, spesso erano menti eminenti. Altri invece erano più umili, eppure straziati e stanchi, furono pronti ad immergersi in acque nuove. Cercando la pace, in un nuovo modo di vivere, in una nuova casa, piuttosto che proseguire in quella follia. Per questo, spie ed agitatori ebbero vita difficile.

    Yhaxii e la tredicesima casata misero in atto le loro strategie, celandole, ai dodici Regni. Approfittarono, della loro trasversalità. Creando a loro volta una rete di spie ed agitatori che, s'insinuarono nelle altre casate o Regni. Studiarono piani, per la propria salvaguardia.
    Progettarono vettori, in grado di trasportare le città del cielo, come fossero un treno. Legate l'una all'altra, avrebbero portato quegli eletti, al di la, dello spazio conosciuto. Sarebbero stati, esseri di pace, in cerca del loro destino. Che sia salvezza o che si perda nel buio del cosmo, la tredicesima casata, avrebbe mantenuto la pace qui, o lasciato Argon. Con esso, avrebbe abbandonato ogni forma di distinzione, di rango, foggia o pensiero, lasciandosi per sempre alle spalle, i prodromi da cui, era nata la guerra.

    Lottarono, per mantenere la pace. Ottennero, una piccola flotta di navi da guerra con cui frapporsi, come forza di pace. Laddove, ve ne fosse stato maggiormente bisogno, avrebbero agito. Contemporaneamente, costruirono cantieri di assemblaggio. In segreto e lontano, dalla casa dei tutti e le sue lune. Ordinarono al Regno di Ihajoron alcuni pezzi, che all'apparenza, sembravano disgiunti tra loro. Pezzi che invece, si incastravano tra loro, formando i vettori. La cui strana forma, appariva tutt'altro.
    Al principio del viaggio, se mai ve ne fosse stato bisogno, quelle parti sarebbero andate perdute nello spazio.
    Per ora, avrebbero tenuto segreta, la vera struttura che vi si celava all'interno. Cosi, furono pronti.
    Ormai, anche le loro forze di pace, venivano coinvolte aspramente negli scontri che, sempre più sovente avvenivano. Per quanti sforzi facessero, si resero conto che un attacco, diretto alle città del cielo, era probabile se non imminente. Erano divenuti in fine, ingombranti ed anacronistici, nei pensieri e nelle mire, dei dodici Regni. Tanto, da dover temere essi stessi, di essere spazzati via. Fu così, che decisero; non avrebbero, atteso oltre.

    La enorme flotta, lascio Argon e le sue dodici lune, ancor prima che la guerra, infuriasse di nuovo. Consapevoli che di li a poco, la flebile fiamma della ragione, si sarebbe estinta sotto i colpi dell'odio e del rancore, partirono.

    La loro fuga fu un prodigio cui mai, fu data spiegazione.
    Non vennero attaccati, ne osteggiati da nessuno. Forse, fu il destino, forse le mille preghiere, che spinsero gli dei a proteggerli. Sicuramente, fu la sorpresa dei dodici Regni, che videro la flotta lanciarsi, nel vuoto del cosmo.
    Quando li videro muovere le città del cielo, scortate dalle navi di pace, e sospinte, da strani immensi vettori mai visti prima, non seppero che fare e le lasciarono, sfilare lente verso l'ignoto. Nessuno, alzò un dito e le navi, furono presto tanto lontane, da non appartenere più, a quello spazio.

