Anime di metallo

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    secondo me, la donna che ha ncontrato Micheal all'uscita era Yuma :unsure: ... ma non potevano parlarsi in quel modo dopo essersi incontrati dopo tanto tempo, quindi forse non è lei <_<!
     
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    CITAZIONE (PÅvoneBiÅnco @ 2/7/2013, 15:00) 
    secondo me, la donna che ha ncontrato Micheal all'uscita era Yuma :unsure: ... ma non potevano parlarsi in quel modo dopo essersi incontrati dopo tanto tempo, quindi forse non è lei <_<!

    Esatto. :D
     
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  3. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (PÅvoneBiÅnco @ 2/7/2013, 15:00) 
    secondo me, la donna che ha ncontrato Micheal all'uscita era Yuma :unsure: ... ma non potevano parlarsi in quel modo dopo essersi incontrati dopo tanto tempo, quindi forse non è lei <_<!

    Io non credo sia Yuma. Però ammetto di esserne confusa... :wacko:

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 2/7/2013, 15:29)
    CITAZIONE (PÅvoneBiÅnco @ 2/7/2013, 15:00) 
    secondo me, la donna che ha ncontrato Micheal all'uscita era Yuma :unsure: ... ma non potevano parlarsi in quel modo dopo essersi incontrati dopo tanto tempo, quindi forse non è lei <_<!

    Esatto. :D

    Ecco... Adesso svela l'arcano, grazie! :shifty:
     
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    Comunque, ragazze... pensavo che fosse scontato! :D
    Michel è andato in quella città perché sta cercando Yuma, eppure era palesemente sorpreso, almeno così volevo che sembrasse XD, nell'incontrare la donna che appare nel finale di capitolo. Ma forse non ci sono riuscita abbastanza...^^
    In ogni caso aggiorno con la prima parte del capitolo 39. :D




