Anime di metallo

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    Va bene, sei accontentata.
    Comunque so qual è il motivo principale per cui pretendi il seguito. :P Ebbene sì, avrai le risposte che cerchi a proposito del tuo personaggio preferito. XD



    «Lavora per lo studio commerciale di suo padre» lo informò Kelly. «O almeno era quello che faceva l’ultima volta in cui ho sentito parlare di lui.»
    «È stato molto tempo fa?»
    «No.»
    «Anche tu potresti essere più chiara» precisò Michel. «Il tempo, che io sappia, si misura in anni, mesi, settimane...»
    «Giorni, ore, minuti, secondi...» ribatté Kelly. «Se proprio lo vuoi sapere, è stato non più tardi di due o tre mesi fa.»
    «Quindi Ronnie abita ancora da queste parti» osservò Michel.
    Kelly annuì.
    «Purtroppo sì.»
    «Ce l’hai ancora con lui?»
    Kelly sospirò.
    «Dobbiamo parlarne per forza?»
    «Un giorno, forse, mi spiegherai che cosa ti ha fatto di male.»
    «Non ho alcuna intenzione di toccare questo argomento» replicò Kelly, decisa. «Comunque non ce l’ho con lui per nessuna ragione.»
    «Va bene, non faccio domande.»
    «Conoscendoti mi sembra improbabile.»
    «Volevo dire che non farò domande che ti riguardano in prima persona» puntualizzò Michel. «Però non puoi chiedermi di fingere che tu non sappia che fine ha fatto Ronnie.»
    «Ti interessa così tanto?»
    «Direi di sì. È una delle ragioni per cui sono venuto qui.»
    «Pensavo che fossi venuto allo Starlit Cafè perché ti interessavo io!» ribatté Kelly. «Non mi dire che invece...»
    «È un piacere rivederti» rispose Michel, con sincerità, «Ma non sono qui soltanto per questo. Come ti ho detto, non sapevo che ti avrei incontrata.»
    «E allora che cosa ti ha portato a pensare che, se avessi incontrato qualcun altro, questo ti avrebbe parlato di Ronnie Craven così come se niente fosse?»
    «Diciamo che non ero convinto di vederti, ma che ci speravo molto.»
    Kelly annuì.
    «Così mi piaci. Finalmente ti stai degnando di fornirmi spiegazioni logiche.»
    «Tu invece ti stai perdendo in chiacchiere» osservò Michel. «Sai dirmi se Ronnie è sposato?»
    Kelly sospirò.
    «Che cosa sono questi pettegolezzi da parrucchiera?»
    «Ti è così difficile dire di sì o di no?»
    «No.»
    «Nel senso che non ti è difficile?»
    «Nel senso che Ronnie non è sposato.»
    Michel annuì.
    «Bene, a quanto pare almeno un’informazione sono riuscito a ottenerla.»
    «Sono felice che tu sia soddisfatto» ribatté Kelly. «Non ne avrai altre.»
    «Sì, invece» replicò Michel. «Voglio sapere se ha una ragazza... e in tal caso come si chiama.»
    «Non credo che questi siano cazzi tuoi.»
    «Lo credo anch’io» ammise Michel.
    Kelly gli indicò la porta.
    «Allora sparisci!»
    «Niente affatto» insisté Michel. «Ronnie ha una ragazza?»
    «Può darsi» rispose Kelly. «Nessuno, però, mi viene a riferire fatti relativi alla sua vita privata. In questa zona ci abitano molte persone discrete... sempre ammesso che tu sappia che cos’è la discrezione!»
    «Anch’io sono una persona discreta» obiettò Michel. «Ho i miei buoni motivi se ti sto facendo certe domande.»
    «Hai mai pensato di consultare un elenco telefonico?» gli suggerì Kelly. «Potresti trovare il numero di Ronnie, chiamarlo e chiedere certe cose direttamente a lui.»
    «Non mi sembra opportuno» replicò Michel. «Non lo vedo da secoli.»
    «Ti ricordo che anch’io e te non ci vedevamo da secoli.»
    «Su questo hai ragione.» Pensando che non avrebbe più ottenuto altre risposte, Michel prese il portafoglio che teneva in tasca. «Quanto ti devo?»
    «Niente.»
    Michael ridacchiò.
    «Non hai perso le vecchie abitudini.»
    «Non ti faccio pagare, ma a una condizione» precisò Kelly. «Non devi più tornare a farmi domande.»
    Michel annuì.
    «Vedrò cosa posso fare.»
    Prese la bottiglia e si diresse verso la porta.
    «Aspetta» lo pregò Kelly, mentre stava per uscire.
    Michel si girò lentamente e la vide appoggiata al tavolino sul quale si trovava il giornale.
    «Dimmi.»
    «Ronnie ha una figlia.»
    Michel strabuzzò gli occhi.
    «U-una figlia?»
    «Ti pare così strano?» replicò Kelly. «È normale che la gente metta al mondo dei figli.»
    «Suppongo di sì.»
    Kelly ridacchiò.
    «Ora vuoi sapere anche chi è la madre?»
    «Non ti ho fatto questa domanda» obiettò Michel.
    «Ma impazzisci dal desiderio di saperlo.»
    «Sì.»
    «Si chiama Maya, è la figlia di un imprenditore di Starlit Spring» gli rivelò Kelly. «Hanno avuto una storia, sei o sette anni fa. Si sono lasciati quasi subito, ma ormai il danno era fatto.»
    «Intendi dire che lei è rimasta incinta?»
    Kelly annuì.
    «Non mi sembrava così difficile arrivarci.»
    «Già.»
    «Ora, però, vattene.»
    Michel sorrise.
    «Quanta fretta!»
    «Eh già.» Kelly abbassò lo sguardo. «Pensa, mi stavo dimenticando addirittura di chiederti di te e di Yuma.»
    Michel spalancò la bocca e, per qualche istante, non fu in grado di proferire parola.
    «Y-Yuma?»
    Kelly lo fissò.
    «Forse ho toccato un tasto dolente.»
    «Devo andare, Kelly» si affrettò a congedarsi Michel. «Ho molte cose di cui occuparmi.»
    Mentre usciva per poco non si scontrò con un ragazzo sulla ventina che entrava, seguito da una ragazza dai capelli biondi, in apparenza ancora più giovane di lui, dal cui sguardo Michel si sentì quasi trafitto.
    Udì distintamente la voce di Kelly che esclamava: «Eric, che sorpresa! Cosa ci fai qui a quest’ora? Vedo tra l’altro che non sei solo!»
    Prima che la porta si richiudesse, Michel sentì chiaramente la voce di Eric.
    «Lei è una mia amica, l’ho conosciuta qualche mese fa.»
    «L’amica che abita insieme a te?» ribatté Kelly.
    «Proprio quella. Si chiama...»
    La porta si richiuse prima che Michel facesse in tempo a udirne il nome.
    Per un attimo si sentì spaesato, proprio come si era sentito due settimane prima, quando si era accorto che Pamela Custer non era esattamente chi credeva, poi finì per togliersi dalla testa quella strana sensazione. Per quale motivo avrebbe dovuto insospettirsi dall’occhiata che gli aveva lanciato un’adolescente sconosciuta di Starlit Spring?
    “Dovrei farmi meno fantasie” decretò. “È matematicamente impossibile che l’amica di Eric - chiunque sia Eric - mi conosca. E soprattutto dovrei farmi meno fantasie in un momento come questo.”
    Kelly gli aveva chiesto notizie di Yuma, e Michel non riusciva a spiegarsi il perché.
     
