Uno scrittore per i tuoi pensieri

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    299
    Scrittore
    0

    Status
    Offline
    hahaha spero per chi e piu bravo di me che almeno ci metta meno di me hahahaha che son nabbo hahaha
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    299
    Scrittore
    0

    Status
    Offline
    letti altri due capitoli sempre piu figata hahha
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    ;)
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 37 - Un ultimo valzer

    La sincerità si paga. Costa sempre più dei soldi che hai. E nel bel mezzo di qualche ginepraio persero le facoltà spazio-dimensionali. Come un fottuto quadro di Seurat, si, esatto, quello. Ognuno era uguale all'altro. Una sorta di mutismo contagioso. Sul serio? No, forse no. Ma così sembrava, cazzo.
    Pino si mosse in quel pianeta che forse non era il suo, forse lui aveva origini ancestrali, da qualche altro pianeta, da qualche altro universo, dalla mente di una persona, e poi gettato sul foglio come pioggia scarlatta.
    Forse, era proprio per questo che si sentiva così. Forse, era proprio per questo che era così. Così fuori posto, ma allo stesso tempo così fondamentale. La fame non bastava. La vita non bastava. Non bastava tutto l'oro del mondo, per riuscire a capire cosa ci fosse da capire.
    Qualcosa era fuori posto, e avrebbe minato l'equilibrio psichico della sostanziale presenza dell'essere umano nell'ambiente, ma non si capiva bene cosa fosse. Ma forse nemmeno si voleva capirlo. Forse si voleva soltanto andare a un cazzo di Burger King e mangiarsi qualche panino al pipistrello e dimenticarsi i pensieri inutili e rimbombanti. Si, a volte ci voleva davvero. Anche perché proseguire così avrebbe fatto impazzire chiunque. E tu, vecchio o giovane lettore o lettrice, dimmi te se nella vita non si può che essere quello che si deve essere e basta?
    Comunque così fecero.
    Urla. Rumore. Parole. Il mondo parlava. Loro, otto elementi caotici in un mondo ancora più caotico non trovavano neanche un cesso per cagare. L'introduzione dei corpi asimmetrici nella struttura unicellulare della stanza rendevano saporiti anche piatti non normalmente saporiti.
    Avevano fame non solo di cibo, ma di vita. Il mondo era pieno di merda e volevano soltanto vivere qualche attimo di emozione pura e semplice, di quelle che non puoi comprare al mercato, perché ti direbbero di andare a cagare.
    Ed eccoli lì, che mangiano, ignari di tutto. E non basterà la casa di Anna Frank, o qualche parco di Amsterdam per cambiare le cose. O forse si? Beh, questo è un segreto. Siamo fortunati, amici. Siamo dei cazzo di fortunati individui non ancora in grado di capirlo. Ma lo capiremo. Fanculo chiunque, pensi, ma non basta, l'importante è semplicemente proseguire marciando in cerchi concentrici. Ogni tanto in un viaggio ci vuole una pausa. Uno stacco. Un momento di relax. Un capitolo riflessivo. Un momento in cui pensi, non tanto per pensare, ma perché non puoi farne a meno. Un momento dove non ha più senso dare peso alle inutilità delle persone, un momento di semplice stacco emotivo da tutto.
    Perché? Cazzo, non lo so.
    Ma vorrei.
    E non soltanto Pino, ma anche tutti gli altri. Non solo loro. La scrittura non basterebbe, quindi non resta che scrivere. Non resta che farsi una canna e buttarsi nel lenzuolo della vita ed entrare nel motivo del tutto.
    ...
    -Io prendo il panino all'orso... ehm, no, scherzavo, prendo il panino, alla carne, che beh, forse è di orso e... vabbé, ordinate voi adesso... - disse Pino.
    -Io non prendo un cazzo, mi fate schifo - disse Bastiano.
    -Io prendo un po' di tutto - disse Xertcrox curioso.
    -Io un Chicken Burger - disse Sigfrido.
    -Dicono che noi siamo quello che mangiamo - disse Martina.
    -Simpatica.
    -Io prendo un Cheese Burger, senza formaggio, grazie - disse Timoteo.
    -Io prendo le patatine, e la coca, non quella da bere, possibilmente, per il resto sono a posto - disse Michele.
    -Un gelato - concluse Egidio.
    Si sedettero e si guardarono. La situazione ricordava il libro La cantatrice calva.
    -Uhm, va bene, mangiamo adesso, poi forse andremo a dare un occhiata alla casa di Anna Frank, e poi forse la sera andremo in discoteca, ma se non mangiate tutto tutto vi sculaccio, e niente serata a base di Md! - disse Pino.
    -Pino? - disse Egidio.
    -Si?
    -Vaffanculo - rispose Egidio.
    -Bene, ok. Ragazzi scusatemi una attimo, avete una... uhm... una sigaretta... qualcosa... vado un attimo a...
    -Vaffanculo - continuò Egidio.
    -Che cazzo hai detto figlio di puttana insetto che non sei altro? Prova a ripeterlo! - gridò Pino impazzito e ribaltò il tavolo. Afferrò la coca cola e gliela spruzzò addosso.
    -Ehi, mi serviva questa maglietta. Idiota - disse Egidio e gli lanciò i panini. Pino li evitò. Poi lo prese per un orecchio, glielo allungò bucandoglielo e gli infilò una patatina nel lobo.
    -Ecco, ti ho regalato un orecchino.
    -Wow, siete ancora stupidi, che novità - disse Martina.
    -Adesso basta! Prendi questo! - gridò Egidio. Gli lanciò il ketchup negli occhi e lo martellò di colpi nello stomaco.
    Pino lo afferrò per il collo e gli diede una testata. Lo spostamento d'aria fece esplodere i vetri del fast food.
    Egidio svenne e cadde a peso morto.
    -Ok, ragazzi, prendete tutto, andiamocene di qui! - disse Pino tenendo in braccio Egidio e uscirono. Saltarono sulle bici e pedalarono con i panini sullo stomaco.
    Di colpo furono inseguiti dalla polizia.
    -Va bene, ragazzi, adesso dobbiamo seminarli! - gridò Pino. Li guidò verso un vicolo, uscendo dalla strada. Si insediarono nei meandri più profondi del mondo. Vabbé, si nascosero dentro dei cassonetti dell'immondizia.
    -Avete rotto il cazzo, andate d'accordo, ragazzi! - disse Michele.
    -Credo di aver visto un topo - disse Sigfrido.
    -Ero sicuro che sarebbe successo di nuovo, ho fatto bene a non prendermi niente da mangiare - disse Bastiano.
    -Adesso non pensiamoci, prossima tappa? - domandò Timoteo.
    -Colpa di questo coglione - disse Pino.
    -Ha alzato le mani lui stavolta - rispose Egidio.
    -Io direi che torniamo all'hotel, ci facciamo una doccia, e poi pensiamo agli eventuali programmi - disse Martina.
    -Bene, faremo così allora - disse Pino.
    E lo fecero.
    Sapone, sangue, e acqua. Tre è il numero perfetto. Basta per lavare le ferite. Ma forse non quelle interiori. Ma questa è un altra storia.

