Anime di metallo

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  1. Milly Sunshine
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    Prima parte del capitolo 59.



    Capitolo 59.
    Yuma spalancò la porta. Heaven si era messa a bussare freneticamente e a invocarla di aprire, anche se lei e Naive, almeno in teoria, avrebbero dovuto avere le chiavi.
    «Finalmente!» esclamò sua sorella. «Temevo che mi avresti lasciata qui fuori per tutta l’eternità!»
    Insieme a lei non c’era Naive.
    C’era Michel.
    Gli occhi di Yuma si posarono su di lui.
    «Cosa ci fai qui?» Si rivolse poi a Heaven: «Dov’è Naive?»
    «Naive arriverà» rispose la ragazza. «Le chiavi ce le ha lei, non ci sarà bisogno che tu le apra la porta.»
    «Aspetto l’altra risposta.» Lo sguardo di Yuma tornò a concentrarsi su Michel. «Vederti qui mi sorprende.»
    «Tua sorella mi ha chiesto un passaggio» la informò Michel, finalmente. «Sosteneva di non avere tempo da perdere, che era necessario arrivare a casa il prima possibile per avvertirti che...»
    Heaven lo interruppe: «È successa una cosa terribile.»
    Una cosa terribile.
    Che cosa significavano quelle parole?
    «Naive?» chiese, allarmata.
    Heaven era di fronte a lei, sua zia invece non c’era: se era accaduto qualcosa di terribile, doveva essere capitato a lei.
    Heaven scosse la testa.
    «Naive sta bene... o almeno stava bene poco fa.»
    «Cos’è successo allora?»
    Heaven si infilò dentro, mentre Michel attendeva sulla soglia. Yuma si chiese se non aspettasse un invito.
    «Entra» lo esortò.
    Era il modo migliore, a suo parere, per rendere le cose più semplici.
    Michel fece ciò che lei gli aveva ordinato e richiuse la porta alle proprie spalle.
    «Scusami se sono piombato a casa tua anch’io, ma...»
    «Non è casa mia» puntualizzò Yuma. «Tra l’altro se continuiamo a far venire qui così tanta gente prima o poi Eric si stancherà e ci butterà fuori casa.»
    «Non sarà necessario» le assicurò Heaven. «Tu stai già per andartene.»
    Yuma non capì cosa volesse dire.
    «La mia presenza vi dà fastidio?» Le indicò Michel. «Lui, però, cosa c’entra?»
    Heaven sospirò.
    «Possibile che tu non voglia starmi a sentire?»
    «Errore, io ti sto a sentire» precisò Yuma, «Sei tu che dici le cose soltanto a metà. Hai parlato di qualcosa di terribile, poco fa, ma non hai aggiunto altro. Cos’è successo?»
    «Andiamo a sederci di là, ti spiego tutto con calma.»
    Si riferiva probabilmente alla sala da pranzo, dove in quel momento la attendevano anche Ronnie e Kara.
    «Abbiamo ospiti» le ricordò.
    «Ah, già.» Heaven le sembrò pensierosa, ma trovò ben presto una soluzione ai propri enigmi interiori. «La figlia di Ronnie che tipo è?»
    «È una bambina fantastica.»
    «Mi fido. Facciamo così, io porto la bambina e Ron a fare un giro, mentre Michel ti spiega cos’è capitato.»
    «Non penso che sia il caso» intervenne Michel. «Sei tu che hai assistito a quella scena.»
    «Ma te l’ho raccontata per filo e per segno lungo la strada.»
    «Appunto, quello che so, lo so perché me l’hai riferito tu.»
    «Limitati a riferire a Yuma quello che io ho riferito a te, allora» concluse Heaven. «A meno che tu non abbia soluzioni migliori in mente, non possiamo fare diversamente.»
    Michel sospirò con aria rassegnata.
    «Fa’ come ti pare.»
    Yuma sbuffò.
    «La finite di tenermi all’oscuro di tutto?»
    «Molto presto» la rassicurò Heaven, avviandosi verso la sala da pranzo.

