Okami

[Contest: Dall'Argomento al Racconto - 1° turno URBAN FANTASY]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    14,567
    Scrittore
    +737
    Location
    Hueco Mundo

    Status
    Anonymous

    Okami




    «Che tu non possa vedere nulla di più grande
    della città di Roma, la cui
    fondazione è stata permessa
    dall’antica Lupa»

    Quinto Ovidio Fiacco


    Roma, 13 Novembre 2013

    Mabo annusò l’odore presente nell’aria: sapeva di marcio, vecchio, malsano; le conseguenze della mano degli umani. Roma, la città eterna, l’Urbe, il luogo dove visse l’antica Madre, la casa dove lui e i suoi fratelli avevano prosperato fin dai tempi antichi.

    "Ma come ti hanno ridotta."

    Mosse le zampe rapidamente, non poteva permettersi di perdere tempo, non ora che, finalmente, era riuscito a scoprire dove si nascondesse lui, il Custode, l'umano il cui compito era quello di tenere imprigionati i suoi fratelli.
    Mabo l'aveva inseguito per tutto il continente, diventando la sua ombra, non lo perdeva mai di vista, non faceva mai un passo falso. Nemmeno quando quegli stupidi umani l'avevano catturato con un guinzaglio e intrappolato su quel furgoncino bianco. Lupo, l'avevano chiamato, quei poveri stolti. Avrebbe potuto ucciderli facilmente, é vero, ma così facendo il Custode avrebbe mangiato la foglia e lui non avrebbe potuto liberare i suoi fratelli. Dovette attendere la notte per poter scappare, nessuno doveva vederlo in forma umanoide, altrimenti avrebbe dovuto versare del sangue troppo prematuramente, e Lei non ne sarebbe stata contenta.
    Dopo aver ripreso la caccia, Mabo lasciò perdere le strade trafficate dagli umani e si mantenne a debita distanza, passando, quando poteva, tra bidoni dell'immondizia e boscaglie.
    Il lungo inseguimento l'aveva portato lì, a Roma, la città che li aveva generati, il luogo dove tutto era cominciato. Il fatto che il Custode fosse tornato nell'Urbe aveva un che di sospetto per Mabo.

    "Possibile che li tengano qui?"

    Sarebbe stato troppo ironico l'averli imprigionati lì, a Roma, dove si era svolto l'apocalittico scontro per la supremazia, una battaglia che vide protagonisti loro, gli Okami, contro gli Shiki, o, come li chiamavano gli umani, i Vampiri.
    Mabo aveva ancora vivido dentro di sé il ricordo di quella lotta, d'altronde come si poteva dimenticare una vittoria così schiacciante. Gli Shiki avevano cercato in tutti i modi di attaccarli, di ucciderli, ma fu del tutto inutile: non si può uccidere un Okami, a meno che, a farlo, non sia un membro della loro stessa specie. E fu proprio uno di loro, il più giovane e ingenuo, a commettere quell'atrocità.
    Mabo aumentò l'andatura, facendosi strada tra i cespugli del Parco Rosati e ringhiando contro gli animali che s’innervosivano al suo passaggio. Annusò un'altra volta l'aria, un leggero odore di acqua di colonia di seconda scelta gli pizzicò le narici: il Custode era vicino, era il momento di fare sul serio.
    Il mantello oscuro cominciò a ricoprire i cieli della città, l'occasione propizia stava per arrivare, Mabo se lo sentiva.
    Il suo istinto concordava con i suoi sensi.

    "Lei sta per arrivare."

    L'odore del Custode si fece più forte, era molto vicino. Mabo uscì allo scoperto, per strada, ignorando gli umani sorpresi dalla sua comparsa. Dopo aver annusato ancora una volta, si diresse nella direzione che gli suggerivano le sue narici. Poi, finalmente, lo vide.

    "Trovato!"