    Edited by Matthew 98 - 12/8/2018, 17:06
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 38 - Come concludere bene una giornata

    Finito di lavarsi, gli otto si ritrovarono in camera di Pino per discutere dei programmi.
    -Ok, ragazzi, tutti questi musei mi stanno stancando, andiamo in discoteca stasera. Balliamo, ci sciogliamo e poi si vedrà.
    -Volevi andarci sin dall'inizio, ammettilo - rispose Egidio.
    -Io non ballo, e il ballo non io - disse Bastiano.
    -Bene, ci divertiremo, beh, forse non tutti... - disse Martina guardando Bastiano.
    -E nel frattempo che facciamo? - chiese Michele.
    -Si, poi in discoteca ci saranno sicuramente molte figone - disse Sigfrido.
    -A me non mi frega un cazzo dove andiamo, basta che mi date un altro po' di erba, non ce la sto facendo - disse Xertcrox.
    -Facciamo un salto ai canali, cioè buttiamoci dentro - disse Timoteo.
    -No, ehi, i canali li voglio attraversare di sera, deve essere più romantico, cazzo, adesso riposiamoci un po', poi il pomeriggio ci facciamo una bella passeggiata per i canali, eh? Va bene, comunque prendine quanta ne vuoi Xertcrox, ne abbiamo tanta - disse Pino accendendosi una canna.
    Provarono a dormire, ma nessuno a parte Timoteo ci riuscì.
    Passata qualche ora a prendersi in giro, uscirono tutti e otto e si incamminarono per i canali.
    Si presero un battello e attraversarono quelle acquatiche lande di liquido trasparenti e del colore degli occhi di Martina.
    -Che bello! Questa si che è vita! - disse Martina respirando le nuvole dentro le narici fino al cervello.
    -Tsk, sopravvalutato - disse Bastiano a braccia conserte.
    -Ogni tanto puoi essere d'accordo col resto del mondo su qualcosa, Bastiano - disse Michele.
    -Ah, grazie, ora che ho il tuo permesso, posso dirti anche di farti i cazzacci tua? - rispose Bastiano.
    -Bene, fai come ti pare - disse Michele.
    -Ehi, non riuscite neanche a godervi il momento, bastardi? Sempre a pensare a quel cazzo di futuro, bah, ci andremo in discoteca, tranquilli... - disse Pino.
    -Io mi butto! - gridò Xertcrox e si lanciò in acqua.
    -Fermo, stupido, non puoi! - disse Sigfrido.
    -Fa parte del gioco Sigfrido. Un po' come perdere ai gratta e vinci - disse Timoteo.
    -Esatto, qualsiasi cosa tu abbia detto - rispose Egidio.
    Finito il percorso tornarono indietro.
    Si fiondarono in una discoteca.
    La musica era altissima. Non riuscivi a sentirti neanche pensare, figurati farti troppi problemi.
    Pino, Xertcrox, Martina, Sigfrido e Michele si presero da bere. Gli altri si presero bevande analcoliche. Poi si buttarono in una stanza a ballare musica tecno.
    Bastiano fece finta di ballare per un po', poi si andò a sedere e non si mosse più.
    Stettero lì per circa tre ore.
    Pino non si fermò mai.
    Ballò per tre ore consecutive e fece a gara con un impasticcato.
    Tutti lo esultavano. Si sentiva un re, finalmente riusciva a interrompere il flusso infinito di pensieri.
    Tutti gli altri furono più moderati. Ma poi Xertcrox si spogliò e lo buttarono fuori.
    Uscirono quindi tutti, coi piedi a pezzi.
    -Cazzo, sei stupido? Mi stavo appena scaldando lì dentro... - disse Pino a Xertcrox.
    -Adesso zitti cazzo! Era un momento perfetto. Adesso andiamo a dormire e basta - rispose Xertcrox.
    -Meglio così, è tardi, io ho un sonnnnnooooooahhhhhh - disse Timoteo sbadigliando.
    -Non sono riuscito a rimorchiare come pensavo - disse Sigfrido.
    -C'è tempo per quello, Sigfrido - disse Martina.
    -Là dentro era una palla, non ne potevo più - disse Bastiano.
    -Secondo me è stata una figata, soprattutto vedere Pino ballare - disse Egidio.
    -Voi siete proprio ignoranti ragazzi, e vi amo! - disse Michele.
    La verità infine, in una notte poetica e senza respiro.

    Edited by Matthew 98 - 12/8/2018, 17:07
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 39 - Canne a Vondelpark

