Uno scrittore per i tuoi pensieri

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    È difficile cresceer una bambina, per tutti, amche per gli orsi e le Hikosaburo :D

    Specie se poi le bambine crescono in fretta.

    Non la vedo bene, però, per Pino. E ora che cosa gli faranno?

    Al rogo?
     
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    Lo scoprirete nel prossimo capitolo :D
     
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    Capitolo 14 - Un piccolo grande problema

    Pino stava andando nel panico. Non gli era mai successa una cosa del genere. Non sapeva che fare. Cercò di pensare, mentre sentiva un orda di ottocentomila persone che stava tentando di sfondargli la porta di casa.
    Panico, panico, era un caso clinico.
    Afferrò il telefono.
    Doveva chiamare la polizia.
    E lo fece.
    -Pronto, aiuto, sono Pino, e...
    -Ahahahahahahaha - rispose una voce e attaccò.
    -Figlio di puttana - disse Pino e lanciò il telefono fuori dalla finestra sperando di prendere qualcuno.
    Hikosaburo e Yuriko erano spaventate.
    -Ehi, non fate le femminucce, dai, aiutatemi a combattere, tu insegni arti marziali, e tu, Yuriko, sei mia figlia, se tu non sai combattere io non sono un orso, quindi...
    -Certo che ti aiutiamo, ma non proiettare ciò che pensi di te stesso su di me - rispose Hikosaburo.
    -Touché - disse Yuriko.
    Pino sorrise. Almeno aveva un aiuto. Poi fece un ragionamento. In fondo la loro casa era su una montagna, se fosse riuscito a far cadere giù la prima fila, le altre sarebbero cadute per default.
    Pino fece un grosso respiro ed aprì la porta.
    Non funzionò come sperava.
    Furono sommersi da teste di cazzo che urlavano frasi sulla morte.
    L'intera casa si riempì. Pino sentì i primi pugni e calci arrivare e sembrarono non finire più.
    Sembrava che il tempo si fosse fermato. Poi ci fece caso un attimo. Il tempo si era realmente fermato.
    -Forza ragazze, non so cosa sia successo, ma aiutatemi a buttarli fuori di casa!
    Li presero tutti e li riposizionarono fuori dalla casa.
    Dopodiché Pino concentrò dentro di sé tutta la sua potenza. Poi diede una spinta spetta-collare collaterale a tutta la prima fila. Si sentì un improvviso botto nella linea spazio-temporale. Lo spazio si spezzò. Il tempo ricominciò a scorrere. Quando tutti si accorsero dov'erano era troppo tardi. Caddero come birilli colpiti da una palla da bowling gigante. Caddero tutti dalla montagna e morirono. Pino fece un sospiro di sollievo.
    -Li hai uccisi? Cattivo! - disse Yuriko.
    -No, tesoro, sono soltanto in pausa dalla vita, per sempre...
    -E Sigfrido? L'hai ucciso?
    -Uhm, oh cazzo - disse Pino.
    Di colpo corse come un pazzo giù dalla montagna.
    -Sigfrido! Ci sei? Sei vivo?
    Quando arrivò giù dalla montagna notò che c'era una pila di corpi a terra e sopra di essi ce n'erano altrettanti. Sigfrido non si vedeva.
    Pino gridò con tutto il dolore che potesse avere nella voce.
    Di colpo sentì una voce.
    La seguì.
    Quando raggiunse Sigfrido lo vide. Era a pezzi, però era vivo. Era nella seconda fila quindi tutto sommato era rimasto in cima.
    -Sigfrido, mi dispiace! Ma non dovevate provocarmi, cazzo, lo sapete che poi non si sa come reagisco...
    -Tu... - disse Sigfrido, poi svenne.
    Pino rimase lì, nel silenzio. Circondato da quei corpi, morti o svenuti.
    -Penso di non aver risolto un bel niente - disse Pino.
    Aspettò che si svegliarono tutti. Erano troppo distrutti per fare qualsiasi cosa. Tornò quindi a casa assieme a Sigfrido. Hikosaburo si prese cura di lui e Pino si mise a giocare a frisbee con Yuriko, che lo afferrava con la bocca come se fosse un cane.
    Le cose andavano bene.
    -Col cazzo - gridò Bastiano.