    Un ometto basso, vecchio, stempiato, con una pancetta dovuta sicuramente dal troppo alcol ingerito, vestito con un paio di pantaloni cachi e un cappotto abbastanza spesso, camminava lentamente sul marciapiede, facendosi strada tra la folla e gettando ogni tanto uno sguardo sulle vetrine dei negozi sparsi qua e la lungo la via.
    Adesso veniva la parte preferita di Mabo: la caccia.
    Doveva fare in modo di isolarlo, non poteva permettersi che gli altri umani intervenissero in suo soccorso. Certo, non potevano ucciderlo, ma sarebbero in grado di catturarlo ancora; in fondo, lui era da solo.
    Doveva giocare d'astuzia, usare l'arma più potente che possedeva, la cosa che, per gli umani, era insostenibile: la paura.
    A pochi passi dal Custode, Mabo digrignò le zanne, emettendo un brontolio rabbioso.
    L'ometto, udendo quel suono, si fermò sul posto voltandosi indietro, incuriosito. Vide un animale, un cane piuttosto grosso, dal pelo grigio e con una cicatrice sopra l'occhio destro. L'uomo non capiva il perché della rabbia dell'animale nei suoi confronti, ma gli bastò guardarlo negli occhi perché il suo cuore gli desse un colpo molto forte, prima di aumentare il ritmo dei battiti.
    Gli occhi dell'animale erano rossi, scarlatti, così accesi e brillanti nonostante la notte imminente. Il Custode sudava freddo, l'aveva riconosciuto, quello non era un cane, era un incubo, la cosa peggiore che potesse capitare, non a lui, ma all'intera razza umana.

    "O-Okami!"

    Le labbra dell'uomo, tremanti per la consapevolezza di chi avevano di fronte, si mossero a formare quella parola; ma nessun suono uscì dalla bocca. Mabo lo sapeva, il Custode non poteva più parlare a causa del suo compito da guardiano.
    L'ometto fece due passi indietro, senza distogliere lo sguardo dagli occhi scarlatti dell'Okami. Mabo avanzò lentamente verso di lui, mostrandogli le zanne da cui colava un accenno di bava. Ringhiò ancora, la sua arma stava facendo effetto.
    Il Custode capì che stava per balzargli addosso, non poteva fare nulla contro di lui; ma sapeva che l'Okami non poteva ucciderlo, non fin quando non avesse saputo dove si trovassero gli altri.
    Doveva scappare, allontanarsi il più possibile da lui. Le gambe erano divenute macigni, il pulsare delle vene in testa gli impediva di udire correttamente i suoni.
    Quando vide l'animale così vicino a lui, l'uomo si girò di scatto, incespicando con i piedi e rischiando di cadere. Si appoggiò a un passante per non perdere l'equilibrio, poi corse via a perdifiato.
    Mabo, vedendolo, sorrise, la trappola era scattata. Adesso, doveva soltanto condurlo in un posto isolato. Si diede una spinta con la forza delle zampe posteriori e, facendosi strada tra gli altri umani, cominciò la sua caccia.
    Aveva dato al Custode un certo vantaggio, così che sentisse di avere una qualche speranza di seminarlo.

    "Povero stolto."

    Mabo sapeva che una preda impaurita commetteva degli errori quando in lei emergeva la scintilla della speranza, e l'Okami contava appunto su questo. Il Custode procedeva dritto, gettando dietro di sé qualsiasi cosa avesse a portata di mano, passanti compresi. Questi ultimi gli gettavano addosso insulti e parole il cui significato l'Okami ignorava.
    Mabo, invece di stargli dietro, procedeva alla sua sinistra, lasciando sempre qualche metro di distanza. Voleva che il Custode entrasse in un vicolo buio, oppure in una di quelle gallerie che gli umani usavano per spostarsi.
    Ed é proprio in una di queste, che il Custode entrò. L'Okami non poteva chiedere di meglio, un luogo dove era presente un lungo cunicolo: il territorio del serpente di ferro, opera degli umani. Mabo non aveva timore di quello strano essere, ma doveva stare attento che al Custode non venissero in mente strane idee.
    Appena vide sparire la testa pelata della sua preda, Mabo fece un balzo in avanti, evitando tutti quegli scalini che, invece, l'ometto dovette farsi. L'Okami l'aveva fatto apposta, voleva che si stancasse, che non avesse più la forza di proseguire.
    Una folla di curiosi, notando l'animale, cominciò ad additarlo e a scattargli delle foto con il cellulare, ma Mabo non ci fece caso. Annusò l'aria, sentii che il Custode si era fermato da qualche parte lì vicino.

