Negativo per positivo uguale negativo

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  1. Matthew970
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    Capitolo 1 - Fine


    Carmela si chiese perché aveva quel nome.
    Si alzò dal letto.
    Andò nel bagno e si specchiò.
    Poi prese un rossetto e disegnò due baffi sulla sua immagine riflessa nel vetro.
    Uscì dal bagno.
    Rientrò e si spogliò.
    Si buttò sotto la doccia e si mise a cantare Lamette di Donatella Rettore.
    L'acqua le raggelò l'anima e il suo cuore entrò dentro una dimensione stratosferica di altalene fastidiose.
    Si sedette.
    Sotto l'acqua della doccia rifletté per un attimo a dove aveva sbagliato.
    Si rialzò e prese uno shampoo e si insaponò i capelli.
    I capelli la ringraziarono e le dissero di andare in campagna a cavalcare i cavalli.
    Lei non li ascoltò e li finì di insaponare.
    Poi li sciacquò con l'acqua.
    Prese il bagnoschiuma e si lavò il resto del corpo.
    Uscì dalla doccia col fumo dell'acqua calda.
    Si guardò le mani.
    Erano le mani raggrinzite di una vecchia.
    Quanto era stata là dentro?
    Si infilò nell'accappatoio e prese il phon.
    Si asciugò i capelli.
    Dopo venti minuti erano asciutti.
    Si guardò nuovamente allo specchio.
    L'immagine riflessa le sembrò familiare.
    Uscì dal bagno e si diresse in camera sua.
    Si mise una maglietta e un paio di jeans.
    Mutande e calzini.
    Poi si mise un paio di converse e e le allacciò.
    Prese la sua borsa, dove dentro c'erano il suo cellulare, la sua carta d'identità, un pacchetto di Lucky Strike, le chiavi, e il portafoglio e uscì di casa dopo aver salutato il suo pesce rosso.
    Si incamminò verso la macchina.
    Nel mentre si accese una sigaretta e guardò il panorama.
    Intorno alla sua abitazione c'erano solo altre case e strade rumorose.
    Entrò in macchina e infilò le chiavi.
    Diede un ultima boccata di fumo e spense la sigaretta.
    Poi mise in moto e si diresse verso la casa di una sua amica.
    Parcheggiò la macchina e scese.
    Suonò il campanello e aspettò una risposta.
    -Chi cazzo è?
    -Sono Carmela.
    -Ah, aspetta ora ti apro - rispose e si aprì il cancello.
    Carmela entrò ma proprio in quel momento le squillò il telefono.
    -Pronto?
    -Sono Damiano, mi devi restituire il libro che ti ho prestato.
    -Si, ha ragione, te lo riporto oggi pomeriggio, ok?
    -Mi serve ora, oggi pomeriggio scade alla biblioteca il tempo concessomi per tenerlo.
    -Ti serve proprio ora?
    -Si.
    -Ok, allora te lo riporto, aspettami - rispose Carmela e attaccò.
    Nel mentre Elena si era avvicinata e si chiedeva di cosa stava parlando.
    -Allora sei pronta?
    -A fare cosa?
    -A studiare.
    -Ehm, si, sarei pronta, ma devo restituire un libro a un mio amico, proprio stamattina.
    -Ok, ma... quanto ci metti?
    -Non lo so.
    -Ti accompagno allora.
    -Sul serio?
    -Si.

    Il viaggio fu abbastanza tranquillo. Arrivate a casa sua scesero.
    Entrarono e si misero a parlare di cose inutili mentre Carmela si dirigeva verso la sua libreria per prendere il libro.
    Preso l'oggetto, le due tornarono in macchina.
    Carmela si accese una sigaretta e iniziò a conversare con l'amica.
    -Di che parla il libro?
    -Di un pupazzo di neve in un mondo innevato e pieno di montagne, che deve trovare una specie di stregone magico per diventare un essere umano, solo che non ci riesce e muore squagliato.
    -Come fa a squagliarsi?
    -Boh, non l'ho capito neanche io - rispose Carmela e sbuffò il fumo dalla bocca.
    -Mah, che cazzata di libro, restituiscilo a questo scemo e poi studiamo.
    -Si, certo - rispose Carmela.