    «Immagino che siano tornate» osservò Eric, che si era stancato ben presto dello studio e che adesso sfogliava una rivista.
    «Suppongo di sì» convenne Ronnie. Aveva udito delle voci che provenivano dal corridoio, che preannunciavano probabilmente l’arrivo di Heaven e Naive.
    Entrarono nella stanza uno dopo l’altro.
    Heaven.
    Yuma.
    Michel.

    Di Naive non c’era alcuna traccia, in compenso c’era Michel, e Ronnie non era in grado di trovare una spiegazione logica alla sua presenza. Sperò solo che non fosse capitata alcuna disgrazia.
    Heaven si avvicinò a lui e a sua figlia.
    «Ciao, bella» disse, rivolgendosi a lei. «Io sono Heaven, la sorella di Yuma. Tu, invece, come ti chiami?»
    Il suo sorriso era smagliante, ma ancora più smagliante fu quello della bambina.
    «Mi chiamo Kara.»
    «Bene, Kara. Che cosa ne dici di venire a fare un giro insieme a me e a Ron?»
    Kara lanciò a Ronnie un’occhiata interrogativa.
    «Ti prego, lasciala venire» mormorò Heaven. «È capitato qualcosa di cui è meglio che una bambina della sua età non venga a conoscenza.»
    Ronnie annuì.
    «Va bene.»
    Gli occhi di Kara brillarono.
    «Grazie, papà!»
    Ronnie si sforzò di sorriderle, prima di domandare a Heaven: «È successo qualcosa di grave, non è vero?»
    Heaven scosse la testa.
    «Se per qualcosa di grave intendi dei morti, no.» Abbassò lo sguardo. «Non ancora, almeno, ma dobbiamo fare in fretta.»
    Ronnie fu tentato di chiederle di che cosa stesse parlando, ma sapeva che non avrebbe ricevuto risposta.
    La guardò andare via con il nipotino e con Kara. Eric la accompagnò alla porta, annunciando che sarebbe tornato indietro subito dopo.
    «Allora?» domandò infine Ronnie, rivolgendosi a Yuma. «Mi vuoi spiegare che cosa sta capitando?»
    «Se lo sapessi te lo spiegherei. Heaven non ha anticipato nulla nemmeno a me.»
    «Confermo che è così» intervenne Michel. «Diciamo che le faccio da portavoce.»
    «Da quanto sei diventato il suo informatore?» obiettò Ronnie. «Non mi pare che sia un ruolo che ti si addice...»
    «Infatti non mi si addice» ammise Michel. «Purtroppo da quando incontro Heaven per strada e non riesco a evitarla non posso fare a meno neanche di piegarmi alle sue volontà.» Si rivolse a Yuma. «Tuo padre è a Starlit Spring. Heaven e Naive l’hanno visto. C’era Rachel con lui, stavano discutendo di qualcosa e lei non sembrava molto soddisfatta. Forse è la volta buona che si decide a mandarlo a quel paese.»
    Yuma si sedette accanto a Ronnie.
    Sembrava stordita.
    «Rachel?» domandò. «Ancora lei?»
    Michel annuì.
    «Purtroppo sì, ma il problema, in questo momento, non è lei... anche se, in effetti, esiste la possibilità che possa cambiare idea, tornare a stare al seguito di Melvin e riferirgli dove sei, se dovesse incontrarti.»
    «A quanto pare tutti mi stanno dando la caccia» osservò Yuma. «Adesso ne abbiamo le prove.»
    «Esatto» s’intromise Eric, rientrando nella stanza. «A questo proposito, sai benissimo come la pensa Heaven... e sono sicuro che anche tutti gli altri saranno d’accordo.»
    Yuma alzò gli occhi verso di lui.
    «Sì, so come la pensa Heaven. Vuole che me ne vada, ma ovviamente non lo farò.»
     
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