Lonely Souls

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  2. Aaron O'Neal
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    La scena di sesso non so se sia venuta bene o se ci sta bene nel contesto!! Piccoli dubbi personali! :unsure: :unsure:
     
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    Forse era per rendere le due più unite.
     
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  4. Aaron O'Neal
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    Più che altro ho pensato: il protagonista uccide una persona, è sotto shock, lei lo conforta in qualche modo, lui si sente meglio e si lascia andare, e zumpete zumpete!! :unsure: :unsure:
     
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  6. Aaron O'Neal
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    Capitolo 2 - Sacrifici: parte 2



    Valentine uscì di corsa senza nemmeno aspettarmi, presi la borsa dove tenevo il portafogli e la raggiunsi. Insistetti per mangiare qualcosa prima di cominciare qualunque cosa volesse fare, all'inizio era riluttante ma poi accettò. Ci fermammo in un bar della Philip, io ordinai un panino al prosciutto, lattuga, pomodoro e formaggio, mentre Valentine aveva preso un tramezzino al prosciutto e uova. Comprammo due bibite e tornammo a camminare.
    Dopo un po' che camminavamo Valentine suggerì di prendere un autobus, la destinazione era nel Bayou St. John dove i ghost hunter stavano alloggiando. Era da molto che non uscivo dal Quartiere Francese, e quando cominciai a vedere le case tutte uguali del Tremè ricordai perché non uscivo mai, una noia mortale.
    Arrivammo dopo mezz'ora di strada, la fermata era proprio davanti al locale, l'unico nel raggio di isolati, nel parcheggio c'era un furgone blu con la scritta Ghost Inside. Entrammo nel locale, era in stile country, legno scuro ovunque e un oste al bancone, era robusto, alto un metro e ottanta e sulla cinquantina di anni, brizzolato.
    Valentine si avvicinò - Salve, mi può chiamare il proprietario di quel furgone? - chiese sorridendo.
    - Perché? - chiese scontroso l'uomo.
    - Vorrei fargli alcune domande. - rispose lei.
    - Ancora giornalisti, ma voi non vi stufate mai di assillare la gente? - imprecò l'uomo.
    - Ma noi non... - la fermai appoggiando la mano sulla sua schiena all'altezza della vita.
    - È il nostro lavoro signore, la gente deve sapere cosa succede nel mondo, no? - mi intromisi.
    L'uomo mi guardò stranito - Sì, va beh... ve li chiamo così prima finite e prima vi togliete dai piedi! - continuò, prese la cornetta di un telefono digitò un numero.
    Cinque minuti dopo arrivarono due ragazzi sulla ventina uno biondo, sbarbato vestito con maglia e jeans e l'altro castano ben curato vestito con una felpa e jeans.
    Valentine allungò la mano in segno di saluto - Salve, mi chiamo Valentine, lei è Evaline. -
    - Jaden. Lui è Michael. - si presentò il ragazzo castano.
    - Vorremo sapere di più sulla sparizione della vostra amica. Com'è andata esattamente? - chiese lei.
    - Perché? - ribatté Jaden.
    - Ma cos'è una moda? - sbottai.
    - Ehi, fighetta, forse per voi giornalisti di “alto rango” è un bel passatempo parlare di fantasmi, visto che non credete a queste cose, ma la gente che fa questo lavoro fa spesso una brutta fine, quindi non prenderci per il culo! - inveì Michael.
    Sentendo quelle parole mi montò una rabbia che non riuscii a contenere - Primo, non intendevo prenderti in giro. Secondo, chi ti dice che non siamo qui per aiutarvi. Terzo, io sono una barista che lavora per due dollari l'ora più mance, se ne ricevo. Quindi zitto e rispondi alla domanda! - avevo il fiatone.
    Rimasero tutti e tre in silenzio a bocca aperta, specialmente Michael che sembrava spiazzato dalla mia reazione, poi Jaden cominciò a parlare.