    Ritornare. Indietro, oppure no. Decisioni. Imprevisti. Ma ormai è tardi. Con poche probabiità il risucchio che avviene tra le labbra di una puttana di Amsterdam e quello delle labbra di chi succhia una cannuccia, per bersi un aranciata, in un caldo pomeriggio di estate, hanno qualcosa in comune. Beh, il caldo. C'era il caldo. E le visioni.
    Le visioni col caldo.
    Prima di andare a letto Pino, Michele e Xertcrox si erano sparati un peyote bello pesante. Di quelli con cui ci puoi fare ginnastica. Più o meno. Ma il punto non è il peso, il punto è ciò che senti.
    Oh, le visioni.
    E il caldo.
    Non vi ho parlato di quello.
    Ma quando Pino iniziò a vedere intorno a sé la stanza come fosse a pois, come un dalmata, le cose erano appena iniziate. L'animale guida. Certo. L'animale guida.
    Quello guida di Pino era un dalmata.
    -Io odio i cani! - disse Pino.
    Non fa niente. Non lo decidi te.
    Il dalmata lo accolse a gambe aperte. Gli saltò addosso e lo morse. Pino gridò e il cane sparì.
    -Ehi, Michele, non mi sento tanto... parlo piano, parlo pieno, mi sento esplodere di qualcosa, che non saprei... boh - disse Pino guardando il suo amico cappelluto.
    -Tranquillo, mi raccomando, basta che segui le regole stradali, non affrettarti, non fallire i quiz, è tutto a posto, ci sono qui io, andrà tutto bene, amico mio - disse Michele abbracciando i fiori che spuntavano dal televisore.
    Xertcrox rise come una iena.
    -Ehi...mmmm, ragazzi, vedo... una lucciola... eccola... seguiamola... è così bella... così calda... così vicina... così... aaaaaaahhh! - gridò sbattendo contro il muro.
    Tutto divenne ondulato e furono travolti da un terremoto leggero che li cullò in un mare di infarti al sapore di melone.
    La consistenza del tutto era così... inutile... che niente aveva senso... la vita... il viaggio... gli amici... era tutto destinato a finire... prima o poi... ma questa leggera brezza di api saltellanti... questa... rivoluzione intellettuale... non si poteva negare.
    ...
    Pino si risvegliò per terra. Aveva sbavato dappertutto.
    -Ehiiii, pelandroniiiii.... svegliatevi... dobbiamo andareeeee - gridò, ma nessuno lo ascoltò.
    Aveva la vista appannata. Tutto era molle e stupido. Lui era stupido. Tutto ero stupido. E bello. Tutto era bello. Così bello da non poter essere descritto.
    Così li aspettò. Li aspetto. E li aspettò. Quando si svegliarono, dopo tre ore, si era riaddormentato lui.
    -Ehi, Pino, cazzo fai, ieri sera figata eh? Rifacciamolo ogni tanto amico orso - disse Xertcrox.
    Pino si svegliò e li guardò.
    -Uhm, io sono pronto, lavatevi intanto - disse loro e poi tornò nel suo mondo dei sogni.
    ...
    Lava, lava. Strofina, strofina. Togli la cera, metti la cera.
    Quando tutto il gruppo fu pronto, fuori dall'albergo, Pino spiegò loro il da farsi.
    -Ehi, sentite un po'... stronzetti... lo so bene cosa volete... vi conosco... ecco... quindi... andiamo al Vondelpark, ci spacchiamo di canne sotto al sole e crepiamo in silenzio, va bene? Ok, sto finendo l'erba a voi quanta ve ne è rimasta?
    -Sotto il sole? Cavolo, mi serve la crema solarium - disse Sigfrido.
    -Tranquillo Sigfrido, non sei poi così bianco, la tua pelle resisterà - disse Martina.
    -Ehm, grazie, anche la tua è... come dire... bella - rispose Sigfrido.
    -Trovi?
    -Si, e...
    -Va bene, scopate dopo, biricchini, intanto noi dobbiamo discutere di affari - li interruppe Pino.
    -Bah, le solite tue trovatine del cazzo, i tuoi soliti giochini da buco di culo, con me non attacca, vengo, però andate tutti a fanculo - disse Bastiano e sputò per terra.
    -Scusate, non ho capito, dove è che andiamo? - chiese Timoteo.
    -A casa di tua madre - rispose Xertcrox, poi rise da solo.
    -Per me va bene, andiamo subito - disse Egidio.
    -Ehi ragazzi, guardate che il sole è giallo comunque, se non avete gli occhiali da sole come me non lo guardate o vi danneggerete gli occhioni! - disse Michele urlando e sbiascicando le parole.
    Di colpo urlò anche Pino e cercò di scacciare le luci bianche che lo colsero mentre guardava intorno a sé.
    ...
    Pedala. Pedala.
    ...
    Comprata l'erba si diressero al Vondelpark. Era tutto verde e sole e gente e fumo di erba. Tutto perfetto.
    -Ehi, proprio come lo volevate? - disse Pino sorridendo.
    -Io non voglio niente! - disse Bastiano.
    Dopo circa mezz'ora erano strafatti come pigne, anche se forse la definizione corretta sarebbe come Snoop Dogg. Si sedettero su quell'erba magica, rilassati, purificati, niente aveva senso, niente doveva vincere nient'altro, tutto leggero e sensazionale.
    Martina mise un po' di musica sul telefono e nel frattempo se ne stavano sdraiati ad ascoltare e a cantare.
    -Ehi, mi piace molto questa canzone, vi amo ragazzi! - disse Bastiano, spaventando tutti.
    Martina si avvicinò a Sigfrido. Gli strinse la mano.
    -Ehi... Maaartinaaaa, cosa porta la tua mano verso la mia? Forse i tuoi capelli sinuosi, o forse la tua dolce voglia di amarmi?
    -Si, proprio così.
    -Cosa?
    -Cioè...
    -Non c'è bisogno di aggiungere altro. Va bene. Ti amo anche io.
    Martina sorrise. Poi accarezzandogli il braccio si avvicinò a lui e lo baciò.
    Sigfrido chiuse gli occhi. Eccolo lì. Illuminato dal sole e dal calore delle sue labbra e del suo corpo, sotto quel cazzo di mese di luglio. La prese a sé, e attorcigliò la lingua intorno alla sua. Con totale dimenticanza dell'ambiente circostante.
    -Ehi, non è giusto bastardo, Martina è mia! È la mia amata da amare! - gridò Xertcrox, ma Pino lo abbatté con un pugno.
    -Non rompere loro le palle, coglione, questo è il loro momento... non capiterà sempre nella vita di avere un momento così bello... non rovinarglielo... - disse Pino incazzato.
    Poi si sdraiò anche lui. In quel paradiso terrestre capì che l'importante non era proprio niente.... eppure... era felice di avere fatto il suo dovere, dei suoi amici, di tutto quanto. Chiuse gli occhi, e insieme a tutti gli altri, divenne una nebbia di coriandoli e si unì all'erba e al sole e tutto divenne unico.

    Edited by Matthew 98 - 12/8/2018, 17:14
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 40 - Franco e Frank