    Edited by Matthew 98 - 1/14/2018, 05:55 PM
     
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    Pino è stato molto coraggioso, degno dell'orso che è. Un poco mi dispiace per Sigfrido, ma qualcuno di importante doveva morire, giusto? XD
     
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    Non e' morto, era solo svenuto per via dell'impatto :D
     
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    Capitolo 15 - Ricercato

    La polizia piombò dal cielo sulla casa di Pino. Il karma.
    -Ma che cazzo? - disse Pino e sputò il latte che stava bevendo su Yuriko che corse per la casa piangendo mentre Hikosaburo stava tentando di fermarla. Pino sentì un virus latente nel cervello che lo rendeva violento. Doveva uccidere qualcuno, almeno qualcun altro. Forse un poliziotto.
    I poliziotti uscirono dalla macchina e gli si pararono davanti.
    -Pino, sei in arresto! Hai ucciso tantissima gente che stava facendo soltanto una protesta pacifica!
    -Pacifica? Mi stavano sfasciando casa, stavano facendo del male a me e alla mia famiglia... ci avrebbero ucciso! Cosa cazzo avrei dovuto fare?
    -Chiamare la polizia.
    -Vi ho chiamato ma vi stavate facendo le seghe.
    -Basta, Arnoldo dammi una mano, questo lo voglio proprio sbattere in galera con la sua faccia di merda!
    Pino si sentì in pericolo. Sentì un istinto dentro di sé esplosivo che faceva tic-tic-tic, wic-wic-wic.
    Sollevò il tavolo da pranzo e lo spaccò in testa ai due poliziotti. Yuriko rimase traumatizzata a vita. Hikosaburo si stava vergognando, come al solito.
    A terra, i due poliziotti.
    In piedi, Pino.
    La sua faccia si stava rendendo sempre più macabra.
    Guardò Hikosaburo.
    -Cara?
    -Si?
    -Ho fatto un altra cazzata, vero?
    -Certo, brutto coglione, adesso ti porteranno in prigione, e saranno cazzi tuoi! Mi lasci da sola ad occuparmi di Yuriko! Come faccio adesso? Spiegamelo!
    Pino si rese conto di tutto e pianse.
    -Mi dispiace... io... - disse e corse via.
    Corse verso la casa di Martina. Voleva salutarla prima che fosse la sua fine.
    Superò i cinquecentomila kilometri orari e raggiunse la casa.
    Bussò, come fece nel primo capitolo e questo lo fece piangere ancora di più.
    Martina aprì e Pino la vide. Era grande adesso, bellissima, una donna matura e vissuta. Poi si coprì la faccia.
    -Pino! Cosa hai fatto? Cosa ti è successo?
    -E' una lunga storia... penso proprio che non ci rivedremo per tantissimo tempo... volevo solo dirti che ti voglio bene, grazie per essermi stata amica, e ringrazia anche tutti gli altri... ringrazia anche Egidio... - disse Pino in lacrime col mocciolo che lo copriva come una maschera gelatinosa di dolore.
    Martina cadde a terra, in ginocchio shockata.
    Il padre di Martina venne all'improvviso davanti alla figlia.
    -Chi è questo? Chi cazzo stai frequentando Martina? Vattene, non ti vogliamo! - gridò il coglione e prese Martina via con lei.
    -Pino! - gridò Martina in lacrime.
    -Martina... - disse Pino soffocando in un pianto disperato.
    Si vide la porta sbattere davanti il muso.
    Rimase gelato a terra tremando, in un dolore infinito.
    Guardò il pavimento e le gocce di sofferenza coprirlo come pioggia e rugiada al mattino.
    La sua faccia era su tutti i giornali, i televisori, su facebook, su tutto il mondo, e soprattutto, sulle righe del libro.
    In men che non si dica, la polizia arrivò, lo afferrarono con forza e lo ammanettarono. Pino non fece resistenza. Era a pezzi.
    Lo caricarono in macchina e partirono verso la questura. Pino si sentì morire mentre vedeva il mondo da fuori muoversi così in fretta, ma anche così lentamente, così lentamente, che anche mentre soffriva così tanto, era contento che fuori il mondo fosse così bello e che qualcuno potesse goderselo al posto suo. I poliziotti ridevano contenti. Sarebbero stati premiati per averlo catturato, magari avrebbero avuto una promozione, un aumento di grado. E mentre loro ridevano, lui guardava il mondo sparirgli dalle zampe. Come sabbia.