    Capitolo 39.
    Pamela aspirò un’ultima boccata, poi spense quello che restava della sigaretta su un posacenere di porcellana.
    Guardò l’orologio: erano le sette del mattino, passate da pochi minuti. Avrebbe dovuto chiamare sua sorella, ma non era il caso di telefonarle a quell’ora.
    Iniziò a sfogliare un giornale, sul quale non notò nulla di interessante: erano tutte notizie di cui aveva già avuto modo di venire a conoscenza. Decise di uscire, diretta verso un’edicola in cui avrebbe potuto comprare un quotidiano di quel giorno.
    Mezz’ora più tardi era di nuovo seduta allo stesso tavolo, davanti allo stesso posacenere di porcellana. Aveva tra le mani un giornale con la data di lunedì 22 settembre. Lesse qualche pagina, attese che fossero almeno le otto e finalmente compose il numero telefonico che si era appuntata su un foglietto.
    Sua sorella rispose al quarto squillo.
    «Sei tu, Pam?»
    «Ovvio che sono io.»
    «Infatti» osservò l’altra. «Chi potrebbe telefonarmi a quest’ora?»
    «Adesso non fare storie» ribatté Pamela. «Ci sono novità molto più interessanti di quanto tu possa immaginare.»
    «Quello che non capisco è perché tu abbia deciso di mettermi a conoscenza. Credevo che lavorassi per il nemico
    Pamela sbuffò.
    «Finiscila con questa storia! È una brava persona, dopotutto.»
    «Una... brava persona?! Lasciatelo dire, Pam, tu sei completamente pazza!»
    «Forse sono pazza» ammise Pamela, «Ma credo che tu sia esagerata. Hai quasi mandato a monte la sua storia con la mamma... e sai bene che un uomo del genere non è uno che bisogna lasciarsi scappare.»
    «Certo» ribatté sua sorella, sarcastica. «A volte mi dimentico che per te contano soltanto i soldi, non importa come siano stati guadagnati. Credi che se li sia procurati lavorando onestamente o che li abbia ricevuti in eredità?»
    «Non m’interessa come se li sia guadagnati» replicò Pamela. «Quello che so è che nostra madre non sa fare un cazzo e che, se non ci fosse lui, sarebbe a nostro carico.»
    «Nostra madre ha un lavoro.»
    «Se Tom non fosse suo cugino, non avrebbe nemmeno quello. Comunque, per quanto riguarda Tom, non ha voluto dirmi niente, quindi non so se lavoro per il nemico, come lo chiami tu. Sinceramente non mi tocca più di tanto.»
    «Quindi, se fosse davvero stato lui a chiedergli di cercare le due ragazze, non avresti problemi a consegnargliele?»
    «Sarebbe Michel Sallivan a consegnargliele» le ricordò Pamela. «A me non è chiesto niente di tutto ciò.»
    «Per fortuna.»
    «C’è comunque la possibilità che, almeno con loro, sia sempre stato innocuo. Sono le sue figlie, dopotutto.»
    «Appunto.»
    «Non mi sembri convinta.»
    «Ovvio che non sono convinta! Io, se avessi avuto una madre normale, non avrei esitato a denunciarlo.»
    «Quindi tu pensi che le sue figlie, se avesse fatto qualcosa che non doveva fare, non avrebbero avuto il coraggio di farlo» osservò Pamela. «La tua teoria è molto interessante. Forse, però, le sue figlie non l’hanno mai istigato.»
    «Nemmeno io l’ho mai istigato» sibilò sua sorella. «Ero solo una ragazzina e lui... Beh, sai com’è andata.»
    «Non s’è mai rassegnato per la tua scomparsa» la provocò Pamela. «Dopo che te ne sei andata, tra lui e nostra madre c’è davvero stato un momento di crisi.»
    «Me ne frego!»
    «Non ti scaldare, sai benissimo che il vero amore supera gli ostacoli. Nostra madre è fortunata ad avere al suo fianco un uomo come Melvin.»
    «Ripetilo un’altra volta e riattacco!»
    Pamela non poté fare a meno di ridere della minaccia della sorella.
    «Come? Non vuoi sentire la parte più interessante della storia?»
    «Dubito che ci sia qualcosa d’interessante.»
    «Sei sempre la solita donna di poca fede! È come quando eravamo bambine: non volevo mai credermi, eppure ero sempre io ad avere ragione.»
    «Non sei tu quella che non è mai stata creduta.»
    «Finiscila di piangerti addosso. Melvin ha abusato di te, dici. Lui ha sempre detto che non è così e nostra madre ha ritenuto più conveniente credere a lui. Ormai le hai già fatto scontare abbastanza la sua decisione. Se tu fossi stata un po’ più furba...»
    Sua sorella la interruppe: «È facile per te giudicarmi, non è vero? È facile, per chi non ha mai avuto a che fare con il lato più squallido di quell’uomo!»
    «Invece ti sbagli, io ho avuto a che fare con lui da quel punto di vista» le rivelò Pamela. «Non gli ho mai permesso di farmi del male, però. Avevo certe fotografie di lui e di nostra madre e, quando mi sono accorta che intenzioni aveva, l’ho minacciato di farle avere a sua moglie, insieme alle prove dei suoi traffici. Non ero una sprovveduta.»
    «Buon per te. Ciò non toglie che, anziché dare ragione a lui, avresti potuto...»
    Pamela si affrettò a interromperla: «Sì, avrei potuto dire a nostra madre che aveva davvero fatto quello di cui lo accusavi... ma non era affare mio! Io ho sempre saputo difendermi da sola, non è certo colpa mia se tu avevi sempre bisogno di qualcuno che accorresse a salvarti! La vita va così: c’è chi emerge e c’è chi scappa di casa e cambia nome.»
    «Se hai finito con le tue lezioni di vita...»
    «Sì, hai ragione» ammise Pamela. «È il caso di venire al dunque. Sei seduta?»
    «No, perché?»
    «Siediti.»
    «Perché dovrei?»
    «Perché potresti svenire per l’emozione, come capita a tutte le persone senza carattere.»
    «Fatti fottere, Pam.»
    «Ti sei seduta?»
    «Mi vuoi dire cos’è successo?»
    «Ho incontrato Ronnie Craven.»
    Proprio come si aspettava, Pamela non ricevette risposta.
    «Per caso sei svenuta?»
    «No.»
    «E allora perché non dici niente?»
    «Perché non ho niente da dire.»
    «Eppure lo conosci.»
    «Suppongo di sì, se è lo stesso Ronnie Craven.»
    «Non è male.»
    «Lo so.»
    «Però non è esattamente il mio tipo.»
    «Pam, quello che pensi di lui non mi riguarda.»
    «Ha una figlia, lo sapevi?»
    «No.»
    «Ha sei anni.»
    «Non lo sapevo.»
    «Ti interessa sapere quello che ci siamo detti?»
    Seguì qualche istante di silenzio, poi finalmente Pamela udì di nuovo la voce di sua sorella.
    «Mi stai dicendo che gli hai parlato?»
    «Ovvio che sì» ribatté Pamela. «Non mi sarei mai lasciata sfuggire un’occasione così ghiotta. Ti interessa quello che ci siamo detti?»
     
