Il mostro

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  1. masia
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    Salve a tutti, io sono Ettore, di recente ho iniziato a scrivere qualche racconto e mi faceva piacere condividerlo con chi lo fa da più tempo e sottopormi al giudizio altrui. Mi sono ispirato ad un fatto di cronaca, ma devo dire che c'è tanto anche di quello che ho letto...se qualcuno ha 5 minuti da perdere per leggere e commentare gliene sarei davvero grato


    Mi chiamo A.L., ho compiuto 25 anni e so che non ve ne frega nulla.

    Sono un tossicodipendente e probabilmente neanche questo v'interessa.

    Ho appena strangolato mia madre stringendole il collo con tutte le mie forze, poi l'ho coricata sul pavimento e l'ho coperta con il lenzuolo del suo comodo letto ikea da una piazza e mezzo: la vista del suo corpo vuoto, freddo e senza vita mi dava la nausea. Poi ho chiuso le finestre e abbassato le tapparelle lasciando filtrare appena uno spiraglio di luce, infine ho acceso una sigaretta.

    Nei cerchi di fumo ho visto le mie prossime giornate, quando vedrete la mia faccia scortata da qualche mister nessuno in uniforme, la faccia del mostro, spiattellata su tutti quotidiani e i notiziari nazionali che finalmente potranno incorniciarmi e dire “si, è lui, è proprio lui, il mostro, l’assassino, il cattivo”. Questo, sicuramente vi interesserà : il sangue richiama sempre l'attenzione, ti spiazza, vi farà sentire vivi, potrete dire “si, io sono migliore di lui” . E’ cominciato tutto qualche settimana fa, quando mi hanno dimesso dall’ ospedale in seguito ad una fortissima intossicazione da cocaina, più comunemente chiamata overdose, lontana dal vostro immaginario quanto voi lo siete per me. La mia dipendenza da cocaina è iniziata con un consumo sporadico con i miei amici bastardi ai tempi del liceo: inizialmente era solo un gioco innocente circoscritto al sabato sera, finchè non si è allargato al giovedì, al venerdì e ha finito per divorarsi l'intera settimana, i mesi, gli anni.. Commettevo ogni genere di azione al solo scopo di procurarmi la mia ossessione quotidiana, solo per sentirmi meglio di voi facce di cazzo.

    In realtà, questa storia è cominciata molto tempo prima, quando io e mia madre ci siamo trasferiti nella capitale. Avevo appena otto anni, come tanti possedevamo pochi soldi, e come poteva essere altrimenti visto che mia madre non lavorava; in realtà ora che ci penso quella puttana non ha mai lavorato.

    Quei pochi che avevamo non riuscivo a capire da dove provenissero. Mia madre frequentava molti uomini: gli uomini, tutti gli uomini, erano innamorati di mia madre. Le donne invece la odiavano, tutte le donne la odiavano. Credo che perfino sua madre, mia nonna, la disprezzasse per la sua bellezza. Perfino i miei compagni di classe erano innamorati di mia madre, l'avevano soprannominata "la medusa, perchè guardandola ti viene il cazzo duro come la pietra" e io li odiavo, odiavo tutti, sia gli uomini che la amavano come le donne che la disprezzavano, perché in fondo il loro odio era nulla in confronto al mio.

    La prima volta che mi sono masturbato l'ho fatto pensando a mia madre con un altro uomo, il direttore del supermercato dove andavamo a fare la spesa. Come qualunque altro uomo sulla faccia della terra, guardava mia madre avido di desiderio, e la puttana ricambiava flirtando come una dodicenne; per non pensarci finii per masturbarmi immaginandoli insieme.

    Col tempo mia madre è diventata l’oggetto di desiderio di tutte le mie masturbazioni, la immaginavo avere rapporti con qualunque uomo le rivolgesse la parola. Arrivavo a masturbarmi anche quindici volte in una sola giornata.