    "Il tempo dei giochi é finito."

    Lo vide appoggiato a un pilastro, ansimante. Teneva la mano al petto e si guardava attorno, in cerca di lui, sperando di averlo seminato. Ma quando l'umano vide Mabo avvicinarsi, riprese a correre e scappò via, verso una delle entrate delle gallerie. Sul volto dell'Okami si disegnò un ghigno, ce l'aveva fatta, l'aveva intrappolato, il Custode era entrato nel territorio del serpente di ferro. Lì, dove non c'era alcun umano che potesse interferire; lì, dove Mabo poteva assumere la sua forma umanoide.
    L'animale aumentò la corsa e, prima di arrivare al segno giallo presente per terra, balzò in avanti ed entrò anche lui nella galleria, tenendosi a distanza dalle due sbarre di ferro messe perpendicolari lungo il percorso; il sistema usato dal serpente di ferro per spostarsi.
    I muscoli delle zampe erano tesi al massimo, la lingua gli penzolava fuori dalla bocca lasciando cadere delle gocce di bava lungo il tragitto, l'eco del respiro dell'animale divenne ancora più grottesco a causa del rigetto del suono dei muri del cunicolo.
    Davanti a lui, il Custode si affannava ad aumentare la distanza, ma la stanchezza dell'uomo si stava facendo sentire. Mabo lo vide togliersi di dosso la finta pelliccia e gettarla verso di lui, ma gli bastò un rapido movimento verso destra per evitarla.

    "Sei mio!"

    L'Okami fece pressione sulle zampe e, dandosi una spinta con la coda, balzò in aria. Nello stesso istante, il suo corpo si allungò a dismisura, i quattro arti persero la peluria che li ricopriva, mettendo a nudo i possenti muscoli. La sua testa divenne leggermente a punta, facendo risaltare la cicatrice situata sopra l'occhio destro. Mabo, assunta la forma umanoide, atterrò sulla schiena del Custode, penetrandone la carne con gli artigli.
    L'umano inarcò le braccia per il dolore procurato dalle appendici dell'animale. La sua bocca rimase spalancata a lungo, senza emettere suono, soltanto un sibilo dovuto dallo sfregamento dell'aria con quello che restava della sua lingua, tranciata in modo che non potesse più parlare in vita sua.

    «Fa male, umano?»

    Mabo diede un’ulteriore spinta alla zampa, così che gli artigli penetrassero ancora più in profondità. Ormai la paura si era impossessata della sua preda, non gli rimaneva che farsi rivelare, in qualche modo, il luogo dove erano tenuti prigionieri i suoi fratelli.
    Al Custode, di certo, non importava nulla della sua vita, e non avrebbe avuto alcuna intenzione di mostrargli la prigione.
    Doveva giocare d'astuzia.
    Ritirò gli artigli dalla schiena dell'uomo e lo afferrò per il collo, appoggiandolo malamente al muro della galleria, facendo in modo che i loro volti fossero l'uno di fronte all'altro.
    Il Custode era bianco come un cencio, aveva le lacrime agli occhi, e il sudore che colava dalla pelata creò molte chiazze sulla camicia che indossava.
    Mabo non distoglieva lo sguardo dai suoi occhi.

    «Sai umano, avrei potuto ucciderti facilmente in qualunque momento, ma mi piace molto andare a caccia.»

    L'ometto poggiò le mani sulla zampa di Mabo che lo teneva per il collo. Chiuse gli occhi per il dolore quando l'animale aumentò la pressione delle dita.

    «Il forte odore che emani mi ha permesso di seguirti dappertutto, anche qui, nell'Urbe.»

