Ti proteggerò

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  1. Ecate la strega
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    Cammino tra i veli della nebbia. Silenzio. Una massa grigiastra vela il cielo. I piedi calpestani un terreno secco, sterile, la polvere s’insinua tra le dita come una fredda carezza.
    Non so perché lo faccio, ma una forza, un canto muto, mi attira verso un punto impreciso tra la foschia. Perché sono qui? Dove sto andando?
    Sulla mia spalla si posa una mano. Sussulto e mi volto: è mio fratello Giovanni, un ragazzo alto, dalla pelle olivastra, i capelli castani e occhi di cioccolato. Il naso ricurvo, volto squadrato e un casco da motociclista nella mano destra.
    «Maria, non andare» mi dice con un sorriso triste.
    «Ma dove siamo?».
    «Nella tua festa».
    «Smettila di prendermi in giro. Dove sono mamma e papà?».
    Sposta lo sguardo, seguo la sua direzione: una figura lontana, nerastra, alta e sottile.
    «Voltati!» mi ordina« E non ascoltare il suo richiamo…o sarai perduta».
    «Ma chi è?».
    Mi prende a braccetto e ci incamminiamo tra la nebbia.
    «Chi era quella figura?».
    «Una persona che è meglio incontrare il più tardi possibile».
    «Ma tu sai perché sono qui?».
    Si ferma: ha gli occhi lucidi, ma controlla il respiro, per evitare di piangere, orgoglioso com’è. Mi abbraccia, mi stringe a sé.
    È strano: sono sempre stata io a piangere fra le sue braccia, a confidarmi, perché sapevo che di lui, il mio gigante buono, mi avrebbe protetto. Ora il gigante fragile come una bambola di ceramica, pronto alla distruzione.
    «Perché sei triste?».
    «Perché…non potrò festeggiare con te il tuo compleanno, sono arrivato troppo tardi, perdonami…» singhiozza.
    «E allora? Sei disperato per questo? Sei sempre stato un ritardatario».
    Ride, quasi isterico. Avvicina il volto al mio,la labbra incontrano le mie. Il cuore è un martello pneumatico che a momenti mi frantumava la gabbia toracica. Non sono scandalizzata, né turbata, nemmeno arrabbiata, anche se è sbagliato. Mi sento sospesa, come catapultata in una fiaba dove il principe azzurro porgeva una mela proibita alla principessa.
    Pone la mano sul mio petto, accarezza il capezzolo, e si posa sul cuore. Stacca le labbra. Perché? Perché interrompere quel dolce sogno?
    La mia bocca cerca la sua, affamata d’amore,ma lui mi ferma.
    Sorride«Ti proteggerò sempre , sorellina. Nei periodi oscuri, ci sarò e ti amerò». Sangue e lacrime scorrono lungo le sue guance.
    Mi spinge. Cado, ma non al suolo: un buco nero m’inghiotte, mio fratello s’allontana sempre di più, fino a ridursi a un puntino. Precipito nelle tenebre. Fa caldo, le mie grida riecheggiano in un coro ultraterreno.

    Apro gli occhi: la luce m’abbaglia, sento il respiro lento e pesante. Sono su un lettino d’ospedale, mia madre e mio padre attorno a me. Il volto della mamma è pallido, trasfigurato, come se fosse stato di cera disciolta, corrosa dalle lacrime. Papà ha lo sguardo vacuo, lontano dalla realtà. L’operazione era riuscita, mi dicono.
    Ma perché piangono? Sono lacrime di gioia, quelle?
    «Chi era il donatore?» chiedono al medico, venuto per il controllo.
    «Non possiamo dirtelo, per la privacy» risponde con un sorriso gentile. Il suo sguardo incrocia quello dei miei genitori.
    Accarezzo il petto.
    Tum, tum, tum.
    Lento, calmo, è come se volesse tranquillizzarmi.
    «E Gio? Dov’è Gio?».
    Mammia scoppia in un pianto isterico e m’abbraccia, lo sguardo di papà è cupo come un cielo oscurato.
    Ascolto il ritmo del mio petto. È triste, come le lacrime di mio fratello, è dolce, come il tocco delle sue labbra.
    12 settembre, compio diciannove anni. Questo giorno, fratellone, sei venuto al mio compleanno, in perfetto anticipo, prima su una moto, poi sei volato letteralmente su un elicottero, un viaggio scomodo, frettoloso, una sfida contro il tempo per dirmi “buon compleanno” al mio risveglio. Ci siamo visti, ma purtroppo non dopo che la luce ha riempito i miei occhi. So che sei laggiù, nel posto dove tutti vanno, ma non piangere, perché ora siamo una cosa sola.
    Perché tu mi hai dato il regalo più grande: il tuo cuore.
     
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    wow! è bellissimo :woot: :woot: :woot:!!

    sul finale ti lascia un amaro in bocca... davvero commovente!

    complimenti ;)!

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    Sangue e lacrime scorrono lungo le sue guance.

    da dove sbuca?
     
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    Condivido il parere di Pavone!
    Ottimooooooo! :woot: :woot: :woot:

    E il finale... lascia spiazzati!
     
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  4. Ecate la strega
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    grazie, sono contenta che sia piaciuto ^_^
    pavone bianco: il sangue esce dagli occhi insieme alle lacrime.
     
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    pavone bianco: il sangue esce dagli occhi insieme alle lacrime.

    capito ;)

    comunque, è stato un piacere :)

    alla prossima.
     
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4 replies since 22/10/2013, 19:55   51 views
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