Anime di metallo

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    Per il backstage ci vorrà ancora un po' perché volevo raccontare un po' di cose legate a questo romanzo. u.u

    Sono felice che per te il romanzo si stia facendo interessante. *-* Comunque posterò a breve, anche perché ho già vari capitoli quasi-pronti. Ronnie ricomparirà proprio nel prossimo capitolo. ^^
     
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  2. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 22/5/2013, 15:44) 
    Per il backstage ci vorrà ancora un po' perché volevo raccontare un po' di cose legate a questo romanzo. u.u

    Spero non così tanto tempo... :rolleyes:

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 22/5/2013, 15:44) 
    Sono felice che per te il romanzo si stia facendo interessante. *-* Comunque posterò a breve, anche perché ho già vari capitoli quasi-pronti. Ronnie ricomparirà proprio nel prossimo capitolo. ^^

    Mooolto interessante direi! :D

    :woot: Tu allora posta che io leggo!!!!
     
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    Spero non così tanto tempo...

    No, non ci vorrà TROPPO tempo. Diciamo che eventualmente potrebbe arrivare oggi pomeriggio... o al più domani. ^^
     
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    hey ciao Milù!! ho cominciato a leggere anche questo tuo romanzo :D , mi chiedo solo una cosa: ma come c***o fai a scrivere così tante robe contemporaneamente??! guarda, da questo punto di vista ti invidio un casino :rolleyes: !

    per il resto, è tutto molto misterioso. aspetto altre informazioni per fare qualche congettura sensata ;)

    ps. ci sono alcuni errori di battitura, che potresti correggere con una semplice riletta ;)

    attendo con ansia il seguito *____*
     
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    Ehiiiii! *-* Ma che piacere averti come lettrice anche qui! <3
    In effetti non lo so come faccio a gestire così tanta roba contemporaneamente e soprattutto a non fare confusione tra un romanzo e l'altro! :D Comunque questo è un progetto che ho in cantiere da oltre un anno e per il momento si tratta di revisionare. ^^

    Il seguito arriverà a breve... e sono felice di sapere che ci saranno future congetture! *_______*
     
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    In effetti non lo so come faccio a gestire così tanta roba contemporaneamente e soprattutto a non fare confusione tra un romanzo e l'altro

    infatti è proprio lì che temo che ci si possa creare confusione :wacko: . anch'io avevo in mente un'altro romanzo ma non lo sto iniziando a scrivere perchè ho paura di non avere tempo per portarne avanti tutti e due insieme :(

    CITAZIONE
    Il seguito arriverà a breve...

    evvai :gioia: !!!
     
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    anch'io avevo in mente un'altro romanzo ma non lo sto iniziando a scrivere perchè ho paura di non avere tempo per portarne avanti tutti e due insieme

    Magari puoi provare e, se proprio vedi che non riesci, interrompere... ;)
     
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  8. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 23/5/2013, 15:38)
    No, non ci vorrà TROPPO tempo. Diciamo che eventualmente potrebbe arrivare oggi pomeriggio... o al più domani. ^^

    :woot: Notizia Favolosaaaaaa! :gioia:
    *me si mette a cantare*La vita fa tic tac,il ritmo fa tic tac, accendi il ritmo della vita con tic ta!,


    CITAZIONE (PavoneBianco @ 23/5/2013, 15:56) 
    mi chiedo solo una cosa: ma come c***o fai a scrivere così tante robe contemporaneamente??! guarda, da questo punto di vista ti invidio un casino :rolleyes: !

    Ecco, questa è una cosa che mi domando anche io!


    CITAZIONE (PavoneBianco @ 23/5/2013, 15:56) 
    attendo con ansia il seguito *____*

    E siamo in 2! -_-

    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 23/5/2013, 17:31)
    In effetti non lo so come faccio a gestire così tanta roba contemporaneamente e soprattutto a non fare confusione tra un romanzo e l'altro!

    Solo tu puoi, mi sa! :xD:

    CITAZIONE (PavoneBianco @ 23/5/2013, 18:39) 
    infatti è proprio lì che temo che ci si possa creare confusione :wacko:

    Idem con patate! E poi, se possibile, mi ci metti anche il prosciutto! :wacko:
    Lasciatemi perdere... oggi... mi faccio schifo da sola :emplk:


    CITAZIONE (PavoneBianco @ 23/5/2013, 18:39) 
    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 23/5/2013, 17:31)
    Il seguito arriverà a breve...

    evvai :gioia: !!!

