Anime di metallo

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    CITAZIONE (GÆBRIEL @ 26/6/2013, 10:18) 
    Che finale col bottoooooooooo!!!! Yeeeeeeeeeeeahhhh! 2-0 per Ronnie!

    Sapevo che ti sarebbe piaciuto! u.u

    CITAZIONE
    @Ronnie: sei un grande! Finalmente hai capito come si fa! Una domanda: hai cambiato spacciatore vero? Hai seguito il mio consiglio! No, perchè se è così hai fatto bene!

    Non ti assicuro al cento per cento che Ronnie abbia seguito il tuo consiglio! XD
    Credo che potrebbe deluderti nei prossimi capitoli. ;)

    CITAZIONE
    @Yuma: Hai tolto le le fette di salame sugli occhi: e finalmente direi! Cioè, ti sei accorta che hai accanto a te un ragazzo speciale... e aggiungo: non lasciartelo sfuggire... Michel non regge il paragone credimi!

    Ahahahahahah, ma povero Michel! :D Tutto sommato anche lui ha il suo perché. U.U
    Anche se devo dire che negli ultimi capitoli l'ho lasciato moooolto in secondo piano. Avrà comunque più spazio nella terza parte...

    CITAZIONE
    Una cosa da dire ufficiale: Patricia è una gran *******! Cioè come gli viene in mente di contattare Michel e dirgli di aiutarla a mettersi con Ronnie... stronza!

    Se la chiami stronza adesso, non oso immaginare cosa dirai quando vedrai i prossimi sviluppi. XD

    CITAZIONE
    E comunque Milù ti devo ringraziare perchè hai messo 3 parti di capitoli fantastici! Non me l'aspettavo!

    Prego. Sono felice che quest'ultimo capitolo e mezzo ti sia piaciuto. ^^

    A presto con gli aggiornamenti. u.u
     
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    Prima parte del capitolo 29.



    Capitolo 29.
    Era strano come in dieci giorni tutto potesse cambiare radicalmente, nonostante una linea di fondo rimanesse invariata.
    Patricia si chiese per l’ennesima volta dove avesse sbagliato. Aveva trascorso gli ultimi tredici anni a fingere e avrebbe continuato, qualunque cosa fosse accaduta nel frattempo. Era riuscita a trovare un equilibrio e non aveva mai pensato che potesse spezzarsi, almeno finché il suo sguardo non aveva incrociato per la prima volta quello di Ronnie Craven.
    Non aveva mai lontanamente immaginato né di potersi innamorare di lui né che ciò che provava nei suoi confronti potesse diventare un’ossessione. Se si era fatta assumere nello stesso luogo in cui lui lavorava era per un motivo ben diverso, che alla luce degli ultimi eventi le sembrava totalmente irrilevante, seppure in realtà non lo fosse.
    Forse era stata pazza a illudersi che le cose tra loro potessero cambiare, ma negli ultimi anni aveva vissuto soltanto per quell’intento, come se tutto il resto non importasse più.
    “Se solo Michel Sallivan avesse accettato di aiutarmi...”
    Si sarebbe trattato di uno scambio di favori nel quale Michel ci avrebbe soltanto guadagnato, tutto sarebbe andato nel migliore dei modi...
    Il telefono che squillava interruppe i suoi pensieri.
    Andò a rispondere, non sapendo cosa aspettarsi.
    La voce di Ronnie ebbe il potere di farla morire e rinascere nello stesso istante, mentre la informava: «Hai ottenuto quello che volevi.»
    Patricia non aveva idea di che cosa stesse parlando: pensava che si fossero già detti tutto il giorno precedente, quando lui aveva scoperto che erano state le pressioni di lei sul loro datore di lavoro a provocarne il licenziamento.
    «Non sai cosa volevo» replicò Patricia, «Non puoi sapere se l’ho ottenuto o meno.»
    In realtà, a parte per il compiacimento per essere riuscita a vendicarsi delle sue confidenze – monologhi strappalacrime sui baci che lui e Yuma si scambiavano nell’oscurità e sull’impossibilità per lui di allontanarsi da quella ragazza – non si sentiva particolarmente realizzata. Desiderava Ronnie con tutte le sue forze e, facendogli perdere il lavoro, probabilmente era risalita in cima alla sua lista nera. Non era certo il modo migliore per conquistarlo e per legarlo a lei per tutto il resto della loro vita.
    «Desideravi tenermi lontano» precisò Ronnie, «E ti assicuro che, da adesso in poi, non ti capiterà più di incontrarmi.»
    Patricia si sforzò di non essere troppo accomodante nei suoi confronti, mentre obiettava: «Non si sa mai. Magari potremmo ritrovarci a passare per la stessa strada.»
    «Lo ritengo molto improbabile» le confidò Ronnie. «Sto per lasciare la città.»
    Quelle parole furono un colpo al cuore.
    «Stai per... per lasciare Black Hill?»
    «Sì. Ormai non c’è più nessun motivo che mi trattenga qui.»
    «C’è sempre Yuma» lo provocò Patricia. «Non hai forse passato gli ultimi giorni a parlarmi soltanto di lei?»
    «Probabilmente l’hai ritenuto talmente squallido da non volere più avere niente a che fare con me. Tutto sommato avevi ragione: quello che ho fatto è stato un grave errore.»
    Un grave errore.
    “Quello che ho fatto io potrebbe essere un grave errore” si ritrovò a valutare Patricia.
    Non aveva certo ipotizzato che Ronnie decidesse di preparare le valigie e di andare via... per trasferirsi dove, tra l’altro?
    «Dove andrai?»
    «Dai miei genitori, almeno per il momento.»
    Patricia sapeva che abitavano a Starlit Spring. Era lontano abbastanza perché esistesse la possibilità concreta che non si incontrassero mai più. Doveva dissuaderlo.
    «Non è una scelta avventata?»
    «Non più di quella di trasferirmi qui, quando venni a Black Hill.»
    «Perché me l’hai detto?» volle sapere Patricia. «Non potevi andartene e basta?»
    Sperava che Ronnie le confidasse di tenerci a lei, nonostante tutto, ma non lo fece.
    «Volevi allontanarmi da te» puntualizzò Ronnie. «Ti ho telefonato soltanto per assicurarti che ci sei riuscita.»
    Riattaccò senza nemmeno darle il tempo di controbattere.
    “Meglio così.”
    Non avrebbe saputo che cosa risponderle.