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  2. GÆBRIEL
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    Una figlia? Ronnie ha una figlia? Nuooooooooooo! Non ci posso credere! Ma poi con Maya? Oddio! Sono sconvolta!
     
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    Una figlia? Ronnie ha una figlia? Nuooooooooooo! Non ci posso credere! Ma poi con Maya? Oddio! Sono sconvolta!

    Sono passati sette anni... e in sette anni cambiano tante cose! u.u
     
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  4. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 28/6/2013, 22:30) 
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    Una figlia? Ronnie ha una figlia? Nuooooooooooo! Non ci posso credere! Ma poi con Maya? Oddio! Sono sconvolta!

    Sono passati sette anni... e in sette anni cambiano tante cose! u.u

    Non lo metto mica in dubbio... ma è stato un colpo di scena strepitoso! Ammazza oh!
     
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    ma è stato un colpo di scena strepitoso! Ammazza oh!

    A proposito di Maya, ci sarà un altro colpo di scena che la riguarderà. :rolleyes: Un colpo di scena che potrebbe interessarti parecchio... XD
     
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  6. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 28/6/2013, 23:26) 
    CITAZIONE
    ma è stato un colpo di scena strepitoso! Ammazza oh!

    A proposito di Maya, ci sarà un altro colpo di scena che la riguarderà. :rolleyes: Un colpo di scena che potrebbe interessarti parecchio... XD

    :woot: Non vedo l'ora di leggere!
     
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    Domani dovrei aggiornare. ;)
     
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  8. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 28/6/2013, 23:36) 
    Domani dovrei aggiornare. ;)

    :rolleyes: Attenderò con ansia!
     
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    c-c-c-cooooosaaaa???? Ronnie ha avuto una figlia :ami0: ???? non me lo aspettavo da lui....
    però magari avrà un ruolo interessante ^_^! non vedo l'ora di vedere la reazione di Yuma!!

    spero che posterai presto il seguito *__________*
     
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    Vedo che il fatto che Ronnie abbia avuto una figlia vi ha lasciate parecchio sconcertate! u.u In ogni caso, per rispondere a Pavone, la figlia in sé non avrà un ruolo determinante per la trama e per gli sviluppi futuri, ma non escludo che possa fare la sua comparsa. E, comunque vada, credo che ci saranno colpi di scena potenzialmente più sconcertanti. Ma non anticipo niente.

    @Gabriel: preparati a invidiare profondamente Maya... leggendo questo aggiornamento capirai perché. :D

    Ecco a voi la prima parte del capitolo 35.