    Il Custode riaprì gli occhi spaventato, li muoveva velocemente a zigzag. Mabo lesse lo scintillio dei suoi occhi. Sorrise, la sua intuizione di prima si era rivelata corretta, i suoi fratelli erano nascosti lì, nell'antica città creata dalla Lupa. Adesso doveva sapere il punto esatto.

    «La città che voi chiamate Roma, mi ha sempre affascinato. E tu dovresti sapere bene il perché.»

    Sotto il Custode si stava piano piano formando una pozza rossa, il rumore del sangue che gli colava dalla schiena sembrava quello emesso dalle prime gocce di pioggia di un inatteso temporale.

    «Quanti di voi sono caduti durante lo scontro con gli Shiki? Quanti?»

    L'ometto non riusciva a staccarsi dalla morsa dell'animale.

    «Quella volta vi siete schierati dalla parte sbagliata. Avete scelto quei succhia sangue a noi, NOI! Vi avevamo dato tutto, la conoscenza, l'abilità di sopravvivere, il concetto di famiglia e compagni, e voi ci avete ripagato col tradimento.»

    Il Custode cercò di scuotere la testa per contraddirlo, ma non ci riuscì.

    «Tutto quello che abbiamo creato insieme, tutto il tempo passato ad addestrarvi nell' Aren-»

    Mabo rivide lo scintillio negli occhi dell'uomo. Mollò la presa su di lui, sconcertato da quanto fosse stato stupido a non pensarci subito.

    "L'Arena!"

    Già, l'Arena, il luogo dove era nata la loro alleanza con gli umani, lo stesso posto dove gli Okami avevano combattuto contro gli Shiki, per essere poi traditi dagli esseri che avevano allevato e cresciuto. Il luogo che prese il nome di Colosseo.
    Mabo guardò quell'inutile essere dall'alto della sua statura: si contorceva come una tartaruga, non riusciva a rimettersi in piedi tanto forte era il dolore alla schiena.
    In lontananza, le orecchie dell'Okami udirono il ruggito del serpente di ferro. Mabo si voltò verso la direzione da cui proveniva il suono, non aveva alcuna intenzione di perdere tempo con quel marchingegno, non ora che sapeva finalmente dove andare.
    L'Okami non aveva più bisogno del Custode.
    Lo afferrò per una gamba, trascinandolo in mezzo alle sbarre di ferro, poggiando le zampe sugli arti dell'uomo, al livello dei tendini. L'ometto non riusciva a muoversi, capì che ormai, per lui, era finita.
    Mabo estrasse simultaneamente gli artigli di tutte le zampe, li sentì affondare nelle carni del Custode, facendosi strada su qualunque cosa incontrassero. Il volto dell'uomo era così teso che le vene sembravano essere sul punto di scoppiare.

    «Eravate come dei figli per noi.»

    Furono le ultime parole pronunciate dall'Okami, dopo di che tolse le sue appendici dal Custode e ritornò alla sua forma animalesca, abbandonando il cunicolo e lasciando che il serpente di ferro avesse il suo pasto.

    Ormai la notte aveva preso possesso della città, anche se in maniera del tutto differente da come Mabo se la ricordava. Le troppe luci artificiali presenti nell'Urbe l'avevano trasformata da quel meraviglioso spettacolo che era a una sorta di evento naturale inutile. L'animale ringhiò con furia mentre correva verso il centro della città.

    "Dannati umani!"

    Tutto quello con cui Mabo era cresciuto non c'era più: le antiche effigi della Madre, i riti e le feste dedicate a Colei che li proteggeva dall'alto, donandogli luce e sicurezza quando vi era solo l'oscurità. Alzò la testa continuando a correre.

    "Mia Dea."

