Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Cos'avranno mai fatto di male gli scaricatori di porto per meritarsi che Melvin sia paragonato a loro? :D
    Direi che posso comunque procedere con la prima parte del capitolo 64...
    Aggiornamento: non saranno soltanto 66 + l'epilogo, ma 67 più l'epilogo, perché lavorando al 66 mi sono accorta che sta venendo moooolto più lungo di quanto ipotizzavo. ^^




    Capitolo 64.
    Il tempo sembrava scorrere troppo velocemente, portando via con sé tutto ciò che trovava lungo la propria strada.
    «So dove può essere» gli aveva confidato Patricia quando, dopo numerosi tentativi, era riuscita a rintracciarlo. Sembrava piuttosto sicura di sé, e Michel aveva voluto crederle.
    Ne aveva parlato con Heaven.
    «Sei davvero sicuro che quella donna sia attendibile?» aveva subito obiettato la ragazza. «Se fossi al posto tuo, non penderei dalle sue labbra.»
    «Non credo che ci siano altre soluzioni» aveva ammesso Michel. «Non abbiamo nessun altro appiglio, dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo.»
    Adesso Heaven camminava accanto a lui, spingendo la carrozzina del piccolo Ron.
    «Mi vuoi spiegare almeno cos'hai in mente?» insisté la ragazza. «Non mi hai ancora detto nulla di preciso.»
    Michel alzò gli occhi al cielo. «Ti hanno mai detto che in certi momenti non c'è tempo per le spiegazioni?»
    Heaven sospirò.
    «Va bene, come ti pare. Spero che, qualsiasi idea tu abbia in testa, non sia necessaria la tua morte per portarla a termine.»
    Michel proferì in un poco raffinato gesto scaramantico.
    «Vorrei almeno sperare che saremo ancora tutti vivi.»
    Gli parve di notare un filo di preoccupazione sul volto di Heaven.
    La ragazza li chiese subito: «Che cosa pensi che accadrà?»
    «Non possiamo prevederlo in anticipo» ammise Michel. «Vada come vada, spero che potremo rivederci.»
    Gli occhi di Heaven si fecero imploranti.
    «Ti prego, aiuta mia sorella.»
    Michel annuì.
    «Farò il possibile.»

    Ronnie era affacciato alla finestra nel momento il cui il campanello suonò. Non aspettava nessuno e, anzi, sarebbe dovuto uscire di lì a poco: aveva promesso a Kara che l'avrebbe portata a fare un giro.
    Andò a rispondere al citofono, sperando che non fosse qualcuno intenzionato a fargli perdere troppo tempo.
    Erano Heaven e Michel.
    Non si sarebbe mai aspettato di trovarli insieme a suonare alla sua porta.
    «Cosa volete?» domandò.
    «Facci entrare» gli ordinò Heaven. «Fallo subito.»
    Non gli piaceva il tono insistente della ragazza, ma il fatto che fosse venuta insieme a Michel lo spinse ad aprire.
    Fu proprio Michel il primo ad entrare. Dietro di lui, qualche istante più tardi, comparve Heaven insieme al nipote.
    Kara corre incontro alla ragazza.
    «Hai portato Ron con te!»
    Ronnie si accorse che gli occhi della bambina brillavano.
    Rabbrividì nel ricordare il commento che aveva fatto sua figlia la prima volta in cui aveva visto il bambino.
    «Perché non sposi Yuma?» gli aveva chiesto, «Così Ron diventerebbe mio fratello!»
    Sperò solo che Kara non ripetesse quel commento proprio davanti a Heaven. Fortunatamente fu proprio la sorella di Yuma a rompere il silenzio.
    «Sapevo che saresti stata contenta di rivederlo. Che cosa ne dici se io e Ron ti facciamo compagnia mentre il tuo papà ha qualcosa da fare?»
    Qualcosa da fare?
    Ronnie le lanciò un'occhiata interrogativa, ma Heaven finse di non accorgersene.
    «Dobbiamo andare» gli spiegò Michel. Abbassò la voce, per non farsi sentire da Kara, prima di aggiungere: «Yuma potrebbe essere in pericolo.»
    Ronnie sentì il cuore che gli rimbalzava in gola.
    Yuma.
    Yuma.
    Yuma.
    Yuma.