    Capitolo 35.
    Dopo avere portato la bambina a casa di Maya, Ronnie aveva commesso un errore madornale: aveva scelto di accettare l’invito di Kelly ad andare a trovarla a casa sua. Si era illuso per un attimo che tutto potesse andare nel migliore dei modi, ma ovviamente così non era stato.
    «La scorsa notte ho sognato Rick» gli aveva confidato Kelly, nel momento in cui richiudeva la porta di casa alle sue spalle. «Mi manca.»
    Ronnie non aveva potuto fare a meno di abbassare lo sguardo, come se non ci fosse stato niente di più interessante e significativo delle piastrelle opache dell’ingresso.
    Gli era sembrato che fosse passato un tempo interminabile, prima che trovasse il coraggio di alzare gli occhi.
    “Kelly sta bleffando” si era detto. “Se davvero avesse sognato Rick la scorsa notte, non mi avrebbe invitato a casa sua.”
    L’aveva chiamato un paio d’ore prima, pregandolo di raggiungerla, più tardi. Gli era sembrata solare, quasi raggiante, come raramente accadeva; ma in quelle occasioni non era raro che gli telefonasse e lo invitasse ad andare a trovarla. La vita di Kelly non era, almeno in apparenza, meno vuota della sua.
    L’aveva vista corrugare la fronte, forse insoddisfatta dal non avere ricevuto una risposta, e poi l’aveva sentita chiedergli: «Perché non dici niente, Ronnie?»
    Si era ritrovato ad abbassare di nuovo lo sguardo.
    «Deve esserci un motivo ben preciso?»
    «Ti ho appena detto di avere sognato Rick» aveva ribadito Kelly. «Per te non significa niente tutto questo?»
    «Non sono uno psicanalista» aveva replicato Ronnie. «Non è a me che devi rivolgerti.»
    Kelly era rimasta in silenzio.
    Soltanto quando si era accorta che Ronnie aveva ripreso a guardarla l’aveva fissato duramente e l’aveva accusato: «È stata solo colpa tua.»
    Ronnie non aveva mai cercato di autoassolversi per quello che era capitato tanti anni prima, ma non capiva per quale ragione Kelly dovesse accanirsi contro di lui, se lei stessa ne era rimasta coinvolta. Forse pensava davvero che l’incendio al bar, avvenuto molto tempo prima, avesse qualche legame con la morte di Rick.
    Ciò nonostante non poté fare a meno di ammettere: «Lo so.»
    «Lo sai, eppure continui a bussare alla mia porta.»
    «Se tu non mi telefonassi per chiedermelo, probabilmente non lo farei» aveva replicato Ronnie. «Se non vuoi vedermi più, ti basta solo dirmelo, invece di fingere di essere mia amica.»
    Kelly aveva scosso la testa.
    «Io non ho amici.»
    «Sì, invece, ne hai» aveva replicato Ronnie. «Natascha, Maya...»
    «A proposito, Maya è tornata dalla luna di miele?»
    «Sì, proprio oggi. Sono appena stato ad accompagnare Kara a casa sua.»
    «Capisco. Sai, a volte, quando penso alla tua situazione, finisci quasi per farmi pena.»
    «Perché dovrei?»
    «Maya ti ha soltanto illuso» aveva risposto Kelly. «Ti ha fatto credere di amarti e, nonostante ci fosse la bambina, ti ha messo alla porta.»
    «Maya non mi ha illuso» aveva obiettato Ronnie. «Diciamo soltanto che non eravamo fatti per stare insieme e che ce ne siamo accorti prima che fosse troppo tardi.»
    «Era già troppo tardi. Kara non avrebbe mai dovuto nascere.»
    «Kara è la cosa più bella che mi sia mai capitata.»
    «Tanto la perderai. Maya e Gabriel possono darle tutto quello che vuole, tu invece sei soltanto un fallito!»
    «Ti ringrazio per i soliti complimenti» aveva risposto Ronnie, ironico. «Devo dire che da te non mi aspettavo altro.»