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    Ronnie non poté fare a meno di ripensare alla donna che aveva conosciuto la sera prima. Non l’aveva mai vista a Starlit Spring, probabilmente non abitava in città. Gli aveva fatto una pessima impressione fin da subito, non tanto per l’aspetto quanto per l’atteggiamento: gli era sembrata più appiccicosa di una sanguisuga e, senza alcun motivo logico, sembrava interessata a scoprire tutto di lui.
    Era appena stato a riaccompagnare Kara a casa di Maya e stava per dirigersi verso il parcheggio in cui aveva lasciato l’automobile quando lei gli si era avvicinata, tenendo una sigaretta ancora spenta tra le dita.
    La scusa con cui gli aveva rivolto la parola era stata, ovviamente, la più banale che Ronnie avesse mai sentito.
    «Scusa, avresti un accendino?»
    Non c’era niente di più scontato e già questo aveva fatto salire in lui il desiderio di andarsene.
    «No» aveva risposto, preso alla sprovvista, sperando che questo la spingesse a non essere troppo insistente.
    Purtroppo per lui non era stata la soluzione migliore.
    «È bella questa città di sera» aveva osservato la sconosciuta.
    «Suppongo di sì» aveva detto Ronnie, poco entusiasta, «Per chi piace, almeno.»
    «Penso che piaccia a tutti» aveva ribadito la donna. «Sei d’accordo con me... ehm... posso sapere il tuo nome?»
    L’occhiata che lei gli aveva lanciato non gli era piaciuta per niente. Si era chiesto se non lo sapesse già e stesse soltanto cercando una conferma.
    «Mi chiamo Ronnie. È importante?»
    «Certo che è importante.»
    Non aveva aggiunto altro, forse sperando che fosse lui a dire qualcosa. Da parte sua, però, Ronnie non aveva proferito parola.
    «Non mi chiedi il mio?» gli aveva chiesto lei, a quel punto.
    «Non ho l’abitudine di chiedere il nome alle sconosciute.»
    Lei aveva sorriso.
    «Io non sono una sconosciuta; non lo sono più, almeno.»
    «Io direi di sì, invece.»
    «Mi chiamo Pamela.»
    «Bene.»
    «Ti ho visto insieme a una bambina, poco fa» gli aveva rivelato lei, subito dopo. «Tua figlia?»
    «Sì.»
    «Ha sei o sette anni, giusto?»
    «Ne ha sei.» Ronnie l’aveva fulminata con lo sguardo. «Perché tutte queste domande?»
    «Semplice curiosità.» Pamela aveva riso, imbarazzata; o meglio, aveva cercato, con scarso successo, di mostrarsi imbarazzata. «Dove la stavi portando?»
    «A casa della madre.»
    «Oh.» Pamela si era finta dispiaciuta. «Sei divorziato, quindi?»
    «No. Non sono mai stato sposato.»
    «E la madre...»
    «La madre di mia figlia è sposata» si era affrettato a rispondere Ronnie, «Ma non con me. Naturalmente non lo era quando nostra figlia è venuta al mondo.»
    «Mi dispiace.»
    «Che io non sia sposato?»
    «Che lei ti abbia lasciato.»
    Ronnie aveva alzato gli occhi al cielo.
    «Sembra una convinzione generale, questa.»
    «Cosa?»
    «Lascia stare. Tutti si sono messi in testa che sia stata lei a chiudere. Non è andata così, ci siamo lasciati di comune accordo.»
    «Quello è il modo migliore per lasciarsi» aveva osservato Pamela. «Evita un sacco di seccature... almeno credo. Io non ho mai fatto sul serio fino a quel punto con un uomo. Non penso di essere portata per mettere su famiglia.»
    «È una scelta tua e non mi riguarda.»
    «Beh, ovvio. Amavi la madre di tua figlia?»
    Ronnie l’aveva fulminata con lo sguardo.
    «Ti interessa?»
    «Dicevo così, per parlare.»
    «Se proprio lo vuoi sapere la amavo, ma l’amore da sé non basta... specie se sai di non amare una persona tanto quanto un’altra che non hai mai dimenticato.»
    «Quindi c’è un’altra nei tuoi pensieri...»
    «Sì, c’era, ma...»
    Ma non la vedeva da più di sette anni?
    Ma non c’era mai stata una vera relazione tra loro?
    Ma lei non si metteva in contatto con lui da secoli?
    Ma lei non ricambiava i suoi sentimenti?
    Ma non si sarebbero rivisti mai più?
    «...ma non vedo come questo possa riguardarti.» Era quello il giusto finale per l’affermazione che aveva lasciato in sospeso. «Se ci fai caso le persone non ti fermano per strada per farti domande di carattere privato, di solito.»
    «Hai ragione» aveva ammesso Pamela. «Credo di essere stata troppo invadente, non avrei dovuto permettermi di...»
    «Lo credi bene.»
    Pamela gli aveva lanciato una delle sue occhiate languide.
    «Forse è meglio se tolgo il disturbo.»
    «Non scomodarti» l’aveva rassicurata Ronnie, «Me ne stavo andando.»
    Le aveva lanciato un ultimo sguardo, poi era andato via, diretto verso la macchina. Non si aspettava che Pamela lo seguisse, ma lei l’aveva fatto.
    «Ehi, aspetta!» l’aveva pregato, mentre apriva la portiera.
    Ronnie si era girato verso di lei.
    «Cosa vuoi?»
    «Forse potremmo conoscerci meglio» gli aveva proposto Pamela. «Lo so, può sembrarti assurdo, ma...»
    «Infatti è assurdo.»
    Pamela gli aveva dato un foglietto.
    «Se ci ripensi, questo è il mio numero di telefono.»
    Ronnie l’aveva appallottolato e se l’era infilato in tasca mentre Pamela se ne andava, lasciandolo finalmente solo.
    Erano già passate quasi ventiquattro ore da quell’incontro, eppure ne era ancora stordito. Dentro di lui si era acceso un campanello d’allarme che gli suggeriva di fare attenzione. In pochi giorni gli strani incontri erano già due, per quanto quello con Michel non fosse stato così anomalo, e in occasione di entrambi gli erano state poste delle domande su Yuma. Istintivamente si ritrovò a chiedersi che fine avesse fatto quella ragazza. L’ultima volta in cui si erano sentiti, molti anni prima, lei stava per lasciare Black Hill e trasferirsi altrove insieme a Michel. Era chiaro, però, che non viveva più insieme a lui. Da quanto tempo si erano lasciati? E dove si trovava ora? Forse erano domande senza risposta che non aveva troppo senso porsi.
    “È meglio pensare al presente, invece di riaprire vecchie ferite.”
    Non aveva mai dimenticato Margot Emerson.
    Probabilmente la lettera che aveva scritto a Yuma era finita per errore nella spazzatura, la donna che faceva le pulizie a casa dei suoi genitori a quell’epoca talvolta era un po’ troppo distratta. Ronnie non sapeva se esserne sollevato.
     