    Le navi vagarono e le generazioni, si susseguirono. Approcciarono mondi sconosciuti, cercandone uno, che li potesse ospitare. Conobbero altre razze, impararono, evolsero e finalmente...trovarono quella, che sarebbe stata la loro nuova casa. Il suo nome fu HYXYH, che nella loro lingua, significava unione. Come popolo, ma anche come procreazione. Vita, dunque armonia e rinascita.
    Quando vi giunsero, la loro capacita tecnologica, si era evoluta eccezionalmente. Proprio grazie, agli innumerevoli mondi visitati ed alle nuove e diverse, civiltà studiate. Come, alla molteplicità, degli eventi cosmici osservati.
    Fu anche grazie, alla loro dedizione agli studi, che accrebbero sviluppandola quale sola fonte, della propria sopravvivenza, che poterono trarre tanti vantaggi da ciò che, incontrarono. Riuscendo sempre, attraverso quella dedizione, a non pagare il prezzo, di quelle osservazioni e scoperte.
    Ad essi infatti, durante i cinquecento anni in cui, peregrinarono attraverso il cosmo, si pararono dinnanzi, mille prodigi ma anche, mille pericoli. Che superarono proprio, grazie allo studio ed alla crescita scientifica, dovute a quelle osservazioni, al cui studio, affidarono le proprie esili, probabilità di vita.
    Una volta giunti, crearono il mondo perfetto. Alterarono i confini, dominarono, gli elementi. Crearono gli oceani, laddove non c'erano. Costruirono nuove, favolose citta, sottomarine. Cosparsero gli oceani di flora e di fauna marine, provenienti da Argos. Progettarono macchine, sempre più ingegnose e potenti. Fecero scoperte, sempre più eclatanti. Finché, non ebbero il dominio sul proprio destino.
    Di li a poco, furono progettate le naniti. Quella tecnologia, gli permise cose, cui non avrebbero nemmeno sperato prima. La loro storia, mutò del tutto. Aprendosi poi, a nuove incredibili strade. Le naniti, prodigio della micro-ingegneria, videro prosperare gli Hyxyhii, dando loro, nuovo impulso. L'avvento delle naniti però, usate in molteplici campi, avvio una corsa alla produzione che, avrebbe cambiato il volto di Hyxyh. Vi furono votazioni e fu deciso, di tenere le produzioni, lontane dal pianeta. Le grandi fabbriche, vennero allora approntate, sulle cento lune. Erano più di cento in realtà ma il resto, erano per lo più piccoli asteroidi in orbita attorno al pianeta.
    La svolta vera pero, si ebbe quando anni dopo, a quella delle naniti, si uni la scoperta dei tunnel spazio temporali. Fu l'opera finale, di una vita di studi, quella che, portò Quaysii il grande, alla scoperta dei tunnel. Quello di grande, fu l'appellativo, attribuitogli proprio in virtù dell'importanza, della sua scoperta. Fu infatti, proprio grazie a quei tunnel, che essi, recuperarono dai meandri dell'universo, una piccola parte di un mare, che ricopriva il cratere, di un piccolo pianeta sconosciuto. Ecco come:
    Quaysii appunto, scoprì che nell'universo vi erano tunnel, in grado di trasportare, da una parte all'altra dello spazio che questi ricoprivano, un corpo, che vi si immergeva. Il che, accadeva ad una velocità, che non si pensava nemmeno potesse esistere, come unita di misura. Scoprì, che ve ne erano molti, e di molti tipi. Da quelli enormi, a quelli piccoli.
    I tunnel erano di lunghezze e diametri diversi. Con velocità di spostamento, diverse. Avevano diversa consistenza, durata e stabilita. Quaysii, scoprì come individuarli e come, prevederne la creazione. Infine, come indurne la nascita.
    La corsa, alla scoperta dell'universo ancora sconosciuto, scoppiò. Nuove navi, si approntarono e con esse, arrivarono nuove scoperte, nuovi argomenti da studiare e nuova linfa, attraverso gli innumerevoli viaggi scientifici, ora possibili.
    Ma fu solo vent'anni dopo, che la celeberrima 307 di 18 di 20, riportò dallo spazio profondo, quella che, avrebbe per sempre cambiato, il loro destino.
    L'astronave, 307 di 18 di 20. Così, avevano trovato il modo di catalogare le innumerevoli missioni, astronavi ed equipaggi.
    Gli equipaggi, erano formati di tre scienziati. Chiamati N°1, N°2, N°3 su qualunque nave.
    Le astronavi, in ordine numerico progressivo 1,2,3,...100,101,102 etc.etc.
    Il tipo di ricerca effettuata, era determinato con numeri dall'uno al al venti, a seconda della classificazione della missione. Ad es. ricerca di campioni biologici era numerata 18.
    In fine, l'anno di partenza della missione, a decorrere dalla scoperta dei tunnel di Quaysii.
    In tal modo l'enorme flusso di partenze e ritorni veniva codificato senza possibilità di errori.
    Dunque, 307 di 18 di 20 stava a significare nave 307 in missione 18 ( ricerca campioni biologici) nell'anno 20, dopo la scoperta dei tunnel.
    307 di 18 di 20, ritorno anni dopo la sua partenza, appunto per una missione di campionatura biologica, nello spazio profondo, riportando uno strano campione. Una sostanza, leggermente gelatinosa e verdastra, fatta di micro organismi. Lo studio approfondito, di tale sostanza, confermo quello, che gli scienziati avevano intuito trovandola. Uno di essi, ne era stato aggredito. Senza che, ne avesse roportsto alcun danno. Seppure messo in criostasi, si era dichiarato sempre, sentirsi benone, meglio, che mai.
