Futuro perfetto

cambio di paradigma: un racconto in cui tutto va stucchevolmente bene

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  2. PathosPie
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    Per le varie citazioni, come il tema di Darth Vader, ritengo che sia necessario mascherarle di più. Sono di questo parere
     
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    Proprio mascherarle XD
     
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  4. CB-PR
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    Anshin:«Problemi fisici … zero. Problemi mentali … apparentemente zero, ma se lei afferma di necessitare una scansione allora il problema può essere … eccesso di sensibilità. Signor presidente, il suo speciale tenore di vita la sta portando ad essere ipocondriaco. Percepisce malattie anche laddove non ce ne sono».
    Io:«Ah, ecco la soluzione alle parole crociate di ieri: “ipocondriaco”! Grazie Anshin».
    Mi alzo in piedi e chiedo:«Hai qualche psicotropo da consigliarmi?».
    Anshin:«Camomilla e valeriana. Do ordine alla cucina della sua zeppelin di preparare una tisana?».
    Io:«No, faccio io».
    Metto il pilota automatico su “destinazione – Malta” e mi godo il panorama delle dune del deserto che scorrono illuminate dai fari della zeppelin, sporgendomi dalla finestra della cucina. Accendo il fornello. Quante stelle … E sono tutte mie.
    Quando si guarda il cielo di notte di solito si ha una sensazione di mistero, accompagnata da un senso di libertà. Io guardandolo vedo solo altre terre da gestire. Per fortuna i pianeti abitati da popolazioni intelligenti non sono poi tantissimi, in termini astronomici.
    Alle isole HIFAM di Malta le giostre saranno già tutte spente di sicuro. Bevo la mia tisana. Manca lo zucchero. Prendo la zuccheriera e la zeppelin house mi dice:«Anshin consiglia di non usare zucchero. Ti manderebbe su di giri e non riusciresti a dormire».
    Io:«Sì, nonna». Ormai la voce della zeppelin house è diventata una di famiglia; una di casa, per la precisione.
    I miei nonni sono morti prima dell’arrivo degli eridani sulla Terra, prima dell’arrivo di tutte le meravigliose tecnologie che gestisco.
    Non si possono resuscitare i morti, ma ci stiamo lavorando. I dna dei miei nonni e di tutti coloro che sono morti nell’ultimo secolo sono immagazzinati in una speciale banca Anshin-Maliwan.
    La Maliwan corporation è praticamente l’agenzia di servizi segreti della galassia.
    Il progetto volto a resuscitare i morti me lo tengo segreto perché urterebbe la sensibilità di molta gente. Meglio evitare, per ora.
    -4
    Ecco che cosa potrei fare per ingannare il tempo nell’attesa: cantare.
    Vado nella cabina medica e dico:«Anshin. Richiedo intervento alle corde vocali. Fammi cantare come Michael Jackson».
    Anshin:«Eseguo in anestesia locale».
    -cinque minuti dopo-
    Io:«And I get a thrilleeeeer, thri-ller-night, nananananananana shabala HIII!HIII!!».
    Prendo il mio Atlasfonino e cerco il testo di “Thriller” di Michael Jackson. E così passo un bel quarto d’ora.