    - Sia... Siamo andati a perlustrare questa casa vecchia di duecentocinquanta anni, secondo la leggenda è infestata dallo spirito di Jalaer Solair un praticante di voodoo. In quel periodo questo tizio uccideva le sue vittime per i suoi riti e cercare l'immortalità. - spiegò, il suo volto era triste.
    - E dov'è questa casa, esattamente? - chiese Valentine.
    - Io se fossi in voi non mi ci avvicinerei nemmeno, è pericoloso. Chi è entrato li dentro difficilmente ne è uscito vivo. - rispose Michael.
    - Capisco... - guardai perplesso Michael, votai lo sguardo verso Jaden - Che è successo alla vostra amica? - chiesi.
    - Eravamo nello scantinato, stavamo monitorando gli impulsi elettromagnetici per cercare un contatto con una eventuale entità quando... era buio, avevamo solo le torce elettriche ma erano spente, sentimmo un forte folata d'aria, Tiffany urlò e sparì nel nulla. Abbiamo cercato a lungo ma non abbiamo trovato nulla, nemmeno una traccia di lei... - ora Jaden guardava il pavimento, sembrava sentirsi in colpa.
    Valentine sbuffò - Sentite, ai telegiornali non hanno dato l'indirizzo esatto, se ci dite qual'è la casa noi ce ne andremo e vi lasceremo in pace, va bene? - cercò di convincerli.
    - All'angolo tra la Lopez Street e Desoto Street, è l'unica casa disabitata ma non ci andrete da soli, verremo con voi. - fece Jaden risoluto.
    - Momento, momento, momento. Amico, parla per te, io in quella casa col cazzo che ci torno, ci tengo alla mia vita. - rispose scontroso Michael.
    - Ma si tratta di Tiffany, non ti frega niente di lei? - supplicò Jaden.
    - No, e lo sai perché? Perché a quest'ora sarà già morta! Mi dispiace per te ma è andata. - rispose quasi frignando Michael.
    Jaden guardò negli occhi l'amico sperando di convincerlo, invano - Come ti pare... andiamo, vi accompagno! - ci disse infine.
    Lasciammo Michael al locale e ci dirigemmo verso la casa, nessuno era in vena di parlare. Nessuno di noi sapeva se Tiffany fosse ancora viva, ma del resto quella situazione era come il “Paradosso del Gatto di Schrodinger”: non saprai mai se il gatto è vivo o morto ma resterà entrambe cose finché non apri la scatola. Sembrava che per Jaden fosse esattamente così.
    In un quarto d'ora di strada eravamo davanti alla casa, era in stile coloniale con le travi dalla vernice verde sgretolata incrinate, i vetri delle finestre dei piani superiori erano rotti, il portico era pericolante. Tutto intorno c'era il nostro giallo della polizia.
    - Siamo sicuri di voler entrare, quella casa rischia di crollarci sulla testa. - ero seriamente preoccupato.
    - Cos'è, hai paura adesso? - Valentine si avvicinò e mi abbracciò alla vita - Tranquilla, ci sono io qui con te. - mi disse con tono sensuale.
    Rimasi imperturbabile anche se mi piaceva quando faceva così - Vuoi proteggermi? L'ultima volta sono stata io a salvarti il culo, ricordi? - .
    - È vero, quindi devo ricambiare il favore, no? - mi alzò la testa con due dita sorridendomi.
    Restammo in silenzio per qualche secondo, avevo voglia di saltarle addosso, ma resistetti alla tentazione.
    - Ehm... per caso voi due state insieme? - chiese Jaden curioso.
    Valentine si voltò di scatto e lo guardò storto - Certo che no! - si allontanò velocemente - Siamo amiche, mi sta solo ospitando per qualche giorno. - rispose secca.
    Quelle parole furono come se una pallottola calibro cinquanta mi fosse stata sparata nel petto, speravo almeno di piacerle“Forse mi sono fatto i castelli in aria, come al solito!” pensai mentre Valentine e Jaden entrarono nella casa.