    «Se tu non fossi un fallito, non avresti lasciato che Maya sposasse Gabriel, avresti fatto qualcosa per fermarla.»
    «Forse non ti è chiara una cosa: tra me e Maya è finita, e non da poco. È liberissima di stare insieme a chi vuole, così come lo sono io. Lei stessa, il giorno del suo matrimonio, mi ha augurato di incontrare il prima possibile la donna giusta per me.»
    «Però, per il momento, nessuna donna vuole avere niente a che fare con te» aveva puntualizzato Kelly. «Puoi forse negarlo?»
    «Non lo nego, ma vogliamo parlare di te? Non mi sembra che la tua situazione sia molto migliore della mia.»
    Kelly gli aveva lanciato un’occhiata gelida.
    «Non è certo colpa mia.»
    «Se tu fossi meno acida, forse qualcosa cambierebbe.»
    «Niente può cambiare» aveva replicato Kelly. «Immagino che tu sappia il perché.»
    «Mhm... forse perché essere meno acida ti costerebbe uno sforzo notevole?»
    «No, perché l’unico ragazzo che io abbia mai amato non è qui con me.»
    «Purtroppo Rick non potrà mai tornare in vita.»
    «Non c’è bisogno che tu me lo dica, ma, vedi, io vorrei soltanto che tu fossi sepolto sotto quattro metri di terra e che Rick fosse qui con me.»
    «Sai bene che non è possibile.»
    «Lo so, non è possibile, ma vorrei che lo fosse. Non riuscirò mai a liberarmi di quello che gli hai fatto... e di quello che hai fatto a me! Hai approfittato di me, mi hai sedotta...»
    A quel punto Ronnie l’aveva interrotta: «Adesso non fare la vittima! Questa è un’altra storia, che non ha niente a che vedere con la morte di Rick!»
    «Tutto ha a che vedere con la morte di Rick, perfino il giorno in cui sei venuto alla luce» aveva obiettato Kelly. «Dovrei essere disgustata soltanto dalla tua presenza.»
    «Perfetto, allora me ne vado.»
    «Non lo farai.» Kelly gli aveva lanciato un’occhiata di fuoco. «Non avrai il coraggio di farlo, non prima che io abbia finito. Tu hai bisogno di me: hai bisogno di qualcuno che ti faccia pesare quello che hai fatto, altrimenti finiresti per dimenticartene.»
    «O magari sei tu che hai bisogno di me» aveva obiettato Ronnie. «Se ci fai caso, sei sempre tu a chiamarmi.»
    «È logico: anch’io non ti chiamerei se ti avessi fatto quello che tu hai fatto a me.»
    Ronnie aveva insistito: «Io non ti ho fatto niente di male. Tu ti diverti e basta a farmelo credere. Rick non potrà mai tornare indietro, ma questo non significa che i nostri errori siano soltanto miei, come ti piacerebbe che fosse.»
    «Io amavo Rick e se solo esistesse un minimo di giustizia tornerebbe qui soltanto per ucciderti!» aveva ribadito Kelly. «Lo amavo come non ho mai amato nessuno, lo amavo come non potrò mai amare nessuno... Lo amavo con la stessa forza con cui odio te e tutto quello che hai fatto e per quello che mi hai costretto a fare!»
    Ronnie aveva riaperto la porta, pronto ad andarsene. Non era certo stato lui a suggerire a Kelly di spingersi troppo oltre pur di nascondere la verità, ma era avvenuto l’esatto opposto.
    «È facile dire di avere amato qualcuno quando è troppo tardi per dimostrarglielo» le aveva fatto presente, prima di uscire. «Probabilmente all’epoca pensavi che Rick fosse uno come tanti, uno di cui potevi sbarazzarti non appena ti fosse capitata un’occasione migliore...»
    Non aveva aspettato che Kelly replicasse, anche perché avrebbe finito per sputare una delle sue mezze verità, nelle quali sembrava addirittura che fosse stata lei stessa a morire quella notte maledetta.
     