    Una volta rientrata, la navetta e il resto del suo equipaggio, furono posti in quarantena. Gli studi effettuati, acclararono che, la struttura genetica di quel campione, era tale da adattarsi a qualsiasi ospite, ed agire, come simbionte dello stesso. Alterandone, in modo non invasivo la chimica e la struttura, al fine di ottimizzarla. Ricevendo in cambio, il sostentamento, di cui l'organismo stesso, necessitava. Quando, Rayhii, scopri che quel simbionte, se posto in delle celle e bombardato di elementi nutritivi, non solo, era in grado di riprodursi ma anche di riprodurre, gli esseri che con esso, vi si trovavano immersi; decise di condurre, un azzardato esperimento. Introdusse delle naniti, all'interno delle biocelle e le bombardò di nutrimento, assieme al simbionte. L'esperimento dapprima. parve non dare risultati. Eppure Rayhii, decise che avrebbe lasciato quelle naniti a bagno, per cosi dire, a tempo indeterminato. Almeno per un anno, immagino di persistere in quell'esperimento. Passarono dei mesi, senza che accadesse nulla. Finché, quando ormai non ci sperava più, scatto un allarme in quella struttura. Era proprio, la cella delle naniti. Queste, avevano cominciato a riprodursi. Quel simbionte, gli aveva donato la vita. O meglio, si era replicato. Era riuscito ad inserirsi nelle naniti e le aveva identificate, quale organismo ospite. Dunque, era entrato in simbiosi con le naniti. Queste, per loro caratteristica, si potevano auto-replicare. Per farlo, avevano bisogno di energia, del metallo di cui erano fatte e di enormi laboratori, in cui nugoli di scienziati, controllavano quegli esperimenti. Tanto che costruirle, era di gran lunga meno costoso e più breve. Questa volta invece, doveva essere stato il simbionte, a creare i presupposti per la replicazione delle naniti. Con un costo irrisorio e senza bisogno di alcuna cura ne sorveglianza. La spiegazione di tutto ciò, sfuggi alla comprensione di Rayhii, eppure, accadde.
    Si penso che il simbionte, fosse in qualche modo riuscito, a replicare i metalli e dunque, lo si bombardo, con elementi nutritivi, densi di particelle di metallo. Le più svariate particelle, furono provate per determinare se quel processo, sarebbe stato replicato, o meno. Controllarono anche, se il tempo di gestazione, per cosi dire, sarebbe stato minore od eguale. Il tempo, fu minore e sempre più minore, a seconda delle particelle, di metallo inserite. Più queste infatti, erano del metallo di cui, erano fatte le naniti e più, il tempo di gestazione, diminuiva.
    In oltre, se si inserivano particelle di metalli diversi, le naniti seppur impiegando maggior tempo, venivano replicate ed i metalli, di cui erano fatte, variati nelle replicazioni. Si osservò poi che, immettendo della sostanza che già avesse replicato naniti, in biocelle nuove, la gestazione avveniva in tempi rapidissimi. Da ciò, si dedusse che l'organismo, doveva avere memoria genetica.
    Il poter replicare le naniti, aggregandole all'organismo, ed il poterne variare la struttura, fu una scoperta eccezionale. Il tutto, era autonomo, si auto replicavano sia l'organismo, che le naniti. Questo, fornì agli Hyxyhii, un nuovo ed inesplorato, campo di ricerca. Le cui applicazioni, parevano non avere fine. I cui vantaggi, si ponevano al di la, di ogni più rosea aspettativa. Furono costruite case, di naniti. Era necessaria una stanza in più? Sarebbe stato sufficiente, dare da mangiare all'organismo ed inserire, i parametri di ciò che, si voleva ottenere in una nanite ed il gioco, era fatto. Di li a poco, la nuova stanza, era pronta. Si approntarono modifiche, sempre più raffinate, fino ad ottenere ad esempio, che le naniti si modellassero in elementi diversi, a seconda, delle necessita del momento. Cioè ora, un letto, ora, un tavolo, ora uno schermo, etc. Era sufficiente che, le specifiche dei modelli da assumere, fossero nel database, delle naniti. Poi, anche questo, fu superato. Fu sufficiente che vi fosse un database a cui, attingere le informazioni relative ai modelli da assumere, e le naniti, avrebbero fatto il resto.
    Le applicazioni furono praticamente infinite. Di li a poco, tutto venne costruito, anzi auto replicato, dalle naniti. A seconda, delle specifiche richieste. Poi le naniti, furono in grado addirittura, di estinguere le richieste verbali degli hyxyhii, con assoluta precisione. Divennero infatti in grado, di collegarsi ai vari database e dialogare tra loro. Poterono, grazie a questa scoperta ricostruire arti, curarsi autonomamente, creare navi stellari di ogni foggia e dimensione, col solo uso della parola.
    Le naniti, vennero fatte ramificare tra HYXYH e le sue lune, creando sterminate praterie nello spazio dove cresceva in serre, scaldate dai due soli di Hyxyh, il nutrimento per l'organismo. Ed altrettanti enormi spazi che, ne catturavano i raggi producendone l'energia necessaria alla popolazione, furono creati, dalle naniti stesse.
    Gli Hyxyhii, erano incontrastati, nell'universo conosciuto.
    Queste scoperte, li avevano portati oltre ogni immaginazione. In breve tempo, ciascun hyxyii fu libero da ogni vincolo materiale. Le generazioni a seguire, furono asservite soltanto al proprio genio. I più temerari, si cimentarono nei viaggi astronomici, che sempre più intensi, per numero e difficoltà, partirono alla scoperta di nuove meraviglie. Ben presto, ebbero mappato e conosciuto spazi quasi illimitati. Ma non trovarono mai tecnologie, superiori alla loro. Allora la ricerca morbosa di una qualche razza che, gli fosse pari o li sovrastasse, esplose. Questa, era la loro speranza e paura maggiore. Cosi un giorno tra le mille destinazioni dei viaggi Hyxyhii, uno parti alla volta di un sistema solare, composto di otto pianeti. Il terzo dal sole, era la meta primaria di quella spedizione. Prima di approdare su quello, avrebbe viaggiato e visitato innumerevoli altri mondi. Altrettanti ne avrebbe visitati sulla via del ritorno. Ma quel piccolo pianeta di quel sistema sperduto, avrebbe determinato il momento della fine del viaggio di andata...e tanto altro ancora.
     