    Si sentì spiazzato e avvertì un brivido gelido.
    Yuma.
    Yuma.
    Yuma.

    «Ronnie, sei sicuro di sentirti bene?» gli chiese Michel. Sembrava seriamente preoccupato. «Non mi avevi mai detto di essere debole di cuore.»
    «Il mio cuore non ha niente che non va» replicò Ronnie, riuscendo finalmente a pronunciare qualche parola.
    «Allora andiamo» lo esortò Michel. «Non c'è tempo da perdere!»

    Non appena la porta si richiuse, Kara domandò: «Dove sono andati?»
    Heaven si concentrò, nella speranza di riuscire a mostrare alla bambina un sorriso radioso.
    «Avevano una cosa da fare.»
    Era sicura che Kara non si sarebbe fatta bastare quella spiegazione.
    «Sì, ma cosa?»
    Kara Craven aveva carattere.
    "Beh, se non altro Ronnie ha una figlia simpatica. Yuma avrebbe potuto trovare di peggio."
    Heaven, sicura di sé, dal momento che aveva ancora un asso nella manica, precisò: «Non si tratta di cose da bambini.»
    Kara sbuffò.
    «Non è giusto! Ai bambini nessuno dice mai niente! Ci trattate come se fossimo bambini per colpa nostra!»
    Heaven sorrise.
    Per avere soltanto sei anni, Kara era piuttosto sveglia.
    «Le cose da bambini sono interessanti» le spiegò, «Mentre le cose da adulti sono noiose. Tuo padre e Michel si stanno occupando di qualcosa di molto noioso.»
    «Quindi anch'io da grande farò cose noiose?»
    Quella era davvero un'ottima domanda.
    «Credo di no» rispose Heaven, pronta. «I bambini più intelligenti non fanno cose noiose nemmeno quando crescono.»
    «Tu fai cose noiose?»
    Heaven sorrise.
    «Non quando sono con te!»

    «La tua macchina è in garage?» chiese Michel, mentre scendevano le scale.
    Ronnie si girò verso di lui e gli lanciò uno sguardo perplesso.
    «Ha importanza?» «Sì, dato che non possiamo prendere la mia.»
    «Se vuoi...»
    «Il garage è chiuso a chiave?»
    Ronnie spalancò gli occhi.
    «Che razza di domanda è?»
    «Non stare a preoccupartene e rispondi!»
    «È chiuso a chiave, ma la macchina è fuori.»
    «Pessima notizia» borbottò Michel. «La tua auto, quindi, è inservibile tanto quanto la mia. Fatti venire un'idea.»
    «Come sarebbe a dire che la mia macchina è inservibile?» sbottò Ronnie. «Che cosa c'entra il fatto che fosse o non fosse in garage?»
    "Devo anticipargli qualcosa" decise Michel.
    Non aveva alternative.
    «Pare che il nostro caro amico Dean Tray abbia l'abitudine di manomettere le auto di chi non rientra nelle sue simpatie, e mi risulta che in cima alla sua lista nera ci siano proprio i nostri nomi. Non mi pare una bella premessa.»
    «Quindi dici che ha...»
    «Non so se l'abbia fatto» lo interruppe Michel. «In ogni caso non ci conviene usare né la tua me la mia.»
    «Quella di Heaven allora?»
    Michel scosse la testa.
    «Siamo venuti fino qui a piedi. Anche la macchina del suo ragazzo potrebbe essere stata manomessa.»
    «E quindi?»
    «Quindi ci serve qualcuno che ci presti una macchina.»
    «Qualcuno che...» Ronnie strabuzzò gli occhi. «Chi potrebbe prestarci una macchina?»
    «Non ne ho idea. Perché non ci pensi tu?»
    «Non...» Gli occhi di Ronnie si illuminarono. «Un'idea potrei averla...»
    «Ottimo» ribatté Michel. «Era proprio quello che speravo.»
    Vide Ronnie risalire le scale e incrociò le dita.
     
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