    Ma prima di andare da Damiano, Elena chiese a Carmela di fermarsi un attimo.
    -Che devi fare adesso?
    -Una mia amica mi ha messaggiato e mi ha detto che è nei paraggi.
    -Chi è?
    -Domitilla, te la ricordi?
    -Ah, si, Domitilla...
    -Non vede l'ora di rivederti, le ho detto che sono qui con te.
    -Ah, menomale... disse Carmela e sbuffò.
    L'amica stava in una piazza lì vicino e dovettero andarci a piedi.
    Carmela cercò di non pensare molto.
    Elena era felice.
    Arrivate in piazza la cercarono.
    Quando la vide Carmela si sentì venire meno ma cercò di non darlo a vedere.
    -E' là...
    -Ah, hai ragione!
    Domitilla era lì insieme a Viola e Susanna.
    Appena le vide si avvicinò sorridendo.
    -Ehi! Carmela! Quanto tempo! Come stai? - chiese Domitilla.
    -Io bene... tu?
    -Non sei cambiata per niente... - disse Viola.
    -Che state facendo? - chiese Susanna.
    -Io sto bene - rispose Domitilla.
    -Stiamo portando un libro da un suo amico - rispose Elena.
    -Vi accompagniamo - disse Susanna.
    Domitilla era d'accordo, Viola un po' meno.
    Le quattro ragazze seguirono Carmela verso la macchina.
    Entrate tutte e cinque iniziarono a parlare e a fare casino.
    -Ti stai sentendo con qualche ragazzo? - chiese Domitilla.
    -No, ho provato a chiedere a due ragazzi di uscire con me, ma non gli andava.
    -Aspetta che siano loro a venire da te, è molto meglio, fagli capire che ti interessano, ma se ti esponi così... - rispose Susanna.
    -Eccola, lei sa consigliare - disse Viola.
    -Stronzate, dipende dalle situazioni - rispose Elena.
    -Infatti - rispose Domitilla.
    Carmela non ne poteva più di parlare.
    Cercava di arrivare in fretta alla casa di Damiano ma stava beccando tutti i semafori rossi.
    -Vabbé diciamolo... chi se la prenderebbe una così...? - disse Viola e si mise a ridere.
    Carmela sentendo quelle parole avrebbe voluto strangolarla.
    Se non fosse stata in macchina molto probabilmente l'avrebbe fatto.
    Dopo venti minuti, erano finalmente arrivate.
    Carmela parcheggiò e scese col libro in mano.
    Suonò il campanello.
    Damiano aprì la porta e sorrise.
    -Grazie, e... oh! Hai portato delle amiche?
    -Si, perché ero andata a casa di Elena che mi ha accompagnato qui, e per la strada abbiamo incontrato tre sue amiche, che sono anche amiche mie, più o meno...
    -Capisco... ma vi va di fermarvi un attimo qui da me? Vi faccio un caffé, e magari parliamo un po'...
    -Ah, non so se a loro va...
    -Chiediglielo...
    -Va bene, va bene - rispose Carmela.
    Si diresse verso la macchina e chiese loro se le andava di fermarsi un attimo da lui a prendere il caffè.
    -E' carino? - chiese Domitilla.
    -Beh...
    -Per me va bene, magari è simpatico - rispose Susanna.
    -Per poco però... oggi pranzo con Federico - rispose Viola.
    -E sia, siamo qui ormai - rispose Elena.

    Entrate notarono l'ordine e la precisione della casa.
    Tutto era ordinato e aveva una sua logica.
    Era ben pulita.
    -Che bella casa! - disse Viola.
    -Si, grazie... tu come ti chiami?
    -Viola, piacere.
    -Senti Damiano, allora eccoti il libro, te lo appoggio qui, ok? - chiese Carmela, e lo appoggiò su un divano.
    -Si, ok... piacere Viola - rispose Damiano.
    Due ragazze si avvicinarono.
    -Ah, loro sono le mie sorelle, Simona e Nicoletta.
    -Ciao - disse Nicoletta senza molto interesse.
    -Piacere, allora vi preparo il caffè, quanti siamo? - chiese Simona.
    -Otto - rispose Susanna.
    -Ok, otto caffè.

    Edited by Matthew970 - 1/4/2017, 05:12 PM
     
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    Allora, è scritto molto bene, solo ti consiglio di rivederlo a fondo, ci sono molti refusi, in alcune frasi manca il soggetto o non si capisce chi sta parlando, altri punti non li ho capiti.
    Ti conviene rivederlo bene secondo me.
     
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  3. Matthew970
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    Grazie, lo farò
     
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  4. CB-PR
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    Mi serve ora, oggi pomeriggio scade alla biblioteca il tempo concessomi per tenerlo

    "concessomi" mi sembra un po' infelice come scelta. Sa di macchinoso, usa una forma più colloquiale.

