Anime di metallo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Milly Sunshine
        +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Founder
    Posts
    70,943
    Scrittore
    +1,079

    Status
    Anonymous
    Rieccola che parla con i personaggi! *_____*
    Comunque Gabriel è partito insieme alla moglie per andare al funerale di Kenneth. Ma non temere, la sua ricomparsa è prevista per il capitolo 62.
    Per il momento, però, c'è la fine del 60, con le rivelazioni shock di Kelly... ^^ e con il ritorno di Ronnie, cosa che forse ti interessa di più. XD




    «Non mi sembra di essere così fuori di testa» obiettò Michel. Ormai aveva rinunciato a decifrare ciò che passava per la testa della sua amica, ma questo non gli impediva di notare ciò che, a suo avviso, era evidente. «Vedi, Kelly, stasera mi sono accorto di non avere mai guardato le cose dal lato giusto.»
    Lei gli lanciò un’occhiata carica di perplessità.
    «Cosa stai cercando di dirmi?»
    «C’era una certa tensione tra te e Ralph.»
    Kelly sospirò.
    «Non mi pare una novità. I nostri rapporti sono migliorati rispetto a un tempo, ma non penso che riusciremo mai a diventare grandi amici.»
    Michel annuì.
    «Generalmente è così.»
    «Generalmente... cosa?»
    «Tu lo ami» ripeté Michel, «E ovviamente non riesci ad essere sua amica, perché sai che lui non ricambia i tuoi sentimenti.»
    Kelly scosse la testa.
    «L’ho già detto, tu sei pazzo.»
    «Lo so, sei sconvolta dall’idea che la ragazza che Ralph amava non ci sia più» insisté Michel. «È normale. Tu e Natascha eravate amiche...»
    «Lo ribadisco, tu sei completamente pazzo.»
    «Ne sei davvero convinta?»
    Kelly annuì.
    «Sempre di più ogni singolo istante che passa. Come puoi pensare che...» S’interruppe. «Aspetta un attimo.»
    Uscì dalla cucina.
    Michel le andò dietro, fermandosi non appena raggiunse lo stipite.
    «Dove vai?»
    Kelly non rispose.
    La vide entrare nella propria stanza da letto e attese: probabilmente era andata a prendere qualcosa da mostrargli.
    La sua deduzione si dimostrò esatta nel momento in cui Kelly tornò, tenendo in mano una fotografia che gli mise davanti agli occhi.
    «Cosa vedi?»
    Michel esaminò il ritratto.
    «Ralph Craven con qualche anno di meno.»
    Kelly scosse la testa.
    «Non è Ralph; è Rick.»
    «Oh, ora capisco...»
    «No, non è così.»
    «Sì, Kelly, davvero...»
    Si accorse che lei stava per interromperlo ancora una volta, quindi non proseguì oltre. Forse non le avrebbe fatto piacere sentirsi dire che, anche se evidentemente Ralph era una copia spiccicata del ragazzo con cui era stata insieme un tempo, forse sarebbe riuscita a non avere rimpianti e avrebbe potuto essere felice insieme a lui.
    «Io non amo Ralph» dichiarò Kelly, in contraddizione con le sue convinzioni. «Non l’ho mai amato e non lo amerò mai.»
    «Eppure ti ricorda Rick» azzardò Michel, «Te lo ricorda al punto tale da spingerti a desiderarlo, per avere l’illusione di avere ancora Rick accanto a te.»
    Kelly sbuffò.
    «Ecco, lo dicevo che sei pazzo...»
    «Potrebbe essere quasi normale, nella tua situazione, aggrapparti a questa speranza, ma...»
    «Vuoi tapparti quella dannata bocca e starmi a sentire?» sbottò Kelly, palesemente irritata dalle sue insinuazioni. «Come pensi che potrei amare Ralph perché somiglia a Rick, quando non amavo nemmeno Rick?»
    Michel spalancò gli occhi.
    «Tu... tu non amavi Rick?»
    «Proprio così» confermò Kelly, «E non certo perché io sia lesbica.»
    «Peccato, però» osservò Michel. «Credevo che Patricia fosse più brava a inquadrare le persone.»
    «Vorrà dire che ha sbagliato, almeno su di me. C’è una sola persona che potrò mai amare, anche se tra me e lui non c’è futuro.»
    Michel sorrise.
    «Non dirmi che sono io.»
    «Ma neanche per sogno!» Kelly si prese la testa tra le mani. «La verità è che sono fottutamente, maledettamente, incredibilmente pazza di Ronnie, e la cosa peggiore è che, se non sono mai riuscita a togliermelo dalla testa in tutti questi anni, non ne sarò mai capace!»
    Michel rimase di stucco.
    «Ronnie?!» ripeté, al colmo dell’incredulità.
    «Così pare.»