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  6. GÆBRIEL
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    Ma non è che Pamela sia Yuma in realtà? Cioè sono veramente confusa... come lo è Ronnie adesso.

    @Ronnie: stavolta ti capisco... eccome!
     
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    Ma non è che Pamela sia Yuma in realtà? Cioè sono veramente confusa... come lo è Ronnie adesso.

    Se Pamela fosse Yuma e né Michel né Ronnie l'avessero riconosciuta, sarebbero entrambi da ricoverare però! :D :D :D

    CITAZIONE
    @Ronnie: stavolta ti capisco... eccome!

    Rieccoti che parli di nuovo con Ronnie! *-*
     
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  8. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 3/7/2013, 01:47) 
    CITAZIONE
    Ma non è che Pamela sia Yuma in realtà? Cioè sono veramente confusa... come lo è Ronnie adesso.

    Se Pamela fosse Yuma e né Michel né Ronnie l'avessero riconosciuta, sarebbero entrambi da ricoverare però! :D :D :D

    Effettivamente hai ragione... :lol:

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 3/7/2013, 01:47) 
    CITAZIONE
    @Ronnie: stavolta ti capisco... eccome!

    Rieccoti che parli di nuovo con Ronnie! *-*

    E' stato lui a disturbarmi, mi ha chiamato... gli mancavano i miei consigli.... altrochè! :wub:
     
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    Giusto. u.u Chissà se Ronnie deciderà di ascoltarti. XD Comunque direi che è ora di aggiornare con il capitolo 40, o almeno con la prima parte di esso. Penso che troverai una sorpresa molto gradevole (ritorna un personaggio che ti piace parecchio ^^).