    Edited by Matthew 98 - 25/6/2018, 18:20
     
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    Com'è che Yuriko rimane sempre traumatizzata a vita per qualcosa? XD

    Ora pino si comporta da uomo (si fa per dire) e si lascia arrestare?

    No, non me la bevo.
     
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    Sfiga, direi.
     
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    Capitolo 16 - Blues e noccioline

    Pino sentì di dover risolvere il problema. Aveva una responsabilità non solo della sua vita, ma anche della sua famiglia.
    Di colpo uscì dalla macchina e si rotolò a terra.
    Corse alla velocità della luce verso la salvezza. Capì che voltando la sua faccia al destino poteva far ritornare le cose a un stadio primitivo.
    Mentre correva tutto tornava indietro, il tempo, la vita, gli animali, le piante, le parole. Elorap le, etnaip le, ilamina ilg, ativ la, opmet li... così facendo si ritrovò a quando era accaduto tutto. Ovvero quando aveva deciso di non crescere Yuriko, perché non ne aveva voglia. La sua assenza di affetto paterno e la sua pigrizia l'avevano portato alla rovina. Doveva ritornare nel passato. Nel 2018. Diciotto anni fa.
    Si ritrovò di colpo davanti a una Yuriko neonata e una Hikosaburo confusa.
    -Dove sei stato? - domandò.
    -All'inferno, andata e ritorno. E ti dirò una cosa, il wasabi l'ho trovato un po' troppo piccante - disse Pino ridendo come una iena.
    Hikosaburo non aveva capito niente, ma sentiva che era ritornato, che era successo qualcosa, ma che adesso stava bene.
    Pino sorrise e prese in braccio Yuriko. Superò la sua paura di farla cadere e ci giocò, mentre lei gioiosa lo guardava intensamente.
    Dalla porta di casa entrarono tutti i suoi amici.
    -Volevamo farti una sorpresa! - disse Martina.
    -Io no, mi hanno costretto loro -disse Bastiano.
    -Vuoi leggere il mio racconto? - chiese Egidio.
    -E così hai una bambina... dammi tutti i tuoi soldi o la uccido - gridò Xertcrox.
    -Come sta Yuriko? Vedo che si sta facendo grande - scherzò Sigfrido.
    -Fare il genitore deve essere palloso - disse Timoteo.
    Pino fu travolto da tutti loro. Gli erano mancati tanto.
    -Sta bene, Sigfrido, Xertcrox, sei fortunato, adesso mi sento bene, quindi ti do' la possibilità di andartene senza che io faccia nulla, no, Egidio, ficcatelo nel culo il tuo racconto, Bastiano, grazie per lo sforzo - disse Pino tutto di un fiato.
    In ogni caso, senza alcun rigore di logica si abbracciarono tutti quanti in un improbabile seppur necessario minuto di affetto.
    Poi di nuovo rincoglion-amici come prima.