    Arrivo alle HIFAM.
    Certo che tutte queste giostre, di notte, fanno sembrare questo arcipelago un ecomostro. Momento verità: questo arcipelago è un ecomostro. Ma in fondo ho salvato tutti i paesi dell’Africa dalla povertà e sto obbligando tutte le nazioni del mondo a fare dei referendum per capire in quanti vogliono essere governati dalle mie corporazioni. Tanto per il gusto di farlo, ho conquistato il Nebraska, al centro degli U.S.A. provocando non pochi imbarazzi tra i militari e, ciliegina sulla torta, conquisterò l’Italia, ma voglio tenermela per dopo, per quando avrò bisogno di dare sfogo al mio ego.
    Accendo tutte le giostre delle HIFAM. Varie musichette partono gravi, distorte, al rallentatore. Luci intermittenti, neon che fanno fatica ad accendersi … E poi, come d’incanto, le colonne sonore si trasformano nel più bello e incasinato miscuglio di note che io abbia mai sentito. Sento la voce di un tizio, dall’alto, probabilmente da una zeppelin house. «Tommy! Rispondi al telefono! Guarda! Hanno riacceso le HIFAM!».
    Bordello.
    Nel giro di mezz’ora arrivano nugoli di zeppelin e la festa ricomincia.
    Quando non ci sono più problemi la gente alza naturalmente la soglia della propria sensibilità, creandosi problemi laddove prima c’erano solo disturbi insignificanti.
    Una piccola spallata accidentale equivale a un pugno. Un’occhiata carica di stress equivale a un insulto ad alta voce.
    Ed è qui che entra in gioco lo scudo Pangolin. È una cintura che una volta indossata non sembra fare niente, ma in caso di fuoco, acido, scariche elettriche, colpi, tagli, cadute e quant’altro, crea una sagoma invisibile al plasma che protegge da qualsiasi tipo di danno, o quasi. “Bene”, direte, ma c’è ancora da lavorare.
    La cosa divertente è che all’interno di una ressa le persone che indossano lo scudo tendono a sgusciare l’una sull’altra, facendole sembrare pesci in un banco fitto.
    La cosa un po’ meno divertente è il problema degli insulti velati.
    In caso di insulti riconosciuti dal vocabolario Atlas e scanditi in modo comprensibile, lo scudo registra ogni insulto e lo comunica alla Bandit corporation.
    Tempo dieci minuti e scatta il processo per direttissima con giudici presi a caso dalla popolazione. Ogni tribunale Bandit è di fatto una casetta volante che arriva dove serve.
    Ma se un cittadino guarda un altro cittadino e in modo altezzoso dice “io sono superiore”, non è un insulto, ma viene percepito come tale. Superiore a chi? Superiore di quanto e in quale campo? Non è definito. Quindi niente processo.
    Molti vanno in giro a dire di essere superiori, di stare meglio, di essere più in forma eccetera, guardando gli altri nel modo più irritante possibile. E non ci posso fare niente.
    Ogni tanto ne pesco uno a caso, gli spengo lo scudo e gli dico:«E adesso ti senti meglio?».
    Sono colui che ha sconfitto la fame, le malattie, la noia, l’ignoranza.
    Le mie scuole gratuite hanno già sfornato due presidenti (Liechtenstein ed Ecuador) e, ora che ci penso, per quanto io mi sforzi a creare un mondo perfetto, forse non lo vedrò mai … se non alla fine.
    E poi, ovviamente, ci sono gli oppositori.
    Mi vedono come un tiranno, ma non hanno capito che la democrazia serve ad assicurare beni, diritti e servizi. Io assicuro tutto questo? Sì. E allora che cosa vogliono?
    Vogliono scegliere di votare per il partito delle mele o per il partito delle arance, non sapendo che tutti e due, una volta al governo, faranno puntualmente banane.

    Edited by CB-PR - 9/7/2016, 15:23
     
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    Più si va avanti, e più il Futuro Perfetto diventa meno perfetto XD
     