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    «Kara è la cosa più bella che mi sia mai capitata.»

    che tenerone :wub:!! ma Yuma?

    CITAZIONE
    È facile dire di avere amato qualcuno quando è troppo tardi per dimostrarglielo

    parole sante :angel: ...

    Kelly mi ha dato l'impressione di essere una vecchia zitellla incacchiata per il fatto di essere abbandonata dal mondo intero :trollface:
     
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    CITAZIONE (PÅvoneBiÅnco @ 29/6/2013, 18:22) 
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    È facile dire di avere amato qualcuno quando è troppo tardi per dimostrarglielo

    parole sante :angel: ...

    Quoto! baa60776

    Ma Ronnie comunque mi fa sempre commuovere! AddEmoticons12646

    Uffa... Maya ha avuto i due uomini che piacciono a me... altro che invidia! 1205853756-Pazze5
     
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    @Pavone: in effetti Kelly fa un po' quell'effetto... Yuma arriverà tra un po'. XD

    @Gabriel: sapevo che l'avresti invidiata parecchio. XD
     
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  14. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 29/6/2013, 19:38) 
    @Gabriel: sapevo che l'avresti invidiata parecchio. XD

    Ma era più che ovvio, prima Ronnie e poi Gabriel? No, non ci sto! :muro:
     
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    Se n’era andato, mentre fuori, oltre il vecchio palazzo in cui Kelly abitava, Starlit Spring lo aspettava. Conosceva a memoria ogni angolo della cittadina nella quale aveva passato la maggior parte della sua vita, ma gli sembrava che le strade fossero da scoprire e riscoprire giorno dopo giorno. Quella sera non faceva freddo, né gli pareva ci fosse troppa umidità per rimanere all’esterno.
    Si spostò verso le strade meno trafficate, riflettendo su quanto era successo poco prima. Sebbene fosse abituato al comportamento di Kelly, quella sera aveva letto qualcosa di anomalo nei suoi occhi.
    Ricordò quello che gli aveva comunicato al telefono, qualche ora prima: «Pare che in città ci sia qualcuno interessato a te.»
    «Di cosa parli?» le aveva chiesto Ronnie. «Non c’è mai nessuno che mi cerca.»
    «Me lo posso immaginare» aveva replicato Kelly. «Hai lo straordinario talento di riuscire a distruggere qualunque cosa tu abbia intorno, non dovresti sorprenderti se tutti ti stanno il più lontano possibile!»
    «Invece di dire cazzate» aveva obiettato Ronnie, «Forse faresti meglio a dirmi che cosa sta succedendo.»
    «Non sta succedendo niente» l’aveva rassicurato Kelly. «Anzi, non sono molto sicura che tu possa essere soddisfatto dall’incontro che ho fatto.»
    Dal momento che Kelly non sembrava intenzionata a spiegarsi meglio, Ronnie aveva concluso: «Non sono io che ho fatto l’incontro di cui parli, quindi la cosa mi è indifferente.»
    Mentre andava da lei si era tolto dalla testa quelle chiacchiere già da tempo, ma adesso gli erano tornate in mente.
    Qualcuno lo cercava?
    “Impossibile” si ripeté.
    Chiunque potesse avere bisogno di lui avrebbe saputo dove trovarlo; a Starlit Spring nessuno avrebbe incontrato delle difficoltà nel mettersi in contatto con lui.
    “A meno che non sia qualcuno che viene da fuori.”
    Già, ma chi?
    “Nessuno” considerò ancora. “Probabilmente Kelly s’è inventata tutto per convincermi ad andare da lei.”
    Ronnie smise di pensare e accelerò il passo, davanti alle serrande abbassate dei negozi sotto i portici deserti; gli stessi che durante il giorno erano gremiti di persone che osservavano con interesse le vetrine.
    Poi udì dei passi alle sue spalle e gli riecheggiò in mente la voce di Kelly.
    «La scorsa notte ho sognato Rick. Se solo esistesse un minimo di giustizia tornerebbe qui soltanto per ucciderti.»
    Gli parve quasi di udire il sibilo della voce della ragazza che da anni continuava a cercarlo per scaricare addosso a lui le responsabilità comuni, come se non riuscisse a liberarsi di lui. Era la solitudine che aveva condotto Kelly fino a quel punto? Ed era sempre la consapevolezza che nessun altro potesse capirlo a portarlo sempre da lei, ad ascoltare quelle che in apparenza erano soltanto chiacchiere senza un minimo di senso?
    Ogni volta le immagini si susseguivano rapidamente nei suoi pensieri, come un film destinato a svolgersi sempre nella stessa maniera.
    Rick.
    Kelly.
    L’auto in fiamme.
    Rick.
    Kelly.
    L’auto in fiamme.
    Rick.
    Kelly.
    L’auto in fiamme.
    Rick.
    Kelly.
    L’auto in fiamme.