    La Luna si ergeva alta nel cielo, nella sua completezza cercava di dare conforto all'Okami suo seguace. Mabo la guardò con un misto di ammirazione e soggezione. Essa era splendida nella fase di plenilunio, ma lui sapeva che mancava ancora qualcosa alla sua Dea per essere veramente perfetta, e quel qualcosa le sarà restituito dopo la liberazione di tutti i suoi fratelli.
    Per fare più in fretta, Mabo riprese le sue sembianze umanoidi e si fece strada saltando sui tetti delle case e stando attento a non farsi vedere da nessuno. Adesso che sapeva dov'era situata la prigione, poteva semplicemente correre in mezzo alla gente, divertendosi a eliminarne il più possibile; ma il suo istinto gli diceva di stare in allerta, non sapeva se e come la prigione era sorvegliata.
    Non poteva permettersi errori.
    Dopo una decina di minuti, ce l'aveva davanti agli occhi: in grado di contenere un numero di spettatori stimato tra i 50.000 e 80.000 unità, il Colosseo era il più grande Anfiteatro del mondo, considerato il simbolo della città di Roma e dell'Italia. L'edificio a forma di ellisse e con un'altezza pari a 48.5 metri, veniva usato per gli spettacoli dei gladiatori e per le rievocazioni di famose battaglie e drammi basati sulla mitologia greca.

    "Ma che assurdità!"

    La collera di Mabo aveva raggiunto il limite: l'Arena era in condizioni pietose, dava l'impressione di dover crollare da un momento all'altro. L'Okami respirò a fondo, non doveva farsi travolgere dalle emozioni. Rivolse ancora lo sguardo alla Luna piena, la sua Dea. Bastò osservare per poco la sua tenue luce rassicurante affinché si calmasse.
    Gli umani avevano toccato il fondo, trascurando un luogo così importante, un posto che aveva segnato l'inizio e la fine di tutto.
    L'animale tese i muscoli delle zampe fino a quando non le sentì sul punto di cedere, poi effettuò un gran salto coprendo l'enorme distanza che lo separava dall'Arena, atterrando esattamente al centro di essa.
    Il terreno era umido, un ambiente perfetto per l'erba che vi cresceva dentro. Frammenti di mura e scalinate descrivano l'uso che gli umani avevano fatto di quel luogo così sacro agli Okami.
    Mabo chiuse gli occhi, richiamando dalla memoria le immagini della vittoria ottenuta contro gli Shiki. Ancora non si capacitava di come quegli inutili succhia sangue avessero convinto gli umani a passare dalla loro parte; così come non si spiegava perché Roshi, uno degli Okami presenti durante la lotta, avesse deciso di punto in bianco di tradirli, facendo strage dei suoi stessi simili dopo aver contribuito al massacro degli Shiki.
    Scosse la testa così da tornare alla realtà, non era il momento di perdere tempo rinvangando il passato. Doveva trovare e liberare i suoi sette fratelli, gli unici superstiti di quel giorno che gli umani tenevano imprigionati.
    Data la conoscenza che aveva dell'Arena, Mabo suppose che, con molta probabilità, i suoi simili erano tenuti rinchiusi nei sotterranei. La parte nascosta del Colosseo era cambiata col tempo, perciò non era possibile stabilire fin dove lui dovesse spingersi.
    Così Mabo decise di lasciar perdere la cautela. Levò in alto le braccia e incrociò a pugno le dita. Raccolse tutte le sue forze e, appena sentì la pressione dei muscoli raggiungere l'apice, diede un tremendo colpo a terra, spaccando il terreno, così da precipitare giù nei sotterranei.

    "Li sento."

    Nonostante il caos generato dalle macerie cadenti, Mabo riuscì a udire i lamenti dei suoi fratelli, ululati di rabbia, di sete di sangue, di vendetta. L'Okami si accorse che alcuni umani armati l'avevano circondato. Erano in otto e tenevano in mano i loro lunghi bastoni neri sputa fuoco, guardandolo con aria intimorita e al contempo minacciosa.

    «Fermo dove sei Okami!»