    Edited by Matthew 98 - 25/6/2018, 18:23
     
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    Capitolo 17 - Il cassetto

    I mesi passarono, e mantenere Yuriko stava diventando sempre più difficile. Pino non stava guadagnando abbastanza col suo lavoro da lavapiatti.
    Così decise di scendere in basso.
    Scoprì il libro di Egidio un giorno che andò a trovarlo a casa sua. Nemmeno voleva andarci, a casa di quel bastardo, ma decise di fargli il favore, perché in fondo era suo amico.
    Mentre Egidio era a fare la cacca, Pino rovistò in un cassetto nella sua camera. Trovò una pila di fogli molto massiccia.
    Il primo foglio recitava il titolo: Zanzare ed altre storie.
    Sfogliò tutto il libro. Era pieno di racconti assurdi, sulle cose più disparate, dalle zanzare ai cavalli pianisti. Però lo stile era particolare, mai visto prima. Forse Egidio poteva aver scritto un bel libro. Tutto sommato poteva rischiare.
    Quando Egidio tornò nella stanza Pino era già fuggito dalla finestra col libro in mano, gridando per la strada come un ritardato.
    Egidio non si accorse subito del libro. Quando però se ne accorse, la sera, pianse come un disperato, si sentì tradito da Pino, che credeva fosse suo amico. E lì capì la lezione. Quando uno non è tuo amico, e non vuole esserlo, non lo sarà mai.
    Pino si rivolse ad un editore. Gli sbatté il libro davanti nominandogli grandi scrittori e facendogli un discorso improvvisato sul momento che lo faceva sembrare un genio, cosa che non era assolutamente.
    L'editore si convinse.
    -Va bene, orso strano, non credevo che voi animali poteste parlare, né che poteste scrivere. Ma mi fido, lo leggerò.
    -Konnichihuahua - rispose Pino e tornò a casa.
    Quando tornò a casa trovò Egidio.
    -Tu mi hai rubato il mio libro, restituiscimelo! - gridò e lo vide avvicinarglisi per prenderlo a cazzotti. Pino non voleva colpirlo. In fondo era ancora un ragazzino e gli avrebbe fatto male. Poi però non si controllò e gli diede un pugno sul naso, stendendolo.
    Hikosaburo era senza parole. Yuriko si era svegliata e piangeva.
    Pino la afferrò e ci giocò facendo l'aeroplano.
    -Si, si, tutto apposto piccola - disse Pino.
    La bambina si calmò e si divertì.
    -Questo non dovevi farlo, era tuo amico, Pino! Lo sai quanto ci teneva al suo libro!
    -Tanto non avrebbe mai avuto il coraggio di pubblicarlo, almeno così potrebbe leggerlo qualcuno! Dovrebbe ringraziarmi, ho condiviso il suo lavoro al mondo!
    -Si, a nome tuo però...
    -L'ho fatto per la famiglia, se ha successo potremmo avere più soldi, che servono più a noi che a lui, sono un Robin Hood moderno io! - disse Pino guardando il soffitto.
    Hikosaburo fece un sospiro e ritornò nel suo disappunto.
    Il giorno dopo l'editore lo chiamò al telefono.
    -Pronto Pino?
    -Si?
    -Il tuo libro è una bomba! Pieno di sentimento e divertimento, sembra scritto da un bambino, ma uno intelligente, potrebbe avere successo per i bambini.
    -Ah, davvero? Cioé, certo, volevo scrivere un bel libro decente per bambini, è così pieno di stronzate in giro!
    -No, mi hai frainteso, anche questo è una bella stronzata, ma penso proprio che venderà un sacco, è perfetto in quel senso.
    -Ok, allora pubblichiamolo - rispose Pino sorridendo.
    E lo fecero. Il libro divenne un best seller tra i bambini avventurosi, e creativi, i bambini che non amavano leggere, e quelli semplicemente stupidi. Il pubblico era molto vasto.
    I soldi iniziarono ad arrivare con le interviste, con le letture al pubblico, eccetera.
    Col passare dei mesi aveva sempre più soldi.
    Lo chiamarono in televisione per intervistarlo.
    -Allora, Pino, quali sono gli scrittori che ti hanno ispirato?
    -Per questo libro? Uhm, fammici pensare... direi Roald Dahl, Nietzche, Gianni Rodari, Stephen King e un pizzico di J.K Rowling.
    -E cosa intendevi comunicare con questo libro?
    -Mah, direi che è abbastanza chiaro che il mio intento era riflettere su senso della vita facendo anche ridere i lettori.
    -Pensa di esserci riuscito?
    -Questo dovrebbero dirmelo loro! - rispose Pino con una risata finta.
    -A quando il prossimo libro?
    -Ehm, il prossimo libro è il lavorazione... bene, è tutto?
    -A chi lo dedichi questo libro?
    -Beh, direi che lo dedico al mio amico Egidio, lui mi è stato accanto mentre lo scrivevo e mi ha sempre sostenuto, anzi, le dirò di più, è quasi come se lo avesse scritto lui il libro - disse Pino sorridendo.
    -Ok, grazie. Beh, è tutto.
    -Bene, arrivederci - disse Pino con tono accentuato.
    Era in momenti simili che ti chiedevi perché certe cose accadevano. Ma molto spesso non c'era una singola risposta. Spesso non c'era proprio una risposta. E questa forse non era una delle cose più rassicuranti.