    Pino accese gli occhi. Erano spenti. Si era addormentato nell'immensità del tutto. Si alzò e si guardò intorno.
    Gli altri erano dormienti, tranne Bastiano.
    -Ehi, Bastiano, da quanto tempo stavo dormendo?
    -Troppo calcola, mi sono veramente rotto il cazzo di aspettarvi.
    -Immagino... EHI RAGAZZI! Forzaaaaaa svegliatevi, miei cari! - gridò Pino.
    Sigfrido e Martina avevano dormito vicini stringendosi la mano.
    A Timoteo era entrata qualche formica in bocca mentre dormiva.
    Quando furono tutti svegli, capirono di avere una fame mostruosa, e andarono in un ristorante, dove si mangiarono due pizze ciascuno. Finito il pranzo si domandarono dove andare così Pino fece l'annuncio della prossima destinazione.
    -Ok, raga, adesso ci vuole anche un po' di istruzione, andiamo tutti alla casa di Anna Frank.
    -Perché ci vuoi andare? - domandò Egidio.
    -Diamine, sono curioso.
    -Ha senso - concluse Egidio.
    Erano tutti troppo fatti per lamentarsi, così lo seguirono.
    Da fuori la casa era maestosa. Cercarono di entrare, ma non avevano comprato i biglietti, e scoprirono che l'unico modo per averli era comprarli on-line.
    -Lasciamo perdere, non troveremo un biglietto in tempo ormai, vediamola da fuori e basta - disse Pino.
    Si fecero un bel giro dell'abitazione.
    -Aiuto! Dobbiamo nasconderci dentro o i nazisti ci uccideranno! Non voglio morire! Dobbiamo restare uniti, amici! - gridò Timoteo e tutti gli dissero di abbassare la voce.
    -Si, ma guarda che i nazisti non ci sono più adesso, puoi stare tranquillo... - disse Sigfrido.
    -Beh, aspetta Sig, forse in Italia ci stanno ancora... - disse Martina.
    -Che si fottano.
    -Giusto - rispose Martina.
    -Beh, comunque questo posto mi trasmette proprio... come dire... paura... e... non lo so... - disse Egidio.
    -Non era necessario venire qui, sappiamo tutti la storia... ah, no, forse non tutti - disse Bastiano guardando Timoteo.
    -Certe cose vanno viste con gli occhi, è come vedersi un cazzo di quadro al museo invece che sul libro di scuola. È giusto che imparate qualcosa da questo viaggio. Visto? Non tutti sanno cosa è successo - disse Pino sorridendo a Bastiano.
    -Per una volta hai ragione - rispose Michele.
    -Beh, va bene, adesso andiamo via però, sta diventando deprimente - disse Timoteo guardandosi in giro.
    Finita la breve vista da fuori, decisero di andarsene. Montarono sulle bici e pedalarono verso l'albergo, dove si riposarono e cazzeggiarono.
    Pino invitò tutti nella sua camera e passarono il tempo a vedere video idioti sul cellulare e sparare cazzate col fucile.
    -Ehi, Pino, ahahahahaha, guarda questo cane vestito da Bat-Man - disse Timoteo mostrandogli il telefono.
    -Già visto, già fatto - rispose lui.
    Nel frattempo, Martina e Sigfrido si stavano annoiando.
    -Ehi, Martina, andiamo in camera tua, solo io e te.
    -Va bene - rispose Martina sorridendo.
    -Ehi, amati cari, mi raccomando, fate una bella scopata! - disse Xertcrox sarcastico guardandoli andare via.
    Sigfrido gli fece il dito, poi seguì Martina.
    Quando furono finalmente soli iniziarono a parlare del più e del meno.
    -Martina, io... ti amo - disse Sigfrido mettendole una mano tra i capelli e la baciò.
    -Anche io - rispose Martina e gli mise le braccia dietro il collo.
    Si baciarono appassionatamente, poi si tolsero i vestiti.
    -Aspetta - disse Sigfrido e prese un preservativo dal suo portafoglio.
    Se lo mise, e poi salì sul letto.
    Le fece segno di venire.
    Fecero l'amore, in quell'orizzonte di follia e piacere che era visibile solo a loro due. Sigfrido fece del suo meglio per dimostrare che era un vero uomo, e si impegnò al massimo.
    Martina gli disse di andare più piano e gli spiegò come fare.
    Risero, e scoppiarono di estasi.
    Quando finirono si sdraiarono uno vicino all'altra.
    -Uhm, hai una sigaretta? - chiese Sigfrido a Martina.
    -Ma tu fumi?
    -Scherzavo - disse Sigrido e ridendo guardò il soffitto che sembrava più immenso e infinito del solito.
    -Lo sai... Martina... era la prima volta per me... suppongo che tu dovessi saperlo... ed è stata stupenda...
    -Ad essere sincera, anche per me è stata la prima volta - disse Martina leggermente imbarazzata.
    -Beh... certo vedere i porno ti dà un idea... ma quando lo fai veramente è tutta un altra cosa, soprattutto se lo fai con passione - disse Sigfrido sorridendo e le baciò la fronte.
    Martina era contenta, forse qualcuno avrebbe detto che correvano un po' troppo, ma a lei non fregava un cazzo dei "qualcuno".
    Se ne stetterò lì, guardando il tramonto che veniva dalla finestra, e che li illuminava di ancora più luce.
    Pino capì la situazione, e fece in modo che nessuno li disturbasse.
    -Beh, ragazzi, il mio amico Sigfrido ci sta dando dentro, e io sono contento per lui, così come dovreste esserlo anche voi, se soltanto qualcuno di voi osa andare a rompergli il cazzo, vi uccido! Intesi? E si, sto guardando te, Xertcrox! Adesso andiamo in discoteca, lasciamoli in pace a loro due - disse Pino serio.
    Nessuno ebbe il coraggio di obiettare e lo seguirono anche quella sera a ballare.

    Edited by Matthew 98 - 7/14/2018, 02:45 PM
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 41 - Approcci

    La musica era forte e le luci rendevano il tutto un turbinio infernale.
    Pino ballò senza fermarsi, per ore e ore, senza badare a niente.
    Bastiano si andò a sedere, esausto.
    Mentre era seduto, vide che anche un'altra ragazza non stava ballando.
    -Ehi, proprio una rottura qui, eh?
    La ragazza non capiva l'italiano.
    Provò in inglese.
    -Hey, it's really boring here, don't you think?
    -No, not really. I just wanted to relax a little.
    -Got it. Well, then relax yourself. My name is Bastiano. You're very pretty, you know?
    -Thanks.
    -What are you going to do now?
    -I'll go back to dancing.
    -Wait! Um, i'll come with you.
    -You're not obligated.
    -I know. Come on, let's go - disse Bastiano.
    La seguì sulla pista e cercò di sciogliersi spargendosi un po' di acido solforico addosso.
    Poi entrò nel vivo del ritmo e tentò qualche mossa meccanica o che vedeva da altri. Infine si avvicinò alla ragazza.
    -Hey, wanna dance with me? - le domandò.
    -What?
    -WANNA DANCE WITH ME?
    -Are you capable?
    -What?
    -Nothing. All right - rispose lei.
    Il ballo fu un disastro. Non ci aveva mai provato prima.
    Martina e Sigfrido nel frattempo si facevano le coccole a letto.
    Mentre Xertcrox era lì a divertirsi comparve un vecchietto che non aveva nulla da perdere.
    Ballava come un pazzo, nonostante l'età e senza il minimo pudore. Era senza maglietta ed era circondato da ragazze che si divertivano a ballare con lui. Xertcrox si pisciò sotto dalle risate e si mise a ballare con lui.
    Timoteo era con Michele ed Egidio e stanchi dopo un po' andarono a sedersi anche loro.
    Poi raggiunsero Pino e tentarono di parlargli.
    -Ehi, Pino, quanto stiamo ancora qui? - gli chiese Egidio.
    -Ma cosa state dicendo? Già volete andare via? La festa è appena iniziata ragazzi! Dai, balliamo ancora!
    -Siamo stanchi, stiamo qui già da tante ore - disse Egidio.
    -E va bene, mezz'ora e poi andiamo. Andate a farvi un altro cocktail, offro io. Poi tornate qui - disse Pino.
    -Grande - rispose Michele e andò a comprarselo.
    Egidio e Timoteo raggiunsero Bastiano e lo videro che si dava da fare con quella ragazza.
    -Ma è veramente Bastiano quello? - domandò Egidio.
    -Non credo, deve assomigliargli. Ognuno di noi ha dei sosia nel mondo - rispose Timoteo.
    -Probabile, conoscendolo starà seduto da qualche parte ad aspettarci - disse Egidio.
    Bastiano tornò a sedersi con la ragazza.
    -Wow, you can't dance - disse la ragazza.
    -I know. But you're cool. I had fun meeting you. I usually hate every person on earth. But you rock.
    -Thank you - disse la ragazza e lo baciò sulla guancia.
    Poi lo salutò e andò via con le sue amiche.
    Bastiano sorrise. Nessuna l'aveva mai baciato sulla guancia.
    Pino finì di ballare, esausto, e radunò tutti quanti per andare via.
    Uscendo si fumarono tutti una canna e si diressero verso l'albergo.
    -Ehhhiiii, Bastiano... come è andata? - chiese Pino.
    -Niente. Cazzi miei - rispose ma poi scoppiò a ridere, contagiando anche gli altri.
    -Sapete, anche se volevo uccidervi, ho cambiato idea, adesso vi voglio bene - disse Xertcrox.
    -E sti cazzi - rispose Pino.
    -Non so in cosa credere al momento ma... se questa fosse la mia ultima notte... sarei felice... - disse Timoteo.
    -Non c'è bisogno di pensare a queste cose - disse Egidio.
    -Onesto - rispose Michele.
    Tornando all'albergo capirono che l'importante nella vita era svegliarsi il giorno dopo. Così decisero di non dormire affatto e la mattina erano zombie stile Romero.