    Li seguii nonostante il morale a terra, l'interno era anche più fatiscente dell'esterno: mobili impolverati e rovesciati, assi del pavimento incrinate verso l'alto, ogni passo era uno scricchiolio, alcune porte interne erano a terra completamente rotte come alcune vetrinette antiche, sparse ovunque vettovaglie inutilizzabili e l'ambiente era scuro e cupo a causa delle finestre coperte da pannelli di legno.
    - Per di qua si arriva al seminterrato. - Jaden ci indicò un'intelaiatura di una porta mancante dove all'interno c'era una scala che postava verso il basso.
    - D'accordo, vado da sola, voi perlustrate il pianoterra e il primo piano, prima facciamo e meglio è. - ordinò Valentine.
    - Non sarebbe meglio restare uniti? Ho visto abbastanza horror da capire che in questi posti dividersi è una enorme stronzata. - proposi, ero ancora incazzato per ciò che aveva detto Valentine, e usai anche un tono troppo strafottente.
    Valentine e Jaden mi guardarono male e senza dire una parola si divisero “Considerazione zero. Grazie mille stronzi.” pensai mentre mi avviavo a perlustrare il pianoterra.
    A parte incrostazioni e bicchieri rotti in cucina, libri ammuffiti e sparsi ovunque in libreria, e il soggiorno completamente sottosopra non trovai nulla, anche perché oltre al corpo di una ragazza non sapevo proprio cosa cercare.
    Improvvisamente un urlo mi ghiacciò le vene, era Valentine. Corsi più veloce che potevo, scesi le scale, aprii la seconda porta ed entrai nella cantina. Era scuro, non si vedeva granché ma intuì che era abbastanza capiente. Guardai in tutti gli spazi, perfino dietro la vecchia cisterna di legno marcio, non trovai nulla.
    Dopo qualche secondo arrivo anche Jaden - Che succede? - chiese col fiatone.
    - Valentine... è sparita! - dissi continuando a guardare in ogni direzione.
    - Cazzo, dobbiamo andarcene e... e chiamare la polizia. - Jaden era terrorizzato.
    Feci un profondo respiro, cercai di pensare a mente lucida e razionale.
    - Pensa, pensa, pensa! Come fanno delle persone a sparire nel nulla in un posto chiuso e buio... - finalmente l'illuminazione.
    Mi girai verso Jaden, lo presi per le guance e lo tirai a me per guardarlo negli occhi marroni.
    - Dov'era esattamente la tua Tiffany quando è sparita? - chiesi scandendo bene le parole.
    Lui mi guardò stranito - Come sarebbe a dire “la tua Tiffany”? - ribatté imbarazzato, sembrava aver dimenticato la paura per un istante.
    - Nessuno entrerebbe in una casa come questa due volte per cercare qualcuno se non tenesse a quella persona. Adesso dimmi dov'era esattamente? - urlai.
    - Era... lì! Era seduta lì! - indicò un piedistallo in mattoni.
    - Ok, siediti, vediamo che succede! - ordinai trascinandolo fino al piedistallo.
    - Cosa? Perché io? - fece terrorizzato.
    - Perché sei un gentiluomo... avanti, siediti! Ecco bravo! - lo costrinsi a sedersi.
    Restammo in attesa e in silenzio per un po' quando dal nulla una folata di vento non ci investì, l'urlo di Jaden fu agghiacciante, mi voltai per guardare ma non vidi nessuno, era sparito anche lui.
    “Come sospettavo!” mi sedetti sul piedistallo e aspettai. Chiunque avesse rapito Valentine, Jaden e Tiffany di sicuro conosceva quella casa meglio di chiunque altro.
    Dopo poco tempo sentii di nuovo il vento seguito da delle mani che mi trascinavano attraverso il muro, in quel momento persi completamente i sensi.
    Durante lo stato di incoscienza sognai di essere in un posto luminoso assieme ad una ragazza dai capelli biondi e sciolti china su di me, non riuscii a vederne i lineamenti tranne per le labbra che si muovevano, molto probabilmente stava dicendo qualcosa ma non riuscii a capire.