    Edited by Matthew 98 - 12/8/2018, 15:54
     
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    Capitolo 18 - Tirarsi dentro

    Le stelle... la luna... le zebre...
    Yuriko voleva giocare, sempre.
    Pino si sentì in dovere di aiutarla. Anche se non voleva assolutamente farlo.
    -Ehi, calma adesso Yuriko... vuoi giocare sul serio? Ti lancio la palla adesso! - disse e gli tirò la palla.
    Yuriko la prese a fatica e poi la sbatté per terra come se fosse un soldatino.
    -Coraggio, adesso passamela! - rispose Pino.
    -Nga' - disse Yuriko con degli occhi solari e gliela ripassò.
    -Bene, brava! - disse Pino.
    Si stava già annoiando.
    -Ehi Yuriko, adesso sei grande, ti faccio conoscere i miei amici! - disse Pino.
    -Davvero? Sono sfigati come te? - disse all'improvviso.
    -C-cosa? Ma tu parli?
    -Si, e quindi?
    -Ma com'è possibile? Dovresti avere soltanto pochi mesi adesso...
    -Credo che mi sia rimasto qualcosa dal futuro, anche se non capisco come sia possibile...
    -Oh, wow.
    -Già... allora mi fai conoscere i tuoi amici?
    Pino non rispose. Stava pensando.
    -Ok, ma sii responsabile - concluse infine.
    Diede appuntamento a tutti al parco davanti all'albero grande.
    Tutti tranne Egidio che non volle venire. Qualcosa riguardo un libro rubato.
    -Mah - si disse Pino mangiandosi un barattolo di miele alla vodka.
    Dopotutto erano ragazzini anche gli altri, magari sarebbero andati d'accordo.
    Arrivò all'albero col passeggino.
    Soltanto Bastiano era in orario.
    -Ehi, come va?
    -Non male... ma sono incazzato che l'autore mi sta relegando a un ruolo secondario e sta dando a te troppo spessore, scommetto che potrei prenderti a calci nel culo - concluse fumando la sua sigaretta.
    -Non sei piccolo per fumare? - chiese Pino.
    -Si, lo sono. Ne vuoi una?
    -No, tienitele pure - rispose Pino.
    Aspettarono un bel po'.
    Poi arrivò Martina.
    -Scusaaate per il ritardooooo - disse e poggiò a terra una tovaglia con alcool e patatine, e tramezzini, e formaggio, e topi fritti.
    Bastiano si attivò e mangiò il formaggio.
    Lo mangiò come un Topo Gigio.
    -Adoroh il formaggioh! - gridò.
    Martina sorrise e si mangiò un topo fritto.
    -Gnam, ne vuoi uno Pino?
    Pino ebbe un conato e vomitò con fragore sulle note di una musica di mozart che adesso non si può sentire attraverso le parole.
    Martina rise e si fumò una sigaretta di Bastiano mentre guardava Pino rapita.
    -Aaaah, il vomito! - disse incantata.
    Pino si strizzò gli occhi. Forse era impazzita.
    -Martina, sei impazzita?
    -No - rispose pensandoci un po'.
    -Secondo me si - rispose Bastiano.
    Martina sghignazzò e non rispose.
    Poi arrivò Sigfrido e con lui Timoteo.
    Yuriko li trovava simpatici. Gioventù innocente.
    Sigfrido si mise a cantare una canzone di qualche artista Colombiano e salutando solo Yuriko si sedette sulla tovaglia.
    Timoteo salutò tutti e si sedette con gli altri fumandosi un po' di erba. L'aveva portata per tutti.
    Pino si sentì cullare in un mare oceanico di vuoto assoluto di cemento stratificato pieno di tartarughe e coralli. E sparando qualche sentenza cominciò a riflettere sulla vita.
    -E' un po' forte sta roba - disse Bastiano.
    -Eh si - rispose Timoteo ballando reggendosi con le mani.
    Xertcrox arrivò volando e si schiantò sul prato. Non salutò nessuno e si mangiò tutto quello che vedeva.
    Poi si ubriacarono tutti. Pino era troppo strafatto per accorgersene, ma Yuriko si scolò mezza bottiglia di vino rosso.
    Lo resse per un po' e si mise a parlare di dinosauri, poi svenne.
    -Ehi Pino... - disse Sigfrido.
    -Si? - rispose Pino a terra, lontano cinquemila kilometri, anche se in realtà era lontano solamente mezzo metro.
    -Sei uno stronzo, sei una merda infame, Yuriko sta male! Non dovevi portarla!
    -Eh lo so, ma mi scappava la cacca, capito?
    -Capito - rispose Sigfrido.
    Poi si alzò e prese Yuriko in braccio e la portò a casa a piedi.
    Pino svenne alla settima bottiglia di Heineken e rimase lì.
    Martina osservava tutti intorno a sé con una faccia paranoica e pazza.
    Bastiano era indeciso se ridere o piangere.
    Xertcrox si divertiva.
    Timoteo guardò Pino male, prima di addormentarsi anche lui.
    Rimasero lì sotto l'albero finché il sole non sparì dal cielo, e finché non sparirono anche loro.

