Alex Fedele - A detective story

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Juventus=Alessandro Del Piero 10. 32 Scudetti vinti sul campo.

    Group
    Scrinotti
    Posts
    2,496
    Scrittore
    +101

    Status
    Offline
    Ogni tanto, pc permettendo, aggiorniamo together

    FILE 259 – Il ragazzo scomparso nel nulla



    I metodi del commissario Andrade erano quanto di più noiosi ci fossero al mondo. Il protocollo che seguiva era meticoloso, quasi maniacale e prevedibile. I regolamenti vanno seguiti, avete ragione, ma diamine, è la cosa più stupida del mondo quando il caso è ancora aperto e non hai la più pallida idea di cosa l’aggressore possa fare in seguito. Seppur Andrade non fosse intenzionato a collaborare con noi, io e Flavio avevamo continuato a fare domande e ipotesi durante tutta la sua permanenza nella locanda. Dopo aver rifiutato di prendere per buoni gli interrogatori sommari che noi avevamo condotto sui presenti, interrogò di nuovo ogni singola persona presente ricavando le informazioni che noi gli avevamo proposto qualche ora prima. Ricavò dunque cose trite e ritrite, ma lo fece al doppio del tempo. Ottimizzazione, questa sconosciuta. Il suo sottoposto, l’agente Lonelli, ci venne incontro mentre Andrade prendeva appunti dal racconto di Bianca.
    «Il commissario è un tipo a posto, è solo un po’ arrabbiato con il mondo».
    «Il suo superiore è un cafone» disse Flavio incrociando le braccia. «In un’operazione di polizia si collabora fra colleghi, non si fa la gara a chi ce l’ha più lungo».
    «Ha ragione, detective, ma…vede…» Lonelli ci si avvicinò talmente tanto che il suo cespuglio di capelli biondo ci solleticò i volti «Andrade è in servizio da anni sull’isola e non è mai stato accettato da alcuni pezzi grossi della città perché…ecco…avrete notato che…».
    «Andrade è di colore» dissi. «Per questo molti ignoranti non lo vedono di buon occhio».
    Lonelli annuì. «Sull’Isola del Giglio non ci sono grossi crimini, questo potrebbe essere il caso giusto per rilanciare la sua reputazione e affermarsi come valido poliziotto, per questo è così geloso della conduzione delle indagini».
    «Bianca è mia figlia» disse Flavio. «Non voglio pestargli i piedi, ma se crede che starò a guardare mentre cerca di fare progressi sta fresco».