    Capitolo 40.
    Gabriel le era sembrato disorientato nel momento in cui apriva la porta. L’aveva guardata come se non l’avesse riconosciuta o come se non si ricordasse di lei.
    Naive non si era lasciata scoraggiare.
    «Lo so» aveva esordito, «È da tanto che non ci vediamo.»
    Gabriel l’aveva scrutata con attenzione.
    «Dovremmo conoscerci?»
    «Direi di sì.» Naive non era stata in grado di trattenere in sorriso. «Ti sei forse dimenticato di tutte le equazioni di secondo grado che abbiamo risolto insieme molti anni fa?»
    Gabriel aveva spalancato gli occhi.
    «N-Naive?»
    «Sì, sono io.»
    «Non ci posso credere!» Si era avvicinato a lei e l’aveva abbracciata. «Naive, la mia compagna di banco preferita! Vieni subito dentro! Devo assolutamente presentarti mia moglie!»
    Naive si era liberata dalla sua stretta.
    «Molto volentieri.»
    Aveva seguito Gabriel e, qualche istante più tardi, aveva messo gli occhi su una giovane donna dai capelli biondi e dall’espressione cordiale.
    «Maya, lei è Naive, una mia vecchia compagna di scuola. Non so ancora cosa sia tornata a fare a Starlit Spring, però si è ricordata di me.»
    Era stato spontaneo parlare con loro, finché si era trattato di chiacchiere isolate, ma non appena era venuto il momento di passare a qualcosa di più importante Naive aveva sentito di non farcela. Né Gabriel né Maya si erano accorti dei suoi dubbi – d’altronde non potevano certo sapere che cosa le passasse per la testa – e avevano continuato a parlare, a raccontarle della loro vita a Starlit Spring e di tutto ciò che Gabriel riteneva opportuno informarla dopo così tanti anni.
    Le avevano poi proposto di uscire, di portarla a vedere cosa fosse cambiato in quella che un tempo era stata la sua città.
    Camminando lungo le strade rischiarate dalla luce del sole che tramontava Naive riuscì ad acquisire un po’ di sicurezza. Era certa che sarebbe riuscita a mostrare a Gabriel e a Maya la fotografia che aveva portato con sé.

    «Ti dico che l’ho rivisto!» esclamò Natascha, più esaltata di quanto Kelly se la ricordasse. «Sono sicura che fosse lui!»
    «Lui, però, ti ha ignorata totalmente, mi pare di capire» obiettò Kelly. «Forse dovresti frenare un po’ il tuo entusiasmo.»
    «Frenare il mio entusiasmo?! Dopo avere rivisto Dean? Tu sei pazza!»
    «No, forse sei tu che sei pazza.»
    Natascha scosse la testa.
    «Tu non sai cosa significhi amare veramente un uomo. Se Dean me lo chiedesse, sarei felicissima di passare con lui il resto della mia vita.»
    Kelly sospirò.
    «Forse ti sei dimenticata di avere già un ragazzo.»
    «Ralph non vale nemmeno la metà di Dean.»
    Kelly spalancò gli occhi. Sebbene i rapporti tra lei e Ralph Craven non fossero mai stati idilliaci, le sembrava che Natascha stesse esagerando. Dean era un tale con cui aveva avuto una breve relazione diversi anni prima, che se n’era andato da un giorno all’altro senza nemmeno salutarla e che non si faceva vedere da secoli.
    Natascha, però, sembrava non condividere il suo parere.
    «Sono sicura che sia tornato per me» le confidò, con occhi sognanti. «Non ho mai amato nessuno tanto quanto lui e non vedo l’ora di potergli parlare.»
    «Magari non si ricorda nemmeno di te...»
    «Sciocchezze! Lui è tornato solo per me!»
    Kelly rimpianse gli appassionati di monologhi sulle ultime notizie, quelli che le parlavano per decine e decine di minuti senza fermarsi, tenendo in mano un giornale aperto. Purtroppo quelli erano tutti a casa a criticare le pietanze dietetiche cucinate dalle loro mogli e le toccava sorbirsi Natascha Harris. Fortunatamente di lì a poco avrebbe chiuso il bar e sarebbe tornata a casa, dove Michel la stava aspettando.

