Il rosa e il nero

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  1. chaya
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    Gabriele e io ci eravamo conosciuti a Petra: una città scavata nella roccia e incastonata tra gli anfratti della montagna, con le pareti rosa che ne fanno il gioiello della valle di Edom.
    Quel posto affascinava entrambi. Perdersi fra le varietà cromatiche di quegli spettacolari strati rupestri era il nostro passatempo preferito:‭ ‬sfumature che vanno dal giallo ocra al rosso fuoco al bianco e intervallate qua e là da strisce verdi e azzurre.
    Petra,‭ ‬oltre a essere una delle sette Meraviglie, è uno dei siti archeologici più preziosi al mondo,‭ ‬e Gabriele era lì per lavoro.‭
    Io invece ero in cerca di bellezza‬,‭ ‬per addolcire la routine del lavoro e di un rapporto giunto ormai al capolinea.‭ ‬Petra rispondeva perfettamente,‭ ‬con i suoi colori e le sue peculiarità architettoniche,‭ ‬ai bisogni dei miei occhi e della mia anima.
    I momenti migliori per visitare la Città Rosa sono al mattino molto presto oppure al tramonto,‭ ‬per godere meglio della colorazione variegante delle rocce e per resistere di più al clima caldo.‭
    Quando,‭ ‬con Gabriele,‭ ‬ci siamo‭ scontrati ‬il sole stava tramontando.
    Una discesa pietrosa,‭ ‬dei sandali‭ con zeppa‬,‭ ‬una storta e‭ ‬paffete‭! ‬Mi ritrovai nella stretta di uno sconosciuto che stava salendo di tutta fretta.‭ ‬Era completamente bardato da strumenti per esplorare. Le mani erano occupate da cartina e georadar,‭ ‬ma le sue braccia evitarono ugualmente lo sconquasso della mia figura.
    -‭ ‬Le calzature che indossa non sono adatte a questo territorio‭ ‬-‭ ‬disse con un sorriso lucente‭ ‬come quelle pietre.‭
    -‭ ‬Mi scusi se le sono finita addosso,‭ ‬è che...‭ ‬per non perdere il pulmino ho messo questi sandali a caso‭ ‬-‭ ‬risposi con voce imbarazzata.
    -‭ ‬Be‭'‬,‭ ‬mi daranno una medaglia per aver salvato una‭ ‬giovane donna con il sacrificio degli strumenti da lavoro.
    -‭ ‬Nooo,‭ ‬il suo bastone...‭ ‬il...‭ ‬rilevatore...‭ ‬sarà sfasciato.‭ ‬Mi dispiace,‭ ‬glielo ripagherò.
    Il suo sorriso divenne ancora più sfavillante e a quel punto notai anche i suoi occhi:‭ ‬scuri,‭ ‬rassicuranti e belli come il tramonto di Petra.
    -‭ ‬Il modo per rimediare ai danni è venire a cena con me stasera...‭ ‬uhm...‭ ‬il nome‭?
    -‭ ‬Ca‭…‬ Camilla.‭ ‬Ma...‭ ‬non...‭ ‬so...‭ ‬do...‭ ‬dove‭? ‬-‭ ‬balbettavo.
    -‭ ‬Piacere,‭ ‬io sono Gabriele e‭ ‬niente ma,‭ ‬Camilla!
    Cenammo in un ristorante su una collina dalla quale si potevano ammirare l'ingresso del sito archeologico illuminato da una miriade di candele,‭ ‬il canyon e il‭ ‬labirinto di rocce scolpite dal vento:‭ ‬un paesaggio da mozzare il fiato.‭
    Mi sentii a mio agio a cena con quell'uomo conosciuto solo il pomeriggio tardi.‭ U‬n conversatore amabile, Gabriele.‭
    La serata scorse con incanto e allegria e... Fissò il primo piccolo tassello nel mosaico del nostro amore.

    Sì, ci amavamo,‭ Gabriele‬ e io.‭
    Quando i tratti dell'esistenza cominciarono a mutare,‭ ‬eravamo nella fase più sognante e propositiva della storia:‭ ‬dipingevamo,‭ ‬con i colori dell'entusiasmo,‭ ‬il nostro futuro.‭
    Il fato,‭ ‬però,‭ ‬ha altri colori,‭ ‬altri disegni...
    E per noi il colore non era il rosa e il disegno non era quello dei fiori d'arancio.
    Il destino tinse il nostro futuro di vernice nera e aveva la forma delle rocce.‭
    Le stesse rocce che separarono Gabriele da me,‭ ‬seppellendo nella medesima frana‭ ‬le sue attrezzature da archeologo,‭ ‬i nostri progetti,‭ ‬il rumore delle nostre risate,‭ ‬quei sogni non permessi e ora sporchi del suo sangue,‭ ‬la mia disperata voglia di amarlo ancora.