    Edited by Matthew 98 - 12/8/2018, 17:18
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 42 - Ciao, Amsterdam

    Pino si guardò intorno e capì che era ora di tornare.
    -CAZZO! L'AEREO! - gridò a pieni polmoni.
    -Di che minchia parli? - domandò Xertcrox svegliandosi.
    -Del cazzo di aereo! Avevo pensato a una vacanza di tre giorni, valutando che tre oltre ad essere il numero perfetto, sarebbe bastato per vedere e fare tutto, e il quarto giorno, cioé stamattina, dovevamo partire!
    -E quando pensavi di dircelo? Passato di mente?
    -Eh, si...
    -CAZZO.
    -Se ci sbrighiamo, possiamo ancora farcela. Ma come possiamo arrivare in tempo?
    Michele si avvicinò e sentì tutto con le sue orecchie.
    -Ragazzi, la mia vacanza dura molto di più della vostra - disse.
    -E STI CAZZI! SENTITE, ADESSO CALMIAMOCI! UN IDEA CE L'HO - gridò Xertcrox.
    -E sarebbe? - domandò Pino speranzoso.
    -Ho una navicella che ho costruito, di mia invenzione, e posso richiamarla con questo telecomando! Ci può portare all'aeroporto! - disse felice.
    -E quando pensavi di dircelo? Passato di mente? Ci siamo fatti in bici o con i mezzi pubblici tutti i luoghi che abbiamo visitato! Oltre che ad aver preso l'aereo! Sei un coglione!
    -Così almeno è stato più divertente, no?
    Pino gli si avventò addosso. Roteò qualche pugno e Xertcrox fece lo stesso.
    Poi risero e si alzarono.
    -Va bene, adesso diciamolo agli altri, dobbiamo andare subito! Ci restano dieci minuti per arrivare in tempo!
    -Aspetta un attimo, chi ti dice che dobbiamo per forza stare tre giorni? Con la mia navicella possiamo tornare quando vogliamo! Stiamo qualche altro giorno a spaccarci di droghe e poi torniamo! - disse Xertcrox.
    -Uhm, beh, va bene - rispose Pino.
    E lo fecero.
    ...
    Stettero per una settimana, finché non finirono i soldi. Poi decisero di tornare.
    Pino richiamò tutti davanti all'albergo, la mattina dell'ultimo giorno, e fece un bel discorso.
    -Ragazzi, è stato davvero un piacere, avervi tutti qui, con me, in questo folle viaggio, fatto di droga, sesso, alcol, discoteche, musei, e tutto il resto. Che dire... vi amo. Davvero. Non ve l'ho mai detto ma lo penso. Qualcuno ha anche trovato l'amore... - disse guardando Sigfrido e Martina - e qualcun altro si è semplicemente divertito, come è giusto che sia. Ma saranno questi momenti, che pensate che non contino niente, a rimanervi in mente per il resto della vostra vita, gli amici, le serate passate insieme. Fate tesoro di queste circostanze, perché potrebbero non ripetersi mai più. È passato del tempo da quando ci siamo incontrati, tanto tempo fa, nel primo capitolo. Davvero tanto tempo. E questo viaggio direi che è stata la summa delle nostre avventure. Il nostro punto più alto. Siamo stati anche più di quanto avevo previsto, ma va bene così. Mi avete seguito, sempre e comunque, alla scoperta di Amsterdam. Cosa potevo chiedere di più? - concluse Pino trattenendo le lacrime.
    -Così mi commuovi però - disse Xertcrox.
    -Che belle parole, hai ragione. Sono d'accordo - disse Sigfrido.
    -Un po' lungo e noioso, ma sincero, grazie - disse Bastiano freddamente.
    -Beh, abbiamo finito adesso? Insomma, io voglio andare - disse Egidio.
    -Io vi ho conosciuto da poco, ma devo ammettere che spaccate di brutto! - disse Michele.
    -Non mi sono pentita di aver fatto parte di questo gruppo, per niente - rispose Martina sorridendo, e baciando Sigfrido.
    -Eh? puoi ripetere? - chiese Timoteo.
    Finiti i discorsi, si accesero un ultima canna e se la passarono tutti quanti, in silenzio, sorridendo alla vita.
    Poi fecero un bell'abbraccio di gruppo e decisero che era il momento di andare via.
    Xertcrox richiamò la navicella, che arrivò velocemente e spedita. Salirono tutti e otto e tornarono, con il dovuto tempo, in Italia.

    Edited by Matthew 98 - 12/8/2018, 17:22
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 43 - Flashback

    Pino si svegliò una mattina di un giorno estivo. Non sapeva che giorno fosse. Non aveva importanza. Sorrise, e alzandosi iniziò un rituale familiare.
    -Ehi, va bene, ragazzi! Allora siete pronti? Oggi ci facciamo un bel giro per Amsterdam, e... ah, già... - disse e si interruppe.
    La camera era vuota. Glaciale.
    Almeno ai suoi occhi.
    -Che succede, Pino? Tutto a posto, amore? Parli da solo nel sonno... che carino... vieni qui... - disse Hikosaburo.
    -No, scusami, lo so, è che... pensavo ai miei amici, e a quella vacanza... - disse Pino avvicinandosi a lei.
    -Ti manca? Lo capisco, dev'essere stato bello.
    -Quando vivi certi momenti non ci pensi mai, pensi solo al futuro, sempre al cazzo di futuro... e invece, è proprio il presente che conta davvero, e alla fine non sai mai goderti niente...
    -Che intendi dire?
    -Che sul momento non mi sono reso davvero conto di quanto stavo bene e quanto tenevo ai miei amici, e non so se mi odiano, oppure no, comunque... ah, fanculo... - disse Pino e si accese una sigaretta.
    -Hai ragione, ma adesso pensa al presente, appunto, il passato è bello, sicuramente, ma ora pensa a come puoi vivere bene questo momento in particolare...
    -Uhm, come potrei viverlo bene? Ah, ho capito... certo che sei sottile... - disse Pino e si prese un preservativo dal cassetto.
    -Ecco vieni qui, non pensarci adesso... - disse Hikosaburo, e unendosi raggiunsero la pace interiore.
    Sigfrido uscì con Martina e andarono al mare.
    Egidio riprese a scrivere un nuovo libro.
    Bastiano fece a botte con suo fratello un giorno si e l'altro pure e si mise a giocare a biglie e alla campana con Timoteo che ogni tanto invitava a casa.
    Michele tornò a insegnare a scuola guida, per nuovi studenti idioti che dovevano imparare.
    Xertcrox tornò ai suoi passatempi, come spaventare le vecchiette o rubare caramelle ai bambini.
    Ognuno di loro si impegnava in attività banali o semplici, in semplici distrazioni, per non pensare alla vita, per non pensare alla morte. Per evadere.
    Pino chiese a Hikosaburo qual'era il senso della vita, per lei.
    -Per me? Per me il senso della vita è ispirare gli altri. Per te?
    -Beh, ti dirò, per me, Pino Orsini, il senso della vita, è perdere tempo. Meglio lo fai, meglio vivi. Come diceva il narratore, è tutta una distrazione dalla morte.
    -Quindi io sarei una perdita di tempo?
    -Tu no. Tu non lo sarai mai - disse Pino sorridendo e la baciò alla francese.
    E per voi? Per voi qual'è il senso della vita?
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 44 - Il parco acquatico