    Mi svegliai, l'odore di chiuso, di muffa e di ferro mi entrò nelle narici ancora prima di aprire gli occhi. Quando aprii gli occhi, era tutto sfuocato, ma sentii rumori di voci che parlavano e di qualcuno che trafficava con qualcosa di metallico. Provai a strusciarmi gli occhi ma non ci riuscii, ero legato con delle cinghie. Provai a mettere a fuoco, riuscii a distinguere tre persone legate a delle sedie come quella a cui ero legato io. Alla mia destra c'era Jaden, alla mia sinistra Valentine, e davanti a me una ragazza dai capelli lunghi e mori e dai tratti asiatici, vestita con una maglietta bianca con maniche lunghe, di sicuro era Tiffany.
    - Evaline, finalmente ti sei svegliata! Stai bene? - sospirò rassicurata Valentine.
    - Sì sto bene! Cos'è successo? Perché siamo legati? - chiesi ancora stordito.
    - Qualcuno che doveva essere morto non è poi così morto. - spiegò lei.
    - Scusa, ma tu sei Evaline Deraneau? La timida, fragile e paurosa Eve? - chiese Tiffany.
    La guardai meglio, molto probabilmente eravamo conoscenti prima dell'incidente.
    - Mi... mi dispiace non so chi tu sia, ho avuto un incidente stradale e ho perso la memoria. Non ricordo nulla prima di risvegliarmi in ospedale. - cominciava a starmi sulle palle quella cosa del mentire. Alla lunga qualcuno avrebbe capito tutto.
    - Oh, capisco. Beh per quel che vale ora mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto a scuola, davvero! - il suo viso contratto nel tentativo di respingere le lacrime.
    - Tifa, non dire certe cose, ce la caveremo, sta tranquilla! - fece Jaden. Lei lo guardò e gli sorrise.
    Mi guardai attorno, era scuro come la cantina della casa infestata ma si riusciva lo stesso a vedere che al centro c'era un tavolo completamente imbandito: tovaglia, piatti, posate, tovaglioli, bicchieri, e al centro un candelabro a croce con cinque candele. L'unica nota negativa era la polvere, le ragnatele e le chiazze di sangue ovunque.
    Un uomo pelato di colore vestito come un barbone, grasso e dagli occhi neri uscì da una porta nell'angolo destro della stanza. In mano aveva una mannaia da macellaio.
    “Fai sul serio?” ero incredulo. Cercai di liberarmi dalle cinghie ma non ci riuscii.
    - Bene, bene! Cosa abbiamo qui? Oh, altre due streghe e un gentiluomo, interessante! - esordì l'uomo. Aveva un accento vagamente Haitiano, e giocherellava col coltello come se fosse una cosa normale.
    - Tu sei Jalaer Solair vero? - chiese Jaden.
    - Non uso più quel nome da secoli ormai, come hai fatto a capirlo? - Jalaer sembrava incuriosito anche se aveva uno sguardo da psicopatico.
    - Ho.. ho fatto delle ricerche su di te, c'era anche un tuo ritratto in uno dei fascicoli del quartiere! Ero affascinato dalla tua storia, hai cercato l'immortalità e alla fine uno dei tuoi allievi di tagliò la gola. - spiegò il ragazzo, la voce gli tremava, era terrorizzato.
    Jalaer si appoggiò allo schienale della sedia di Tiffany - A quanto pare sono riuscito nel mio intento non credi ragazzo? - disse picchiettando la lama sulla spalla della ragazza.
    - Ma a quale prezzo? - Valentine sembrava inorridita e incazzata alla stesso tempo.
    - Un piccolo sacrificio, quattro vittime umane l'anno, dopotutto è un prezzo più che ragionevole per l'eternità. - rispose Jalaer con un sorriso.
    - Perché? Perché vuoi l'eternità? - chiese Tiffany.
    L'uomo appoggiò la lama del coltello alla gola della ragazza - Per amore ovviamente! Oh, Marie era così passionale, così bella... e così pericolosa. - disse alzandole la testa per guardarla negli occhi.
    - Ehi! Ehi! Ehm, ma se questa Marie era viva duecentocinquanta anni fa ora di sicuro è morta, che senso ha restare immortali? - chiese Jaden, era palese che volesse guadagnare tempo.
    - Perché fu lei a tagliarmi la gola! Sai quant'è brutto risvegliarsi in una tomba trent'anni dopo la tua morte e sapere che quella puttana che ti ha sgozzato è morta cinque anni prima, negandoti una giusta vendetta? - rispose lui infuriato.
    - Tu sei completamente fuori di testa! - urlai inorridito.