    «Sì, sono venuta qui per cercare mia nipote» ripeté Naive. «In realtà ha diciannove anni ed è libera di vivere dove vuole, ma vorrei almeno avere sue notizie.»
    «Non ho capito perché se ne sia andata» osservò Maya, «E soprattutto perché è venuta proprio qui?»
    «È questo che mi spaventa» ammise Naive. «Sua madre fu assassinata in questa città, molti anni fa...» Fece una pausa, notando l’espressione piuttosto sconvolta di Maya. «Lo so, penserai che in me c’è qualcosa che non va.»
    Maya spalancò gli occhi.
    «Perché dovrei pensarlo?»
    «Beh, mia nipote è scappata di casa, mia sorella è stata assassinata...»
    «Ma non sei tu la causa di tutto questo» obiettò Maya.
    «Appunto» convenne Gabriel. «Perché dovresti preoccuparti per questo?»
    «A volte mi dico che avrei dovuto impedire che accadessero certe cose. Ho sempre creduto di riuscire a controllare qualsiasi situazione, ma in realtà... beh, credo di essere stata un fallimento sotto molti punti di vista.»
    «Come mai la ragazza abitava con te?»
    Naive raggelò, non appena sentì Maya pronunciare quelle parole.
    “Non posso dirle la verità.”
    «È una lunga storia.» Poteva mentire? Decise di sì. «Suo padre me l’ha affidata quando era più piccola, perché non era adeguato a crescere una ragazzina.» Un fondamento di verità, tra l’altro, c’era. Era solo una versione molto più soft di quanto era successo in realtà. «Quando è stata più grande ha deciso di rimanere con me, almeno finché non ha deciso di andarsene così, da un giorno all’altro.»
    «E non l’hai più sentita?»
    «No, ma ho sentito l’altra mia nipote proprio tre giorni fa. Sa dove si trova Heaven. Il punto è che non me l’ha detto.»
    «Eppure» osservò Maya, «Tu sei sicura che sia qui.»
    «Te l’ho detto, è una lunga storia.»

    «Tu non capisci quello che provo!» sbottò Natascha. «Perché non provi a metterti nei miei panni?»
    «Per lo stesso motivo per cui tu non provi ad andare da uno psicologo. Ho paura che tu abbia bisogno d’aiuto, Nat.»
    «Bisogno d’aiuto? Solo perché amo Dean?»
    Kelly sospirò.
    «Va bene, ami Dean...»
    «Voglio che tu lo accetti» la interruppe Natascha. «Voglio che tu ammetta che lui è l’unico uomo della mia vita.»
    «Questo lo puoi sapere soltanto tu» concesse Kelly. «Ti pregherei, però, di tenermi fuori da questa storia.»
    «Lo so, tu vorresti vedermi accanto a Ralph...»
    «Non è questione di volerti vedere accanto a Ralph.»
    «Sì, invece! Tu lo adori per via della sua parentela con Rick.»
    Kelly trattenne le risate.
    “Adoro Ralph? Non me ne sono mai accorta!”
    «Sei un caso davvero disperato, Nat. Credo che faresti bene a toglierti Dean dalla testa.»
    «Ma è... è l’uomo più eccezionale che io abbia mai incontrato.»
    Kelly sentì il desiderio di sbattere la testa contro il muro farsi sempre più forte.
    “Se solo capitasse un miracolo...”
    Natascha avrebbe potuto perdere la voce.
    Dean avrebbe potuto comparire all’improvviso.
    Sarebbero stati miracoli, dopotutto.
    «Nessuno come lui ha mai avuto il potere di farmi sentire viva» riprese Natascha. «Credo che sarei disposta a fare qualsiasi cosa lui mi chiedesse, anche a morire per lui.»
    «Anche... a morire per lui?»
    Natascha annuì.
    «Certo. Non ci sarebbe niente di più naturale. D’altronde se non posso vivere senza di lui potrebbe essere un’alternativa valida quella di morire per lui.»
    «Sì, certo, un’alternativa valida» mormorò Kelly tra i denti. «Per chi ha intenzione di farsi internare in manicomio, sicuramente.»
     
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  10. GÆBRIEL
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    Gabriel sembra innamorato pazzo di Maya! Qui gatta ci cova! Non mi convince.

    Chissà se Naive ha ricevuto la lettera di Ronnie... sono davvero curiosa di scoprire che fine abbia fatto quella lettera.

    Natascha ha rivisto Dean... insomma mi pare di capire che tutti si trovano a Starlit Spring dove è iniziato tutto...


    E questa sono io mentre leggo il tuo romanzo:


    Edited by GÆBRIEL - 3/7/2013, 12:51
     
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    Gabriel sembra innamorato pazzo di Maya! Qui gatta ci cova! Non mi convince.

    Gabriel e Maya si sono appena sposati. Se non fosse stato innamorato pazzo di lei, forse Gabriel non l'avrebbe fatto. XD

    CITAZIONE
    Chissà se Naive ha ricevuto la lettera di Ronnie... sono davvero curiosa di scoprire che fine abbia fatto quella lettera.