    Quando il campanello suonò, erano le dieci e mezza passate da pochi minuti; era passata oltre mezz’ora dalle confidenze che Kelly desiderava non avere fatto a Michel.
    Chiedendosi chi la cercasse e perché non potesse essere semplicemente lasciata in pace, alzò gli occhi, esasperata, ma poi li riabbassò, abbagliata dalla luce della fastidiosa lampadina dalla potenza troppo elevata del lampadario della cucina.
    «Quando non conoscevo te» borbottò, rivolta a Michel, che in quel momento si trovava dall’altra parte dell’appartamento «Nessuno veniva mai a casa mia a quest'ora.»
    «Cosa dici?» le chiese Michel, dal bagno.
    Kelly sbuffò.
    «Tu non senti mai quello che c'è da sentire.»
    Un istante più tardi lo vide entrare in cucina.
    «Mi stavo lavando i denti, avevo il rubinetto aperto. È ovvio che non ti ho sentito.»
    «Non era niente di importante» gli assicurò Kelly, dirigendosi alla porta, proprio mentre il campanello trillava una seconda volta.
    «Chi è?» chiese, al citofono.
    «Sei tu, Kelly?» le domandò una voce che le sembrava di conoscere.
    «Ovvio che sono io» rispose, piuttosto seccata. «Chi dovrebbe essere a rispondere al citofono a casa mia?»
    «Hai ragione.»
    «È un piacere sentirti mentre lo ammetti. Tu, invece, chi sei?»
    «Sono Ronnie.»
    Il cuore le rimbalzò in gola.
    Chiuse gli occhi per un istante e immaginò che Ronnie fosse venuto a dirle che non gli importava niente di Yuma e che l'unica donna dei suoi sogni era lei.
    "Che assurdità" si disse, infine. "Non potrà mai accadere."
    Ronnie infatti le chiese: «C'è Michel in casa?»
    Kelly si sforzò di non riprendere a sognare, ma non le riuscì.
    Magari voleva trovarla sola...
    "No, non può essere."
    «Sì, c'è» rispose. «Perché lo vuoi sapere?»
    «Perché devo parlare con lui.»
    Kelly si morse la lingua per evitare di insultarlo.
    «Devi parlare con Michel?!» ripeté quindi, con un filo di delusione nella voce. «Pensavo fossi qui per vedere me.»
    «Invece sono qui per lui» confermò Ronnie. «Digli di scendere. Io e lui abbiamo un discorso in sospeso.»
    Kelly si sforzò di trovare un qualsiasi argomento pur di contestare la sua richiesta.
    «Non...»
    Ronnie la interruppe all’istante: «Qualunque cosa tu abbia da dire, non m'interessa. Sono qui per Michel, non per te. Digli di venire giù subito.»
    Kelly sospirò.
    «Va bene, glielo dico, ma non aspettarti niente.»
    «Invece mi aspetto qualcosa» replicò Ronnie. «Non sono venuto qui per niente. Devo vedere Michel... e devo vederlo immediatamente!»
     
    Top
    .
587 replies since 18/5/2013, 16:33   3129 views
  Share  
.