    Per tutta risposta Mabo aprì la bocca ed emise un boato così assordante che gli umani dovettero lasciar andare i fucili e tapparsi le orecchie. L'onda d'urto della voce dell'animale creò delle forti vibrazioni; esse andarono a colpire le pareti del sotterraneo, provocandone la caduta.
    Quattro umani vennero sepolti a morte, due di loro si erano accasciati a terra inermi ancor prima che le pareti cadessero: il ruggito di Mabo gli aveva distrutto i timpani e fatto esplodere i bulbi oculari.
    Ne rimanevano solo altri due.
    Questi ultimi, dopo aver visto la brutta fine che avevano fatto gli altri, si guardarono spaventati e se la diedero a gambe. Vedendoli correre via, Mabo tirò fuori gli artigli dalle mani, saltò in avanti e atterrò in mezzo ai due umani, conficcandogli le appendici nella testa.
    Dopo aver ritratto le armi che la Dea gli aveva donato, l'Okami s'incamminò verso il luogo da cui provenivano le grida dei suoi fratelli, ma prima si fermò a guardare indietro, con occhi pieni di rabbia.

    «Eravate come dei figli!»

    Mabo percorse velocemente un lungo cunicolo, svoltando quando doveva nella direzione da cui provenivano le voci dei suoi simili. Raggiunse infine l'epicentro delle loro urla, ma non riusciva a vederli; anzi, non vedeva nulla.
    Era arrivato in un’ampia caverna, lo capiva da come i suoni rimbalzavano fra le pareti, ma era tutto completamente buio. D'un tratto, le sue zampe toccarono qualcosa di freddo.

    "Che cos'é?"

    Tastò per terra, notando che il terreno era metallico, con dei fori grandi quanto una delle sue zanne: una gabbia. Era da lì che i suoi fratelli stavano urlando, che cercavano di farsi sentire da lui.
    Mabo, felice di averli trovati, si avvicinò con cautela a una delle pareti, ci infilò a forza gli artigli e ne staccò un pezzo molto grosso. L'Okami lanciò in alto la roccia con tutta la forza che aveva in corpo: essa colpì il soffitto, facendo cadere una pioggia di pietre e lasciando che la benevola influenza della Luna, la loro Dea, si facesse strada in quel luogo così sacro agli Okami.
    I raggi luminosi parvero calmare gli animali imprigionati. Mabo aveva visto giusto, ora grazie alla luce riusciva a vedere l'enorme gabbia che faceva da pavimento: una gigantesca lastra di ferro quadrata, piena zeppa di piccoli fori. Nella parete accanto, una grossa leva spiccava per la sua bizzarra forma arcuata. Tirandola, probabilmente, si attivava il meccanismo di apertura e chiusura della gabbia.
    Per Mabo era troppo, i suoi fratelli rinchiusi come cani...

    «Fratelli!»

    Gli Okami risposero alla chiamata.

    «Guardatevi! Voi, esseri superiori, tenuti rinchiusi e lontani dalla benedizione di Colei che ci ha protetti sin dalla notte dei tempi!»

    I suoi fratelli urlarono più forte.

    «Ditemi, chi é stato a ridurvi così?»

    «GLI UMANI! ROSHI!»

    «Già, gli umani! Gli esseri che abbiamo allevato e amato, ma che ci hanno tradito per quegli inutili succhia sangue; e Roshi, che ci ha voltato le spalle e ci ha rinnegato. Noi, i suoi simili!»

    Mentre gli Okami iniziarono a sbattere le zampe contro la lastra di ferro che li teneva imprigionati, Mabo si avvicinò alla leva e la tirò. La gabbia dei suoi fratelli iniziò ad aprirsi.

    «Siamo stati degli sciocchi, ma possiamo ancora rimediare, Questa notte, la Dea sorge alta nel cielo nella sua pienezza, ma attende la nostra voce per essere davvero completa. Ditemi, adesso che io, Mabo, vi ridò la libertà che vi é stata tolta dagli umani, qual é la prima cosa che faremo a loro?»

    «STERMINARLI TUTTI!»

    Sulle alte mura del Colosseo, otto Okami dalle sembianze umanoidi, osservarono il disco luminoso che si ergeva imponente sopra di loro. Sette di loro stavano piangendo; uno, invece, sorrideva estasiato.
    Tutti e otto si misero a ululare alla loro Dea, la Luna. Nello stesso istante, il pallido giallore di essa lasciò il posto a un rosso scarlatto, degli stessi occhi degli Okami: adesso, la Dea era veramente completa.
    Mabo avanzò in avanti, giungendo al limite del Summum, la parte superiore del Colosseo. Si guardò le mani, le strinse a pugno e le riaprì di scatto, facendo fuoriuscire i suoi artigli affilati. I suoi sette fratelli fecero la medesima cosa.
    I loro occhi fissavano le luci della città dove aveva vissuto l'antica Lupa, la città così caduta in basso per opera degli umani.
    Mabo era molto arrabbiato.