    Rick avrebbe dovuto tornare; avrebbe davvero dovuto ucciderlo. Dopo quello che era successo, Ronnie sentiva di non meritare altro.
    Si fermò accanto a una serranda chiusa, con una consapevolezza che si faceva viva dentro di lui: i suoi fantasmi, quelli che cercava disperatamente di respingere ogni giorno della sua vita, si stavano affacciando a una porta che non avrebbe mai potuto chiudere.
    Rick.
    Rick.
    Rick.
    Rick.

    Ronnie sentì una lacrima scorrergli lungo la guancia sinistra, che asciugò nel colletto del giubbotto. Quella notte maledetta non avrebbe dovuto esistere, o quantomeno gli eventi non avrebbero dovuto svolgersi a quel modo.
    Margot.
    Margot.
    Margot.
    Margot.

    Se solo lui e Rick fossero tornati indietro...
    “Lui sarebbe ancora vivo, e forse anche Margot.”
    E se quella donna – una sconosciuta che un giorno per lui avrebbe assunto un’importanza a cui non avrebbe mai pensato – non fosse stata assassinata quella notte, anche la vita di Yuma sarebbe stata radicalmente diversa.
    Se la giustizia fosse esistita Rick sarebbe dovuto tornare indietro e mettere fine alla sua esistenza, ma non avrebbe dovuto arrivare da solo.
    Kelly aveva ragione: lui era colpevole, molto più colpevole di quanto lei stessa non potesse immaginare. Rick e Margot avrebbero dovuto tornare dall’aldilà, avrebbero dovuto metterlo di fronte alle sue responsabilità.
    Ronnie udì dei passi alle sue spalle. Per un attimo provò l’illusione che le cose stessero andando proprio così, ma naturalmente sapeva che era impossibile.
    Riprese a camminare, pensando che dopotutto quella non era altro che la sera che seguiva una giornata di sole e che di lì a qualche ora avrebbe lasciato spazio a un nuovo giorno, in cui avrebbe potuto non succedere nulla o in cui lui stesso avrebbe potuto cambiare le cose.
    “Devo farcela” si disse. “Devo lasciarmi alle spalle Kelly.”
    Era l’unica soluzione che aveva: si era liberato di quella ragazza soltanto quando, diversi anni prima, aveva lasciato Starlit Spring per trasferirsi a Black Hill.
    Al suo ritorno era riuscito a restarle lontano, ma poi, quando era distrutto dagli eventi che si erano susseguiti, era tornato da lei che, sadicamente, non faceva altro che mettergli su un piatto d’argento le sue colpe. Per fortuna, almeno, non aveva idea che lui e Rick avessero rifiutato il loro aiuto a Margot Emerson.
    Nella sua mente all’immagine di Margot si sovrappose quella di Yuma. Non aveva idea di che fine avesse fatto, sperava soltanto che fosse felice.
    All’improvviso alle sue spalle i passi si fecero più distinti. La voce di Kelly tornò a rimbombargli in testa.
    «Se solo esistesse un minimo di giustizia tornerebbe qui soltanto per ucciderti.»
    Ronnie diede un’occhiata dietro di lui, aspettandosi quasi di vedere Rick. Naturalmente non fu così, c’era un uomo dai capelli biondi, che probabilmente non aveva niente a che fare con lui.
    Proprio mentre si sentiva sollevato dal fatto che nessuno fosse lì per arrecargli disturbo, si sentì afferrare per un braccio.
    Si fermò di scatto, ripensando anche alla rapina di cui era stato vittima sette anni prima. Forse sarebbe stato più opportuno evitare di andarsene in giro a quell’ora lungo quelle strade buie.
    Dopo quella che gli parve fosse un’eternità, l’uomo alle sue spalle sibilò: «Sì, sto cercando proprio te.»
     
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