    Yuma vide Ronnie uscire sul balcone e lo seguì, senza che lui la notasse. Soltanto quando fu al suo fianco si accorse di lei.
    «È vero?»
    Ronnie non capì.
    «Che cosa?»
    «Quello che dicevi al telefono.»
    «Parlavo con Patricia» le spiegò Ronnie, «La segretaria del mio datore di lavoro, quella che mi ha fatto licenziare.»
    «Non ti ho chiesto con chi parlavi» precisò Yuma. «Ti ho chiesto se quello che le hai detto è vero.»
    «Lo è.»
    «Quindi stai per partire per Starlit Spring?»
    Ronnie annuì.
    «Credo che sia la soluzione migliore.»
    «Migliore per chi?»
    «Per Patricia sicuramente.»
    «Non me ne importa niente di Patricia» obiettò Yuma. «Sono sicura che riuscirai a trovare al più presto un altro lavoro.»
    «A te non importa di Patricia e a me nemmeno» confermò Ronnie, «Ma sono sicuro che non abbia tutti i torti.»
    Yuma spalancò gli occhi.
    «Lei ti ha fatto licenziare solo perché non le andava di averti vicino a lei... e tu le dai ragione?»
    «Non le sto dando ragione» obiettò Ronnie, «Semplicemente non voglio limitarmi a scaricare tutte le responsabilità su di lei.»
    «Chi altro dovrebbe essere responsabile di quello che è successo?»
    «Io, suppongo.»
    «Ti sbagli.»
    «Se fossi stato un dipendente così valido e insostituibile, non mi sarei ritrovato senza un lavoro.»
    «Nessuno è insostituibile.»
    «Tu sì.»
    Yuma non capì cosa intendesse.
    «Che cosa c’entro io?»
    «Ti amo con tutto me stesso, Yuma, e quello che provo per te è profondamente sbagliato» rispose Ronnie. «Fin da quando l’ho capito ho fatto di tutto per non mettermi tra te e Michel...»
    «Che cosa c’entra questo col tuo lavoro?» insisté Yuma. «Che cosa c’entra con quella stronza di Patricia?»
    «Forse non c’entra col lavoro, ma c’entra con la mia presenza qui. È l’ennesima prova che, ovunque io vada, finisco sempre per fare qualche casino.»
    «Dovresti smetterla di vedere del marcio in qualunque cosa ti succeda.»
    «Il problema è che, appunto, in qualunque cosa mi succeda c’è sempre del marcio.»
    Yuma sospirò.
    «Questo significa che io sono marcia?»
    «No, significa che lo sono io» ammise Ronnie, «E prima me ne andrò sarà meglio per tutti.»
    «O magari sarà meglio per te stesso» replicò Yuma. «Fuggire di fronte alla realtà è più facile che affrontarla. È la stessa cosa che hai fatto quando te ne sei andato via da Starlit Spring.»
    «Almeno stavolta ho deciso di andare via prima che succedesse qualcosa di irreparabile.»
    «A Starlit Spring non è successo niente di irreparabile. Non è certo colpa tua se tuo fratello guidava ubriaco.»
    «E se ti dicessi che non era lui a guidare?»
    Yuma lo guardò, senza capire.
    «È quello che mi hai sempre raccontato.»
    «È quello che ho raccontato a tutti» ammise Ronnie. «All’epoca pensavo che salvaguardare la mia posizione fosse la cosa più importante. Adesso lo capisci perché sono io ad essere marcio?»
    «Tuo fratello era già morto» puntualizzò Yuma. «Ti sei limitato a trarre vantaggio da una situazione in cui di vantaggi non avresti dovuto averne.»
    «Non ne vado particolarmente fiero.»
    «E allora? Qual è il problema con quello che sta succedendo adesso?»
    «Ho fatto solo errori finora e voglio smetterla.»
    «Andartene è la soluzione migliore?»
    «Sì, lo è, per questo partirò oggi stesso.»
    Yuma si sentì spiazzata.
    «O-oggi?»
    «È la cosa più giusta da fare.»
    «Eppure dici di amarmi.»
    «Questo non ha importanza» replicò Ronnie. «Tu stai insieme a Michel, per me non c’è spazio nella tua vita.»
    «E se io ricambiassi quello che tu provi per me?» gli chiese Yuma. «Questo cambierebbe le cose?»
    Ronnie la guardò negli occhi.
    «Spetta a te deciderlo.»
    «Non vedo come.»
    «Se davvero mi ami, sai dove trovarmi.»
    «Ma sarai lontano.»
    «Sì, sarò lontano. Ma se davvero tu mi amassi saresti disposta a lasciare Michel e a venire da me. Saresti più vicina a tua sorella, a Naive...»
    Yuma lo interruppe: «Mi stai chiedendo di decidere adesso
    «No» la rassicurò Ronnie. «Resterò a Starlit Spring, potrai raggiungermi quando vorrai.»
    Yuma abbassò lo sguardo.
    «E se non dovessi raggiungerti mai?»
    «Vorrebbe dire che non mi ami abbastanza» rispose Ronnie. «Non ci sarebbe niente di più naturale al mondo. L’importante è che tu faccia tutto quello che è in tuo potere per essere felice.»
     