    «Distruggete l'Arena!»

    I suoi fratelli non osarono disobbedire a colui che li aveva finalmente liberati. Poco importava se questo significasse sacrificare un luogo così sacro. Ma non sapevano il vero motivo di quell'ordine. Mabo era a conoscenza di un’antica profezia proferita da un umano, Beba il Venderabile:

    «Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma;
    quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma;
    quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo»


    Mabo balzò in aria, lasciando che i suoi fratelli distruggessero l'Arena. La sua figura gettava un’ombra oscura sul terreno sottostante, un’ombra percossa da un ghigno agghiacciante.

    «Che lo sterminio abbia inizio!»

    Edited by The Aster - 10/7/2013, 09:01
     
    Top
    .
  2. Lucciolavagabonda
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Racconto splendido giocato tutto sull'horror (che è il mio genere preferito).
    Hai avuto una grande trovata nel citare la Lupa Capitolina (e quindi Roma) in riferimento alla storia dei protagonisti, che sono, di fatto, lupi anch'essi, benché di una razza superiore.
    E il richiamo ai gladiatori è, per me, irresistibile.
    Complimenti. :)

    CITAZIONE
    non si può uccidere un Okami, a meno che, a farlo, non sia un membro della loro stessa specie

    un Okami, singolare, quindi "sua" al posto di "loro"

    CITAZIONE
    Un ometto basso, vecchio, stempiato, con una pancetta dovuta sicuramente dal troppo alcol ingerito

    "al"

    CITAZIONE
    sparsi qua e la lungo la via.

     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Scrittore
    +1,079

    Status
    Anonymous
    Hai sviluppato l'argomento in maniera molto interessante e coinvolgente... :woot:

    E' la mia impressione o Mabo sembra moooolto un oratore? :D
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    14,567
    Scrittore
    +737
    Location
    Hueco Mundo

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (Lucciolavagabonda @ 10/7/2013, 12:01) 
    Racconto splendido giocato tutto sull'horror (che è il mio genere preferito).
    Hai avuto una grande trovata nel citare la Lupa Capitolina (e quindi Roma) in riferimento alla storia dei protagonisti, che sono, di fatto, lupi anch'essi, benché di una razza superiore.
    E il richiamo ai gladiatori è, per me, irresistibile.
    Complimenti. :)

    Grazie. Sono felice che ti sia piaciuto.

    CITAZIONE
    non si può uccidere un Okami, a meno che, a farlo, non sia un membro della loro stessa specie

    un Okami, singolare, quindi "sua" al posto di "loro"

    CITAZIONE
    Un ometto basso, vecchio, stempiato, con una pancetta dovuta sicuramente dal troppo alcol ingerito

    "al"

    CITAZIONE
    sparsi qua e la lungo la via.


    :muro: dannati errori!!!

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 10/7/2013, 12:01)
    Hai sviluppato l'argomento in maniera molto interessante e coinvolgente... :woot:

    E' la mia impressione o Mabo sembra moooolto un oratore? :D

    in che senso un oratore?
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,938
    Scrittore
    +1,079

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE
    in che senso un oratore?