    ---
    Nel complesso ci sono troppi personaggi per me. Io tendo a focalizzare l'attenzione (come scrittore) su pochi personaggi alla volta. Poi, quando il lettore (credo) ha preso familiarità coi personaggi e li ha bene in mente (perché sono memorabili), allora ne faccio agire anche più di 3 per scena.

    - in un racconto ne ho fatti agire tipo 6 per scena fin da subito, ma 3 sono centrali, gli altri sono comparse, fanno solo da contorno-

    Sincero, ho smesso di leggerlo a 3/4 dalla fine. Devi ancora trovare il tuo stile, e la strada è una collina in salita come quella di Mercer
    (citazione da "Ma gli androidi sognano pecore elettriche" di P.Dick - ps. ho finito di leggerlo, bel libro ma finisce un po' all'improvviso)
     
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  5. Matthew970
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    Lo terrò a mente
     
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  6. Matthew970
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    Capitolo 2 - Non sapere che fare


    Carmela si sedette sulla sedia del tavolo del salone dove sarebbero stati serviti i caffè.
    Guardò le altre mentre parlavano con Damiano.
    Annoiata si alzò e si avvicinò anche lei alla conversazione.
    Mentre ascoltava quello che avevano da dirsi prese il libro.
    Lo sfogliò annoiata.
    Poi d'istinto lo buttò a terra.
    -Che succede? - domandò Elena.
    -Niente, solo che... mi era parso... come dire... -e mentre cercava di trovare le parole lo raccolse.
    Simona aveva finito di preparare i caffè e li aveva poggiati sul tavolo.
    Tutte si alzarono e andarono a sedersi.
    Damiano si avvicinò a Carmela.
    -Tutto a posto?
    -Si, più o meno, ma questo libro fa proprio cagare, dovevo buttarlo a terra.
    -Ok.
    -Poi te sei un coglione.
    -Eh, lo so, però mi fai vomitare.
    -Cavolo, andiamo a bere il caffè.
    -Certo - rispose lui e si andò a sedere.
    Carmela li vide tutti lì seduti.
    -Ho cambiato idea, non mi va più il caffè, ci si vede - disse e se ne andò.
    -Ha qualcosa che non va? - domandò Domitilla.
    -Più di qualcosa... mmmm, buono questo caffè - disse Viola.
    -Si, è uno dei migliori sul mercato, ma siete sicure che stia bene la vostra amica? - chiese Simona.
    -No - disse Elena.
    -Perfetto - rispose Nicoletta ironicamente.
    Si alzò, prese un pacchetto di Camel blu e uscì a vedere come stava.
    La vide seduta sul prato a pensare.
    -Ehi, tutto a posto?
    -Si, è solo che mi piace pensare che siete tutte stupide, e solo io sono un genio.
    -Uhm.
    -Non dovrei?
    -No - rispose Nicoletta. Si mise la sigaretta in bocca e se la accese.
    Mentre aspirava e soffiava il fumo, guardava Carmela, lì, buttata a terra come se ne avesse un buon motivo.
    -Sai cosa? Se ti decidi nella vita di fare qualcosa, puoi anche non farla, ma se non la fai, stai troppo bene, e quando ci ripenserai nel futuro a quel passato passato penserai che era troppo noioso, ma potresti anche dimenticarti comunque che cosa hai fatto - le disse.
    -Ma che cazzo hai detto?
    -Merda.
    -Ok, rientriamo.
    -Si.
    -E su, muoviti cogliona, ti raggiungo - disse e si alzò dal suolo che le aveva sporcato i jeans di verde sul culo.
    Entrarono.
    Poi Carmela decise di dire una frase importante.
    -La sfida, è l'unica sfida che non vincerò mai.
    Poi uscì sparendo nel nulla.
    Guidò da qualche parte, ma a nessuno fregava un cazzo dove andava quella persona, cioè Carmela.
    Solo uno a un certo punto domandò, verso le dodici e dodici: ma non c'era una specie di persona qui dentro un attimo fa?
    Fu Damiano.
    -No, devi aver bevuto troppo - rispose Elena finendo l'ultimo bicchiere di vodka.