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  3. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 15:00) 
    CITAZIONE (GÆBRIEL @ 26/6/2013, 10:18) 
    Che finale col bottoooooooooo!!!! Yeeeeeeeeeeeahhhh! 2-0 per Ronnie!

    Sapevo che ti sarebbe piaciuto! u.u

    Ammazza oh! Altroché!

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 15:00) 
    CITAZIONE
    @Ronnie: sei un grande! Finalmente hai capito come si fa! Una domanda: hai cambiato spacciatore vero? Hai seguito il mio consiglio! No, perchè se è così hai fatto bene!

    Non ti assicuro al cento per cento che Ronnie abbia seguito il tuo consiglio! XD
    Credo che potrebbe deluderti nei prossimi capitoli. ;)

    Ah ma davvero? Ma allora è proprio de coccio?! :muro:

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 15:00) 
    CITAZIONE
    @Yuma: Hai tolto le le fette di salame sugli occhi: e finalmente direi! Cioè, ti sei accorta che hai accanto a te un ragazzo speciale... e aggiungo: non lasciartelo sfuggire... Michel non regge il paragone credimi!

    Ahahahahahah, ma povero Michel! :D Tutto sommato anche lui ha il suo perché. U.U
    Anche se devo dire che negli ultimi capitoli l'ho lasciato moooolto in secondo piano. Avrà comunque più spazio nella terza parte...

    Sono per Ronnie! Il Team non si cambia, per quanto Michel ce la possa mettere tutta! :arf3:

    Si infatti me n'ero accorta che l'hai lasciato in secondo piano, ma personalmente non è che mi sia dispiaciuto! :xD:

    Invece per Gabriel quanto dovrò aspettare? :perplex:


    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 15:00) 
    CITAZIONE
    Una cosa da dire ufficiale: Patricia è una gran *******! Cioè come gli viene in mente di contattare Michel e dirgli di aiutarla a mettersi con Ronnie... stronza!

    Se la chiami stronza adesso, non oso immaginare cosa dirai quando vedrai i prossimi sviluppi. XD

    Sicura che gli ho solo dato della stronza? :ombrell:

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 15:00) 
    CITAZIONE
    E comunque Milù ti devo ringraziare perchè hai messo 3 parti di capitoli fantastici! Non me l'aspettavo!

    Prego. Sono felice che quest'ultimo capitolo e mezzo ti sia piaciuto. ^^

    A presto con gli aggiornamenti. u.u

    :g-milu: Ora voglio il continuo però! u.u

    Edit: non mi ero accorta che avevi messo un'altro pezzo... leggo... u.u

    @Ronnie: *me lo abbraccia*

    Ne sta passando troppe, poverino! Però non capisco la telefonata a quella gran p*****a di Patricia, cioè poteva evitarsela! Sto ragazzo è masochista!

    @Yuma: Ha ragione Ronnie, sai!

    Sono curiosa di sapere cosa deciderà! u.u
     
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    Ah ma davvero? Ma allora è proprio de coccio?!

    Mhm... no, dai, tutto sommato il SUO comportamento non ti deluderà... certe cose che accadranno, però, secondo me ti lasceranno un po' di amaro in bocca. u.u

    CITAZIONE
    Invece per Gabriel quanto dovrò aspettare?

    In effetti quello ricomparirà solo nella terza parte...

    CITAZIONE
    Sicura che gli ho solo dato della stronza?

    non più. :D

    CITAZIONE
    Ne sta passando troppe, poverino! Però non capisco la telefonata a quella gran p*****a di Patricia, cioè poteva evitarsela! Sto ragazzo è masochista!

    Inizio a condividere il tuo parere sul fatto che sia masochista. XD
     
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  5. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 18:15) 
    CITAZIONE
    Ah ma davvero? Ma allora è proprio de coccio?!

    Mhm... no, dai, tutto sommato il SUO comportamento non ti deluderà... certe cose che accadranno, però, secondo me ti lasceranno un po' di amaro in bocca. u.u

    Questa cosa mi lascia perplessa... :unsure:

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 18:15) 
    CITAZIONE
    Invece per Gabriel quanto dovrò aspettare?

    In effetti quello ricomparirà solo nella terza parte...

    :(

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 18:15) 
    CITAZIONE
    Ne sta passando troppe, poverino! Però non capisco la telefonata a quella gran p*****a di Patricia, cioè poteva evitarsela! Sto ragazzo è masochista!