    Ohyesssssssssssssssssssss! :clap:
     
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    Ragazze, ecco qui il backstage!
    https://scrittoridellanotte.forumcommunity.net/?t=54411876
     
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  10. GÆBRIEL
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    CITAZIONE (»Milù Sunshine» @ 24/5/2013, 15:00) 

    Corroooooooooo!
     
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    Intanto pensavo, se non hai niente in contrario :D , di postare la prima parte del terzo capitolo. ^^



    Capitolo 3.
    Alle dieci della sera, cercando invano tra i canali televisivi un programma che gli interessasse, Ronnie si ritrovò a domandarsi se davvero Michel fosse partito per Dark River. C’era qualcosa di strano nella sua voce, tanto per un attimo si ero chiesto se fosse stato davvero sincero. Era un pensiero assurdo? Forse. Perché, in fin dei conti, il suo coinquilino avrebbe dovuto mentirgli?
    “Lo sai perfettamente” ricordò a se stesso. “Non dice mai tutto fino in fondo.”
    Il sospetto che Michel si occupasse di qualcosa di illecito c’era sempre stato, ma in certi momenti si intensificava, proprio come in quell’occasione. Non era da lui andarsene senza specificare quanto tempo sarebbe mancato, nonostante l’apparente disorganizzazione che condizionava la sua vita. Era questo il motivo per cui Ronnie sentiva il bisogno di vederci più chiaro.
    Spense il televisore.
    “Forse farei meglio a badare ai fatti miei, ma...”
    Si avviò verso la stanza di Michel. Se n’era già andato da più di un’ora, era in strada verso Dark River o qualche altra località che preferiva tenere segreta, non avrebbe mai saputo che si era spinto a dare un’occhiata.
    Spalancò la porta, che era socchiusa, e si guardò intorno. C’era più ordine del solito. Non che Michel fosse disordinato, anzi, non era certo il tipo che lasciava le cose in giro... “Ma indubbiamente stavolta è tutto sistemato a puntino.”
    Senza esitare Ronnie si diresse alla piccola scrivania collocata in un angolo della stanza, poco lontana dalla finestra. Sopra vi erano appoggiati alcuni libri e riviste, nonostante non avesse mai visto una sola volta Michel mentre leggeva. Diede un’occhiata ai titoli, senza ricavarne nulla di utile. Guardò la trama sulla quarta di copertina di uno dei libri, che gli parve piuttosto noiosa.
    “Non c’è niente qui” pensò, deciso ma non troppo.
    Fece per andarmene, ma si fermò di scatto.
    «Devo farlo» mormorò a mezza voce.
    Aprì il cassetto della scrivania, che non era chiuso a chiave, e diede un’occhiata al contenuto.
    La prima cosa che gli capitò tra le mani era una fotografia. Ritraeva Michel insieme alla sua ragazza. Fece per riporla nuovamente, ma qualcosa che non riuscì a identificare lo colpì. Per qualche ragione si ritrovò a ripensare a ciò che, più di ogni altra cosa, avrebbe voluto dimenticare: le immagini, ormai incancellabili, presero a susseguirsi, una dopo l’altra, come una condanna che non avrebbe mai avuto fine.
    Una donna sui quarant’anni.
    Lunghi capelli neri.
    Abito a fiori, scarpe coi tacchi alti.
    Correva, forse scappava.
    Tre uomini, in lontananza, ridevano e urlavano qualcosa di incomprensibile.
    Rick barcollava.
    Aveva bevuto troppo, e non era il solo.
    La sconosciuta, forse, vedeva in Rick una speranza.