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    Ci son stati miglioramenti, ma si potrebbe fare di più. Ribadisco il discorso delle virgole che andrebbero messe nei punti giusti. Inoltre, l'ultimo pezzo è troppo lungo così com'è. Spezzalo in più parti e ne migliorerai la visibilità.
     
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    A cosa ti riferisci? Al capitolo 1 gli Hyxyhii o al cap 2 Ismael e sfera?
    Poi, le virgole ora dovrebbero essere quasi giuste spero. Ne ho levate parecchie.
    Si potrebbe fare di più, cioè? Intendo oltre alle virgole a cui poi magari faccio altri tagli se merita.
    Comunque, prende ?
     
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    Le virgole ce ne sono ancora tantissime da tagliare, secondo me
     
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    SI VERO! Lo sto riguardando di nuovo e si ci sono troppe virgole. Solo che tagliandole mi perde di significato fino a pensare di riscriverlo da capo almeno il capitolo 1. Il due per ora mi va bene.
     
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    Il senso c'è, anzi sono le troppe virgole a farlo perdere. Non ti preoccupare che le persone fanno lo stesso le pause di respiro nei punti giusti. Le virgole vanno messe solo dove devono. Togli le superflue.
    Vai a leggere altro, guarda bene come altri usano le virgole e, a mente fresca, torna a scremare le tue
     
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    Buona idea, devo andare oltre, rivedere quello che ho scritto dopo e non intestardirmi sui primi capitoli, poi lasciar passare un po di tempo prima di rivederlo ancora. Tanto non lo riscrivo, mi conosco al max ne scrivo un altro hahaha
    Guardando prima altro in cui ci siano meno virgole magari così forse imparo hahaha
     
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    Ho letto i primi due post e, secondo me, sarebbe meglio aprire con il prologo. Per il resto avrei due osservazioni da fare: 1) niente virgola tra il soggetto e il verbo, 2) leggendo il primo post che hai pubblicato ho avuto l'impressione che venissero fornite un po' troppe nozioni e un po' troppi nomi tutti in una volta che, essendo nomi poco comuni, potrebbe essere difficile ricordare tutti in un colpo solo.
     
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    Grazie Milly. Di virgole ne ho tagliate ancora un po ed ho rimesso a posto dei passaggi che non mi suonavano bene ma ora prima di ripostarlo aspetto un po e lo riguardo a mente fresca.
    Si vero è lungo e descrittivo troppo ma mi serve come base per il quarto romanzo della serie. Probabile che lo debba tagliare qui nella stesura definitiva e farne un sunto più breve ma vedrò poi all'ultimo se e come farlo. Però non posso tagliare proprio tutte le virgole essendo un romanzo diciamo epico, in alcune parti le pause ci vogliono cercherò di farne il meno possibile hahaha. Per il prologo forse hai ragione ma se dovessi tagliare parecchio l'introduzione che poi ribadisco ha poco a che fare col libro ma serve per i seguenti e per spiegare come lui, riesce ad essere privilegiato in quei quadranti, forse potrei evitare il prologo?
    Grazie ancora Milly
     
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  12. EG the Wanderer
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    Ciao
    Mi piace molto la storia e in particolare l'ambientazione. Per questo motivo io sono d'accordo con l'introduzione "Gli hyxyhii:cap 1", piuttosto che il prologo. Secondo me cattura di più il lettore.