    Inizio a condividere il tuo parere sul fatto che sia masochista. XD

    Ovvio! :xD:

    Avevo scordato a dirti una cosa: sto preparando una sorpresa che spero ti piacerà! :)
     
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    Nel finale di capitolo scoprirai che cosa può lasciare l'amaro in bocca. u.u
    Per quanto riguarda la sorpresa... Attendo! :woot: :woot: :woot:




    Quando il campanello suonò, Patricia si fiondò ad aprire la porta.
    «Ti aspettavo.»
    Michel la fissò duramente.
    «Che cosa vuoi?»
    «Entra» lo invitò Patricia. «Ti offro un caffè.»
    «Per quanto possa sembrarti strano, non ho l’abitudine di bere caffè.»
    «Allora qualcos’altro.»
    «Spero che tu non mi abbia chiamato qui solo per offrirmi da bere» tagliò corto Michel. «Non ho intenzione di perdere altro tempo.»
    «Devo ricordarti che sono in possesso di informazioni che potrebbero esserti molto utili, se tu ti decidessi a starmi a sentire?»
    «Non ce n’è bisogno.»
    «Allora entra» ripeté Patricia.
    Finalmente Michel varcò la soglia.
    Patricia si affrettò a richiudere la porta, prima che potesse cambiare idea.
    «Vieni con me.»
    Lo condusse in soggiorno e lo invitò a sedersi. Seppure controvoglia, Michel accettò proprio mentre lei faceva lo stesso.
    «Allora?» la esortò. «Ti sei resa conto che la tua proposta non aveva senso e hai deciso di mettermi al corrente di quello che sai anche senza ricorrere a sotterfugi che per una donna della tua età sarebbero totalmente inadeguati?»
    Patricia s’irrigidì.
    «Perché dobbiamo parlare della mia età?»
    «Hai ragione, perché dovremmo parlarne?» ribatté Michel. «Dopotutto ci sono argomenti molto più interessanti. Uno di questi è: chi ha ucciso Margot Emerson?»
    Patricia si sentì più sollevata.
    «Pensi davvero che non voglia niente in cambio?»
    «Quello che vuoi, non sono disposto a dartelo» replicò Michel. «Tra l’altro mi risulta che Ronnie sia stato licenziato e che tu c’entri qualcosa.»
    Patricia annuì.
    «Non ho potuto evitarlo.»
    «Mi è permesso dirti che non ti capisco?»
    «Ti è permesso eccome, ma se ti ho chiamato qui è proprio per permetterti di capire.»
    Michel scosse la testa.
    «Non m’interessa.»
    Fece per alzarsi in piedi, ma Patricia lo trattenne.
    «No, non puoi andartene.»
    «Sì che posso.»
    «No, Michel, non puoi: siamo coinvolti entrambi» insisté Patricia. «Il tuo aiuto potrebbe essermi fondamentale.»
    «Non c’è nessun motivo per cui dovrei immischiarmi nelle tue faccende private» obiettò Michel, ancora riluttante. «Se vuoi conquistare Ronnie, pensaci tu!»
    Patricia sapeva come convincerlo.
    «Sono stata la confidente di Ronnie, negli ultimi tempi.»
    «E allora?»
    «Mi ha raccontato che lui e Yuma si amano platonicamente. Ma, come tu stesso ben saprai, l’amore difficilmente rimane platonico molto a lungo...» Patricia andò a cercare lo sguardo di Michel. «E difficilmente lo rimane quando una ragazza si sente trascurata dal suo ragazzo ufficiale...» Fu in quel momento che si accorse che Michel iniziava a crederle – e se si fosse fidato di lei, ne era certa, l’avrebbe aiutata a realizzare il suo piano. «Rifletti: se io riuscissi ad avere Ronnie, tu non avresti problemi a riconquistare Yuma.»

    Ronnie se n’era andato davvero, Yuma non riusciva a crederci. Era partito da meno di un’ora, lasciando in una busta la sua quota dell’affitto e un biglietto dove comunicava a Michel che se ne stava andando in via definitiva. Si chiese quanto tempo sarebbe passato prima che Michel lo leggesse. Forse ore, probabilmente era fuori ancora una volta per motivi di lavoro e chissà quando sarebbe rientrato.
    Per la prima volta dopo tanto tempo, Yuma sentì di non avere bisogno della sua presenza. Le bastò un istante per rendersi conto di quale fosse la cosa giusta da fare.
    «Se davvero mi ami» le aveva detto Ronnie, «Sai dove trovarmi.»
    Lo sapeva perfettamente, così come sapeva che il suo futuro era accanto a lui.
    Di certo Ronnie non si aspettava che lo raggiungesse a Starlit Spring immediatamente, ma l’avrebbe fatto.
    Andò a infilare in uno zaino tutto ciò che le premeva portare con sé e, quando fu colmo, iniziò a riempirne un altro.
    Fece più in fretta che poté, in modo da non fare in tempo a pentirsi di quella scelta in apparenza avventata. Non appena terminò chiamò un taxi, sul quale salì nemmeno un quarto d’ora dopo avere riappeso il ricevitore ed essersi allontanata dal telefono.
    Si fece scaricare di fronte alla stazione. Sarebbe corsa all’istante dall’altra parte della strada nonostante il semaforo rosso, se non avesse corso il rischio di essere investita dalle lunghe colonne di automobili in transito.
    Non appena scattò il verde attraversò la via senza più preoccuparsi di nulla. Per la prima volta dopo tanto tempo si sentì sicura di sé, certa di avere preso la decisione migliore.
    Il tempo che impiegò per raggiungere la biglietteria le sembrò infinito. Si mise in coda, senza notare l’uomo che aspettava dietro di lei finché non udì la sua voce.
    «Dove pensi di andare?»
    Yuma sussultò, prima di girarsi molto lentamente.
    «Che cosa ci fai qui?»
    «Pensavi davvero che avrei rinunciato a te?» sibilò Melvin. «Sono stato meno pressante che potevo, ma quando Dean mi ha confermato che stavi lasciando la città non ho potuto fare a meno di venire a raggiungerti.»
    Yuma lo guardò con fermezza.
    «Cosa vuoi ancora?»
    «Se vieni a casa mia lo scoprirai» la informò suo padre. «Sicuramente Heaven sarà molto felice di rivederti.»
    Yuma raggelò.
    «Heaven?»
    «È tornata da me» le spiegò Melvin.
    «Non ti credo. Naive me l’avrebbe detto.»
    «Ti sbagli. Le ho promesso che, se avesse tenuto la bocca chiusa, non avrei fatto niente di male alla ragazzina.»
    «Continuo a non crederti» ribadì Yuma.
    «Allora forse crederai a questa.» Suo padre prese fuori una fotografia che teneva in tasca. «Ne sei convinta, adesso?»
    Scattata con una Polaroid, la foto ritraeva Melvin insieme alla figlia minore. I capelli della ragazzina, lunghi l’ultima volta in cui Yuma l’aveva vista, erano tagliati a caschetto.
    «Come hai fatto a portarla via?»
    Melvin ridacchiò.
    «Qualcuno potrebbe chiamarlo rapimento. Io preferisco usare altri termini: dopotutto Heaven è mia figlia ed è giusto che rimanga con me.»
    «Tu sei pazzo» replicò Yuma. «Sei completamente pazzo.»
    «Forse hai ragione» ammise suo padre, «Ma dal momento che ho avuto la fortuna di riuscire a trovarti prima che decidessi di salire su un treno e andartene, potresti fermarti ancora un po’. Sono sicuro che troveremo un accordo che possa accontentarci tutti e due... anzi, tutti e tre, dal momento che sei sempre stata molto interessata al futuro di tua sorella.»
     