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  6. CB-PR
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    Chi abita al di fuori delle nazioni eridiane (le mie nazioni) ha paura del cambiamento. In effetti usare la parola “eridiano” che è molto simile a “eridano” non è stata una mossa geniale. “Eridano” significa “proveniente dall’Eridanus supervoid”, una regione remota dell’Universo da cui proviene una stirpe aliena con cui collaboro, o, almeno, questa è la versione ufficiale.
    Alcuni cittadini extraeridiani si avvicinano timidamente ai miei servizi: entrano nei miei confini, ritirano qualche bene gratuito come lo stereo-mixer-audioconsole Tediore e la console videogiochi Hyperion a realtà virtuale; molti usano l'enciclopedia Atlas e alcuni diventano di fatto cittadini eridiani, si fanno curare in fretta e furia da una cabina Anshin e poi cambiano di nuovo nazionalità.
    Ma io dico, se non ti è successo niente di male nel breve periodo in cui sei stato cittadino eridiano, che cosa temi?
    Sono a capo di una galassia che non conosco e per ora governo solo parte della Terra.
    Servirebbe un mio clone in ogni pianeta. Ma come allevare tutti questi cloni? Si parla di almeno un milione di pianeti abitati da esseri intelligenti, quindi un milione di cloni.
    Devo agire in fretta.
    L'acqua mi calma.
    Prendo un "followmelight", una lucetta volante che ti illumina e ti segue dovunque tu vada; indosso una muta da sub, prendo un salvagente (niente tecnologie complicate, è un semplice salvagente bianco e rosso vecchio stile) e mi butto nel mare notturno delle HIFAM, al di fuori del cerchio delimitato dalle isolette dell'arcipelago.
    Col salvagente attorno alla vita mi metto nella posizione del morto, l'acqua è calmissima, e guardo le stelle.
    Prendo il mio Atlasfonino , scorro i menu e premo "Maliwan-servizi segreti". Premo "parla" e dico:«Maliwan, ho un problema».
    Maliwan:«Dimmi pure, sono qui per questo».
    Io:«Devo gestire un milione di pianeti e credo che mi serviranno un milione di miei cloni, ma non saprei come allevarli. Io sono il risultato del mio corredo genetico, dell'allevamento fornitomi dai miei genitori e da ciò che mi è accaduto durante la vita. Come faccio a creare cloni somiglianti a me il più possibile?».
    Il cervellone Maliwan pensa per ben sette secondi. Un'eternità rispetto al solito.
    Poi dice:«Trovata una soluzione. Realtà virtuale realistica. Clonare un milione di Travis Donovan, metterli in una incubatrice a realtà virtuale per otto anni e poi dire loro la verità tramite un accorato messaggio video registrato da te in persona. Dire loro che è l'unico modo per salvare tutti quei pianeti. Ipotizzo che nel 95% dei casi i tuoi cloni capiranno e accetteranno la situazione. Per il restante 5% cancellazione della memoria, cambio di aspetto e affidamento a una famiglia adottiva».
    Io:«Aspetta, mi stai dicendo che bastano otto anni?! La mia personalità si è formata completamente a otto anni?!».
    Maliwan:«No, la tua personalità si è formata a otto anni e allora era ottimale. Poi sono accaduti litigi, tradimenti e impulsi sessuali che ti hanno reso irascibile, imprevedibile e intollerante nei confronti delle religioni».
    Io:«Uhm ... quindi pensi che il me stesso di soli otto anni sia migliore di ciò che sono ora? Va bene, mi fido».
    Prendo fiato. Riconosco Marte nel cielo: quel piccolo punto arancione poco al di sopra dell'orizzonte.
    Un po' infastidito da ciò che mi ha detto il cervellone Maliwan lancio il mio Atlasfonino verso Marte e lo sento fare "spluf" nel mare a qualche metro da me.
    Tempo due secondi e un claptrap me lo riporta su un vassoio d'argento, dicendo:«Ecco a lei».
    Riprendo il mio fonìno e faccio cenno al claptrap di andare via. Il claptrap si mette il vassoio in un cassetto nel suo tronco e andandosene in volo radente borbotta:«Che lavoro di merda».
    Io:«Cosa?! Aahahahah». Sto ridendo da solo come un idiota in mezzo al mare, mentre la corrente mi trascina al largo. Sono a una ventina di metri dalla mia zeppelin in compagnia di un followmelight e di un'intelligenza artificiale Maliwan. Guardo il mio fonìno.
    Io:«Maliwan, ma come pensi che reagiranno i miei cloni una volta saputo che la loro vita fino a quel momento, le loro madri, i loro affetti, i loro amici non sono stati altro che una simulazione?».
    Maliwan:«Semplice. Chi reagirà bene supererà il trauma e governerà un pianeta. Chi reagirà male ...».
    Io:«Ah, già ... cancellazione della memoria ... uhm ... va bene, facciamo che questo piano me lo tengo in caldo, mettimelo in una lista Maliwan e ci penso su».
    Maliwan: «Ricevuto».