    Ronnie si sforzò di scacciare quei ricordi, per evitare almeno di essere sopraffatto dal disprezzo per se stesso, mise da parte la fotografia e prese in mano l’agenda dalla copertina rossa che vi era collocata subito sotto. Una voce dentro di lui gli ripeté ancora una volta che avrebbe fatto meglio a non occuparsi degli affari altrui, ma come al solito evitò di ascoltarla. Iniziò a sfogliare l’agenda, scorrendo le pagine una dopo l’altra. Le annotazioni erano brevi e concise, difficilmente comprensibili, se non al loro stesso autore. Era palese che Michel non le avesse scritte con l’intento di farle leggere a qualcun altro, ma il non capire nulla lo irritava profondamente. Stava per rinunciare, ma decise di arrivare almeno all’ultima pagina contenente qualche nota.
    Ronnie rabbrividì per la sorpresa: c’era un indirizzo, scritto in modo perfettamente comprensibile, con tanto di codice di avviamento postale. Non era questo in sé che lo faceva rabbrividire, ma il nome della località: Starlit Spring.
    “E in cima alla pagina c’è la data di domani.”
    Era pazzesco: quell’indirizzo significava che la storia di Dark River era molto probabilmente un’invenzione di Michel.
    Ronnie si chiese perché il suo coinquilino avrebbe dovuto mentirgli. Si ripeté che Michel non sapeva niente del suo passato e che Starlit Spring per lui era un luogo come un altro... ma era davvero così?
    Si ritrovò a chiedersi chi fosse il ragazzo con cui condivideva l’appartamento e non riuscì a trovare una risposta, cosa che lo infastidiva: erano troppe, ultimamente, le domande alle quali non ers in grado di rispondere.
    Il campanello suonò all’improvviso, facendolo sobbalzare.
    “E adesso chi può essere?” si domandò.
    Erano le dieci passate, di solito nessuno si presentava a quell’ora, specie se Michel non era in casa: non era certo lui quello che riceveva visite agli orari più strani.
    Si avviò alla porta e guardò dallo spioncino: sul pianerottolo c’era una ragazza con occhi allungati dal taglio orientale.
    «Ronnie?» domandò lei, dall’esterno.
    Aprì.
    «Yuma?»
    Notò che indossava un giubbotto rosa. E se la ragazza che aveva visto quel giorno, sotto la pioggia a bordo di una bicicletta, fosse stata proprio lei?
    Notò sul pianerottolo una bambina che le somigliava, eccetto per i capelli chiari.
    «Possiamo entrare?» gli chiese Yuma.
    Ronnie annuì e si spostai per farle passare.
    «Certo, ma...» S’interruppe, imbarazzato. Possibile che non lo sapesse? «Michel non c’è.»
    «Lo so» confermò Yuma.
    «Ma non è al lavoro» obiettò Ronnie. «È partito per Dark River e non so quando torna.»
    Yuma sorrise.
    «Dark River, come no. Poteva inventarsene una migliore.»
    «Vuoi dire che non è andato veramente là?» le chiese Ronnie, che desiderava come non mai una conferma. «Che cosa te lo fa pensare?»
    «Non credo proprio che tornerebbe mai nella città in cui vive la sua famiglia» rispose Yuma. «Non è in buoni rapporti con i suoi genitori.»
    «Questo lo so.»
    Ronnie la guardò con aria interrogativa, come a domandarle perché lei e la bambina – probabilmente sua sorella: una volta Michel mi aveva accennato a una bambina in cui si univano sinuosamente i tratti orientali della madre con quelli occidentali del padre – si fossero presentate alla loro porta, pur sapendo che non avrebbero trovato Michel.
    «Michel è partito proprio nel momento sbagliato» osservò Yuma, come leggendogli nella mente. «Io e Heaven abbiamo bisogno di aiuto.»
    «Sì, ma Michel non c’è, appunto» ribadì Ronnie. «Io non so dirti quando torna.»
    Yuma lo guardò con occhi carichi di speranza.
    «Non ti sto chiedendo di dirmi quando tornerà, ma ti sto invocando di aiutarci. Heaven ha solo undici anni e non voglio che abbia una vita di merda come l’ho avuta io.»

    Edited by »Milù Sunshine» - 24/5/2013, 15:51
     
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    Ho deciso di non farvi attendere oltre e inserisco anche la parte conclusiva del capitolo. ^^