    - Può essere, ma non me ne frega niente, sto bene così come sono. - alzò la testa come per ascoltare qualcosa - Ora è arrivato il momento di iniziare il rito! - disse appoggiando la nuca di Tiffany sullo schienale per vedere meglio la sua gola.
    - Ehi, lasciala stare! Bastardo figlio di puttana, lasciala stare ho detto! - continuò a urlare Jaden.
    - Valentine, usa la telecinesi, liberami! - le chiesi, lei fece no con la testa, sembrava terrorizzata.
    - Tiffany, guardami! Guardami! - gli disse Jaden ormai rassegnato, lei lo guardò con gli occhi pieni di lacrime - Lo sai, ti devo dire una cosa, una cosa importante che avrei dovuto dirti tempo fa. Ecco vedi, io ti sempre amat - non riuscì a finire la frase, il colpo fu netto e preciso.
    Tutti nella stanza rimasero senza fiato, il silenzio era irreale, spezzato solo dai fiotti di sangue che uscivano dal collo. Qualche istante dopo la testa di Jaden si staccò dal corpo cadendo sulle ginocchia, la mannaia rimase attaccata alla sedia. L'uomo tornò nell'altra stanza fischiettando un motivetto.
    Tiffany aveva la bocca aperta e gli occhi sbarrati, apatica, quasi non respirava. Valentine aveva gli occhi chiusi. Io invece avevo lo sguardo fisso davanti a me, ero furioso.
    - Valentine, liberami con la telecinesi! - digrignai i denti, ma non la guardai.
    - No, non lo farò, se scappi lui ti inseguirà e ti ucciderà! Non posso permetterlo! - rispose terrorizzata - Ci deve essere un altro modo per uscirne! - continuò guardandosi attorno frenetica.
    La guardai infuriato - Ho detto liberami! Adesso! - urlai.
    Valentine aveva lo sguardo indignato, o forse terrorizzato, forse entrambi - Come vuoi! - rispose con un sussurro e cominciò ad allentare le cinghie con la mente.
    Jalaer tornò nella sala aveva un altro coltello - Ora il secondo, chi si offre volontario? - chiese con un sorriso macabro. Nessuno rispose.
    Si avvicinò a Tiffany - Ho beh, tanto prima o poi tocca a tutti! - disse posizionando di nuovo il coltello sulla sua gola.
    Valentine riusci a slacciare le cinghie, io mi alzai lasciando basito Jalaer, mi diedi lo slancio per una capriola sul tavolo, presi un coltello, diedi un calcio all'uomo e atterrai dall'altra parte del tavolo. Jalaer cadde vicino a quelli che sembravano i resti di un caminetto antico. Lo guardai, poi mi girai e andai verso la porta a sinistra.
    - Prendi e scappi, ecco perché ammazzo quasi sempre donne, perché siete tutte delle maledette puttane! - urlò furioso l'uomo.
    Mi fermai, guardai a destra c'era un'accetta conficcata su un ceppo di legno, la presi ed ebbi di nuovo la sensazione della sera prima, sapevo usare quell'arma alla perfezione, feci finta di nulla e continuai a camminare verso la porta.
    - Scappa, Evaline, ti prego! Corri! - mi urlò Valentine, era esausta per avermi liberato, la ignorai.
    Una volta arrivato alla porta vidi che era aperta - I modi... - chiusi la serratura sopra la maniglia - ...definiscono... - chiusi l'altra serratura sopra la prima - ...l'uomo! - mi girai e guardai Jalaer.
    Lui rimase immobile perplesso - E questo che cosa vorrebbe dire? - chiese.
    - Vuol dire che tu non sei un uomo, sei solo una merda! - feci con assoluta calma, in realtà ero così furioso che a stento riuscivo a stare fermo.
    - Ora ti sistemo io puttanella, prima ti ammazzo e poi ti faccio mia! >> rise poi prese a correre verso di me col coltello in mano.
    Aspettai finché non arrivò a portata mi lanciai in avanti per una capriola evitando un suo colpo. Rotolai fino alla sedia di Tiffany e menai un fendente al poggia braccia con l'accetta, mi rialzai e mi girai.
    - Molto furba, speri di salvare le tue amiche meretrici evitando i miei colpi, ma non funzionerà una seconda volta. In questi duecentoventi anni ho imparato qualche trucco anch'io sai? - disse l'uomo mettendosi in posizione.