    Edited by CB-PR - 9/7/2016, 15:24
     
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  7. CB-PR
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    È ora di fare baldoria.
    Nuoto verso la mia zeppelin sospesa a mezz'aria a due metri sul livello del mare e dico:«Scaletta». La mia zeppelin srotola una piccola scala mobile gonfiabile. Ci salgo su, vado in cabina di pilotaggio grondando acqua salmastra, butto in un angolo il salvagente e piloto fino all'enorme statua di Nettuno che uccide la piovra gigante sull'isola a sud delle HIFAM (non mi ricordo come si chiama e non ho voglia di chiederlo al mio fonìno). In breve, Nettuno è Ricoh Flanagan (che sono sempre io cambiato di aspetto) e la piovra simboleggia la mafia.
    Ovazione.
    Tutti mi illuminano con le loro torce Atlas. Le torce modificano il loro cono di luce in automatico per non accecarmi. Quindi migliaia di torce illuminano completamente il mio corpo tranne i miei occhi, dandomi un che di oscuro. La gente se ne accorge e sento un lugubre «Uuuuhh...». Sul momento non capisco che cosa è successo, poi faccio mente locale e ordino alle torce:«Illuminate anche i miei occhi, tranne le pupille». La gente emana un sospiro di sollievo.
    Silenzio. Dovrei dire qualcosa, credo. È brutto parlare col traduttore, così chiedo alla folla:«Quanti di voi parlano l'italiano?». Risposta di massa:«io!».
    E beh, nelle scuole Atlas moltissimi hanno scelto come lingua straniera l'italiano: è la lingua del presidente, la lingua delle superstar. Dico al mio fonìno:«Podio balcone a tre metri». Vengo alzato da un podio levitante dotato di ringhiera in gomma ignifuga.
    Gomma ignifuga ovunque. Tutte le giostre e l'intelaiatura interna delle statue degli dei olimpici sono realizzate in gomma ignifuga (antimuffa, antifunghi, traspirante -e chi più ne ha più ne metta-) qui alle HIFAM.
    Qui, tra l'Africa e l'Italia, il discorso si scrive praticamente da solo.
    Io:«Cittadini! –pausa scenica– Buonasera!». Alzo le braccia a mani aperte e la folla esplode. La ressa dei "pesci sguscianti" inizia. Li lascio fare per un po', poi dico:«Ok, calma, sarò qui per tutta la notte, avrete tutti modo di vedermi da vicino, chi più, chi meno».
    La ressa si calma.
    Io:«Molti di voi, appena qualche anno fa, hanno attraversato il deserto del Sahara a piedi e poi si sono imbarcati su scomodi barconi senza acqua e senza cibo. E per raggiungere che cosa? L'Europa?!».
    Alla parola "Europa" parte un coro:«Buuuuh».
    Io:«Beh, lasciatemelo dire, io non ce l'avrei mai fatta. Non ho la vostra tempra».
    Applausi.
    Io, con tono solenne:«Dove prima c'era il mare della disperazione, qui, alle Hyperion Islands of freaking awesomeness of Malta ... c'è un mare di divertimento! –Applausi– E allora divertiamoci! Grazie degli applausi. Vado a farmi un giro sulla colorball, grazie a tutti!»
    Gli applausi continuano e la folla si apre per farmi andare verso le montagne russe.
    La color ball è una sfera volante a cento posti che rotea attorno alla vettura delle montagne russe. È tanto colorata e fosforescente da essere visibile da Malta e ci si può sedere sia sulla superficie interna che su quella esterna.
    Salgo sulla superficie esterna assieme a gente di tutte le età, prevalentemente cittadini eridiani africani e turisti maltesi e italiani. La giostra percepisce il mio battito cardiaco accelerato e quindi si imposta su velocità dimezzata. Il giusto per divertirsi senza provare terrore. Perfetto.

    Edited by CB-PR - 9/7/2016, 15:25
     
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    Una giostra così sarebbe adatta ai bambini XD
     