    Ronnie ricambiò lo sguardo, ma non capiva.
    Yuma fece un profondo respiro, preparandosi a spiegargli come stavano davvero le cose.
    Quando parlò, però, pronunciò soltanto quella che sembrava un’accozzaglia di frasi senza senso: «Io so cosa significano certe situazioni... Heaven non deve vedere nulla di tutto questo, non se lo merita. Presto sarà grande abbastanza per vedere il proprio mondo crollare. Voglio soltanto impedire che vada così anche per lei.»
    Ronnie le puntò gli occhi addosso.
    «Di che cosa stai parlando, Yuma?»
    Era chiaro che le avrebbe fatto una domanda del genere.
    «Non ha importanza» mormorò, pur sapendo che ne aveva eccome. Eppure come poteva parlarne con Ronnie? «Non...»
    «E allora cosa vuoi da me?» la interruppe Ronnie.
    Yuma notò il televisore acceso e glielo indicò.
    «Che ne dici se mia sorella resta qui a guardare la TV mentre noi andiamo a parlare sul balcone?»
    «Come vuoi.» Ronnie non le sembrava molto convinto. «Se credi sia meglio...»
    Heaven non era fanatica della televisione, ma si era già appropriata del telecomando. Mentre premeva il pulsante di accensione, Yuma si diressi verso la portafinestra e Ronnie non poté fare a meno di seguirmi.
    Uscirono sul balcone, sul quale era collocato un piccolo tavolino di plastica attorno al quale stavano delle sedie dello stesso materiale.
    Si sedette e invitò Ronnie a fare lo stesso.
    «Allora?» insisté lui. «Che cosa c’è di così tanto importante che tua sorella non deve sapere?»
    Yuma presi fuori il pacchetto di sigarette che in tasca, se ne accesi una, poi lo passò a Ronnie.
    «Ho deciso di andarmene» lo informò a quel punto.
    «Di... andartene?»
    Ronnie le lanciò un’occhiata perplessa, mentre prendeva a sua volta una sigaretta e l’accendeva.
    «Ecco, sono capitate delle cose che non dovevano capitare» si limitò a dire Yuma. «La presenza di mio padre nella vita di Heaven potrebbe essere dannosa per lei.»
    «E quindi stai pensando di portarti via tua sorella?»
    «Proprio così.»
    Le puntò addosso i suoi occhi stranamente gelidi.
    «Quindi hai intenzione di andartene con la ragazzina, magari senza dire nulla a tuo padre, e pretendi che io ti aiuti?»
    Yuma appoggiò la sigaretta nel posacenere di ceramica appoggiato al tavolino e si alzò in piedi.
    «Non voglio rapire mia sorella, se è questo che ti preoccupa.»
    «Di fatto è quello che stai facendo» insisté Ronnie. «Se te ne vuoi andare, perché non lo fai da sola?»
    «Allora proprio non capisci!» sbottò Yuma. «E meno male che Michel dice sempre che sei uno che ascolta prima di giudicare! Ti ho detto che il problema non riguarda me e mio padre, ma mio padre e mia sorella!»
    «Eppure sei tu a volertene andare» obiettò Ronnie. «Non mi dirai che è stata Heaven a chiederti di portarla via...»
    Prima che aggiungesse altro, Yuma si affrettò a interromperlo: «Heav non mi ha chiesto niente, ma tu non puoi sapere meglio di me che cosa sia bene e che cosa sia male per lei. Non permetterò a mio padre di rovinarla allo stesso modo in cui ha rovinato me. Non vuoi aiutarmi? Non è un problema, ce la farò da sola, come ho fatto finora.» Riprese la sigaretta dal posacenere e aspirò una boccata di fumo. «Potevi essermi utile, se fossi stato disposto a fornirmi il tuo aiuto, ma non pensare di essere indispensabile.»
    «Non pretendo di esserlo.» Ronnie le indicò la sedia. «Avanti, siediti e dimmi cosa posso fare per te.»
    Yuma accettò a malincuore, perché purtroppo, nonostante le sue parole, non aveva molte alternative: Ronnie avrebbe potuto davvero esserle indispensabile.
    «Purtroppo non ho modo di spostarmi» gli spiegò. «Devo raggiungere un posto, ma ho bisogno di qualcuno che possieda un’auto e che abbia la patente.»
    «In pratica mi stai chiedendo un passaggio» dedusse Ronnie.
    Yuma annuì.
    «Proprio così. Mi rendo conto che tu non hai alcun motivo logico per accettare, ma credimi, se non fossi stato la mia unica possibilità non mi sarei mai rivolta a te.»
    Ronnie sorrise.
    «Puoi sempre fare da sola, no?»
    «Beh, sì...» mormorò Yuma.
    «Che c’è? Ora non sembri più tanto convinta.»
    «Non ho speranze» fu costretta ad ammettere.
    La verità era che le serviva la complicità di qualcuno che suo padre non potesse rintracciare facilmente e, dal momento che non sapeva nemmeno dell’esistenza di Ronnie, sperava che le cose potessero andare bene e che non riuscisse a trovarla prima che lei e Heaven potessimo lasciare la città.