    Edited by Matthew970 - 9/3/2016, 09:33 PM
     
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    Non è che Carmela è dislessica? XD
     
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  8. Matthew970
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    Capitolo 3 - 69


    Carmela sentì il telefono squillare.
    -Pronti-cioè pronto?
    -Pronto? Sono Damiano, vieni un attimo qui a casa mia che voglio dirti una cosa, o due.
    -Si, arrivo! - rispose lei e ci si diresse senza neanche far caso alle macchine che passavano.
    Furono spazzate via e arrivarono direttamente in Giappone.
    Individuata la casa di Damiano ci si diresse con ancora più velocità e bucando la porta ci entrò dentro.
    Damiano cadde a terra spaventato.
    -Cosa? - disse.
    -Che volevi? - chiese quella stupida di Carmela.
    -Ah, ciao.
    -Niente da dirmi?
    -No.
    -Davvero?
    -Si.
    Wow, che scoperta! Che colpo di scena! - gridò Elena.
    -Cazzo! - gridò Nicoletta.
    Carmela si sedette sul divano.
    Le davano fastidio tutte quelle persone.
    Troppe.
    Forse le avrebbe uccise.

    Edited by Matthew970 - 3/9/2016, 22:38
     
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  10. Matthew970
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    Capitolo 4 - Forse c'è qualcosa che non sapete


    Damiano uscì dal pianeta Marte.
    Atterrò sul suolo terrestre, e si svegliò sul pavimento, senza chiedersi cosa potesse succedere lì dentro.
    Poi vide che Carmela stava vedendo un film.
    Si avvicinò e le chiese che vedeva in modo molto felice.
    -La notte dei morti viventi - rispose lei.
    -Bello, mi unisco.
    -Bravo.
    Dopo due minuti Damiano prese il televisore e lo lanciò fuori dalla finestra.

    Nicoletta si svegliò di soprassalto dal divano.
    Rise senza motivo.
    Poi si mise a fumare impestando tutta l'aria e ricadde a terra sbavando sangue.
    Elena che era sveglia la guardava ammirata.

    Edited by Matthew970 - 3/9/2016, 22:39
     
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    Accese la televisione e si addormentò.

    ... poi si svegliò, facendosi un appunto mentale di farsi meno droghe pesanti la prossima volta :D

    No dai scherzo XD sta proseguendo bene, anche se in alcuni punti ci sono troppi avvenimenti che diventano confusionari e non si capisce che succede, ma credo che questo faccia parte del tuo stile ormai ^_^
     
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  12. Matthew970
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    Capitolo 5 - Come far smettere i lettori di leggere


    -Mia madre è morta - disse Damiano.
    -Davvero? - chiese Carmela.
    -No - rispose Damiano.


    Nicoletta si muoveva per la casa girando intorno cercando di mantenere i suoi pensieri nel cervello senza farli uscire e attaccare le persone e si sforzava di entrare in una lampadina.
    Poi le squillò il cellulare.
    -Pronto? Ah... Simona... come va?
    -Come va?
    -Io bene tu?
    -Fottiti - rispose Simona e riattaccò.
    Nicoletta alzò le spalle chiudendo gli occhi, poi corse in bagno a masturbarsi.

    Elena disse una sorta di frase, poi si mise a leggere i promessi sposi, ma si addormentò alla seconda parola del titolo.

    Susanna entrò in una biblioteca e trovò un libro chiamato Carrie.
    Si sedette e iniziò a leggerlo.
    Finito di leggerlo, ne trovò un altro chiamato Matilda di Roald Dahl.
    -Proprio belli questi libri! - disse Susanna sorridendo.
    Mentre leggeva un ragazzino le si avvicinò e le diede un pugno in faccia.
    -Scusa, mi è sfuggito.
    -Capita, tranquillo - rispose Susanna.
    -Davvero, non sei incazzata?
    -Uhm, ma tu sei?
    -Giacomo.
    -Giacomo...
    -Si.
    -Mi piace, bel nome!
    -Davvero?
    -No.
    -Ah - rispose e svanì.
    Susanna continuò a leggere il libro.
    La bibliotecaria aveva una carie che le faceva male, e guardò Susanna con odio pensando a come strangolarla.
    -Con chi parlavi? - le chiese arrabbiata.
    -Con Giacomo.
    -Giacomo?

    Domitilla uscì dal bagno e andò da Viola.
    La vide distesa, senza vita.
    -Tu... sei... morta???
    Viola non rispose.
    Domitilla si guardò alle spalle per controllare se qualche camera la riprendeva o se qualche scrittore la stava scrivendo o manovrando.
    Poi le diede un bacio.