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  7. GÆBRIEL
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    Ma che razza di bastardo pedofilo! So io cosa gli farei a sto tizio... -_-

    E per non parlare della tr**a di Patricia! A lei la trascinerei per i capelli con un carro funebre! E Michel che le va dietro! <_<
     
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    Ma che razza di bastardo pedofilo! So io cosa gli farei a sto tizio...

    Prima che questo tizio possa fare una brutta fine, però, passerà ancora un bel po'. u.u

    CITAZIONE
    E per non parlare della tr**a di Patricia! A lei la trascinerei per i capelli con un carro funebre! E Michel che le va dietro!

    Ahah, povera Patricia! :P
    Può darsi che comunque intorno al finale conquisti alcuni punti simpatia ai tuoi occhi (in seguito, molto in seguito, capirai perché).
     
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  9. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 20:25) 
    CITAZIONE
    Ma che razza di bastardo pedofilo! So io cosa gli farei a sto tizio...

    Prima che questo tizio possa fare una brutta fine, però, passerà ancora un bel po'. u.u

    Con mio dispiacere, per l'appunto! <_<
    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 20:25) 
    CITAZIONE
    E per non parlare della tr**a di Patricia! A lei la trascinerei per i capelli con un carro funebre! E Michel che le va dietro!

    Ahah, povera Patricia! :P
    Può darsi che comunque intorno al finale conquisti alcuni punti simpatia ai tuoi occhi (in seguito, molto in seguito, capirai perché).

    Dici? Beh allora staremo a vedere! :P
     
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    Con mio dispiacere, per l'appunto!

    Se accadesse subito, però, il romanzo finirebbe più in fretta e non ricomparirebbe Gabriel... :rolleyes:
     
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  11. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 21:28) 
    CITAZIONE
    Con mio dispiacere, per l'appunto!

    Se accadesse subito, però, il romanzo finirebbe più in fretta e non ricomparirebbe Gabriel... :rolleyes:

    Ah no... allora attendo... che la sua fine sia mooooooolto lenta allora! :xD:
     
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    Ah no... allora attendo... che la sua fine sia mooooooolto lenta allora!

    Meglio così. :D
     
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    Lo so, sto postando in modo mooooolto frenetico, nel senso che i capitoli arrivano alla velocità del suono ultimamente. Ma effettivamente in questi 13 mesi e mezzo in cui mi sono occupata, a momenti alterni, di questo romanzo non sono stata poi così tanto ferma come poteva sembrare...
    Parte di quello che avevo già scritto era soltanto da sistemare un po'...




    Capitolo 30.
    Era ormai troppo tardi quando Michel si rese conto che era stata anche colpa sua: se solo avesse messo Yuma al corrente delle sue intenzioni, se solo l’avesse ascoltata, anziché ripetere la sua stupida promessa – “entro la fine di aprile sarà tutto sistemato e finalmente avrò tempo anche per te” – a ogni ora del giorno e della notte, forse qualcosa sarebbe cambiato davvero, lei non se ne sarebbe andata...
    Ormai era tardi per rimediare, poteva solo sperare che lei capisse: non era stato per egoismo, era soltanto stato travolto dall’apparente felicità che aveva fatto da contorno alle loro vite e, per effetto di una stabilità illusoria, non aveva fatto caso al resto del mondo che lentamente si sgretolava; credeva davvero che le questioni di lavoro dovessero venire prima di ogni altra cosa, quando c’era di mezzo la verità proprio sull’omicidio della madre di Yuma.
    Quella ragazza era comparsa nella sua vita poco più di un anno prima, lasciandolo spiazzato. Si poteva dire che provenissero da pianeti diversi, che nulla li accomunasse, almeno prima vista. Erano andati oltre le apparenze, avevano scoperto di avere molti punti di contatto. Non ne avevano mai avuti abbastanza perché Yuma accettasse di parlargli dell’inferno dal quale proveniva. Gli aveva raccontato dell’assassinio di sua madre, di un colpevole senza nome che non avrebbe mai pagato per quello che aveva fatto, ma non aveva mai fatto cenno all’altro lato della medaglia.
    Michel rilesse la lettera che gli aveva lasciato, di nuovo sconcertato dal breve passaggio in cui gli raccontava degli abusi sessuali subiti. Non sapeva, però, se a sconvolgerlo fosse questo oppure ciò che aveva scritto subito dopo.