    - Tiffany, so che ora sarai distrutta, ma se vuoi davvero fare qualcosa di sensato per onorare la morte di Jaden allora prendi a calci in culo questo stronzo schifoso! Facciamo in modo che rimpianga la sua adorata immortalità! - dissi. Era quello che volevo fare, e sapevo di poterci riuscire.
    Jalaer si scagliò di nuovo contro di me, io parai la maggior parte dei colpi e il resto lo schivai, era bravo nonostante la stazza non proprio consona al combattimento.
    Lo allontanai di nuovo con un calcio, non volevo ucciderlo, non ancora. Lui riprese ad attaccarmi, ma dal nulla un calcio lo prese in piena faccia scagliandolo di nuovo vicino al caminetto, Tiffany si era svegliata ed era davvero assetata di sangue.
    Jalaer si rialzò barcollando - Ho detto che avevo anch'io dei trucchetti! - imprecò, poi con un gesto della mano ci fece volare verso la porta dell'uscita, sapeva usare anche lui la telecinesi. Riuscii ad evitare lo sciato sul muro grazie all'accetta e al pugnale che conficcai sul pavimento in legno. Tiffany invece si lasciò trasportare verso il muro, all'ultimo momento si girò e restò accucciata al muro finché non finì l'attacco di Jalaer.
    “Ho capito, devo fare da diversivo eh!” pensai perplesso, stranamente riuscivo anche a capire le strategie di Tiffany senza nemmeno comunicare.
    Mi rialzai e attaccai Jalaer con dei fendenti continui, prima dal basso con l'accetta e poi da destra col coltello, dopo qualche secondo sentii qualcosa da dietro la schiena, un sentimento omicida, mi abbassai appena in tempo. Tiffany si era data lo slancio dalla parete e lo aveva colpito con un pugno, lui indietreggiò con il naso e la bocca sanguinanti, lei atterrò e con un calcio lo fece indietreggiare ancora, stavolta lui vomitò sangue, infine gli diede una raffica di pugni potentissimi, la polvere si muoveva ai piedi di entrami da quanta forza avevano. Dal mix di stili aveva usato intuii che doveva essere davvero brava nelle arti marziali, molto più di me. Con l'ultimo pugno in pieno volto l'uomo fu scaraventato verso i pezzi di legna da ardere accatastati, rimasi a guardare per un po' restando in guardia, ma non si mosse più.
    Tiffany si girò verso il corpo di Jaden, si avvicinò barcollando, si inginocchiò e si mise a urlare e piangere.
    Un colpo di tosse attrasse la mia attenzione - Non... non vi lascerò uscire da... da qui! - disse Jalaer con la mano tesa e tremolante.
    - Evaline, attenta! - urlò Valentine.
    Mi girai appena in tempo, un attizzatoio arrugginito mi stava per trafiggere alla schiena, usai la rotazione e con l'accetta e il pugnale deviai il pezzo di metallo verso Jalaer che gli si conficcò proprio in mezzo al petto inchiodandolo al muro. Lui fece altri due sussulti e poi non si mosse più. Era definitivamente morto.
    “Stavolta ci sono andato vicino” sospirai, stavo tremando.
    Aiutai Valentine a liberarsi, non la guardai in faccia, ero ancora incazzato per ciò che aveva detto a Jaden. Andai da Tiffany, era ancora sconvolta, teneva stretta la mano del ragazzo e piangeva.
    Valentine andò dritta nella stanza misteriosa, sentii rumori di qualcuno che rovistava, stava cercando qualcosa in particolare. Dopo qualche minuto tornò fuori con un libro nero e sporco, e uno zaino pieno di qualcos'altro - Qui abbiamo finito, andiamocene! - disse quasi contenta.
    - Tu puoi anche andartene se vuoi, io resto! - risposi.
    - Senti, dobbiamo andarcene, ci sono due cadaveri qui e se arriva la polizia... - continuò.
    Rimasi un in silenzio, non credevo potesse essere così insensibile - Non pensavo fossi così stronza. Cos'è, ti interessa di più avere il potere, una congrega o solo qualcuno da usare come ti pare? - stavolta ero serio, volevo una risposta.