    Edited by Matthew970 - 3/9/2016, 22:42
     
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  13. Matthew970
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    Capitolo 6 - Maschere di cera su facce di pelle di volti impassibili e falsi


    Domitilla si asciugò la bocca e corse verso la cucina.
    Prese un coltello e si pugnalò a una tetta che esplose come un palloncino.
    Poi disse di non aver bisogno di calzini a babbo natale e rimase a fissare il muro.
    Damiano si stava rendendo conto di essere una persona fortunata.
    Ma appena lo pensò Carmela si avvicinò e gli disse di farle un favore.
    -Quale?
    -Mi regali una frase?
    -Quale?
    -Quale va bene. Quale? Bella... la userò.
    -Stupida.
    -Stupido.

    Nicoletta uscì di casa in silenzio e tentò di fare cinque metri ma rientrò subito dopo terrorizzata.
    Si sedette sul tavolo del salone dopo aver afferrato una bottiglia di whisky.
    Ma era finita.
    Simona tornò a casa.
    Aprì le bocca e respirò un po' di ossigeno.
    -Ciao.
    -Ciao - rispose Nicoletta.
    -Mi conosci?
    -No - rispose Nicoletta.
    -Come mi chiamo?
    -Beh, sei mia sorella, certo che so come ti chiami! - disse Nicoletta irritata e per la rabbia corse verso la cucina a prendere un coltello per suicidarsi.
    -Fermati! - disse Simona e la fermò bloccandola.
    -Lasciami! Mi uccido solo una volta, poi basta! - gridò Nicoletta tirandole i capelli.
    -Ahia! - rispose e la mollò.
    -Ahia si cazzo - disse Nicoletta.
    Entrò nel coltello e si pugnalò con la cucina, per poi cadere sul suo gatto che le squarciò un occhio.
    Simona fissò la scena, poi se ne andò senza dire niente.
    -Questa è la parte dove dovrei avere paura? - chiese Elena curiosa.
    Ma Simona le diede uno schiaffo.
    -Non conosco quella parola! - le disse.
    Elena pianse ma si trattenne le lacrime.

    Susanna si diresse verso l'uscita della biblioteca ma notò che Giacomo le bloccava il passaggio.
    -Vai via per favore?
    -E se rimanessi qui per un bel po' senza farti uscire e senza ascoltarti? E se ti dessi un calcio? - rispose lui sorridendo.
    Gli diede un pugno nel collo ma non gli fece nulla.
    Lui le diede una testata e la fece cadere.
    Non dovevi farlo, pulce blattosa - disse Susanna.
    La bibliotecaria la vide e si avvicinò.
    -Tutto a posto?
    -No.
    -Perché?
    -Perché? Non lo vede?
    -Vedere che cosa? - rispose la bibliotecaria ancora più perplessa.
    -Cazzo, che devo fare? Vabbè gli piombo addosso come un ariete - disse Susanna.
    Prese una rincorsa e si lanciò verso Giacomo caricandolo con una testata sulla faccia fuori dalla biblioteca e verso la strada.
    -Accidenti, mi hai dovuto far incazzare, ma perché, non ti conveniva, no? La prossima volta ti uccido - disse.
    Poi si guardò intorno, era scomparso.
    -Ha imparato la sua lezione - pensò triste.

    Edited by Matthew970 - 3/9/2016, 22:43
     
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  14. Matthew970
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    Capitolo 7 - Stringi stringi



    Elena fece uno strano sogno. Ma non voleva guardarsi la realtà.
    Decise di proseguire.

    Damiano si chiese dov'era.

    Nicoletta si svegliò.

    Simona corse verso un negozio di vestiti, comprò una stampella.
    -Manca un euro - disse la donna.
    Simona uscì senza pagare.
    Entrò in macchina e spinse sull'acceleratore.
    Accese la radio:
    -Stampella rubata, scandalo internazionale.
    -Uhm - pensò Simona e spense la radio.

    Susanna corse nei meandri più bui della sua mente.
    Non trovò le risposte, ma le venne il mal di testa.
    Camminò verso un bar, ci entrò e si sedette a un tavolo.
    -Cacca - disse Giacomo verso Susanna.
    Susanna fece le pulizie del bar con la bocca che era caduta a terra aperta di un metro.
    Aveva davvero detto una parola che si riferisse agli escrementi? Che volgarità!
    -Maleducato!
    -Cacca.
    -Si, cacca - rispose Susanna e rise bevendo un caffè allo yogurt.

    Carmela era riuscita a sparire dalla storia e cercava di rimanerne fuori.

    Edited by Matthew970 - 3/9/2016, 22:44
     
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    Capitolo 8 - Bora cinese


    Nicoletta aveva sonno.

    Edited by Matthew970 - 3/9/2016, 22:45
     
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