    Pino ebbe un idea. Stare a casa da solo era inutile e voleva rivedere i suoi amici, quindi decise di andare con loro a un parco acquatico. Il più vicino possibile.
    Tre ore e mezza di autobus dopo arrivarono.
    Erano tutti eccitati.
    -Che sole, la giornata è perfetta! - disse Martina.
    -Mai quanto te, amore - rispose Sigfrido.
    -Oh, calma, dobbiamo ancora entrare, potrebbe anche far cagare, è inutile essere ottimisti! - disse Bastiano.
    -Ehi, ragazzi, guardate quel cazzo di scivolo! È altissimo! Io quello non lo faccio! - disse Timoteo.
    -Non sei obbligato a farlo, dopotutto, non devi dimostrare niente a nessuno - rispose Michele.
    -Coraggio, ragazzi, non abbiate paura, e non vivete con rimpianti, proviamoli tutti! Adesso mettiamo gli oggetti importanti nell'armadietto e troviamoci dei lettini! disse Pino.
    -Io voglio farli tutti, abbiamo pagato dopotutto, già è tanto che non ho ammazzato il tizio all'ingresso… Timoteo non ti capisco… - disse Xertcrox.
    -Comunque vada, sembra interessante, potrei anche scrivere di questa giornata! - disse Egidio.
    Chiacchierando andarono a mettere le loro cose nell'armadietto e misero come password il compleanno di Pino.
    Poi si cercarono un lettino, ma non ne trovarono nessuno, quindi andarono nella zona dei bambini e ne trovarono un paio dove mollare la roba.
    Dopodiché si fiondarono a fare lo scivolo al buio col gommone. Nessuno di loro si portò la crema solare, e il sole li bruciava mentre erano in fila, che perdipiù era infinita.
    Martina, Sigfrido e Timoteo che avevano la pelle più delicata divennero dei gamberi.
    Tantissimi minuti di attesa dopo, arrivò finalmente il loro turno.
    Nei gommoni c'erano due posti, e fecero delle coppie.
    Pino con Michele, Egidio con Timoteo, Sigfrido con Martina e Bastiano con Xertcrox.
    Quando si lanciarono nell'abisso oscuro dello scivolo tutto era nero e il gommone si girava a destra e a sinistra, era tutto veloce e incomprensibile. Quando uscirono erano tutti pieni di adrenalina.
    -Che figata ragazzi! Andiamo a fare altri scivoli! - gridò Pino.
    Il secondo che fecero era uno scivolo che iniziava orizzontale e poi scendeva in picchiata verticale. Timoteo ed Egidio si cagarono in mano nel tragitto.
    Quando atterrarono sputarono l'acqua, strozzati per aver bevuto.
    -Il prossimo! - gridò Pino.
    Il terzo scivolo era anche per bambini più piccoli. Consisteva in vari scivoli uniti tra loro.
    Scivolarono con velocità e atterrarono nella piscina.
    -Ah, questo mi piace, se non sbaglio ho fatto qualcosa di simile da piccolo! - disse Bastiano.
    -Bene, IL PROFFIMO! - gridò Pino sputando.
    Il quarto scivolo era una spirale infernale.
    Ce n'erano due. Uno verde e uno giallo.
    Si sparsero.
    Pino scelse quello giallo. Si tuffò dentro quella banana snodata e mentre andava sentì il corpo diventare di gomma mentre gli arti si muovevano a destra e a sinistra in quel tornado d'acqua.
    Quando atterrarono decisero di andare alla piscina grande.
    Entrarono dentro e si accorsero che l'acqua si muoveva, grazie a un meccanismo che creava delle onde. In sottofondo c'era Gangnam Style. Ballarono per un po' tra le onde e urlarono.
    -Wuooooooou, figata! - gridò Pino.
    Poi si accorsero di avere fame e uscirono.
    -Ok, raga, riposo, adesso andiamo ai lettini e mangiamo, poi ci prendiamo un po' di sole! - disse Pino.
    E lo fecero. Avevano perlopiù panini, e non mangiarono molto altro. Molti di loro erano ustionati e si misero la crema.
    -Dovevamo metterla prima, cazzo! - disse Timoteo.
    -Ehi, aspetta Martina, te la spalmo io dietro la schiena - disse Sigfrido.
    -Oh, grazie Sig… - rispose Martina.
    -Solo i veri uomini resistono al sole, come me - disse Pino.
    -Tu sei un orso, grazie al cazzo - disse Egidio.
    -Devo dire di questa giornata finora, non male, però non aspettatevi che adesso mi metto a saltare di gioia - disse Bastiano.
    -Beh, certo non sarà al livello di Amsterdam, Bastiano, però ci stiamo divertendo, sii felice ogni tanto! - disse Michele allegro.
    -Sono d'accordo, anche se qusti scivoli sono un po' noiosi, mi aspettavo almeno qualcosa che ti lanciasse sulla luna - disse Xertcrox.
    Poi si presero il sole per un po' di tempo, ma divenne doloroso per via delle bruciature.
    Se ne stettero comunque lì in attesa dello schiuma party. Ma mancava ancora un sacco di tempo.
    Così decisero di fare lo scivolo più estremo di tutti.
    Era altissimo e ti sparava verso il basso col gommone e poi andavi su una rampa verso l'alto che ti faceva riatterrare giù. E più era il peso, e maggiore era la velocità.
    Attesero in fila impazienti. Quando finalmente toccò a loro fecero le stesse coppie di prima e salirono una montagna di scale, fino ad arrivare alle nuvole. Timoteo ed Egidio sentirono la paura montare. Gli altri avevano l'adrenalina a mille. Bastiano non sentiva niente.
    Arrivati in cima finalmente si lanciarono col gommone. Pino schizzò a velocità mach 9, superando la velocità della luce, poi toccò la fine della rampa e scese in picchiata. Timoteo ed Egidio si spaventarono un sacco. Mentre atterrava Timoteo tirò tutte le bestemmie possibili e anche impossibili conosciute all'uomo. Egidio rideva e urlava. La urla di ciascuno di loro superavano l'immaginazione.
    Quando scesero, Timoteo ed Egidio decisero di non fare più niente. Pino e gli altri continuarono a fare gli scivoli, e si fecero di nuovo il secondo scivolo.
    Timoteo ed Egidio li aspettarono ai lettini.
    Finiti gli scivoli, gli altri li raggiunsero e si ritrovarono di nuovo tutti e otto sui lettini.
    -Ragazzi, lo sento! Ogni volta che chiudo gli occhi sento di nuovo la sensazione di scendere giù dagli scivoli! - gridò Timoteo e tutti risero.
    Attesero un altro po' sotto il sole e si diressero allo schiuma party.
    Camminarono verso un punto del parco pieno di gente. C'era un tizio che parlava, e accanto a lui un cannone. Quando diede il via, il cannone iniziò a sparare schiuma verso di loro. All'inizio era poca e lenta, ma poi divenne sempre più forte e veloce, e in breve tempo divennero tutti dei pupazzi di schiuma. Pino riusciva a stento a vedere e rideva, mentre la schiuma lo riempiva da capo a zampe. Poi fece uno scherzo a Egidio e lo riempì di schiuma. Questo fece scattare qualcosa anche negli altri, e iniziarono tutti a riempirsi di schiuma finché divenne impossibile capirci qualcosa. Ad un certo punto si vedeva soltanto schiuma, e non riuscivi a capire se stavi in piedi o per terra. Per terra c'era gente che faceva le stelle con le braccia e le gambe, come con la neve. Continuò per circa dieci minuti, e quando ormai si erano mangiati più schiuma che cibo in tutta la loro vita, il cannone lentamente si spense e la gente iniziò ad andarsene.
    Pino camminava a stento e rideva istericamente con tutti gli altri. Si incamminarono verso una doccia e si tolsero la schiuma sotto l'acqua gelata.
    Poi si divisero per il parco e fu difficile capire dove erano gli altri.
    Pino si diresse con Egidio ai lettini e nell'attesa degli altri si fece un bagno nella piscina dei piccoli, ma era abbastanza noiosa, così uscì quasi subito.
    Egidio era felice. Il sole, l'acqua, la schiuma, era questo il senso della vita.
    Quando arrivarono anche gli altri, si riposarono un po'.
    -Ok, ragazzi, siamo stati bene, io mi sono divertito, e penso anche voi, adesso andiamo, sennò non facciamo in tempo a tornare a casa, visti i tempi dei mezzi - disse Pino.
    Furono tutti d'accordo e si prepararono per uscire.
    Usciti dal parco, si fecero una foto in un parcheggio.
    Poi affrontarono l'inferno del ritorno, e dopo quattro ore almeno, tornarono tutti alle rispettive case.
    Pino si fermò in un negozio e si comprò un paio di bottiglie di vino, e bevendo si diresse verso casa.
    -Ah, perfetto - disse mentre il tramonto lo illuminava.