    Edited by Matthew 98 - 12/8/2018, 15:59
     
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    opmep li.

    opmet li.

    Sembrava tutto tornato alla normalità, ma Pino ha visto un facile guadagno ed ha voluto metterci sopra le sue zampacce pelose. Povero Egidio, e meno male che erano amici e Pino voleva sistemare tutto.
     
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    Infatti l'ha sempre odiato sin dall'inizio, non sono mai stati amici alla fine.
     
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    Capitolo 19 - Waterboarding

    Pino si svegliò sul prato la mattina dopo. Era sotto un albero fresco. Si sentiva benissimo.
    Si alzò sbadigliando e si guardò intorno. Tutto procedeva alla grande. Tutto finché non vide tutto nero, e si rese conto di essere legato dalla testa alle zampe.
    Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Dove cazzo sono! Dovestracazzosonocazzo!
    Edigio rideva come un eroe.
    -Sei all'inferno! E io sono il fottutissimo Egidio!
    -Ah, cazzo, Egidio, menomale che sei tu... aiutami... non ci vedo più...
    -Esatto! Non ci vedi più perché hai un sacco nero sulla testa!
    -Maledetto! Liberami subito!
    Ha-ha-ha-ha-ha.
    Egidio stringeva il sacco.
    -Bastiano! Porta il secchio con l'acqua!
    Bastiano portò un secchiello d'acqua rubato a sua sorella.
    Insieme a esso dieci bottiglie di ferrarelle.
    Egidio mise un pezzo di stoffa intorno alla bocca di Pino e lo legò dietro la sua testa.
    Mhdcjsjcndjcjs! Sjcisncksncjsncsj!
    Niente. E' tutto inutile Pino.
    Mentre Egidio lo teneva fermo, Bastiano gli buttava il secchio d'acqua sulla faccia e gli teneva alzate le gambe.
    Cjdjcjsjcjshdieidjcskcnsjcjdncnsjcjdncjsjcjkwmsciwpajcfnaawmmmmbmbmbmbv! Mmmcmxmcmzmcmxmxmxm!
    Pino si divincolava come un pazzo. Non respirava. L'acqua gli entrava nel naso e gli usciva dal buco del culo.
    -Allora! Pino! Tu! Giura su quel fottutissimo Dio che ammetterai davanti alla corte suprema che mi hai fottuto quel libro, e che è mio! Che l'ho scritto io! Che il genio sono io, non tu! Allora! Lo giuri?????????????? - gli gridò Egidio nell'orecchio.
    Pino gridò perdendo il verso e rompendosi le corde vocali. Si rifiutò scuotendo la testa.
    -Uhm... ti rifiuti??? Benissimo... Bastiano! Vai con la seconda ondata! - disse Egidio con rabbia.
    Stavolta fu anche peggio.