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  9. CB-PR
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    Il paesaggio ci vortica attorno. Accanto a me c’è un bambino maltese con un’espressione seria e concentrata. Non mi riconosce. Non sono il suo presidente. 5% non è un numero accettabile.
    E io dovrei rendere tristi cinquantamila bambini, anche solo per qualche istante? Che siano miei cloni poco importa. Come mi sentirei se qualcuno mi dicesse che la mia vita fino a questo momento è stata una simulazione? Non deve succedere, né a me né a nessun altro.
    Il giro sulla colorball finisce e scendo trovando una fitta folla ad aspettarmi. Queste persone non dovranno mai sapere dei miei cloni, vedrebbero il mio piano come un insulto alla vita, un insulto al concetto stesso di vita. Cammino su una passerella galleggiante verso la Something Island, seguito dalla folla, richiamo la mia zeppelin house e ci salgo salutando i cittadini con un rapido cenno della mano.
    Per la fretta non apro le dita e al posto di un saluto normale mi esce il saluto fascista. Mi sono già girato. Porca vacca. Mi giro di nuovo verso la folla e saluto come si deve, aprendo bene le dita in modo da far capire che mi sono resto conto del mio errore.
    Sono dentro. Il brusio della folla si interrompe quando chiudo la porta. Mura insonorizzate. Devo parlare con mia moglie. Questo problema dei cloni mi sta facendo impazzire. Magari ci metto un claptrap.
    Un robot per ogni pianeta. Tanto sono più intelligenti di me. Ma quando ci sono problemi imprevisti la mente umana è ancora una buona scelta.
    Piloto fino a Roma ignorando i messaggi radio. Tanto lo so già che cosa mi vogliono dire. “Lei sta violando lo spazio aereo” e bla bla bla. Mia moglie, Jessie, è a Roma per convincere i politici italiani ad allearsi con le nazioni eridiane. Che ingenua.
    Ho comprato l’Anfiteatro Flavio (il Colosseo); parcheggio al suo centro e chiamo Jessie. Drin drin… drin drin.. questi due secondi di attesa mi sembrano non finire più. Beep!
    Jessie:«Ciao, dimmi».
    Io:«Aoh, sto ar centro d’a capitale, anvedi er cupolone, anvedi er…».
    Jessie:«Oddio che odio! Basta! Lo sai che non mi piace quando fai il buffone. Non sei romano. Non parlare in romanesco. È una caduta di stile».
    Io:«Scherzi a parte. Ho un problema serio. Niente di incombente o pericoloso per noi, ma è comunque un problema».
    Jessie:«Va bene, sto arrivando. Tanto con questi politici non c’è speranza. Non hai idea di quello che hanno rifiutato».
    Io:«Oh, ne ho idea e come. Ti aspetto».

    Edited by CB-PR - 9/7/2016, 15:25
     
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    Ahahahaha. La citazione romana è stata fantastica.
     
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  11. CB-PR
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    Sono seduto a un tavolino al centro del Colosseo. Due sgabelli neri e, sul tavolino, due candele bianche accese. Una margherita in un bicchiere d’acqua mezzo vuoto. Jessie arriva facendo capolino da un tunnel; guardo il bicchiere, ora è mezzo pieno. Lei cammina piano verso il tavolino. Che bella.
    Io, il presidente dell’intero continente africano, di qualche isola sparsa per il mondo e dell’Australia. Sembro uscito da una partita a Risiko.
    Lei, una cantante pop impegnata nel sociale. Si occupa soprattutto del mio sistema di orfanotrofi e adozioni. “Un genitore per ogni bambino”, lo slogan è suo, ci ha fatto anche una canzone.
    Jessie:«Ciao, –sorride e si siede al tavolo– parliamo prima di problemi o di cose belle?».
    Io, preoccupato:«Parliamo di problemi».
    Appoggio i gomiti sul tavolo congiungendo le punte delle dita, creando con le mani una forma simile a un cono.
    Le spiego la questione dei cloni e lei si fa pallida in viso.
    Mi guarda e mi dice con una voce più grave del solito: «Hai così poca fiducia nelle persone da volerti clonare? Guarda che cosa sta succedendo in Liechtenstein e nell’Ecuador: due presidenti eridiani usciti dalle scuole che tu hai costruito. Mi pare che se la stiano cavando bene».


    esiste un'espressione specifica per le mani messe "a cono"?
    vedi img
    https://postimg.org/image/rgxg3vh9t/

    Edited by CB-PR - 9/7/2016, 15:26
     
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    Sempre interessante, magari un po' corto, questo futuro perfetto mi sembra molto confusionario .
    Non so se esista un'espressione propria per le mani "a cono".
     
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    Prova con@ unì le dita delle mani a cono @
     
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  14. Aaron O'Neal
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    E io che pensavo non potesse essere peggio dei giorni nostri. Che casino sto futuro. :xD:
     
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    Ha i suoi pregi XD
     
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