    Edited by Matthew 98 - 20/8/2018, 16:07
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 45 - Necessità

    Camere. Stanze. Vuote e piene.
    Correre verso l'illuminazione, unica salvezza.
    Nessun altra.
    Credersi migliori degli altri.
    Unica salvezza.
    Contraddirsi. Unica certezza.
    Pino si chiese un attimo da dove veniva.
    Uscì un momento di casa, e guardò al cielo.
    -Dio! Se esisti... ma i miei genitori... dove cazzo sono? Tu lo sai? Io neanche tanto. E poi... da dove vengo? Dallo spazio? Booooooh - disse Pino con prorompente confusione.
    Nessuno rispose.
    Il caldo.
    Il caldo di agosto.
    Il prurito delle zanzare sulla pelle.
    La solitudine.
    Il vuoto della strada, illuminata da quel sole infinito.
    -Beh, voglio capirci qualcosa, diamine.
    Di colpo piovvero dal cielo sua madre e suo padre.
    -A coglione! Hai rimorchiato qualche ragazza oggi? - disse il padre.
    -Di certo non l'ha imparato da te... - rispose la madre.
    -Di che cazzo parli? Io sono un cazzo di playboy, e se 'sto figlio del cazzo non sa infilare il cazzo dentro una vagina, allora è colpa tua, a forza di cazzate varie non sa fare un cazzo di un cazzo! - gridò rosso di rabbia.
    -Colpa mia? Bah... tu te ne stavi solo lì a bere e guardare la televisione, sei un orso!
    -Che c'è di male? Tu perdevi tempo a uscire con le tue amiche idiote, e ad avere una vita sociale, fanculo la vita sociale, sono solo frociate. Io mi spaccavo il culo al lavoro per il tutto il giorno, pensi che nel tempo libero mi andava di uscire? Col cazzo! Non diciamo cazzate! Pino... senti, basta adesso, andiamo a berci qualcosa, se tua madre ha la decenza di seguirci.
    Andiamo al bar, voglio vedere qualche figona, ho una certa età, ma posso ancora rizzarlo, intesi?
    In famiglia abbiamo il cazzo duro, non dimenticarlo, mai! Se lo dimentichi ti uccido!
    -Aspettate, ma venite dallo spazio? Non mi ricordo proprio niente di voi... come mai mi mancano questi ricordi? - chiese Pino.
    -E io che cazzo ne so? Adesso andiamo per favore, che ho sete?
    -Dagli il tempo di capire - disse la madre.
    -Ha capito per bene, vuole solo farmi perdere tempo, ah, vado da solo allora... - disse.
    -Vai, è meglio.
    -Ah si? Allora resto. Così ti do' fastidio almeno.
    -FINITELA! Adesso basta, mi avete rotto il cazzo, non fate altro che litigare!
    -Infatti, tuo padre e io siamo separati, se stiamo insieme succede questo - rispose la madre.
    -BEN DETTO! Non per colpa mia però - rispose il padre.
    Hikosaburo uscì di casa e cercò di capire cosa stava succedendo.
    -Tesoro, chi sono questi?
    -Ahahahahaha, ma non mi dire, sei sposato con lei? Buona fortuna col matrimonio! - disse il padre.
    -Forse dovrei essere io a dirlo a te... - rispose Pino.
    Continuarono a battibeccare, finché poi non decisero di andare sul serio a bersi qualcosa.
    Pino rifletté sulla sua assenza di memoria, mentre beveva Whisky, poi ebbe l'illuminazione al trentesimo bicchiere.
    -P-papà e mamma.... adesso ho capito, ho capito perché non mi ricordo!
    -Sentiamo, e perché? - chiese il padre annoiato buttando giù un sorso.
    -Perché quando sono atterrato ho battuto la testa! Questo deve avermi fatto dimenticare di voi! E sembra anche una buona cosa visto che sembrate dei pezzi di merda! Evvai! - disse Pino esultando come un bambino.
    -Beh, guarda Pino, ora te lo svelo, noi viviamo su un pianeta chiamato Cariotico, ok? Ci siamo finiti per caso! Una astronauta un tempo scoprì questo pianeta e portò con sé i suoi due orsi, poi lui morì e l'astronave si ruppe, ma noi da allora abbiamo continuato a riprodurci e il pianeta è rimasto sconosciuto sulla terra. Lì io e tuo padre ci siamo conosciuti. È pieno di orsi!
    -E come facevate a sopravvivere?
    -La specie si è evoluta e noi orsi prendevamo provviste da altri pianeti facendo viaggi spaziali. Lì è tutto molto evoluto e noi orsi abbiamo fatto la differenza!
    -Senti mamma, questa storia è assurda. Cosa cazzo ti sei fumata?
    -No, è vero. Confermo. Se tu sei caduto sulla terra è probabile che hai commesso qualche crimine, e sei stato giudicato inopportuno. Ovviamente non ti ricordi niente, con quella testa di merda che ti ritrovi. Sei stato mandato sulla terra a morire - disse il padre.
    -E non è stato reso pubblico quello che potrei aver fatto?
    -Certo, ma chi cazzo si ricorda comunque?
    -Ah, perfetto - disse Pino sarcastico.
    La situazione si faceva sempre più ripugnante e torrida e Pino faticava ad ascoltare quelle testimonianze.
    Non aveva mai pensato al passato prima di allora. Ma forse era arrivata l'ora di capirci qualcosa su sé stesso e smetterla di vivere come un sonnambulo con gli occhi aperti.