    Lo scoprirai a breve. :D

    CITAZIONE
    Natascha ha rivisto Dean... insomma mi pare di capire che tutti si trovano a Starlit Spring dove è iniziato tutto...

    Esatto. XD

    Pensavo che sotto lo spoiler avrei trovato l'emoticon che metti di solito! :P
     
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  12. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 3/7/2013, 13:45) 
    CITAZIONE
    Gabriel sembra innamorato pazzo di Maya! Qui gatta ci cova! Non mi convince.

    Gabriel e Maya si sono appena sposati. Se non fosse stato innamorato pazzo di lei, forse Gabriel non l'avrebbe fatto. XD

    Boh... non lo so.... più che altro vorrei sapere cosa lega questi due... perchè al momento non ci vedo nulla... spero svelerai l'arcano!
    Anche se, secondo me, Gabriel, avrebbe potuto sposarla con uno scopo preciso... ecco questo sarebbe da lui :woot:

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 3/7/2013, 13:45) 
    CITAZIONE
    Chissà se Naive ha ricevuto la lettera di Ronnie... sono davvero curiosa di scoprire che fine abbia fatto quella lettera.

    Lo scoprirai a breve. :D

    Siiiiii! :bounce.gif:

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 3/7/2013, 13:45) 
    Pensavo che sotto lo spoiler avrei trovato l'emoticon che metti di solito! :P

    Eccoti accontentata:

    :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif: :bounce.gif:
     
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    Boh... non lo so.... più che altro vorrei sapere cosa lega questi due... perchè al momento non ci vedo nulla... spero svelerai l'arcano!
    Anche se, secondo me, Gabriel, avrebbe potuto sposarla con uno scopo preciso... ecco questo sarebbe da lui

    Temo che tu ti stia facendo troppe fantasie a questo proposito! XD Spero che non resterai delusa e che non ti sia così difficile accettare che Gabriel possa amare Maya anziché te! :P

    Così tante abbagliano! XD
     
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    Direi che è il momento di concludere il capitolo 40. Buona lettura alle mie due affezionate lettrici! ;)




    Ralph compose il numero ancora una volta e rimase in attesa: ancora una volta non ottenne risposta, il che lo sorprese, dato che Natascha non era solita sparire nel nulla; non quando dovevano incontrarsi, almeno.
    «Sarò da te per le sette» gli aveva assicurato lei, quando si erano sentiti poche ore prima. «Non farò tardi. Non vedo l’ora di rivederti.»
    Gli era sembrata felice, addirittura desiderosa di uscire insieme a lui quella sera.
    “Eppure non si fa vedere.”
    Sua madre gli comparve accanto all’improvviso.
    «Non mi dire che stai ancora cercando lei
    Sembrava infastidita e Ralph non se ne stupì: da quando lui e Natascha avevano iniziato a frequentarsi non aveva fatto altro che ripetergli che non era la ragazza giusta per lui.
    Si girò verso di lei e la fulminò con lo sguardo.
    «Sì, sto cercando lei.»
    «Non dovresti perdere il tuo tempo così.»
    Ralph alzò gli occhi al cielo.
    «Purtroppo per te non viviamo in una società in cui i matrimoni combinati sono la norma, quindi tocca a me decidere chi deve starmi accanto.»
    «Il problema è che temo che la tua decisione sia troppo avventata.»
    «Sto frequentando una ragazza, tutto qui. Se stessi pensando di sposarla magari potrei accettare i tuoi consigli, ma...»
    Sua madre s’affrettò a interromperlo: «Sposare quella sciacquetta? Ti prego, non dirlo nemmeno per scherzo!»
    Ralph si pentì delle proprie parole. In realtà era il suo desiderio, stava soltanto aspettando che giungesse il momento di parlarne con Natascha. Temeva di essersi svelato troppo: forse sua madre avrebbe fatto il possibile per impedire quell’unione. Quando voleva sapeva essere molto subdola: avrebbe potuto addirittura arrivare a conquistarsi la simpatia di Natascha per convincerla ad allontanarsi da lui.
    In quel momento, però, sembrava essere più interessata a qualcos’altro.
    Ralph mise giù il ricevitore e, fingendo di non essersi accorto del suo sguardo, fece per allontanarsi.
    «Aspetta» lo pregò sua madre. «Ho una cosa importante di cui parlarti.»
    «Non riguarda Natascha, vero?»
    «No, si tratta di Ronnie.»
    Per un attimo Ralph si sentì sollevato. Sperava che sua madre gli dimostrasse di non preoccuparsi soltanto di ciò che faceva lui.
    Lei gli porse una busta.
    «Vorrei che tu gli facessi avere questa.»
    Ralph la prese e rimase a fissarla.
    «Cos’è?»
    «È una... mhm... una lettera che ho trovato il giorno in cui...»
    Ralph la interruppe: «Aveva scritto una lettera? Per te?»
    Sua madre scosse la testa.
    «No. Era indirizzata a una certa Yuma Emerson.»
    Yuma.
    Ralph si era quasi dimenticato di lei, nonostante avesse avuto modo di parlarle sia di persona sia al telefono. Ricordava di avere tentato di allontanarla da Ronnie, quando ancora credeva di dover vendicare la morte di Rick.
    «Perché devo portargliela io?»
    «Perché io non avrei mai il coraggio di negare, se lui volesse sapere se l’ho letta.»
    «Tu... l’hai letta?»
    «Se te lo chiede lui, no.»