    - Non ti userei mai Evaline, e lo sai. Voglio solo evitare dei problemi tutto qui! - ribadì.
    - Infatti stai chiedendo di lasciare qui il corpo decapitato di un ragazzo che ci aveva aiutate, e di non permettere a Tiffany di riprendersi dallo shock! Complimenti davvero un comportamento compassionevole. - urlai, volevo dire anche altro ma non ci riuscii.
    Valentine guardò Tiffany inginocchiata, lasciò cadere lo zaino e rimase immobile, finalmente aveva capito.
    Dopo qualche minuto Tiffany si rialzò, si asciugò gli occhi con le maniche e si girò.
    - Ora possiamo chiamare la polizia! - disse.
    Riluttante Valentine chiamò la polizia, mentre io e Tiffany uscivamo. Quando aprii la porta della sala confermai quello che avevo ipotizzato, Jalaer aveva usato il vecchio trucco degli specchi oscurati per camuffare la parete e rendere uno spazio piccolo in uno spazio più grande. Tiffany sbuffò quando capì il trucco e tornò in giardino, aveva bisogno di aria.
    Io e Valentine ce ne andammo prima che arrivasse la polizia, mentre Tiffany rimase davanti alla casa per fornire spiegazioni e una storia credibile: l'assassino dopo aver ucciso Jaden a sangue freddo si distrasse e Tiffany ne approfittò per scappare ma lui la inseguì, nella colluttazione lei lo prese a pugni e a calci e infine per proteggersi lo infilzò con l'attizzatoio.
    Io e Valentine tornammo a casa, ero stremato, sporco si polvere e ragnatele, non vedevo l'ora di lavarmi di nuovo.
    - Evaline, dobbiamo parlare! - sbottò improvvisamente Valentine.
    - Sì dobbiamo. - feci io serio, non ero sorpreso affatto.
    - Cominciamo dal fatto che non mi hai detto che sai combattere! -
    - Io non so combattere, è successo solo di recente! - risposi secco.
    Lei fece una smorfia e scrollò la testa.
    - Adesso c'è la questione del tizio morto ieri notte, mi dici la verità stavolta? - chiese, ma sapeva già tutto.
    Rimasi in silenzio - Okay, lo schematizzo per renderla più semplice: lui mi segue, io lo scopro, lui mi aggredisce, io lo faccio fuori! - risposi agitando le mani, volevo essere più schietto possibile e continuai - Quanto a noi invece, era solo una scopata e via? E per quanto riguarda l'avere un minimo di tatto con le persone, non hai un'anima o sei proprio stronza di natura? - le chiesi furioso. Non avevo mai litigato nessuno in quel modo, in primo luogo perché nessuna ragazza voleva un ragazzo strano come me e poi perché non avevo nemmeno amici.
    Valentine rimase in silenzio, si sedette sul divano e lasciò cadere a terra il libro - Io... io ho sempre dovuto cavarmela da sola, ho sempre e solo contato su me stessa, e quando ho potuto ho usato le persone per sopravvivere. E si sono stronza per necessità. - mi guardò storta aveva gli occhi lucidi, poi prese un bel respiro - Ma da quando conosco te tutto è cambiato. Voglio che tu sia al sicuro, voglio starti vicina.... insomma voglio stare con te ma non sono abituata alle relazioni. -
    In quel momento capii che per lei non era semplice avere a che fare con qualcosa che non conosce, la stessa cosa valeva per me. Mi avvicinai a lei e l'abbracciai, lei mi abbracciò di riflesso e mi strinse forte.
    Scoppiò a piangere - Mi dispiace! Non volevo che quel ragazzo morisse, non volevo! - mi strinse ancora più forte. Rimanemmo sul divano finché Valentine non si addormentò.
    Mi feci una doccia e andai a lavoro, e ripensai a quello che mi aveva detto Valentine, dopotutto non era priva di sentimenti.
    Quando tornai a casa trovai davanti alla porta l'ultima persona che pensavo di incontrare, Tiffany.
    - Ciao Evaline, ho bisogno di risposte e la tua amica deve darmele! - mi disse, aveva lo sguardo di chi era determinato ad arrivare fino in fondo, a qualsiasi costo.
     