    Il membro più silenzioso dei presenti era Bea, la moglie di Ernesto. Una donna riservata, stravolta nell’aspetto, con i capelli quasi appiccicati al volto e le espressioni deviate dal tempo. Mentre Andrade cianciava si era accomodata ad uno dei tavoli della locanda e fissava il vuoto. Ogni tanto il suo sguardo si dirigeva verso l’enorme vetrata che aveva di fronte e che dava accesso alla zona di parcheggio in cui, dai racconti, Bianca aveva sorpreso il misterioso aggressore nel picchiare uno dei collaboratori del sindaco. Decisi di avvicinarmi a lei e di carpirne qualcosa di interessante cercando di apparire come consolatore.
    «Signora Bea,» le dissi accomodandomi «è preoccupata per la locanda?».
    La donna sorrise e abbassò lo sguardo. «Anche per quello».
    «Vedrà che risolveremo presto il caso e lei tornerà ai suoi affari con suo marito».
    «Tu dici, giovanotto?».
    «Glielo assicuro, signora».
    «Eh, a volte è proprio stancante trovarsi in certe situazioni».
    «La vedo onestamente troppo turbata, data la situazione. C’è qualcosa che la turba nel profondo, signora?».
    «Mio marito» confessò. «Non è una persona paziente».
    «Cosa vuole dire?».
    La donna iniziò a ridere sotto i baffi, come se volesse prendere in giro Ernesto. «Ora è convinto di poter fermare da solo l’aggressore. Ha detto che farà dei turni di guardia fuori dalla locanda con una mazza di legno e appena vedrà arrivare qualcuno inizierà a colpirlo a sprangate».
    Sorrisi. «Un uomo coraggioso».
    «Mio marito non ha proprio un passato di cui vado fiera, per questo quando torna alla sua vecchia versione mi sento un po’ giù di morale. Mi sento come se il nostro matrimonio non l’avesse cambiato».
    «Cosa intende per “vecchia versione”?».
    «Ma lo sai, voi giovani siete sempre molto esuberanti. Tu mi sembri un tipo composto, uno che sa il fatto suo» con le dita affusolate percorse il contorno del proprio mento. «Dove vuole arrivare?».
    Bea sospirò. «Quando ho incontrato mio marito era un avanzo di galera. Un tipo aggressivo, pericoloso. Aveva la fama del picchiatore, del rissaiolo. Ha anche dei precedenti penali. Poi, appena sposati, ha ricoperto anche cariche importanti come quella di vice sindaco».
    «Era vice sindaco quando è accaduto l’episodio dell’incendio di Lionel, il ragazzo di cui ci avete raccontato ieri sera?».
    «Il ragazzo bruciato vivo in una casa? Mio marito era vice sindaco, ma ovviamente ne sa meno di niente. Fu un episodio clamoroso, l’intera isola non è mai riuscita a scoprire la verità. Tu sostieni che quell’aggressione sia legata a quel vecchio caso?».
    Annuii. «Secondo Bianca l’aggressore urlava all’impazzata. Dal racconto sembra proprio che chiunque stesse picchiando il collaboratore del sindaco volesse ricreare la leggenda delle urla di Lionel».
    Bea si portò le mani alla bocca per enfatizzare un gesto di stupore. «Non ci posso credere! Non vorrei che venisse incluso nella lista dei sospettati o che facesse qualche sciocchezza. Non ha più vent’anni e come avrai notato non ha un fisico da cinquantenne in forma. Mio marito si è lasciato andare e se provasse a fare le cose che faceva anni fa per proteggere la locanda temo si farebbe molto male».
    «Capisco,» dissi «ma se scopriamo il colpevole non avrà bisogno di agire in quel modo. Non si preoccupi, ho già delle idee per incastrare il nostro uomo».
    Fummo interrotti dalla voce di Bianca, che urlò a gran voce: «Kyle è scomparso!».
    Mi alzai dalla sedia e la raggiunsi, i presenti le andarono incontro, ma mentre mi dirigevo verso di lei fui stoppato fisicamente dal commissario Andrade con una mano.
    «Stai indietro, ragazzino».
    «Bianca è una mia amica, mi lasci stare».
    Andrade e io andammo l’uno di fronte all’altro a muso duro, occhi dell’uno nell’occhio dell’altro. La mascella gli tremava incontrollata come fosse animata da una scarica elettrica. «Questo è il mio caso, hai capito? Il mio cazzo di caso. Non ti permetterò di rovinarlo».
    «Io i casi li risolvo» gli dissi sorridendo.
    Andrade rispose al mio sorriso con un ghigno intriso di miscredenza. «Non resta da vedere chi lo risolverà per primo, allora». Poi si voltò verso Lonelli. «Agente, voglio un rafforzamento delle unità: chiami il commissariato e dica loro di inviare altri cinque agenti per il pattugliamento. Dobbiamo cercare questo ragazzo e dobbiamo trovarlo in fretta. Se è scomparso rischia di incontrare l’aggressore».

    La ricerca di Kyle ci stava impiegando più del dovuto. Le ricerche erano iniziate a mezzogiorno ed erano proseguite per tutto il pomeriggio. Dalla locanda alla foresta, dalla spiaggia al centro abitato, dalla zona marina a quella urbana: di Kyle non sembrava esserci traccia, quel ragazzo sembrava essersi volatilizzato nel nulla, come se il vento se lo fosse portato disperdendolo nell’aria. La polizia, guidata dal commissario Andrade, sembrava brancolare nel buio, ma la cosa non mi stupiva. Una cosa che ho imparato dall’ispettore Ducato durante tutto il tempo passato al suo fianco nelle varie indagini è la capacità di motivare il personale senza tuttavia ridurlo a poltiglia tramite insulti verbali. Ducato è uno di quei capi silenziosi, che sbottano in maniera esagerata, ma che tramite quel complesso giro di parolacce e gestacci riescono a motivarti a dare sempre di più. La sua mentalità è semplice: se rendi, rimani; se non rendi non sei adatto per questo lavoro e, parole sue, dovresti dirigere il traffico con le palette, «come fanno i poliziotti scarsi». Il commissario Andrade aveva probabilmente i suoi motivi per discutere con ogni tipo di persona gli si avvicinasse e voglio anche giustificare il suo atteggiamento da primadonna per via di ciò che aveva subìto per via di alcuni imbecilli, ma ciò che non tolleravo e che a mio avviso frenava le indagini era la sua spasmodica ricerca di indizi nella maniera peggiore possibile. Non sono nessuno per parlare di metodo d’indagine visto che, di fatto, non ne seguo nemmeno uno e non so neanche se ne sono davvero in grado, ma i modi del commissario erano tutto fuorché positivi: spintonamenti a poliziotti, urla in faccia dinanzi ai sospettati, totale noncuranza del rispetto del lavoro altrui.