    Comunque anche io potevo vantare un certo ascendente verso l'altro sesso, alle ragazze piacevo, anche a quelle più grandi, e spesso riuscivo a portarmele a letto. Tuttavia avevo un unico, enorme, problema: quello di non riuscire a venire. Il mio uccello era sempre ben eretto, ma per quante donne abbia avuto e quante posizioni abbia sperimentato non sono mai riuscito ad eiaculare, nemmeno una volta.
    Se qualcuno ritiene che durare all'infinito sia un dono di Dio evidentemente si sbaglia: è come giocare una partita di calcio, avere il controllo totale del possesso di palla ma non realizzare mai un gol. Era frustrante e decisi di farmi visitare da degli esperti. Illustravo il problema ai cosiddetti "esperti", i sessuologi: il mio membro non ha nessun problema di erezione, eppure per quanto possa essere eccitato non riesco ad eiaculare. Loro mi rassicuravano dicendomi che non si trattava di "un problema di origine fisica, bensì psicologica" e aggiungendo che "la risposta era da trovare nello sviluppo della mia sessualità". Mi domandavano del mio passato, e inevitabilmente anche del rapporto con mia madre. Dopo la prima seduta sceglievo di non tornare più, o li avrei uccisi al solo nominare mia madre finchè rinunciai del tutto al sesso.

    La mia rinuncia al sesso coincise con l'abbandono degli studi e soprattutto con il mio progressivo avvicinamento alla cocaina. Dei miei anni da cocainomane c'è poco da dire, quello che sembrava un gioco si è fatto sempre più grande e alla fine non sono riuscito più a gestirlo, o forse non l’ho mai gestita neanche all’inizio.

    Ho abbandonato il liceo perchè non riuscivo più a studiare, ho perso i miei amici dopo essere stato stato pescato più volte a rubare nelle loro case, nelle loro auto, nelle borse delle loro ragazze e dei loro amici e ho allontanato tutti quelli che potevano essere d'intralcio tra me e la polvere bianca. Amici, si, o bambini viziati mai cresciuti che mi hanno abbandonato quando ne avevo bisogno.

    Ovviamente anche il rapporto con mia madre è deteriorato fino a sgretolarsi del tutto, lei non sopportava di aver cresciuto un figlio che fosse "uno schifoso tossico del cazzo". Per anni ho vissuto chiedendo ospitalità agli amici a sere alterne, ma quest'ultimi prima o poi si accorgevano dei soldi e i gioielli che sparivano dalle loro case e finivano per cacciarmi in malo modo. Onestamente non so se biasimarli.

    Come ogni buon tossicodipendente che si rispetti sono finito in overdose, anche se i miei ricordi sono offuscati. Avevo perso il lavoro per l’ennesima volta, se dieci ore di cantiere retribuite in nero e senza assicurazione si possono chiamare lavoro, e mi ero messo a vendere la cocaina per racimolare soldi: finii per diventare il mio miglior cliente e contrarre montagne di debiti. Della mia overdose ricordo solo affanno, tremori e il cuore che mi scoppia in petto, quasi volesse uscire fuori, e cazzo volevo che uscisse, che finisse tutto.

    Non posso convincervi che la vita sia bella, anzi, sono piuttosto convinto che faccia schifo: quello che è certo però è che i minuti che ho trascorso sono stati assolutamente terribili.

    Svegliandomi, i medici mi informarono di essermi salvato per il rotto della cuffia, poi mia madre venne a visitarmi. Mi vomitò addosso tutte le sue paranoie da “prima o poi ci resterai secco” e “devi riprendere in mano la tua vita”, io mi limitavo ad annuire assente, e intanto passavo in rassegna mentalmente tutte le volte con cui l’avevo immaginata con un uomo.

    Appena mi dimisero dall’ospedale, una settimana dopo il mio ricovero, non persi tempo e corsi a comprare trecento euro di cocaina, convincendo lo spacciatore che avrei saldato il pagamento entro un paio di giorni. Ma davvero qualcuno ancora mi fa credito? Vagai per la città completamente fatto, avvolto in una maschera di sudore freddo, con la sensazione di avere tutti gli occhi puntati addosso, non so descrivere esattamente cosa provassi, ma mi sentivo come un alieno. Quando l’effetto della cocaina inizio a svanire mi diressi verso casa di mia madre cercando di non cadere nel percorso.