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    E il potere del trio iniziò a nascere XD
     
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  8. Aaron O'Neal
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    Non saranno solo in tre! -_-
    E i poteri sono molto molto diversi. Per esempio Tiffany ha il potere della lotta a mani nude, cioè ogni colpo a mani nude è molto più potente di qualsiasi altro essere umano normale. Oppure il protagonista conosce alla perfezione come usare tutti i tipi di armi da taglio o contundenti solo impugnandole.
    E ce ne sono molte altre con capacità diverse e strambe. :P
     
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    Però anche i nemici dovrebbero avere altro, oltre alle mannaie
     
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  10. Aaron O'Neal
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    Infatti l'ultimo aveva anche la telecinesi -_-
     
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    Ma quello non era un immortale?
     
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  12. Aaron O'Neal
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    CITAZIONE (The Aster @ 20/3/2015, 00:44) 
    Ma quello non era un immortale?

    Quello è un potere acquisito dalle sue pratiche Voodoo (gli allunga la vita e lo mantiene allo stato di quando ha fatto l'incantesimo alla modica cifra di 4 vite umane l'anno) mentre quello primario era la telecinesi.
    In pratica i poteri delle streghe sono cose completamente diverse dai loro grimori che racchiudono le conoscenze e gli incantesimi di svariate streghe. E qui ho spoilerato abbastanza... XD
     
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    La trama è interessante e il tizio immortale squilibrato mi sembra un personaggio interessante. ^^
    Il testo è scorrevole, anche se in certi momenti ho trovato che le cose fossero un po' frettolose.

    Purtroppo, però, non appena hanno iniziato a volare teste, ho dovuto fermarmi.
    E' un po' troppo esplicito per il mio stomaco debole. ;)
     
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  14. Aaron O'Neal
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    CITAZIONE (Milù Sunshine and her Evil Twin @ 20/3/2015, 18:42) 
    La trama è interessante e il tizio immortale squilibrato mi sembra un personaggio interessante. ^^
    Il testo è scorrevole, anche se in certi momenti ho trovato che le cose fossero un po' frettolose.

    Purtroppo, però, non appena hanno iniziato a volare teste, ho dovuto fermarmi.
    E' un po' troppo esplicito per il mio stomaco debole. ;)

    Mi dispiace ma è uno splatter molto molto cattivo come racconto, della serie non si sa chi muore a parte il protagonista che ovviamente sopravvive per raccontare la storia (ma non è detto XD).
    Dov'è secondo te frettoloso? Se me lo dici cerco di renderlo meno frettoloso. Vorrei renderlo il più corretto possibile, per quanto possibile! ^_^
     
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    Per frettoloso, mi riferivo alle tempistiche soprattutto. "Improvvisamente" o "per un po'", sono tempi non propriamente chiari.
    Magari potrebbe essere d'aiuto lasciare intravedere un po' di più il tempo che passa, anche con osservazioni del protagonista sullo scorrere del poco o del molto tempo in questione.

    Non so se mi sono spiegata.
     
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363 replies since 28/2/2015, 21:25   1796 views
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