    «Oh, cazzo!» esclamò Natascha. «Dovevo uscire con Ralph questa sera!» Lanciò uno sguardo disperato a Kelly. «Ti prego, aiutami a inventare una scusa.»
    «Non potresti semplicemente andarci?»
    «No.»
    «Mhm... mal di testa?»
    «Troppo banale.»
    Kelly sospirò.
    «Perché non ti inventi qualcosa tu?»
    «Ecco, lo sapevo che mi avresti solo fatto perdere tempo! Su di te non si può mai contare!»
    «Invece sì» replicò Kelly. «Chi non si comporta in modo così esasperante può sempre contare su di me.»
    «Fottiti. Devo telefonargli e trovare una scusa.»
    Kelly le indicò il telefono.
    «Prego, fai pure.»
    Contrariamente alle sue aspettative, Natascha non la contraddisse.
    In quel momento la porta si aprì.
    “Speriamo che sia Dean, venuto a rapirla per portarla su un’isola deserta.”
    Non era Dean.
    Erano Gabriel e Maya, insieme a una donna che Kelly non aveva mai visto prima. Si avvicinarono a lei e Maya ordinò tre aperitivi analcolici.
    Kelly notò che Natascha si girava un attimo verso di loro, prima di tornare a concentrarsi sul telefono e di comporre il numero che intendeva chiamare.
    Qualche istante più tardi, mentre sorseggiava il suo aperitivo, la donna che Kelly non conosceva prese fuori dalla borsa una fotografia.
    «È lei» disse, rivolta a Maya e Gabriel.
    Kelly non intendeva origliare, ma non poté fare altro: concentrarsi sui loro discorsi era sicuramente il modo migliore per non sentire quello che Natascha si sarebbe inventata con Ralph.
    Maya esaminò la fotografia, prima di passarla a Gabriel che fece lo stesso.
    «L’avete mai vista?»
    Le risposte di entrambi furono negative.
    «Questo, però, non significa nulla» aggiunse Gabriel. «Il fatto che noi non l’abbiamo vista non vuole dire che tua nipote non sia qui.»
    «È proprio così, Naive» confermò Maya. «Sono sicura che riuscirai a trovarla.»
    Naive, questo sembrava essere il nome della sconosciuta, parve essere del loro stesso parere: «Non può essere altro che qui.»
    Presa da una certa curiosità, Kelly decise di avvicinarsi con una scusa.
    «Vi posso portare qualcos’altro?»
    Le arrivò un coro di “no”, ma nessuno notò l’occhiata che lanciò alla fotografia. Rappresentava una ragazza bionda con gli occhi dal taglio orientale: l’amica - o molto probabilmente qualcosa di più - di Eric.
    «Eccomi qui.»
    Kelly sussultò nell’udire la voce di Natascha. Evidentemente aveva già telefonato a Ralph.
    «Hai risolto tutto?»
    Natascha annuì, mentre anche il suo sguardo andava a cadere sulla foto di Heaven.
     
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  15. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 3/7/2013, 14:53) 
    Temo che tu ti stia facendo troppe fantasie a questo proposito! XD Spero che non resterai delusa e che non ti sia così difficile accettare che Gabriel possa amare Maya anziché te! :P

    Così tante abbagliano! XD

    Dici? Beh allora sono curiosa di scoprire come si sono innamorati... :D

    Riguardo quest'ultima parte: non ci posso credere... :woot: la lettera l'ha trovata la madre di Ronnie e l'ha pure letta!!!! Mi chiedo cosa penserà di Ronnie sua madre...

    a proposito, ma Ronnie? :blink: Devo contattare chi l'ha visto?
     
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587 replies since 18/5/2013, 16:33   3088 views
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