    Edited by Matthew 98 - 2/9/2018, 15:05
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Capitolo 46 - L'addio finale

    -Ok, capisco che dovete fare gli stronzi, ma almeno ditemi seriamente che crimine ho commesso - disse Pino.
    -Beh, esimia testa di cazzo, lo vuoi proprio sapere?
    -Si.
    -Un furto. Hai derubato un ristorante.
    -Stile Pulp Fiction?
    -Una specie. Eri travestito da Winnie the Pooh, e hai puntato una pistola a chiunque incrociavi.
    -Non ci credo, avete anche armi da fuoco su quel pianeta? Non ha il minimo senso.
    -Beh, non potrai mai sapere se quello che ti dico, caro figliolo, è vero, puoi solo fidarti - concluse il padre sorridendo.
    -Ah, allora sono assicurato - rispose Pino.
    -Senti, caro, perché non ritorni con noi a quel pianeta? - disse la madre.
    -E come? Sapete volare?
    -Basta gridare: Cariotico, accoglimi come un contratto discografico! E ti ritrovi lì subito.
    -Beh, ma io non posso tornarci, ho commesso quel crimine, no? Poi adesso mi trovo bene sulla terra, mi sono fatto degli amici, e tengo molto a loro!
    -E chi sarebbero?
    -Un alieno idiota, uno scrittore in erba, un bastian contrario, un segaiolo, una ragazza simpatica, un pigro di merda con il deficit dell'attenzione, e un insegnante di scuola guida (conosciuto ad Amsterdam) e li amo.
    -Magari puoi farli venire nel nostro pianeta.
    -Sentite, no. Ci ho pensato ma no. Niente da fare. Ho chiuso con quella vita. Ho iniziato questa nuova. E mi trovo bene così. Nessuno mi deve compatire per questo. Non voglio darvi colpe o pesi, ma adesso andate, abbiamo parlato abbastanza. E comunque non so come hanno fatto due sfigati come voi a fare un figlio così figo! - disse Pino.
    Poi si alzò ridendo e li piantò li in asso.
    Prosegui fino a casa e pensò di rivedere i suoi amici.
    Decise di invitarli a casa sua per ubriacarsi con loro.
    Rifletté un attimo sulla sua vita, prima che arrivassero. Nonostante tutto si sentiva soddisfatto. Il tempo sembrava infinito. Non aveva occhio per il futuro, non gli interessava. Gli interessava il presente. Non aveva particolari aspirazioni.
    Suonarono alla porta proprio in quel momento. Eccoli lì. Era soddisfatto pienamente di tutto. Li fece entrare. Vide Hikosaburo, la piccola Yuriko, Xertcrox, Egidio, Sigfrido, Martina, Timoteo, Michele e Bastiano lì intorno a lui. Non poteva chiedere altro.
    -Ehi, ragazzi! Vi aspettavo! Allora facciamoci tutti uno shot di vodka!
    Esultarono. E bevvero. Giornate così. Non importa di quello che succederà dopo. Non ha importanza quello che faranno nel futuro i suoi amici o quello che farà lui. Quello che conta è adesso. Erano questi i momenti che Pino e tutti gli altri avrebbero ricordato per tutta la vita, e voi?
    Quali sono i momenti preferiti della vostra vita?
    Il cielo si faceva sempre più scuro. Le stelle brillavano. Si distesero sul prato a guardarle. Era tutto così magico. Così tanto che Pino avrebbe voluto avere uno scrittore per i suoi pensieri, che scrivesse esattamente quello che gli succedeva.
    Mentre tutto si dilatava e il mondo andava per i fatti suoi, otto amici si godevano la vita. E non potevano chiedere altro.
    Sicuramente cambieranno col tempo, e forse si troveranno nuovi amici. Ma non ha importanza. Il bello della vita è che puoi cambiare, il bello della vita è crescere ed essere diversi. E tu?
    Tu sei cambiato?
    Hai nuovi amici?
    Qualunque sia la tua vita, vivila appieno.
    E vedrai che ogni momento saprà regalarti emozioni uniche.
    Uniche come te, come me, come ognuno.
    -Ehi, non fate gli sgarbati, salutate i lettori! - disse Pino agli amici.
    -Ma fottiti - rispose Egidio.
    -Ciao, spioni - disse Bastiano.
    -Ciao per cosa? - chiese Martina.
    -Sono troppo ubriaco, non adesso, vabbè ciao - disse Michele.
    -ANDATE A FANCULO, BASTARDI! - gridò Xertcrox.
    -Avete un po' di erba? - chiese Timoteo.
    -Ciao, chiunque voi siate - disse Sigfrido e baciò Martina.
    -Ciao, lettori di Pino! - gridò Hikosaburo.
    -Gne, nga, ciao! - disse Yuriko.
    -Beh, manco solo io. Ciao amici, è stato un piacere. Ci vediamo in un altra vita. Continuate a spaccare i culi e vivere la vostra vita. Non fatemi vergognare di avervi conosciuto. Addio! - gridò Pino e salutò i lettori attraverso la pagina.
    FINE.
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    14,567
    Scrittore
    +737
    Location
    Hueco Mundo

    Status
    Anonymous
    Mi piacerebbe assaggiare un panino all'orso, ma ho paura di ritrovarmi davanti un Pino particolarmente arrabbiato.

    Oh, Dio, Pino vestito da Winnie the Pooh è qualcosa di epico, ma non ce lo vedo... con quella magliettina rossa...

    Il viaggio e la storia è finita, a quanto pare. Questo particolare spione ringrazia gli amici che ha conosciuto in questa lettura e spera di poterli ritrovarli in qualche altra storia. :D
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    722
    Scrittore
    +21

    Status
    Offline
    Sei tornato Aster! Grazie mille per averlo letto, mi sono divertito molto a scriverlo.
    Non so se torneranno in qualche altra storia, penso che inizierò un nuovo libro inedito appena mi verrà una buona idea in mente ;)
     
    Top
    .
104 replies since 15/12/2017, 13:21   1398 views
  Share  
.