    Per quanto riguarda le virgole, anche io avevo lo stesso problema. Come ha detto Milly, ti consiglio di pensare sempre che, fatta eccezione per gli incisi, soggetto e verbo non devono essere separati da virgole. Ad esempio:
    "Più di mille anni, erano trascorsi" è scorretto.
    "Più di mille anni, com'è risaputo, erano trascorsi" è corretto, perché le virgole aprono e chiudono l'inciso. (In questo caso mi sembra più chiaro: "Erano trascorsi, com'è risaputo, più di mille anni", ma è una questione secondaria.)
     
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    Beh EG prima di tutto grazie del contributo ogni consiglio è sempre una fonte di miglioramento. Per ora l'ho messo così, come è sotto, comunque sto lavorandoci sue di virgole e ne ho levate parecchie. Essendo il primo che scrivo per intero e dopo anni pago pegno ma a me almeno pare che la revisione del testo stia venendo discreta? Diciamo discreta. Quello che dici per me ha una valenza enorme, che prenda è la cosa che più mi interessa! Ancora per le virgole non ci sono lo stesso però. Ora cerco di rimettere a posto i periodi e in parte le virgole e i punti ma specialmente i punti poi lo rileggerò d'un fiato per le virgole e allora dovrei riuscire a levarle tutte quelle in eccesso.

    Più di mille anni erano trascorsi, eppure ad ognuno di loro venivano ancora insegnate quali essenza di ciò che mai avrebbe dovuto ripetersi, quelle che nominarono:“Le origini della diaspora “

    Per quanto riguarda il modo in cui lo avresti messo tu però, non sono d'accordo. Quell'inciso non c'entra non è risaputo nella mia testa almeno hahaha in caso basterebbe semplificare ovvero: "Erano trascorsi più di mille anni" ma così è scialbo e non immette chi legge nell'epopea che deve essere. Se hai altri consigli li attendo curioso.

    Penso anche io di aprire con gli Hyxyhii ma ho reso più scarna la storia e levato circa cinque pagine perchè effettivamente poi il resto della storia si ambienta e si sviluppa in modo completamente diverso e gli Hyxyhii spariscono quindi, deve essere più breve quella parte. Lo sapevo già l'ho scritta lunga perché mi serviva come base per i libri seguenti o meglio per il penultimo della saga di quattro libri hahaha che mai scriverò hahaha

    appena sono pronto li riposto ma prima li devo rivedere x bene
     
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    A cosa ti riferisci? Al capitolo 1 gli Hyxyhii o al cap 2 Ismael e sfera?

    Scusa il ritardo, mi riferivo al primo. Anche adesso, se lo riguardi, vedi l'ultima parte come fosse un blocco unico di parole. Già solo alla vista fa pensare a un qualcosa di pesante.
     
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    Non preoccuparti del ritardo, apprezzo tantissimo anche dopo anzi magari la cosa è anche più riflessiva.
    Non voglio scindere il primo capitolo in più parti perché è avulso dal resto del libro degli Hyxyhii in pratica non si parlerà più se non con riferimenti o nei momenti iniziali del viaggio e l'0abbandono di Ismael, poi scompaiono.
    Ma serve, questo è il primo di quattro romanzi in cui si svolge l'intera saga, ed alla fine gli Hyxyhii torneranno ma solo due libri dopo.
    Comunque l'ho ridotto di circa sei pagine rendendolo meno pesante spero...se interessa lo riposto qui, dimmi tu.
    Ad oggi ho revisionato bene le prime 250 pag. altre 250 alla meglio ne mancano 200 completamente da revisionare.
    Poi, potrei decidere di chiudere già a 500 pag. circa e riscrivere la fine a 500 pag ed il resto farne un secondo libro ma vedrò dopo aver revisionato il tutto se è il caso o meno anche perché i caratteri sono a 16 se no non li vedo bene mentre invece in genere sono al massimo a 14 nei pdf Amazon almeno, quindi, potrebbero risultare meno le pagine visto anche che non sono andato a capo tratteggiando e anche quello leva pagine immagino...
     
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29 replies since 17/5/2018, 15:56   212 views
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