    Guardò l’orologio. Probabilmente sarebbe rincasato di lì a un paio d’ore, notando l’assenza sua e di sua sorella.
    La voce di Ronnie la fece sobbalzare.
    «Non hai speranze, eh? Guarda caso, un po’ me lo aspettavo.»
    «Ora voglio sapere una cosa» tagliò corto Yuma, infastidita dal suo sorriso divertito. «Sei disposto a fare qualcosa per me oppure no?»
    «Non lo capisci da sola?» ribatté Ronnie. «Il fatto che io ti abbia fatta entrare in casa e ti stia ancora ascoltando non è significativo?»
    «Può darsi, ma non mi sembri poi così tanto affidabile» rispose Yuma, non senza tono critico. «Non riesco a capire se posso contare su di te oppure no.»
    «È ovvio che puoi contare su di me, ma non devo fare l’errore di pensare che ti sia dovuto. In fondo chi sei tu? Sei soltanto una sconosciuta che ha suonato alla mia porta, nulla di più, io e te ci conosciamo a malapena.»
    Yuma annuì.
    «So perfettamente che io e te ci conosciamo a malapena, e soprattutto non ho mai pensato che qualcosa mi fosse dovuto.»
    «Bene, è già un passo avanti notevole.»
    Yuma lo fulminò con lo sguardo, mentre schiacciava la sigaretta sul posacenere, ma i suoi occhi si addolcirono quasi all’istante. Dopotutto era normale che le parlasse con quel tono: era arrivata all’improvviso e pretendeva che risolvesse i miei problemi, senza preoccuparsi minimamente di che cosa ne pensasse lui in proposito.
    «Ronnie, non te ne pentirai» lo rassicurò. «Non te ne pentirai e ti sarò grata per sempre di quello che potresti fare per me.»
    «Lo spero proprio, di non dovermene pentire. Non voglio essere invischiato in storie che non mi riguardano.»
    «Non accadrà.»
    «Mi fido... ma il fatto che tu voglia rapire tua sorella non mi lascia tranquillo.»
    «Non voglio rapire mia sorella» puntualizzò Yuma per l’ennesima volta. «Semplicemente voglio accompagnarla a casa di mia zia che, quando le avrò spiegato come stanno le cose, farà sicuramente il possibile per aiutarla.»
    Ronnie la guardò, dubbioso.
    «E se non fosse così?»
    «Che intendi dire?»
    «Insomma, dai per scontato che tua zia sia disposta a...»
    Yuma lo interruppe, in tono seccato: «Mia zia farebbe qualunque cosa per onorare la memoria di mia madre.»
    «Ehi, non importa che ti scaldi tanto. Ti credo.»
    «Perfetto. L’unica cosa che devi fare è accompagnarmi da lei. Lo so che ora non mi dirai mai che mi avresti accompagnata perfino in capo al mondo, lo so che non mi dirai mai che era il tuo sogno... ma purtroppo non sempre possiamo realizzare i nostri sogni.»
    Ronnie abbassò lo sguardo.
    «Finalmente qualcuno che la pensa come me.»
    Le sue parole ebbero il potere di sorprendere Yuma.
    «E quali tuoi sogni potrebbero mai essersi infranti?» replicò. «Stando a quanto dice Michel, non c’è niente di oscuro nella tua vita.»
    Ronnie si fece cupo.
    «Ci sono tante cose che Michel non sa.»
    Yuma lo scrutò fino a scoprire una strana ombra sul suo volto.
    «Vuoi dire che...»
    Ronnie la interruppe: «Non c’è niente che voglio dire, se non che ciò che agli altri può apparire perfetto non sempre lo è.»
    Yuma non poté fare a meno di concordare con lui. Era strano, ma per la prima volta nella sua vita le sembrava di avere davanti qualcuno che avrebbe potuto addirittura provare a capirla, se gli avesse parlato di sé. Forse correva il rischio di sbagliarsi, ma esisteva la concreta possibilità che bussare alla porta di Ronnie fosse stata l’azione più sensata che avesse mai compiuto in diciotto anni di vita.

    Edited by »Milù Sunshine» - 24/5/2013, 15:53
     
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    se gli avessi parlato di me.

    piccoli errori :shifty: ...

    per il resto, sono venuti molto bene ;) , credo che sarà divertente leggere di Ronnie e di Yuma che fanno squadra :D
     
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    Correggoooo! :D
    Hai letto solo la prima parte o anche la seconda?
     
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  15. GÆBRIEL
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    Lette entrambe!!!

    Ci sono degli errori dovuti alla rivisitazione che con una semplice lettura riuscirai ad eliminare! :D

    E ora pretendo il continuooo! -_-

    Ronnie: jpg
     
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