    Non dovevo avere un bell’aspetto visto che mia madre, una volta varcata la soglia di casa, iniziò ad urlarmi “schifoso tossico, guarda come cazzo ti sei ridotto” e “vattene subito da casa mia o altrimenti chiamo la polizia”. E l’avrebbe chiamata davvero la polizia quella puttana, se non le fossi piombata addosso bloccandole il braccio e facendole cadere la cornetta. Poi le ho afferrato i capelli e l’ho trascinata sul letto, mentre si dibatteva e invocava aiuto le ho strappato il vestito di dosso, volevo scoparmela. Steso sopra di lei le ho afferrato il collo con entrambe le mani, e ho aspettato che la smettesse di dimenarsi e che i suoi occhi si spegnessero. Finalmente sono venuto

    Edited by masia - 20/8/2016, 00:41
     
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  2. masia
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    Nessuno ha avuto modo di leggere o devo dedurre che non sia stato considerato meritevole di un commento? Forza, se qualcuno ha qualche minuto da perdere per leggere e commentare è il benvenuto!
     
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  3. Matthew970
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    No, e meritevole di un commento, anzi.
    L'ho trovato molto bello e ben scritto, scorrevole e con una forma molto azzeccata al tipo di storia.
    Il finale è perfetto secondo me, perché si ricollega all'inizio e lascia a bocca aperta il lettore proprio sulle ultime parole.
    Le vicende mi hanno fatto riflettere, perché parla anche di sessualità e disagi gravi, di droga e di omicidio, insomma tutti argomenti importanti di cui purtroppo si sente parlare spesso.
     
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  4. masia
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    ciao Matthew, ti ringrazio per averlo letto e sono felice che tu abbia apprezzato!
     
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  5. Matthew970
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    Di nulla ^_^
     
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  6. Honey98
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    Ciao Masia, ho letto che vuoi dei suggerimenti per il tuo racconto. Bene, ti accontento subito ^_^ ! Allora inizio da qualche accorgimento per far scorrere maggiormente il testo:

    "Mi chiamo A.L., ho compiuto 25 anni e so che non ve ne frega nulla."
    Io scriverei:
    "Mi chiamo A.L., ho venticinque anni, ma so.."

    "Sono un tossicodipendente e probabilmente neanche questo v'interessa."
    Scriverei: " Sono un tossicodipendente ma, probabilmente,..."

    "Ho appena strangolato mia madre stringendole il collo con tutte le mie forze [...]"
    Qui secondo me strangolato/stringendole non mi sembra funzionare bene, forse potresti dire: "Ho appena soffocato mia madre [...]"

    "E’ cominciato tutto qualche settimana fa, quando mi hanno dimesso dall’ ospedale [...]"
    Questa parte la separerei da quella precedente andando daccapo, perché sta iniziando un flash back e mi sembra appropriato dividerlo dalla parte in cui si parla dell'omicidio.

    Più o meno questi sono esempi di errori che ho riscontrato nel testo. Ci sono svariate ripetizioni, qualche virgola posta male e cose così. Potresti eliminare qualche riflessione di troppo e qualcosa sulla sua vita, ma il racconto scorre comunque bene e la trama attira il lettore. Sono rimasta colpita da alcuni termini utilizzati, come cazzo duro o uccello ben eretto, ma sono appropriati per la narrazione e il tipo di personaggio scelto. Un buon racconto da dover revisionare, ma che consiglio a tutti di leggere :ciao:
     
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  7. masia
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    ciao Honey, grazie mille per l'attenzione e il tempo dedicato al mio racconto. Effettivamete hai ragione, il racconto deve essere rielaborato perchè ci sono svariati errori e ripetizioni. Cercherò di eliminare qualche riflessione superflua come mi hai suggerito perchè mi sto rendendo conto che rende la storia meno fluida. Grazie sinceramente per la disponibilità!
     
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  8. Honey98
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    Masia, non devi ringraziarmi proprio, sono felice di averti dato un piccolo suggerimento e che sia stato apprezzato. Alla prossima :ciao:
     
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    Confermo quanto detto dai miei colleghi di forum. Racconto comunque godibile e con una buona idea di fondo, continua a lavorare su cose del genere
     
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