    Non ho mai voluto parlartene perché temevo di essere giudicata. Non ne ho mai parlato con nessuno, tranne che con Naive e con Ronnie.

    “Perché?” si chiese Michel, per l’ennesima volta. “Perché non si è fidata di me fino in fondo? Perché ne ha parlato con Ronnie e non con me?”
    Adesso Yuma se n’era andata. Se n’era andata perché lui non aveva fatto nulla per trattenerla.
    “Non può avere niente di meglio di quello che posso darle io” si era ripetuto fino allo sfinimento, credendo che bastasse.
    Forse Yuma se n’era andata per sempre. Forse non si sarebbe mai messa in contatto con lui, condannandolo all’incertezza.

    Non so dirti se un giorno ci rivedremo, so soltanto che rimanere qui, accanto a te, sarebbe un sbaglio. Ormai ho già sbagliato tanto, ma non voglio commettere un altro errore.

    Michel sobbalzò udendo il telefono che usciva dal proprio mutismo. Non aspettava chiamate e questo poteva significare tante cose, per esempio che Tom Harvey voleva fargli una nuova proposta. Sperava solo che non fosse così, ne aveva abbastanza di lui..
    Afferrò il ricevitore, temendo che questo potesse sfuggire dalle sue mani e mostrarsi irreale quanto la vita che aveva creduto di vivere insieme a Yuma.
    «P-pronto?» balbettò.
    «Michel?»
    Sentì un tuffo al cuore nell’udire la voce della ragazza che amava. Forse aveva soltanto bisogno di staccare la spina, oppure aveva deciso di trascorrere un po’ di tempo insieme a Naive e a Heaven... o magari di affrontare suo padre una volta per tutte.
    «Yuma!» esclamò. «Yuma, meno male che hai chiamato!»
    All’improvviso gli sembrò che tutto ciò che era accaduto perdesse d’importanza. Che cosa importava, in fondo, se Ronnie si era innamorato di lei? Ronnie era partito per Starlit Spring, probabilmente non sarebbe mai più tornato a Black Hill. Yuma, invece, stava tornando da lui, anche se, per ora, si manifestava soltanto attraverso un telefono.
    «Come stai, Michel?»
    «Tutto bene, ora che ho sentito la tua voce.»
    «Anch’io sto bene» rispose Yuma, con molta fermezza nella voce, forse troppa per un’affermazione così banale. «Sono felice di sapere che è così anche per te.»
    Michel sentì un fastidioso ronzio in sottofondo.
    «La linea mi sembra un po’ disturbata» non poté fare a meno di osservare. «Dovresti chiamare un tecnico.»
    «No, la linea non ha nulla che non va» obiettò Yuma. «Sto chiamando da un telefono pubblico, affacciato alla strada.»
    «Non sei a casa di tuo padre, quindi?»
    Michel si pentì immediatamente della domanda. Avrebbe dovuto aspettarsi, ovviamente, che Yuma non vi sarebbe più tornata.
    «Ovviamente no» rispose lei, ma non gli parve seccata. «Perché dovrei?»
    «Pensavo che fosse la cosa più naturale. Ti aspetto qui, allora.»
    «No, Michel, non tornerò.»
    Le parole di Yuma lo spiazzarono.
    «È per tua sorella che lo fai, non è vero?» le chiese Michel. «Se vuoi stare con lei per proteggerla, ti capisco.» Fece una lunga pausa, come in attesa di parole che non arrivarono «Sappi, però» aggiunse quindi, «che sarei disposto a seguirti in capo al mondo.»
    «Heaven resterà con Naive» replicò Yuma. «Forse non riuscirò nemmeno a vederla molto spesso.»
    «Vuoi dire che te ne stai andando completamente sola?»
    La risposta di Yuma tardò ad arrivare.
    «Allora?» insisté Michel. «Stai davvero per andare via completamente sola?»
    «Che c’è, hai paura che non me la sappia cavare, per conto mio?» ribatté Yuma. «Ti ho mai dato questa impressione?»
    «Certo che no, ma...»
    «Va beh, Michel, è giusto che tu sappia come stanno le cose» concluse Yuma. «Sto per...»
    Michel la interruppe: «Ovunque tu stia pensando di andare, ripensaci. Tua sorella è insieme a tua zia, non sei costretta a occuparti di lei. Appena riattaccherai chiamerò Harvey e gli dirò che per un po’ deve fare a meno di me.» Parlava più in fretta che poteva, temendo di essere fermato a sua volta dalla voce di Yuma. «Potremmo prenderci una vacanza, magari. So che in queste ultime settimane non ci sono stato per te, ma sono sicuro che riusciremo a metterci alle spalle tutte le cose spiacevoli che sono accadute e che hanno minato il nostro rapporto.»
    «Ha davvero così senso continuare a parlare di noi?» replicò Yuma. «La verità è che abbiamo capito entrambi che non può funzionare e abbiamo passato fin troppo tempo a negarlo.»
    «Lo so, ce l’hai con me perché ho dato troppo spazio al lavoro e sono venuto meno alla mia promessa. Mi dispiace davvero.»
    «No, non è così, ormai il tuo lavoro non ha più importanza.»
    Michel sbuffò.
    «E allora, se non è così, perché non vuoi tornare?»
    «Sto per partire per Starlit Spring insieme a Ronnie» gli comunicò Yuma.
    Per poco Michel non lasciò cadere il ricevitore per lo stupore.
    «Che cosa?! Capisco che tu abbia qualcosa da risolvere a Starlit Spring, ma... come ti viene un’idea del genere? Che cosa pensi di fare nella tua città natale? Non...»
    Yuma lo interruppe: «Il problema non è quello che farò a Starlit Spring. Non so nemmeno se ci resteremo. È meglio se io e te non ci sentiamo più.»
    «E perché non dovremmo sentirci?»
    «Ronnie non mi sta solo accompagnando» gli spiegò Yuma, con una freddezza tale da lasciarlo senza parole. «Io e lui ci amiamo, resterò con lui ovunque vada. È per questo che ti sto chiedendo di uscire dalla mia vita.»
    Michel rimase in silenzio, incerto. Aveva davvero sentito bene?
    «Ci sei ancora?» gli chiese Yuma.
    «Ti interessa davvero?» replicò lui. «Che io ci sia ancora o non ci sia più, ti cambia davvero qualcosa?»
    «Per quanto ti possa sembrare difficile, sì.»
    «Mi dispiace, ma non riesco a crederti.»
    «Lo so, probabilmente quello che ti ho detto sarà stato spiazzante per te, ma non potevo fare a meno di comunicarti le mie intenzioni» rispose Yuma. «Un giorno capirai.»
    «Un giorno capirò?» ripeté Michel. «E, sentiamo, che cosa dovrei capire? Che le uniche due persone di cui mi fidavo si sono coalizzate contro di me?»
    «Invece comprenderai che io e te non siamo fatti per stare insieme» replicò Yuma. «Non ha senso sforzarsi di far andare avanti qualcosa che non funziona.»
    «Siete tu e Ronnie che avete deciso che tra me e te non può funzionare!» replicò Michel. «Nulla di tutto ciò è stato una scelta mia.»
    «Non sempre si può scegliere di comune accordo; nel nostro caso è andata così» obiettò Yuma. «A volte deve essere uno dei due ad avere la forza di prendere la decisione migliore, e in questo caso la scelta migliore è quella di lasciarci una volta per tutte.»
    «Forse hai ragione. Però su una cosa la penso come te: è molto meglio se esco dalla tua vita; non ho alcuna intenzione di avere mai più nulla a che fare con te!»
    Non le lasciò nemmeno il tempo di rispondere, prima di riattaccare. Cercò di immaginarsi quale potesse essere stata l’espressione di Yuma, nel sentire le sue parole. Aveva davvero così importanza?
    «Fottiti» mormorò, rivolto a lei, nonostante non fosse lì ad ascoltarlo. «Fottiti, Yuma, e sparisci dalla mia vita!»
     