    Pino si sentì morire e soffocare e sommergere sotto un mare di pazzia e di ossigeno mancato.
    Cmsicmxmmxmxmxmxmmzmsmsmsmsmzmsoskfkwcjsncksncnskcheiaisoqmcmm!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    -Cosa? Non ti sento... fai si con la testa se lo ammetterai alla corte suprema, davanti a dio e a tutti i tuoi amici!
    Va bene.
    Pensò Pino.
    Ma non poteva dirlo.
    Scosse la testa avanti e indietro finché non fu evidente.
    -Bene - disse Egidio.
    -E adesso! Noi ti liberiamo e ti lasciamo andare alla tua misera e fottuta esistenza! Ma non provare a fare scherzi! Ok? O sarà peggio per te! Se non obbedisci, la prossima volta non ti sveglierai più, capito? Alla tua prossima intervista dovrai confessare il malefatto, di modo che tutti sentano la merda che sei! Poi ci vediamo in tribunale! Il libro è mio, ok??? L'ho scritto io, va bene brutto stronzo????? SONO IO IL FOTTUTISSIMO GENIO QUI CAPITO??????
    Pino gridò con le orecchie che fischiavano, scosse la testa su e giù e saltò come un grillo.
    -Bene, è sufficiente. Bastiano, libera sta merda... - disse Egidio sollevando gli occhi al cielo.
    Bastiano eseguì senza parlare. Era disgustato da entrambi, ma voleva che ci fosse giustizia.
    Pino si guardò intorno di nuovo.
    Egidio...
    Poi scappò e tornò di corsa alla base operativa.
    Casa dolcissima casa.
    Entrò senza salutare Hikosaburo, con gli occhi sbarrati.
    Poi afferrò il telefono e chiamò il suo editore.
    -P-p-p-p-p-p-p-p-p-p-p-pront-pront-o?
    -Si?
    -S-s-so-sono P-Pino...
    -Cosa c'è?
    -Il-il libro...
    -Il libro cosa?
    Pino non riuscì a finire la frase. Attaccò il telefono, poi lo sbatté per terra.
    Crack.
    Aaah!
    Si gettò a terra anche lui, tutto si fuuuueeccce muuuolto stttrannno e si miisssse a gggridare ddddi dissssssppuuuperaziinoneeee...

    Edited by Matthew 98 - 21/1/2018, 20:48
     
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  15. 'AZZ
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    non sono un amante di questo genere ma devo ammettere che mi ha fatto sorridere dall'inizio alla fine. Divertente, bravo!
    "Poi gli diede un calcio e lo spedì in Arabia Saudita." non poteva fare più ridere di così!!!
     
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104 replies since 15/12/2017, 13:21   1398 views
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