    Alle ore ventuno non avevamo fatto nessun progresso di rilievo. Le squadre di emergenza della polizia avevano setacciato al dettaglio tutta l’isola, ma di Kyle nemmeno un odore, né un suono. Niente di niente. Sparito.
    «Possiamo quantomeno dedurre che il nostro uomo conosca bene l’isola» osservai mentre il sudore mi colava dalla fronte.
    Flavio mi fissò inarcando un sopracciglio, poi lanciò un’occhiata stanca all’insegna della locanda nella quale soggiornavamo e un’altra in direzione della fitta rete di alberi rigogliosi che popolavano la foresta nella quale avevamo speso energie alla ricerca di Kyle. «Il nostro uomo è dell’isola, per forza la conosce bene».
    «Non hai capito,» dissi «intendo proprio bene. Il tizio che ha rapito Kyle sa bene come muoversi, ma più di ogni altro abitante».
    Bianca, un po’ scossa per l’aggressione e a tratti anche per la sparizione dell’unica persona con cui avesse legato dall’inizio del viaggio, mi fissò scuotendo la testa. «Dove vuoi arrivare?».
    «Già,» rincarò la dose Flavio «dove vuoi arrivare con questo ragionamento idiota?».
    «Kyle non è sparito nel nulla» dissi. «Abbiamo setacciato tutta l’isola, palmo a palmo. Delle squadre di ricerca sono ancora in giro per trovare quel ragazzo. Ho il sospetto che chiunque lo abbia rapito lo stia muovendo. La polizia sta setacciando anche le case più isolate della comunità, sta letteralmente facendo il porta a porta e nessuno dice niente».
    «Muovendo?» ripeté Flavio. «In che senso?».
    «Con un’auto. O con un carro. Non lo ha posizionato da nessuna parte di preciso. Secondo me lo ha spostato per tutto il giorno fingendosi un normale cittadino dell’isola».
    «Un piano diabolico» osservò Flavio. «Ma allora come lo troveremo?».
    Non risposi e mi limitai a fissarlo negli occhi con aria costernata.
    Flavio sollevò le sopracciglia. «Tu dici che potrebbe già essere…».
    Annuii. «O è imbavagliato e nascosto davvero bene, oppure…».

    Un urlo ci distrasse interrompendo la nostra conversazione. Fu l’urlo di un poliziotto che non avrei mai voluto udire, a cui fece seguito un enorme fumo nero e un puzzo nauseabondo che impestò la locanda e le zone limitrofe, un odore molto forte, non decifrabile a primo impatto. Io e Flavio corremmo in direzione delle urla e dalla destra del sentiero boschivo spuntò anche Denise, che cercava di aiutare i poliziotti nella ricerca nonostante i tentativi di Andrade di allontanarlo. Scostati tre cespugli disposti in modo obliquo e punti dai rovi delle piante presenti ci ritrovammo di fronte uno spettacolo dell’orrore: Kyle, o ciò che ne rimaneva, era appeso a un palo di legno conficcato nel terreno, crocifisso. Il fuoco che ne dilaniava le carni partiva da un mucchio di legno ai suoi piedi e gli aveva divorato già metà corpo, andando a rosicchiare la carne attorno alle ossa del torace. Di Kyle non rimaneva che il volto esausto di un uomo prima ucciso e poi dato in pasto alla crescente intensità del fuoco. Di noi non rimasero che le urla glaciali che riempirono di tensione l’intera isola.
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    181
    Scrittore
    +14

    Status
    Offline
    È il continuo dei file precedenti? Davvero bello
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,943
    Scrittore
    +1,079

    Status
    Anonymous
    Ora possiamo dedurre che il caso della morte di Kyle sia collegato a quel caso irrisolto precedente, o almeno lo è in apparenza.
    Non mi stupirebbe però se qualcuno che può dimostrare di essere totalmente estraneo alla prima vicenda irrisolta, stesse "emulando" il precedente killer per far ricadere i sospetti su qualcun altro. Sarebbe una faccenda più complicata ma non lo escluderei.
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Juventus=Alessandro Del Piero 10. 32 Scudetti vinti sul campo.

    Group
    Scrinotti
    Posts
    2,496
    Scrittore
    +101

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Milly Sunshine @ 22/7/2020, 19:07) 
    Ora possiamo dedurre che il caso della morte di Kyle sia collegato a quel caso irrisolto precedente, o almeno lo è in apparenza.
    Non mi stupirebbe però se qualcuno che può dimostrare di essere totalmente estraneo alla prima vicenda irrisolta, stesse "emulando" il precedente killer per far ricadere i sospetti su qualcun altro. Sarebbe una faccenda più complicata ma non lo escluderei.

    Ottima deduzione, Miss Poirot. Vedremo se avrà indovinato :D
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Juventus=Alessandro Del Piero 10. 32 Scudetti vinti sul campo.

    Group
    Scrinotti
    Posts
    2,496
    Scrittore
    +101

    Status
    Offline
    A causa di alcuni problemi con il pc e per la situazione ormai nota a tutti ultimamente non ho aggiornato, ma sto preparando i nuovi file :D mi auguro comunque che stiate tutti bene! Un abbraccio e ci sentiamo presto :)
     
    Top
    .
2134 replies since 12/7/2013, 11:48   11182 views
  Share  
.