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  14. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 26/6/2013, 23:47) 
    Lo so, sto postando in modo mooooolto frenetico, nel senso che i capitoli arrivano alla velocità del suono ultimamente. Ma effettivamente in questi 13 mesi e mezzo in cui mi sono occupata, a momenti alterni, di questo romanzo non sono stata poi così tanto ferma come poteva sembrare...
    Parte di quello che avevo già scritto era soltanto da sistemare un po'...

    Guarda che a me fa solo piacere se posti in modo frenetico! :lol: Meglio per me che leggo!

    Alors: poverino Michel però! Yuma l'ha piantato in asso al telefono, ma non poteva affrontarlo di persona... e comunque secondo me Michel ama davvero Yuma.

    :unsure: c'è qualcosa che non torna però... ma Yuma non aveva incontrato suo padre? Che ha fatto? E' scappata lo stesso? *i'm confused*


    Ps: la sorpresa a breve cercherò di fartela avere! ^_^
     
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    In effetti... povero Michel, hai ragione! :D
    Per quanto riguarda quello che è successo a Yuma... lo scoprirai in questa seconda parte del capitolo. ^^ Diciamo che tu hai dato troppo per scontato che lei stesse veramente partendo. U.U
    Per la sorpresa... attendo! A proposito, devo spaventarmi? :lol:



    Yuma rimase a guardare il telefono. Suo padre era accanto a lei.
    «Hai preso la decisione migliore» le comunicò, con aria soddisfatta. «Sono fiero di avere una figlia come te.»
    «Dovrei esserne felice?»
    «Suppongo di sì, perché non dovresti? Spero che un giorno anche tu sarai orgogliosa di avermi come padre.»
    Yuma si voltò di scatto, guardandolo negli occhi.
    «Che cos’hai detto?»
    «Spero che sarai orgogliosa di me, prima o poi» ribadì lui. «Sai benissimo che per me è molto importante avere la tua approvazione.»
    «E tu sai benissimo che non accadrà mai nemmeno tra un milione di anni» replicò Yuma. «Se ho accettato la tua condizione, è soltanto perché voglio proteggere mia sorella.» Ripensò con orrore a Heaven e ai suoi occhi spaventati, finalmente consapevole che l’uomo che aveva sempre stimato poteva rivelarsi più pericoloso di quanto avesse sempre creduto. «Non posso permettere che le capiti quello che è successo a me.»
    Suo padre si avvicinò lentamente.
    «Tu non mi hai mai capito...»
    Yuma arretrò di un passo.
    «Invece ormai ti ho capito benissimo» replicò. «So fino a che punto si spinge la tua bassezza, so che per me quest’incubo non finirà mai...»
    «Sbagli a chiamarlo incubo» ribatté suo padre. «Non ti sei mai sforzata di guardare le cose dal lato positivo, è questo il problema.»
    «Non sapevo che ne avessero uno.»
    «Certo che ce l’hanno. Sai, Yuma, l’amore ha mille sfaccettature, tua madre me lo ripeteva sempre. Pensi che fosse pazza?»
    «Forse lo era» ammise Yuma. «Se non lo fosse stata, come avrebbe potuto provare qualcosa che somigliasse all’amore per un verme come te?»
    Suo padre rise.
    «Mi piaci quando cerchi di mostrarti determinata. È solo una farsa, in realtà. Lo sai perfettamente, ti piegherai alle mie volontà ancora per molti anni.»
    «Sì, forse» convenne Yuma. «Sappi, però, che lo faccio soltanto perché in qualche modo sei riuscito a portarti via Heaven e mi hai promesso che, in cambio del mio sacrificio, la riporterai da Naive e che le permetterai di vivere lontana da te. Se non fosse per questo, me ne sarei andata davvero a Starlit Spring.»
    «Non mi serve più tua sorella, puoi stare tranquilla» replicò lui. «Adesso ci sei tu e so che non te ne andrai più.»
    Yuma abbassò lo sguardo.
    «Lo so.»
    Suo padre insisté: «Sai come andrebbe a finire se tu te ne andassi, non è vero?»
    Yuma annuì.
    «Ovvio, non hai fatto altro che ripetermelo.»
    «Bene» concluse suo padre. «Cerca di non dimenticartelo mai, Margot.»
    «Non chiamarmi Margot.»
    «Tua madre apprezzerebbe.»
    «Io invece penso che si rivolterebbe nella tomba per il disgusto, se sapesse davvero che razza di uomo sei.»
    Melvin sogghignò.
    «Devo ammettere che in qualcosa sei molto migliore di lei: Margot non è mai stata così melodrammatica.» Si fece serio di colpo. «Tornando a noi, ti ricordo che sei libera di andartene quando vuoi, ma non appena varcherai la porta di casa per andartene, tua sorella si trasferirebbe da me in pianta stabile e prenderebbe il tuo posto... in tutti i sensi.»
    «Ti assicuro che non me ne andrò mai, non contro la tua volontà, almeno» ribadì Yuma. «Non c’è niente di più importante di lei.»
    «Quindi, per il suo bene, non avrai problemi a sparire per sempre anche dalla sua vita» suggerì lui. «Mi sembra che sia la soluzione migliore.»
    Yuma sospirò.
    «Dovrei?»
    «Accetti questa condizione?» insisté Melvin. «Non ti chiedo il tuo parere, ti sto solo pregando di dirmi sì o no.» I suoi occhi brillarono per un istante. «Immagino che tu sappia quale delle due risposte è quella giusta.»
    Yuma lo guardò negli occhi.
    «Sì, accetto la tua condizione.»
    «E naturalmente» aggiunse suo padre, «Non dovrai più avere niente a che fare neanche quella stronza di tua zia.»
    Yuma si morse la lingua per non protestare.
    Non le sembrava giusto che suo padre definisse Naive con quel termine, ma d’altronde non valeva la pena di discutere di una simile sottigliezza, non in una situazione del genere, almeno.
    «Allora?» insisté Melvin. «Non dici niente?»
    «Farò anche questo» concesse Yuma. «Te l’ho già detto più di una volta: per salvaguardare Heaven farò tutto quello che mi chiederai.»
    Suo padre la guardò con aria compiaciuta.
    «L’ho sempre detto che non avrei potuto sperare di avere una figlia migliore di te.»
    Yuma non rispose.
    Abbassò lo sguardo, prese a fissare il pavimento, chiedendosi se non si sarebbe mai pentita del suo spirito di sacrificio troppo grande.
    Michel non faceva più parte della sua esistenza.
    Heaven non faceva più parte della sua esistenza.
    Naive non faceva più parte della sua esistenza.
    Avrebbe tollerato tutto questo per molti anni, ne era convinta, ma difficilmente sarebbe riuscita a sfuggire per sempre a ciò che in quel momento era in cima ai suoi pensieri.
    Ronnie.
    Anche Ronnie non faceva più parte della sua esistenza.
    Avrebbe potuto tollerare tutto il resto, ma come sarebbe riuscita ad accettare quella spaccatura così profonda con il suo recente passato?
    “Un giorno ci rincontreremo” pensò.
    Non poteva pretendere chissà che cosa: Ronnie si sarebbe rifatto una vita, probabilmente si sarebbe dimenticato di lei.
    Era giusto così. Si sarebbe accontentata anche soltanto di guardarlo negli occhi un’altra volta, non importava quanti anni avrebbero dovuto passare nel frattempo, senza mai rivelargli la vera ragione per cui l’aveva lasciato partire per Starlit Spring.
    Dentro di sé aveva la convinzione che non sarebbero servite parole: Ronnie avrebbe compreso tutto, da solo, come aveva sempre fatto.
     
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