Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Dato che Yuma merita tutta la tua stima... beh, non potevo farti regalo migliore che il capitolo 60, allora... :D Anche se in effetti Yuma non compare. ^^




    Capitolo 60.
    «Alla fine» concluse Michel, «è stato un vero disastro. Non solo Yuma non ha voluto starmi a sentire, ma mi ha addirittura accusato di avere delle mire su di lei.»
    Kelly lo guardava, soprappensiero, senza dire nulla.
    «Allora?» insisté Michel. «Cosa ne pensi?»
    Kelly finalmente si decise a dedicargli l’attenzione che riteneva di meritare.
    «Penso che Yuma abbia ragione.»
    «Pensi che io sia ancora interessato a lei?»
    Kelly sospirò.
    «Cosa dovrei pensare?»
    «Sai benissimo che non è così.»
    «Forse non sei più attratto da lei, questo sono pronta ad ammetterlo» rispose Kelly, «Ma non puoi negare che non sopporti di essere stato lasciato da Yuma e che faresti di tutto per riconquistarla, solo per il gusto di poterti vantare di esserci riuscito.»
    «Stai delirando» replicò Michel.
    «No, affatto. Se tu ti sforzassi di leggere dentro di te...»
    «Se tu invece ti sforzassi di non leggere dentro di me...»
    Kelly rise.
    «Mi dispiace, ma non posso farne a meno. È una condizione necessaria per cercare di capire con chi ho a che fare.»
    «Non vedo perché sia così fondamentale.»
    Kelly si sedette sul bordo del tavolo, dove appoggiò anche il bicchiere vuoto che fino a quel momento aveva tenuto tra le mani.
    «Ti ho visto con Patricia, ieri sera. Mi sembravate molto affiatati.»
    Michel cercò di minimizzare.
    «Non esagerare.»
    «Non sto esagerando» precisò Kelly. «Eravate seminudi, avvinghiati l’uno all’altra. Non mi sembra di avere travisato così tanto.»
    Michel la fulminò con lo sguardo.
    «Ti dà così fastidio.»
    «No.»
    «Strano, perché mi dai l’impressione opposta.»
    Con sua grande sorpresa Kelly gli mostrò un radioso sorriso.
    «Lo vedi? Adesso sei tu quello che cerca di leggere dentro di me.»
    «A volte ho l’impressione che tu sia gelosa.»
    Kelly scoppiò in una risata fragorosa.
    «Scendi dal piedistallo, Michel!»
    Lui sospirò.
    «Va beh, io rinuncio a capirti.»
    «No, non rinunciare» lo pregò Kelly. «Il discorso è lo stesso che ti ha fatto Yuma... o comunque è molto simile. Credo che tu ti sia messo in testa che tutte le donne che hai intorno debbano per forza cadere ai tuoi piedi. È meglio che te lo metta in chiaro ancora una volta: io ti considero solo un amico - un carissimo amico, a dire il vero - e niente di più.»
    Michel scosse la testa.
    «Non hai capito.»
    «Ho capito benissimo, invece» insisté Kelly.
    «Ti dico di no» replicò Michel. «Patricia mi ha parlato di come la guardi, quando viene al bar. Lei è convinta che tu... Lei è convinta che a te...»
    «Lei è convinta... di cosa?» lo esortò Kelly. «Non lasciare il discorso a metà.»
    «È convinta che ti piacciano le donne» le confidò Michel. «Sostiene di piacerti.»
    Kelly rimase impassibile per qualche istante.
    “Questa è la dimostrazione che Pat ha ragione” si disse Michel.
    Si rese conto subito dopo che non era così.
    Kelly rideva di gusto, di fronte a quell’ipotesi.
    «Potresti cortesemente chiedere alla tua amica di farsi meno viaggi mentali su di me?» lo pregò, infine. «Deve essersi bevuta il cervello se pensa di piacermi.»
    «Non è così, quindi?»
    «No, non lo è affatto.» Kelly sospirò. «È davvero possibile che tu non te ne sia ancora accorto? Quello che è successo stasera non ti ha aperto gli occhi?»
    Michel rifletté.
    «No, per niente. Cos’avrei dovuto vedere?»
    «Niente, lascia stare.»
    «No, non lascio stare» decise di insistere Michel. «Forse è il caso che io e te ne parliamo. Per caso ti piace Ralph Craven?»
    Kelly spalancò gli occhi.
    «Tu sei completamente fuori di testa!»

    Ralph era stato da lei quella sera. Voleva parlare di Natascha, ancora una volta, e Kelly ne aveva davvero abbastanza. Nonostante tutto, però, si era sforzata di essere comprensiva nei suoi confronti: in fondo Ralph aveva appena perso la ragazza che sosteneva di amare.
    C’era anche Michel, in casa, e per un attimo Kelly si era chiesta se non potesse rivelarsi un problema.
    “Vorrà per forza intervenire nella nostra conversazione e raccontare a Ralph qualcosa su Natascha” aveva pensato, “Qualcosa che non gli farà affatto piacere.”
    Le sue preoccupazioni si erano rivelate infondate, ma non perché Michel avesse scelto di optare per la discrezione.
    «Ho avuto modo di conoscere Natascha, molti anni fa” gli aveva confidato. “Lavoravo insieme a Dean, all’epoca.»
    Nell’udire il nome di Dean, Ralph aveva abbassato lo sguardo.
    «Quel bastardo l’ha ammazzata» aveva decretato. «Spero che possa pagare per quello che le ha fatto.»
    «Che cosa ne sai?» era intervenuta Kelly, stanca di sentire accuse che non potevano essere confermate con certezza. «Magari la amava davvero.»
    «Non credo proprio» aveva obiettato Ralph. «Natascha era una ragazza che si lasciava incantare molto facilmente.»
    «Ma...»
    Ancora una volta Michel si era intromesso: «Ralph ha ragione. Dean non amava Natascha, anzi, la considerava soltanto un oggetto con cui divertirsi. Evidentemente quella poveretta deve avere scoperto qualcosa sulla morte di Kenneth.»
    Kelly si era accorta che Ralph era stato scosso da un lieve fremito, nell’udire il nome del fratello del suo amico Aaron.
    «Pensi che sia stato ucciso anche lui, quindi?»
    Michel aveva annuito.
    «Ne sono certo.»
    Avevano continuato a discutere di quegli argomenti, che Kelly avrebbe preferito evitare, per più di mezz’ora. Poi, senza alcun preavviso, Ralph era passato ad altro.
    «Ehi, è da molto che non vedi Ronnie?»
    Kelly si era sentita attraversare da un brivido gelido.
    Ronnie.
    Da quanto tempo lei e Ralph non parlavano di Ronnie? Non riusciva a ricordarselo, ma soprattutto non era convinta che quello fosse il momento opportuno. Era un argomento che avrebbe preferito evitare in presenza di estranei, seppure non le riuscisse di considerare Michel un estraneo.
    «Da un po’» si era limitata a rispondere.
    «Dovresti chiamarlo, un giorno o l’altro» le aveva suggerito Ralph. «Sono sicuro che gli farebbe piacere vederti.»
    «Io invece non credo che...»
    Ralph non l’aveva lasciata finire.
    «Non sforzarti di negare la verità. Lui è ancora molto legato a te.»
    Kelly aveva scosso la testa con fermezza.
    «Niente affatto.»
     
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