    In certi momenti parla un po' come se stesse tenendo un comizio! XD Ma è proprio questo che lo rende maggiormente interessante.
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    14,567
    Scrittore
    +737
    Location
    Hueco Mundo

    Status
    Anonymous
    Capito :D
     
    Top
    .
  7. Chelepo
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Bel racconto.
    Se fossi stato dalla parte degli umani, però, la prima cosa che avrei fatto dopo aver imprigionato gli okami sarebbe stato distruggere il meccanismo che permetteva alla gabbia di aprirsi.
    Godiamoci i nostri ultimi mesi di vita... a novembre verremo tutti uccisi dagli okami! :D
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    14,567
    Scrittore
    +737
    Location
    Hueco Mundo

    Status
    Anonymous
    Grazie Chelepo :D

    In realtà c'era una seconda parte, ma poi mi sarebbe uscito troppo lungo...
    Pazienza, non ci resta che attendere i lupastri.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    237
    Scrittore
    +25
    Location
    Verona

    Status
    Offline
    Bello, mi è piaciuto nonostante non si trattasse del mio genere preferito. E' scritto molto bene e la trama risulta interessante. Belli anche i personaggi.
    Forse è una mia opinione, ma sembra che tu abbia approfondito molto quest'argomento prima di scrivere il racconto, il che rende tutto più avvincente :)
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    14,567
    Scrittore
    +737
    Location
    Hueco Mundo

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (W. Alter @ 13/8/2013, 12:48) 
    Bello, mi è piaciuto nonostante non si trattasse del mio genere preferito. E' scritto molto bene e la trama risulta interessante. Belli anche i personaggi.
    Forse è una mia opinione, ma sembra che tu abbia approfondito molto quest'argomento prima di scrivere il racconto, il che rende tutto più avvincente :)

    grazie W.Alter :D

    La tua opinione é esatta, infatti avevo già la storia in mente, ma prima di scriverla mi sono informato sul colosseo e sui miti e le leggende che lo circondano ( ne è prova la citazione in cima)
    E poi mi piace fare così perchè imparo cose nuove XD
     
    Top
    .
  11. trenta
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    caspita, bello!!!

    che fantasia che hai, e come la esprimi bene!!!

    ma ASPETTO IL SEGUE!!!
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    14,567
    Scrittore
    +737
    Location
    Hueco Mundo

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (trenta @ 16/8/2013, 19:13) 
    caspita, bello!!!

    che fantasia che hai, e come la esprimi bene!!!

    ma ASPETTO IL SEGUE!!!

    Grazie mille per averlo letto :D
    Come ho scritto prima la storia aveva un seguito ma poi sarebbe venuta troppo lunga, quindi non credo che la continuerò per il momento, forse un giorno.
     
    Top
    .
  13.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    15,046
    Scrittore
    +6
    Location
    Isola di Berk

    Status
    Offline
    Ciao Aster *__* Uao, la tua storia è...fantastica ** Mi è piaciuto moltissimo questo scontro tra i Lupi-Okami e i Vampiri-Shiki, visto oltretutto da un originale punto di vista, dato che ormai i Lupi Mannari e i Vampiri sono stati messi in tutte le possibili situazioni **
    Anche se, il mio amore per Roma mi fa rabbrividire all'idea che venga distrutta O___O Nooo....
    Ehm ehm, per il resto, mi è piaciuta anche la frase di Ovidio, uno dei miei poeti preferiti latini ^^

    Complimenti ancora, Aster ^^
    Baciii
    Lia
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    14,567
    Scrittore
    +737
    Location
    Hueco Mundo

    Status
    Anonymous
    Grazie mille Lia :D
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Giovine scrittore della notte [Dany&Ler]

    Group
    Scrinotti
    Posts
    3,988
    Scrittore
    +72
    Location
    Sud Italia

    Status
    Anonymous
    Ciao Aster, complimenti per il racconto pieno d'azione: mi è piaciuto molto.

    Tuttavia, non ho gradito l'uso -a mio parere- abusivo delle virgole, sarà perché sono un amante dei due punti! Ma questo è un parere personale. :)

    In spoiler degli appunti, in caso volessi riprendere il racconto, un giorno... :)


    CITAZIONE
    Annusò l'aria, sentii

    *sentì

    CITAZIONE
    "Il tempo dei giochi é finito."

    *è, se non sbaglio.

    CITAZIONE
    e il sudore che colava dalla pelata

    *dalla testa pelata...

    CITAZIONE
    Frammenti di mura e scalinate descrivano l'uso che gli umani...

    *descrivevano.
     
    Top
    .
16 replies since 9/7/2013, 17:51   207 views
  Share  
.