    Adesso, il futuro non ha contorni e io non ho forma...
    Non è più il momento di Petra. È il momento dei luoghi, dove la notte e il freddo sono veri; dove si conoscono solo lo strazio e la rabbia, che divorano l'anima e il corpo.
    È il tempo degli spazi, dove si urla fino a perdere la voce, per squarciare l'incredulità.
    È il turno delle lande, dove si consuma il dolore senza ignorarne neppure una briciola, per potersi purificare, poter riempire l'anima di linfa nuova e rifiorire, un giorno.
    Come le zagare, a primavera.

    Edited by chaya - 12/2/2014, 20:30
     
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  2. chaya
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    Mi piacerebbe avere un parere...
     
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    Titolo del racconto cambiato su richiesta dell'utente.



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    mi è piaciuta molto la descrizione iniziale, così precisa che ha reso una immagine reale nella testa ^_^

    e la parte centrale che lascia ad immaginare un dolce futuro tra Camila e Gabriele...


    ma il pezzo più che mi ha colpito è il finale, completamente diverso dalle aspettative iniziali :)

    complimenti ;)
     
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  5. chaya
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    CITAZIONE (PÅvoneBiÅnco @ 3/1/2014, 21:18) 
    mi è piaciuta molto la descrizione iniziale, così precisa che ha reso una immagine reale nella testa ^_^

    e la parte centrale che lascia ad immaginare un dolce futuro tra Camila e Gabriele...


    ma il pezzo più che mi ha colpito è il finale, completamente diverso dalle aspettative iniziali :)

    complimenti ;)

    Grazie. Sono felice che ti sia piaciuto. :ciao:

    CITAZIONE (Antinea @ 3/1/2014, 20:45) 

    Titolo del racconto cambiato su richiesta dell'utente.



    (Più tardi passo a commentare)

    Grazie per la modifica del titolo.
     
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    Qual è il sogno di una nave? Navigare o arrivare in porto?

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    La perfezione della prima scena descritta è così sublime da sembrare subito frutto di un'allucinazione. Un sogno, un'illusione pronta a svanire nell'istante in cui la si afferra. Tutto è immerso nei toni del rosa: passato e futuro perdono la loro importanza, l'unica cosa che conta è l'attimo di fuggevole bellezza che Petra rappresenta. I toni tenui offuscano ogni cosa e permeano le speranze e i sogni di Gabriele e Camilla.

    Nella seconda parte, invece, i protagonisti si ritrovano catapultati nella vera realtà, quella fatta di imprevisti e di problemi, quella dove la vita non ci sorride ma si diverte invece a sbeffeggiarci e a farci lo sgambetto. I toni del rosa si dissipano in un battito di ciglia per lasciare il posto ad altri, più tetri e foschi: i neri.

    La conclusione è molto bella. Da subito irrompe una realtà ancora più cruda e crudele, fatta di silenzi, dolori e solitudine, ma nella quale c'è una speranza di rinascita.

    CITAZIONE
    Come le zagare, a primavera.

    Non credo sia un caso che tu abbia scelto proprio le zagare, i i fiori degli agrumi,come simbolo del fiore che rinasce, sbaglio?
    Io l'ho interpretata così questa scelta: i fiori d'arancio sono collegati al matrimonio, ma d'altra parte gli agrumi hanno quel sapore un po' aspro e acidulo che alla fine altro non è che il sapore della vita.

    A rileggerci.
    Hel.
     
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  7. chaya
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    CITAZIONE (Helyanwë. @ 3/1/2014, 23:53) 
    La perfezione della prima scena descritta è così sublime da sembrare subito frutto di un'allucinazione. Un sogno, un'illusione pronta a svanire nell'istante in cui la si afferra. Tutto è immerso nei toni del rosa: passato e futuro perdono la loro importanza, l'unica cosa che conta è l'attimo di fuggevole bellezza che Petra rappresenta. I toni tenui offuscano ogni cosa e permeano le speranze e i sogni di Gabriele e Camilla.

    Nella seconda parte, invece, i protagonisti si ritrovano catapultati nella vera realtà, quella fatta di imprevisti e di problemi, quella dove la vita non ci sorride ma si diverte invece a sbeffeggiarci e a farci lo sgambetto. I toni del rosa si dissipano in un battito di ciglia per lasciare il posto ad altri, più tetri e foschi: i neri.

    La conclusione è molto bella. Da subito irrompe una realtà ancora più cruda e crudele, fatta di silenzi, dolori e solitudine, ma nella quale c'è una speranza di rinascita.

    CITAZIONE
    Come le zagare, a primavera.

    Non credo sia un caso che tu abbia scelto proprio le zagare, i i fiori degli agrumi,come simbolo del fiore che rinasce, sbaglio?
    Io l'ho interpretata così questa scelta: i fiori d'arancio sono collegati al matrimonio, ma d'altra parte gli agrumi hanno quel sapore un po' aspro e acidulo che alla fine altro non è che il sapore della vita.

    A rileggerci.
    Hel.

    Grazie, Hel. Le osservazioni sono tutte calzanti, ciò che volevo trasmettere credo sia arrivato. Sono contenta che tu abbia gradito.
     
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